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Natale e quel Gesù Bambino di tutti e di nessuno sfruttato e strumentalizzato

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2017 22:58
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05/12/2017 08:57
 
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  • SPOT E PROVOCAZIONI

Natale cristiano scimmiottato: è la pubblicità, bellezza

Lo spot Ikea

Arriva il Natale e le pubblicità si adeguano alterandolo per farne perdere la portata. Ikea mette in scena un presepe con un cane al posto del bambinello, ma nega che si riferisca a una Natività; Ferrero promuove il calendario dell'Avvento, ma ad essere atteso non è Gesù, bensì Babbo Natale. Strategie di marketing che mostrano come quello cristiano sia il solo Natale possibile, ma deve essere scimmiottato per il business.

Ci hanno provato in tutti i modi: trasformandola nella festa della luce e dei colori, in quella dei buoni sentimenti, sostituendo le immagini sacre con idoli pagani e commerciali. Ma alla fine tornano sempre lì: all’iconografia che fa del Natale il Natale: quella cristiana. Solo che il messaggio che deve passare è quello esclusivamente commerciale e non certo quello dell’Incarnazione, ergo per pubblicizzare un qualunque prodotto si torna alla tradizione cristiana, ma questa deve essere alterata chimicamente dagli sbuffi del consumismo.

Arriva il Natale e il mondo dell’advertising si deve organizzare per renderlo appetibile a tutti. Con le fredde immagini che alludono al Natale come a qualcosa di lontano dal sentimento popolare non deve essere andata bene. Perché il cuore dell’uomo, reconditamente, a Natale cerca un anelito di divino anche mentre compra una cintura.

Per ovviare ci si arrangia con sapienti campagne di marketing dove il Natale cristiano è soltanto evocato, resta il suo simulacro: una scatola vuota da riempire di contenuti commerciali. Non c’è più l’eliminazione della simbologia cristiana, che non deve aver funzionato, ma la sua strumentale manomissione intellettuale.

Due episodi avvenuti in Italia in queste ore lo dimostrano chiaramente.

Ikea. C’è una campagna che per pubblicizzare alcuni prodotti della nota multinazionale svedese mostra lui e lei sotto un tavolo che accudiscono in mezzo un cane. L’immagine è chiaramente natalizia, l’allusione neppure tanto recondita, anzi semmai kitch, è alla Natività: lei, al posto della Madonna, lui al posto di San Giuseppe, il cane è il bambinello e il tavolo è la capanna di Betlemme. Sopra la scritta: il momento più atteso dell’anno. Tutto chiaro.

Così una cliente apre il pc e scrive indignata: “Vorrei sapere se è stata diffusa da Ikea una oscena fotografia della Capanna di Betlemme con un cane al posto di Gesù Bambino. Sono una vecchia cliente e ho intenzione di restituire la carta family e di non comprare più nulla”. Il messaggio parte e Ikea promette: “Di solito rispondiamo entro un giorno”.

Invece la puntualità svedese è quanto mai svizzera. La risposta arriva a stretto giro di posta, un’ora dopo. E c’è da restare esterrefatti per la giustificazione, non si sa se più ipocrita o goffa. Eccola: “Buongiorno M.P., l’immagine non ha nessun riferimento con la rappresentazione del Presepe, ma richiama una scena del nostro spot tv, dove è stata ricreata una tenda, utilizzando tavoli e complementi d’arredo, come se fosse un piccolo nido ludico, per passare momenti giocosi durante le feste”.

La signora trasecola e si sente presa in giro dato che è evidente che quella immagine non può rimandare a nient’altro che una scena di Natività e accusa il colosso di ipocrisia e malizia. Come darle torto? In effetti la risposta risulta quasi sarcastica. A cominciare dall’espressione “piccolo nido ludico”, che non si sa bene che cosa evochi di preciso. Potenza del potere mediatico: dissimulare. Negare sempre, anche l’evidenza, peggio di un amante trovato nell’armadio. Natale? Macché, signora, si sarà sbagliata.

Anche in casa Ferrero va in scena una distorsione simile.

La celebre casa alimentare piemontese deve presentare il Calendario dell’Avvento 2017. Si tratta di un must per i bambini: ogni giorno apri una finestrella e trovi un cioccolatino. Libidine allo stato puro per i più piccoli. Prepararsi al Natale con lo “zuccherino” del cioccolato.

Ma che cosa succede? Succede che al posto di Gesù Bambino, cioè colui per il quale l’Avvento è il compimento, viene sostituito un più politicamente corretto e commercialmente adeguato Babbo Natale. Il messaggio che passa è che l’Avvento non è altro che quel periodo in cui si aspetta l’arrivo dei doni, portati ovviamente da Babbo Natale. Essendo a corto di idee originali i creativi che hanno lanciato il prodotto della Ferrero si sono affidati alla tradizione e alla liturgia della Chiesa, ma alterando visibilmente l’oggetto finale del desiderio.

Si tratta di distorsioni che utilizzano una simbologia per comunicare altro, un vecchio espediente per catturare l’attenzione del consumatore e orientarlo altrove. Non ci si aspettava che le campagne di marketing in vista del Natale fossero qualche cosa di diverso, però almeno che si utilizzasse ciò che è di più caro per il cristiano per stravolgerlo, questo è indice di un progressivo sfaldamento etico anche della comunicazione pubblicitaria.

In fondo, c’è anche un Natale laico, che convive da decenni con quello cristiano. Già il fatto che esista è per i cristiani motivo di amarezza, ma almeno fino a quando le finalità correvano lungo binari paralleli, si poteva anche farsene una ragione. Così è uno scimmiottamento della realtà per il Dio denaro.

Stesso scimmiottamento e distorsione della realtà che si incontra anche per un’altra immagine che in questi giorni sta facendo il giro delle agenzie. Una nota casa di gioielli ha lanciato uno spot per i mariti alla caccia del regalo per la consorte: "Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora: secondo te cosa la farebbe felice?”. Ovviamente la risposta è l’ultimo articolo. Un modo gentile per far sapere ai maschietti che ciò che le loro compagne amano è ciò che le rende belle e attraenti, quindi un gioiello. Insomma: a prima vista potrebbe essere uno spot femminista dato che il ferro da stiro e il grembiule sono immagini stereotipate del vecchio cliché della donna Cenerentola schiava del suo maschio Alfa.

Invece neppure questa lettura sembra andare bene: no, è stato visto come uno spot sessista, che umilia la donna. La casa di gioielli si è dovuta scusare e ha ritirato lo spot. L’ossessione sessista ha colpito ancora, ovviamente senza neppure riflettere sulle contraddizioni e le alterazioni della realtà che essa ha prodotto. Si torna sempre lì, allo scimmiottamento della realtà con la scusa del Natale. Quello della scimmia di Dio, che iconograficamente, tanto per fornire anche qui un’immagine, è sempre rappresentata con le corna.








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Nel presepe della neochiesa ci sono tutti, tranne Gesù Bambino

PUBBLICATO  Il presepe nacque a Greccio nel 1223 perché san Francesco d’Assisi non riusciva a placare il desiderio di ridestare la meraviglia per Dio che si fa uomo, per ricordare che «oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo, Signore»“.

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Quando la demagogia prende il sopravvento…

Riportiamo integralmente la sofferta riflessione, con la tremenda domanda, posta da La Nuova Bussola Quotidianavedi qui, per unirci in una Preghiera comune non solo di riparazione, ma anche di discernimento.

C’è chi oramai non si scandalizza più, male!Dobbiamo invece avere ancora la libertà e la forza per scandalizzarci, diversamente non saremo più in grado neppure di stupirci per cose veramente belle! Per fare discernimento dobbiamo tornare sempre a stupirci per ciò che esalta la nostra Fede, la nostra identità Cattolica, da ciò che scandalizza e deve farci soffrire per tutto ciò che ne deturpa l’immagine e l’identità.

E non parliamo delle offese arrecate alle nostre persone, quelle si sopportano, ma non quelle che tendono ad offuscare la vera immagine di Dio, e che lo offendono. Diceva giustamente il compianto cardinale Biffi:

Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla Verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della Verità, comincia a precludersi per l’uomo ogni via di salvezza“.

Che cosa è successo? Che le 14 opere di Misericordia (inseparabili) non solo sono diventate sette, ma sono diventate il fulcro del Presepe in piazza san Pietro al postodel Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Da quando la “nuova chiesa” ha inventato il “Natale a tema”, si usa il Presepio per denunciare ogni presunto diritto, togliendo però la scena  AL VERBO DIVINO, il Natale di TUTTI e di nessuno, neppure di Gesù, vedi qui.

Nei nostri editoriali abbiamo affrontato diverse volte lo spinoso argomento dove, in questo pontificato, lentamente, è letteralmente e materialmente scomparso il senso del sacro: ne abbiamo parlato qui; ne abbiamo parlato anche qui; ma soprattutto quicon il triste elenco della distruzione della nostra sacra Tradizione cattolica, a partire dall’abbandono dell’Adorazione Eucaristica, al travestimento dei luoghi di culto a Dio, in osterie…. Ora così non poteva che mancare la desacralizzazione del Presepe da parte ufficiale, della “nuova chiesa”. Di fatto siamo ad una forma modernista di abolizione del Presepe di Gesù Cristo, nostro Signore, il Dio fattosi Bambino.

Invitiamo e sollecitiamo i nostri Lettori a difendere la sacra tradizione del Presepe allestendoli di veri e autentici nelle nostre case, in famiglia, nelle parrocchie. Del resto è già abbastanza evidente, con l’obbrobrio delle nuove chiese, e il riadattamento degli interni, a seconda della fede che oggi si professa, quanto l’esteriorità rispecchia l’interiorità del cuore….. Segue ora il testo di Lorenzo Bertocchi che facciamo integralmente nostro.

Piazza San Pietro: e Gesù dov’è?

Il tradizionale presepe in piazza san Pietro quest’anno si definisce “presepe della misericordia”, più precisamente è dedicato alle tradizionali sette opere di misericordia corporale. Realizzato dall’Abbazia Territoriale di Montevergine, dell’arcidiocesi di Benevento, è stato creato e donato a Francesco dalla bottega partenopea di Cantone e Costabile, due noti artisti di presepi napoletani che già avevano realizzato un altro presepe per piazza san Pietro. La rappresentazione, in stile settecentesco, con statue di altezza media di 2 metri, è posizionata sotto l’albero che arriva dalla Polonia e ha sollevato diversi commenti.

Il presepe, ha dichiarato l’autore Antonio Cantone, «non è un presepe lezioso, è particolare e fa riflettere. Non lascia indifferenti, ci sono delle provocazioni».

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Quando l’ideologia prende il sopravvento…

Fra le sette opere di misericordia corporale quella che più salta agli occhi, anche perché messa in primo piano, è certamente il “vestire gli ignudi”, dove un bellimbusto in posa plastica e con barba incolta viene rappresentato più o meno come mamma l’ha fatto. Di qua e di là dall’oceano sui social si commenta e, molto spesso, viene definita vagamente omoerotica la statua dell’ignudo da vestire: «Sembra più un ragazzo per il poster della palestra», si legge in un malizioso tweet dalla California, «che il povero Lazzaro alla porta del ricco o un miserabile samaritano malconcio». Altri si chiedono come mai la stella più che cometa, sia cadente, e altri si inquietano un po’ di fronte al “seppellire i morti”.

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Quando l’apostasia prende il sopravvento…

Comunque per quanto lo sforzo artistico di rappresentare le opere di misericordia corporale sia interessante, ciò che colpisce di questo presepe è che il bambino Gesù, vero protagonista in tutti i sensi, resti un po’ in disparte. Sembra che il bambinello fatichi a guadagnarsi il fuoco prospettico di questa rappresentazione.

Il presepe nacque a Greccio nel 1223 perché san Francesco d’Assisi non riusciva a placare il desiderio di ridestare la meraviglia per Dio che si fa uomo, per ricordare che «oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo, Signore».

Nella rappresentazione allestita in piazza san Pietro nel 2017 si concettualizza la misericordia e passa un po’ in secondo piano il fatto dell’Amore che si fa carne e così manifesta in modo impressionante l’amore di Dio per gli uomini. Vedere ogni persona come destinataria dell’amore di Dio, porta ad amarla se si ama Dio.

«Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo» (1Gv 4, 19), perciò nel presepe non c’è bisogno di tante provocazioni. E’ sufficiente quella del Bambinello.


Chiudiamo con una bella riflessione del domenicano Padre Riccardo Barile attraverso la quale Auguriamo a tutti Voi i nostri più fervidi Auguri di Buon Natale, il Natale di Nostro Signore Gesù Cristocliccare qui.




 

[Modificato da Caterina63 14/12/2017 13:57]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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