A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Magistero integrale Ognissanti e Defunti di Giovanni Paolo II

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2018 21:02
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
22/10/2018 19:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota



ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi
Martedì, 1° novembre 1983

 

“Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?” (Ap 7, 13).

Chi sono i santi? I santi sono coloro che hanno rivestito la veste bianca dell’“uomo nuovo” (Col 3, 10), portando al suo pieno sviluppo la grazia battesimale. Essi sono i partecipi e i testimoni del Dio santo, del Dio “nascosto” (Is 45, 15).

Grazie a loro, egli si rivela, si fa visibile, si rende presente in mezzo a noi. Il “Santo di Dio” è, ovviamente, Cristo Gesù, incarnazione e rivelazione suprema di Dio e della sua santità. “Tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo”.

Costituito “Signore” nella sua risurrezione gloriosa, Gesù comunica, per mezzo dello Spirito, la sua santità a tutti i credenti. Essi, nei Sacramenti degnamente accolti, ricevono la vita nuova in Cristo Gesù: sono pertanto chiamati santi e lo sono realmente.

Donde vengono? Ascoltiamo la descrizione dell’Apocalisse: “Udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli di Israele . . . Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua . . . Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7, 4. 9. 14).

I santi sono il popolo di Dio redento dal sangue del Signore: una moltitudine immensa, proveniente dalle tribù d’Israele e da tutti i popoli. Insieme costituiscono il “vero Israele”, la comunità dei salvati, la Chiesa di Dio, la discendenza di Abramo, nel quale sono benedette le genti.

In mezzo a questa nobilissima, sterminata schiera è presente, accanto a Cristo, Maria che invochiamo “Regina di tutti i santi”. Ella, che “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore” (Lumen Gentium, 55), incarna idealmente e porta a compimento la santità del popolo di Dio. Maria è primizia e Madre della Chiesa dei santi: di tutti coloro che, generati dallo Spirito e viventi in Cristo, sono figli del Padre.

Lo Spirito del Dio vivente che l’ha prevenuta e plasmata nuova creatura, che è intervenuto, in maniera decisiva nella sua vita, consacrandola serva e madre del Signore, ha trasfigurato infine la sua esistenza, rendendola conforme all’immagine di Cristo nella gloria. Ella vive ora presso il Signore, nella Gerusalemme celeste, e celebra con san Giuseppe e tutti i santi l’eterna liturgia dei redenti. Ella intercede per noi presso il Signore, fino al perpetuo coronamento del numero degli eletti. Col popolo di Dio la invochiamo: “Regina di tutti i santi, prega per noi!”.


i saluti

* * *  

Saluto tutti i fedeli di lingua italiana e in particolare i vari gruppi parrocchiali e i pellegrinaggi presenti a questo incontro. Oggi pomeriggio mi recherò al cimitero del Verano per pregare per tutti i defunti che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace. In special modo, intendo elevare suffragi per i defunti della diocesi di Roma. Affiderò alla misericordia di Dio anche le vittime del recente terremoto in Turchia. In pari tempo invito a prestare aiuto alle numerose famiglie e persone che sono state colpite. Benedico di cuore quanti con la loro generosità vorranno venire incontro. Sia lodato Gesù Cristo!


--------------------------------

ANGELUS

 Solennità di Tutti i Santi
Domenica, 1° novembre 1984

 

1. “Udii il numero ai coloro che furono segnati con il sigillo” (Ap 7, 4).

Queste parole del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo si trovano nell’odierna liturgia. Nella solennità di Tutti i Santi la Chiesa su tutta la terra venera coloro nei quali la salvezza si è compiuta in modo definitivo.

Sono quelli che - secondo l’Apocalisse di san Giovanni - “gridavano a gran voce: la salvezza appartiene al nostro Dio... e all’Agnello” (Ap 7, 10).

Sono, infatti, segnati col sangue dell’Agnello. Portano in sé il sigillo della redenzione, che è la sorgente della vita e della santità.

“Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro” (1 Gv 3, 3).

Dio è santo: tre volte santo, infinitamente santo.

E chiama gli uomini alla santità.

Oggi la Chiesa gioisce di tutti coloro che hanno portato a pienezza questa vocazione, di coloro che partecipano per sempre alla santità di Dio.

2. Sgorga perciò ancora, dal profondo del cuore, la preghiera che oggi si leva al cielo in questa solennità:

“O Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di Tutti i santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l’abbondanza della tua misericordia”.

3. Recitando l’Angelus ci rivolgiamo in modo particolare a colei che la Chiesa venera come Regina di Tutti i Santi:

“Benedetta tu sei fra le donne! Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo (Lc 1, 42.35).

In te desideriamo adorare, nel grado più alto, Dio, per il dono della santità offerto agli uomini in Gesù Cristo.

Anche tu degnati di presiedere alla nostra preghiera per i defunti, con la quale la Chiesa completa, in un certo senso, la gioia della solennità di Tutti i santi.


Al termine della preghiera mariana dell'«Angelus» Giovanni Paolo II invita i fedeli presenti in Piazza San Pietro a rivolgere al Signore una particolare e accorata preghiera per tutti i morti a causa della violenza.

Il pensiero si porta fino da oggi ai defunti, che ci prepariamo a ricordare con preghiere e suffragi nel giorno a loro specialmente dedicato. Il pomeriggio mi recherò a celebrare la messa per essi al cimitero del Verano. Chiediamo al Signore che si degni di accogliere le loro anime fra quella “moltitudine immensa” (Ap 7, 9), a cui la liturgia odierna ci invita a sollevare lo sguardo.

Una particolare, accorata preghiera vi esorto a rivolgere al Signore per tutti i morti a causa della violenza. Sono molti purtroppo, e in molte regioni del mondo! Il cuore è oppresso al pensiero di tanto sangue umano versato, di tante sofferenze, di tante lacrime. Anche questi ultimi giorni sono stati funestati da alcune notizie luttuose: penso alla signora Indira Gandhi, primo ministro dell’India, assassinata ieri a Nuova Delhi; penso al sacerdote polacco Jerzy Popieluszko, la cui tragica fine ha commosso il mondo; penso alle persone che hanno trovato la morte nelle recenti agitazioni in Cile, alle vittime della repressione nel Sud Africa e a tutte le numerose vittime della violenza in tanti altri Paesi del mondo. Iddio grande e misericordioso dia pace alle loro anime immortali, e conceda ai vivi di comprendere che, non con la violenza ma con l’amore, si costruisce un futuro degno dell’uomo.
Sia lodato Gesù Cristo.

--------------------------------


ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi 
Venerdì, 1° novembre 1985

 

1. Nell’odierna Solennità di Tutti i Santi il nostro pensiero si rivolge alla Gerusalemme celeste, regno della felicità senza fine, e alla moltitudine innumerevole che la popola, sciogliendo inni incessanti di lode a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, e alla Vergine santissima, Regina del cielo, Regina degli Angeli e dei Santi tutti.

La sublime visione dell’Apocalisse, proposta oggi dalla Liturgia, apre uno squarcio sulla patria definitiva ed eterna, nella quale i Santi ci hanno preceduto e verso la quale siamo tutti incamminati.

2. A questa prospettiva terminale sono costantemente volti gli sguardi e i passi della Chiesa. Il Concilio vi ha dedicato un’attenzione particolare, facendone il momento culminante delle sue indagini sul mistero della Chiesa, analizzando in se stesso e in rapporto ai membri che compongono questa realtà spirituale e visibile.

“La Chiesa, alla quale tutti siamo chiamati in Cristo Gesù e nella quale per mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità, non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo” (Lumen gentium, 48). Così inizia il capitolo della Lumen gentium sull’indole escatologica della Chiesa pellegrinante e sulla sua unione con la Chiesa celeste, un capitolo che, mentre richiama i “Novissimi” - morte, giudizio, inferno, paradiso -, pone in gran luce la verità del rinnovamento di ogni cosa, già iniziato nel mistero pasquale di Gesù Cristo, e destinato a rivelarsi pienamente nei nuovi cieli e nella terra nuova, in cui la giustizia ha la sua dimora (cf. 2 Pt 3, 13).

3. Il Vaticano II ha pure ricordato che la santità, già presente e operante nella fase terrena del cammino ecclesiale, non è un privilegio di qualcuno, ma una chiamata rivolta a tutti i membri del popolo di Dio, senza alcuna eccezione. E ha invitato tutti - vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi e laici - in ogni condizione e situazione umana a tradurre in pratica il grande appello di Gesù: “Siate perfetti, com’è perfetto il vostro Padre celeste” (Mt 5, 48). Ecco le parole del Concilio: “Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: da questa santità è promosso, anche nella società terrena, un tenore di vita più umano” (Lumen gentium, 40).

Se la santità è, da una parte, uno degli elementi costitutivi della Chiesa, dall’altra è la dimostrazione concreta della coerenza dei credenti con la propria vocazione. Qui, non altrove, va ricercata la base dell’autentico rinnovamento a cui tutti siamo obbligati nella presente stagione storica. La prossima Assemblea sinodale non mancherà certo di porre in giusta evidenza queste prementi istanze, alla luce degli ammaestramenti che derivano dall’esperienza dei vent’anni trascorsi dal Concilio.

La Vergine Santissima, Regina di tutti i Santi, voglia fin d’ora benedire e accompagnare quel grave impegno. Per questo, ora preghiamo insieme.


Alla recita dell’Angelus di venerdì 1° novembre partecipano i membri del movimento “Pro Sanctitate”. Questo il saluto del Santo Padre. 

Oggi, solennità di Tutti i Santi, desidero ricordare in modo particolare la “Giornata di santificazione universale” promossa ormai da vari anni dal Movimento “Pro Sanctitate” e che quest’anno ha come tema “I giovani e la santità”, in sintonia con la celebrazione dell’Anno Internazionale della Gioventù. Mentre mi compiaccio per tale lodevole iniziativa, esorto vivamente a riflettere oggi sul sublime e supremo ideale della nostra santificazione mediante la fede, la grazia e la carità, e a fare al riguardo generosi propositi. Sia lodato Gesù Cristo!


-------------------------------


ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi
1° novembre 1986

 

1. Oggi la Chiesa celebra la festa di tutti i Santi. La Sposa del Signore ha indossato l’abito della gioia. E così vuol comparire dinanzi al suo Dio, per essere inondata del tripudio della Gerusalemme celeste. È l’abito delle nozze, quello che l’ammette al banchetto preparato per lei dallo Sposo. È l’abito della santità.

Oggi questo abito risplende di mille luci diverse: sono gli infiniti tratti di un’unica luce, che una moltitudine di uomini e donne “di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7, 9) fa scintillare senza posa. Uomini e donne che la storia dei grandi ha spesso ignorato, perché la perla preziosa della loro testimonianza è stata ricoperta dal velo dell’umiltà e del nascondimento. Uomini e donne che hanno attinto all’inesauribile pienezza di Colui che solo è santo, e ne hanno fatto vivere un frammento, offrendogli il loro volto concreto perché vi si incarnasse, come in un simbolo vivente.

2. E così, per le strade delle nostre città, un lembo di quell’abito si è reso presente nella testimonianza - all’apparenza anonima, ma in realtà personalissima - di questi fratelli che ci hanno donato con la loro vita un raggio della santità di Colui, a cui i serafini inneggiano col loro canto: “Santo, santo, santo il Signore Dio delle schiere” (Is 6, 3).

Ognuno di loro è una piccola luce, ma irripetibile. Ha vissuto fino in fondo la propria chiamata ad essere pienamente se stesso, secondo l’originalità stupenda che il Creatore aveva posto in lui. Ora, unito misteriosamente al coro di miriadi di altri fratelli, illumina lo scenario a volte così scuro di questo mondo, e lo invita a sperare, ad avere fiducia, testimoniandogli come la santità di Dio non si smentisce, non cessa di comunicarsi, di associare a sé uomini e donne semplici, ricchi solo di una disarmata disponibilità, di un umile, trasparente abbandono.

3. A questi santi, a questi fratelli che hanno costruito per noi un mondo migliore, sale oggi la nostra preghiera: Voi, poveri fin dentro il cuore, ricchi solo della fede in un Dio che non delude, perché ha vinto il mondo; voi, afflitti, che con le vostre lacrime avete riempito l’immenso fiume del dolore umano; voi, miti, che avete scelto la strada lenta e faticosa del diritto, anziché quella della violenza e del sopruso; voi, affamati e assetati di giustizia, che avete lottato per l’onestà e la lealtà; voi, uomini del perdono, che avete amato i vostri nemici e fatto del bene a coloro che vi odiavano; voi, puri di cuore, che avete sempre guardato le cose con l’occhio limpido e pulito della semplicità; voi, costruttori della pace, che avete pagato di persona perché il sogno di un mondo di fratelli divenisse realtà; voi, perseguitati per la giustizia, che avete dato un volto alla speranza degli ultimi e dei diseredati; voi, santi e sante di Dio, fratelli e sorelle nostri, ci avete insegnato che la santità non è remota e inaccessibile, patrimonio di pochi, ma è pienezza dell’uomo nuovo che sta dentro ciascuno di noi; voi tutti, santi, pregate, pregate l’Agnello assiso sul trono, pregatelo per questa storia che ha sete di santi, per questa storia vivente della speranza che veri testimoni le siano ancora donati; pregatelo e ripetete con la sposa: “Marana tha, vieni, Signore Gesù” (Ap 22, 20).

 

-------------------------------------

ANGELUS

 Solennità di Tutti i Santi
Piazza San Pietro - Domenica, 1° novembre 1987

 

1. “Rallegriamoci tutti nel Signore, in questa solennità di Tutti i Santi!”.

È con rinnovata letizia che oggi ci rivolgiamo alla “Regina di tutti i santi” nel giorno in cui, in un solo ricordo, celebriamo nella luce di Dio, la Madre della Chiesa e tutti coloro che in cielo costituiscono la Chiesa trionfante.

Onoriamo colei che, umile e silenziosa, visse quaggiù nel costante adempimento della volontà di Dio e ora è glorificata da Dio tra gli angeli e i santi.

Onoriamo i nostri fratelli, che nella loro vita terrena hanno testimoniato il Cristo, e ora, nella gloria del cielo, godono il premio della visione di Dio.

Rallegriamoci con colei che, “ancella del Signore” seppe dire il suo “sì” in ogni momento del pellegrinaggio terreno, e ora, “umile ed alta più che creatura”, indica a noi tutti la via del cielo.

Rallegriamoci con tanti nostri fratelli che ci hanno preceduto, percorrendo la nostra stessa strada dall’esilio alla Patria.

2. Domani, 2 novembre, lo sguardo del nostro spirito si proietterà ancora oltre l’orizzonte del tempo per incontrare nella preghiera i nostri cari defunti. Questa sera celebrerò la santa Messa al cimitero del Verano, offrendo il divin Sacrificio per tutti coloro che nel mondo, sotto ogni cielo, ci hanno preceduto nel cammino verso la patria. Farò memoria di essi pregando il Signore perché “conceda ad essi il refrigerio, la luce e il riposo”.

Il mio ricordo andrà in particolare a tutti coloro che hanno lasciato questa vita a causa della malvagità degli uomini, dell’ingiustizia, dell’oppressione, della violenza, o a seguito di disastrose calamità naturali. Pregherò perché Dio, Padre buono, conceda a tutti questi nostri fratelli la gioia e la pace eterna.

3. Anche voi visiterete i cimiteri per ricordare i vostri morti e per testimoniare loro un affetto che dura oltre la morte: portate i fiori e i ceri, ma portate loro soprattutto, nello spirito della comunione dei santi, il sollievo e l’aiuto della preghiera.

Ci viene, dai nostri cari defunti, una parola di certezza e di speranza: con la morte, “la vita viene cambiata non tolta e, dissolta la casa di questo esilio terreno, ci è preparata un’abitazione eterna nel cielo”.

Mentre professiamo questa verità della fede cattolica, rivolgiamoci alla Vergine santissima, Madre del Salvatore, e Madre nostra, perché interceda per i nostri defunti e sia sempre accanto a ciascuno di noi, lei “Consolatrice degli afflitti”, “Madre della speranza” e “Regina di tutti i santi”.


------------------------------

ANGELUS

 

Solennità di Tutti i Santi
Martedì, 1° novembre 
1988

 

 

Oggi la Chiesa celebra la festa di Tutti i Santi, cioè di tutti i redenti da Cristo - a cominciare da Maria santissima - che ci hanno preceduti in questa vita ed ora godono della visione beatifica di Dio. Essi sono “coloro che - secondo l’espressione dell’Apocalisse - sono passati attraverso la grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7, 14). Queste vesti candide oggi risplendono di mille luci: sono gli innumerevoli riflessi di un’unica luce, che una moltitudine di uomini e donne “di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7, 9) riverbera su tutta la Chiesa. Sono uomini e donne, che ci mostrano la santità di Dio, incarnata nel volto umano. I santi sono membra del corpo glorificato di Cristo e formano la Chiesa dei beati. Ma essi sono pure in comunione con noi, nel vincolo della carità, che non viene mai meno. La carità li fa solidali con noi e solleciti di noi: è questo l’ineffabile mistero della comunione dei santi, per la quale esiste un profondo rapporto tra coloro che sono ancora “pellegrini su questa terra”, “quelli che stanno purificandosi” e “quelli che godono della gloria” (cf. Lumen Gentium, 49).

Per questa profonda unità oggi dobbiamo sentirci più vicini a tutti i santi che, prima di noi, hanno creduto tutto quello che noi crediamo, ed ora sono nostri amici e intercessori in cielo.

La festa di Tutti i Santi ci introduce anche alla commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti, i quali non si trovano ancora nella luce della completa visione di Dio, ma attendono di diventarne degni mediante la loro misteriosa purificazione. Nel compiere oggi e domani la visita ai cimiteri, mentre sostiamo davanti alle tombe dei nostri cari defunti, eleviamo per essi la nostra preghiera di suffragio, espressione della nostra solidarietà e comunione di spirito, affinché possano entrare presto nella definitiva gloria del Signore. E anche i nostri morti possono, a loro volta, intercedere per noi proprio in virtù della stessa circolazione di carità, di cui ci assicura la Chiesa.

Cerchiamo di trascorrere questi due giorni con sentimenti di pietà cristiana; prendiamo parte al sacrificio della santa Messa, in cui Cristo si fa intercessore per i vivi e per i defunti; raccomandiamo le anime dei trapassati alla Vergine santissima, che invochiamo quale “Regina di Tutti i Santi”.

Ella è infatti la “piena di grazia” che, come tale, supera nella santità ogni altra creatura.

Per mezzo di lei, la cui immagine si trova spesso nelle cappelle e sulle tombe dei cimiteri cristiani, noi le affidiamo alla misericordia di Dio.


Ai dirigenti membri del Movimento “Pro Sanctitate”, nella “Giornata per la santificazione universale”.  

Rivolgo un particolare saluto ai Dirigenti e ai Membri del Movimento di Spiritualità “Pro Sanctitate”, che celebra oggi l’annuale “Giornata per la Santificazione Universale” meditando sul tema: “Evangelizzare la santità”, e cioè annunziare il Vangelo che è chiamata e via alla santità.

Nell’esprimere il mio compiacimento per quanto il Movimento si propone, esorto tutti gli aderenti a perseverare nel loro impegno di santificazione personale e di testimonianza in mezzo ai fratelli, affinché ogni cristiano ricuperi la consapevolezza della vocazione alla santità inscritta in lui dal Battesimo.

A tutti la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

------------------------------

ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi
Mercoledì, 1° novembre
 1989

 

1. È giunto il momento della recita dell’Angelus. Ci rivolgiamo oggi a Maria, “Regina di tutti i Santi”, con l’animo pieno di gioia per il dono che, in questa solennità, Dio ha fatto alla sua Chiesa, concedendole il conforto di proclamare santi due vigorosi testimoni delle beatitudini, e di iscrivere nell’albo dei beati, durante la celebrazione del vespro di ieri sera, un sacerdote parroco e pastore di anime.

Ci rallegriamo con la Vergine santissima constatando che anche questi insigni modelli di virtù cristiane furono animati da una fervida devozione verso di lei.

2. San Gaspare Bertoni svolse il suo apostolato tra i giovani avvalendosi dell’opera di animatori, raccolti nella “Coorte mariana”, e propose ad ogni categoria di fedeli, quali patroni e modelli, i “santi sposi” Maria e Giuseppe, a tutti additando come via sicura verso la santità l’imitazione delle loro virtù.

San Riccardo Pampuri ebbe fin dalla più tenera età una speciale devozione a Maria, “nostra Madre celeste”, com’egli amava designarla. Chi lo conobbe ricorda che, nelle feste mariane, lo si vedeva tutto giulivo nel volto, al punto da comunicare la sua gioia anche ai malati.

Il beato Giuseppe Baldo, parroco e fondatore della congregazione delle piccole figlie di san Giuseppe, pastore d’anime meraviglioso per la pietà, la tempestività degli insegnamenti e delle opere sociali, attento catechista della sua gente di ogni età e condizione, attuò giorno per giorno il suo programma di santificazione col fermo proposito di avere “Dio nella mente e nel cuore, Gesù Cristo come modello, Maria come aiuto”.

3. Carissimi fratelli e sorelle, davanti a questi insigni testimoni della perfezione evangelica tutti dobbiamo sentirci personalmente interpellati a rispondere con generosità alla universale vocazione alla santità, ciascuno nel proprio stato ed ufficio (cf. Lumen Gentium, cap. V).

***

i Saluti

Saluto con affetto i fedeli della diocesi di Verona, che vede oggi ben due suoi figli esaltati e proposti alla imitazione dei cristiani. Auspico che questi nuovi modelli di autenticità cristiana trovino nella attuale comunità veronese validi continuatori del loro amore a Cristo e del loro servizio alla Chiesa.

Saluto con gioia anche i fratelli dell’Ordine Ospedaliero di san Giovanni di Dio, e mi unisco alla loro giusta esultanza per la canonizzazione di un confratello in questo anno centenario del loro fondatore. Un santo contemporaneo, che alcuni dei presenti hanno conosciuto personalmente e che si presenta oggi alla vostra comunità come modello di quella sollecitudine verso il malato e il sofferente, che già insegnava e praticava san Giovanni di Dio. Raccogliete, cari fatebenefratelli, questo esempio di fedeltà al carisma che vi è proprio, nella consapevolezza di quanto esso sia oggi importante per attestare l’amore di Cristo verso gli umili e verso le vittime di ogni sorta di malattia.

Un saluto speciale rivolgo ai militari qui presenti, ed in particolare ai reparti della sanità, che vedono in san Riccardo un loro amico, che li ha preceduti come modello di un servizio alla patria, santificato mediante la carità e la fede. A tutti la mia Benedeizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!


--------------------------

ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi - Giovedì, 1° novembre 1990

 

Cari fratelli e sorelle!

1. I santi, dei quali oggi ricordiamo “in un’unica festa i meriti e la gloria”, sono coloro che hanno fatto dell’annuncio delle Beatitudini un programma di vita. Hanno creduto alla parola divina e alla sua promessa, confidando che essa non avrebbe tradito la loro speranza; hanno compreso che le beatitudini evangeliche esprimono tutta la realtà dei doni divini offerti all’uomo dal mistero della redenzione. Con le parole delle Beatitudini il Figlio del Dio vivente ha annunciato la nostra riconciliazione, poiché proprio in lui, e solo in lui poteva trovare piena soddisfazione l’amore eterno del Padre.

2. La parola “Beati” indica altresì un programma di vita e un segno dell’avvicinarsi di Dio a ogni uomo che nel mondo soffre e rivive nella propria storia il mistero della croce di Cristo. I santi hanno saputo vedere una speciale presenza di Cristo nella povertà e nell’afflizione, nella mitezza e nella misericordia, nell’estremo bisogno di giustizia e nella purezza di cuore.

Da queste situazioni, che in qualche modo indicano altrettanti capitoli della vita di Gesù, i santi hanno raccolto un insegnamento, convinti che le Beatitudini riguardano tutti coloro che vogliono essere discepoli del Signore.

3. A queste medesime considerazioni ci riconduce la commemorazione di tutti i fedeli defunti. Ricordiamo i nostri morti con l’affetto che dobbiamo loro per i vincoli di sangue, di amicizia o di gratitudine. Il loro passaggio alla vita eterna non distrugge i legami costruiti qui in terra, ma li esalta nella comunione con Dio. Ricordiamo le loro virtù e i loro esempi ed eleviamo per loro preghiere di suffragio.

Ricordiamo, in particolare, tutti coloro che hanno trovato in questi giorni la morte per malattia, in guerra, per incidenti sulla strada e sul lavoro.

Con tutti voi, specialmente con i fedeli di Roma, confido di incontrarmi questa sera al cimitero del Verano, per la celebrazione del sacrificio eucaristico. Vi invito ora alla preghiera dell’Angelus, quotidiano annuncio di beatitudine, che ci avvicina alla Madre dei santi, Colei che è detta “Beata” nel Vangelo, perché ha creduto.  

***

A tutti la mia Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

-----------------------------


ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi - Venerdì, 1° novembre 1991

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. Oggi, solennità di Tutti i Santi, eleviamo il nostro pensiero al Cielo e invochiamo con fervore tutti coloro che già godono in Paradiso l'eterna felicità di Dio.

San Giovanni nel libro dell'apocalisse afferma di aver visto una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (cfr. Ap 7, 9): è questa l'immagine celeste della universalità della redenzione. La visione di San Giovanni ci conforta, perché ci fa riflettere sulla infinita Misericordia dell'Altissimo, che ha preparato per tutti i credenti in Cristo un destino così ineffabile.

La Liturgia di questa Solennità esprime la suprema certezza della Gloria Eterna, la quale ci è stata acquistata dal Cristo con la sua passione, morte e risurrezione.

Tutti coloro che percorrono la strada indicata nelle Beatitudini evangeliche, Dio li chiama ad una profonda comunione con sé. I Santi infatti sono coloro che hanno realizzato il programma del discorso della montagna e si sono fatti poveri, umili, misericordiosi, caritatevoli, pazienti, puri di cuore e operatori di pace per amore del Suo nome.

Così dobbiamo comportarci anche noi, se vogliamo seguire il loro destino di beatitudine senza fine.

2. La Solennità di Tutti i Santi ci introduce anche alla Commemorazione di Tutti i fedeli Defunti, i quali non si trovano ancora nella piena visione di Dio, ma l'attendono vivamente in una misteriosa purificazione. Durante la visita ai cimiteri, che compiamo oggi e domani, eleviamo preghiera di suffragio per i nostri cari defunti, affinché possano entrare presto nella luce e nella pace. Anch'io questo pomeriggio mi recherò al cimitero romano di Prima Porta dove celebrerò l' Eucaristia per tutte le anime del Purgatorio. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per le anime bisognose della nostra solidarietà spirituale e a trascorrere questi due giorni con sentimenti di pietà cristiana.

3. Raccomandiamo le anime dei nostri cari alla Vergine Santissima che invochiamo come "Regina di Tutti i Santi". Per mezzo di Lei, la cui immagine si trova spesso sulle tombe cristiane, affidiamo alla misericordia di Dio tutte le anime che attendono di essere accolte nelle dimore eterne.


----------------------------------

ANGELUS

Solennità di Tutti i Santi
Domenica, 1° novembre 1992

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1. La solennità liturgica di Tutti i Santi ci invita a levare lo sguardo verso il Cielo per contemplare l'innumerevole schiera di coloro che hanno corrisposto pienamente alla Grazia, e ora, "davanti al Trono" di Dio (cfr. Ap 7, 15), cantano in eterno la sua gloria. Essi costituiscono la "Città santa", alla quale volentieri guardiamo, come alla nostra mèta definitiva, mentre siamo pellegrini nella "città terrena", affaticati dall'asprezza del cammino. Vogliamo oggi alzare gli occhi verso il Cielo non per dimenticare le afflizioni della terra, ma per affrontarle con più coraggio. I Santi, testimoni eloquenti dell'azione soprannaturale di Dio nella vita dell'uomo, ci additano il traguardo definitivo della storia, quando il Signore "farà nuove tutte le cose" (Ap 21, 5).

2. L'odierna festività ci aiuta così a prendere coscienza della comune vocazione alla santità. Non a caso, tra i santi che la Chiesa venera, ci sono persone di ogni età, popolo e condizione sociale. "Santi" sono del resto non soltanto quelli canonizzati, ma tutti i credenti che vivono e muoiono fedeli alla divina volontà. Il mondo ha urgente bisogno di una primavera di santità, che accompagni gli sforzi della nuova evangelizzazione, ed offra all'uomo del nostro tempo, spesso deluso da vane promesse e tentato dallo scoraggiamento, un'indicazione di senso e un motivo di rinnovata fiducia. A questa sfida sono chiamati a rispondere i figli della Chiesa, mediante un serio e quotidiano impegno di santificazione "nelle condizioni, doveri e circostanze della loro vita", "manifestando a tutti, nello stesso servizio temporale, la carità con la quale Dio ha amato il mondo" (LG 41).

3. Ci aiutano in tale faticoso ma esaltante itinerario spirituale i nostri fratelli del Paradiso, ai quali ci lega non solo il ricordo devoto, ma una profonda e vitale comunione, realizzata dallo Spirito Santo, che edifica incessantemente la Chiesa come "corpo di Cristo". Si tratta di una comunione che si estende anche a quanti sono morti nel segno della fede, ma bisognosi della misericordia purificatrice del Padre celeste, attendono in purgatorio di poter godere la luce del suo volto. In un misterioso scambio di doni, essi intercedono per noi e noi offriamo per loro la nostra preghiera di suffragio.

Carissimi fratelli e sorelle! Vorrei invitarvi ad unirvi idealmente a me questo pomeriggio, quanto, secondo una ormai consolidata tradizione, mi recherò al cimitero del Verano, per celebrare la santa Eucaristia al fine di impetrare un'effusione di divina misericordia su tutti i nostri cari defunti. Voglia la Vergine Santa interporre la sua materna intercessione, facendosi ancora una volta per i suoi figli "segno di consolazione e di sicura speranza" (LG 68).


-----------------------------





[Modificato da Caterina63 22/10/2018 20:53]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com