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Dove e' il tuo Dio? Documento del Consiglio per la Cultura emanato da Giovanni Paolo II 13 marzo 2004

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2017 23:55
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14/10/2017 23:54
 
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Istituzioni educative. La Chiesa dispone di una rete considerevole di centri di insegnamento, dalla scuola materna fino all’Università. Quotidianamente milioni di giovani si ritrovano a contatto con scuole e con centri cattolici di insegnamento. Questo fatto rappresenta un’enorme opportunità, a condizione che venga colta per proporre una formazione veramente cristiana, in cui la fede diventa l'elemento che unifica tutte le attività dell'Istituto. In molti paesi è assicurato l’insegnamento della religione nelle scuole statali, talvolta con tassi che raggiungono il 90% dei giovani in età scolare, come è il caso dell’Italia. Il contatto con i giovani nella scuola svolge un ruolo importante per la pastorale della cultura.

Dove non è possibile assicurare l’ora di religione, è importante mantenere presente la dimensione religiosa all’interno della scuola. In alcuni Stati degli U.S.A., i genitori e gli insegnanti cristiani, cattolici ed evangelici, si sono fortemente mobilitati per far introdurre la preghiera nelle scuole statali, non partendo dal vertice, con decreti governativi, a partire da iniziative di base, come la raccolta di firme. Nello stesso modo essi hanno ottenuto di far introdurre nei programmi di storia l’importanza e il ruolo determinante della religione nella cultura.

La presenza della Chiesa nelle università[23], sia a livello d’insegnamento sia di pastorale, è fondamentale. Anche quando la Chiesa non è presente attraverso una Facoltà di teologia, viene assicurata una presenza mediante una pastorale universitaria, da non confondere con la pastorale giovanile. Tale pastorale è tesa, principalmente, all’evangelizzazione delle intelligenze, alla creazione di nuove sintesi tra fede e cultura, e si rivolge principalmente ai professori e agli insegnanti, per avere intellettuali cattolici formati.

Nei seminari e nelle facoltà di teologia la filosofia e la teologia fondamentale rivestono una particolare importanza come discipline di dialogo con la cultura moderna. Si fa sentire la necessità di promuovere nuovi corsi e programmi nel campo del dialogo scienza-fede: così ad esempio, il Progetto STOQ - Science, Theology and the Ontological Quest - Scienza, Teologia e Ricerca Ontologica[24] - nato a Roma dalla sinergia fra più Università Pontificie e patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura, con lo scopo di formare persone competenti nei due ambiti della fede e della scienza. Questo progetto funge da modello ad altri centri universitari nel mondo.

Altre iniziative concrete meritano di essere incoraggiate: la istituzione di una Accademia per la Vita, di Centri come biblioteche, videoteche e librerie, l’incremento della stampa e della pubblicazione di giornali di ispirazione cristiana a larga diffusione.

Acquistano grande importanza anche organismi specializzati nel dialogo con i non credenti e con la cultura della non credenza, in unione con le Commissioni per la cultura e per la non credenza delle Conferenze Episcopali. Nelle Facoltà di Teologia si possono creare dipartimenti e osservatori sulla non credenza, come quelli già esistenti a Zagabria, Spalato, e nella Pontificia Università Urbaniana. Anche piccoli gruppi di studio a livello informale permettono di continuare questa riflessione. Dove c’è una cattedra per lo studio dell’ateismo, la riflessione sulle nuove forme di non credenza può essere di vero aiuto per la missione pastorale della Chiesa.

 

2.4. La via della bellezza ed il patrimonio culturale

La bellezza è una via privilegiata per avvicinare gli uomini a Dio e saziare la loro sete spirituale. Essa «mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione»[25]. La bellezza è anche capace con il suo linguaggio simbolico di far incontrare uomini e donne di culture diverse su valori comuni, che affondano le radici nella loro specifica identità antropologica e nell’esperienza originaria della loro umanità, consentendo all’uomo di tenere aperto il cuore al fascino del mistero e dell'assoluto. In questo contesto la Chiesa apre a nuove epifanie della bellezza, cioè immette in una nuova via pulchritudinis che dilata il concetto di bellezza della filosofia greca. Le Sacre Scritture ci rivelano il Messia «il più bello tra i figli dell'uomo», il quale si “è abbassato” per ciascuna e ciascuno di noi, e si presenta come «l'uomo dei dolori» (Cf. Is 53,  3). In una cultura della globalizzazione dove il fare, il creare e il lavorare occupano un posto fondamentale, la Chiesa è chiamata a promuovere l’essere, il lodare e il contemplare per dischiudere la dimensione del Bello[26]. Un tale itinerario richiede una adeguata pastorale degli artisti e degli ambienti artistici, e anche un’adeguata fruizione del patrimonio culturale.

Già il Concilio Vaticano II ha riconosciuto l’importanza del dialogo con i cultori delle arti e il valore della continua e benefica presenza delle loro opere nella Chiesa, come via che consente all’uomo di elevarsi verso il Signore. È altresì opportuno aprire e continuare il dialogo con le istituzioni e con le società artistiche per favorire rapporti vicendevoli, che permettano di arricchire sia la Chiesa sia gli stessi esponenti del mondo dell’arte. Infatti, molti artisti hanno trovato in seno alla Chiesa un luogo di creatività personale, dove l’accoglienza è accompagnata da proposte, confronto e discernimento. Questa pastorale richiede laici e preti che abbiano ricevuto una buona formazione culturale e artistica, per stabilire un dialogo con «tutti coloro che, con appassionata dedizione, cercano nuove «epifanie» della bellezza per farne dono al mondo nella creazione artistica»[27].

Le Settimane culturali, i Festival d’arte, le Mostre d’arte i Premi d’arte sacra, le Biennali artistiche, promossi anche in collaborazione con le autorità civili, in varie parti del mondo, aiutano l’approccio pastorale alla via della bellezza, come via privilegiata per l’inculturazione della fede. Tali attività vanno accompagnate da altre iniziative, tese ad offrire l’esperienza artistica, dove la persona di Cristo e i misteri della fede continuano a rimanere una fonte privilegiata d'ispirazione per gli artisti.

Nel campo della letteratura, Incontri come quelli organizzati dal Pontificio Consiglio della Cultura con poeti, con letterati e con scrittori di matrice cattolica e laica, come pure la creazione di circoli letterari permettono scambi promettenti.

D’altra parte, il patrimonio culturale della Chiesa rimane un mezzo di evangelizzazione. I monumenti di ispirazione cristiana, innalzati durante secoli di fede, sono autentiche testimonianze di una cultura plasmata dal Vangelo di Cristo, e guide sicure per una buona formazione cristiana. In molti luoghi, il restauro delle chiese, e in particolare delle facciate, anche per iniziativa di enti statali, è uno stimolo a rispondere all’invito di Gesù: «Fate risplendere la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone» (cf. Mt. 5,16).

L’organizzazione e la promozione di concerti di musica sacra, di eventi coreografici d'ispirazione religiosa e di mostre d’arte sacra aiutano molte persone a fare dell’esperienza della bellezza un elemento di crescita della propria fede nell’incontro personale con il Salvatore, contemplato attraverso un’opera d’arte. Le grandi esposizioni come quella tenutasi a Londra: Behold the Saviour. Discovery of the Transcendent through the Face of Christ. Rediscovering the sense; in Spagna Las edades del ombre; o a Roma su Le Dieu caché, che hanno richiamato un enorme pubblico, sono esempi tipici della capacità dell’arte di raggiungere il cuore insoddisfatto dell’uomo moderno. Infatti molti, oggi, scoprono l’inadeguatezza della cultura razionale e tecnica a soddisfare i bisogni profondi di senso che si celano in ogni uomo, e provano una reale incapacità a pensare la realtà complessa del mondo e della persona umana, del suo mistero, nell’unica affermazione della libertà e nella ricerca di una felicità spesso artificiale.

In alcuni paesi cresce anche la domanda di un insegnamento religioso all’università per gli studenti delle discipline artistiche e umanistiche. Infatti, questi giovani mancano spesso dei concetti fondamentali ed elementari sul cristianesimo, e si rivelano incapaci di capire il proprio patrimonio artistico e storico. Sicché i corsi qualificati sul cristianesimo, per studenti di arte e di storia, svolti attraverso il patrimonio culturale, offrono l’opportunità di metterli in contatto con la Buona Novella di Cristo.

 La via della bellezza appare particolarmente importante nella liturgia. Quando, seguendo le norme liturgiche, la dimensione del sacro si manifesta attraverso rappresentazioni artistiche, il mistero celebrato riesce a scuotere gli indifferenti ed anche a interpellare i non credenti. La “via pulchritudinis” diventa anche la via della gioia, che si rivela nelle feste celebrate come appuntamenti della fede.

 

2.5. Un nuovo linguaggio per comunicare il Vangelo: ragione e sentimento

Il Cardinale Newman, nella sua Grammar of Assent (La Grammatica dell’Assenso) sottolinea l’importanza del doppio canale di evangelizzazione, attraverso il cuore e la mente, vale a dire, il sentimento e la ragione. Oggi, una importanza crescente è data alla dimensione emozionale della persona, e molti cristiani ritrovano in questo modo la felicità di credere. Essi sperimentano, in una cultura dell’irrazionalismo dominante, il bisogno di approfondire le loro ragioni di fede, mediante una formazione adeguata, in cui la Chiesa si fa «samaritana» della ragione ferita.

Il primo problema è quello del linguaggio. Come comunicare la Buona Novella di Cristo, unico Salvatore del mondo? La cultura dell’indifferenza e del relativismo, nata in un Occidente secolarizzato, non facilita una comunicazione basata su un discorso obiettivo. In questo caso, il dialogo, come anche la comunicazione si trovano seriamente compromessi. Se le persone che vivono in questa cultura faticano a capire la res significata, cioè, Cristo stesso, è necessario ripensare la res significans, vale a dire, tutto ciò che conduce a Lui e ai misteri della fede, in funzione della cultura dei destinatari, per un’evangelizzazione rinnovata.

Essere vicini ai giovani, cercando di capire il loro modo di vivere e la loro cultura, è il primo passo per aiutare a trovare un linguaggio capace di trasmettere loro l’esperienza di Dio. Alcuni canali televisivi, come MTV[28], basano il loro successo tra i giovani combinando insieme simpatia e rabbia, sarcasmo e tolleranza, senso di responsabilità ed egoismo. Adottando in certa misura lo stile di questo linguaggio, purificandolo, il dialogo della Chiesa con i giovani ne sarà facilitato e il rapporto diretto, stabilito con le persone, permetterà di trasformare dal di dentro gli aspetti negativi della loro cultura e di rafforzare ciò che essa contiene di positivo. I media sono adatti a comunicare una esperienza positiva di conversione e di fede, vissute da persone reali e con le quali ci si può identificare. D’altro canto, la Chiesa può anche attingere alla sua plurisecolare tradizione che le consente di coinvolgere le persone tramite il fascino della musica, sia quella liturgica sia quella popolare. Infatti, la musica ha il grande potere di aprire la persona alla dimensione religiosa, ed esercita una forte attrattiva anche in ambiti non ecclesiali, si pensi al canto gregoriano. 

La cultura della relazione significativa è indispensabile affinché la testimonianza cristiana possa coinvolgere l’altro in un itinerario di fede. Il primato della persona e dei rapporti personali è essenziale nell’opera di evangelizzazione. Il contatto missionario autentico avviene nel dialogo e nella costruzione di rapporti tra persone. Una tale apertura si realizza rimanendo «vicini» a quanti fanno fatica a sviluppare una relazione positiva all’interno della coppia, della famiglia o della stessa comunità cristiana, e assicurando l’accompagnamento degli studenti, dei ragazzi frequentanti l’oratorio, degli adolescenti, dei fidanzati, con educatori saggi e competenti. Anche gli anziani hanno bisogno di una pastorale che risponda alle loro esigenze. Questo richiede alla comunità cristiana uno sforzo per far sì che la persona si senta accolta, capita, amata e non considerata un semplice individuo di un’istituzione. Anche al «supermercato» della religione e della cultura, nel quale predominano il sentimento, l’estetica e l’emozione, è possibile offrire alle persone una ricerca, una risposta sicura ed esaustiva, fondata sulla verità, sulla bellezza e sulla bontà della fede in Gesù Cristo, Lui che risponde con la sua vita, morte e risurrezione a tutti gli interrogativi fondamentali dell’uomo sul grande mistero della sua esistenza.

Il New Age e le sette attirano molti facendo leva sulle emozioni. Per rispondere a questa sfida, seguendo l’invito del Beato Giovanni XXIII ad «usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità»[29], si va incontro a tutte le persone che sono alla sincera ricerca della Verità, occupandosi soprattutto di coloro che stanno attraversando momenti di fragilità e di inquietudine, che li rendono facile preda delle sette. A queste persone in difficoltà siamo chiamati a presentare il mistero della Croce: in essa, senza cadere nella trappola dell'assurdo o del sentimentalismo, possiamo condividere le sofferenze delle persone ferite, e aiutarle a trovarvi la possibilità di dare un senso alla loro vita ferita.

Il rapporto personale all’interno della Chiesa, soprattutto nelle parrocchie più grandi, si rivela molto importante. Le piccole comunità, legate ai movimenti ecclesiali e che tengono conto delle peculiarità antropologiche e geografiche, culturali e sociali delle persone, permettono un rinnovamento e un approfondimento della vita di comunione. La gioia di appartenere alla famiglia di Dio è il segno visibile del messaggio di salvezza, e la Chiesa, famiglia di famiglie, appare allora come il vero «luogo» di incontro tra Dio e gli uomini.

L’atteggiamento missionario verso coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, e che noi consideriamo come non credenti o indifferenti, è sempre quello del Buon Pastore, il quale va in cerca delle pecore smarrite per ricondurle all’ovile. L’accoglienza attenta e fraterna di coloro, il cui numero è in continua crescita, che frequentano la chiesa solo saltuariamente, è pure fondamentale[30]. Entrare in dialogo con queste persone è spesso più facile di quanto si possa pensare. A volte basta un po’ di coraggio per rivolgere ad esse un invito caloroso e personalizzato, oppure per dare vita a rapporti umani di amicizia profonda, così da suscitare la fiducia e una migliore comprensione della Chiesa[31].

Inculturare la fede ed evangelizzare le culture attraverso rapporti interpersonali permette a ciascuno di percepire la Chiesa come casa propria e di sentirsi in famiglia. L’annuncio del Vangelo da parte dei missionari venuti dall’Occidente, come Matteo Ricci e De Nobili, è stato fecondo nella misura in cui i popoli asiatici hanno constatato il loro inserimento nelle culture locali, delle quali hanno imparato la lingua e i costumi, che essi hanno rispettato cercando di imparare da queste culture attraverso un reciproco scambio. Evangelizzare le culture richiede di entrare con amore in un rapporto di intelligenza con esse, per comprenderle in profondità ed essere presenti in tutti i loro campi, con una vera carità.

 

2.6. Centri Culturali Cattolici

«I Centri Culturali Cattolici offrono alla Chiesa singolari possibilità di presenza e di azione nel campo dei mutamenti culturali. In effetti, essi costituiscono dei forum pubblici che permettono la larga diffusione, mediante il dialogo creativo, delle convinzioni cristiane sull’uomo, sulla donna, sulla famiglia, sul lavoro, sull’economia, sulla società, sulla politica, sulla vita internazionale, sull’ambiente» (Ecclesia in Africa, n. 103).

I Centri Culturali Cattolici[32], specie quelli strutturati come laboratori culturali, «costituiscono una realtà ricca e diversificata, sia per quanto riguarda le denominazioni - Centri o Circoli Culturali, Accademie, Centri Universitari, Case di formazione - gli orientamenti - teologico, ecumenico, scientifico, educativo, artistico - sia per quanto riguarda le attività svolte - conferenze, dibattiti, corsi, seminari, pubblicazioni, biblioteche, manifestazioni artistiche e culturali, mostre . Il concetto stesso di Centro Culturale Cattolicoracchiude la pluralità e la ricchezza delle diverse situazioni di un paese: si tratta sia di istituzioni collegate ad una struttura ecclesiale - parrocchia, diocesi, Conferenza Episcopale, Ordine religioso - sia di iniziative private di cattolici, ma sempre in comunione con la Chiesa» (Per una pastorale della cultura, n. 32).

I Centri Culturali Cattolici sono luoghi privilegiati per un approccio pastorale alle culture, offrono possibilità di dibattiti, con l'aiuto di film o di Conferenze sui problemi culturali di attualità. La risposta a questi quesiti della cultura permette di eliminare numerosi ostacoli per la fede, dono di Dio ricevuto attraverso l’ascolto (Cf. Rm 10,17).

 

2.7. Turismo religioso

Mentre in alcune parti del mondo condizioni disumane di lavoro continuano a imperversare, altrove, seguita ad aumentare la disponibilità di tempo libero. Nella tradizione del pellegrinaggio la promozione del turismo religioso è importante. Tra le diverse iniziative che vogliono rispondere alle legittime attese culturali degli indifferenti e di coloro che non frequentano la Chiesa, ve ne sono alcune che cercano di unire la presentazione del patrimonio religioso con i doveri cristiani d’accoglienza, di trasmissione della fede e di carità. Le condizioni sono le seguenti:

– aprire un ufficio per coordinare le attività ecclesiali locali con le richieste dei turisti, aiutandoli a capire la specificità del patrimonio della Chiesa, di natura prima di tutto cultuale;

– ideare attività, eventi, musei diocesani, itinerari culturali dove l’arte locale, custodita per le future generazioni, possa servire da strumento per la catechesi e per l’educazione;

– far conoscere la pietà popolare locale tramite gli itinerari devozionali, e permettere così di sperimentare la ricchezza, la diversità e l’universalità della vita di fede presso le diverse popolazioni;

– fondare organizzazioni di guide cattoliche per i monumenti, capaci di fornire insieme un servizio culturale di qualità e una testimonianza di fede, grazie ad una seria formazione cristiana e artistica;

– utilizzare i siti internet delle diocesi  per far conoscere queste attività.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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