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Ultimo Aggiornamento: 21/08/2018 16:02
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27/01/2018 10:43
 
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AMORIS LAETITIA

«Fare chiarezza»: ai Dubia si associa il cardinale Eijk

ECCLESIA 27-01-2018

«Le persone sono confuse e questo non va bene. L'esortazione post sinodale Amoris laetitia ha generato dei dubbi tali per cui è necessario fare chiarezza». Esce allo scoperto il cardinale olandese Eijk: «Ciò che è vero in un posto non può essere sbagliato in un altro», ha detto circa l'interpretazione sull'Eucarestia ai “divorziati risposati”. Parole che rilanciano il dibattito dopo i dubia, strappi di alcune conferenze episcopali, appelli di vescovi e correctio formalis. 

«Le persone sono confuse e questo non va bene». Lo ha dichiarato il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, 64 anni, arcivescovo di Utrecht, a proposito della «confusione» che registra nella chiesa su di una domanda precisa: possono i divorziati risposati accedere all’Eucaristia?

In un’intervista concessa al giornale olandese Trouwil porporato ha detto che ci sono diverse conferenze episcopali con soluzioni contrastanti in risposta alla domanda, ma «ciò che è vero in un posto», ha detto, «non può essere sbagliato in un altro». Medico, teologo e cardinale, Eijk fa notare come l’esortazione post sinodale Amoris laetitia abbia generato dei dubbi tali per cui sarebbe necessario fare «chiarezza»; e qui il pensiero va subito ai dubia sollevati da quattro cardinali, due dei quali, Joachim Meisner e Carlo Caffarra sono morti lo scorso anno. Peraltro il cardinale Eijk, insieme a Caffarra, era uno dei tredici cardinali che firmarono una lettera inviata al Papa all’avvio del sinodo ordinario sulla famiglia nel 2015. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche quella lettera conteneva una preoccupazione circa le procedure messe in atto al sinodo, che sarebbero state preordinate all’ottenimento di un risultato già previsto su questioni dibattute.

Per diradare i dubbi Eijk non esita a indicare anche la possibilità che il Papa proceda a chiarire «con un documento», modalità che certamente eviterebbe ulteriori fraintendimenti. Per quanto riguarda il suo punto di vista sulla questione, il cardinale olandese è chiaro: «Abbiamo le parole di Cristo stesso, cioè che il matrimonio è uno e indissolubile. Questo è ciò a cui ci atteniamo in arcidiocesi. Quando un tribunale ecclesiastico ha dichiarato nullo un matrimonio, è ufficialmente confermato che non c'è mai stato un matrimonio. Solo allora, si è liberi di sposarsi e di ricevere i sacramenti della Confessione e della Comunione».

Le parole di Eijk sono subito state rilanciate dall’agenzia web della Conferenza episcopale tedesca, katolisch.de. La Chiesa tedesca è stata sicuramente una delle più zelanti nel cercare di aprire la possibilità ai divorziati risposati di accedere all’eucaristia. Fu, infatti, il cardinale Walter Kasper, nel febbraio 2014, a introdurre il dibattito sul tema proponendo vecchie tesi (in ultima analisi fondate su di un concetto di epikeia tomista che aveva già ricevuto molte critiche in passato, ma che, di fatto, risulterà poi vincente). Nell’ottobre 2015, nella fase finale del doppio sinodo sulla famiglia, fu il gruppo minore di lingua tedesca ad essere individuato per trovare una soluzione all’impasse che si era prodotta in aula. Il cardinale Reinhard Marx, lo stesso Kasper, il cardinale di Vienna Christoph Schönborn, e l’allora prefetto per la dottrina della fede, cardinale Gerhard Muller, sedevano intorno allo stesso tavolo, ma la mediazione trovata, rimanendo aperta a diverse interpretazioni, non ha certo favorito la chiarezza intepretativa.  

Proprio l’agenzia web della chiesa tedesca nel commentare le parole del cardinale Eijk sottolinea, non a caso, che il Papa nel dicembre scorso ha pubblicato sugli Acta apostolica sedis, la Gazzetta ufficiale del Vaticano, la lettera con la quale Francesco indicava che l’interpretazione del capitolo VIII dell’esortazione offerta dai confratelli di Buenos Aires non ne ammette altre. E cioè che, in certi casi, i divorziati risposati civilmente, dopo accurato discernimento, possono ricevere i sacramenti anche se il loro precedente matrimonio sacramentale continua ad essere canonicamente valido. 

Non sembra però che la pubblicazione di questo documento sugli Acta riesca a sopire la confusione, è un dato di fatto che ci sono conferenze episcopali, o singoli vescovi, che sul punto ritengono ancora che l’accesso all’Eucaristia resti sempre e comunque subordinato all’impegno dei due conviventi more uxorio a vivere come “fratello e sorella”, esattamente come insegnato da Giovanni Paolo II in Familiaris consortio 84 e confermato da Benedetto XVI in Sacramentum caritatis n. 29. Allo stesso tempo vi sono conferenze episcopali, in Italia l’ultimo esempio è fornito da quella della regione Emilia-Romagna, in cui, invece, l’accesso all’Eucaristia, in certi casi, è permesso anche ai divorziati risposati che convivono compiendo atti coniugali che però tali non sono. 

Il dibattito su questo tema sta caratterizzando il papato di Francesco in modo sordo e continuo, sollevando petizioni, dubbi, interpretazioni divergenti, perfino “correzioni”. E’ recente anche un documento proposto da tre vescovi kazaki che poi è stato sottoscritto anche da altri tre vescovi (due italiani) e un cardinale, in cui si ribadisce che i divorziati risposati non possono accedere all’Eucaristia se continuano a convivere abitualmente e intenzionalmente more uxorio

Il Papa parla di una necessaria conversione pastorale per poter guardare alle cose in modo rinnovato e dice di valutare caso per caso, per lui forse la confusione è solo un prezzo da pagare. Per altri, evidentemente, c’è qualcosa di più di una questione solamente pastorale.

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Il Vocabolario della Chiesa Accogliente

scritto da 

Uscito in allegato alla rivista dei gesuiti «La Civiltà Cordiale», il Vocabolario della Chiesa Accogliente è un testo di straordinaria importanza. Fornì infatti le parole, e dunque la materia prima, per alimentare il fuoco dell’aggiornamento. La Chiesa cattolica divenne Chiesa Accogliente in quello stesso anno per volontà di papa Francesco VII, un domenicano dominicano di nome Heinz Carlos Jonathan Mariano José Espinal, che comunicò la decisione con il motu proprio «Gaudeamus igitur».

Come vedrai, caro lettore, in realtà il documento è qualcosa più di un semplice vocabolario. Propone anche indicazioni pratiche sull’uso delle parole. Il suggerimento di fondo è uno solo: più che al ragionamento è bene affidarsi al suono dei vocaboli. Ciò che conta non è il significato, è la strategia. Essere benvoluta dal mondo: ecco ciò che la Chiesa vuole, con tutte le sue forze. Di qui un uso nuovo delle parole.

Ecco alcune pagine del Vocabolario miracolosamente giunte fino a noi:

A

Accogliere – Tutti e sempre. Verbo altamente consigliato. Strategico per farsi accettare nel mondo laicista e ottenere facoltà di parola. Se una persona accoglie, è un cattolico aggiornato. Usare sempre in senso generico: mai specificare che cosa voglia dire precisamente. Utile al pari di accompagnare.

Accompagnare – Azione da compiere sulla via del discernimento. Come per accogliere, verbo altamente consigliato, strategico. Un cattolico aggiornato è un cattolico che accompagna. Mai specificare per andare dove. Usare spesso l’espressione “percorso di accompagnamento”, possibilmente con il volto atteggiato a comprensione e misericordia.

Amore – Parola da usare, ma senza approfondire. Sottolineare soltanto che l’amore di Dio è pieno di misericordia. Dire “Dio è amore” garantisce successo e applausi. Nel dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni, l’espressione “Dio è amore”, specie se pronunciata con un sorriso che esprime benevolenza, mette tutti d’accordo. Dire anche che la sola legge è quella dell’amore. Oltre a quella della misericordia.

Apertura –  Parola cruciale per il cattolico aggiornato. Consigliabile introdurla dappertutto. Aprire le porte fa sempre bene. Idem per le finestre. Specie per stroncare con misericordia la chiusura dei farisei. L’apertura è necessaria nel processo di discernimento. Un autentico processo di discernimento non è tale senza spirito di apertura. Chi si apre è aggiornato. Il fariseo non si apre.

Ascolto – Termine strategico, vivamente consigliato, sempre e comunque. La sua arte è praticata da chi sta nell’ospedale da campo e anche da chi compie un cammino di discernimento, qualunque cosa voglia dire. Il cattolico della Chiesa Accogliente è uno che ascolta. Anzi, cammina e ascolta. Anzi, ascolta in cammino.

B

Bastione – La Chiesa Accogliente non lo sia mai, specie contro la modernità. La Chiesa Accogliente costruisce ponti, non muri, né tanto meno bastioni. Il cattolico che parla di bastioni, specie contro l’Islam, va deplorato e condannato. Non è degno di essere accolto nella Chiesa Accogliente.

Bene – Ottimo se comune, da evitare invece in senso oggettivo. Ricordare che ognuno ne ha una sua visione, come del male. Evitare di usarlo con l’iniziale maiuscola, perché spaventa. Dire che è preferibile il bene possibile al bene massimo. Non spiegare perché.

Benedetto XVI – Dire che fu un nonno buono, ma evitare di riflettere su che cosa insegnò. Far capire che il suo magistero appartiene a una Chiesa che non c’è più.

Bontà  –  Il cattolico aggiornato ne fa sfoggio. La Chiesa Accogliente gronda bontà oltre che misericordia. Certe volte il cattolico aggiornato ne è così sopraffatto da aver bisogno di piccole dosi di intolleranza per riprendersi e non pensare di essere già sulla via della beatificazione. La bontà del cattolico aggiornato si estrinseca nella tenerezza. La tenerezza si estrinseca nell’accoglienza. L’accoglienza si esercita nel discernimento. Poi tornare alla casella di partenza.

C

Cammino – Parola altamente raccomandata, strategica, si porta con tutto. Se è ecumenico, il cammino esige che il cattolico faccia autocritica e chieda perdono. Se è di maturazione, va fatto nel discernimento. Ricordare che si pratica nell’ospedale da campo. Contrapporre ad autorità. Camminare fa sempre bene. Preferibile non precisare per andare dove. Camminare nelle periferie esistenziali è espressione consigliabile in ogni contesto. Ricordare che il fariseo, freddo e arcigno, non accompagna e quindi non cammina.

Carico – Da usare nell’espressione “farsi carico”. Specie delle debolezze, delle ferite e dei limiti, all’interno dell’ospedale da campo. Ricordare sempre che il cattolico aggiornato cammina, accompagna e si fa carico. Se poi gli resta ancora qualche forza, discerne.

Castigo – Parola tabù. Non pronunciare mai! Dio non giudica e quindi non castiga! Se dovesse sfuggire di bocca, fare una risata e aggiungere: “Ci siete cascati!” Il castigo divino è impensabile. Tranne che in un caso: può colpire il fariseo freddo e distaccato. Anzi, è auspicabile che lo colpisca, così impara.

Chiesa – Quella Accogliente è ospedale da campo, cura le ferite e va in periferia, perché, com’è noto, da lì si vede meglio. Sia povera e per i poveri. Sia anche incidentata e sinodale. Sia cantiere aperto. Non stare troppo a spiegare che significa. Dire che la Chiesa Accogliente sta vivendo una primavera che i vecchi cardinali tradizionalisti e in preda ai dubia non furono in grado di apprezzare perché chiusi e legalisti. La Chiesa Accogliente è comunità. Anzi, comunità in cammino. Anzi, comunità in cammino sinodale. Verso le periferie. Già detto? Non importa: meglio ripetere.

Chiusura – È quella dei farisei arcigni e freddi. Contraddistingue chi non accetta l’avvento della Chiesa Accogliente e si combatte implacabilmente con la misericordia, a colpi di apertura nel cammino di accompagnamento e nel processo di discernimento. Il cattolico aggiornato non ha chiusure. Se non verso il fariseo freddo e legalista.

Comprensione – Da esercitare in ogni singola situazione. Parola strategica, sempre consigliata. Il cattolico aggiornato cammina, accompagna, fa autocritica, chiede perdono ed esercita la comprensione. Perché non tutto è bianco o nero, eccetera.

Condanna – Parola tabù. Non si pronunci mai! Pronunciarla vuol dire farsi estromettere dal ballo delle idee correnti e dal consesso delle persone civili! Ricordare che Dio non giudica, quindi non condanna. Fare eccezione per il fariseo legalista e freddo.

D

Decentramento –  La Chiesa Accogliente lo vuole. Va a braccetto con la sinodalità. Dire che il decentramento aiuta a vedere le periferie e le ferite.

Dialogo – Alla Chiesa Accogliente piace da morire. Il cattolico aggiornato è tutto un dialogo e un dialogare. Caldamente raccomandato il dialogo interreligioso e intrareligioso.

Dio – Dire che non è cattolico. Dire anche che è buono, ma evitare ogni riferimento alla sua onnipotenza. Dire che ognuno ha il suo ed è giusto così. È misericordioso e quindi non giudica, non condanna, non castiga. Altrimenti sarebbe fondamentalista. Espressione tipica del cattolico aggiornato: Dio è amore. Non spiegare.

Discernimento –  Parola determinante. Avviene sempre e comunque nell’ascolto e nel cammino di accompagnamento. Il discernimento sia responsabile e serio. Il suo processo avvenga all’interno di una pastorale non fredda. Il suo fine sia distinguere esaminando le circostanze attenuanti. Usarlo in sostituzione del concetto di verità. Contrapporre con decisione ad autorità e norma. Fa ritrovare il gusto della libertà. Il cattolico aggiornato sostanzialmente è uno che discerne.

Dottrina – Se ne parli il meno possibile. Parola che non piace alla Chiesa Accogliente, perché porta con sé l’immagine di qualcosa di certo. Da prendere sempre con le molle. Mai accostarla a “retta”. Chi se ne occupa pecca di astrattezza. Non può sostituire il discernimento. Quando se ne esce, si ritrova il gusto della libertà. Se per caso scappa di citarla, dire che si sta parlando per assurdo.

E

Ecumenico – Dicesi del cammino nel quale il cattolico deve farsi carico di qualcosa mentre comunque chiede perdono e spiega che Dio è amore. Sinonimo di aggiornato e aperto.

Empatia – Parola amata dalla Chiesa Accogliente. Il cattolico aggiornato è empatico. Dire che un cuore empatico pulsa nel dialogo.

F

Falsi – Dicesi degli ipocriti farisei che si preoccupano della legge e producono dottrina da scrivania. Non riescono a percepire l’aria di primavera. Dipingerli misericordiosamente come parassiti.

Ferite – Parola altamente consigliabile. Sono curate nell’ospedale da campo con la misericordia e senza giudicare. Bisogna farsene carico, al pari delle fragilità e delle complessità. Il cattolico aggiornato ne parla in continuazione. Come nel caso delle periferie, la parola “ferite” assicura l’unanime plauso e consente l’ingresso immediato al gran ballo delle idee correnti.

G

Gesti – Ricordare che valgono più delle parole.

Gesù – Era uomo, era Dio, ma più uomo che Dio. Metterne in luce l’umanità. Accusare il cattolico non aggiornato di nutrire un’insana passione per un Gesù destoricizzato.

Giudicare – È meschino, quindi vietato. In ogni caso mai farlo in un serio e responsabile processo di discernimento pratico. Da usare solo nell’espressione idiomatica “Chi siamo noi per giudicare?”

Giudizio – Da evitare sempre!

I

Identità – Parola sorpassata, da evitare. Usare solo nell’espressione “identità plurale”. Non spiegare.

Incidentata – Lo sia la Chiesa e anche la teologia. Non spiegare mai che cosa vuol dire.

Incontro – Parola regina. La Chiesa Accogliente sia tutto un incontro e un incontrare. Espressione raccomandata: “Fare l’esperienza dell’incontro”. Meglio ancora: “Fare l’esperienza dell’incontro nella gratuità”.

Integrare – Sempre e tutti. Ovviamente con premura e tenerezza. Il cattolico aggiornato è per l’integrazione. Se non si è d’accordo, si è fuori!

Intercomunione – Obiettivo da raggiungere tra cattolici e luterani. Ovviamente dopo che i cattolici hanno fatto autocritica e chiesto perdono.

L

Legge  – Roba da farisei. Dire che c’è solo la legge della misericordia e dell’amore, ma senza spiegare. Sostenere che non ce n’è una generale. Meschino considerare solo la legge, specie se morale, prescindendo dalla situazione soggettiva. Comunque da prendere con le molle. Chi se ne occupa pecca di astrattezza.

Lontani – La Chiesa Accogliente li ama. Tutte le attenzioni sono per loro. Non specificare chi siano.

Lutero – Non voleva dividere, ma riformare. Dire che fu una medicina per la Chiesa.

M

Magistero – Buono quando prende le distanze dalla norma. Cattivo quando pretende di insegnare la Verità. Non può e non deve spiegare tutto. Preferibile sostituire con la parola discernimento.

Male – Di esso ognuno ha una sua visione. Come del bene.

Misericordia  –  Altra parola regina per la Chiesa Accogliente. Non viene negata a nessuno. Si esercita nell’ospedale da campo e nel cantiere aperto, per la cura delle ferite e delle fragilità. Serve per stroncare la chiusura dei farisei e bollare la loro tiepidezza. Ricordare: Dio è misericordia totale, quindi non giudica, non punisce. Il cattolico aggiornato gronda misericordia.

Modernità  –  Parlarne per giustificare l’aggiornamento. Non spiegare. Parlare di confronto aperto con essa: suona bene e attira consensi.

Multireligiosità –  Parola da usare spesso, anche a casaccio. Come tutto ciò che è “inter”, anche tutto ciò che è “multi” piace alla Chiesa Accogliente. Ricordare: chi non è “inter” e “multi” è inevitabilmente e terribilmente “pre”. E non sa essere doverosamente “post”.

Muri  – Il cattolico aggiornato li abbatte e costruisce ponti. Tenere a mente che chi innalza muri non è cristiano. Se poi l’eventuale muro serve per difendere fede e identità, sorvolare.

N

Naso – Mai metterlo nella vita morale della gente.

Naturale (legge morale) – Non tenerne conto. La legge morale naturale è un ferrovecchio del pensiero. Il cattolico aggiornato è storicista, quindi procede attraverso ben altre categorie, ci mancherebbe!

Negoziabili  – Tutti i valori lo sono.

Neopelagiani  –  Dire dei cattolici fedeli alla tradizione.

Nero  –  Mai accostarlo a bianco perché nella vita, si sa, nulla è bianco o nero.

Norma  –  Se generale, non c’è. Se morale, va inquadrata. Meschino considerarla senza un appropriato e serio processo di discernimento pratico. Bene precisare che nessuno intende metterla in discussione, salvo poi considerarla un vecchio arnese.

O

Odore  –  Com’è noto, è quello delle pecore. Com’è altrettanto noto, contraddistingue il vero pastore. Il cattolico aggiornato ama queste metafore e ne fa sfoggio senza pietà.

Oggettiva –  Una tale situazione di peccato praticamente non c’è o esiste solo nella testa dei fondamentalisti e dei farisei.

Onnipotente – Da evitare. Aggettivo che sa di vecchio. Nella Chiesa Accogliente Dio è buono e misericordioso, non onnipotente.

Ospedale (da campo) – Espressione da utilizzare in ogni occasione. Dicesi della Chiesa quando esercita la misericordia nella cura delle ferite gravi e se ne prende carico. Chi ci sta dentro pratica l’ascolto in un cammino di discernimento sinodale. Evitare di chiedersi quale cammino e per arrivare a che cosa.

P

Pace – Ciò che vogliono i musulmani.

Papa – Mai usare quando si dialoga con le altre confessioni cristiane! Per la Chiesa Accogliente in questi casi il papa non esiste. C’è solo il vescovo di Roma.

Peccato  – Meno se ne parla meglio è. Su quello originale sorvolare sempre. Quello mortale non è più contemplato.

Pecore – Il loro odore accompagni il vero pastore. Rincorrere misericordiosamente quelle fuori dal recinto proponendo opportuni cammini di discernimento. Vedere l’effetto che fa. Preoccuparsi di quelle che stanno dentro il recinto è roba da tradizionalisti ipocriti e freddi.

Penitenza – Non se ne parli. Nella Chiesa Accogliente non si fa.

Perdono – Parola regina nella Chiesa Accogliente. Il cattolico aggiornato ne parla sempre. Una frase come “il dialogo si fa autentico quando mette al centro la grammatica del perdono” lo manda in brodo di giuggiole. La Chiesa Accogliente chiede perdono a tutti: protestanti, buddhisti, confuciani, musulmani. Non si sa perché, ma suona tanto bene. Dio inoltre perdona, sempre e comunque.

Periferie – Vanno sempre bene. Da lì si vede meglio. Non chiedersi perché. La Chiesa sia al servizio di quelle esistenziali. Usare per screditare con misericordia i fondamentalisti.

Pluralistico – Lo è il pensiero e il punto di vista del cattolico aggiornato. Aggettivo da esibire come lasciapassare per essere ammessi al gran ballo delle idee correnti. Tutto ciò che è pluralistico e plurale va bene nella Chiesa Accogliente.

Poliedro – Figura solida da esaltare. Metterla in contrapposizione alla sfera, sottolineando che quest’ultima è troppo perfetta.

Ponti – Il cattolico aggiornato li costruisce ovunque, da mattina a sera, e nel contempo abbatte i muri.

Popolo – Ha sempre ragione, è praticamente santo. Parola da utilizzare a profusione. Il popolo non può sbagliare. Può solo essere oppresso e sfruttato. I movimenti che lo rappresentano vanno accolti a braccia aperte ed elogiati. I capipopolo sono simpatici. Se sostengono idee assurde e dicono banalità, non si deve farci caso. Ancora meno se si comportano da tiranni. Sottolineare invece la bellezza dei loro abiti colorati.

Proselitismo – Strumento di propaganda. Una solenne sciocchezza.

R

Registratore – Come affermò autorevolmente il generale dei gesuiti nel 2017, ai tempi di Gesù non c’era. Quindi non possiamo essere sicuri di ciò che ha veramente detto nostro Signore. Quindi la guida non è il Vangelo, ma il discernimento.

Relativismo – Tralasciare. Ne parlava Ratzinger: roba vecchia.

S

Sacro (senso del) – Come per l’aborto, l’eutanasia e il peccato: meno se ne parla, meglio è. Sa di vecchio.

Salvezza (dell’anima) – Non interessa, non fa notizia. Il cattolico aggiornato non ne parla. Anche perché, impegnato com’è a discernere, accompagnare, integrare, farsi carico, ascoltare, eccetera, non ha più fiato.

Segni (dei tempi) – Interpretarli, nel cammino di discernimento. Ma l’espressione migliore è “assumerli responsabilmente”. Obiettivo: scardinare la dottrina e aprire le porte alla morale della situazione.

Sinodale – Aggettivo altamente consigliato. La Chiesa Accogliente, ospedale da campo e cantiere aperto, è sinodale. Suona sempre bene. Il cattolico aggiornato è sinodale a prescindere.

Situazione – Quella oggettiva di peccato non esiste. C’è solo quella soggettiva. Ognuna va affrontata con comprensione nel processo di discernimento.

T

Tempo – È superiore allo spazio. Non spiegare perché.

Tenerezza – Da esercitare con premura al fine di integrare. Il cattolico aggiornato la usa in modo implacabile contro il fondamentalismo.

Timore (di Dio) – Soppresso.

Tommaso d’Aquino (san) – Utile quando serve al processo di discernimento. Mai prenderlo alla lettera.

Tradizione – Usare poco, per lo più in chiave polemica. Quella cristiana, specie in campo morale, va letta solo in senso pastorale, non dottrinale. Non spiegare che cosa significa.

U

Umiltà – Ingrediente fondamentale in un serio processo di discernimento pratico. Contrapporre sempre e comunque a fondamentalismo e fondamentalisti.

Unità – Quella con i luterani è da ricercare senza sosta.

V

Varietà – Contrapporre a identità. Dire che la verità si rivela nella varietà. Non spiegare.

Verità – Da usare con le molle, solo se strettamente necessario, meglio con l’iniziale minuscola e al plurale. Preferibile parlare di complessità.

Z

Zitella – Appellativo da attribuire alla Chiesa triste, non fantasiosa e ridanciana.

 

Aldo Maria Valli





[Modificato da Caterina63 27/01/2018 12:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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