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Il Libro della FIDUCIA - testo integrale

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2020 18:02
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Sesso: Femminile
10/02/2019 17:08
 
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CAPITOLO QUARTO 



La fiducia in Dio e i nostri bisogni spirituali
 






La misericordia di Nostro Signore verso i peccatori 



La Provvidenza, che nutre l'uccello sul ramo, ha cura del nostro corpo. Tuttavia, cos'è mai questo misero corpo? Una cosa fragile, un condannato a morte sorvegliato dai vermi. Nella nostra folle corsa, c'illudiamo di dirigerci verso i nostri affari o i nostri piaceri; ogni nostro passo ci avvicina al termine, noi stesso trasciniamo il nostro cadavere fino all'orlo della tomba. 

Se Dio si prende cura in questo modo dei nostri corpi corruttibili, con quale sollecitudine vigilerà sulle nostre anime immortali? Egli prepara loro dei tesori di grazia la cui ricchezza oltrepassa la nostra immaginazione; invia loro degli aiuti sovrabbondanti per la loro santificazione e salvezza. 

Non prenderò qui in considerazione questi mezzi di santificazione messi a nostra disposizione dalla Fede. 

Mi rivolgerò semplicemente alle anime tormentate, che si incontrano così spesso. Vangelo alla mano, mostrerò loro l'inconsistenza dei loro timori. Non debbono abbattersi né per la gravità delle loro colpe, né per la molteplicità delle loro ricadute, né per le loro tentazioni. Al contrario, più esse avvertono la gravità delle loro miserie, più debbono appoggiarsi a Dio. Che non perdano la fiducia! Qualunque sia l'orrore del loro stato, per quanto abbiano vissuto a lungo nel disordine, con gli aiuti della grazia esse possono convertirsi ed innalzarsi verso un'alta perfezione. 

La misericordia di Nostro Signore è infinita: nulla la disgusta, neppure le colpe che ci sembrano essere le più vergognose e criminali. Durante la sua vita mortale, il Maestro accoglieva i peccatori con una bontà tutta divina: non ha mai rifiutato loro il suo perdono. 

Spinta dall'ardore del suo pentimento, senza curarsi delle convenienze mondane, Maria Maddalena entra nella sala del banchetto. Ella si prosterna ai piedi di Gesù e li inonda delle sue lacrime. Il fariseo Simone osserva questa scena con occhio ironico; dentro di sé, egli s'indigna. "Se quest'uomo fosse un Profeta - pensa - saprebbe chi è questa donna e la scaccerebbe con disprezzo". Ma il Salvatore non la respinge: accetta i suoi sospiri, le sue lacrime, tutti i segni sensibili della sua umile contrizione; la purifica delle sue sozzure e la colma di doni soprannaturali. E il suo Sacro Cuore si riempie di una gioia immensa, mentre lassù, nel Regno del suo Padre, gli Angeli sobbalzano di giubilo: un'anima era perduta, ed eccola ritrovata, un'anima era morta, ed eccola restituita alla vera Vita. 

Il Maestro non si limita ad accogliere con mansuetudine i poveri peccatori; giunge fino a prendere la loro difesa. D'altronde, non è forse questa la sua missione? Non si è costituito come nostro avocato? 1 

Un giorno, gli si conduce una sventurata sorpresa nell'atto stesso della sua colpa. La dura legge di Mosè la condanna formalmente: la colpevole deve morire col lento supplizio della lapidazione. Tuttavia, gli scribi ed i farisei attendono impazientemente la sentenza del Salvatore: se Egli la perdona, i suoi nemici lo accuseranno di disprezzare le tradizioni d'Israele. Che cosa dunque farà? 

Dirà una sola frase, che basterà a confondere i farisei orgogliosi ed a salvare la peccatrice. 

"Colui che tra voi è senza peccato, scagli la prima pietra" 2. 

Risposta piena di saggezza e di misericordia. Udendola, questi uomini arroganti arrossiscono di vergogna. Uno dopo l'altro, si allontanano confusi; i vecchi se ne vanno per primi. 

E Gesù resterà solo con la donna. 

"Dove sono i tuoi accusatori? - le chiede - Nessuno ti ha condannato?". 

"Ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù disse allora: Neppure io ti condannerò. Va, e non peccare più" 3. 

Se i peccatori non vengono da Lui, il Maestro si lancia al loro inseguimento: come il padre del figlio prodigo, attende il ritorno dell'ingrato; come il buon Pastore, va in cerca della pecora smarrita e, ritrovatala, la carica sulle proprie divine spalle e la riconduce insanguinata all'ovile. Oh, non lo infastidiscono le sue ferite: come il buon Samaritano, le medicherà con olio e vino simbolici; verserà sulle sue piaghe il balsamo della Penitenza e, per fortificarla, la farà bere nel suo Calice eucaristico. 

Anime colpevoli, non temete dunque il Signore: è specialmente per voi ch'Egli è disceso sulla terra. Non ripetete il grido disperato di Caino: "La mia colpa è troppo grande perché possa ottenere perdono"" 4. Come conoscereste male il Cuore di Gesù! 

Gesù ha purificato la Maddalena, ha perdonato il triplice rinnegamento di san Pietro, ha aperto il Cielo al buon ladrone. In verità, ve l'assicuro, se Giuda fosse andato a trovarlo dopo il suo crimine, Nostro Signore l'avrebbe accolto con misericordia. 

Come potrebbe dunque non perdonarvi? 





La grazia può santificarsi all'istante 



Abisso della debolezza umana! Tirannia delle cattive abitudini! Ricevono pure i cristiani, al tribunale della Penitenza, l'assoluzione delle loro colpe: la loro contrizione era sincera, le loro risoluzioni energiche. Ed essi ricadono negli stessi peccati, talvolta gravissimi; il numero delle loro cadute cresce incessantemente. Non hanno dunque, come sembra, delle buone ragioni per scoraggiarsi? 

Niente di più giusto che la constatazione delle nostre miserie ci conservi nell'umiltà. Se essa ci facesse però perdere la nostra fiducia, sarebbe una catastrofe, più pericolosa di così tante ricadute. 

L'anima che cade deve rialzarsi al più presto. Ch'ella non cessi di implorare la misericordia del Signore. Non sapete che Dio ha il suo tempo e che può in un attimo elevarvi ad una santità oltremodo sublime? 

Non aveva forse Marisa Maddalena condotto una vita criminosa? Eppure la grazia l'ha trasformata all'istante: senza transizioni, da peccatrice è diventata una gran santa. Ora, il braccio di Dio non s'è accorciato; quello che ha fatto per altri, può farlo per voi. Non dubitatene: la vostra fiduciosa e perseverante preghiera otterrà la guarigione completa della vostra anima. 

Non obiettate che il tempo passa e che la vostra vita forse giunge già al suo termine. Nostro Signore non ha forse aspettato l'agonia del buon ladrone per attirarlo vittoriosamente a sé? Quest'uomo colpevole si è convertito in un solo minuto. La sua fede e il suo amore sono stati così grandi che, malgrado i suoi crimini, non è passato nemmeno per il Purgatorio: occupa per sempre un posto elevatissimo nei Cieli. 

Nulla alteri la vostra fiducia. Dal fondo dell'abisso, gridate senza tregua verso il Cielo; Dio finirà per rispondere al vostro appello e compirà in voi la sua opera. 





Dio ci concede tutti gli aiuti necessari alla nostra santificazione e salvezza 



Alcune anime angosciate dubitano della loro eterna salvezza. Esse rievocano le loro colpe, pensano alle tentazioni, così violente, che talvolta ci assalgono, dimenticano la misericordiosa bontà di Dio. Quest'angoscia può diventare una vera tentazione di disperazione. 

Nella sua gioventù, san Francesco di Sales ha conosciuto questa prova: aveva il terrore di non essere predestinato. Il suo dolore era così violento da alterare la sua salute e passò diversi mesi in questo martirio interiore. Fu una preghiera eroica a liberarlo: il santo si prosternò davanti ad un altare dedicato a Maria, supplicò la Vergine Immacolata di fargli amare il suo Figlio con una carità tanto più ardente sulla terra, quanto più temeva di non poterlo amare nell'eternità. 

In mezzo a questo genere di sofferenze, c'è una verità di fede che deve consolarci pienamente: ci si danna soltanto per colpa del peccato mortale. Ora, evitarlo è sempre in nostro potere, e se abbiamo avuto la sventura di commetterlo, possiamo sempre riconciliarci con Dio. Un atto di contrizione perfetta ci purificherà all'istante, in attesa di fare una doverosa confessione, che conviene fare al più presto. 

Certo, la nostra misera volontà umana deve diffidare della sua debolezza; ma il Signore non ci negherà mai le grazie di cui abbiamo bisogno: farà tutto il possibile per aiutarci nell'affare sommamente importante della nostra salvezza. 

Ecco la grande verità che Gesù Cristo ha scritto col suo sangue, e che ora andiamo a rileggere insieme nella storia della sua Passione. 

Vi siete mai domandati come gli Ebrei abbiano potuto impadronirsi di Nostro Signore? Credete forse che ci siano riusciti con l'astuzia o con la forza? Pensate che, nella grande tormenta, Gesù sia stato spezzato perché era il più debole? 

Assolutamente no. I suoi amici non potevano nulla contro di lui. Più di una volta, durante i tre anni della sua predicazione, essi hanno cercato di ucciderlo. A Nazareth vogliono precipitarlo in un burrone; più volte accumulano pietre per lapidarlo. Ma la sua divina Sapienza elude le trame della loro collera e la sua Forza sovrana blocca il loro braccio; egli si ritira tranquillamente, senza che si sia riusciti a fargli il minimo male. 

Nel Gethsemani, nel momento in cui semplicemente pronuncia il suo nome davanti ai soldati del Tempio che hanno appena afferrato la sua sacra Persona, tutto questo drappello, colpito da terrore, si rovescia a terra. Non possono risollevarsi se non in virtù del suo permesso. 

Se Gesù è stato arrestato, se è stato crocifisso, se è stato immolato, è perché lo ha voluto nella pienezza della sua libertà e del suo amore per noi. "Oblatus est, quia voluit" 5. 

Se il Maestro ha sparso senza esitare il suo Sangue per noi, se è morto per noi, come potrebbe rifiutarci le grazie che ci sono assolutamente necessarie e che ci ha meritato con le sue sofferenze? 

Queste grazie, durante la sua Passione dolorosa, le ha offerte misericordiosamente alle anime più colpevoli. 

Due suoi Apostoli avevano commesso un crimine enorme: ad entrambi Egli ha offerto il suo perdono. 

Giuda lo tradisce e gli dà un bacio ipocrita. Gesù gli parla con toccante dolcezza, lo chiama "amico mio"; cerca, con la forza della tenerezza, di toccare il suo cuore indurito dall'avarizia: "Amico mio, a che sei venuto? Giuda con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?" 6 E' l'ultima grazia che il Maestro concede all'ingrato. E' una grazia di una forza tale che non ne comprenderemo mai tutta l'intensità. Ma Giuda la respinge: si danna perché lo ha proprio voluto. 

Pietro, che si credeva così forte, che aveva giurato di seguire il Maestro fino alla morte, lo abbandona allorché lo vede nelle mani dei soldati; non lo segue che da lontano. Entra tremando nel palazzo del Sommo Sacerdote. Per tre volte rinnega il Salvatore, perché ha paura dei motteggi di una serva; attesta spergiurando che non conosce "quell'uomo", e il gallo canta. Gesù torna indietro e rivolge al suo Apostolo uno sguardo pieno di misericordioso rimprovero: e i loro sguardi s'incontrano. Era la grazia, una grazia folgorante, che questo sguardo donava a Pietro. L'Apostolo non la respinge: uscì subito e pianse amaramente. 

Come a Giuda, come a Pietro, Gesù ci offre le sue grazie di pentimento e di conversione. Possiamo accettarle o rifiutarle: siamo liberi. Sta a noi decidere tra il bene e il male, tra il Cielo e l'Inferno; la nostra salvezza sta nelle nostre mani. 

Il Salvatore fa più che offrirci le sue grazie: intercede per noi presso suo Padre, gli ricorda le sofferenze che ha sopportato per la nostra Redenzione. Prende la nostra difesa di fronte a Lui, scusa le nostre colpe: "Padre mio - gridò tra i tormenti della sua agonia - Padre mio, perdonate loro, perché non sanno ciò che fanno" 7. 

Il Maestro, durante la sua Passione, aveva così gran desiderio di salvarci che non cessò un istante di pensare a ciascuno di noi. 

Sul Calvario, è ai peccatori che rivolge i suoi ultimi sguardi; è in favore del buon ladrone che pronuncia una delle sue ultime frasi. Stende ampiamente le sue braccia sulla Croce, per manifestare con quale amore accoglie il nostro pentimento sul suo adorabile Cuore. 





La contemplazione del Crocifisso deve rianimare la nostra fiducia 



Se qualche volta nelle vostre lotte intime sentite indebolirsi la vostra fiducia, meditate i passi del Vangelo che vi ho indicato. Lanciate un lungo sguardo sul vostro Crocifisso. 

Contemplate questa Croce ignominiosa sulla quale spira il Salvatore. Guardate la sua povera testa coronata di spine che cade inerte sul suo petto. Osservate i suoi occhi spenti, il suo livido volto su cui il Preziosissimo Sangue si coagula. Guardate i piedi e le mani trafitti, il suo Corpo straziato. Osservate il suo adorabile Cuore, aperto dalla lancia di un soldato: ne è uscita qualche goccia di acqua insanguinata. Vi ha dato tutto. Come potreste diffidare di Lui? 

Egli attende però che lo contraccambiate. 

In nome del suo amore, in nome del suo martirio, in nome della sua morte, risolvetevi di evitare ormai il peccato mortale. 

La vostra debolezza è grande, ma Egli vi aiuterà. Nonostante la vostra volontà, avrete forse delle cadute e ricadute; ma Egli è misericordioso. Quello ch'Egli vi chiede è di non intorpidirvi nel peccato, di non marcire nelle cattive abitudini. Promettetegli di confessarvi senza esitare e di non addormentarvi mai con un peccato mortale sulla coscienza. 

Beati voi, se manterrete coraggiosamente questo santo proposito! Gesù non avrà sparso invano per voi il suo prezioso Sangue. Potrete rassicurarvi sulle vostre disposizioni interiori. Avrete il diritto di considerare serenamente il tremendo problema della predestinazione: porterete sulla vostra fronte il segno degli eletti. 



Note: 



1 - Si quis peccaverit, advocatum habemus apud Patrem, Jesum Christum justum (I Gv, II, 1). 

2 - Qui sine peccato est vestrum, primus in illum lapidem mittat (Gv VIII, 7). 

3 - Et remansit solus Jesus, et mulier in medio stans. Erigens autem se Jesus, dixit ei: Mulier, ubi sunt qui te accusabant? Nemo, Domine. Dixit autem Jesus: Nec ego te condemnabo: vade, et jam amplius noli peccare (Gv, VIII, 9-11). 

4 - Major est iniquitas mea quam ut veniam merear (Gen, IV, 13). 

5 - Is, LIII, 7. 

6 - Amice ad quid venisti? (Mt, XXVI, 50). Juda, osculo Filium hominis tradis? (Lc, XXII, 48). 

7 - Pater, dimitte illis: non enim sciunt quid faciunt (Lc, XXIII, 34). 




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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