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Che cosa è la Mistagogia

Ultimo Aggiornamento: 02/01/2018 22:52
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02/01/2018 22:44
 
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C A P I T O L O I V


L A M I S T A G O G I A D E L L A I N I Z I A Z I O N E C R I S T I A N A


Abbiamo già visto la storia dell'iniziazione nei primi secoli e nei Padri, ora dobbiamo studiarla sotto l'aspetto liturgico-celebrativo.
Nel rito bizantino l'iniziazione cristiana sul piano liturgico avviene per mezzo di tre atti sacramentali che potremmo definire come un unico sacramento, perché nella visione d'insieme del rito, il battesimo, la crismazione e la santa eucaristia, non sono tappe da guadagnare attraverso partecipazioni a corsi scolastici, bensì tre momenti di un unico inizio, direi un trampolino di lancio verso la vita nel Cristo.
Se manca questa visione d'insieme del battezzato, crismato e nutrito, allora anche il prete o il fedele di rito bizantino, si lascerà influenzare da tendenze che altre correnti teologiche portano avanti partendo da altri presupposti che non sono quelli liturgico-celebrativi.
L'esperienza storica insegna che l'essersi lasciati influenzare, o aver subito la costrizione violenta di adattarsi a prassi liturgiche estranee, ha significato per le nostre comunità, la perdita dell'identità celebrativa con la conseguenza: 
- di non aver saputo più trarre significato dal vissuto sacramentale, per cui la lex orandi (e dunque celebrandi), non era più la lex credendi; e 
- di stentare ad accettare, e alle volte osteggiare, il ripristino dell'antica prassi della Chiesa.
Nella prassi odierna dell’amministrazione dell’Iniziazione Cristiana permangono in uso due momenti rituali distinti, non per tempo, come in passato, ma per celebrazione. Questi sono il momento dei riti pre-battesimali e quello dei riti dell’Illuminazione.

ANALISI MISTAGOGICA DEL RITO PRE-BATTESIMALE O RITO PER COSTITUIRE UN CATECUMENO

Nella Chiesa bizantina il giorno privilegiato per i battesimi è il Grande e Santo Sabato. Seguono il giorno di Pentecoste e il giorno dell'Epifania del Signore al Giordano.
Oggigiorno esso è amministrato anche quando i genitori e i padrini lo richiedono, dopo l'adeguata preparazione.
Quando dunque viene il tempo stabilito per il Battesimo, il Battezzando viene portato in Chiesa. Se essa è fornita di Battistero tutta la celebrazione si svolge in esso, altrimenti al nartece della chiesa o all'ingresso, dove esso manca, e poi al soléa dove è sistemata la kolinvíthra cioè il fonte battesimale.
Il sacerdote, indossata la stola rossa (colore della penitenza) inizia i riti sul battezzando soffiando su di lui, segnandolo colla Croce, imponendogli la mano destra e, quindi, pregando così:
" Nel tuo Nome, Signore, Dio della verità, e in quello dell’unigenito tuo Figlio, e del tuo Santo Spirito, impongo la mia mano sul tuo servo (nome), giudicato degno di trovare rifugio presso il tuo santo Nome e di essere custodito sotto la protezione delle tue ali.
Rimuovi da lui quell’antico errore, e riempilo di fede in Te, di speranza e di carità, perché conosca che tu sei il solo Dio, Dio vero, e l’unigenito tuo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, e il tuo Santo Spirito.
Concedigli che possa camminare nell’osservanza di tutti i tuoi precetti e che custodisca ciò che è a Te gradito: facendo queste azioni, infatti, l’uomo vivrà in esse. Scrivilo nel libro della tua vita ed associalo nel gregge dei tuoi eredi. Sia glorificato in lui il santo Nome tuo e del tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, e del tuo vivificante Spirito. Siano sempre rivolti a lui i tuoi occhi e i tuoi orecchi, perché in misericordia possa esaudire la voce della sua preghiera. Allietalo nelle opere delle sue mani ed in tutta la sua stirpe, affinché, adorando e glorificando il tuo Nome, confessi Te e a Te innalzi lode ininterrottamente in tutti i giorni della sua vita. A Te, infatti inneggiano tutte le potenze dei cieli, e tua è la gloria: Padre e Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin ".
Gli elementi mistagogici da evidenziare sono tre:
- il soffio sul volto del battezzando,
- il segno della croce sulla fronte (sulla bocca) e sul petto del battezzando,
- l’imposizione della mano sul capo.
Il soffio richiama Genesi 2,7 la creazione, e Giovanni 20, 22: la nuova creazione attraverso il perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo.
Il segno della croce sulla fronte indica che il catecumeno aderisce alla conversione accettando la redenzione; sulla bocca (non tutti i rituali lo riportano) indica che il suo parlare dovrà esprimere la salvezza ottenuta con la professione della fede e sul petto indica che dovrà amare il segno di quel legno su cui Cristo è morto per amor suo e prima di essere conforme al risorto dovrà essere conforme al crocifisso.
Quel segno inoltre è il riconoscimento tipico dell'essere cristiano. Il diavolo dovrà fuggire lontano perché quel segno è anche un sigillo ( come si dice nel 1° esorcismo) .
Segue la preghiera con l'imposizione della mano. 
Imporre la mano indica che il battezzato appartiene a Dio, è proprietà di Dio, è a lui offerto. Questo gesto di imposizione della mano richiama il gesto dei leviti nel rito dell'offerta di qualche vittima (cf. Lv 1,4 . 3,2).
La preghiera poi esprime altri concetti che ci aiutano a penetrare sempre di più nel mistero che si celebra.
Le caratteristiche sono:
- l'essere stato giudicato degno del rifugio in Dio e della sua protezione;
- la cancellazione dell'antico errore: il peccato originale, che avverrà col battesimo 
- il ricevere le tre virtù teologali: la fede, la speranza e l'amore;
- la conoscenza di Dio Uno e Trino;
- la perseveranza nel Bene;
- il destino della salvezza (= iscrizione nel libro dei viventi e l'associazione al gregge degli eredi);
- la glorificazione di Dio nel battezzando (cf. Gv 11,4; 12,28 ecc. );
- l'essere ascoltato ed esaudito nella preghiera;
- l'essere gratificato nel suo operare salvifico;
- il vivere alla presenza di Dio in atteggiamento di lode.
Dopo questa preghiera seguono tre esorcismi. I primi due veramente molto "forti" e forse inadatti per i bambini, il terzo invece, più "blando" è il più adatto per essere detto sopra una creatura innocente quale è un neonato.
Per comprendere gli esorcismi bisogna "leggerli" alla luce del tempo in cui furono composti. 
Non bisogna dimenticare che l'esorcismo veniva fatto su persone adulte, per lo più pagane, con un passato non sempre "pulito" alle spalle. Un passato pagano, idolatra, e alle volte, moralmente non sano, ecc.
L'esorcismo poi serviva per due motivi: il primo era l'allontanamento di ogni influsso satanico che poteva sviare la mente del battezzando riportandolo al paganesimo; il secondo era la conversione che doveva derivare da questa "macinazione" secondo la felice espressione di S. Agostino (18). 
Oggigiorno ci si può chiedere con motivazioni valide, se sia ancora necessario compiere i tre esorcismi, dal momento che al battesimo si presentano solo bambini (e a questi non si richiedono né metánoie, né digiuni, come agli adulti).
Diremmo di no, appunto perché sono cambiati i tempi. Tuttavia il demonio non è cambiato. Non bisogna minimizzare l'azione diabolica nella vita dell'uomo, ma d'altra parte non bisogna neanche esagerare. Allora ci si può soffermare solo sul terzo esorcismo, trattandosi di bambini, per tenere lontano ogni influsso del maligno.
Non crediamo inoltre che, siccome gli esorcismi scritti nei rituali sono tre, debbano necessariamente essere detti tutti e tre. Anche qui ci vuole un po’ di discernimento, oltre al solito buon senso; la scelta, forse, nella mente del redattore, doveva essere lasciata ad libitum dell'esorcista (come per altri testi), il quale, visto che gli esorcismi erano fatti in tempi diversi, poteva, di volta in volta, sceglierne l’uno o l’altro.
Gli esorcismi esprimono la convinzione che satana può influire sulle azioni degli uomini. Questa "fede" è manifesta nella preghiera che segue ad essi e che viene fatta per due motivi:
- il primo per ringraziare il Signore di non aver disprezzato l'uomo caduto ma di averlo salvato per l'incarnazione del Cristo;
- il secondo per tenere lontano satana dal cuore dell'uomo, cioè dalla fonte dell'operare umano.
Gesù ci insegna che non ciò che entra nell’uomo lo contamina, ma è ciò che esce dal suo cuore a contaminarlo (cf. Mt 15, 18-19).
Il peccato non è solo frutto del cuore ma anche dell’istigazione del maligno essendo esso omicida fin dall'inizio (Gv 8, 44) e che la morte è entrata nel mondo per l'invidia di satana (Sap 2, 24). Diventa allora necessario pregare il Padre di non lasciarci cadere nella tentazione e di liberarci dal maligno (Mt 6, 13) perché il demonio si allontana con la preghiera (Mt 17, 21).
Terminati i riti di esorcismo il catecumeno deve fare la rinunzia e l'adesione a Cristo.
Il battezzando si gira dunque verso occidente (luogo dove tramonta il sole, luogo delle tenebre, luogo del maligno) ed esprime la sua conversione con la rinuncia a satana, e poi voltandosi verso oriente (verso l'altare, verso il luogo dove sorge il sole, simbolo del Risorto) fa la sua adesione a Cristo.
Prima di esprimere l’adesione al Cristo, il sacerdote, secondo la nostra tradizione siculo -albanese, gli chiede di soffiare verso il cielo e sputare contro il demonio. 
Altre tradizioni indicano di soffiare e sputare contro satana in segno di disprezzo.
Crediamo che il soffio verso il cielo è espressione del ricordo del soffio vitale di Dio, è un consegnare lo spirito a Colui che l'ha donato a noi, mentre lo sputo è un chiaro segno di profonda avversione verso colui che ha voluto la rovina dell'uomo.
Si recita quindi il Simbolo niceno-costantinopolitano, si benedice Dio che vuole la salvezza di tutti gli uomini e una preghiera conclude questa prima parte.
Prima di analizzare questa preghiera conclusiva, che definiremmo di ricapitolazione, vorremmo ancora soffermarci su qualche particolarità interessante.
In primo luogo, che il battezzando, o il padrino per lui, è sempre interrogato, sia per la rinunzia, sia per l’adesione, sia per la professione di fede.
Ciò indica che l’uomo è libero e che liberamente accetta di rinnegare satana e se stesso abbracciando la croce, e di mettersi alla sequela di Cristo (cf. Lc 9, 23), aderendo a Lui e adorandolo come Re e come Dio.
Rinunciare a satana, poi, non significa solo abbandonare il maligno e tutte le sue seduzioni, ma significa soprattutto impegnarsi per Dio. La rinuncia è un impegno, e un impegno definitivo così come lo è il battesimo.
Tuttavia ogni istante della vita del cristiano è un rinnovamento della rinuncia a satana e dell’opzione fondamentale per Cristo.
Ma la rinuncia e l'adesione non bastano: bisogna credere, e credere significa unirsi a Cristo, affidarsi a Lui, fidarsi di Lui, avere gli stessi suoi sentimenti (cf. Fil 2, 5-11).
Nella preghiera conclusiva ritroviamo tutti questi concetti e altri ancora. 
Essa è, come dicevamo, la ricapitolazione di ciò che si è fatto e di ciò che si farà.
" Sovrano, Signore, Dio nostro, chiama il tuo servo (nome), alla tua santa Illuminazione, e rendilo degno della grande grazia del tuo santo battesimo. Spoglialo di ciò che è vecchio e rigeneralo alla vita eterna.
Colmalo della forza del tuo santo Spirito, per unirlo al tuo Cristo, affinché non sia più figlio della carne, ma figlio del tuo regno. Per la benevolenza e la grazia del tuo unigenito Figlio, col quale sei benedetto, assieme al tuttosanto, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin".
Si tratta di una impetrazione; si invoca il Signore perché completi l'opera che ha iniziato col catecumeno, chiamandolo alla fede per mezzo dell'istruzione (catecumenato), rendendolo degno del battesimo per mezzo della preghiera e della conversione, spogliandolo dell'uomo vecchio per mezzo degli esorcismi e della metánoia, per rigenerarlo alla vita eterna col S. Battesimo, per ricolmarlo di Spirito Santo per mezzo della Cresima, per unirlo al Cristo per mezzo dell'Eucarestia, per fargli raggiungere lo scopo dell'esistenza cristiana: la Théosis – Divinizzazione - (non sia più figlio della carne ma figlio del tuo regno) .
E tutto questo per la grazia e la benevolenza del Figlio unigenito col quale il Padre è benedetto insieme al Tuttosanto e Buono e Vivificante suo Spirito.
In conclusione possiamo definire il rito pre-battesimale simile al fidanzamento. Non è avvenuta ancora l'unione sponsale, che si avrà coll'Iniziazione, ma c'è già la parola data, l'arra, il patto, che, come dice S. Giovanni Crisostomo nella sua catechesi ai battezzandi, è un vero impegno (19).
Segue il congedo, che crediamo si debba fare, non tanto per sciogliere l’assemblea, ma per indicare che un'era si è chiusa: la vecchia, la caduca, la temporanea, per iniziarne un'altra: la nuova, la stabile, l’eterna.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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