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[fanfiction] Sincero (non mi odi più)

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2020 22:25
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Giudice*****
26/05/2020 16:41
 
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Decima classificata: Juris neminem excusat ignorantia di Elsa Maria
Premio speciale: “Ma che succede?”


Grammatica e stile: 4.6/10 [Grammatica: 0.6/5 + stile: 4/5]
Delphini, presunta Riddle (presentata in corte come Rowle) – ci vuole una virgola dopo la parentesi in modo da chiudere l’inciso. -0.2
Presunta figlia di Lord Voldemort era ad ora un titolo, Delphini stessa si era dichiarata, più volte e con convinzione tale, d’altra parte era questa discendenza il suo movente. – Questo periodo presenta un problema di comprensione, oltre che assenza di legame sintattico tra le parti o forse di una punteggiatura più specifica. Suggerisco: Presunta figlia di Lord Voldemort era ad ora un titolo, Delphini stessa si era dichiarata tale [senza virgola] più volte e con convinzione: d’altra parte era questa discendenza il suo movente. -0.5
l’unica persona che aveva ascoltato la sua versione della storia oltre sé. – oltre a sé -0.3
delll’Augurey – refuso: una l in più nella preposizione.
“L’Augurey affianco dell’Oscuro.” - a fianco -0.2
L’assistente lo notò chiaramente il desiderio dell’imputata di controbattere a quell’aula – poco chiaro: o avresti dovuto rimuovere quel “lo” oppure introducendolo come anteprima mettere poi una virgola prima di specificare a cosa si riferisce (il desiderio). -0.2
ma il brusio riprese al citare la creatura magica. – è più opportuno “nel” citare. -0.3
Quando le aveva chiesto: “Ti sei vista, di là?” Lei aveva sorriso – ci vuole una virgola dopo la domanda e quel lei con la minuscola. Infatti la frase è inserita all’interno della narrazione e non come dialogo. -0.1
“La causa di ogni male.” il nome che Delphini gli aveva dato. – qui ci va un due punti, l’appellativo e la parte di spiegazione vanno legate in qualche modo. -0.1
sono emerse delle prove a sostegno del fatto che non si tratti della figlia – “il fatto” vuole l’indicativo. -0.5 se avessi scritto l’ipotesi o la supposizione, allora avresti potuto mantenere il congiuntivo.
Il Ministro l’unico che non sembrò scosso; forse già sapeva. – qui manca il verbo, credo sia una tua precisa scelta per creare immediatezza ma non mi ha convinto del tutto. Non te lo segnalo come errore ma te lo sottolineo.
LeStrange – Lestrange, refuso perché poi lo scrivi bene in altre parti.
La notizia che fosse la figlia di Voldemort fece più scalpore che fosse l’assassina di uno studente. – Manca un “di quella che” che dovrebbe instaurare la comparazione, altrimenti monca. -0.3
L'assassina, la folle, la fanatica divennero improvvisamente la vittima. – divenne non divennero, perché fa sempre riferimento a Delphini. -0.3
e lo rivide nei suoi occhi il suo desiderio. – stessa cosa che già ti ho segnalato prima. -0.2
“Cosa c’è scritto lì nello stemma.” – è una domanda dunque ci vuole il punto interrogativo. -0.1
non erano altri che uccelli – refuso.
sbatté il martelletto – il martelletto non si sbatte, ma batte. -0.3
Vestito di un completo elegante, l’assistente fu certa che Delphini avrebbe potuto incenerire il salvatore del mondo magico con lo sguardo. – Qui c’è un problema perché grammaticalmente non si capisce bene a chi è riferita la prima parte del periodo: a livello di intuito a Harry Potter, il nuovo arrivato, ma logicamente sembra riferirsi più all’assistente oppure a Delphini. Riformulando così: L’assistente fu certa che Delphini avrebbe potuto incenerire il salvatore del mondo magico, vestito di un completo elegante, con lo sguardo. Oppure anche legare quel “vestito di un completo elegante” alla frase precedente. -0.3
Per quanto riguarda i dialoghi, dopo la battuta, quando essa è retta da un verbo, non va il punto. Esempio: …No, signora, nient’altro.” Rispose prontamente l’assistente. Niente punto e il verbo va con la lettera minuscola. -0.5 complessivo.
Per quanto riguarda lo stile, ho apprezzato innanzitutto il modo in cui si adatta alla storia: il ritmo incalzante, dominato dai dialoghi e dalle sequenze di azioni, è perfetto per rendere l’idea del processo. Le parti dialogiche funzionano molto e la scelta di periodi per la maggioranza brevi si confà a questa rapidità. Il lessico è analogamente appropriato e si mantiene abbastanza coerente per tutto il testo; mentre alcune espressioni mi sono piaciute particolarmente come ad esempio quella che hai usato per descrivere i deputati dal punto di vista di Delphini (o meglio dell’assistente che prova a interpretare i pensieri di Delphini): toghe nere coronate da trapezi spacciati per cappelli. O anche il modo in cui hai fatto cogliere che i deputati alzano in maggioranza le mani in favore della sua esecuzione: L’unico spostamento d’aria che tutti avvertirono fu della scure calare sulla testa della ragazza.
La punteggiatura (che si riduce a punti fermi e virgole, per lo più) e l’ordine delle frasi all’interno dei periodi hanno creato purtroppo talvolta delle ambiguità di significato. La grammatica in questo caso ha pesato sull’equilibrio e sul ritmo, creando delle pause che vanno contro l’economia della narrazione.

IC: 12/15 Valutare la tua Delphini non è stato semplice, perché a ben vedere la storia pone più di un livello di lettura. Partiamo dall’IC: secondo è stato secondo me rispettato. Vediamo tutta la sua ferocia e baldanza in quello che viene raccontato nel processo sui fatti precedenti (“Io sono l’Augurey. Il mio destino è essere libera. Liberare mio padre. Afferrare il mio destino.”) e poi un silenzio e uno smarrimento che non posso affatto escludere come plausibili per la situazione. Hai scelto di non darle voce diretta, una scelta di distacco che mi è piaciuta perché consona sia al tipo di personaggio sia ancor di più l’impostazione della storia, dando invece agli altri – come all’assistente – e ai dettagli del processo il ruolo di parlare di lei e di quello che prova. La sfida non era semplice, tuttavia – nonostante l’impianto volutamente asettico e l’impersonalità della protagonista – un quadro su di lei arriva, così come l’empatia. Empatia perché è anonima, empatia perché ha solo poco più di vent’anni, empatia perché è sola, empatia perché tutto quello che voleva è stata una bugia. Stupenda questa frase: La verità le aveva strappato semplicemente tutto.
Ma è proprio su quest’ultimo punto che voglio soffermarmi, perché rappresenta il reale problema della tua indagine: la comprensione che si prova per lei è specialmente per lo smarrimento, per la scoperta che è stata “allevata” e “manipolata” a essere qualcuno che non è – un’aggiunta che tanto cambia di Delphini e che quindi ciò che mostri non è autenticamente lei sulla base di ciò che si da, ma una versione di lei che andrebbe a cambiare ciò che è. La comprensione di Delphini è a metà: è giovane, è sola e ha sempre agito per un compito (canon) – ma dall’altra parte: è una ragazza a cui vengono strappate le origini in cui credeva, che sente il suo passato tradito (what-if tua che stravolge proprio l’identità del personaggio).
Non hai tradito il personaggio come modo di comportarsi, hai offerto una visione originale e la prospettiva impersonale è stata secondo me adatta; tuttavia il gioco che hai fatto sull’identità di Delphini ha condotto l’empatia su un piano che è oltre ciò che invece Delphini secondo il canone autenticamente è. La tua Delphini potrebbe essere ma non è ancora così tradita come tu la presenti. Mi sarebbe piaciuto vederla “sincera” più come figlia di Tom Riddle fino alla fine più che come presunta tale.

Trama: 9.5/10 La trama è molto interessante e l’ho trovata soprattutto davvero molto originale. Si presenta come un sequel delle vicende presentate nella Maledizione dell’erede e contiene un twist non indifferente: Delphini non è in realtà figlia di Bellatrix e Voldemort apre diverse prospettive e, per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere una versione plausibile. L’aspetto che più ho trovato avvincente è, però, la struttura: hai impostato tutta la trama attorno al processo, che curi molto bene, tanto che sembra quasi sembra di star leggendo un placito. L’impostazione arida e fredda, in cui si alternano voci e azioni, è azzeccata con questo contesto giuridico: in sé funziona e ha una coerenza precisa. Sei stata molto brava a scandire le varie parti del processo, a renderlo credibile, e il finale di tutta la storia con la scelta estrema del suicidio di Delphini è la perfetta conclusione. Nulla risulta tagliato o mancante, né il futuro di Delphini lasciato incerto.
Il motivo per cui ti ho tolto un punto è che gli altri personaggi che ruotano attorno a lei, in particolare come Hermione o Harry, mi sono sembrati solo nomi, nonostante fossero due figure con un certo ruolo all’interno del processo. Francamente mi sembra strano non averli sentiti parlare in un taglio che è appunto tutto di resoconto. L’assistente, che è quello che più ci permette di capire Delphini, è per contro davvero senza nome. Il paradosso è che si viene a creare una dicotomia tra personaggi importanti ma privi di reazioni e personaggi con emozioni ma privi di nome. Ti ho tolto solo mezzo punto perché, in fondo, questa incoerenza non stona troppo con tutta l’impostazione “distaccata” della storia.
L’unico personaggio che sfugge a questa opposizione è di fatto Pansy: non so se ce la vedo a lavorare in uno stesso contesto ritrovandosi accanto proprio a persone come Hermione e Harry, però la sua riflessione l’ho trovata interessante – a metà tra la comprensione per Delphini e poi un lavarsi le mani in modo della legge e dell’ordine che segue. E mi è piaciuto che questa visione sia arrivata proprio da lei, un personaggio che di fatti è sempre stato nella zona grigia.

Titolo: 1.7/3 Toglierti punti in questa voce mi dispiace, perché il titolo in realtà l’ho apprezzato molto. Suona bene, rimanda al tema giudiziario della storia e attira il lettore. Il latino, che potrebbe essere una scelta azzardata, ha ogni ragione di esserci qui e potenzialmente sarebbe stato perfetto. Dico potenzialmente perché ci sono due elementi che ti hanno fatto perdere ognuno mezzo punto, nonostante questo sfondo di pertinenza. La grammatica: in latino non si scrive “juris” ma “iuris” e inoltre – sebbene a seguito di influssi vari e della storia evolutiva di questa lingua, più forme sintattiche possono essere accettate – la versione più corretta dell’ordine delle parole (perché quella anche usata in ambito giudico) è “Ignorantia iuris neminem excusat”. Oltre a questo, nel testo ho trovato un’incoerenza nel momento in cui il motto viene nominato. Pansy infatti dice: “La giustizia non ammette ignoranza. Delphini sapeva ciò che stava facendo, non importa quale fosse la sua motivazione.” In verità, da questa frase evince che per Delphini succede esattamente il contrario dal caso che il motto vuole sottolineare. Il motto si riferisce infatti a chi si appella al non conoscere la legge per poter commettere un errore; Delphini invece sa benissimo che quello che fa è sbagliato (dunque non c’è ignoranza). Essendo il riferimento al titolo, te ne ho parlato qui e non nella trama: in effetti il titolo – apparentemente perfetto – non si adatta realmente alla storia di Delphini. Il concetto che tu cercavi è espresso invece a un altro concetto giudiziario, ben distinto, ossia il principio di materialità della legge penale per cui non si può punire (o al contrario assolvere) qualcuno per le sue intenzioni o motivazioni, ma solo per gli atti concreti che compie. Nella storia, infatti, Delphini viene condannata per quello che ha fatto, senza spazio per le motivazioni che invece avrebbero potuto renderla umana e salvarla (trovare il padre, cercare di avere una missione e un futuro).
In sostanza: il titolo mi è piaciuto tanto e attrae oltre che rispettare il tono della storia, ma ha delle pecche considerevoli che non ho potuto tralasciare.

Gradimento: 4.5/5 La storia mi è piaciuta davvero molto, a partire già dal suo progetto. Ho trovato originale l’idea di presentare una storia tramite un processo, scelta che si è potuta osservare non solo nella trama, ma che hai cercato di allargare anche allo stile, alla presentazione fredda e distaccata di Delphini e al titolo. Tutto è molto curato e scelto ad hoc: un impegno che si vede e che emerge. Personalmente questa impostazione mi ha davvero conquistata e ne apprezzo a pieno il suo valore, anche se a livello tecnico ho dovuto farti notare le mancanze che ci sono state. Il tuo progetto era molto ambizioso e aver perso di vista alcuni dettagli ti ha penalizzato; tuttavia, è sicuramente l’idea più originale tra quelle che ho visto, soprattutto come impostazione. Ho trovato in qualche modo che i parametri del contest e il doverti segnare i diversi problemi non abbiano permesso alla storia di emergere per le qualità che ha. Ho scelto per questo di premiarti con un premio speciale – il cui fine è proprio riconoscere l’intelligenza del progetto e del suo sviluppo, a dispetto dei punti deboli: il premio “Ma che succede?” per la storia che mi ha lasciato più sorpresa.

Totale: 32.3/43
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Giudice*****
26/05/2020 16:43
 
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Nona classificata: Myranda di milla4


Grammatica e stile: 3.9/10 [Grammatica: 0.9/5 + 3/5]
«Myranda, dove sei?» la notte non le aveva mai creato problemi. – Ci vuole la lettera maiuscola quando la frase successiva alla battuta non è ad essa legata. L’errore ricompare sistematicamente. -0.5 globale.
ogni piccola paura che aveva mai avuto il ragazzo dagli occhi di ghiaccio gliel’ aveva strappata via con la forza – ti segnalo qui uno spazio in più che non dovrebbe esserci tra “gliel’” e “aveva”. L’errore vero e proprio è però il fatto che ci vorrebbe un congiuntivo nella prima parte “avesse mai avuto” – 0.5
Dei passi più maldestri indicavano che anche l’altro cane di Ramsay, Reek fosse con lui. – ci vuole un’altra virgola anche dopo Reek perché è la specificazione di chi sia “l’altro cane di Ramsay”. -0.2
a Ramsay era piaciuto subita. – doppio refuso: piaciuta subito
una piccola e sporca mano le strinse forte la manica del vestito, si girò: due occhi marroni la fissavano terrorizzati e insicuri, Myranda le sorrise comprensiva, accarezzandole il viso per confortarla. – Questo periodo è molto ambiguo e spezzarlo ti avrebbe aiutato sicuramente. La prima frase “una piccola… vestito” ha come soggetto la mano, la seconda “si girò” ha come soggetto Myranda anche se questo non è espresso esplicitamente (ma comunque è comprensibile), la terza frase introdotta dai due punti “due occhi… insicuri” ha come soggetto gli occhi della nuova presenza, la quarta frase “Myranda le sorrise comprensiva… confortarla” ha come soggetto di nuovo Myranda ma come complemento oggetto la nuova presenza complessivamente – presenza che non era mai stata menzionata in precedenza ma solo attraverso sue parti fisiche specifiche, cioè gli occhi e la mano appunto – per cui quel “la” e quel “le” risultano ambigui. A chi si riferiscono? Logicamente è deducibile una nuova presenza femminile, ma lo scarto è errato a livello grammaticale. -0.5 (per questa doppia discordanza e per lo scarto dei troppi soggetti in un singolo periodo).
una adolescente – un’adolescente (l’elisione è necessaria perché le due vocali sono identiche) -0.2
ma che non avrebbe mai dovuto venire uscire fuori, era una cosa sbagliata. – qui c’è un doppio verbo, refuso che non considero: venire uscire. Mi suona anche male l’utilizzo dell’avere come ausiliare in “avrebbe dovuto venire”, tuttavia dopo una ricerca ho visto che è accettato e dunque non errato. Avrei preferito “sarebbe dovuto venire” ma è un appunto personale che non ti toglie nessun punto.
…lo schiocco di un ramo le fece capire che fosse a pochi passi da loro e aveva paura che tutto finisse perché sarebbe tornato subito da lei, la rossa, la Stark che lo aveva ossessionato in quelle ultime settimane e che le aveva sottratto l’unica persona che sentiva adatta a lei, Myranda. – Allora qui il problema lo crea la parte finale. “…e che le aveva sottratto l’unica persona adatta a lei, Myranda”. Ho compreso cosa tu volessi intendere: rimarcare che la lei fosse proprio la protagonista. Tuttavia non era necessario farlo, anche perché quel “Myranda” sembra specificare piuttosto “l’unica persona” (che invece è Ramsay) più che “lei”. -0.3
Lo aveva aspettato ogni singolo giorno e notte – non c’è concordanza tra giorno (maschile) e notte (femminile), dunque avresti dovuto ripetere l’espressione variandola. Ogni singolo giorno e ogni singola notte. -0.3
Myranda non era mai stata un’ingenua nemmeno quando a sette anni il suo gatto fu trovato senza occhi e con le zampe tranciate, nemmeno in quel momento aveva dubitato di chi fosse il responsabile. – “fosse stato il responsabile” in quanto ci riferiamo a una storia molto remota nel tempo; inoltre devi porre l’accordo con “fu trovato” che è un trapassato remoto. -0.5
…anche se la casata dei Bolton era famosa per la sua aggressività, la perfidia Myranda era qualcosa che andava oltre – ci vuole una virgola tra “perfidia” (legata alla casata dei Bolton) e Myranda che è il nuovo soggetto. -0.3
…non avrebbe mai permesso che rifacesse una vita – si rifacesse una vita, il verbo è infatti rifarsi. -0.2
qualcosa stava crescendo in lei e che stava incominciando ad amare ma il quale era certa non avrebbe potuto sopravvivere – Allora questa frase presenta dei problemi grammaticali per l’utilizzo dei proponi; in particolare il primo “che” stona, mentre “il quale” non si usa come complemento oggetto (la funzione che avrebbe nella farse è infatti questo). Riformulando suggerirei così: “…qualcosa stava crescendo in lei e stava incominciando ad amarlo ma era certa che non avrebbe potuto sopravvivere”. -0.5
Era una così brava ragazza, Nisalia… gli sarebbe piaciuta sicuramente – manca il punto alla fine della frase. -0.1
A livello di stile, purtroppo è la grammatica a pesare sul punteggio perché la formulazione dei periodi crea difficoltà di comprensione e dunque la lettura risulta poco agevole e poco immediata. Il tuo stile (che non incontro per la prima volta) in generale mi piace perché hai una padronanza lessicale non indifferente e sei capace di esprimere concetti non banali attraverso le frasi, cosa che ti permette di esplorare la caratterizzazione dei personaggi e rendere immagini vivide. Il problema è, appunto, nell’articolazione del periodare: propendi infatti per periodi molto lunghi che, sebbene si accordino con il contesto “storico” del fandom scelto e con l’atmosfera, ti fanno smarrire talvolta a livello logico i soggetti oppure alcune concordanze. Chiaramente non è facile gestire periodi complessi ed è per questo che cadere in questo tranello è facile. La lettura risulta rallentata da questa problematica ed è un peccato che ciò avvenga in più punti del testo, considerando la brevità della storia. Il consiglio è quello di ridurre la lunghezza dei periodi e aggiungere più punti fermi: questo ti dà modo di ricontrollare più agevolmente le connessioni tra le parti, oltre che far emerge – con tutto il giusto valore che possiede – l’accuratezza delle tue scelte lessicali.

IC: 13.5/15 Il lavoro che hai fatto sul personaggio di Myranda mi è piaciuto molto: per presentarla hai mostrato il suo folle amore per Ramsay, la sua gelosia per Sansa, ma non solo: emerge anche la cattiveria intrinseca della sua persona. Non l’hai presentata come solamente una vittima, ma anche come una complice, una carnefice, un’artefice del male e, paradossalmente, questa scelta invece di distruggere ulteriormente il personaggio è riuscita secondo me a coglierlo nella sua vera essenza. Specialmente nel modo di rapportarsi a Nisalia mi è parsa davvero molto IC. Mi è piaciuto anche il fatto che i pensieri di Myranda siano arrivati nonostante non fosse un racconto in prima persona: la prospettiva era la sua e si percepiva bene.
Hai fatto un accenno alla sua infanzia che mi è piaciuto molto: Myranda non era mai stata un’ingenua nemmeno quando a sette anni il suo gatto fu trovato senza occhi e con le zampe tranciate, nemmeno in quel momento aveva dubitato di chi fosse il responsabile. Proprio a partire da questo, però, quello che secondo me avrebbe reso del tutto incisivo questo lavoro sarebbe stato il soffermarsi, a livello di ricordi, su qualche aspetto dell’origine dell’amore per Ramsay o su qualche altro aneddoto della sua infanzia. Ci sono accenni ma se questi fossero stati più espliciti e precisi, l’impatto sarebbe stato più forte, più chiaro e più completo. Hai scelto una storia breve e, invece di sfruttare questa scelta per un approfondimento generale del personaggio, hai puntato sulla trama (che comunque risulta riuscita, come parlerò nel prossimo punto).
Comunque la cosa che più ho apprezzato è che hai creato comprensione per Myranda senza farla compatire, ma anzi mostrandola ancora più aspra di quello che è, e – al fine del contest – mi è piaciuto questo lavoro.

Trama: 10/10 Qui il punteggio parla da solo, anche se devo ammettere che ci ho riflettuto un pochino prima di decidermi per il pieno. La storia è molto particolare: si presenta a prima vista come una fuga di Myranda insieme a Nisalia mentre Ramsay e Reek le rincorrono, ma poi c’è il capovolgimento nel rendersi conto che in realtà Myranda è dalla parte di Ramsay. Ora, il mio dubbio iniziale era se questa trama – che è subito ben gestita, organica e perfettamente in linea con i personaggi – non avesse bisogno di qualche dettaglio in più per essere ben compresa. In realtà, credo proprio che ci sia tutto: informazioni su chi sia Nisalia e sul suo ruolo, i sentimenti ambigui di Myranda che creano tensione, spiegazione su quale sia la situazione e quale il cambiamento finale. Di questo non posso che farti i complimenti, dato che si tratta di una storia davvero breve e non è facile riuscire a renderla completa.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, Nisalia è caratterizzata a sufficienza, mentre ramsay – per quanto sia personaggio minore – è sicuramente IC.

Titolo:0.5/3 Il titolo è purtroppo l’altro punto debole della storia, insieme alla grammatica. Normalmente non mi piacciono i titoli che sono semplicemente composti dal nome della protagonista, ma non è questo il motivo per cui non mi ha convinto. Il punto è che non presenti un ritratto di Myranda o la storia della sua vita (per cui sarebbe stato azzeccato), ma uno spaccato di trama che invece è ben dinamica dove il disvelamento di Myranda avviene tra le righe, come conseguenza della lettura. Per questo motivo il punteggio è di fatti basso – non tanto per la poca originalità della scelta ma proprio per la mancata corrispondenza tra le scelta e il contenuto effettivo della storia.

Gradimento personale: 4.5/5 A me la storia è piaciuta molto, la trama l’ho trovata funzionale e il personaggio molto ben indagato. Peccato per i problemi di tipo grammaticale che hanno reso il testo meno fluido, altrimenti ti avrei anche dato il punteggio pieno.

Totale: 32.4/43
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Post: 1.394
Giudice*****
26/05/2020 16:45
 
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Ottava classificata: Male alle mani di Greynax


Grammatica e stile: 7.6/10 (grammatica: 3.1/5 + stile: 4.5/5)
- suo figlio - ci vogliono i trattini lunghi sia all’inizio che alla fine della parola. Non è una svista, ma questa scelta ricompare in tutta la storia. -0.5 complessivo
Rimase, per sempre, la cosa più umana che le avrebbe mai visto fare. – I verbi nella frase sono sbagliati per il semplice fatto che il passato remoto è un verbo secco finito, ma il per sempre immediatamente legato e quel “avrebbe mai visto” rimanda invece a un futuro – e in ogni caso ad un’azione duratura nel tempo. Suggerisco: Sarebbe rimasta per sempre la cosa più normale che le avesse visto mai visto fare. -0.5
gli avrebbero dato dei soldi per questo – con “gli” a chi ti riferisci? A Eillen? A loro due insieme? In ogni caso non al solo Tobias, dato che non è di certo a lui singolo che avrebbero dato i galeoni. Quindi o “le avrebbero dato” oppure “avrebbero dato loro” – 0.3
Era il nome di suo nonno, gli avrebbero dato galeoni. – stesso problema. -0.3
qual'era – qual era senza apostrofo -0.2
E con le mani non riuscì a cancellarlo – manca il punto alla fine della frase. -0.1
Lo stile è particolare: è quasi un flusso di coscienza di Tobias che però segue un ordine cronologico e una coerenza profonda. Dato il tipo di racconto e di impostazione, risultano efficaci le frasi brevissime e l’abbandonare della paratassi con le virgole frequenti (inserite sempre al punto giusto) e frequenti congiunzioni “e”. Molto buono anche l’uso del discorso indiretto libero all’interno dell’introspezione stessa del personaggio. L’unica cosa che appesantisce un po’ la lettura sono le eccessive ripetizioni. In sé ne ho apprezzato il valore: servono a richiamare le frasi tra loro, a fare da collante tra i pensieri, a richiamare proprio la formula del flusso mentale; tuttavia ne hai fatto un uso un pochino troppo eccessivo perché sistematico. Ti riporto l’esempio più vistoso: Era troppo, era abbastanza troppo, era troppo per Tobias. E, per giunta, la frase successiva inizia con un concetto molto simile: Non era molto… Per quanto riguarda il lessico, l’ho trovato molto appropriato, dato che hai mantenuto sempre quello colloquiale – perfetto per il personaggio e per la struttura appunto di flusso di pensieri.

IC: 11/15 Non hai scelto un personaggio facile: Tobias Snape è uno dei personaggi secondari (anzi, terziari) della saga che siamo portati istintivamente a odiare. Un uomo cattivo, meschino, che picchia suo figlio e sua moglie e di cui non vediamo mai un aspetto negativo. Era una sfida molto difficile, che tu sei riuscita a superare in parte molto bene: ci presenti la sua versione dei fatti, l’infanzia di Severus dal punto di vista del padre violento. Attraverso la dinamica del flusso di pensieri (scelta che di per sé mi è piaciuta molto) ci permetti di scavare nella sua mente: ecco l’odio per la moglie, ecco il rimorso iniziale per come tratta il figlio, ecco la povertà che lo incattivisce, ecco ancora la paura – e ancora di più il senso di esclusione dalla magia. E in tutto questo non mancano i piccoli dettagli di umanità, i fallimentari tentativi di essere buono, che ho amato proprio per la sottigliezza con cui hai saputo inserirli: il pianto in privato per aver fatto del male al figlio la prima volta, il desiderio di volere qualcosa di meglio per lui (subito però coerentemente oscurato dal risentimento per il fatto che qualcosa non venisse da lui ma da Eillen). C’è allora una escalation nel modo di porsi fino al dramma finale che risulta quasi inevitabile dato il corso della storia. La bruttura del personaggio è mantenuta e di questo te ne rendo atto.
Per questo però è stato un vero peccato che tu non abbia spinto sull’origine dell’atteggiamento di Tobias: in tutto quello che vediamo ciò che davvero manca è l’inizio, un inizio che dovrebbe situarsi per forza di cose prima di Severus. Durante la lettura c’è una domanda che riaffiora più volte e che lascia un buco consistente per il personaggio, ma a cui tu non offri nessuna seppur minima spiegazione: perché Tobias ha sposato Eillen se la odia così tanto? Gli accenni al pre-Severus come coppia si riducono a quella risata di lei bevendo birra – ecco avrei voluto vedere qualche altro piccolo momento del genere, perché Eillen è un pezzo fondamentale della vita di Tobias e parlarne è imprescindibile. Se ci spieghi perché arriva a essere violento, non ci fai vedere il Tobias di prima, un Tobias che dev’essere stato pur sempre un uomo qualsiasi. Non risulta invece da cosa trae effettivamente origine l’odio per Eillen – cosa che non è secondaria dato che è sua moglie e la ragione della sua evoluzione. Insomma, molto funzionale l’evoluzione a diventare padre violento; potenti risultano infatti frasi come Non era giusto. Non era lui il cattivo. e Avrebbe voluto esserci lui, però era troppo stanco. Che mostrano in toto questo bisogno di giustificarsi, questo tentare di dargli la parola. Inconsistente è invece la parte di lui come marito violento. Provare empatia per un uomo così terribile è impossibile e il compito è sicuramente difficile, ma la parte assurda è che tu ci saresti potuta riuscire perché l’impianto generale mi è piaciuto; il progetto però trova in tutto quello che manca davvero un grosso iceberg.

Trama e altri personaggi presenti: 7/10 La trama ripercorre attraverso immagini frammentarie ma unificate nel pensiero di Tobias, tutti gli eventi di lui di fatti come padre e marito, partendo dalla gravidanza di Eillen fino al tragico epilogo della violenza più cieca. La storia risulta ben strutturata e riesci – come ho già avuto modo di indicare prima – anche a inserire degli elementi in più che arricchiscono e rendono completa la vita quotidiana di questa famiglia disfunzionale.
Mi sarebbe piaciuto però vedere qualcosa sul rapporto più specificatamente con Eillen magari prima del matrimonio e questo non per un motivo di trama, ma perché la strega è secondo me un grande punto debole di questo tuo lavoro. Seppure filtrato dal punto di vista di Tobias, appare come una donna davvero troppo mediocre. Il suo odio per il suo essere strega (e il riferimento quindi al sabba e ai calderoni) è ben giustificato, ma oltre a questo quello che emerge è l’immagine di una donna mediocre sotto ogni punto di vista. Non sa usare bene la magia, non è in grado di fare nulla, non è responsabile, è sempre sbadata – tutto questo non in conseguenza di qualcosa ma da subito. Eileen non sapeva neanche cambiarsi le mutande da sola, se non dietro qualche suggerimento più o meno gentile. Questa è una delle prima frasi che compare su di lei nella storia e l’ho trovata appunto esagerata (non da un punto di vista stilistico ma proprio come immagine di inettitudine). Ripeto: capisco che la descrizione è dal punto di vista di Tobias e dal suo odio cieco, però questa visione della donna comincia prima che iniziano i problemi e suona davvero strano pensando che è la donna che ha sposato. Sembra troppo esasperata, troppo semplicistica, troppo sbagliata: più funzionale sarebbe stato sottolineare qualche sua qualità in una fase iniziale e poi stroncarla nel corso della storia.
Mi è piaciuto invece tanto Severus nonostante sia solo piccolo: la sua difesa della madre prima accidentale e poi volontaria e infine quella solitudine profonda che fai emergere stupendamente qui: Severus lo guardava quasi con odio, e nessuna madre gli avrebbe mai lavato la maglietta.

Titolo: 3/3 Il titolo è perfetto: suona bene e colpisce, ma soprattutto è un’immagine che richiama Tobias. Le mani sono l’idea proprio della violenza babbana di cui lui è simbolo, ma in questo caso il male non è creato da quelle mani ma patito – è il male di chi colpisce, di chi in fondo è debole. Davvero bello e azzeccato.
Gradimento personale: 4/5 Hai fatto un lavoro interessante con questo personaggio: dandogli voce senza giustificarlo o per contro snaturarlo. Lo stile è la cosa che più ci è piaciuta: la scelta stilistica si è rivelata infatti molto appropriata e funzionale. Una visione meno “eccessiva” di Eillen e una più “umana” del loro rapporto avrebbe reso il quadro più autentico.

Totale: 32.6/43

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Post: 1.394
Giudice*****
26/05/2020 16:46
 
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Settima classificata: Riflesso di Pampa313


Grammatica e stile: 8.2/10 (grammatica: 3.7 + stile: 4.5/5)
Sansa – la tua promessa sposa, la fanciulla che dovresti amare – aveva chiesto clemenza per suo padre. Tu non l’hai ascoltata. – c’è un problema nella consecutio temporum tra la prima e la seconda frase: i due momenti sono infatti contestuali. Lo confermi successivamente due periodi più avanti: I tuoi consiglieri ti hanno chiesto di tenerlo prigioniero, ostaggio da usare contro Robb Stark. Tu non li hai ascoltati. Qui infatti il tempo (passato prossimo) è lo stesso sia nella prima frase che nella seconda. -0.5
Sua madre gli aveva chiesto se fosse impazzito. Ma quella era stata l’unica scelta saggia. – Racconti la scena al passato con il passato prossimo (tu non li hai ascoltati) oppure con l’imperfetto per indicare un’azione continuata (Sansa urlava), eppure adesso che mostri una situazione cronologicamente successiva (Cersei che gli chiede se è impazzito), usi un passato più remoto, ossia il trapassato prossimo. -0.5
L’enorme spada in acciaio di Valyria si era eretta in tutta la sua potenza e la sua letalità. Joffrey l’aveva vista cadere in avanti, un colpo secco, deciso. E la testa di Ned Stark era rotolata a terra. – Anche qui c’è lo stesso problema, riprendi il trapassato prossimo, i verbi dei tre periodi consecutivi sono coerenti tra loro ma non con la scelta grammaticale complessiva. Non te lo segno come errore, ma te lo riporto come esempio della coerenza generale del tempo (di cui parlerò nel parametro stile).
Fa’ sempre questo effetto, la giustizia? – Fa (con l’apostrofo indica l’imperativo) -0.3

A livello stilistico, la storia mi è piaciuta molto. Le ripetizioni sono usate in modo efficace e limitate a quelle davvero necessarie, che vanno infatti a creare un’enfasi sul concetto soprattutto di re. Anche la struttura con i frequenti “a capo” che normalmente potrebbe apparire pesante, appare invece funzionale e calzante in una flash che si articola di fatti in una serie di pensieri di Joffrey. Le scelte lessicali e quelle di punteggiatura mi sono piaciute: hai mantenuto un equilibrio tra parole di registro un po’ più alto e altre di tipo invece più prosaico, equilibrio che ben si sposa con il contenuto della storia. A tutto questo si aggiunge la scelta della seconda persona: l’hai usata in maniera davvero efficace come sguardo esterno (ma onnisciente) al personaggio, e l’ho trovata perfetta specialmente per il momento del confronto con lo specchio dove quel tu diviene moltiplicato ed echeggiato. Purtroppo il piccolo punto debole che devo segnalarti è la scelta dei tempi verbali che, seppure non inficiano la comprensione della storia, rappresentano un problema nella gestione del tempo (di cui ti ho portato sopra l’esempio).

IC: 9/15
Hai scelto di mostrarci un momento chiave del personaggio: l’uccisione di Ned, momento chiave specialmente perché è quello in cui l’odio per lui davvero si concretizza da parte dello spettatore. Indaghi l’introspezione di Joffrey, scandagli le sue emozioni e declini la sua motivazione nella direzione di un giocare a fare il re, un gioco che gli sfugge di mano e che poi trova troppo pesante – come è emblematicamente pesante la corona. In sé dunque l’immagine è interessante, funzionale e potenzialmente suggestiva, ma presenta un problema importante: è troppo facile e il personaggio è troppo umano. Per troppo facile intendo che la visione di Joffrey come di un bambino incapace che gioca a fare il re è la più immediata: è quella che arriva allo spettatore da subito. Sei stata brava a usarla non contro di lui ma a suo favore, però di fatto non aggiunge una originalità nella spiegazione della sua crudeltà. Per troppo umano, intendo proprio la caratterizzazione: è un sadico, qualcuno per cui la vita è un gioco, per cui l’immagine di lui che vomita per il senso di nausea seguito alla morte di Ned stona con la sua personalità. Ricordiamo che è lo stesso ragazzino che si è divertito a far uccidere dal Mastino l’amico di Arya e che poi ucciderà in modo a dir poco cruento le prostitute di Ditocorto. Più che provare qualcosa e non capirlo, mi sarei aspettata invece un’incapacità di provare alcunché. L’enfasi per Joffrey sarebbe dovuta passare proprio su quell’aspetto di distanza da tutto il male che compie, più che sull’empatia da parte sua che – per quanto vaga e confusa – c’è nella tua storia. Francamente non credo abbia provato mai rimorso per quel gesto, non immediatamente e non per una ragione di umanità. Mi rendo conto che il disgusto e la nausea sono in realtà per il sangue (cosa che non condivido appieno in ogni caso) e non per Ned, ma legando il vomito all’idea di chiedere aiuto e di sentirsi impotente la conclusione da trarre sembra essere un’altra. L’empatia arriva ma, in fondo, sembra essere per qualcuno che non è Joffrey.

Trama e altri personaggi presenti: 9/10
Joffrey è il protagonista indiscusso. Attorno a lui ruotano figure che nomini di sfuggita richiamando i loro atti visti nella serie: tutto ciò serve per creare la base realistica e credibile dello sfondo in cui Joffrey va effettivamente a muoversi. Una trama vera e propria nella tua storia manca: ci mostri un’introspezione del personaggio, a cui aggiungi di fatto a livello narrativo solo quella reazione forte del dare di stomaco e la presa di coscienza nel guardarsi nello specchio. In sé la scena mostrata risulta completa, ha un’apertura e una chiusura – e la coerenza è soprattutto data dalla tua capacità di scrittura e illustri bene gli scarti temporali tra la decapitazione di Ned e quel momento allo specchio. Guardarsi allo specchio è il fulcro della vicenda e lo hai messo del resto molto bene in primo piano. Di fatto però, quello che aggiungi è poco, niente che lo spettatore non conosce, nessun elemento del passato, nessuna scena segreta (anche un banale dialogo, anche in forma del tutto indiretta come riferimento al perché è per esempio ossessionato dal potere). Qualche elemento di “novità” avrebbe reso davvero la trama completa, per questo ho deciso di richiamare in minima parte questa assenza anche in questo parametro.

Titolo: 2.5/3 Il titolo è semplice e di certo non si può dire che sia originale, ma “rispecchia” per davvero la storia e risulta immediato. L’unica cosa che non mi convince è giusto questo tocco di “anonimità” che potrebbe non attirare nella lettura.

Gradimento personale: 4/5 La tua storia mi è piaciuta molto per com’è scritta e per le immagini che sei riuscita a evocare, attraverso simbologie di per sé banali ma che hai saputo rivedere con enfasi (per esempio il sangue – il cui rosso diventa anche un’occasione per riflettere sulla sua ascendenza Lannister). Non mi ha convinta però del tutto il tuo Joffrey e credo che avresti potuto osare un po’ di più nel mostrarcelo.

Totale: 32.7/43

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26/05/2020 16:48
 
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Sesta classificata: Anger and resentment di Angels4ever


Grammatica e stile: 6/10 [grammatica: 2/5 + stile: 4/5]
Anger and resentment – c’è uno spazio di troppo nel titolo interno.
ma ciò che sconvolse incredibilmente la figlioletta fu nello scorgere – non ci sarebbe voluto quel “nello”, ma direttamente “lo scorgere”. -0.3
Sai Tunia – prima del vocativo ci vuola la virgola: “Sai, Tunia”. L’errore compare ogni volta in casi simili. -0.5
«Sai Tunia, lì dentro c’è la tua sorellina o il tuo fratellino.» spiegò papà Harry. – dato che la battuta è retta direttamente dal verbo fuori le virgolette, non ci vuole il punto. L’errore ricompare. -0.5 complessivo
era molto diversa di quella che provava quando sua madre abbracciava prima Lily e poi lei. – da (e non “di”) quella che provava -0.3
ridusse gli occhi in due piccole fessure – si dice “ridurre a due fessure” e non “in”. -0.3
sotto al suo peso eccessivo – sotto il suo peso -0.3
la loro prole era tra le braccia di Petunia, ancora beatamente addormentato nella sua coperta. – qui abbiamo il termine prole (che è femminile) e poi l’aggettivo “addormentato” al maschile. Naturalmente il lettore sa che la prole è Harry, ma grammaticalmente non c’è concordanza tra i due termini. -0.3
Fissò la creatura addormentata, per vedere in esso – la “creatura” è umana dunque non vuole “esso” come se fosse un oggetto, e comunque è un termine femminile, quindi sarebbe dovuto essere “essa” casomai. -0.5 per i due errori.
Per quanto riguarda lo stile, globalmente mi è molto piaciuto: devo dire che l’articolazione in frasi brevi con frequenti a capo funziona per il tipo di testo e la punteggiatura è stata usata in modo opportuno con equilibrio. Il lessico è ampio, vario e rispecchia la distanza tra l’autentica narrazione (dove hai osato parole di un registro più alto) e il punto di vista di Petunia (dove mantieni un tono colloquiale e rendi la concretezza dell’infanzia). I corsivi sono stati usati in modo appropriato per enfatizzare alcuni concetti, così come La grammatica, che non è stata pulitissima, non ha però inficiato molto lo stile perché di fatto gli errori riguardano l’uso di preposizioni o sono di tipo grafico, quindi sul piano della comprensione non si vengono a creare problemi né risulta minata la scorrevolezza.
Il problema, tuttavia, riguarda un po’ alcune scelte lessicali che hanno stonato nel contesto. Te le riporto espressamente:
capelli biondi infantili – qui non ho capito bene cosa volessi intendere con quell’infantili, non credo che si possano definire “infantili” i capelli, né il biondo.
(occhi) piccoli, stretti, della sorella – non capisco l’enfasi della parola “stretti” che come aggettivo non mi convince molto.
imparò in men che non si dica a chiamarlo: invidia. – In questo caso, stona il “chiamarlo”, avresti potuto dire o “definirlo” oppure “chiamarlo per nome”, in quanto ciò che vuoi sottolineare è proprio l’acquisizione di un termine da parte di Petunia.
Il termine prole, che ho trovato troppo desueto e inusuale per un contesto moderno. Non è una scelta aulica, è proprio un arcaismo che rispetto all’ambientazione stona.

IC: 13.5/15 Quello che hai scelto di raccontare di Petunia mi è piaciuto molto: la sua infanzia, dal primissimo momento in cui scopre di stare per avere una sorella fino all’arrivo della lettera di Hogwarts che cambierà per sempre e in maniera netta il rapporto con lei. Questa prospettiva l’ho trovata molto originale, perché la primissima infanzia è quello che manca delle sorelle Evans in effetti ed è una parte su cui si può dire molto, anche perché – per un personaggio come Petunia – è lì che già si annida il germe del rancore e dell’invidia, sentimenti che precedono la scoperta della magia. Hai esplorato le ragioni di Petunia e hai toccato degli aspetti interessanti, tra cui soprattutto la prima manifestazione della magia (con Petunia che molto realisticamente ordina a Lily di insegnarle come fare!) e la riflessione in merito al significato diverso dei due nomi, come radice stessa del diverso modo dei genitori di trattare le figlie. Anche la consapevolezza lenta della sensazione di invidia mi è parsa molto ben indagata. Provare simpatia per un bambino è più semplice che per un adulto, quindi come scelta narrativa l’ho trovata azzeccata, anche perché – ripeto – la genesi dell’odio di Petunia inizia dai primissimi anni.
L’unica cosa di cui ho sentito la mancanza per cogliere a pieno l’essenza di Petunia sono stati i momenti “felici” con Lily, il suo tentativo di volere bene e avvicinarsi alla sorella, le due sorelle magari giocare insieme. Questa è una cosa che è effettiva nel canon (se pensiamo al primo incontro con Piton per esempio) e che avrei voluto vedere, perché avrebbe reso anche la parte “positiva” del rapporto tra sorelle (per quanto minato da molte ombre, che tu hai fatto bene a sottolineare) – parte che avrebbe reso in maniera vivida il personaggio e l’empatia per lei più forte. Petunia è un personaggio “odiato” ma umano perché capace di affetti positivi, su cui però tu ti sei soffermata ben poco. La comprensione c’è e l’empatia arriva, Petunia è assolutamente IC e le circostanze in cui si muove sono credibili e ben delineate, ma la visione che mi è arrivata del personaggio non è completamente a tutto tondo.

Trama e altri personaggi: 9.5/10 La trama è molto ben strutturata e dell’impianto mi è piaciuta particolarmente l’articolazione in paragrafi precisi, ben scanditi da sottotitoli in corsivo con le età progressive delle due sorelle. Hai proposto una carrellata di momenti, ma sono stati tutti momenti ben precisi (la scoperta della gravidanza della madre, la nascita di Lily, la manifestazione dei poteri, l’inizio della scuola elementare, il confronto sul significato dei due diversi nomi e infine l’arrivo del gufo con la lettera di ammissione a Hogwarts) che creano una continuità e attraverso i quali – nonostante i salti temporali – non risulta alcun buco di trama. I momenti sono brevi ma in poche parole sei riuscita a dire tutto quello che serviva per rendere conto dell’immagine. La scelta di concentrarti solo sull’infanzia è originale e molto interessante e non si sente la mancanza di scoprire cosa succede dopo. Ciononostante il grande salto temporale alla consegna di Harry ai Dursley è stata secondo me la conclusione perfetta perché tira le fila di tutto il sentimento di rancore maturato da Petunia e crea un parallelismo tra la piccola Petunia e il piccolo Harry: entrambi tra le braccia di Petunia piangono. Mi è piaciuta molto e non ho nessun appunto da farti! Aggiungo anche che Lily mi è sembrata ben caratterizzata, così come le comparse dei genitori, caratterizzati di sfuggita ovviamente ma in modo funzionale e sufficiente alla tua storia.
La cosa che mi ha fatta storcere un po’ il naso (e che è l’elemento principale del confronto tra le sorelle e viene richiamato anche nel titolo, per questo non posso soprassedere) è come hai impostato il confronto tra i nomi nel contenuto. Petunia e Lily sono i nomi di due fiori, per cui “giglio” è il riferimento diretto che tutti hanno pensando a Lily, non un significato nascosto. Mentre hai calcato sulla “rabbia e risentimento” dietro al nome – e al fiore – petunia, così non hai fatto per Lily: Lily – ossia giglio – ha il significato di “rinascita, purezza” cosa che tu non hai invece detto, confondendo dunque traduzione e significato dei nomi. A livello di trama, questo depotenzia il confronto tra i due nomi e crea una piccola ambiguità: che necessità c’è di spiegare la parola “giglio” se a un parlante di lingua inglese Lily suona effettivamente già “giglio”?

Titolo: 2.5/3 Il titolo mi piace molto, l’accostamento delle due parole e dei concetti che sottolineano è accattivante e l’espressione ha un valore preciso nella storia: è infatti il significato del nome di Petunia (come spiegato esplicitamente in una scena della storia) e riassume di fatto gli aspetti che emergono del suo personaggio. Quello che non mi ha convinto è l’uso della lingua inglese, non nel senso che il suo utilizzo mi ha creato dei problemi particolari, ma semplicemente perché non c’è un motivo specifico per usarlo e, per di più, trovo che in italiano la resa sarebbe stata di gran lunga migliore!
Gradimento personale: 4.5/5 La storia è stata originale secondo me, per la scelta narrativa di concentrarsi sull’infanzia di Lily e Petunia – dove gli undici anni non sono l’inizio della rivalità ma solo il punto di non ritorno. Mi è piaciuta la selezione dei momenti, gli elementi inseriti e la struttura della trama. Con una maggiore enfasi anche sugli aspetti più positivi di Petunia mi avresti convinta pienamente!

Totale: 36/43
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26/05/2020 16:50
 
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Quinta classificata: Ballycastle di Emily27


Grammatica e stile: 8.9/10 (grammatica: 4.9/5 + stile: 4/5)
Suv – SUV (è un acronimo, quindi va tutto con la lettera maiuscola). Ricompare nel testo più volte la parola, ma te l’ho segnata come errore soltanto una volta. -0.1
La storia è molto pulita: le frasi sono ben articolate, la punteggiatura usata in modo giusto e l’uso del lessico globalmente molto adatto. Leggere la tua storia è stato senz’altro un piacere. L’appunto che ti faccio è per alcune scelte lessicali che stonano un po’, come ad esempio: Volse lo sguardo verso una chiesetta con i muri bianchi e il portone di legno, si avvicinò a essa. Invece di essa avrei usato un “vi si avvicinò” che è più colloquiale. Non si tratta di un errore, ma di una scelta desueta che non si accorda con il resto del lessico. Allo stesso modo ho trovato le descrizioni del paesaggio in alcuni punti ridondanti, come ad esempio quella iniziale che non ancora entra nel vivo del racconto e su cui non sarebbe stato forse necessario indugiare troppo. Nel complesso, però, ribadisco che lo stile mi è piaciuto.

IC: 13/15 Presentare una storia da un punto di vista esterno poteva essere sicuramente un azzardo, in quanto il personaggio sarebbe potuto non emergere abbastanza. In questo caso, invece, riesci a descrivere benissimo Ian nel suo passato e nei suoi aspetti migliori. La cosa che dovevo percepire era infatti empatia e comprensione per il personaggio ed è questo ciò che succede nella tua storia. Attraverso Emily lo vediamo come un uomo capace di amore e di sentimenti buoni, e insieme a Emily abbiamo appreso su di lui qualche dettaglio in più della sua vita.
L’amore che lo lega a Emily è la cosa migliore di Ian e qui, in questa missing moment a Ballycastle, non essere commossi da questo amore con tante ombre è impossibile. Andando oltre la scelta più immediata e facile di mostrare il canonico amore, hai anche aggiunto dettagli effettivi del passato e dell’infanzia di Ian, narrandoci indirettamente della sua vita precedente – vita dove sarebbe potuto essere un altro uomo, vita in cui è stato felice ma ha anche sofferto (come lascia intuire quel riferimento en passant al padre mai conosciuto). Questo di fatto ha arricchito il quadro mentale del lettore verso di lui e, se non è stato possibile comprendere le sue scelte, ce lo ha sicuramente mostrato sotto una luce diversa. Il punto di vista di Emily coglie Ian benissimo, la scelta di mostrarci la relazione d’amore è stata sicuramente quella azzeccata per un simile personaggio, e in tutto questo non hai snaturato affatto la natura dell’uomo. Leggendo, me lo sono visto concretamente davanti agli occhi, soprattutto nelle pause, nei non detti e in quello sguardo azzurro perso in vite alternative.
L’unico motivo per cui non ti ho dato il punteggio pieno è che, proprio per l’impianto della storia e della funzionalità della prospettiva, manca un accenno alla trasformazione di Ian, un mettersi a nudo anche sul passaggio tra quell’infanzia felice e il dopo. Non eri tenuta a farlo, ma la dinamica del racconto e del percorso di disvelamento tramite la visita a Ballycastle sembra portare proprio in quella direzione: il racconto, in altre parole, risulta quasi incompleto, non da un punto di vista di trama ma proprio di disvelamento del protagonista. Inserendo anche questo aspetto la presentazione di Ian Doyle sarebbe stata autenticamente “sincera”.

Trama e altri personaggi: 10/10 La trama mi è piaciuta molto: hai offerto uno spaccato della vita e della relazione di Emily e Ian perfettamente credibile e hai fatto risuonare l’atmosfera del luogo – non solo nei dettagli fisici che forse sono un filino ridondanti (come ho già detto nel punto dello stile), ma soprattutto nel valore che ha per il personaggio e per la coppia. A proposito di questo, mi è piaciuta la cornice che hai dato alla vicenda mostrando all’inizio e alla fine una Emily senza Ian che ricorda quel periodo fondamentale della sua vita con lui. Questa scelta dona alla storia unitarietà, organicità e coerenza. Per quanto riguarda Emily, che è di fatto la vera protagonista della storia oltre che narratrice (in quanto suo è il punto di vista), l’hai resa perfettamente: il suo dissidio tra la missione lavorativa e l’amore per Ian è ben indagato e sicuramente coerente con il suo carattere e con le scelte che ha compiuto di fatto nel corso della serie.

Titolo: 3/3 Normalmente non sono amante dei titoli composti da una singola parola che rimandano a un nome o a un luogo, ma in questo caso non avrei saputo trovare un titolo migliore. Il luogo – più che Ian o Emily – è il vero protagonista del racconto: è il fulcro della scena che racconti, è il filo tra il presente e il passato, è l’ambientazione della storia d’amore ed è anche il tramite attraverso cui scopriamo dell’infanzia di Ian. Il luogo stesso parla di Ian. In questo caso, è perfetto dunque come titolo. Sentendo il termine “Ballycastle” lo ricollegherei inevitabilmente alla tua oneshot.

Gradimento personale: 4.5/5 La storia mi è piaciuta molto, sia per la caratterizzazione dei personaggi che per la struttura narrativa che hai scelto di adottare. Si tratta di una storia che rimane impressa dopo la lettura, che si fa dunque ricordare, e che lascia un’emozione. Una minore enfasi sulle descrizioni non necessarie e un leggero approfondimento in più anche sul modo in cui Ian si è trasformato nel tempo mi avrebbero conquistata del tutto.

Totale: 39.4/43
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26/05/2020 16:52
 
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Quarta classificata: Argus Gazza, l’uomo dal cuore peloso di Carme93
Premio speciale “Brutte intenzioni”


Grammatica e stile: 7.7/10 [grammatica: 3.7/5 + stile: 4/5]
li interessava – interessava loro (a loro), li è pronome che ha solo funzione di complemento oggetto, mentre interessare vuole il complemento di termine. -0.3
- nonostante la Scuola brillasse, grazie al suo sudore e alla sua fatica, sembrava sempre che qualcosa non fosse alla loro altezza - i trattini degli incisi devono essere lunghi ( non così: -, ma così: –). L’errore grafico ricompare -0.5 complessivo.
n0elle vicinanze – nelle vicinanze, refuso.
Sono sicuro che siano stati i gemelli Weasley – “sono sicuro” esprime certezza, vuole l’indicativo e non il congiuntivo. -0.5
Per quanto riguarda lo stile, complessivamente l’ho trovato scorrevole e il registro lessicale che hai usato mantenuto coerente per tutta la storia. I periodi sono della giusta lunghezza e ben articolati e la punteggiatura usata molto bene. Ci sono alcune cose che non mi hanno convinta del tutto – appunti che avrebbero potuto rendere lo stile migliore ma che appunto sono appunti in quanto come scrittura è sicuramente già buona. C’è un eccesso di due punti in alcune parti, di cui ti mostro un esempio: Inevitabilmente la memoria di Gazza vagò sul disordine causato dall’idea balzana avuta da Gilderoy Allock un paio di anni prima: il sedicente professore di Difesa contro le Arti Oscure aveva letteralmente messo a soqquadro la scuola con i suoi gnomi cupido. All’epoca lui si era infuriato non poco, ma adesso quelli gnomi gli sarebbero tornati comodi: per un attimo s’immaginò il piccolo Cupido improvvisato cantare dei dolci versi a Madama Pince, una donna della sua cultura avrebbe sicuramente apprezzato. Scacciò immediatamente quell’assurdo pensiero, perfettamente conscio che la bibliotecaria non avrebbe mai approvato: gli gnomi, pestiferi per natura, avrebbero potuto mettere sottosopra la biblioteca e rovinarne i preziosi libri che vi erano gelosamente custoditi. Ti ho riportato tre periodi consecutivi dove compaiono i due punti in tutti. Inoltre, c’è un’abbondanza eccessiva di avverbi in –mente, anche di questo ti riporto un paio di esempi proprio nelle prime frasi della storia: Avanzò lentamente. Il corridoio era illuminato fiocamente; ma naturalmente non li interessava minimamente di sporcare il pavimento. Di solito, mi piacciono anche, quindi non è una demonizzazione degli avverbi di questo tipo la mia, anzi. Tuttavia, in questa storia erano davvero troppi e troppo ravvicinati.

IC: 15/15 Cosa posso dire del tuo Gazza? Lo hai trattato in maniera quasi incredibile. Nella tua storia sei riuscita sia a rendere bene il suo personaggio per come lo conosciamo nella sua “caccia” agli studenti e nella sua insoddisfazione per gli oneri del suo lavoro, sia a puntare sugli aspetti positivi e più “umani” di lui come l’infatuazione per Irma Pince e il sincero affetto che lo lega a Mrs Purr. Oltre a ciò, hai aggiunto anche degli elementi nuovi, soffermandoti sul dolore che dev’esserci dietro la sua persona per via del suo essere magonò: ecco allora il sentimento di inferiorità che prova davanti alla bibliotecaria, la profonda vergogna che ha quando gli studenti scoprono la lettera che tentava di scrivere, e per finire quello scorcio di passato dove lo vediamo confrontarsi con la vergogna per essere un magonò.
Non lo snaturi, neanche un po’, eppure riesci a farci provare tenerezza per lui in più punti: nella sua cotta per Irma che vede come irraggiungibile e nella presa in giro – filo tra il passato e il futuro – che sottolinea la sua condizione di magonò. Hai preso tanti spunti per far uscire fuori l’essenza del personaggio e hai saputo amalgamarli bene, suscitando davvero emozione e simpatia – o perlomeno compassione – per questo personaggio. Introspezione accurata, emozione, elementi nuovi e mantenimento dell’IC: c’è tutto e io non posso che attribuirti il punteggio pieno!

Trama e altri personaggi: 10/10 La trama presenta degli elementi di originalità come ho già avuto modo di parlare nel parametro precedente, ma si situa anche in un contesto ben definito: il quarto libro e, in particolare, il periodo natalizio che precede il Ballo del Ceppo. La storia si articola in differenti paragrafi, cronologicamente posti (fatta eccezione per il ricordo d’infanzia) che si snodano nel corso di tre giorni. Tutti i temi inseriti (l’indecisione se invitare o meno madama Pince, il desiderio di punire gli studenti, la questione dell’essere magonò) trovano una sua conclusione nella storia. La parte poi veramente geniale è stata l’utilizzo della fiaba da parte degli studenti per prendere in giro Gazza: è definito uomo dal cuore peloso, anzi magonò dal cuore peloso, e questo appellativo lo colpisce sia appunto per l’essere inferiore da un punto di vista magico, ma anche (e forse di più) per il non essere degno di avere una storia d’amore.
Ho amato molto la frase che chiude la storia, con allineamento diverso: Eppure quel cuore batteva, come ogni altro. Era la conclusione più degna che avessi potuto dare. L’ho trovata davvero ben sviluppata come trama e ogni dettaglio pensato con cura e intelligenza – compreso il regalo di Mrs Purr da parte della madre come adempimento al regalo promesso per l’ammissione a Hogwarts (anche se non c’è effettivamente mai stata).

Titolo: 2.5/3 All’inizio il titolo mi sembrava davvero molto strano, ma questa stranezza ha sicuramente un vantaggio: cattura e spinge a curiosare. Leggendo poi la storia, l’ho trovato perfetto in quanto descrive esattamente il fulcro della storia e quello è l’appellativo concreto con cui Gazza viene chiamato. Quello che però anche a fine lettura non mi ha convinto è l’eccessiva lunghezza: avrei personalmente rimosso quell’ “Argus Gazza” (che è già ovvio) e lasciato semplicemente “L’uomo dal cuore peloso” che avrebbe forse catturato perfino di più.

Gradimento personale: 5/5 Hai fatto un lavoro magnifico, ho apprezzato molto la caratterizzazione di Argus e ogni singolo dettaglio di trama che hai inserito. Ho provato autentica empatia per Gazza, mi è dispiaciuto per lui e sì, ora sono decisamente dalla sua parte. Sono davvero contenta che tu abbia scritto questa storia e aver avuto modo di leggerla (e valutarla!). Ti assegno il premio “Brutte intenzioni” per il personaggio che mi ha convinto di più. Del resto, è la storia che ha ottenuto punteggio pieno in entrambi i parametri di caratterizzazione del personaggio e trama.

Totale: 40.2/43

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26/05/2020 16:54
 
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Terza classificata: Il riflesso dei rimpianti di NevilleLuna

Grammatica e stile: 8.8/10 [Grammatica: 4.8/5 + stile: 4/5]
Prima di lasciarti la valutazione per il parametro, faccio una premessa. In merito alle ripetizioni tendo a fare tre distinzioni: quelle che reputo un errore quasi grammaticale perché pongono la stessa identica parola senza alcuna valenza specifica più volte nella stessa frase o in frasi vicine; quelle che servono a un preciso scopo di enfasi e dunque hanno un valore stilistico riconosciuto; quelle che – o per mancata rilettura o per scelta stilistica non riuscita – ricompaiono spesso finendo per stonare.
Nella tua storia compaiono tutte e tre i tipi ed è quindi più che altro su questo che si va ad articolare la mia valutazione. Innanzitutto ti segnalo quelle che rientrano secondo me nel parametro grammatica:
Non avrebbe mai pensato che sarebbe mai stata tanto felice in tutta la sua vita. – ci sono due “mai”, in questo caso si tratta di un refuso.
Ha incentrato tutta la sua vita sul tentativo di cancellare completamente l’immagine di sua sorella dalla sua vita, ma ora con l’arrivo di suo nipote il riflesso di Lily è di nuovo tornato nella sua vita. – Nello stesso periodo ricompare l’espressione “sua vita” per ben tre volte, un appesantimento inutile. -0.2
Per quanto riguarda invece le ripetizioni che rientrano nel parametro “stilistico”, ho apprezzato i richiami costanti al riflesso, le anafore di “rimpianto” nell’ultima parte del testo, la ripetizione di frasi avversative che va a creare uno specchio e una simmetria precisa tra le parti. Ho trovato funzionali anche le ripetizioni, anche in frasi vicine, di espressioni come “prima volta” o “secondo posto” o anche la stessa enfasi sulla parola “vita”. Riformulando e mettendo sinonimi si sarebbe perso il collante e quindi la scelta mi è sembrata giusta.
Tuttavia, alcune ripetizioni invece mi sono sembrate eccessive perché riguardano, non espressioni dal valore semantico speciale, ma parole che sarebbero potute essere omesse. In particolare, mi riferisco agli aggettivi possessivi: “suo” nelle sue differenti declinazioni di genere e numero compare 5 volte nel primo paragrafo, 7 nel secondo, 7 nel terzo, 9 nel quarto, 6 nell’ultimo. Certamente in alcuni punti servono a precisare il riferimento alla persona come qui: Non riesce a sopportare il suo sguardo, la sua voce, i suoi pianti… In altri però, la loro presenza è inutile e risulta davvero troppo eccessiva, come qui: Ha incentrato tutta la sua vita sul tentativo di cancellare completamente l’immagine di sua sorella dalla sua vita, ma ora con l’arrivo di suo nipote il riflesso di Lily è di nuovo tornato nella sua vita.
Se mi soffermo così tanto su questo punto non è perché è una cosa grave, ma al contrario è l’unico dettaglio che stona in una storia che altrimenti avrebbe una veste stilistica molto accurata: l’articolazione dei paragrafi è perfetta, i sottotitoli di ognuno come parte integrante della storia colpiscono moltissimo, ed emerge una simmetria nella struttura delle frasi potente ed efficace. La punteggiatura è poi usata perfettamente e il lessico scelto equilibrato e appropriato. Queste ripetizioni sono dunque l’unica pecca, e purtroppo è la brevità della storia a sottolinearne la presenza.

IC: 14/15 Sono sincera: non mi sarei mai aspettata di poter vedere in così poche parole così tanto. In ogni paragrafo della storia sei riuscita a far emergere costantemente le parti positive di Petunia nella sua capacità di amare (il rapporto con Vernon e l’amore per Dudley), il sentimento di inferiorità (attraverso l’immagine di Lily sentita come fardello) e anche l’odio e l’invidia (proprio nel disinteresse che prova per la sorella – disinteresse che passa dal non volerla al matrimonio al non curarsi della sua gravidanza, oltre che non accettare suo figlio). Questa ripartizione di elementi si ritrova anche nella struttura generale nel passaggio dai successi di Petunia all’odio per Harry.
In sostanza, mostri aspetti positivi di Petunia nei suoi legami più importanti, le sue brutture nel rancore costante per Lily e poi per Harry, ma anche ragioni per poterla comprendere: in particolare, il sentirsi sempre seconda e quell’ultimo spiraglio di rimpianto che alla fine riconosce di provare. Petunia rimane sempre IC nei vari momenti ed è ben scandagliata nelle sue emozioni. L’aspetto più interessante è poi che hai scelto un taglio non emotivo in realtà, ma quasi “arido” come fosse una prospettiva panoramica su di lei, quasi come un album di fotografie… Però proprio per questo l’emozione arriva: è l’aridità dei momenti, il tocco di sbagliato in ogni momento felice che davvero riassume l’essenza del personaggio. Incredibile a dirsi – visto il progetto di descrivere tutti i momenti importanti di una vita in una sola flash – ma non manca quasi niente per comprendere Petunia. L’unica cosa di cui ho percepito l’assenza e che devo segnalare è un ricordo di ciò che in Petunia scatena la fuga: la storia parte già da quando questo desiderio è pieno, è messo in atto. Una scena in più su Petunia sopraffatta dalla sorella ci avrebbe permesso di stare dalla sua parte subito; invece questo aspetto è già lontano, implicito e solo deducibile. Un momento su Petunia oscurata è il tassello che manca (sfumatura a cui tu alludi più che mostrare).

Trama e altri personaggi: 10/10 La trama ripercorre appunto alcuni momenti chiave della vita adulta di Petunia e mi è piaciuta come il focus sia stato autenticamente sui momenti importanti per lei (la fine della scuola, il matrimonio con Vernon e la nascita di Dudley, la decisione di tenere Harry e poi il momento in cui ha dovuto lasciare la sua casa). Il filo viene tenuto saldamente attraverso l’idea del “riflesso” che esprime ogni volta sensazioni diverse – sensazioni che richiamano sempre più o meno indirettamente la sorella. Infatti si giocano proprio sull’assenza di Lily: è l’assenza di Lily che provoca soddisfazione nella primissima immagine, ma anche poi rimpianto alla fine per non averla saputa amare. Tutto risulta molto equilibrato dall’inizio alla fine, non c’è nessun buco e davvero l’essenzialità della trama è riuscita a racchiudere tutto. Il giocare sui riflessi, sulla prospettiva solo su Petunia e il ricavare lei tramite l’assenza di Lily sono scelte interessanti e originali che aggiungo molto. Ci ho visto davvero tanta cura, attenzione e simmetria nel tuo impianto narrativo.
Un’ultima nota positiva è, poi, il modo in cui hai indirettamente caratterizzato Vernon: è lontano dal principe azzurro ed è ordinario, ma la ama davvero (come credo sia lampante, vista la scelta di sposarla nonostante la scoperta su Lily) e forse con lui non potrà vivere passionalità, ma felicità sì.

Titolo: 3/3 Il riflesso è ciò che autenticamente domina la storia, in quanto ogni paragrafo (e dunque ogni momento chiave) si apre proprio con un riflesso diverso di Petunia. La scelta di focalizzarti sull’ultima parte – e quindi sul rimpianto – è un piccolo spoiler che non mi è dispiaciuto, perché di fatto è quello l’approdo ultimo del personaggio. Allo stesso modo, mi ha poi convinto quel declinare la parola al plurale: il rimpianto di Petunia infatti non è uno, ma tanti (cosa che tu esprimi nella parte conclusiva della storia con tre anafore). Un titolo azzeccato in ogni parte che secondo me incuriosisce il lettore.

Gradimento personale: 5/5 Per tutti i motivi che ho espresso sopra, la storia mi ha colpito molto e la cosa che più di tutte mi ha lasciato sbalordita è la capacità che hai dimostrato nel condensare tutti gli aspetti essenziali in quella che è una flash (o poco più di una flash). La tua non è una storia che rivela segreti arcani o che a livello di contenuto ha stravolgimenti inimmaginabili, ma proprio questa capacità di rende autentico il “less is more” mi ha stupita.

Totale: 40.8/43
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26/05/2020 16:55
 
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Seconda classificata: Gli anni della leggerezza di blackjessamine


Grammatica e stile: 9.6/10 [grammatica: 4.9/5 + stile: 4.7/5]
medioevo – Medioevo -0.1
La grammatica, a parte questa inezia che credo essere una svista (ma comunque per correttezza devo segnalare come errore), è impeccabile, cosa degna di nota per una storia così lunga. Per quanto riguarda lo stile, funziona molto e anche qui – come in altri tuoi scritti – dimostri un’abilità immensa sia nell’uso del lessico che nell’organizzazione delle parti. Riesci a creare visivamente l’immagine che descrivi e, per di più, scegliendo un periodare talvolta più breve e il taglio narrativo di dare voce ai pensieri di Petunia nel testo, c’è dinamicità, scorrevolezza – e un’ironia che traspare chiaramente. Sei riuscita a mantenere un equilibrio preciso tra un registro alto – per le parti più narrative e le parti in cui parlava la “Petunia apparente e contenuta” – e un registro colloquiale, adatto invece per i dialoghi e la “Petunia reale”. Dello stile ho apprezzato più di tutto proprio questo: come si è adattato alle diverse fasi del racconto, alle diverse sensazioni che volevi comunicare e ai diversi aspetti del personaggio (di cui parlerò più avanti). Purtroppo ho dovuto toglierti qualche punticino per l’abbondanza degli avverbi in –mente. Di solito non mi disturbano, anzi li trovo anche azzeccati, ma in questo caso ne ho riscontrati un po’ troppi, in tutta la storia. Ti segnalo un periodo pescato nel mezzo: Era infagottata in una felpa fuori misura, sicuramente prestata dal bamboccio gongolante, che nonostante fosse in maniche corte, sembrava non sentire minimamente freddo. Non è inusuale che ci siano periodi con due avverbi in –mente. Tuttavia, la lunghezza e la corposità della storia riescono a disperdere in parte l’effetto di appesantimento.

IC: 15/15 Devo dire che in questo caso, il lavoro sarebbe dovuto essere al contrario: Petunia mi piace tantissimo mentre non tollero molto Lily. La tua storia, però, credo farebbe provare simpatia per Petunia non solo a me, ma anche a qualsiasi lettore. Attraverso questo episodio della cena dei sogni andata in fumo, illustri precisamente le ragioni di Petunia e analizzi con precisione tutte le sue emozioni. Vediamo la rivalità con Lily, il sentimento costante di inferiorità (che passa anche attraverso l’atteggiamento della stessa Lily e del modo diverso in cui i genitori si rapportano alle due figlie), il bisogno di provare emozioni forti e la consapevolezza di non poterle provare mai (da cui l’invidia per la storia d’amore di Lily e il confronto tra i modi di fare di James e Lily) ma anche la nostalgia perduta di quel legame puro che aveva originariamente con la sorella. Sono tutti punti chiave su cui puntare per “stare dalla parte di Petunia”, quindi il rischio sarebbe potuto essere quello di presentare qualcosa di banale. Invece, la particolarità di questa storia è stato non solo raccontare queste cose ma mostrarle, farci calare nella mente di Petunia passo dopo passo, pur mantenendo inalterato l’asprezza di certe sue riflessioni che sono non condivisibili dal lettore. Eppure, nonostante certe esagerazioni del modo di pensare che le è proprio, il lettore non può fare a meno di capirla e di provare tenerezza per lei. In particolare, sei stata bravissima a esprimere il punto di vista sprezzante di petunia (verso Lily, James, la magia e il modo passionale di esprimere l’amore) facendo cogliere tuttavia benissimo la reale tristezza di Petunia.
Tutti i pensieri sono poi molto IC secondo me: il desiderio di primeggiare su Lily in qualcosa, il senso di abbandono, la mancata comprensione della situazione reale di pericolo della guerra nel mondo magico, l’attenzione per le buone maniere e il giusto modo di comportarsi. Nell’ultima parte della storia scrivi una frase che racchiude tutto ciò che Petunia è e che fa il punto con tutto quello che hai mostrato: Petunia si era trincerata dietro un muro di vergogna e invidia, ma Lily non aveva mai esitato: si era gettata in quel mondo dorato senza nemmeno guardarsi indietro, ed in quel momento, anche se era solo una ragazzina, Petunia aveva capito di averla persa. I sentimenti di Petunia sono proprio questi tre: il binomio vergogna-invidia e per finire quella sensazione di essere sola e abbandonata. Davvero perfetta e davvero ben indagata. In questa storia Petunia è stata davvero “sincera”: punteggio più che pieno!

Trama e altri personaggi: 9/10 Partiamo dai personaggi che presenti nella storia: sono vivi, si muovono, parlano e interagiscono in modo perfetto. Leggendo, è impossibile non immaginarli perfettamente e tutte le immagini che crei sono perfettamente in linea con i personaggi. Il modo di comportarsi di Lily e James, i loro dialoghi e anche le scelte che ci fai intuire li rendono davvero loro (James che propone a Lily di sposarlo durante una battaglia? E che continua a chiamarla Evans fino al giorno del matrimonio? Sì, decisamente da lui!). Allo stesso modo anche Vernon, che compare davvero pochissimo, si comporta nel modo che ci si aspetterebbe da lui: resta zitto, borbotta tra sé e sé al massimo ed è certamente freddo come fidanzato. I genitori, i coniugi Evans, sono descritti a sufficienza per essere anche loro ben distinguibili e quella preferenza per Lily spicca in modo sottile ma ben precisa – come nella reazione diversa ai due matrimoni e al trattamento diverso che riservano a Vernon e a James.
Per quanto riguarda la trama, ho trovato molto interessante l’idea di base di focalizzarti su questo momento specifico della vita delle due sorelle e utilizzarlo per ripercorrere all’indietro il loro legame.
La cosa che non mi ha convinta del tutto è però l’organizzazione delle parti: la storia risulta coerente e completa, non ci sono buchi di sorta, ma la sua strutturazione non è proprio precisa. Non mi riferisco alla mancata cronologia degli eventi (esito della cena – rappresentazione precedente della cena – confronto successivo con Lily), ma più che altro al fatto che le diverse sequenze non sono marcate in modo delineato, anzi c’è talvolta una fusione tra le diverse parti che rende il quadro complessivo un po’ meno “razionale” di quanto sarebbe potuto essere con una diversa impostazione. Il senso e la compiutezza si colgono bene, ma c’è un frequente tornare indietro oppure andare avanti che fa sfuggire talvolta il punto focale. Il testo è articolato in sequenze ma la divisione non rispecchia in verità una demarcazione, in quanto all’interno di ogni paragrafo differente vengono ad articolarsi più piani narrativi/cronologici/introspettivi. La trama funziona, i personaggi sono perfetti, è solo l’impostazione che non mi ha convinta del tutto, forse perché non ne ho colto dietro una motivazione specifica.

Titolo: 2.5/3 Inizio con il dire che suona molto bene e cattura sicuramente, il fatto poi che si tratta di un riferimento letterario non può che essere un punto in più. Ho poi notato che a livello lessicale, il termine leggero (declinato in leggerezza o leggermente) fa capolino ogni tanto nella storia quasi per fare un rimando. L’ho trovato dunque bello e convincente, non però del tutto azzeccato: leggere “gli anni della leggerezza” mi fa pensare alla gioventù, e questo è sicuramente ciò che vediamo dei protagonisti, ma mi è parso qualcosa di troppo generico rispetto a quello che la storia mostra. La storia è infatti tutto fuorché generale, coglie invece dettagli e si concentra su situazioni particolari e sentimenti più specifici. “Leggerezza” non è poi quello che mi viene da associare a Petunia – e neanche alla Petunia della tua storia. Il titolo è insomma bello e accattivante, ma secondo me non è perfettamente in linea con il contenuto e il tono della storia.

Gradimento personale: 5/5 Ho adorato questa storia, amavo già Petunia prima ma adesso la amo un pochino di più grazie a te! Hai reso perfettamente il suo punto di vista e in definitiva tutti i personaggi sono stati davvero vivi. In più, sono stata contenta di poter leggere su alcuni momenti che precedono i matrimoni delle due sorelle: hai presentato degli headcanon che ora sono diventati anche un po’ i miei. Ottimo lavoro, davvero!

Totale: 41.1/43

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26/05/2020 16:57
 
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Prima classificata: A reason to be brave – not di Lita_EFP


Grammatica e stile: 10/10
La grammatica è perfetta. Ti faccio solo notare la parola alcool – sarebbe più opportuna con una sola o per intendere le bevande alcoliche (anche se è accettato comunque con due o).
Per quanto riguarda lo stile, non ho davvero nessun appunto da fare. Hai un’abilità sintattica e lessicale ottima: il lessico è ampio e sempre appropriato, mentre la punteggiatura diversificata e usata in modo perfetto rende la lettura scorrevole. La predominanza di frasi brevi ma ben collegate crea ritmo e mantiene l’attenzione costante, e la scelta dei corsivi e dei trattini lunghi – mai usati a caso ma davvero ben gestiti – va ad enfatizzare concetti, termini e riflessioni che restano nella mente. Il risultato è un equilibrio e una cura che sottolineano la maturità dello stile e che mi ha convinta completamente.

IC: 15/15 Peter Minus era forse l’unico personaggio tra quelli proposti per cui non avevo simpatia – e non ce l’ho neanche adesso, ma tu sei riuscita a indagarlo benissimo. Sono sorpresa davvero per il modo in cui hai reso quella che dev’essere stata la sua prospettiva: inutile, invisibile e invidioso. Non dev’essere stato facile vivere nell’ombra degli altri Malandrini – specialmente James e Sirius – e sottolineando questo aspetto Allo stesso tempo, ci hai mostrato una novità assoluta: una storia d’amore per Peter, cosa che ho trovato davvero originale. La relazione con Marlene, che lo mostra nel suo aspetto più umano, non va a snaturare però Peter e non lo salva dalla scelta estrema: in definitiva, non abbraccia il lato oscuro per bontà, per sacrificio o per salvare Marlene (cosa che in un certo senso mi avrebbe fatto forse storcere il naso) ma sempre per codardia. E questo risulta già prima, dai pensieri che comincia a fare durante le prime missioni dell’Ordine: in fondo, Peter già pensa che sarebbe meglio smettere di combattere e unirsi ai maghi oscuri. Questa scelta rende giustizia all’identità del personaggio fino alla fine e salva del tutto la sua bruttura interiore. Mi è piaciuto davvero tanto come tu sia stata in grado di mostrare un aspetto positivo del personaggio (la storia con Marlene) E allo stesso tempo offrire motivazioni dietro la sua evoluzione (o per meglio dire, involuzione). Entrambe le scelte sono state rese in maniera vivida, credibile e riuscitissima. Il costante scandire i pensieri di Peter, l’accuratezza con cui hai reso il personaggio e l’originalità delle aggiunte che hai prodotto non possono che portarmi a darti il punteggio massimo. Bravissima, era proprio qualcosa del genere che cercavo!

Trama e IC altri personaggi: 9/10 La trama mi è piaciuta molto e l’ho trovata, oltre che originale e ben congeniata, anche ben articolata e strutturata: abbraccia infatti molti momenti della vita di Peter – dagli anni a Hogwarts, alla relazione con Marlene e infine alla tragica scelta di unirsi a Voldemort. Tutto risulta coerente, non ci sono elementi discordanti, né – a dispetto della grande linea temporale – buchi di trama. Gli altri personaggi, comprese le piccole comparse che si svelano in parti di dialoghi sono ben riuscite, da Sirius e James fino alla McGranitt nella primissima frase. Cosa dire poi di Marlene? Non la conosciamo, sappiamo davvero poco di lei e quindi va trattato alla stregua di un personaggio originale. Le hai dato vita e il modo in cui l’hai fatta avvicinare a Peter è l’unico che avrei immaginato plausibile. C’è da dire poi che una delle poche cose che di Marlene sappiamo nel canon (e che rende la coppia non assurda) è che nell’apprendere la morte di Marlene, Lily scrive che ha sofferto moltissimo, così come Peter appunto!
L’unica cosa che non mi ha convinto del tutto e per cui ho deciso di decurtarti un simbolico mezzo punto è la scena della morte di Marlene e dell’attacco da parte di Voldemort per portare Peter dalla sua parte. Da parte di Peter mi è sembrato ben credibile sottomettersi al mago che ha ucciso il suo amore per paura, per non fare la sua stessa fine (mal interpretando il volere di Marlene – dettaglio bellissimo); non altrettanto però mi ha convinto la mossa di Voldemort: per convincere qualcuno a fare qualcosa per te, si punta prima alle minacce e poi casomai a metterle in atto. Ecco, le motivazioni di Voldemort sono chiare e la sua mossa proprio perché ha di fronte un personaggio pusillanime come Peter vanno a segno, ma credo che abbia ucciso Marlene troppo rapidamente, quando per legare di più il ragazzo a lui avrebbe potuto prima tentare l’idea di rapirla, farla soffrire o al contrario incorporarla nel progetto (e quindi promettere di accogliere tra le sue fila anche lei). L’idea funziona ed entrambi gli atteggiamenti sono coerenti, anzi proprio la morte di Marlene è ciò che rende Peter se stesso, ma credo che qualche “contrattazione” in più da parte di Voldemort avrebbe reso la scena del tutto credibile. I personaggi della scena (Peter, Marlene e Voldemort) sono stati IC e tutto è coerente, ma in un certo senso è stato un azzardo poco logico da parte del Signore Oscuro, un azzardo troppo istintivo per una natura calcolatrice come la sua. Non è sbagliata questa parte, funziona, mi è sembrata solo un pochino troppo veloce.

Titolo: 2.7/3 Partiamo da una considerazione: il titolo è perfetto nel suo significato, rimanda chiaramente all’ultima frase della storia che retrospettivamente riassapora tutto il percorso con Marlene. Marlene è la ragione per essere coraggioso (come si evince più volte nel testo), ma cercare di sopravvivere è la ragione per non esserlo. Le due parti della storia si vanno allora a unire e trovo anche che la lingua inglese renda meglio dell’italiano il concetto. Quello che non mi ha convinto del tutto però è la posizione del not separata dal trattino. Graficamente avrei preferito la forma “A reason (not) to be brave” che unisce meglio le due idee, oltre che essere più fedele all’inglese in quanto è più corretto “a reason not to be brave” rispetto a “a reason to be brave not”. Non si tratta di un errore in inglese e la tua scelta non rende meno forte l’impatto del titolo: è una percezione personale che non mi ha fatto apprezzare del tutto il titolo, dunque ti ho tolto giusto un paio di punticini.
Gradimento personale: 5/5 Qui il punteggio parla da solo, forte e chiaro. Ho amato davvero tutto di questa storia, dallo stile limpido e curato alla trama ben articolata. Il personaggio di Peter è delineato benissimo e ho provato personalmente molta empatia per lui, rispettando a pieno il senso del contest – e forse andando anche un po’ oltre. La Peter/Marlene diventa poi ufficialmente una mia ship, mi aspetto di leggere altro in proposito sappilo!

Totale: 41.7/43
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26/05/2020 16:58
 
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RIEPILOGO CLASSIFICA:
1. Lita_EFP: 41.8
2. blackjessamine: 41.1
3. NevilleLuna: 40.8
4. Carme93: 40.2 (Premio speciale)
5. Emily27: 39.4
6. Angels4ever: 36
7. Pampa313: 32.7
8. Greynax: 32.6
9. milla4: 32.4
10: Elsa Maria: 32.3 (Premio speciale)
11. mistery_koopa: 32.1
12. fra_eater: 31.6
13. killer_joe: 30.6
14. Marika Ciarrocchi: 28.3

RIEPILOGO PREMI:
Lita_EFP: 1/3 Vischio per due
Blackjessamine: 1/2 Nera schiena del tempo
NevilleLuna: 1/1 La vita tutta per sè
Carme93: 1/1 Una squadra di Quidditch, grazie
Elsa Maria: 1/1 We know


Fatemi sapere se volete le valutazioni come recensioni e, per i vincitori, se avete qualche storia da suggerirmi per le recensioni.
Grazie per aver partecipato così numerosi, è stato molto impegnativo valutarvi ma sicuramente altrettanto interessante leggere tutti i vostri lavori!
[Modificato da GiuniaPalma 16/07/2020 23:53]
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26/05/2020 17:30
 
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Ciao Giunia!
Ti ringrazio per la valutazione, anche se preferirei non riceverla come recensione.
Sullo stile, si sa, abbiamo visioni differenti ma ho apprezzato comunque il tuo commento. In effetti molte delle cose che hai segnalato ora le ho risolte, essendo questa storia di più di quasi due anni fa. Essendo la storia un'edita mi aspettavo di essere un po' penalizzato, anche se ad essere sincero non credo si sia trattato di un problema di IC o di introspezione, ma proprio di non attinenza al bando Purtroppo uno dei contest passati mi limitò nel numero di parole, se non ricordo male il massimo era 1000, altrimenti anch'io avrei cercato di approfondire il passato di Emily con un ulteriore flashback. Per quanto riguarda invece il finale credo che l'avrei lasciato comunque così, senza mostrare la reazione effettiva dei sopravvissuti. Per quanto riguarda il malfunzionamento del veleno ho dato per scontato che le dosi fossero errate, avrei dovuto specificarlo, ma usando solo il POV interno avrei dovuto usare un altro espediente.
Grazie per aver comunque gradito la storia, alla prossima!
mystery_koopa

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26/05/2020 17:31
 
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Ciao!
Sono contenta che nel complesso la mia storia ti sia piaciuta. Hai ragione, potevo osare un po' di più. Ho mostrato un lato di Joffrey facile da vedere e con cui si poteva empatizzare abbastanza facilmente, mi era venuta quell'idea e l'ho buttata giù subito senza provare a pensare a delle alternative.
Mi dispiace per gli errori nei tempi verbali e ti ringrazio per avermeli segnalati: non sono abituata a scrivere al presente e alcune delle frasi al passato le ho messe più al passato del dovuto, facendo un po' di confusione 🙈
Sono comunque molto contenta del risultato e mi piacerebbe molto ricevere la valutazione come recensione 😊
Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti gli altri partecipanti e per ringraziarti per aver indetto questo contest (le gaffe di Sanremo possono portare molte cose buone, oltre ai meme ovviamente 🤣)
Spero di risentirti presto!
[Modificato da Pampa313 26/05/2020 17:32]
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Post: 1.394
Giudice*****
26/05/2020 17:34
 
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Re:
mystery_koopa, 26/05/2020 17:30:

Ciao Giunia!
Ti ringrazio per la valutazione, anche se preferirei non riceverla come recensione.
Sullo stile, si sa, abbiamo visioni differenti ma ho apprezzato comunque il tuo commento. In effetti molte delle cose che hai segnalato ora le ho risolte, essendo questa storia di più di quasi due anni fa. Essendo la storia un'edita mi aspettavo di essere un po' penalizzato, anche se ad essere sincero non credo si sia trattato di un problema di IC o di introspezione, ma proprio di non attinenza al bando Purtroppo uno dei contest passati mi limitò nel numero di parole, se non ricordo male il massimo era 1000, altrimenti anch'io avrei cercato di approfondire il passato di Emily con un ulteriore flashback. Per quanto riguarda invece il finale credo che l'avrei lasciato comunque così, senza mostrare la reazione effettiva dei sopravvissuti. Per quanto riguarda il malfunzionamento del veleno ho dato per scontato che le dosi fossero errate, avrei dovuto specificarlo, ma usando solo il POV interno avrei dovuto usare un altro espediente.
Grazie per aver comunque gradito la storia, alla prossima!
mystery_koopa



Ciao mistery, credo anche io che il problema principale sia stata la mancanza di aderenza con il contest, di certo tu l'avevi scritta per altri motivi (e ora con la tua spiegazione sul limite di parole, mi rendo anche conto dei motivi delle scelte di impostazione).
Ti ringrazio per aver partecipato, alla prossima!:)
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Post: 1.394
Giudice*****
26/05/2020 17:36
 
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Re:
Pampa313, 26/05/2020 17:31:

Ciao!
Sono contenta che nel complesso la mia storia ti sia piaciuta. Hai ragione, potevo osare un po' di più. Ho mostrato un lato di Joffrey facile da vedere e con cui si poteva empatizzare abbastanza facilmente, mi era venuta quell'idea e l'ho buttata giù subito senza provare a pensare a delle alternative.
Mi dispiace per gli errori nei tempi verbali e ti ringrazio per avermeli segnalati: non sono abituata a scrivere al presente e alcune delle frasi al passato le ho messe più al passato del dovuto, facendo un po' di confusione 🙈
Sono comunque molto contenta del risultato e mi piacerebbe molto ricevere la valutazione come recensione 😊
Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti gli altri partecipanti e per ringraziarti per aver indetto questo contest (le gaffe di Sanremo possono portare molte cose buone, oltre ai meme ovviamente 🤣)
Spero di risentirti presto!



Ciao Pampa, sono contenta che nel complesso la valutazione ti sia piaciuta! Passerò a lasciartela presto:) Joffrey non è un personaggio facile da mostrare, lo capisco bene, e questo ti ha un po' tratta in inganno... Ma comunque la flash che hai mostrato è una lettura godibilissima.
Alla prossima (e sì, al trash di Sanremo si è aggiunto anche il mio trash ahah)
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Post: 249
26/05/2020 17:38
 
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Ciao! Ho dovuto leggere molto in fretta perché sono a lezione :) sono felice che la storia ti sia piaciuta e mi dispiace per gli errori che probabilmente mi seguiranno sempre xD l'ho scritta quasi all'ultimo e stranamente ne vado abbastanza fiera, soprattutto visto che sai che non sono molto amante di Petunia.
Mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione!
E complimenti alle podiste **
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Post: 1.165
Giudice*****
26/05/2020 17:54
 
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Ciao!
Caspita, sei sempre velocissima, è una meraviglia partecipare ai tuoi contest!
Sono molto, molto contenta che la storia ti sia piaciuta, e ti ringrazio davvero di cuore per la bellissima valutazione (che mi piacerebbe molto ricevere come recensione).
Sono contenta che tu abbia colto praticamente tutto quello che speravo di mettere in luce con questa storia, nel rapporto tra Lily e Petunia (e, soprattutto, del "filtro" con cui Petunia guarda a questo rapporto).
È una storia molto vecchia (più ancora di quel che sembra, dato che originariamente faceva parte di una raccolta ancora più vecchia), e nel tempo l'ho un po' sistemata (motivo per cui probabilmente hai trovato un solo refuso e non una tonnellata di errori di battitura, com'è mio solito 😅), ma ho cercato di mantenere intatta la struttura di fondo, più che altro per affezione e come "memoria storica". Sicuramente hai ragione su quanto mi hai fatto notare sulla struttura poco omogenea: rileggendolo dopo tanti anni, sentivo che qualcosa non funzionava, ma ero comunque troppo "dentro" la storia per metterlo a fuoco davvero, mentre tu lo hai individuato subito. Lo stesso vale per le considerazioni sullo stile, che effettivamente qui era un po' acerbo: ho cercato di limarlo, ma degli elementi un po' stonati sono rimasti.
Il titolo... hai ragionissima anche su quello: ricordo abbastanza bene di aver scritto la storia proprio di getto, senza alcuno spunto di contest o prompt vari, ed ero così presa dalla foga di pubblicare che ho messo il primo titolo che più o meno ci si avvicinava. Col tempo non ne ero più tanto convinta, ma a distanza di qualche anno cambiarlo mi sarebbe sembrato un po' un "tradimento", e ho deciso di lasciarlo (sono fatta un po' strana: le storie vecchie le cancello, oppure non riesco a modificarle in modo sostanzioso - mi limito a correggere refusi e cose proprio sbagliate).

Insomma, grazie davvero di cuore per tutto!
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Post: 150
26/05/2020 18:02
 
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Sono molto soddisfatta della valutazione perché non è stato facile scrivere questa storia e non mi aspettavo questa posizione!
Al momento hai recensito tutte le mie storie, ma ne sto scrivendo altre due e appena le pubblico ti faccio sapere, così puoi recensire quella che preferisci :)
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Post: 150
26/05/2020 18:03
 
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Ps: dimenticavo di dirti che mi piacerebbe avere la valutazione come recensione!
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Post: 2.030
Giudice*****
26/05/2020 19:08
 
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Marti!
Serve confermare che vorrei ricevere la valutazione come recensione? 🧡

Scrivere di Peter (e di Marlene!) è stata una sfida, come sai difficilmente mi allontano da Draco o Luna di norma in questo fandom. È stata una sfida che però mi ha catturata e infine soddisfatta, sapere che anche tu l'hai apprezzata non può che farmi davvero piacere.
Per le recensioni premio: non so se c'è qualcosa di mio in HP che non hai letto, forse la drabble Neville/Hannah? In ogni caso vai dove vuoi, non ti impongo limiti (e di qui a quattro mesi sicuramente si aggiungeranno almeno un paio di storie in HP 👀).
Riscrivere su Peter e Marlene... non ti prometto niente 🤣

Vorrei complimentarmi con le altre podiste e con Carme per il suo Gazza (sono felicissima abbia vinto il premio!), ho letto le storie e le ho apprezzate, passerò appena possibile (non troppo presto, temo) a recensirle.

Un bacio, alla prossima!💗
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Post: 134
26/05/2020 22:34
 
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Re:
GiuniaPalma, 26/05/2020 16:50:

Quinta classificata: Ballycastle di Emily27


Grammatica e stile: 8.9/10 (grammatica: 4.9/5 + stile: 4/5)
Suv – SUV (è un acronimo, quindi va tutto con la lettera maiuscola). Ricompare nel testo più volte la parola, ma te l’ho segnata come errore soltanto una volta. -0.1
La storia è molto pulita: le frasi sono ben articolate, la punteggiatura usata in modo giusto e l’uso del lessico globalmente molto adatto. Leggere la tua storia è stato senz’altro un piacere. L’appunto che ti faccio è per alcune scelte lessicali che stonano un po’, come ad esempio: Volse lo sguardo verso una chiesetta con i muri bianchi e il portone di legno, si avvicinò a essa. Invece di essa avrei usato un “vi si avvicinò” che è più colloquiale. Non si tratta di un errore, ma di una scelta desueta che non si accorda con il resto del lessico. Allo stesso modo ho trovato le descrizioni del paesaggio in alcuni punti ridondanti, come ad esempio quella iniziale che non ancora entra nel vivo del racconto e su cui non sarebbe stato forse necessario indugiare troppo. Nel complesso, però, ribadisco che lo stile mi è piaciuto.

IC: 13/15 Presentare una storia da un punto di vista esterno poteva essere sicuramente un azzardo, in quanto il personaggio sarebbe potuto non emergere abbastanza. In questo caso, invece, riesci a descrivere benissimo Ian nel suo passato e nei suoi aspetti migliori. La cosa che dovevo percepire era infatti empatia e comprensione per il personaggio ed è questo ciò che succede nella tua storia. Attraverso Emily lo vediamo come un uomo capace di amore e di sentimenti buoni, e insieme a Emily abbiamo appreso su di lui qualche dettaglio in più della sua vita.
L’amore che lo lega a Emily è la cosa migliore di Ian e qui, in questa missing moment a Ballycastle, non essere commossi da questo amore con tante ombre è impossibile. Andando oltre la scelta più immediata e facile di mostrare il canonico amore, hai anche aggiunto dettagli effettivi del passato e dell’infanzia di Ian, narrandoci indirettamente della sua vita precedente – vita dove sarebbe potuto essere un altro uomo, vita in cui è stato felice ma ha anche sofferto (come lascia intuire quel riferimento en passant al padre mai conosciuto). Questo di fatto ha arricchito il quadro mentale del lettore verso di lui e, se non è stato possibile comprendere le sue scelte, ce lo ha sicuramente mostrato sotto una luce diversa. Il punto di vista di Emily coglie Ian benissimo, la scelta di mostrarci la relazione d’amore è stata sicuramente quella azzeccata per un simile personaggio, e in tutto questo non hai snaturato affatto la natura dell’uomo. Leggendo, me lo sono visto concretamente davanti agli occhi, soprattutto nelle pause, nei non detti e in quello sguardo azzurro perso in vite alternative.
L’unico motivo per cui non ti ho dato il punteggio pieno è che, proprio per l’impianto della storia e della funzionalità della prospettiva, manca un accenno alla trasformazione di Ian, un mettersi a nudo anche sul passaggio tra quell’infanzia felice e il dopo. Non eri tenuta a farlo, ma la dinamica del racconto e del percorso di disvelamento tramite la visita a Ballycastle sembra portare proprio in quella direzione: il racconto, in altre parole, risulta quasi incompleto, non da un punto di vista di trama ma proprio di disvelamento del protagonista. Inserendo anche questo aspetto la presentazione di Ian Doyle sarebbe stata autenticamente “sincera”.

Trama e altri personaggi: 10/10 La trama mi è piaciuta molto: hai offerto uno spaccato della vita e della relazione di Emily e Ian perfettamente credibile e hai fatto risuonare l’atmosfera del luogo – non solo nei dettagli fisici che forse sono un filino ridondanti (come ho già detto nel punto dello stile), ma soprattutto nel valore che ha per il personaggio e per la coppia. A proposito di questo, mi è piaciuta la cornice che hai dato alla vicenda mostrando all’inizio e alla fine una Emily senza Ian che ricorda quel periodo fondamentale della sua vita con lui. Questa scelta dona alla storia unitarietà, organicità e coerenza. Per quanto riguarda Emily, che è di fatto la vera protagonista della storia oltre che narratrice (in quanto suo è il punto di vista), l’hai resa perfettamente: il suo dissidio tra la missione lavorativa e l’amore per Ian è ben indagato e sicuramente coerente con il suo carattere e con le scelte che ha compiuto di fatto nel corso della serie.

Titolo: 3/3 Normalmente non sono amante dei titoli composti da una singola parola che rimandano a un nome o a un luogo, ma in questo caso non avrei saputo trovare un titolo migliore. Il luogo – più che Ian o Emily – è il vero protagonista del racconto: è il fulcro della scena che racconti, è il filo tra il presente e il passato, è l’ambientazione della storia d’amore ed è anche il tramite attraverso cui scopriamo dell’infanzia di Ian. Il luogo stesso parla di Ian. In questo caso, è perfetto dunque come titolo. Sentendo il termine “Ballycastle” lo ricollegherei inevitabilmente alla tua oneshot.

Gradimento personale: 4.5/5 La storia mi è piaciuta molto, sia per la caratterizzazione dei personaggi che per la struttura narrativa che hai scelto di adottare. Si tratta di una storia che rimane impressa dopo la lettura, che si fa dunque ricordare, e che lascia un’emozione. Una minore enfasi sulle descrizioni non necessarie e un leggero approfondimento in più anche sul modo in cui Ian si è trasformato nel tempo mi avrebbero conquistata del tutto.

Totale: 39.4/43




Sono felicissima del quinto posto, credevo di arrivare più in basso. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questa storia con protagonista la coppia Emily/Ian, io li ho amati fin da subito insieme, nonostante lui fosse il "cattivo" della situazione.
Ti ringrazio moltissimo della valutazione così accurata, e anche per la velocità nel dare i risultati. In effetti avrei dovuto insistere meno con le descrizioni in certi punti della storia, e pensare che da lettrice non amo molto le descrizioni eccessive. Sono contenta del punteggio alto riguardo la grammatica, e anche sul titolo!
Mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione.
Se avrò l'occasione parteciperò volentieri a un altro tuo contest, grazie ancora!







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27/05/2020 20:12
 
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Ciao 😄

Come al solito sono in perenne ritardo, scusami 🙈

Innanzitutto grazie per la valutazione precisa e articolata. Sono felice che la storia ti sia piaciuta e tu abbia provato compassione per Gazza (d'altronde questo era l'obiettivo) 😊
Ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di scrivere di questo personaggio.
Sono felicissima per il premio e il massimo punteggio in quei parametri, sia perché tengo molto all'IC (sai che sono fissata con il canon 😂) sia perché ho trovato difficilissimo scrivere di Gazza.

Mi dispiace per la grammatica 🙈 Non sono io se non mi sfugge qualcosa... Per quanto riguarda i trattini... Ehm, diciamo che è un problema tra me e word perché non trovo i trattini lunghi, a volte me li 'allunga' automaticamente, altre volte no (e finisco per non farci più caso).

Naturalmente mi piacerebbe avere la valutazione come recensione 😉

Per quanto riguarda il premio, in questo momento non mi viene nulla in mente da suggerirti in modo particolare e comunque solitamente preferisco lasciar scegliere (insomma ognuno è libero di preferire un genere a un altro 😄). In caso vuoi qualche titolo specifico dimmelo, che ci penso 😉

Complimenti a tutti gli altri partecipanti e ai vincitori (spero di riuscire presto a leggere le storie dei fandom che conosco)😀
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27/05/2020 23:05
 
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Re:
GiuniaPalma, 26/05/2020 16:34:


Titolo: 2/3 Allora il titolo è accattivante: ricalca un modo di dire specifico, ha una sostituzione interessante a livello semantico che lo rende originale, ed è perfetto in lingua inglese (in italiano non avrebbe minimante reso). Il punto debole è costituito però dalla natura della sostituzione: il verde e il rosa al bianco e nero. Il motivo per cui scegli questi colori è che sono opposti nello spettro cromatico, tuttavia si tratta di un’opposizione non immediata e riconosciuta come il bianco e il nero appunto, né univoca, in quanto il verde e il rosa presentano delle sfumature che di volta in volta veicolano diverse opposizioni. Nello spettro il rosa (ma talvolta il magenta) e il verde (con differenza da porre tra chiaro e scuro) sono opposti perché creano il grigio – esattamente come il bianco e il nero; nella complementarità invece il verde viene opposto al rosso. Tutto questo lo dico non per smontare il rapporto verde-rosa ma per mostrare come risulti poco intuitivo, depotenziato sicuramente rispetto all’opposizione bianco-nero. Ma a parte questo, viene da chiedersi perché parlare di rosa e verde? Il rosa solo per la presenza del verde, va bene, ma perché il verde? Malefica che quel verde ricalca non è neanche una comparsa, quindi l’opposizione a lei è solo deducibile, en passant, non davvero il fulcro della tua storia.
Ripeto: è un concetto molto interessante che cattura e suona bene. Certamente vuoi mostrare qualcosa che non viene visto, la zona grigia appunto tra il nero e il bianco – o il rosa e il verde – di Ingrid ed è quello che davvero vai a mostrare. L’uso dei colori però non mi ha convinto del tutto.





Ciao!

Allora, si mi dispiace che la storia non sia piaciuta come speravo, ma non fa niente. Gli errori grammaticali li faccio spesso quando scrivo di fretta e si, ricontrollo poco perché sto scrivendo delle tesi e sto odiando word profondamente.
Senza tediarti oltre con le mie cose private faccio solo due appunti su delle cose.
Una nella grammatica, ovvero quando dici che 'gridare' e 'sussurrare' sono opposti e non possono essere usati insieme. Questo perché 'Gridò' lo dico appena dopo il 'Giammai', mentre la frase successiva viene sussurrata.

A parte questo ti quoto la parte del titolo perché è l'unica parte con cui sono più in disaccordo. A parte la precisazione rosso-verde che alla fine non serve perché stiamo parlando di un titolo che voleva essere poetico in un certo senso, non aprire una disquisizione sullo spettro cromatico... capisco il depotenziamento di cui parli, ma il punto era questo. Se avessi messo 'not everything is black and white' sarebbe stato banale, così invece ha acquistato originalità. E si, il verde è palesemente riferito a Malefica che non compare, ma il punto di tutta la ff è proprio quello di sottolineare come la mia rivisitazione di Ingrid ASSOMIGLI a Malefica, come abbiano passato momenti simili che hanno portato loro a fare scelte completamente diverse e diventare solo alla fine antitesi. E non ricordiamoci che il flashback è qui scaturito proprio dalla morte di Malefica.

Poi volevo chiarire, e qui probabilmente non ero stata io chiara e quindi mea culpa, che Ingrid non prende Giovanni come salvezza. Infatti lei non lo ama. Semplicemente lo sfrutta a suo vantaggio per diventare l'unica cosa che non teme: umana. Sono stata frettolosa nel finale, avrei dovuto spiegare meglio questo passaggio, le mie parole sono state troppo in stile 'ship nascente' in questo caso.

Marika
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Giudice*****
28/05/2020 10:36
 
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Eccomi, dai alla fine poteva andare peggio.
Lo stile è la parte di grammatica mi fregano sempre, e dire che questa volta sono stata brava, ho scritto e lasciato riposare un po' per poi riprendere e controllare.

Ho un serio problema com ciò che è più lungo di una flash e di una drabble, mi ingarbuglio nello scrivere frasi, sto cercando di adattare lo stile con frasi più brevi ma è un lavoro di lima che a volte non riesce, come in questo caso. Mi perdo tra le frasi e si perde pure la grammatica del resto.

Sono davvero felice che la mia Myranda ti sia piaciuta, volevo darle più spazio, far vedere il suo non essere solo una succube, la sua oscurità.
Sai che non ho pensato di scrivere di come sia cominciata tra lei e Ramsay? l'ho intesa come se si fosse trovati soltanto e quindi non ci sia un momento preciso importante, ma hai ragione in fondo non si sa e poteva essere qualcosa di più preciso.

Per il quanto riguarda il titolo, invece, questa volta non so d'accordo. Allora, in genere io li lancio, perché non li so mai non ho per niente inventiva per i titoli, questa volta mi è venuto spontaneo. Nella storia ho voluto parlare di chi sia lei in verità, non una seguace soltanto ma una persona che sa chi è e volevo trasmetterlo anche nel titolo. Per una volta mi piace insomma.
So che forse non è arrivata la cosa ed è giusto che se non hai trovato una motivazione sufficiente l'abbia penalizzato, ma per me ha un senso preciso e mi piace per questo.

Ch3 dire?Grazie ancora per tutto, mi piacerebbe avere la valutazione come recensione

Per dare un'occhiata alle mie storie
milla4


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04/06/2020 16:10
 
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Re:
Angels4ever, 26/05/2020 17:38:

Ciao! Ho dovuto leggere molto in fretta perché sono a lezione :) sono felice che la storia ti sia piaciuta e mi dispiace per gli errori che probabilmente mi seguiranno sempre xD l'ho scritta quasi all'ultimo e stranamente ne vado abbastanza fiera, soprattutto visto che sai che non sono molto amante di Petunia.
Mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione!
E complimenti alle podiste **



Grazie a te per aver partecipato (mi ha fatto piacere vedere la tua versione di Petunia in effetti!). Passerò presto a lasciarti la valutazione!

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04/06/2020 16:11
 
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Re:
blackjessamine, 26/05/2020 17:54:

Ciao!
Caspita, sei sempre velocissima, è una meraviglia partecipare ai tuoi contest!
Sono molto, molto contenta che la storia ti sia piaciuta, e ti ringrazio davvero di cuore per la bellissima valutazione (che mi piacerebbe molto ricevere come recensione).
Sono contenta che tu abbia colto praticamente tutto quello che speravo di mettere in luce con questa storia, nel rapporto tra Lily e Petunia (e, soprattutto, del "filtro" con cui Petunia guarda a questo rapporto).
È una storia molto vecchia (più ancora di quel che sembra, dato che originariamente faceva parte di una raccolta ancora più vecchia), e nel tempo l'ho un po' sistemata (motivo per cui probabilmente hai trovato un solo refuso e non una tonnellata di errori di battitura, com'è mio solito 😅), ma ho cercato di mantenere intatta la struttura di fondo, più che altro per affezione e come "memoria storica". Sicuramente hai ragione su quanto mi hai fatto notare sulla struttura poco omogenea: rileggendolo dopo tanti anni, sentivo che qualcosa non funzionava, ma ero comunque troppo "dentro" la storia per metterlo a fuoco davvero, mentre tu lo hai individuato subito. Lo stesso vale per le considerazioni sullo stile, che effettivamente qui era un po' acerbo: ho cercato di limarlo, ma degli elementi un po' stonati sono rimasti.
Il titolo... hai ragionissima anche su quello: ricordo abbastanza bene di aver scritto la storia proprio di getto, senza alcuno spunto di contest o prompt vari, ed ero così presa dalla foga di pubblicare che ho messo il primo titolo che più o meno ci si avvicinava. Col tempo non ne ero più tanto convinta, ma a distanza di qualche anno cambiarlo mi sarebbe sembrato un po' un "tradimento", e ho deciso di lasciarlo (sono fatta un po' strana: le storie vecchie le cancello, oppure non riesco a modificarle in modo sostanzioso - mi limito a correggere refusi e cose proprio sbagliate).

Insomma, grazie davvero di cuore per tutto!



Ciao Jess, sono contenta che la valutazione ti sia piaciuta! Hai fatto bene a non modificare troppo della storia anche se l'hai riguardata a distanza di tempo: ha un grande valore e sono stata contenta di averla in questo contest. Passo a breve a lasciarti la valutazione!
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04/06/2020 16:13
 
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Re:
NevilleLuna, 26/05/2020 18:02:

Sono molto soddisfatta della valutazione perché non è stato facile scrivere questa storia e non mi aspettavo questa posizione!
Al momento hai recensito tutte le mie storie, ma ne sto scrivendo altre due e appena le pubblico ti faccio sapere, così puoi recensire quella che preferisci :)



Ciao cara, va bene allora attendo nuove storie per le recensioni:) Grazie per aver partecipato!
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04/06/2020 16:28
 
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Re:
Lita_EFP, 26/05/2020 19:08:

Marti!
Serve confermare che vorrei ricevere la valutazione come recensione? 🧡

Scrivere di Peter (e di Marlene!) è stata una sfida, come sai difficilmente mi allontano da Draco o Luna di norma in questo fandom. È stata una sfida che però mi ha catturata e infine soddisfatta, sapere che anche tu l'hai apprezzata non può che farmi davvero piacere.
Per le recensioni premio: non so se c'è qualcosa di mio in HP che non hai letto, forse la drabble Neville/Hannah? In ogni caso vai dove vuoi, non ti impongo limiti (e di qui a quattro mesi sicuramente si aggiungeranno almeno un paio di storie in HP 👀).
Riscrivere su Peter e Marlene... non ti prometto niente 🤣

Vorrei complimentarmi con le altre podiste e con Carme per il suo Gazza (sono felicissima abbia vinto il premio!), ho letto le storie e le ho apprezzate, passerò appena possibile (non troppo presto, temo) a recensirle.

Un bacio, alla prossima!💗



Sono contenta che la valutazione ti sia piaciuta e soprattutto che tu sia riuscita a uscire dalla comfort zone con una coppia così incredibile eppure ben riuscita!
Per le recensioni premio, potrei sapere dove andare a spulciare ahah
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Post: 1.394
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04/06/2020 16:30
 
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Re: Re:
Emily27, 26/05/2020 22:34:




Sono felicissima del quinto posto, credevo di arrivare più in basso. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questa storia con protagonista la coppia Emily/Ian, io li ho amati fin da subito insieme, nonostante lui fosse il "cattivo" della situazione.
Ti ringrazio moltissimo della valutazione così accurata, e anche per la velocità nel dare i risultati. In effetti avrei dovuto insistere meno con le descrizioni in certi punti della storia, e pensare che da lettrice non amo molto le descrizioni eccessive. Sono contenta del punteggio alto riguardo la grammatica, e anche sul titolo!
Mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione.
Se avrò l'occasione parteciperò volentieri a un altro tuo contest, grazie ancora!





Ciao Emily, sono contenta che la mia valutazione ti sia piaciuta. Il rapporto tra Emily e Ian è emerso davvero molto bene! Passerò presto a lasciarti la valutazione come recensione!:)

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04/06/2020 16:31
 
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Re:
Carme93, 27/05/2020 20:12:

Ciao 😄

Come al solito sono in perenne ritardo, scusami 🙈

Innanzitutto grazie per la valutazione precisa e articolata. Sono felice che la storia ti sia piaciuta e tu abbia provato compassione per Gazza (d'altronde questo era l'obiettivo) 😊
Ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di scrivere di questo personaggio.
Sono felicissima per il premio e il massimo punteggio in quei parametri, sia perché tengo molto all'IC (sai che sono fissata con il canon 😂) sia perché ho trovato difficilissimo scrivere di Gazza.

Mi dispiace per la grammatica 🙈 Non sono io se non mi sfugge qualcosa... Per quanto riguarda i trattini... Ehm, diciamo che è un problema tra me e word perché non trovo i trattini lunghi, a volte me li 'allunga' automaticamente, altre volte no (e finisco per non farci più caso).

Naturalmente mi piacerebbe avere la valutazione come recensione 😉

Per quanto riguarda il premio, in questo momento non mi viene nulla in mente da suggerirti in modo particolare e comunque solitamente preferisco lasciar scegliere (insomma ognuno è libero di preferire un genere a un altro 😄). In caso vuoi qualche titolo specifico dimmelo, che ci penso 😉

Complimenti a tutti gli altri partecipanti e ai vincitori (spero di riuscire presto a leggere le storie dei fandom che conosco)😀




Ciao Carme! Mi fa piacere la valutazione ti sia piaciuta: passerò presto a lasciartela come recensione. Il tuo Gazza mi ha conquistato! ahah Per quanto riguarda i trattini, ti capisco (succede anche a me con word)^^

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