A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Le Orazioni di Santa Caterina da Siena

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2021 12:50
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04/04/2021 10:02
 
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LE ORAZIONI di Santa Caterina da Siena
( Orazioni a cura di M. Scarso, ESD, Bologna)

Santa Caterina da Siena non ha scritto le Orazioni come un testo a parte o di composizione,
la maggiorparte provengono dalle Lettere e dal Dialogo della Divina Provvidenza.
Gli studiosi della Santa sono riusciti a ricavarne così  una sorta di libretto
di grande edificazione spirituale e di grande dottrina cattolica,
in Esse sono racchiuse, infatti, i più grandi temi della nostra salvezza.
In totale si è riusciti a ricavare 26 Orazioni divise per argomento.
Ciò che le rende uniche e consigliabili è che in Esse vi è contenuto tutto il Catechismo
indispensabile per la nostra conoscenza, unito all'Orazione, alla Supplica
e alla lode di ringraziamento.




Orazione 1

LA MISSIONE DEL VERBO

1. L’UOMO IMMAGINE DI Dio
O Dio, Dio, ineffabile Dio. O somma bontà che solo per amore ci hai fatti a tua immagine e somiglianza, non dicendo:
«Sia fatto» quando hai creato l’uomo, come quando hai fatto le altre creature, ma dicendo: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza»! O amore ineffabile, che così hai detto perché consentisse tutta la Trinità!
Tu gli hai dato la forma della Trinità, eterno Dio, nelle facoltà dell’anima sua, donandogli la memoria per dargli la forma di te, eterno Padre, che come Padre tieni e conservi ogni cosa in te.
Così gli hai dato la memoria perché mantenga e conservi
quello che l’intelletto vede, intende e conosce dite, bontà infinita. E così partecipa della sapienza del tuo Figlio unigenito. Gli hai dato la volontà, o dolce clemenza di Spirito Santo, che si eleva piena del tuo amore e come una mano afferra ciò che l’intelletto conosce della tua bontà ineffabile. Così, con la volontà e la mano forte dell’amore, la memoria e l’affetto si riempiono dite.
Grazie, grazie a te, altissimo ed eterno Dio, del grande amore che ci hai mostrato dandoci una così dolce forma nell’anima e con essa le facoltà, cioè l’intelletto per conoscere te, la memoria per ricordarsi dite, per conservare te in sé, la volontà e l’amore per amare te sopra ogni altra cosa.
Ragionevole cosa è che conoscendo te, bontà infinita, ti amiamo; e questo amore è di una tale forza che né demonio né altra creatura ragionevole ce lo può togliere se noi non vogliamo.
Ben si deve vergognare l’uomo, vedendosi amare così tanto da te, se non ti ama.


2. LA DISOBBEDIENZA E LA SALVEZZA


O eterno Dio, io vedo in te, amore inestimabile, dopo che per la nostra miseria e fragilità cademmo nella bruttura del peccato, disobbedendo a te nostro primo padre, vedo l’amore, altissimo ed eterno Padre, che ti costrinse ad aprire l’occhio della tua pietà verso di noi poveri miserabili, per cui hai mandato il Verbo, tuo Figlio unigenito, parola incarnata, velato della nostra misera carne e vestito della nostra mortalità.
E tu Gesù Cristo, ricondiiatore, riformatore e redentore nostro, Verbo amore, ti sei fatto mediatore, e della grande guerra che l’uomo aveva con Dio hai fatto una grande pace, hai punito le nostre iniquità e la disobbedienza di Adamo sul tuo corpo, obbedendo fino all’infame morte di croce. Sulla croce, Gesù dolce amore, hai soddisfatto sia l’offesa al Padre tuo, sia la nostra colpa, vendicando l’offesa al Padre su te stesso.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.

Da qualunque parte io mi volgo, trovo ineffabile amore; e non ci possiamo scusare di non amare perché tu solo, o Dio- uomo, sei colui che mi hai amato senza essere amato da me, poiché io non esistevo e tu mi hai creato.
Ciò che voglio amare, che ha esistenza, io lo trovo in te, tranne il peccato, che non ha l’essere e non si trova in te, e perciò non è degno di essere amato.
Se vogliamo amare Dio, abbiamo la tua ineffabile divinità; se vogliamo amare un uomo, tu sei un uomo nel quale posso conoscere te, inestimabile purezza; se voglio amare un signore, tu sei un signore, e hai pagato il prezzo del tuo sangue per liberarci dalla schiavitù del peccato.
O eterno Dio, per la tua benevolenza e carità smisurata, tu sei signore, padre, e fratello nostro. Il Verbo tuo Figlio, conoscendo e facendo la tua volontà, volle spargere il suo sangue prezioso per la nostra miseria sul legno salutare della santissima croce.
Tu, o Dio, sei somma sapienza, io una ignorante e misera creatura; tu sei somma ed eterna bontà, io morte e tu vita, io tenebre e tu luce, io stoltezza e tu sapienza, tu infinito e io finita, io inferma e tu medico, io fragile peccatrice che non ti ha mai amato, tu bellezza purissima e io vile creatura. Tu per ineffabile amore mi hai tratto da te, e attrai tutti noi a te per grazia e non per debito, se vogliamo lasciarci attirare a te, cioè se la nostra volontà non si ribella alla tua.
Ohimè: ho peccato contro il Signore, pietà di me.

3. LA PREGHIERA A FAVORE DEL PAPA

Non badare, eterna bontà, alle nostre miserie che abbiamo commesso da noi stessi allontanandoci dalla tua bontà senza misura e allontanando l’anima nostra dal suo proprio oggetto; ma ti prego per la tua infinita misericordia: apri l’occhio della tua somma clemenza e pietà e guarda all’unica tua sposa, e apri l’occhio del tuo vicario in terra perché non ami te per sé, né ami sé per se stesso, ma ami te e sé per te stesso, poiché quando ama te o sé per se stesso tutti periamo, perché in lui sta la vita e la morte nostra, secondo che è sollecito o no a mettere al riparo noi pecorelle che periamo; se ama sé per te e te per te stesso viviamo, perché dal buon pastore prendiamo esempio di vita.
O sommo e ineffabile Dio, io ho peccato e non sono degna di pregarti, ma tu sei capace di farmi degna. Punisci, mio Signore, i miei peccati, e non considerare secondo le mie miserie.
Il corpo che ho, te lo restituisco e offro. Ecco la carne, ecco il sangue: si dissangui, si distrugga e si spargano le mie ossa per coloro per i quali io ti prego, se è tua volontà; le ossa e le midolla fa tritare per il tuo vicario in terra, sposo unico della tua unica sposa, per il quale io ti prego che ti degni di esaudirmi:
che questo tuo vicario guardi alla tua volontà, e l’ami, e la compia, perché non moriamo.
E dagli un cuore nuovo che di continuo cresca nella grazia, forte a issare il vessillo della santissima croce perché anche gli increduli, così come noi, possano partecipare del frutto della passione: il sangue del tuo unigenito Figlio agnello immacolato, eterno ineffabile e altissimo Dio.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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04/04/2021 10:03
 
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 Orazione 2

PER I MINISTRI DELLA CHIESA

1. LA VOLONTÀ DI DIO MARE PACIFICO


O Dio, Dio, eterno Dio. Io confesso che tu sei un mare pacifico dove si pasce e nutre l’anima che si riposa in te per affetto e unione d’amore, conformando la sua volontà con la tua alta ed eterna volontà, che non vuole altro che la nostra santificazione. Perciò l’anima che considera questo si spoglia della sua volontà e si veste della tua.
O dolcissimo amore, mi sembra che questo sia il segno verissimo di coloro che stanno in te: che seguono la tua volontà secondo il tuo modo e non il loro. Questo è un ottimo segno che sono vestiti della tua volontà: che giudicano secondo la tua volontà e non secondo la volontà delle creature ragionevoli; e non si rallegrano delle cose prospere ma piuttosto delle avversità, che giudicano date a loro per tua volontà, dite che sei mosso solo da amore. Perciò la amano come tutte le cose create da te, che sono tutte buone e perciò degne d’amore, tranne il peccato, che non è da te, e perciò non è degno d’essere amato. E io, povera miserabile, ho peccato amando il peccato.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.
Punisci, mio Signore, i miei peccati; purificami, bontà eterna e ineffabile Dio; esaudisci la tua serva e non considerare la moltitudine delle mie iniquità.


2. L’INTERCESSIONE PER I MINISTRI DELLA CHIESA E PER I DISCEPOLI


Ti prego di dirigere a te il cuore e la volontà dei ministri della santa Chiesa tua sposa: che seguano te, agnello immolato, povero, umile e mansueto, ti seguano per la via della santissima croce, a modo tuo, e non a modo loro; e siano creature angeliche, angeli terrestri in questa vita, poiché devono amministrare il corpo e il sangue del tuo Figlio unigenito, agnello immacolato. E non siano animali bruti, perché gli animali non hanno in loro ragione, e coloro che ad essi somigliano non sono degni di questo ministero. Ora uniscili te e bagnali, o divina pietà, nel tranquillo mare della tua bontà, cosicché non indugino più, e non perdano il tempo che hanno attendendo quello che non hanno.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.
Esaudisci la tua serva: io misera ti prego che tu ascolti la mia voce che ti chiama, pietosissimo Padre. Ancora ti prego per tutti i figli che m’hai dato perché io li ami di speciale amore, per mezzo della tua inestimabile carità, sommo eterno e ineffabile Dio.
Amen.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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 Orazione 3

CRISTO, SALVEZZA NOSTRA

1. INVOCAZIONE


O Padre onnipotente, Dio eterno! O inestimabile e dolcissima carità, io vedo in te e conservo nel cuore che tu sei la via, la verità e la vita, per la quale bisogna che vada ogni uomo che sta per venire a te; via che il tuo amore ineffabile traccia e modella secondo la vera conoscenza della sapienza del tuo Figlio unigenito, il Signore nostro Cristo Gesù.
Tu sei quel Dio eterno e incomprensibile che, essendo morto il genere umano per la miseria della sua fragilità, mosso solo da amore e per pietà clementissima, ha mandato a noi il vero Dio e Signore nostro Cristo Gesù, tuo Figlio, vestito della nostra carne mortale.
E hai voluto che venisse non nei piaceri e i fasti di questo mondo passeggero, ma nei dispiaceri, povertà e tormenti, sapendo e facendo la tua volontà, disprezzando i pericoli del mondo e gli ostacoli del nemico per la nostra redenzione, perché vincesse la morte con la morte e l’obbedienza fino alla crudelissima morte di croce.

2. L’ARDENTE PREGHIER4 PER IL SANTO PADRE

Ora, o amore incomprensibile, tu sei quello stesso che, mandando il tuo vicario a ricomprare i figli, morti per essersi allontanati dall’obbedienza della santa madre Chiesa tua unica sposa, lo mandi con travagli e pericoli, come hai mandato il tuo diletto Figlio nostro salvatore a liberare i figli morti dalla pena della disobbedienza e della morte del peccato.
Ma gli uomini, fragili creature tue, con perverso e presuntuoso giudizio e con affetto carnale, giudicano il contrario perché, fatti preda del nemico, cercano di impedire la tua volontà e il suo frutto di salvezza, distogliendo il tuo vicario in terra dalla sua missione tanto salutare.
O amore eterno, questi non temono la morte dell’anima, ma quella del corpo, e giudicano secondo il loro senso e amor proprio, e non secondo il tuo vero giudizio e la profonda sapienza della tua maestà.
Tu sei stato posto come nostra regola, e sei la porta per la quale ci è necessario passare: perciò dobbiamo gioire nelle fatiche e angustie, così come tu hai detto, perché siamo nati per questo.
Il mondo e la nostra carne tanto miserabile, per la tua provvidenza ammirabile, non producono altro che un frutto di amarezza, affinché non ci rallegriamo di essi, né speriamo in essi, ma ci gloriamo del frutto della salvezza e dei tuoi doni celesti.
Molto, dunque, si deve rallegrare il tuo vicario facendo la tua volontà e seguendo la giustizia di Cristo Gesù, il quale dissanguò e aperse e sciolse per noi il suo santissimo corpo, e diede il suo sangue per lavare i nostri peccati e ricomprare la nostra salvezza con la sua pietà ineffabile.
Egli ha dato a questo tuo vicario le chiavi con cui potesse legare e sciogliere le anime nostre, perché facesse la tua volontà e seguisse le tue orme. Perciò prego supplichevole la tua santissima clemenza che lo purifichi in modo tale che il suo cuore arda del santo desiderio di recuperare le membra perdute, e le ritrovi con l’aiuto della tua altissima potenza.
E se il suo indugiare, o amore eterno, ti dispiace, punisci il mio corpo per questo: te lo rendo e offro perché tu lo colpisca con flageffi e lo consumi a tuo piacimento.
Signore mio, io ho peccato, abbi misericordia di me.
Tu, Dio eterno, sei innamorato della tua creatura con grazia e clemenza ineffabile; e mandi il tuo vicario affinché la recuperi, perché perisce: di questo io, indegna e misera peccatrice, ti ringrazio.
O infinita bontà e inestimabile carità, vero Dio: si vergogni l’uomo, figlio di Adamo, che tu hai ricomprato per solo amore con la morte del tuo Figlio unigenito, di non fare la tua volontà, mentre tu non vuoi altro che la nostra santificazione.
Dio eterno - che per la divina carità ti sei fatto uomo e per amore ti sei unito a noi, e già mandi il tuo vicario ad amministrare a noi le grazie spirituali della nostra santificazione e del recupero dei figli perduti - concedi che egli faccia solamente la tua volontà. Non badi ai consigli della carne che giudica secondo i sensi e l’amor proprio, e non si impaurisca per nessuna avversità.
E poiché tutte le cose vengono meno tranne che in te, sommo Dio, non guardare ai peccati della tua serva che grida a te, ma esaudiscimi per la clemenza della tua inestimabile carità.
Tu, quando sei partito da noi, non ci hai lasciati orfani, ma ci hai lasciato il tuo vicario, che ci dà il battesimo dello Spirito Santo; e non solamente una volta, come nel battesimo di acqua siamo stati lavati una volta, ma per la potenza santa sempre ci lava e purifica i nostri peccati.
Tu sei venuto a noi negli oltraggi e noi, allontanandoci da te, abbiamo giudicato secondo la carne e l’amor proprio. Tu sei pallido perché le tue creature sempre svuotano le tue grazie, spogliando la tua unica sposa. Fa’ dunque, pietà eterna, che il tuo vicario sia mangiatore di anime, ardendo di santo desiderio del tuo onore e accostandosi a te solo, perché tu sei alta ed eterna bontà. Cura per mezzo suo le nostre infermità, reintegra la tua sposa col suo salutare consiglio e le sue opere virtuose.
Ancora, Dio eterno, riforma la vita di questi tuoi servi qui presenti: che seguano te solo Dio, con cuore semplice e volontà perfetta, e non guardare alla miseria della tua serva che ti prega per loro, ma piantali nel giardino della tua volontà.
Ti benedico, o eterno Padre, perché tu benedica questi tuoi servi: che disprezzino se stessi per te, e che seguano solo la purezza della tua volontà, che è eterna e perpetua; per tutti costoro ti rendo grazie.
Amen.



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 Orazione 4

L’AMORE CHE VINCE OGNI OSTACOLO

1. I BENEFICI DI Dio


O alta, eterna Trinità, amore inestimabile! Se tu mi chiami figlia, io ti dico sommo ed eterno Padre. E come tu mi dai te stesso, comunicandomi del corpo e sangue del tuo Figlio unigenito, dove tu mi dai tutto Dio e tutto l’uomo, così per amore inestimabile ti domando che tu mi comunichi del corpo mistico della santa Chiesa e del corpo universale della religione cristiana, perché nel fuoco della tua carità ho conosciuto che vuoi che l’anima goda di questo cibo.
Tu, Dio eterno, mi hai guardato e conosciuto in te stesso, e perché mi hai guardato nella tua luce tu, innamorato della tua creatura, l’hai tratta da te e l’hai creata a tua immagine e somiglianza; per questo io, tua creatura, non ti conoscevo in me stessa se non in quanto vedevo in me la tua immagine e somiglianza.
Ma perché potessi vederti e conoscerti in me e così avessimo perfetta conoscenza dite, tu ti sei unito a noi discendendo dalla grande altezza della tua divinità fino alla bassezza del fango della nostra umanità. La bassezza del mio intelletto non poteva comprendere né guardare la tua altezza, perciò, affinché con la mia piccolezza io potessi vedere la tua grandezza, tu ti sei fatto bambino, racchiudendo la grandezza della tua divinità nella piccolezza della nostra umanità; e così ti sei manifestato a noi nel Verbo del tuo Figlio unigenito. Così, in questo Verbo, ho conosciuto te, abisso di carità, in me.

2. IL SANGUE DI CRISTO SPINGE A CHIEDERE

Alta, eterna Trinità, amore inestimabile, hai manifestato te stesso e la tua verità a noi per mezzo del sangue di Cristo, e allora vedemmo la tua potenza, quando hai potuto lavarci dalle nostre colpe in quello stesso sangue.
E ci hai manifestato la tua sapienza quando con l’esca della nostra umanità, con la quale hai nascosto l’amo della divinità, hai catturato il demonio e gli hai tolto la signoria che aveva su di noi.
Questo sangue ci mostra anche l’amore e la tua carità, perché solo con il fuoco dell’amore ci hai comprato, sebbene tu non abbia bisogno di noi. E così ci è manifestata anche la tua verità: che ci hai creato per darci la vita eterna. Questa verità l’abbiamo conosciuta per mezzo del Verbo, mentre prima non la potevamo conoscere, poiché avevamo offuscato l’occhio dell’intelletto col velo della colpa.
Vergognati, vergognati cieca creatura, tanto esaltata e onorata dal tuo Dio, di non riconoscere che Dio, per la sua inestimabile carità, è disceso dall’altezza della divinità fino alla bassezza del fango della tua umanità, perché Io conoscessi in te stessa.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.
Che meravigliosa cosa è questa: sebbene tu conoscessi la tua creatura prima che esistesse, e vedessi che avrebbe commesso la colpa non seguendo la tua verità, tuttavia l’hai creata. O inestimabile amore! O inestimabile amore! A chi parli tu, anima mia?
Parlo a te, eterno Padre, e ti supplico, Dio benigno, che tu comunichi a noi e a tutti i tuoi servi il fuoco della tua carità, e disponga le tue creature a ricevere il frutto delle preghiere e dell’insegnamento, che si sparge e si deve spargere per la tua luce e carità.
La tua Verità disse: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto». Io busso alla porta della tua verità, cerco e grido al cospetto della tua maestà e domando all’orecchio della tua clemenza: misericordia per tutto il mondo e in particolare per la santa Chiesa, perché nella dottrina del Verbo ho conosciuto che tu vuoi che io mi nutra di continuo di questo cibo; e poiché tu vuoi così, amore mio, non mi lasciare morire di fame.
O anima mia, che cosa fai? Non sai tu che continuamente sei guardata da Dio? Sappi che ai suoi occhi non ti puoi mai nascondere, perché nessuna cosa gli è nascosta; qualche volta ti puoi nascondere agli occhi della creatura, ma a quelli del Creatore mai. Poni dunque fine e termine alle tue iniquità, e sveglia te stessa.
Ho peccato contro il Signore, pietà di me.

3. LA CARITÀ DIVINA FUOCO D’AMORE

È ormai tempo di svegliarsi dal sonno. Tu, eterna Trinità, vuoi che ci destiamo; e se nel tempo della prosperità non ci svegliamo, tu ci mandi le avversità e, come medico perfetto, col fuoco delle tribolazioni bruci la piaga, quando non giova l’unguento delle consolazioni e prosperità.
O eterno Padre, o carità increata, io sono piena di meraviglia perché nella tua luce ho conosciuto che tu hai visto e conosciuto me e tutte le creature ragionevoli in generale e in particolare, prima che tu ci dessi l’esistenza. Tu hai visto il primo uomo, Adamo, e hai conosciuto la colpa della mia disobbedienza che ne seguiva, colpa particolare in lui e generale negli altri dopo di lui. E hai conosciuto che la colpa doveva impedire la tua verità, anzi impediva la creatura, perché la verità non si compiva in lei, cioè essa non poteva pervenire al fine per il quale tu la creavi. Hai visto anche, eterno Padre, la pena che conseguiva al tuo Figlio per restituire il genere umano alla grazia e per adempiere la tua verità in noi. Nella tua luce ho conosciuto che hai previsto tutte queste cose.
Dunque, eterno Padre, come mai hai creato questa tua creatura? Io di questo sono fortemente stupita, e veramente vedo, così come tu mi mostri, che per nessun’altra ragione lo hai fatto se non perché nella tua luce ti vedesti costringere dal fuoco della tua carità a darci l’esistenza, nonostante le iniquità che dovevamo commettere contro dite, eterno Padre. Dunque è stato il fuoco a costringerti.


4. LA FOLLIA DELL’AMORE DI DIO


O amore ineffabile, benché nella tua luce tu vedessi tutte le iniquità che la tua creatura doveva commettere contro la tua infinita bontà, tu hai come fatto finta di non vedere, e hai fermato lo sguardo sulla bellezza della tua creatura, della quale tu, come pazzo ed ebbro d’amore, ti sei innamorato, e per amore l’hai tratta da te dandole l’essere a tua immagine e somiglianza.
Tu, verità eterna, hai dichiarato a me la tua verità, cioè che è stato l’amore a costringerti a crearla; benché tu vedessi che ti doveva offendere, la tua carità non ha voluto che tu fermassi l’occhio in questo vedere, ma al contrario hai distolto i tuoi occhi da questa offesa che doveva avvenire e li hai fermati sulla bellezza della creatura. Se tu avessi fermato lo sguardo in quell’offesa, avresti dimenticato l’amore che avevi per creare l’uomo. E non ti fu nascosto questo, ma ti sei fermato all’amore, perché tu non sei altro che fuoco d’amore, pazzo della tua creatura. E io, a causa dei miei difetti, non t’ho mai conosciuto. Ma concedimi la grazia, amore dolcissimo, che il mio corpo versi il sangue per l’onore e la gloria del tuo nome, e che io non sia più rivestita di me stessa.
Accogli, eterno Padre, colui che mi ha comunicata del prezioso corpo e sangue del tuo Figlio, spoglialo di sé e liberalo da se stesso, vestilo dell’eterna tua volontà e legalo in te con un nodo che non si sciolga mai, perché egli sia pianta odorosa nel giardino della santa Chiesa. Dà, o Padre benigno, la tua dolce ed eterna benedizione, e nel sangue del tuo Figlio lava la faccia delle nostre anime.
Amore, amore, ti domando la morte.
Amen.



Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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 Orazione 5

LE PIANTE NOVELLE

1. INVOCAZIONE


O Dio, Dio, eterno Dio! Vero amore, mediante l’unione dell’umanità del tuo Verbo, il Signore nostro Gesù Cristo, con la tua onnipotente divinità, hai dato a noi perduti la luce della santissima fede, che è la pupilla dell’occhio del nostro intelletto col quale vediamo e conosciamo il vero oggetto dell’anima, cioè la tua inestimabile divinità.
E hai fatto del tuo stesso Figlio il nostro immacolato sacrificio a te gradito per noi, ponendolo come pietra angolare e colonna fermissima della stabilità della santa madre Chiesa, tua unica sposa.
Tu che per molto tempo hai provveduto a rinnovare la Chiesa stessa con nuove e più fruttuose piante - e allora nessuno poté infrangere la tua santissima volontà che è eterna e immutabile - non tener conto dei nostri peccati, per i quali mi riconosco indegna di pregarti, e togli via oggi i nostri peccati per la virtù di questo santo apostolo Tommaso; con la tua clementissima pietà purifica la mia anima, amore mio, sommo Dio, ed esaudisci la tua serva che ti chiama.

2. LA PREGHIERA PER I NUOVI CARDINALI E PER IL PAPA

E poiché tu sei fuoco che sempre ardi, ma non consumi mai le cose che ti sono gradite - benché sempre consumi tutto quello che l’anima ha all’infuori dite - col fuoco del tuo Spirito ardi e consuma e sradica dal fondamento ogni amore e affetto della carne dai cuori delle piante novelle, che ti sei degnato d’inserire nel corpo mistico della santa Chiesa: trapiantale dagli affetti mondani nel giardino dell’affetto tuo, e dà loro un cuore nuovo con vera conoscenza della tua volontà perché, fatti spregiatori del mondo, di se medesimi e dell’amor proprio, e riempiti di vero fervore del tuo amore, e fatti zelatori della fede e delle virtù, avendo abbandonato per te i desideri fallaci e il lusso di questo fragile mondo, seguano solamente te, con trasparente purezza e fervida carità.
Dunque tu, che dirigi ogni cosa alla nostra salvezza, fa che questo nuovo sposo della Chiesa sia sempre diretto dal tuo consiglio, e promuova e accetti e ascolti solamente queffi che sono mondi e puri.
E come gli angeli stanno dinanzi a te in cielo, così le altre tue nuovissime piante stiano dinanzi al nostro signore, tuo vicario in terra, con cuore semplice e agire perfetto, per la riforma della stessa santa madre Chiesa secondo il tuo cuore; e si considerino, così come lo sono, inserite nuovamente nel corpo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale hai tagliato via, con la tua ammirabile provvidenza e senza aiuto di uomo, certi rami superflui e sterili.
Ora, nascendo con Gesù già prossimo a nascere, come egli progredisce in virtù, così anch’essi facciano frutti nella Chiesa con esempi e costumi virtuosi.
E come le gemme innestate producono fiori più odorosi e frutti più gustosi per la naturale disposizione data da te, così anche, tagliati i moti di ogni affetto carnale col tuo dono celeste col quale hai bagnato i santi apostoli della rugiada dello Spirito Santo, siano inserite in loro nuove virtù che ti offrano soavità di profumo, e rechino bellezza alla santa Chiesa con atti virtuosi e opere fruttuose, perché in essi sia riformata la tua sposa.
O amore eterno, purifica intimamente questo vicario, perché dia buon esempio di purezza e innocenza agli altri, e serva innanzi a te in modo a te gradito, ed educhi il popolo a lui soggetto, e attragga anche gli increduli con gli insegnamenti celesti, e offra i frutti della salvezza eterna alla tua incomprensibile maestà.
Per tutto ciò, affinché ti degni di esaudirmi, io miserabile rendo grazie a te, somma bontà, vero Dio.
Amen.



 Orazione 6

PER LA CATTEDRA DI SAN PIETRO


S. Caterina rivela in questa orazione il suo amore appassionato per il Papa e la Chiesa, trasmettendolo ai suoi discepoli. Loda il Signore per il dono della preghiera, con la quale possiamo legare le mani della divina giustizia.
O medico celeste e amore inestimabile dell’anima mia: a te sospiro grandemente.

A te, o Trinità eterna e infinita, io finita mi rivolgo nel corpo mistico della santa Chiesa affinché con la tua grazia tolga ogni macchia della mia anima e non tardi più, ma per i meriti del comandante della tua navicella, cioè di San Pietro, soccorra la tua sposa che attende aiuto, col fuoco della carità e la profondità dell’abisso dell’eterna sapienza.
Non disprezzare il desiderio dei tuoi servi, ma conduci questa navicella, o autore della pace, e dirigi a te i tuoi servi perché, tolte via le tenebre, appaia l’aurora della luce di coloro che sono piantati nella tua Chiesa per il desiderio puro della salvezza delle anime.
Sia benedetto il laccio che tu, o Padre benigno, ci hai dato, affinché con esso potessimo legare le mani della tua giustizia:
questo laccio è l’umile e fedele orazione dei tuoi servi che hanno un desiderio ardente, per mezzo dei quali prometti di avere misericordia del mondo.
Ti ringrazio, o altissimo ed eterno Dio, perché prometti di dare presto refrigerio alla tua sposa; e io di nuovo entrerò nel suo giardino, e non uscirò mai finché tu non avrai adempiuto le tue promesse, che sempre sono state veraci. Cancella dunque oggi i nostri peccati, o Dio vero, e lava la faccia delle nostre anime col sangue del tuo Figlio unigenito, sparso per noi, perché, morti così a noi stessi, vivendo partecipiamo alla sua passione con animo integro e volto splendente.
Esaudisci ancora noi che preghiamo per il guardiano di questa tua cattedra della quale celebriamo la festa, cioè per il tuo vicario: che tu lo faccia tale quale vuoi che sia il successore di questo tuo Pietro vecchierello, e dia a lui i mezzi necessari alla tua Chiesa.
Confesso che hai promesso che adempirai presto i miei desideri, perciò con maggior fiducia ti prego di non tardare più ad adempiere ie promesse, o Dio mio.
E voi, figli dolcissimi, essendo ora noi all’opera, è tempo che vi impegniate per la Chiesa di Cristo, vera madre della nostra fede: perciò vi incoraggio a che, già piantati in questa Chiesa, siate come sue colonne e tutti quanti insieme, scacciato l’amor proprio e ogni pigrizia, lavoriamo in questo giardino della fede salutare con il fervore dell’orazione e con le opere, per compiere perfettamente la volontà dell’eterno Dio, il quale ci ha chiamati a questo per la salvezza nostra e degli altri e per l’unione della Chiesa, nella quale è la salvezza delle nostre anime.
Amen.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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04/04/2021 12:48
 
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LA FORTEZZA DELLA VOLONTÀ


 



  1. CONFESSIONE DI FEDE


Confesso, Dio eterno, confesso, Dio eterno, alta ed eterna Trinità, che tu mi vedi e mi conosci, e questo ho visto nella tua luce.


Confesso, Dio eterno, e vedo che tu vedi la necessità della tua sposa e la buona volontà del tuo vicario.


Ma chi gli impedisce di metterla in atto? Nella tua luce ho visto che tu conosci queste cose, poiché nulla è nascosto ai tuoi occhi.


Nella stessa luce vedo che in te hai previsto il rimedio dato al genere umano che è come un figlio morto: il Verbo del tuo Figlio unigenito.


Hai visto anche l’altro rimedio per questo morto: conservare le cicatrici nel corpo del Verbo perché continuamente gridassero misericordia per noi dinanzi a te. Nella tua luce ho visto che le hai conservate per fuoco d’amore, e il corpo glorioso non rifiuta né esse né il colore del sangue, e le piaghe non tolgono al corpo di Cristo risorto il suo stato glorioso. Ancora, hai visto in te stesso che, dopo l’infermità dalla quale ci hai liberato, l’uomo doveva ancora cadere nella colpa per i suoi difetti: perciò hai dato il rimedio nel sacramento della santa penitenza, nella quale il ministro versa sopra la faccia dell’anima il sangue dell’umile agnello. Come hai visto il rimedio principale per riconciliarci con te per mezzo del Verbo, così hai visto tutti questi altri rimedi necessari alla salvezza dell’uomo.


Nella tua luce conosco che tu hai visto prima tutte queste cose, perché in questa luce io vedo, e senza questa luce andrei nelle tenebre.


O dolcissimo amore! Tu hai visto in te stesso la necessità della santa Chiesa e il rimedio di cui ha bisogno, e glielo hai dato con la preghiera dei tuoi servi, i quali vuoi che si facciano muro sul quale s’appoggi il muro della santa Chiesa. A questi servi la tua clemenza, cioè lo Spirito Santo, amministra gli ardenti desideri della sua riforma.


 



  1. FORTEZZA E DEBOLEZZA


Vedo ancora che tu hai visto la nostra legge perversa, che è sempre disposta a ribellarsi alla tua volontà, e hai visto che l’avremmo segue molte volte. Veramente vedo che hai visto la fragilità di questa nostra natura umana: quanto sia debole, fragile e misera. Perciò tu, sommo provveditore, che in ogni cosa hai provveduto alla tua creatura, tu, riparatore eccellente, che in ogni cosa le hai dato rimedio, ci hai dato la rocca e la fortezza della volontà, e l’hai accompagnata con la debolezza della carne; e la volontà è tanto forte che né demonio, né alcun’altra creatura può vincerla se noi non vogliamo, cioè se il libero arbitrio, nella cui mano è posta questa fortezza, non acconsente.


O bontà infinita! Da dove viene tanta fortezza nella volontà della tua creatura? Da te, somma ed eterna fortezza. Quindi vedo che la creatura partecipa della fortezza della tua volontà, perché dalla tua volontà ci hai dato la nostra; e vediamo che la nostra volontà tanto è forte quanto segue la tua, e tanto è debole quanto se ne distacca, perché dalla tua volontà hai creato la nostra, e perciò rimanendo nella tua è forte. Tutte queste cose ho visto nella tua luce.


Nella nostra volontà, eterno Padre, dimostri la fortezza della tua volontà: se a un piccolo membro hai dato tanta fortezza, quanta stimeremo che sia la tua, tu che sei creatore e governatore di tutte le cose!


 



  1. LA LUCE DELLA FEDE NUTRE LA VOLONTÀ


Una cosa vedo nella tua luce: pare che questa volontà, che ci hai dato libera, sia fortificata dalla luce della fede, perché con questa luce conosce nella tua luce la tua volontà eterna, e vede che questa non vuole altro che la nostra santificazione; sicché la luce accresce e fortifica la volontà che, nutrita dalla luce della santa fede, dà vita alle opere dell’uomo; e così né volontà vera né fede viva ci può essere senza l’opera.


Questa luce nutre e accresce il fuoco nell’anima, che non può gustare il fuoco della tua carità se la luce non le mostra l’amore e la tua benevolenza verso di noi.


Tu, luce, sei materia del fuoco, perché lo fai crescere nell’anima; e come la legna fa aumentare e crescere il fuoco materiale, così tu luce sei quella che fa crescere la carità nell’anima, perché le dimostri la tua divina bontà, e la carità si nutre dite perché desidera conoscere il suo Dio e tu vuoi soddisfarla.


O provveditore eccellente, tu non hai voluto che l’uomo cammini nelle tenebre né stia in guerra, e perciò l’hai provvisto della luce della fede, che ci manifesta la via e ci dà pace e quiete.


Questa luce non lascia morire di fame l’anima, né restare nuda, né essere povera, perché la pasce del cibo della grazia, facendole gustare nell’affetto della tua carità il cibo dell’anima, e la riveste della veste nuziale della perfetta carità e dell’eterna tua volontà, e le apre le ricchezze eterne. Ho peccato contro il Signore, pietà di me, perché la tenebra della legge perversa che ho sempre seguito ha offuscato l’occhio del mio intelletto, e perciò non ho conosciuto te, vera luce; e tuttavia è piaciuto alla tua carità illuminarmi dite, luce vera.


O Dio eterno, o amore inestimabile, la tua creatura è tutta impastata con te e tu con lei per la creazione, per la fortezza della volontà, per il fuoco col quale l’hai creata, per la luce naturale che le hai dato e con la quale vede te, vera luce, esercitandola con la fame delle vere e reali virtù, a gloria e lode del tuo nome.


O luce sopra ogni luce, o bontà sopra ogni bontà, o sapienza sopra ogni sapienza, o fuoco che superi ogni fuoco, perché tu solo sei colui che sei, e nessun altro è qualcosa se non in quanto ha l’essere da te!


O cieca e miserabile anima mia, indegna che tu sia messa insieme con gli altri servi di Dio a fare il muro per soccorrere la santa Chiesa, ma degna invece di essere piantata in un ventre d’animale, perché hai agito sempre come gli animali!


Grazie, grazie a te, Dio eterno, perché nonostante le mie iniquità ti sei degnato di eleggermi a questo lavoro.


Ti prego dunque - poiché tu ispiri nelle menti dei tuoi servi desideri vibranti e ardenti per la riforma della tua sposa e li fai gridare nella continua orazione - che tu esaudisca il loro grido. Conserva e accresci la buona volontà del tuo vicario, e si compia in lui la vera perfezione, come tu gli richiedi. La stessa cosa ti domando per tutte le creature ragionevoli, soprattutto per coloro che tu mi hai messo sulle spalle: io, debole e incapace, li riconsegno a te. Non voglio che i miei peccati li ostacolino, perché ho sempre seguito la legge perversa; ma io desidero e ti prego che ti seguano perfettamente, perché meritino d’essere esauditi per le preghiere che ti fanno, e debbono fare, per tutto il mondo e per la santa Chiesa. Ho peccato contro il Signore, pietà di me.


Perdona, Padre, perdona me miserabile e ingrata delle infinite grazie ricevute da te. Confesso che la tua bontà mi ha conservata tua sposa, benché per i miei difetti ti sia sempre stata infedele. Ho peccato contro il Signore, pietà di me. Gesù dolce, Gesù amore! Così sia!



Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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04/04/2021 12:50
 
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Orazione 8

LA LUCE CHE SALVA

1. CRUDELTÀ E PIETÀ
O Dio eterno! O Dio eterno, abbi pietà di noi!
Se tu, alta ed eterna Trinità, dici che la pietà che genera misericordia ti è propria - perché ti è propria la misericordia, che non è senza la pietà, poiché per pietà tu hai misericordia di noi - io lo confesso, poiché solo per la tua pietà hai dato alla morte il Verbo tuo Figlio per la nostra redenzione.
E la pietà è scaturita dalla fonte dell’amore col quale tu avevi fatto la tua creatura. E poiché lei ti piaceva molto, avendo perduto la veste dell’innocenza, ti sei mosso a rivestirla della tua grazia riconducendola allo stato di prima; non le hai tolto però il potere di offenderti, ma le hai conservato il libero arbitrio e la legge perversa che si erge sempre contro lo spirito, e seguendo questa legge l’anima è disposta a cadere nella colpa del peccato.
Poiché tu, Dio eterno, sei tanto pietoso, come mai l’uomo è così crudele con se stesso? Perché non può avere una crudeltà maggiore di quella di uccidere se stesso con la colpa del peccato mortale. Egli è pietoso verso la sensualità, e con tale pietà usa grande crudeltà contro l’anima e contro il corpo, poiché il corpo del dannato sarà punito insieme con l’anima. Vedo che ciò deriva dall’essere egli privato della luce, per cui non ha conosciuto la tua pietà verso di noi; per cui tu mostri che la tua pietà non gioverebbe all’uomo senza la sua pietà. E in ciò si manifesta che tu hai creato l’uomo senza di lui, ma non lo vuoi salvare senza di lui.
Tu, Padre misericordioso e pietoso, vuoi che l’uomo guardi la tua smisurata pietà verso di noi, perché impari a essere pietoso, prima verso se stesso, poi verso il suo prossimo, come dice il glorioso Paolo: «Ogni carità comincia da se stessi». Sicché tu vuoi che l’anima guardi la tua pietà, perché si tolga dalla sua crudeltà e prenda il cibo che la nutre e le dà vita.
O Dio eterno! O fuoco e abisso di carità, il tuo occhio è su di noi; e perché la tua creatura veda che tu hai posato su di noi gli occhi della tua pietà e misericordia, oppure gli occhi della tua giustizia a seconda delle nostre opere, tu le hai dato l’occhio dell’intelletto affinché veda.
Da qui appare manifestamente che ogni male ci viene dall’essere privati della luce, e ogni bene ci viene dalla luce, perché non si può amare quello che non si conosce, e niente si può conoscere senza la luce.
O Dio eterno! O pietoso, o misericordioso Padre, abbi pietà e misericordia di noi, perché noi siamo ciechi senza alcuna luce; soprattutto io, povera miserabile; e perciò sempre sono stata crudele con me stessa.


2. LA LUCE DELLA PIETÀ
Con quell’occhio della pietà col quale hai creato noi e tutte le cose, guarda la necessità del mondo e provvedi ad esso.
Tu ci hai dato l’essere dal nulla: illumina dunque questo essere che è tuo. Tu al tempo del bisogno ci hai dato la luce degli apostoli: ora, in questo tempo in cui abbiamo bisogno ancora di più della luce, suscita un altro Paolo che illumini tutto il mondo. Col velo della tua misericordia chiudi e copri l’occhio della giustizia e apri l’occhio della pietà; col vincolo della carità lega te stesso e con esso placa la tua ira.
O dolce e soave luce, o principio e fondamento della nostra salvezza, poiché con la tua luce hai visto la nostra necessità, nella stessa luce vediamo la tua eterna bontà, e conoscendola la amiamo.
O unione e legame dite Creatore con la creatura e della creatura con te Creatore! Con la fune della tua carità l’hai legata e con la tua luce le hai dato luce; perciò se apre l’occhio dell’intelletto con la volontà di conoscere te, allora ti conosce, poiché la tua luce entra in ciascuna anima che apre la porta della volontà.
La luce infatti sta alla porta dell’anima e non appena le viene aperto entra dentro, come il sole che bussa alla finestra chiusa e non appena è aperta entra in casa. Così conviene che l’anima abbia la volontà di conoscere, con la quale apra l’occhio dell’intelletto, e allora tu, sole vero, entri nell’anima e la illumini dite.
E dopo che sei entrato, che fai tu, luce di pietà, dentro l’anima? Ne scacci la tenebra e le dai la luce, ne estrai l’umido dell’amor proprio e rimane il fuoco della tua carità; rendi il cuore libero, perché nella tua luce ha conosciuto quanta libertà tu ci hai dato tirandoci fuori dalla schiavitù del demonio, nella quale il genere umano era caduto per la sua crudeltà.
Poi l’anima odia la causa della crudeltà, cioè la pietà verso la propria sensualità, e perciò diventa pietosa alla ragione e crudele contro la sensualità chiudendo le facoltà dell’anima. Chiude la memoria alle miserie del mondo e ai vani piaceri, mandando via il loro ricordo con la volontà, e l’apre ai tuoi benefici ripensandoli con buona sollecitudine; chiude la volontà perché non ami alcuna cosa all’infuori dite, ma ti ami sopra tutte le cose e ogni cosa in te secondo la tua volontà, e vuole seguire soltanto te. Allora l’uomo è veramente pietoso a se stesso, e come è pietoso a sé, così al suo prossimo, disponendo di dare la vita del corpo per la salvezza dell’anima. In tutte le cose usa l’atto della pietà con prudenza, perché ha visto con quanta prudenza tu hai operato in noi tutti i tuoi misteri.


3. LA CARITÀ ORDINATA
Tu, luce, rendi il cuore schietto e non doppio, largo e non stretto, tanto che vi trova posto ogni creatura ragionevole per l’amore di carità; con carità ordinata cerca la salvezza di tutti, e poiché la luce non è senza prudenza e sapienza, dispone il suo corpo alla morte per la salvezza dell’anima del suo prossimo, e non dà l’anima alla colpa - poiché non è lecito all’uomo commettere una minima colpa per salvare tutto il mondo, se gli fosse possibile, poiché per l’utilità della creatura, che non è nulla per sé, non si deve offendere il Creatore, il quale è ogni bene - ma per il corpo del prossimo dà le sostanze materiali.
Tanto è aperto questo cuore che non è finto per nessuna persona, ma ognuno può intenderlo, perché non mostra una cosa in faccia e nella lingua avendone dentro un’altra. Questi dimostra veramente di essere spogliato del vestito vecchio e rivestito del nuovo della tua volontà. Cosicché la nostra crudeltà, eterno Padre, deriva dal fatto che noi non vediamo la pietà che hai usato per le nostre anime, ricomprandole con il prezioso sangue del tuo Figlio unigenito.
Volgi, volgi Padre misericordioso, l’occhio della pietà sulla tua sposa e sul tuo vicario: nascondilo sotto le ali della tua misericordia, perché gli iniqui superbi non possano nuocergli; e a me concedi la grazia che io stilli il sangue e coli le midolla delle mie ossa in questo giardino della santa Chiesa. Se io guardo in te, vedo che niente è nascosto al tuo occhio, e questo non lo vedono gli uomini del mondo offuscati dalla nube dell’amor proprio: che se essi lo vedessero non sarebbero tanto crudeli verso le loro anime, ma nella tua pietà diventerebbero pietosi. Perciò ci è necessaria la luce, e io con tutto l’amore supplico che tu la doni a tutte le creature ragionevoli.
Nel Verbo hai usato pietà e giustizia: giustizia sul suo corpo e pietà verso le tue creature, O bontà infinita, come mai non si scioglie il cuore dell’uomo, e come non esce il mio cuore dalla bocca? Perché la nube ha offuscato l’occhio della mia mente, che non ti lascia, anima mia, vedere questa ineffabile pietà. Quale padre vi fu mai che per il servo desse il proprio figlio alla morte? Solo tu, eterno Padre. La nostra carne della quale hai rivestito il Verbo sostenne la morte e noi ne riceviamo il frutto, se lo vogliamo. Così vuoi che patisca la nostra sensualità perché l’anima riceva frutto in te.
O dottrina fondata nella verità! Disse la tua Verità: «Io sono la via, la verità e la vita». Se vogliamo seguire la tua pietà, ci conviene andare per debito per quella via per la quale tu sei andato per grazia. Io mi lamento di me stessa di fronte a te, eterna verità, affinché tu faccia giustizia di me che sono crudele verso la mia anima e pietosa verso la mia sensualità. Ho peccato contro il Signore, pietà di me. Gesù dolce, Gesù amore!

4. LA PIETOSA CRUDELTÀ
O pietosa crudeltà, che schiacci la sensualità in questo tempo finito per esaltare l’anima in eterno! Da dove procede la pazienza? Da dove la fede, la speranza e la carità? Dalla pietà, che partorisce misericordia. Chi scioglie l’anima da se stessa e la lega a te? Questa pietà acquistata con la luce. O pietà amabile, o pietà che sei unguento, tu spegni l’ira e la crudeltà nell’anima. Questa pietà, Padre pietoso, ti prego di donare a tutte le tue creature, e specialmente a coloro che tu mi hai dato perché li ami di speciale amore: rendili pietosi, perché usino perfetta pietà e perfetta crudeltà, con la quale essi uccidano la loro perversa volontà.
Questa pietosa crudeltà sembra che tu Verità ci abbia insegnato quando hai detto: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la sua stessa vita, non può essere mio discepolo».
Quest’ultima cosa sembra difficile - le altre spesso le fanno i servi del mondo, benché non per amore della virtù - ma non è difficile: è più difficile per l’uomo uscire dalla sua natura che seguirla. La nostra natura è ragionevole, dunque dobbiamo seguire la ragione.

5. LA VERA GIUSTIZIA
O verità eterna! Tu profumo sopra ogni profumo, tu larghezza sopra ogni larghezza; tu pietà sopra ogni pietà; tu giustizia sopra ogni giustizia. Anzi, tu sei fonte di giustizia e a ciascuno dai secondo le sue opere, per cui giustamente permetti che l’uomo iniquo sia insopportabile a se stesso, perché si mette a desiderare una cosa inferiore a se stesso, desiderando i piaceri mondani e le ricchezze; poiché tutte le cose create sono inferiori all’uomo, e fatte a suo servizio, non perché egli se ne faccia servo.
Solo tu sei maggiore di noi, perciò te dobbiamo desiderare, te cercare e servire. E giustamente fai gustare al giusto la vita eterna in questa vita, con pace e quiete della sua anima, perché ha posto l’affetto in te, che sei vera e somma quiete; e a quelli che virilmente hanno corso per questa vita mortale, giustamente e con misericordia dai la vita eterna. Tu sei eterna e infinita bontà, che nessuno può comprendere, né pienamente conoscere se non quanto tu ne dai a conoscere, e tanto ne dai quanto
noi disponiamo il vaso della nostra anima a ricevere.
O dolcissimo amore, non ti ho mai amato in tutta la mia vita?
Io ti raccomando i miei figli, che mi hai posto sulle spalle (Santa Caterina oppone alla sua debolezza umana la fortezza di Dio affinché svegli Lui coloro che l’ascoltano), io che sempre dormo. O Padre pietoso e benigno, cui l’uomo è stato rivestito grazie all’incarnazione del Verbo, destali tu, perché l’occhio del loro intelletto vegli sempre in te, fortezza di Dio. Ho peccato contro il Signore, pietà di me. Dio, vieni a salvarci, Signore vieni presto in nostro aiuto. Così sia.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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