A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Udienze generali del pontefice da gennaio 2019

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2020 15:12
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02/10/2019 23:21
 
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UDIENZA GENERALE


Mercoledì, 2 ottobre 2019


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Catechesi sugli Atti degli Apostoli - 10. «Annunciò a lui Gesù» (At 8,35). Filippo e la “corsa” del Vangelo su nuove strade.

Cari fratelli e sorelle!

Dopo il martirio di Stefano, la “corsa” della Parola di Dio sembra subire una battuta d’arresto, per lo scatenarsi di «una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme» (At 8,1). A seguito di ciò, gli Apostoli rimangono a Gerusalemme, mentre molti cristiani si disperdono in altri luoghi della Giudea e in Samaria.

Nel Libro degli Atti, la persecuzione appare come lo stato permanente della vita dei discepoli, in accordo con quanto detto da Gesù: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Ma la persecuzione, invece di spegnere il fuoco dell’evangelizzazione lo alimenta ancora di più.

Abbiamo sentito cosa ha fatto il diacono Filippo che comincia ad evangelizzare le città della Samaria, e numerosi sono i segni di liberazione e guarigione che accompagnano l’annuncio della Parola. A questo punto lo Spirito Santo segna una nuova tappa del viaggio del Vangelo: spinge Filippo ad andare incontro a uno straniero dal cuore aperto a Dio. Filippo si alza e parte con slancio e, su una strada deserta e pericolosa, incontra un alto funzionario della regina di Etiopia, amministratore dei suoi tesori. Quest’uomo, un eunuco, dopo essere stato a Gerusalemme per il culto, sta tornando al suo paese. Era un proselito giudeo dell’Etiopia. Seduto in carrozza, legge il rotolo del profeta Isaia, in particolare il quarto canto del “servo del Signore”.

Filippo si accosta alla carrozza e gli chiede: «Capisci quello che stai leggendo?» (At 8,30). L’Etiope risponde: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?» (At 8,31). Quell’uomo potente riconosce di avere bisogno di essere guidato per comprendere la Parola di Dio. Era il grande banchiere, era il ministro dell’economia, aveva tutto il potere dei soldi, ma sapeva che senza la spiegazione non poteva capire, era umile.

E questo dialogo tra Filippo e l’Etiope fa riflettere anche sul fatto che non basta leggere la Scrittura, occorre comprenderne il senso, trovare il “succo” andando oltre la “scorza”, attingere lo Spirito che anima la lettera. Come disse Papa Benedetto all’inizio del Sinodo sulla Parola di Dio, «l’esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario, […]. È il movimento della mia esistenza» (Meditazione, 6 ottobre 2008). Entrare nella Parola di Dio è essere disposti a uscire dai propri limiti per incontrare e conformarsi a Cristo che è la Parola vivente del Padre.

Chi è dunque il protagonista di questo che leggeva l’etiope? Filippo offre al suo interlocutore la chiave di lettura: quel mite servo sofferente, che non reagisce al male con il male e che, pur se considerato fallito e sterile e infine tolto di mezzo, libera il popolo dall’iniquità e porta frutto per Dio, è proprio quel Cristo che Filippo e la Chiesa tutta annunciano! Che con la Pasqua ci ha redenti tutti. Finalmente l’etiope riconosce Cristo e chiede il Battesimo e professa la fede nel Signore Gesù. E’ bello questo racconto ma chi ha spinto Filippo ad andare nel deserto per incontrare quest’uomo? Chi ha spinto Filippo ad accostarsi alla carrozza? E’ lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è il protagonista dell’evangelizzazione. “Padre, io vado a evangelizzare” – “Sì, cosa fai?” – “Ah, io annuncio il Vangelo e dico chi è Gesù, cerco di convincere la gente che Gesù è Dio”. Caro, questo non è evangelizzazione, se non c’è lo Spirito Santo non c’è evangelizzazione. Questo può essere proselitismo, pubblicità… Ma l’evangelizzazione è farti guidare dallo Spirito Santo, che sia Lui a spingerti all’annuncio, all’annuncio con la testimonianza, anche con il martirio, anche con la parola.

Dopo aver fatto incontrare l’Etiope con il Risorto – l’etiope incontra Gesù risorto perché capisce quella profezia - Filippo scompare, lo Spirito lo prende e lo invia a fare un’altra cosa. Ho detto che il protagonista dell’evangelizzazione è lo Spirito Santo e qual è il segno che tu cristiana, cristiano, sei un evangelizzatore? La gioia. Anche nel martirio. E Filippo pieno di gioia andò da un’altra parte a predicare il Vangelo.

Che lo Spirito faccia dei battezzati uomini e donne che annunciano il Vangelo per attirare gli altri non a sé ma a Cristo, che sanno fare spazio all’azione di Dio, che sanno rendere gli altri liberi e responsabili dinanzi al Signore.
 


 

Saluti:

أرحب بالحاضرين الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من العراق، ومن الأردن، ومن الشرق الأوسط. من المستحيل، بدون مساعدة الرب لنا، أن نفهم الكتاب المقدس بعمق، والعكس صحيح أيضا: فبدون الكتاب المقدس، تظل أحداث رسالة يسوع وكنيسته في العالم غير مفهومة. وقد كتب القديس إيرونيموس بحق: "أن نجهل الكتاب المقدس هو أن نجهل المسيح ذاته". ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم دائما من الشرير!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dall’Iraq, dalla Giordania e dal Medio Oriente. Senza il Signore è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo. Giustamente San Girolamo poteva scrivere: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Il Signore vi benedica e vi protegga ‎sempre dal‎ maligno‎‎‎‏!]

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, wczoraj rozpoczął się Nadzwyczajny Miesiąc Misyjny. „Obchody tego miesiąca pomogą nam przede wszystkim w ponownym odkryciu misyjnego znaczenia naszego przylgnięcia wiary do Jezusa Chrystusa, wiary darmo otrzymanej jako dar w sakramencie Chrztu św.” Wszyscy bowiem, jako „Ochrzczeni i posłani”, jesteśmy wezwani, byśmy sami byli świadkami Chrystusa i byśmy wspierali misjonarzy, którzy niosą Ewangelię wszystkim ludom na świecie. Niech im zawsze towarzyszy nasza modlitwa i konkretne dzieła solidarności. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, ieri è iniziato il Mese Missionario Straordinario. “Celebrare questo mese ci aiuterà in primo luogo a ritrovare il senso missionario della nostra adesione di fede a Gesù Cristo, fede gratuitamente ricevuta come dono nel Battesimo”. Infatti tutti, come “Battezzati e inviati”, siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo e sostenitori dei missionari che portano il Vangelo a tutti i popoli del mondo. La nostra preghiera e i gesti concreti di solidarietà li accompagnino sempre. Vi benedico di cuore.]

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.

Oggi celebriamo la memoria dei Santi Angeli Custodi. La loro presenza rafforzi in voi la certezza che Dio accompagna il cammino di vita di ciascuno. Vi sostengano nell’annunciare e vivere il Vangelo di Cristo per un mondo rinnovato nell’amore di Dio.

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UDIENZA GENERALE

 

Mercoledì, 9 ottobre 2019

 

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Catechesi sugli Atti degli Apostoli - 11. «Lo strumento che ho scelto per me» (At 9,15). Saulo, da persecutore ad evangelizzatore.

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

 

A partire dall’episodio della lapidazione di Stefano, compare una figura che, accanto a quella di Pietro, è la più presente ed incisiva negli Atti degli Apostoli: quella di «un giovane, chiamato Saulo» (At 7,58). È descritto all’inizio come uno che approva la morte di Stefano e vuole distruggere la Chiesa (cfr At 8,3); ma poi diventerà lo strumento scelto da Dio per annunciare il Vangelo alle genti (cfr At 9,15; 22,21; 26,17).

 

Con l’autorizzazione del sommo sacerdote, Saulo dà la caccia ai cristiani e li cattura. Voi, che venite da alcuni popoli che sono stati perseguitati dalle dittature, voi capite bene cosa significa dare la caccia alla gente e catturarla. Così faceva Saulo. E questo lo fa pensando di servire la Legge del Signore. Dice Luca che Saulo “spirava” «minacce e stragi contro i discepoli del Signore» (At 9,1): in lui c’è un soffio che sa di morte, non di vita.

 

Il giovane Saulo è ritratto come un intransigente, cioè uno che manifesta intolleranza verso chi la pensa diversamente da sé, assolutizza la propria identità politica o religiosa e riduce l’altro a potenziale nemico da combattere. Un ideologo. In Saulo la religione si era trasformata in ideologia: ideologia religiosa, ideologia sociale, ideologia politica. Solo dopo essere stato trasformato da Cristo, allora insegnerà che la vera battaglia «non è contro la carne e il sangue, ma contro […] i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male» (Ef 6,12). Insegnerà che non si devono combattere le persone, ma il male che ispira le loro azioni.

 

La condizione rabbiosa – perché Saulo era rabbioso – e conflittuale di Saulo invita ciascuno a interrogarsi: come vivo la mia vita di fede? Vado incontro agli altri oppure sono contro gli altri? Appartengo alla Chiesa universale (buoni e cattivi, tutti) oppure ho una ideologia selettiva? Adoro Dio o adoro le formulazioni dogmatiche? Com’è la mia vita religiosa? La fede in Dio che professo mi rende amichevole oppure ostile verso chi è diverso da me?

 

Luca racconta che, mentre Saulo è tutto intento ad estirpare la comunità cristiana, il Signore è sulle sue tracce per toccargli il cuore e convertirlo a sé. È il metodo del Signore: tocca il cuore. Il Risorto prende l’iniziativa e si manifesta a Saulo sulla via di Damasco, evento che viene narrato per ben tre volte nel Libro degli Atti (cfr. At 9,3-19; 22,3-21; 26,4-23). Attraverso il binomio «luce» e «voce», tipico delle teofanie, il Risorto appare a Saulo e gli chiede conto della sua furia fratricida: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9,4). Qui il Risorto manifesta il suo essere una cosa sola con quanti credono in Lui: colpire un membro della Chiesa è colpire Cristo stesso! Anche coloro che sono ideologi perché vogliono la “purità” – tra virgolette – della Chiesa, colpiscono Cristo.

 

La voce di Gesù dice a Saulo: «Alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare» (At 9,6). Una volta in piedi, però, Saulo non vede più nulla, è diventato cieco, e da uomo forte, autorevole e indipendente diventa debole, bisognoso e dipendente dagli altri, perché non vede. La luce di Cristo lo ha abbagliato e reso cieco: «Appare così anche esteriormente ciò che era la sua realtà interiore, la sua cecità nei confronti della verità, della luce che è Cristo» (Benedetto XVI, Udienza generale, 3 settembre 2008).

 

Da questo “corpo a corpo” tra Saulo e il Risorto prende il via una trasformazione che mostra la “pasqua personale” di Saulo, il suo passaggio dalla morte alla vita: ciò che prima era gloria diventa «spazzatura» da rigettare per acquistare il vero guadagno che è Cristo e la vita in Lui (cfr Fil 3,7-8).

 

Paolo riceve il Battesimo. Il Battesimo segna così per Saulo, come per ciascuno di noi, l’inizio di una vita nuova, ed è accompagnato da uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso e sugli altri, che da nemici diventano ormai fratelli in Cristo.

 

Chiediamo al Padre che faccia sperimentare anche a noi, come a Saulo, l’impatto con il suo amore che solo può fare di un cuore di pietra un cuore di carne (cfr Ez 11,15), capace di accogliere in sé «gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5).

 


 

 

 

Saluti:

 

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. W poniedziałek obchodziliśmy wspomnienie Najświętszej Maryi Panny Różańcowej. Objawiając się w Polsce, w Gietrzwałdzie, Matka Boża poleciła: „Życzę sobie, abyście codziennie odmawiali różaniec”. Zapewniała, że łaski wyproszone przez tę modlitwę będą zbawienne i doprowadzą ludzi do szczęścia w niebie. Pamiętajcie o tym szczególnie teraz, w październiku, w miesiącu Różańca świętego. Przez wstawiennictwo Maryi, Pośredniczki łask, wypraszajcie pokój dla świata, mądrość dla rządzących oraz wiarę i jedność dla rodzin. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

 

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Lunedì scorso abbiamo celebrato la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Durante le Sue apparizioni a Gietrzwałd, in Polonia, la Madonna ha raccomandato: «È mio desiderio che voi recitiate il rosario ogni giorno». Assicurava che le grazie impetrate da questa preghiera sarebbero state salvifiche e avrebbero condotto gli uomini alla felicità in cielo. Ricordatevi di queste parole, soprattutto ora, nel mese di ottobre, dedicato al Santo Rosario. Per intercessione di Maria Mediatrice delle Grazie, chiedete la pace per il mondo, la saggezza per i governanti, e la fede e l’unità alle famiglie. Sia lodato Gesù Cristo.]

 

Od srca pozdravljam hrvatske hodočasnike, osobito studente Katoličkoga bogoslovnog fakulteta Sveučilišta u Splitu. U ovom Izvanrednom misijskom mjesecu pozivam vas da hrabro odgovorite na Božji poziv, kako biste, po studiju i molitvi, rasli u nadnaravnim darovima vjere, nade i ljubavi na dobrobit braće i sestara. Hvaljen Isus i Marija!

 

[Saluto di cuore i pellegrini croati, in particolare gli studenti della Facoltà di Teologia Cattolica dell’Università di Split. In questo Mese Missionario Straordinario vi invito a rispondere con coraggio alla vocazione divina perché cresciate, attraverso lo studio e la preghiera, nei doni soprannaturali di fede, speranza e carità per il bene dei fratelli e delle sorelle. Siano lodati Gesù e Maria!]

 

* * *

 

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.

 

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Questi che fanno rumore sono gli sposi novelli … Io li chiamo “i coraggiosi”, perché ci vuole coraggio per sposarsi oggi. Sono bravi! In questo mese mariano, imitate lo zelo e lo slancio missionario della Madonna, fatevi annunciatori di Cristo in ogni vostro ambiente di vita.

 

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UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 16 ottobre 2019

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Catechesi sugli Atti degli Apostoli - 12. «Dio non fa preferenza di persone» (At 10,34). Pietro e l’effusione dello Spirito sui pagani

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il viaggio del Vangelo nel mondo, che San Luca racconta negli Atti degli Apostoli, è accompagnato dalla somma creatività di Dio che si manifesta in maniera sorprendente. Dio vuole che i suoi figli superino ogni particolarismo per aprirsi all’universalità della salvezza. Questo è lo scopo: superare i particolarismi ed aprirsi all’universalità della salvezza, perché Dio vuole salvare tutti. Quanti sono rinati dall’acqua e dallo Spirito – i battezzati – sono chiamati a uscire da sé stessi e aprirsi agli altri, a vivere la prossimità, lo stile del vivere insieme, che trasforma ogni relazione interpersonale in un’esperienza di fraternità (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 87).

Testimone di questo processo di “fraternizzazione” che lo Spirito vuole innescare nella storia è Pietro, protagonista negli Atti degli Apostoli insieme a Paolo. Pietro vive un evento che segna una svolta decisiva per la sua esistenza. Mentre sta pregando, riceve una visione che funge da “provocazione” divina, per suscitare in lui un cambiamento di mentalità. Vede una grande tovaglia che scende dall’alto, contenente vari animali: quadrupedi, rettili e uccelli, e sente una voce che lo invita a cibarsi di quelle carni. Egli, da buon ebreo, reagisce sostenendo di non aver mai mangiato nulla di impuro, come richiesto dalla Legge del Signore (cfr Lv 11). Allora la voce ribatte con forza: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano» (At 10,15).

Con questo fatto il Signore vuole che Pietro non valuti più gli eventi e le persone secondo le categorie del puro e dell’impuro, ma che impari ad andare oltre, per guardare alla persona e alle intenzioni del suo cuore. Ciò che rende impuro l’uomo, infatti, non viene da fuori ma solo da dentro, dal cuore (cfr Mc 7,21). Gesù lo ha detto chiaramente.

Dopo quella visione, Dio invia Pietro a casa di uno straniero non circonciso, Cornelio, «centurione della coorte detta Italica, […] religioso e timorato di Dio», che fa molte elemosine al popolo e prega sempre Dio (cfr At 10,1-2), ma non era ebreo.

In quella casa di pagani, Pietro predica Cristo crocifisso e risorto e il perdono dei peccati a chiunque crede in Lui. E mentre Pietro parla, sopra Cornelio e i suoi familiari si effonde lo Spirito Santo. E Pietro li battezza nel nome di Gesù Cristo (cfr At 10,48).

Questo fatto straordinario – è la prima volta che succede una cosa del genere – viene risaputo a Gerusalemme, dove i fratelli, scandalizzati dal comportamento di Pietro, lo rimproverano aspramente (cfr At 11,1-3). Pietro ha fatto una cosa che andava al di là della consuetudine, al di là della legge, e per questo lo rimproverano. Ma dopo l’incontro con Cornelio, Pietro è più libero da sé stesso e più in comunione con Dio e con gli altri, perché ha visto la volontà di Dio nell’azione dello Spirito Santo. Può dunque comprendere che l’elezione di Israele non è la ricompensa per dei meriti, ma il segno della chiamata gratuita ad essere mediazione della benedizione divina tra i popoli pagani.

Cari fratelli, dal principe degli Apostoli impariamo che un evangelizzatore non può essere un impedimento all’opera creativa di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4), ma uno che favorisce l’incontro dei cuori con il Signore. E noi, come ci comportiamo con i nostri fratelli, specie con coloro che non sono cristiani? Siamo impedimento per l’incontro con Dio? Ostacoliamo il loro incontro con il Padre o lo agevoliamo?

Chiediamo oggi la grazia di lasciarci stupire dalle sorprese di Dio, di non ostacolare la sua creatività, ma di riconoscere e favorire le vie sempre nuove attraverso cui il Risorto effonde il suo Spirito nel mondo e attira i cuori facendosi conoscere come il «Signore di tutti» (At 10,36). Grazie.


Saluti:

 

Saluto infine i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli. Dopo domani celebreremo la festa di san Luca, l’evangelista che rivela meglio il cuore di Gesù e la sua misericordia. Tale ricorrenza aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani, testimoni delle bontà del Signore.

 
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[Modificato da Caterina63 16/10/2019 12:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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