Heart's Filthy Lesson

“Al chiar di luna
Tremo, la distruzione
È sì bellezza.”
“Il sole brucia
Gli occhi, come gli aghi che
Ora son in lei.”
“Non c'è più sangue
Guidami tu, io sono
Fuori controllo.”
“Succede adesso,
Ma fuori di qui; sono
Il Minotauro.”
Il detective Nathan Adler deve trovare il colpevole dell'omicidio della giovane Baby Grace Blue; ma forse, prima ancora, deve stabilire se sia crimine o arte.
(Liberamente ispirato al concept album 1.Outside di David Bowie)

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Nathan mette in bocca un'altra pastiglia e la butta giù con mezzo bicchiere di vodka. Sarà un calmante o un eccitante? Nathan prende così tanta roba che comincia a fare confusione. Si accontenterà di sapere che era verde.

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Ramona aveva intuito che fosse giunta l'ora di cambiare aria, si era fatta una plastica, e poi era ricomparsa in Canada, dove aveva aperto una catena di gioiellerie che vendevano bijou fatti con parti organiche: collane di peni di agnello, borsette di scroto di capra, orecchini di capezzoli, roba così.

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“Vedi di calmarti,” dice, sforzandosi di ignorare il martello che gli sembra di avere nel cranio. “Lo sai che ora è?”

“Certo. Le due del pomeriggio.”

“Ah.”

Nathan avrebbe giurato di essersi appisolato solo per pochi minuti, e che fosse ancora notte fonda.

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Nathan si massaggia la tempia, cercando, senza successo, un po' di sollievo per la sua emicrania. Questo coglione non è stato nemmeno capace di inventarsi uno straccio di alibi. Decisamente, non è possibile che sia lui il Minotauro.

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Nathan sente un brivido lungo la schiena, mentre le pulsazioni nelle sue tempie si fanno ancora più simili a martellate, e si guarda meglio intorno. Ora che i suoi occhi si sono abituati alla scarsità di luce, si rende conto che quelli che gli sono sembrati manichini sono in realtà...

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Cerca di alzarsi, ma è ancora troppo intontito dal sonno e dalle pastiglie che ha preso (quante? quali?), e finisce per accontentarsi di rotolare su un fianco.

Si sveglia completamente e si rizza a sedere, però, appena si rende conto che accanto a lui c’è un corpo.



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Nathan stramazza a terra, ancora col cappotto addosso, prima di riuscire a trovare una risposta alle sue domande.

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Nathan butta giù droghe e liquore, poi si abbandona contro lo schienale.
“L'altra volta ti sono piaciute,” dice Ramona, con una risatina, e si siede a cavalcioni su di lui.

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Dalla base di velluto rosso, arriva la filastrocca. All'interno della sfera, il suo bulbo oculare, che galleggia in un liquido trasparente tempestato di rubini, come una strana medusa.


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Sul secondo punto, Nathan deve concedere che il Minotauro ha ragione. Ma, sul primo, continua a non ricordare assolutamente niente.

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Pete scoppia a ridere.

“Cristo, Nathan. Non riesci a rimanere sobrio per più di dieci minuti.”

“Voi non mi aiutate di certo,” replica lui.


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Farà un figurone, di fronte all'ingresso del dipartimento di polizia, dove ha intenzione di lasciarlo. Peccato che sarà un'installazione temporanea, visto che, preso dalla foga dell'ispirazione, non ha pensato ad imbalsamarlo.

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L'arte, in fondo, non è sublimazione del dolore?

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