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Magistero integrale Ognissanti e Defunti di Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2018 23:41
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20/10/2018 23:18
 
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SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 1° novembre 2009

[Video]

 

Cari fratelli e sorelle!

L'odierna domenica coincide con la solennità di Tutti i Santi, che invita la Chiesa pellegrina sulla terra a pregustare la festa senza fine della Comunità celeste, e a ravvivare la speranza nella vita eterna. Ricorrono quest'anno 14 secoli da quando il Pantheon - uno dei più antichi e celebri monumenti romani - fu destinato al culto cristiano e intitolato alla Vergine Maria e a tutti i Martiri: "Sancta Maria ad Martyres". Il tempio di tutte le divinità pagane veniva così convertito alla memoria di coloro che, come dice il Libro dell'Apocalisse, "vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello" (Ap 7, 14).

Successivamente, la celebrazione di tutti i martiri è stata estesa a tutti i santi, "una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua" (Ap 7, 9) - come si esprime ancora san Giovanni. In questo Anno Sacerdotale, mi piace ricordare con speciale venerazione i santi sacerdoti, sia quelli che la Chiesa ha canonizzato, proponendoli come esempio di virtù spirituali e pastorali; sia quelli - ben più numerosi - che sono noti al Signore. Ognuno di noi conserva la grata memoria di qualcuno di essi, che ci ha aiutato a crescere nella fede e ci ha fatto sentire la bontà e la vicinanza di Dio.

Domani, poi, ci attende l'annuale Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Vorrei invitare a vivere questa ricorrenza secondo l'autentico spirito cristiano, cioè nella luce che proviene dal Mistero pasquale. Cristo è morto e risorto e ci ha aperto il passaggio alla casa del Padre, il Regno della vita e della pace. Chi segue Gesù in questa vita è accolto dove Lui ci ha preceduto. Mentre dunque facciamo visita ai cimiteri, ricordiamoci che lì, nelle tombe, riposano solo le spoglie mortali dei nostri cari in attesa della risurrezione finale. Le loro anime - come dice la Scrittura - già "sono nelle mani di Dio" (Sap 3, 1). Pertanto, il modo più proprio ed efficace di onorarli è pregare per loro, offrendo atti di fede, di speranza e di carità. In unione al Sacrificio eucaristico, possiamo intercedere per la loro salvezza eterna, e sperimentare la più profonda comunione, in attesa di ritrovarci insieme, a godere per sempre dell'Amore che ci ha creati e redenti.

Cari amici, quanto è bella e consolante la comunione dei santi! È una realtà che infonde una dimensione diversa a tutta la nostra vita. Non siamo mai soli! Facciamo parte di una "compagnia" spirituale in cui regna una profonda solidarietà: il bene di ciascuno va a vantaggio di tutti e, viceversa, la felicità comune si irradia sui singoli. È un mistero che, in qualche misura, possiamo già sperimentare in questo mondo, nella famiglia, nell'amicizia, specialmente nella comunità spirituale della Chiesa. Ci aiuti Maria Santissima a camminare spediti sulla via della santità, e si mostri Madre di misericordia per le anime dei defunti.


Dopo l'Angelus

Serdecznie pozdrawiam Polaków. W uroczystosc Wszystkich Swietych nasza mysl biegnie do tych, którzy juz osiagneli chwale nieba. Ucza nas oni swietosci zycia, milosci Boga i bliznich, abysmy byli "sola ziemi i swiatlem swiata" (por. Mt 5, 13-14). W duchu tajemnicy swietych obcowania stajemy w zadumie nad grobami naszych bliskich, polecajac wszystkich wiernych zmarlych Bozemu Milosierdziu. Niech Bóg przyjmie nasze modlitwy za nich i nam blogoslawi.

[Saluto cordialmente i Polacchi. Nella Solennità di Tutti i Santi il nostro pensiero corre a coloro che hanno già raggiunto la gloria del cielo. Questi ci insegnano la santità della vita, dell'amore di Dio e del prossimo, affinché diventiamo "il sale della terra e la luce del mondo" (cfr. Mt 5, 13-14). Nello spirito della comunione dei santi ci fermiamo in meditazione davanti ai sepolcri dei nostri cari, raccomandando tutti i fedeli defunti alla Divina Misericordia. Dio accetti le nostre preghiere per loro e ci benedica.]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai partecipanti alla "Corsa dei Santi", iniziativa che unisce lo sport e l'impegno umanitario. Saluto inoltre i ragazzi di Modena che hanno ricevuto la Cresima, con i genitori e i catechisti, come pure la Fondazione Ente Cassa di Faetano, della Repubblica di San Marino. Il mio pensiero va anche ai fedeli radunati a Paderno Dugnano, presso Milano, per la conclusione della peregrinatio della statua della Madonna di Fatima, nel 50° della consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria. A tutti auguro una buona domenica, nella gioia di far parte della grande famiglia dei Santi.

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ANGELUS

Piazza San Pietro
Lunedì, 1° novembre 2010

(Video)

 

Cari fratelli e sorelle!

La solennità di Tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a meditare sulla pienezza della vita divina che ci attende. “Siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” (1Gv 3,2): con queste parole l’apostolo Giovanni ci assicura la realtà del nostro profondo legame con Dio, come pure la certezza della nostra sorte futura. Come figli amati, perciò, riceviamo anche la grazia per sopportare le prove di questa esistenza terrena – la fame e sete di giustizia, le incomprensioni, le persecuzioni (cfr Mt 5,3-11) – e, nel contempo, ereditiamo fin da ora ciò che è promesso nelle beatitudini evangeliche, “nelle quali risplende la nuova immagine del mondo e dell’uomo che Gesù inaugura” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Milano 2007, 95). La santità, imprimere Cristo in sé stessi, è lo scopo di vita del cristiano. Il beato Antonio Rosmini scrive: “Il Verbo aveva impresso se stesso nelle anime dei suoi discepoli col suo aspetto sensibile … e con le sue parole … aveva dato ai suoi quella grazia … con la quale l’anima percepisce immediatamente il Verbo” (Antropologia soprannaturale, Roma 1983, 265-266). E noi pregustiamo il dono e la bellezza della santità ogni volta che partecipiamo alla Liturgia eucaristica, in comunione con la “moltitudine immensa” degli spiriti beati, che in Cielo acclamano in eterno la salvezza di Dio e dell’Agnello (cfr Ap 7,9-10). “Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino” (Enc. Deus caritas est, 42).

Consolati da questa comunione della grande famiglia dei santi, domani commemoreremo tutti i fedeli defunti. La liturgia del 2 novembre e il pio esercizio di visitare i cimiteri ci ricordano che la morte cristiana fa parte del cammino di assimilazione a Dio e scomparirà quando Dio sarà tutto in tutti. La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla, perché essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo. Al riguardo, san Gregorio di Nissa affermava: “Chi ha creato ogni cosa nella sapienza, ha dato questa disposizione dolorosa come strumento di liberazione dal male e possibilità di partecipare ai beni sperati” (De mortuis oratio, IX, 1, Leiden 1967, 68).

Cari amici, l’eternità non è un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità dell'essere, della verità, dell'amore (Enc. Spe salvi, 12). Alla Vergine Maria, guida sicura alla santità, affidiamo il nostro pellegrinaggio verso la patria celeste, mentre invochiamo la sua materna intercessione per il riposo eterno di tutti i nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione.


Dopo l'Angelus

Ieri sera, in un gravissimo attentato nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad, ci sono state decine di morti e feriti, fra i quali due sacerdoti e un gruppo di fedeli riuniti per la Santa Messa domenicale. Prego per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione. Esprimo inoltre la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e incoraggio pastori e fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza. Davanti agli efferati episodi di violenza, che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio Oriente, vorrei infine rinnovare il mio accorato appello per la pace: essa è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini ogni violenza!

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti alla manifestazione “La corsa dei Santi”, promossa dai Salesiani per sostenere progetti di solidarietà in situazioni di estremo bisogno, come ad Haiti e in Pakistan. Saluto inoltre il gruppo di ragazzi di Modena che si stanno preparando al Sacramento della Confermazione. A tutti auguro pace e serenità nella spirituale compagnia dei Santi. Buona festa a voi tutti. Grazie

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ANGELUS

Piazza San Pietro
Martedì, 1° novembre 2011

[Video]

 

 

Cari fratelli e sorelle!

La Solennità di Tutti i Santi è occasione propizia per elevare lo sguardo dalle realtà terrene, scandite dal tempo, alla dimensione di Dio, la dimensione dell’eternità e della santità. La Liturgia ci ricorda oggi che la santità è l’originaria vocazione di ogni battezzato (cfr Lumen gentium, 40). Cristo infatti, che col Padre e con lo Spirito è il solo Santo (cfr Ap 15,4), ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla (cfr Ef 5,25-26). Per questa ragione tutti i membri del Popolo di Dio sono chiamati a diventare santi, secondo l’affermazione dell’apostolo Paolo: «Questa infatti è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1 Ts 4,3). Siamo dunque invitati a guardare la Chiesa non nel suo aspetto solo temporale ed umano, segnato dalla fragilità, ma come Cristo l’ha voluta, cioè «comunione dei santi» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 946). Nel Credo professiamo la Chiesa «santa», santa in quanto è il Corpo di Cristo, è strumento di partecipazione ai santi Misteri - in primo luogo l’Eucaristia - e famiglia dei Santi, alla cui protezione veniamo affidati nel giorno del Battesimo. Oggi veneriamo proprio questa innumerevole comunità di Tutti i Santi, i quali, attraverso i loro differenti percorsi di vita, ci indicano diverse strade di santità, accomunate da un unico denominatore: seguire Cristo e conformarsi a Lui, fine ultimo della nostra vicenda umana. Tutti gli stati di vita, infatti, possono diventare, con l’azione della grazia e con l’impegno e la perseveranza di ciascuno, vie di santificazione.

La Commemorazione dei fedeli defunti, cui è dedicata la giornata di domani, 2 novembre, ci aiuta a ricordare i nostri cari che ci hanno lasciato, e tutte le anime in cammino verso la pienezza della vita, proprio nell’orizzonte della Chiesa celeste, a cui la Solennità di oggi ci ha elevato. Fin dai primi tempi della fede cristiana, la Chiesa terrena, riconoscendo la comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi. La nostra preghiera per i morti è quindi non solo utile ma necessaria, in quanto essa non solo li può aiutare, ma rende al contempo efficace la loro intercessione in nostro favore (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 958). Anche la visita ai cimiteri, mentre custodisce i legami di affetto con chi ci ha amato in questa vita, ci ricorda che tutti tendiamo verso un’altra vita, al di là della morte. Il pianto, dovuto al distacco terreno, non prevalga perciò sulla certezza della risurrezione, sulla speranza di giungere alla beatitudine dell’eternità, «momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità» (Spe salvi, 12). L’oggetto della nostra speranza infatti è il gioire alla presenza di Dio nell’eternità. Lo ha promesso Gesù ai suoi discepoli, dicendo: «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16,22).

Alla Vergine Maria, Regina di tutti i Santi, affidiamo il nostro pellegrinaggio verso la patria celeste, mentre invochiamo per i fratelli e le sorelle defunti la sua materna intercessione.


Dopo l'Angelus

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Fratelli e sorelle, nella Solennità di Tutti i Santi con gioia pensiamo a tutti coloro che Dio ha già introdotto nella sua gloria. Sono i beati: godono della vita immortale, “vedono Dio cosi come è” (cfr. 1 Gv 3,3). La testimonianza della loro fede e santità di vita sia per noi di esempio sulla via che ci conduce alla casa del Padre. Questo pensiero rafforzi la vostra speranza, quando sosterete in preghiera davanti ai sepolcri dei vostri cari. Vi benedico di cuore.]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai giovani di Valenzano e ai ragazzi di Modena che hanno da poco ricevuto il Sacramento della Confermazione. Un caloroso saluto rivolgo a quanti hanno partecipato questa mattina alla “Corsa dei Santi”, organizzata dalla Fondazione “Don Bosco nel mondo”. San Paolo direbbe che tutta la vita è una “corsa” verso la santità: voi ci date un buon esempio! A tutti auguro una buona festa. Grazie per la vostra attenzione. Grazie e buona festa a tutti!

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ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 11 novembre 2012

[Video]

 

Cari fratelli e sorelle!

La Liturgia della Parola di questa domenica ci presenta come modelli di fede le figure di due vedove. Ce le presenta in parallelo: una nel Primo Libro dei Re (17,10-16), l’altra nel Vangelo di Marco (12,41-44). Entrambe queste donne sono molto povere, e proprio in tale loro condizione dimostrano una grande fede in Dio. La prima compare nel ciclo dei racconti sul profeta Elia. Costui, durante un tempo di carestia, riceve dal Signore l’ordine di recarsi nei pressi di Sidone, dunque fuori d’Israele, in territorio pagano. Là incontra questa vedova e le chiede dell’acqua da bere e un po’ di pane. La donna replica che le resta solo un pugno di farina e un goccio d’olio, ma, poiché il profeta insiste e le promette che, se lo ascolterà, farina e olio non mancheranno, lo esaudisce e viene ricompensata. La seconda vedova, quella del Vangelo, viene notata da Gesù nel tempio di Gerusalemme, precisamente presso il tesoro, dove la gente metteva le offerte. Gesù vede che questa donna getta nel tesoro due monetine; allora chiama i discepoli e spiega che il suo obolo è maggiore di quello dei ricchi, perché, mentre questi danno del loro superfluo, la vedova ha offerto «tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere» (Mc 12,44).

Da questi due episodi biblici, sapientemente accostati, si può ricavare un prezioso insegnamento sulla fede. Essa appare come l’atteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in Lui. Quella della vedova, nell’antichità, costituiva di per sé una condizione di grave bisogno. Per questo, nella Bibbia, le vedove e gli orfani sono persone di cui Dio si prende cura in modo speciale: hanno perso l’appoggio terreno, ma Dio rimane il loro Sposo, il loro Genitore. Tuttavia la Scrittura dice che la condizione oggettiva di bisogno, in questo caso il fatto di essere vedova, non è sufficiente: Dio chiede sempre la nostra libera adesione di fede, che si esprime nell’amore per Lui e per il prossimo. Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa. E infatti entrambe le nostre vedove di oggi dimostrano la loro fede compiendo un gesto di carità: l’una verso il profeta e l’altra facendo l’elemosina. Così attestano l’unità inscindibile tra fede e carità, come pure tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo – come ci ricordava il Vangelo di domenica scorsa. Il Papa San Leone Magno, di cui ieri abbiamo celebrato la memoria, così afferma: «Sulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantità dei doni, bensì il peso dei cuori. La vedova del Vangelo depositò nel tesoro del tempio due spiccioli e superò i doni di tutti i ricchi. Nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza frutto» (Sermo de jejunio dec. mens., 90, 3).

La Vergine Maria è esempio perfetto di chi offre tutto se stesso confidando in Dio; con questa fede ella disse all’Angelo il suo «Eccomi» e accolse la volontà del Signore. Maria aiuti anche ciascuno di noi, in questo Anno della fede, a rafforzare la fiducia in Dio e nella sua Parola.


Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Ieri, a Spoleto, è stata proclamata Beata Maria Luisa Prosperi, vissuta nella prima metà del secolo XIX, monaca e abbadessa del monastero benedettino di Trevi. Insieme con tutta la Famiglia benedettina e la Comunità diocesana di Spoleto-Norcia, rendiamo lode al Signore per questa sua figlia, che ha voluto associare in modo singolare alla Passione di Cristo.

Si celebra oggi in Italia la «Giornata del Ringraziamento». Nel contesto dell’Anno della fede, il tema della Giornata – «Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra» (Sal 37,3) – richiama la necessità di uno stile di vita radicato nella fede, per riconoscere con animo grato la mano creatrice e provvidente di Dio che nutre i suoi figli. Un saluto e un augurio a tutti gli agricoltori!

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi parrocchiali venuti da Alice Bel Colle e Ricaldone (Diocesi di Acqui Terme), da Palermo, Caccamo e Randazzo, e da San Luca Evangelista in Roma. A tutti auguro una buona domenica, una buona settimana. Grazie per l’attenzione. Buona domenica.

 
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[Modificato da Caterina63 20/10/2018 23:37]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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