Perle di Vangelo... Meditate!

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

Gesù manda i suoi amati apostoli in missione, e saranno come pecore in mezzo ai lupi e raccomanda loro di essere prudenti come i serpenti e semplici come le colombe, cioè di usare la testa ma allo stesso tempo di non dimenticare la loro innocenza. Dice anche Gesù di stare attenti agli uomini quando li tratteranno male davanti alle sinagoghe e ai governatori e re, perchè in quel momento non saranno loro a parlare ma sarà lo Spirito Santo a parlare per loro in Nome di Dio Padre Onnipotente di cui loro sono testimoni attraverso Gesù.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!

Gesù dice ai suoi apostoli che un servo non è più grande del suo signore, e con questo Gesù vuole dire che sulla terra siamo tutti uguali davanti a Dio e che se chiamano Beelzebùl il padrone di casa vuol dire che tutta la sua famiglia è indemoniata agli occhi di Dio Padre, perchè ha dato il cattivo esempio ai suoi famigliari. Con queste parole Gesù vuole dire che noi ci costruiamo la nostra identità con le nostre azioni e la nostra condotta che se è buona verrà considerata buona anche dagli altri in caso contrario siamo dei demoni.
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Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Per rispondere a un dottore della Legge che lo voleva mettere alla prova Gesù risponde con la parabola del Buon Samaritano, uno che non era ben visto dai Giudei ma che quando vede un uomo in fin di vita per mano dei briganti ne ebbe compassione e si prese cura di lui, noncurandosi della sua provenienza o del suo ceto sociale. Per Gesù gli uomini sono tutti uguali di fronte a Dio, e che facendo del bene a qualcuno in modo disinteressato si è degni di Lui e del Regno dei Cieli.
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Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

Gesù dice ai suoi discepoli che devono mettere Lui al primo posto nella loro vita, come Gesù ha accettato la volontà del Padre rinunciando a tutto pur di salvare l'umanità così anche chi Lo segue deve fare altrettanto, e cioè prendere la sua croce e seguirLo con fiducia e amore. Chi accoglierà loro accoglierà anche Gesù sè stesso e anche Colui che l'ha mandato, e chi accoglie come un profeta cioè chiunque riconosce la divinità di Gesù avrà la ricompensa del profeta e così sarà anche chi è giusto agli occhi di Dio.
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Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.

Gesù con un tono molto duro rimprovera le città dove ha commesso più prodigi, dicendo loro che se vedendo i miracoli del Figlio di Dio si sarebbero pentite dei loro peccati e Lo avrebbero seguito, riconoscendo in Lui il Salvatore del mondo, e dice che nel giorno del giudizio le città peccatrici del passato che non hanno avuto questo privilegio, cioè essere visitate da Dio, saranno trattate meno duramente di loro.
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Gesù disse:
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

Gesù attraverso Dio Padre si rivela in tanti modi, ma il suo preferito è farsi ascoltare dalle persone umili e piccole. Per questo Gesù ringrazia Dio Padre: perchè Lui, il Figlio di Dio non si è rivelato ai sapienti e ai dotti ma alle persone semplici, cioè quelle che hanno più bisogno di conforto da Dio, e nella Sua benevolenza ha preferito costoro piuttosto che a sapienti e re.
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Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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Gesù sa che la povera gente soffre di continuo, e invita tutti di venire a Lui l'unico vero ristoro per la mente e soprattutto per l'anima di chi è stanco e oppresso dagli altri. Invita tutti a prendere il suo giogo, cioè la Sua Parola che dà conforto, sopra di loro perchè a differenza degli altri la Sua Parola è dolce ed è come una leggera carezza per tutti coloro che Lo ascoltano per la Sua mitezza e umiltà di cuore.
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Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato.
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Gesù dice ai farisei che criticano sia Lui che i suoi discepoli perchè mangiano di sabato, Lui risponde che se avessero capito che Dio vuole misericordia dagli uomini e non sacrifici inutili non si sarebbero permessi di giudicare persone che hanno solo fame, perchè Gesù è il Signore anche del sabato. Per Gesù è importante fare del bene che sia sabato o qualunque altro giorno, e all'ipocrisia dei farisei Lui risponde citando esempi biblici e anche attuali che dicono che Dio vuole solo il nostro bene.
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In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
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I farisei, invidiosi di Gesù vogliono farlo morire e Gesù saputolo si allontanò da loro e molti lo seguirono per essere guariti da Lui ma allo stesso tempo diceva loro di non farlo sapere a nessuno perchè si avverasse la profezia del profeta Isaìa, in cui il profeta in vece di Dio, descrisse Gesù come il servo che Dio Padre ha scelto e che è amato da Lui e nel quale si è compiaciuto. Gesù nonostante l'ostilità dei farisei, continua a fare del bene a tutti coloro che hanno fede in Lui, ma non ama allo stesso tempo che si venga a sapere perchè la Sua umiltà è superiore alla divulgazione del bene che Lui fa.
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Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
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Ci sono due donne protagoniste in questo passo del Vangelo: Marta e Maria. Marta è colei che serve ma si dimentica la cosa più importante cioè avere il privilegio di avere Gesù in casa che insegna, poi c'è Maria che capisce che Lui è la cosa più importante e lo ascolta parlare. Ad un certo punto Marta chiede a Gesù di dire a Maria che la aiuti a servire, ma Gesù risponde che lei si affanna e si agita per cose materiali, e che Maria ha scelto la parte migliore cioè la Sua presenza e non le sarà tolta perchè ha scelto Gesù invece che i servizi e le preoccupazioni futili.
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Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
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Gesù a volte si nasconde ai nostri occhi come fa con Maria di Magdala, ma quando Lo riconosciamo la gioia diventa infinita e le dà persino un incarico di dire ai suoi fratelli che dopo essere gloriosamente Risorto dai morti, salirà al Padre Suo e loro. Allora la Maddalena andò dai discepoli di Gesù dicendo di averLo visto e tutto ciò che le aveva detto incontrandoLo.
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Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
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Se noi ascoltiamo le Parole di Gesù e rimangono dentro di noi possiamo chiedere quello che vogliamo a Dio Padre Onnipotente e ci sarà concesso, perchè abbiamo creduto nel Figlio e quindi diventiamo anche noi suoi figli. Il Padre è glorificato nel momento stesso che ciò che dice Gesù lo mettiamo in pratica e che portiamo frutto a sua volta, solo così saremo degni di essere considerati suoi discepoli.
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Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole.
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Gesù vede la folla che si raduna intorno a Lui e vedendo la loro fede si mise a sedere e insegnò loro molte cose in parabole. Per chi ha fede in Lui, Gesù non lascia mai da soli nessuno perchè sa che la gente ha bisogno di Lui e della Sua Parola che viene da Dio.
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Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
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La madre di Giacomo e Giovanni chiede a Gesù che i suoi figli siedano con loro nel Suo Regno, e Gesù risponde che loro non sanno ciò che chiedono perchè per seguire veramente Gesù bisogna bere il calice che sta per bere cioè la morte per la fede in Lui, e quando Gesù glielo chiede i due rispondono che possono. Poi Gesù dice che loro lo berranno quel calice ma i posti di favore che chiedono non sta a Lui concederglielo ma solo al Padre Suo che è nei Cieli. Ognuno di noi vuole un posto di favore, ma è solo servendo Gesù e chi per Lui che si diventa grande ai suoi occhi e a quelli di Dio.
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Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno.
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Chi ascolta la Parola di Gesù e la mette in pratica è come un terreno buono che fruttifica e produce moltissimo agli occhi di Dio e anche di Gesù, per questo motivo è importante ascoltarLo affinchè la Sua Parola entri nel nostro cuore, ma anche nella nostra mente per essere veramente un terreno buono che dà frutti.
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E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”.
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Un nemico cioè il diavolo semina la zizzania ossia le persone cattive in un campo buono e i servi del padrone cioè Dio vogliono raccoglierla, ma il padrone dice di farle crescere insieme fino alla mietitura e poi prima raccoglieranno la zizzania per bruciarla mentre il grano verrà risposto nel granaio. Con questa parabola Gesù fa capire che le persone buone o cattive sono libere di vivere come vogliono ma nel giorno del Giudizio, le persone cattive andranno nella punizione eterna mentre i buoni, in Paradiso.
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Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!
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Gesù dice che con amore e con educazione si può avere tutto dagli altri e anche da Dio, e che Dio Padre è un padre buono che si prende cura di tutti i suoi figli, e che come un padre qualsiasi non darà mai una serpe se un figlio gli chiede un pesce, anche il Padre non darà mai qualcosa di cattivo a qualunque figlio che ha fede in Lui, e che lo Spirito Santo è un dono che Dio fa a tutti se glielo chiedono con fede.
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Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà».
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A Marta, sorella di Lazzaro gli è morto il fratello e dice a Gesù che se fosse stato con loro lui non sarebbe morto, ma allo stesso tempo Gli dice che riconosce in Lui il Figlio di Dio e che qualunque cosa chiederà a Dio Padre gliela concederà, e Gesù le risponde che il fratello risorgerà. Grazie alla fede di Marta, Gesù fa risorgere Lazzaro, e tutti coloro che si rivolgono a Gesù con fede e amore Lui li accontenterà perchè Gesù è la Resurrezione e la Vita.
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Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
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Gesù dice che alla fine del mondo, Lui manderà i suoi angeli a separare coloro che hanno commesso iniquità e scandali nella punizione eterna, mentre i giusti splenderanno come il sole in Paradiso insieme a Dio Padre. Gesù dice che tutto dipende da noi, se ci comportiamo male in questa vita saremo condannati per sempre, mentre se la nostra condotta è giusta e retta allora saremo degni di essere considerati giusti da Dio e meritevoli della luce eterna.
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Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
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Per Gesù il Regno dei Cieli è qualcosa di prezioso da trovare e quando qualcuno lo trova, non gli importa più niente e dà importanza solo al Regno. Per questo dice che il Regno dei Cieli è come un tesoro nascosto in un campo o come una perla di grande valore, quando lo si trova non c'è niente di più importante: il Regno di Dio Padre. Ed è per questo motivo che bisogna cercarlo, perchè il Regno dei Cieli è la nostra patria e la nostra vera dimora perchè vi sono Gesù e Dio Padre e con loro vivremo per sempre.
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Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
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Per Gesù il Regno dei Cieli è qualcosa di prezioso da trovare e quando qualcuno lo trova, non gli importa più niente e dà importanza solo al Regno. Per questo dice che il Regno dei Cieli è come un tesoro nascosto in un campo o come una perla di grande valore, quando lo si trova non c'è niente di più importante: il Regno di Dio Padre. Ed è per questo motivo che bisogna cercarlo, perchè il Regno dei Cieli è la nostra patria e la nostra vera dimora perchè vi sono Gesù e Dio Padre e con loro vivremo per sempre.
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Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
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Gesù dopo aver parlato del Regno dei Cieli chiede ai suoi discepoli se hanno capito ciò che ha voluto loro trasmettere, e poi dice che per ogni scriba che diviene suo discepolo è come un padrone di casa che dal suo tesoro esce cose nuove e cose antiche, cioè l'Antico Testamento trasmesso dai Profeti di Dio, che il Nuovo che parla dell'operato di Gesù, ambedue diversi ma allo stesso tempo importanti.
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In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
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Gesù ritorna nella sua patria insegnando nella sinagoga, e la gente si chiedeva da dove gli venisse la sapienza e i prodigi. Non capiscono che Lui non è semplicemente il figlio del falegname e di sua madre Maria, ma anche il Figlio di Dio promesso da Dio Padre Onnipotente. Ed è per questo motivo che per loro Gesù era uno "scandalo" perchè non capivano la Sua vera natura di uomo ma anche di Dio.
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In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
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Giovanni il Battista quando era in vita diceva ad Erode che non era lecito agli occhi di Dio tenere come moglie Erodiade, e benchè lo volesse mettere a morte aveva paura della folla perchè lo considerava un profeta, e nonostante giunse l'occasione propizia per fare uccidere Giovanni, Erode aveva ancora paura: temeva Gesù e la sua fama perchè in Lui vedeva Giovanni risorto dai morti. La paura di Erode è solo codardia, perchè non ha voluto cambiare vita quando Giovanni glielo diceva apertamente ed ora teme anche Gesù, che a suo tempo, quando starà di fronte a lui non lo degnerà nemmeno di una parola, perchè Gesù sa che è un peccatore pervertito e per nulla incline al pentimento.
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Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
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Con la parabola del ricco stolto, Gesù fa capire che è inutile arricchirsi in questa vita se non lo si condivide con gli altri e soprattutto con Dio, perchè quando arriverà l'ora tutte le nostre ricchezze non valeranno nulla, e conterà solamente ciò che abbiamo fatto di buono in questa vita. E' perfettamente inutile avere un raccolto abbondante per sè stessi, perchè chi accumula tesori in terra per il solo scopo di non fare niente nella vita viene Dio e ci rimprovera per la nostra mancanza di buon senso, non si accumulano tesori per sè stessi ma ci si arricchisce veramente presso Dio, perchè è Lui la nostra vera ricchezza e la nostra vera patria in Cielo.
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Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
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Gesù non vuole lasciare la folla che ha tanta fede in Lui, ed è per questo motivo che compie il miracolo dei pani e dei pesci recitando la benedizione ringraziando Dio Padre che Lo ascolta sempre, e tutti mangiarono a sazietà e ne avanzò pure. Per Gesù non è importante solo la nostra fede ma vuole anche che stiamo bene in Sua compagnia, perchè egli vuole il nostro bene e lo dimostra sia saziandoci con la Sua Parola di vita che di pani e di pesci che sono tutti segni del Suo Amore Divino.
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Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
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Gesù come testimoni della Sua Trasfigurazione prende con sè Pietro, Giacomo e Giovanni, il Suo aspetto e le sue vesti divennero sfolgoranti e accanto a loro conversavano con Lui due grandi profeti: Mosè ed Elìa che parlavano del futuro della Sua Passione a Gerusalemme. In questo anticipo di gloria e Paradiso, Pietro prese la parola e disse che era bello per loro stare con Lui ma una nube apparve e parlò loro Dio Padre che diceva di ascoltare sempre il Suo Figlio amato, e quando tutto ebbe fine Gesù ordinò loro di non parlare della Sua Trasfigurazione a nessuno se non dopo la Sua Divina Resurrezione, e cioè: la Sua vera vittoria finale.
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Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
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Una donna cananea prega Gesù di farle guarire la figlia tormentata da un demonio, lei è cananea non è israeliana ma capisce che Gesù è l'unico che può farle questo miracolo. Gesù inizialmente la ignora ma quando lei si prostra davanti a Lui, Gesù le dice che non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini, cioè la Parola di Dio non può essere data a chi non lo merita. Ma la cananea risponde che i cagnolini possono mangiarne le briciole dai loro padroni, e a questa intelligente risposta Gesù loda la sua fede e da quell'istante sua figlia guarì.
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Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
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Gesù dopo la professione di fede fatta da Pietro ordina ai suoi discepoli di non dire a nessuno che Lui è il Cristo, poi dice loro che a Gerusalemme Lui dovrà soffrire molto a causa di coloro che non lo accettano, morire per poi risorgere il terzo giorno. Allora Pietro, rimprovera Gesù dicendogli che questo non gli dovrà accadere mai, ma Gesù lo chiama addirittura Satana perchè non pensa secondo Dio ma come gli uomini. Per Pietro è inaccettabile che il Figlio di Dio fatto uomo deve morire, ma lui non capisce che Gesù è venuto sulla terra proprio per questo: venire ucciso dagli uomini per rivelare attraverso di Lui l'Amore che ha per tutti persino per i suoi nemici, che il Divino Amore di Dio Padre Onnipotente che in questo modo verrà glorificato attraverso il Suo Figlio Unigenito.
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Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.
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Il Regno dei Cieli è come qualcosa che bisogna anche meritare, come le vergini sagge che oltre alle lampade portano con sè anche delle piccole riserve d'olio. Altrimenti si rischia di diventare come le vergini stolte che vengono escluse dallo Sposo perchè non hanno saputo aspettarlo come dovevano. Gesù accoglie solo che sa aspettarLo e onorarLo come merita perchè egli vuole accogliere tutti ma vuole anche che il Regno dei Cieli sia un premio alla nostra attenzione e amore.
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