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Il Libro della FIDUCIA - testo integrale

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2020 18:02
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10/02/2019 17:10
 
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CAPITOLO SESTO 



I frutti della fiducia
 






La fiducia glorifica Dio 



L'elogio più magnifico che si possa fare della fiducia sta nel mostrarne i frutti: sarà questo l'argomento dell'ultimo capitolo. Possano le seguenti considerazioni incoraggiare le anime inquiete a vincere infine la loro pusillanimità ed a praticare perfettamente questa preziosa virtù. 

La fiducia non vaga nelle sfere più umili delle virtù morali: essa si lancia con un salto fin davanti al trono dell'Eterno, fino allo stesso cuore del Padre celeste. 

Essa rende un omaggio eccellente alle infinite perfezioni divine: alla sua bontà, perché essa attende solo da Lui gli aiuti necessari; alla sua potenza, perché essa disdegna ogni forza che non sia la sua; alla sua sapienza, perché essa riconosce la saggezza dei suoi sovrani interventi; alla sua fedeltà, perché essa conta senza esitazioni sulla sua divina parola. 

Essa dunque partecipa sia della lode che dell'adorazione. Ora, nelle manifestazioni della vita religiosa, non vi sono atti più elevati di questi: sono gli atti sublimi che occupano in Cielo le anime beate. I Serafini, in presenza dell'Altissimo, si velano il volto con le ali, e i cori angelici gli ripetono perdutamente la loro triplice acclamazione. 

La fiducia compendia, in una luminosa e dolcissima sintesi, la tre virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità. 

Così, il Profeta, ammirato dallo splendore di questa virtù si sente incapace di trattenere la propria ammirazione ed esclama nel suo entusiasmo: "Benedetto l'uomo che si affida a Dio" 1. 

Ma, per contro, l'anima sfiduciata offend3e il signore. Ella dubita della sua provvidenza, della sua bontà, del suo amore. Ella va in cerca degli aiuti delle creature; anche oggi, forse, si abbandona a pratiche superstiziose. Questa sventurata si appoggia su fragili sostegni, che si spezzeranno sotto il suo peso e la feriranno crudelmente. 

E Dio è irritato da una tale offesa. 

Nel IV Libro dei Re si racconta che Ochozia, ammalatosi, chiese consiglio ai sacerdoti degli idoli. Jahveh se ne irritò, e incaricò il profeta Elia di riferire terribili minacce al sovrano: "E' forse perché non v'è un solo Dio, in Israele, che tu consulti Belzebub, il dio di Acharon? Per questo fatto, non ti potrai più alzare dal letto su cui sei steso, ma anzi per certo morrai" 2. 

Il cristiano che dubita della bontà divina, che affida le proprie speranze alle creature, non merita forse lo stesso rimprovero? Non si espone a giusti castighi? Forse la Provvidenza non veglia su di lui, perch'egli debba rivolgersi follemente a esseri deboli, incapaci di aiutarlo? 





Essa attira favori eccezionali sulle anime 



"Non perdete la vostra fiducia, - dice l'Apostolo Paolo - poiché essa merita una grande ricompensa" 3. Infatti, questa virtù procura a Dio una gloria così grande, da attirare necessariamente sulle anime favori eccezionali. 

Nelle Scritture, il Signore ha più volte espresso con quale generosa magnificenza Egli tratti i cuori fiduciosi: 

"Poiché ha sperato in me, lo libererò; siccome ha conosciuto il mio Nome, lo proteggerò. Egli griderà verso di me ed io lo esaudirò. Sarò con lui nelle tribolazioni, lo scamperò e lo glorificherò" 4. Quali appaganti promesse, proferite da Colui che punisce ogni parola inutile e che condanna le più lievi esagerazioni! 

Secondo la testimonianza della Verità stessa, dunque, la fiducia di scampa da ogni male. 

"Siccome avete scelto l'Altissimo come vostro rifugio, il male non vi raggiungerà e i flagelli non si avvicineranno al vostro tabernacolo. Egli infatti ha comandato ai suoi Angeli di vegliare su di voi, lungo tutte le vostre vie: loro vi porteranno nelle loro mani affinché il vostro piede non inciampi contro un sasso. Voi camminerete sull'aspide e sul basilisco, e calpesterete il leone e il dragone" 5. 

Fra i mali dai quali la fiducia ci preserva, bisogna porre in prima fila il peccato. D'altronde, nulla di più conforme alla natura delle cose. L'anima fiduciosa conosce il proprio nulla, come quello di tutte le creature; è per questo ch'ella non conta né su se stessa né sugli uomini, ma mette in Dio tutta la sua speranza. Ella diffida della propria miseria, e quindi pratica la vera umiltà. Ora, non sapete forse che l'orgoglio è la radice di tutte le nostre colpe 6, l'inizio della rovina? 7 Il Signore si allontana dal superbo, lo abbandona alla sua debolezza e lo lascia cadere. La caduta di san Pietro ne è un terribile esempio. 

Nei misericordiosi disegni della sua sapienza, Dio permetterà forse che l'anima fiduciosa venga colpita, per un certo tempo, dalla prova; tuttavia, niente la smuoverà: essa rimarrà immobile e ferma "come il monte Sion" 8. Essa conserverà la gioia in fondo al suo cuore 9 e, nonostante i frastuoni della burrasca, si addormenterà in pace, come un bimbo tra le braccia del Padre 10. Essa si lascerà condurre fino al felice termine del proprio viaggio, poiché Dio salva "quelli che sperano in Lui" 11. 

Ma questi non sono che favori puramente negativi. 

Dio colma dei favori più positivi l'uomo che confida in Lui. Ascoltate con quale solenne poesia il Profeta illustra questa verità: 

"Beato l'uomo che si affida al Signore, e la cui speranza è nel Signore. Egli sarà come un albero piantato sulla riva delle acque, le cui radici sono nell'umida terra: non avrà nulla da temere, quando verrà il caldo. Le sue foglie saranno sempre verdi, e nel tempo della siccità non ne soffrirà, né cesserà mai di produrre frutti" 12. 

Per rendere la pace radiosa di questo quadro mediante un contrasto raggelante, osservate la lamentevole sorte di colui che si è affidato alle creature: 

"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che fa conto della carne e il cui cuore si allontana dal Signore! Egli sarà come la tamerice desertica, (...) resterà nell'aridità, su una terra salata e inabitabile" 13. 





La preghiera fiduciosa ottiene tutto 



Infine - e non è la minima delle sue prerogative - la fiducia viene sempre esaudita. Non si esagererà nel ripeterlo: la preghiera fiduciosa ottiene tutto. 

Le Scritture, con un'insistenza assai marcata, ci raccomandano di rianimare la nostra fede, ogni volta che presentiamo a Dio le nostre umili richieste: "Tutto ciò che avrete chiesto con fede nelle vostre preghiere, l'otterrete" 14, dice il Salvatore. L'Apostolo san Giacomo dice la stessa cosa: vuole che chiediamo con fede, senza esitare. Colui che dubita somiglia agli incostanti flutti del mare: non pretenda, in questa disposizione d'animo, di venire esaudito 15. 

Di quale fede si parla, in questi passi? 

Non della fede abituale, infusa dal Battesimo nelle nostre anime, ma di questa speciale fiducia, che ci fa attendere con fermezza l'intervento della Provvidenza in una data situazione. Nostro Signore lo dice esplicitamente nel Vangelo: "Tutto ciò che chiedete nella preghiera, abbiate fede di ottenerlo, e vi sarà accordato" 16. Il Maestro non poteva descrivere più chiaramente la fiducia. 

Possiamo avere una fede vivissima, e tuttavia dubitare che Dio voglia accogliere favorevolmente alcune nostre richieste. Per esempio, siamo certi che l'oggetto del nostro desiderio sia compatibile col nostro vero bene? E dunque esitiamo. Questa semplice esitazione, fa notare un teologo, diminuisce l'efficacia della nostra preghiera 17. 

Altre volte, al contrario, la nostra intima certezza si fortifica al punto da scacciare del tutto ogni dubbio ed esitazione. Siamo tanto certi d'essere esauditi, che ci sembra di possedere già la grazia sollecitata. 

"In considerazione di una così perfetta fiducia - scrive il padre Pesch - Dio ci concede dei favori che, senza di essa, non ci avrebbe mai dato. Effettivamente, il bene che gli abbiamo chiesto non ci era indispensabile, oppure non rispondeva alle condizioni necessarie perché Dio fosse tenuto ad accordarcelo in forza delle sue promesse" 18. 

D'altronde, la maggior parte delle volte, questa certezza interiore è opera della Grazia in noi. 

"Così - conclude lo stesso autore - una fiducia singolare di ottenere tale o talaltra grazia, è una specie di promessa specifica che Dio ci fa nell'accordarcela" 19. 

Una frase di san Tommaso riassumerà questa breve disquisizione: "La preghiera - dice il Dottore Angelico- riceve dalla carità il suo merito, ma la sua efficacia impetratoria le viene dalla fede e dalla fiducia" 20. 





Esempi di santi 



I santi pregavano con questa fiducia, e Dio si mostrava, verso di loro, di un'infinita munificenza. 

L'abate Sisois, come riferiscono le Vite dei Padri, pregava per uno dei suoi discepoli, piegato dalla violenza della tentazione: "Lo vogliate o no - diceva rivolto a Dio - non vi lascerò finché non l'abbiate guarito!". E l'anima del povero frate ritrovò la Grazia e la serenità 21. 

Nostro Signore si degnò di rilevare a santa Gertrude che la fiducia di lei faceva una tale violenza al suo Sacro Cuore, che Egli era costretto a favorirla in tutto; ed aggiungeva che, così facendo, soddisfaceva le esigenze della sua bontà e del suo amore per lei. 

Un'amica della stessa santa da un certo tempo pregava senza riuscire ad ottenere nulla. "Ho rimandato la concessione di quanto mi avevi domandato - le disse il Salvatore - perché tu non confidi affatto nella mia bontà come fa la mia fedele Gertrude. Per questo non le rifiuterò mai nulla di ciò che mi chiederà" 22. 

Infine, ecco come pregava santa Caterina da Siena, secondo la testimonianza del suo confessore, il beato Raimondo da Capua: "Signore, non lascerò i vostri piedi, la vostra presenza, finché la vostra bontà non mi avrà concesso quanto desidero, finché non desidererete fare quello che voglio.". 

"Signore - proseguiva - voglio che mi promettiate, per tutti coloro che amo, la vita eterna". 

Poi, con un ardimento ammirevole, tendeva le mani verso il Tabernacolo: 

"Signore, mettete la vostra mano nella mia. Sì, datemi la prova che mi concederete quanto vi chiedo". 

Questi esempi c'invitino a rientrare in noi stessi; esaminiamo un poco la nostra coscienza. Poniamoci, con un pio scrittore, questa domanda: "Mettiamo noi nelle nostre preghiere una fiducia estrema, qualcosa di simile a quella radicalità del fanciullo che sollecita dalla propria madre un oggetto cui tiene? La radicalità di questi piccoli mendicanti che ci inseguono e che vengono esauditi a forza di importunare? La radicalità, soprattutto, insieme così rispettosa e così fiduciosa, che i santi hanno nelle loro richieste" 23. 





Conclusione dell'opera 



Una conclusione deriva naturalmente imperiosamente, da questo nostro breve studio. 

Anime cristiane, impiegate tutti i mezzi di cui disponete per ottenere la fiducia! 

Meditate molto sull'infinito potere di Dio, sul suo immenso amore, sulla sua inviolabile fedeltà nel mantenere le promesse, sulla Passione di Nostro Signore. 

Ma non rifugiatevi indefinitivamente nella contemplazione: passate dalla riflessione all'azione. 

Moltiplicate gli atti di fiducia; ciascuna delle vostre occupazioni sia un'occasione per rinnovarli. Sarà soprattutto nell'ora delle difficoltà e della prova che bisognerà moltiplicarli. 

Ripetete spesso l'invocazione, così toccante: "Cuore Sacratissimo di Gesù, confido in voi!". 

Diceva Nostro Signore ad un'anima privilegiata: "La sola preghiera: Mi affido a voi, mi rapisce il Cuore, poiché in essa sono comprese la fiducia, la fede, l'amore e l'umiltà" 24. 

Non abbiate timore di esagerare nella pratica di questa virtù! "Non bisogna mai temere, supponendo di condurre una buona vita, di avere una fiducia troppo grande; poiché come Dio, a motivo della sua infinita veracità, merita una fede in un certo senso infinita, così, a motivo della sua potenza, della sua bontà, dell'infallibilità delle sue promesse, perfezioni non meno infinite della sua veracità, Egli merita un'infinita fiducia" 25. 

Non risparmiate dunque gli sforzi. I frutti della fiducia sono abbastanza preziosi, perché vi diate pena di coglierli. 

E se per caso venite a lamentarvi di non aver ottenuto i meravigliosi benefici che vi aspettate, vi risponderò con san Giovanni Crisostomo: 

"Voi mi dite: ho sperato e sono rimasto deluso. Che strane parole! Non bestemmiate le Scritture! Siete rimasti delusi perché non avete sperato come dovevate, perché vi siete scoraggiati, perché non avete atteso la fine della prova, perché siete stati pusillanimi. La fiducia sta soprattutto nel risollevarsi, nella sofferenza e nel pericolo, e nell'elevare il cuore a Dio" 26. 



Note: 



1 - Benedictus vir qui confidit in Domino (Ger, XVII, 7). 

2 - IV Reg, I, 6. 

3 - Heb, X, 35. 

4 - Ps, XC, 14-15. 

5 - Ps, XC, 9-13. 

6 - Initium omnis peccati est superbia (Eccl, X, 15). 

7 - Ante ruinam exaltatur spiritus (Prov, XVI, 18). 

8 - Qui confidunt in Domino, sicut mons Sion (Ps, CXXIV, 1). 

9 - Dedisti laetitiam in corde me (Ps, IV, 7). 

10 - In pace in idipsum dormiam et requiescam, quoniam tu, Domine, singulariter in spe constituisti me (Ps, IV, 9-10) 

11 - Ps, XVI, 7. 

12 - Ger, XVII, 7-8. 

13 - Ger, XVII, 5-6. 

14 - Mt, XXI, 22. 

15 - Jac, I, 6-7. 

16 - Mc, XI, 24. 

17 - "Haec haesitatio non quidem tollit, sed minuit efficaciam orationis". C. Pesch S.J., Praelectiones dogmaticae, t. IX, p. 166. 

18 - Ivi. 

19 - Ivi. 

20 - San Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, II-IIae, q. 83, a. ad 3. 

21 - Cfr. Vita Patrum, t. VI. 

22 - J.B. Saint-Jure, op. cit, t. III, p. 27. 

23 - C. Sauvé, Jésus intime, Amat, Paris 1908, t. II, p. 428. 

24 - Suor Benigna Consolata Ferrero, op. cit. 

25 - J.B. Saint-Jure, op. cit., t. III, p. 6. 

26 - S. Joanni Chrisostomi, In psalmum CXVII comm. 

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www.lucisullest.it/ 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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