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[fanfiction e originali] Elisir, pozioni e distillati

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2019 22:51
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17/08/2019 17:55
 
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Terza classificata (pari merito):

Fenditure \ mystery_koopa




- Grammatica e stile: 10\10;

Grammaticalmente non ho nessuna considerazione da farti. Non ho riscontrato errori di alcun tipo, e la punteggiatura è perfetta. Lo stile l’ho trovato molto evocativo. Utilizzi tanti aggettivi e avverbi, che mi hanno permesso di vedere e di sentire nei minimi dettagli tutto ciò di cui parlavi: dalle descrizioni delle scene di guerra e delle montagne, all’introspezione del personaggio, tutto è arrivato (e mi ha colpito) perfettamente. Il lessico da te utilizzato è molto poetico, scegli vocaboli che non sono affatto scontati, tuttavia risultano essere sempre perfettamente coerenti con il resto della frase. Cioè, non li utilizzi solo per arricchire la storia da un punto di vista ‘estetico’, ecco! Si vede che hai un’ottima padronanza e conoscenza del linguaggio italiano, e questo ti ha permesso di dare sfumature molto ricercate, ma sempre adatte, alle descrizioni e al tuo scritto in generale. Inoltre, sono tutti vocaboli molto armoniosi, proprio dal punto di vista del suono in sé. Ottimo lavoro per le ripetizioni, non ne ho trovato nemmeno una! Sei stato in grado di amalgamare perfettamente la parte introspettiva alle scene più ‘fisiche’ e d’impatto, caratteristica che ha reso il tuo testo incredibilmente dinamico e scorrevole allo stesso tempo. La lettura è davvero volata, il fatto che fosse breve è davvero poco rilevante, con questo tuo modo di scrivere anche 50.000 parole non si sarebbero sentite. Vorrei farti una critica costruttiva, se possibile, ma è una cosa talmente poco evidente (anzi, per nulla) che non ha comportato la detrazione di alcun punto. Molto spesso, nelle descrizioni, tendi a utilizzare sempre una coppia di aggettivi, o una coppia aggettivo-avverbio. Questa caratteristica compare spesso, tuttavia durante la prime letture non emerge. Io me ne sono resa conto dopo un bel po’, però pensavo fosse comunque giusto dirtelo. Passo un attimo a farti degli esempi, presi dalla parte iniziale del tuo testo:
- ‘… a pacificare la mia mente logora e sporca.’
- ‘… con essa scendeva un silenzio innaturale, assordante …’
- ‘… sfiorando quella stessa neve che sotto la pallida luce diurna mi congelava le mani…’
- ‘… come durante una veglia religiosa che procedeva ininterrotta dall’inizio di quell’inverno…’
- ‘… ne cingevano le vette come celestiali drappi funebri…’
- ‘… i cori dei torrenti che solo durante le ore di buio riuscivo a immaginare limpidi e non insanguinati…’
Ecco, secondo me in alcuni casi ti saresti potuto limitare, selezionando soltanto un termine per descrivere quella determinata scena o tematica. Ripeto, l’armonia della lettura non ne risente affatto, tuttavia se proprio dovessi trovare l’ago nel pagliaio potrei dirti questo. Inoltre, è anche una questione di gusto personale, magari la coppia di aggettivi è un tuo modo di descrivere per attribuire dinamicità al testo. Io ne avrei fatto a meno in un paio di frasi, ma capisco benissimo che questa considerazione possa variare da persona a persona! Per chiarezza anche nei confronti degli altri partecipanti: non ho sottratto punti perchè non è una caratteristica che mi ha infastidito durante la lettura, è semplicemente una nota che potrebbe servire a te come autore.

- Utilizzo pacchetto: 4\5;

Hai scelto il pacchetto ‘distillato della morte vivente’, che obbligava il protagonista ad avere una dipendenza, di qualunque tipo, nociva e malsana. Nella tua storia, o per lo meno da quello che ho capito io, il personaggio principale resta ammaliato dalle montagne, che nel periodo di guerra lo hanno aiutato a ricordare chi era, a non perdere totalmente la propria umanità, al punto che nel tuo testo sono addirittura personificate. Purificavano la sua mente, e durante l’alba scrivi di come riuscisse a sentirsi libero soltanto guardandole. Quindi, come elemento della ‘dipendenza’ considererei questa necessità di appartenere e di voler restare in questo posto, un desiderio e un bisogno talmente impellente da portare il protagonista, sopravvissuto, a ritornare tra quei monti anche dopo il termine della guerra. Non ti attribuisco il punteggio pieno perché comunque questa dipendenza doveva essere ‘negativa’, mentre nel tuo caso le montagne fungono da elemento ‘balsamico’. La conclusione, che porta il protagonista alla morte, potrebbe essere vista invece come un elemento negativo, come se la dipendenza da quel luogo fosse talmente forte da portare il personaggio a scegliere di uccidersi, però in questo caso mi sembrerebbe una teoria troppo tirata. In realtà, io penso che il protagonista fosse ovviamente sconvolto dal suo passato e dalle sue esperienze, perciò scegliere di togliersi la vita tra i monti mi è sembrato più un ultimo gesto per cercare pace, visto che riusciva a trovarla solo lì. Spero di essermi spiegata, ma faccio un riassunto per chiarire le cose: l’elemento ‘dipendenza’ c’era, tra l’altro era molto originale e inaspettato, la dipendenza da un luogo non è affatto scontata. Poi, la causa scatenante iniziale c’era, in questo caso la traumatica esperienza della guerra, l’elemento ‘nocivo’ che doveva invece caratterizzare la dipendenza non c’era, perché in questo caso era un’assuefazione positiva, sempre secondo la mia interpretazione personale.

- Caratterizzazione personaggi: 5\5;

Ho adorato la caratterizzazione del tuo personaggio. Soltanto scrivendo la valutazione mi sono resa conto di non sapere nemmeno il suo nome, e ho riletto il testo più volte perché mi sembrava impossibile: la sensazione di conoscerlo era così radicata che un nome doveva essere comparso, per forza! La cosa stupefacente è che non soltanto è senza nome, ma hai avuto anche poche righe a disposizione. Secondo me, un elemento vincente è stato quello di utilizzare la prima persona singolare, che ha subito avvicinato empaticamente il lettore alla voce del protagonista. Sembrerebbe come se te lo stesse raccontando di persona, il suo passato, ciò che ha visto. Le descrizioni, inoltre, sono state fondamentali ed evocative, il che ha subito attribuito ancor più ‘tridimensionalità’ al tuo personaggio. Poi, nonostante il tuo lessico sia ampio e ricercato, non sfocia mai in qualcosa di troppo forbito o barocco, di conseguenza sembra proprio che sia la voce di un uomo, a parlare, un uomo che quelle cose le ha vissute per davvero. Il finale, per questo motivo, mi ha proprio spezzato il cuore, perché in pochissimo tempo sei riuscito a farmi affezionare a lui, perciò mi è dispiaciuto moltissimo, mi sono commossa!

- Gradimento personale: 5\5;

Questa originale l’ho adorata. Innanzitutto, l’elemento della montagna è sempre affascinante, io stessa tendo spessissimo a ricercarlo nei libri e nelle storie che leggo, mi piace davvero tanto e riesce sempre a dare spunti e riflessioni nuovi. Tu l’hai trattato brillantemente, con la giusta delicatezza e importanza. Hai unito un’introspezione davvero molto profonda a un evento traumatico come quello della guerra, con tutte le sue conseguenze sulla vita e sulla mente dei sopravvissuti. Non sei stato affatto superficiale, e ti sono servite poche parole per riuscire a trasmettere davvero moltissimo. Ho apprezzato tanto le descrizioni, come già detto nella prima voce, che sono state capaci di teletrasportarmi, letteralmente, ho visto proprio l’alba di cui parlavi, le stelle che vedeva il protagonista di notte, e altri paesaggi splendidi, insieme allo strazio del campo di guerra. Questa tua caratteristica di contrapporre scenari meravigliosi ad altri più dolorosi (come la parte in cui scrivi delle urla e della morte dei soldati) ha attribuito molta profondità al testo, rendendo tangibile sia la parte bella, che quella brutta. Insomma, una storia assolutamente dinamica ma ben amalgamata, che ha saputo stupirmi per tanti aspetti mantenendo un equilibrio assolutamente impeccabile, in pochissime parole. Complimenti per il titolo, una parola meravigliosa che ha sia il significato della montagna, cioè le fenditure dei monti, che quella di ‘ferita’ fisica, o dell’animo. Ho apprezzato moltissimo come tu abbia deciso di personificare la montagna, rendendola viva ma lasciandole sempre il suo ‘ruolo’ di entità superiore. Questo testo mi ha davvero colpito. La frase finale ‘Nessuno vide quell’uomo solitario gettarsi in una fenditura della roccia. Nessuno, tranne la montagna.’ è stata una conclusione tragica, ma perfetta.

- Punti bonus: 2\2

- Totale: 26\27
[Modificato da wurags 17/08/2019 17:58]
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