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Senza tempo - II Edizione

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2019 21:52
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Giudice*****
26/07/2019 22:05
 
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II
SECONDO POSTO, CON UN TOTALE DI 47,5/50
Sunt lacrimae rerum, di Ryo13

Grammatica e Stile: 9/10
Capitolo 1:
“germani” – “Germani” i nomi propri di popolo vanno scritti con la maiuscola
“afferrando a un lembo il suo manto” – non sono sicuro che “a” sia la preposizione corretta, secondo me sarebbe stato più opportuno sostituirla con “da” o “per”
“vittoria ai barbari” – “Barbari” come sopra
“a cui tendere” – ho letto la nota, ma il verbo tendere richiede il complemento oggetto o una proposizione oggettiva affinché ne sia completato il significato
“Gli offre di sedere” – “Gli offre di sedersi”
“il qual” – “il quale” arcaismo inutile che rende troppo macchinoso il ritmo della frase
“porge rispetti obbligato” – la frase è errata: se intendi che è obbligatorio porgere rispetto dev’essere “porge rispetto obbligato”, se invece intendi dire che Clodio è obbligato a farlo dev’esserci una virgola dopo “rispetti”
“giovani germani” – “Germani” come sopra
Capitolo 2:
“leader nemico” – la parola “leader” è fuori luogo nella veste stilistica e lessicale da te scelta
“come se di te mi fido” – “mi fidassi”
“I germani” – “I Germani” come sopra
“teutoni” – “Teutoni” come sopra
Capitolo 3:
“poverezza” – “povertà”
“sul quell’idea” – “su quell’idea”
“le mura di Monnem, sono intenti” – rimuovere la virgola
“Geilaris e il suo esercito viene bene accolto” – “inserisci il verbo al plurale, essendoci due soggetti, oppure modifica il secondo soggetto in un complemento di compagnia modificando “e” in “con”

Spero che mi capirai se ti dico che valutare lo stile di questa storia è per me estremamente difficile, nonostante io abbia (ri)studiato proprio quest’anno l’Eneide, a cui ti sei ispirata, e di conseguenza le sue caratteristiche. Ovviamente devo fare una premessa, riconoscendoti che scrivere una cosa del genere così bene come l’hai fatto tu è difficilissimo, quasi impossibile, io non ne sarei mai capace: in particolare, sei riuscita a mantenere lo stesso tono per l’intera storia, che per racconti così lunghi è un’altra impresa degna di nota. Quindi, se ti porrò qualche critica, sappi comunque che sei a un livello veramente altissimo di poesia e prosa!
Detto questo, sicuramente il tutto mi è piaciuto molto, davvero: seppur alto e raffinato, il tuo stile non è di difficile comprensione, e ho trovato che abbia davvero una grande naturalezza per quanto riguarda l’introspezione, cosa affatto facile da ottenere senza snaturarlo eccessivamente. Il prologo in versi (molto apprezzata da parte mia la scelta di scrivere in prosa tutto il resto ad eccezione delle ultime righe successive al finale!) è stato veramente scritto magistralmente, ha riassunto tutte le premesse della tua vicenda seguendo perfino uno schema metrico regolare e costante (lo confesso, non ho contato le sillabe di ogni verso ^_^), e senza essere eccessivamente lungo ha catturato sufficientemente l’attenzione facendo scendere sul lettore l’attesa di vedere all’opera il personaggio ivi nominato e che si preannuncia essere l’eroe della vicenda.
Successivamente, si passa al I Canto del I Libro: mi è piaciuta molto la suddivisione della storia in questa maniera “classica”, si rifà allo stile, ma non solo, fornisce a essa un aspetto ordinato e metodico, che a una persona piuttosto perfezionista come me non è risultato affatto indifferente. Tutte le allitterazioni, le rime, le assonanze e le consonanze da te utilizzate per dare ritmo alla storia sono sempre state ben calibrate, mai fuori luogo, e sono quindi risultate poetiche senza diventare quasi delle filastrocche. Tuttavia, vorrei anche fare una piccola critica con sincerità: proprio per la ricchezza dello stile, nelle scene “di passaggio”, ovvero senza la descrizione di un combattimento, un dialogo o un’introspezione, mi è successo di perdermi e di dover poi riprendere il filo del discorso: si tratta di poche frasi, ma il mio consiglio sarebbe di alleggerirle un po’ per facilitare il passaggio del lettore da un tipo di sequenza a un’altra; è ovviamente solo un consiglio soggettivo, ci mancherebbe altro! Le scene di battaglia, invece, sono perfette: velocizzi il ritmo al punto giusto, ma le frasi restano sempre sia scorrevoli sia elaborate, in linea con tutto il resto.
Purtroppo non posso assegnarti un punteggio più alto a causa delle diverse imprecisioni grammaticali che ti ho segnalato in precedenza, ma sappi che questa storia merita tantissimo!

Trama e Sviluppo del Pacchetto: 15/15
Senza dubbio, il punto di partenza della trama da te scelto è stato molto originale! In particolare, la scelta di non scegliere una data precisa (come tu stessa hai detto all’interno delle note) pone il tutto su un piano epico, leggendario, e per questo non dà grandissime indicazioni al lettore, interessandolo però al tempo interno alla storia e alla consequenzialità tra i vari eventi da te narrati. Allo stesso modo, il fatto che la vicenda inizi in Dacia e non direttamente in Germania fa quasi apparire ancor più surreale la comparsa di Odino, seguita poi dal trasferimento verso il Tibisco e dall’inizio della vicenda vera e propria all’interno del Libro II. Partendo da queste già ottime premesse, il pacchetto è stato sviluppato molto bene: vi era la richiesta fondante di approfondire l’evoluzione della cultura tedesca dopo la conquista romana, e nella tua storia questa tematica è forse una delle più importanti nel percorso di Segeste verso la consapevolezza della sua vera identità. I Germani sono stati privati delle tradizioni mitologiche e religiose e delle armi, cosa assai più grave della libertà in senso stretto per un popolo guerriero come il loro; la presenza della resistenza semi-organizzata non è uno spunto innovativo, ma era inevitabile vista la situazione da te costruita, che a mio parere sarebbe anche stata possibile dal punto di vista storico viste le difficoltà dei Romani nella gestione delle aree oltre i limes prima, e di quelle invase nel corso dei secoli III e IV poi.
Dopo il proemio introduttivo in versi, la scena di solitudine del protagonista e l’incontro con Odino sono descritti molto bene, tra suggestione e realtà, e ho trovato molto d’impatto gli effetti quasi visivi creati sul lettore da volo dei due corvi, costante ricorrente lungo tutta la durata dei tre Libri. Lo svolgersi della trama, successivamente, resta sempre strettamente legato al percorso interiore del protagonista, tanto che molte scelte e avvenimenti che la influenzano rientrano più propriamente nel parametro della caratterizzazione come specchio della mentalità di Segeste.
In questo, trovo molto interessante la ricostruzione del suo passato e quindi del rapporto col padre. Sarò sincero, secondo me lo ius primae noctis come pratica consolidata è un falso storico tanto grande quanto la Donazione di Costantino, ma a parte questo espediente che al tuo posto (nonostante la nota) avrei eliminato, la ricostruzione delle difficoltà dell’infanzia e poi dello shock della vista della madre uccisa davanti ai propri occhi proprio da Lucio Sesto sono state concise ma sufficientemente presenti per far comprendere l’interiorità del personaggio che è andata poi ad influenzarne profondamente la caratterizzazione. L’espediente narrativo del racconto alla ragazza con la quale finisce per congiungersi è stato quantomai appropriato. Secondo me, i lunghi tratti introspettivi sono stati la parte migliore della tua storia, anche per lo stile da te scelto, che seppur quasi formulare non è mai uguale, e questo fa in modo che essi on si banalizzino, divenendo troppo simili tra loro, ma aggiungano di volta in volta diversi particolari.
La sequenza finale con lo scontro nella foresta tra il protagonista e il padre è stata veramente forte, intensa, e mi ha coinvolto tantissimo, tenendomi col fiato sospeso: soprattutto quando Lucio Sesto ferisce Arndis, ho proprio temuto che la giovane guerriera sarebbe morta come spesso accade nei poemi epici tragici (basti pensare alla Camilla di Virgilio, alla cui opera hai detto di esserti ispirata!), ma, fortunatamente per il me “lettore coinvolto”, la cosa non si è realizzata e le ferite di entrambi sono state medicate. Il volo del corvo a concludere il tutto, prima dell’epilogo in versi, essendo già comparso più volte è stato semplicemente un finale perfetto per una trama originale, coinvolgente e attinente al pacchetto scelto, grandissimi complimenti!

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9,5/10
Solitamente, in un racconto come questo dallo stile tendente all’epica, la caratterizzazione dei personaggi non è estremamente approfondita, in quanto essi tendono a rifarsi ad alcune “maschere” utilizzate comunemente che permettono con facilità di riprendere espressioni formulari dalle opere classiche. Tuttavia, tu hai fatto una scelta diversa: sebbene il protagonista dal sangue misto (che, pur essendo sempre vissuto con il popolo dominante, scopre in maniera più o meno mistica la propria vera identità e appartenenza al popolo sottomesso e lotta per la sua libertà) non sia certamente originalissimo, hai legato strettamente la sua caratterizzazione allo svolgersi dei diversi eventi della trama (facendo risaltare la loro influenza sulle sue scelte e idee) e in questo modo sei riuscita a rendere anche moderno il racconto, in quanto hai mantenuto in Segeste la mentalità dell’epoca di entrambi i popoli tra cui egli si ritrova diviso ma analizzandola anche esternamente. Oltre a questo, l’introspezione è ovviamente ottima, e chiarisce ancor meglio le diverse dinamiche che avvengono in lui.
Krasen, invece, non è particolarmente caratterizzato, ma è giusto così a mio parere: sicuramente è stato molto coraggioso a seguire il migliore amico nella sua nuova vita, e anche dal nome (non ricordo se l’hai detto) deduco che anch’egli sia almeno per metà Germanico. Lucio Sesto, il padre di Segeste, è anch’egli caratterizzato in modo sufficientemente approfondito, sia per quanto riguarda il pensiero nei confronti dei Germani sia per quanto riguarda i rapporti col figlio prima e dopo la sua ribellione. L’unico personaggio che avrei preferito vedere un po’ di più è Arndis, la cui presenza della sequenza finale è stata un po’ sacrificata: sì, c’è la paura che possa morire, ma dopo la risoluzione di questo problema quasi scompare. In ogni caso, hai fatto un grandissimo lavoro, complimenti sentiti!

Titolo: 4/5
Il titolo mi è piaciuto abbastanza, anche se non mi ha convinto del tutto: trovo sempre una buona idea utilizzare delle citazioni d’autore, in particolare se attinenti all’atmosfera e al contesto scelti per la storia, e in questo caso “La storia è lacrime” (la traduzione originale da te riportata) è senza dubbio un buon titolo, sia per l’utilizzo della lingua latina, che ci si aspetterebbe dal Segeste precedente al cambio di fronte, sia per il suo significato. Tuttavia, a mio parere non sono state le lacrime l’elemento fondante della narrazione, quanto piuttosto lo siano state la rabbia, la voglia di combattere per le proprie origini e il conflitto interiore, che sì, appartengono allo stesso campo semantico, ma hanno una sfumatura diversa. In conclusione l’ho trovata comunque una buona scelta, che è abbastanza attinente e cattura il lettore senza sviarlo. Brava!

Gradimento personale: 10/10
Sarò sincero: dopo aver letto tutte le storie e aver iniziato a valutare i primi parametri, dentro di me sentivo che avresti dovuto vincere tu, e mi dispiace davvero che ciò non sia stato possibile per le esigenze dei parametri di valutazione. La tua storia mi ha davvero rapito per diversi motivi, in primo luogo lo stile epico, poi lo sviluppo originalissimo del pacchetto e la costruzione del protagonista… hai fatto davvero un ottimo lavoro, coinvolgendomi all’interno della vicenda nonostante la lunghezza e la vastità della narrazione, facendo in modo che non riuscissi a staccarmi dalla pagina. In ogni caso, complimenti!



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