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Immaginiamoci ai tempi di Gesù...

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2019 21:19
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12/07/2019 21:19
 
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Ciao a tutti! Propongo questa discussione per immaginarci ai tempi di Gesù, cosa saremmo stati? E come avremmo vissuto ai suoi tempi? Raccontiamocelo in maniera letteraria...

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Mi chiamo Giovanna Maria del casato dei Iunii Iuvenalis Aquinatis, una nobile e facoltosa famiglia dei Romani. Sono molto fiera di essere una donna romana anche se vivo a casa dei miei genitori in una sontuosa villa dove i miei fiori preferiti sono le rose, e adoro leggere e scrivere poesie. Mio padre mi ha dato un nome straniero perchè dice che la Palestina è una terra meravigliosa, ed io che sono molto curiosa un giorno dissi ai miei genitori di poter trascorrere del tempo in quella zona del mondo di cui i padroni sono i Romani e quindi non mi preoccupo. Loro mi hanno dato il loro assenso ma a condizione che mi portassi insieme Caio il mio schiavo più bello, e Graziana la mia vecchia nutrice che mi conosce da quando ero neonata. E così sono andata in Palestina più precisamente a Gerusalemme, nella casa della mia famiglia e mentre Caio e Graziana sistemavano tutto io mi sono avventurata in quella città che ho trovato subito interessante, soprattutto il sontuoso tempio che mi ricorda vagamente quello dei dei romani solo che questo è molto più semplice a vedersi. Sono sempre stata curiosa riguardo alla religione: da me si adorano dei di qualunque genere e che hanno delle mansioni ben precise, qui invece si onora un solo Dio che è l'Unico vero Dio che esista sulla terra, e siccome sono curiosa sono entrata dentro e lì vi era un giovane Maestro che insegnava che l'Amore di Dio che Lui chiamava: "Padre" è per tutti e che anche quando noi manchiamo in qualcosa Lui ci perdona sempre. Ne sono rimasta subito affascinata, ed ho deciso che da quel momento in poi l'avrei seguito sempre, perchè il concetto di un solo Dio che ci ama mi ha toccato il cuore...
Sono tornata a casa, ed ho visto che Graziana mi aspettava, aveva sistemato la casa per il meglio ed io gli ho raccontato del giovane Maestro che insegnava l'Amore che Dio ha per gli uomini. Lei essendo una romana non ci ha capito molto di quello che ho detto ma mi ha fatto capire che se la cosa mi faceva piacere potevo seguire la mia strada. Ad un certo punto ho chiesto dov'era Caio, e Graziana mi ha detto che era uscito per delle commissioni, devo dire che questa cosa mi è sembrata un pò strana. Il giorno dopo sono uscita per vedere di nuovo quel giovane Maestro, ma non c'era e quando ho chiesto informazioni di Lui, mi dissero che questo era il giorno degli azzimi e che quindi avrebbe festeggiato questo giorno con i suoi discepoli ma nessuno sapeva dov'era. Chissà... Forse mi hanno detto questo perchè sono una romana, e anche se non ne capisco il motivo da queste parti i Romani non sono ben voluti. Tornata a casa ho visto che Graziana c'era ma Caio era ancora sparito, mi chiedevo dove fosse sarà un altro dei misteri che dovrò scoprire... Il giorno dopo, sono entrata di nuovo nel tempio ma non c'era l'atmosfera di pace e devozione della prima volta, c'era il giovane Maestro che veniva giudicato dal Sinedrio, una specie di tribunale religioso che lo accusava di bestemmiare dicendo di essere il Figlio di Dio, e quando Lui lo ha confermato lo hanno condannato a morte e per far eseguire la sentenza l'hanno portato da Ponzio Pilato, che io conosco da quando ero piccola e so che non è propriamente un uomo di polso. Ho faticato non poco per raggiungere il Pretorio ma quando Pilato finalmente mi ha ricevuto, gli ho detto di non far condannare a morte quel giovane Maestro perchè con le Sue Parole toccava il cuore della povera gente, e persino me che sono una romana. Pilato mi disse che non dipendeva da lui e mentre parlavamo ecco venire il giovane Maestro verso di me. Era in uno stato pietoso, aveva il corpo coperto di piaghe e una corona di spine sulla testa...
A quella vista sono svenuta davanti a Lui e mentre ero a terra cercò di accarezzarmi ma Pilato glielo impedì, dicendo che aveva osato sconvolgere me, la donna più bella e affascinante del glorioso Impero Romano. Una goccia del Suo pianto mi accarezzò il viso, e dopo Pilato ordinò ad uno dei suoi soldati di prendermi e portarmi a casa, e quando il soldato mi portò nella mia dimora c'era Caio che vedendomi svenuta mi prese fra le sue braccia e mi portò subito a letto e chiese a Graziana di prendersi cura di me. Ero in uno stato di choc totale, dove può arrivare la cattiveria della gente per volere la morte di un Maestro che insegna l'amore? Di questo rimuginavo ad occhi chiusi per tre giorni mentre Caio non mi ha abbandonato mai dopo quello svenimento, mentre Graziana si occupava della casa. Ad un certo punto ho sentito le porte della mia veranda sbattere e sentivo Caio dire: "sei Risorto?" A queste parole mi sono svegliata ed ho chiesto a Caio cosa stesse succedendo, ma prima di avere una risposta ho visto con i miei occhi il giovane Maestro che mi guardava dolcemente. Io mi ritrassi sull'altro lato del letto dove c'era Caio che mi sosteneva fra le sue braccia, e il giovane Maestro mi disse che mi ringraziava per aver cercato di salvarLo dalla condanna della crocefissione, ma Lui mi spiegò dolcemente che questo era il Suo destino e nessuno poteva fare niente. Poi cercò di prendermi la mano e vidi le Sue con i segni dei chiodi, ed io tremante e titubante mi feci prendere per mano da Lui e mentre Gli diedi la mia mano mi disse di seguire sempre il mio cuore e di stare sempre pronta ad amare, e a questa Visione mi lasciò la mano ringraziandomi ancora, e svanì. Allora Caio mi disse che lui il giovane Maestro lo conosceva bene, perchè quando era piccolo suo padre era uno dei Re che gli portò in regalo come dono: l'oro, segno della regalità e che quando tornò alla sua terra raccontò a Caio del piccolo re Bambino che quando sarebbe diventato grande sarebbe stato il Re più importante della terra. Allora io compresi che Caio era in realtà il figlio di un re, ma mi chiesi perchè faceva lo schiavo in una famiglia romana, e lui rispose che era per lo stesso motivo per cui io ero venuta in Palestina, per studiare gli usi e costumi dei romani ma anche per un altro motivo: mi amava ed è per questa ragione che si assentava ogni volta che uscivo perchè in incognito voleva proteggermi e che sarebbe stato il mio schiavo d'amore per sempre anche se io non lo corrispondevo. Io ero un pò confusa da tutte queste rivelazioni, e dissi a Caio che ci avrei pensato, ma intanto volevo tornare con lui a Roma, a casa mia, perchè anche se non lo volevo ammettere anche io lo amavo e il giovane Maestro aveva ragione: bisogna sempre seguire il cuore ed essere sempre pronta all'amore.
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