QUINTA POSIZIONE PARIMERITO
BessieB, Amore mai
Titolo: 2/2
Trovo il titolo molto adatto al testo e ho apprezzato molto il suo apparire più volte nel testo, rinforzando quello che è il concetto di un po’ tutta la storia. Bellatrix riceve molto da Voldemort, mai l’amore; Voldemort può riassumere in sé ogni virtù, l’amore mai. Centrato, senza dubbio.
Grammatica: 8,8/10
La tua scrittura è molto pulita, non ci sono sviste vere e proprie; gli errori che ho da segnalare riguardano l’uso errato di virgole e quello che suppongo sia un errore di distrazione.
In due casi hai inserito una virgola tra soggetto e predicato, ho deciso di assegnare una penalità generale: 0,7
“la sua richiesta a Bellatrix, consiste”
“Ma, coesistere con la propria divinità, è anche questo” sono abbastanza certa che sia una tua scelta deliberata rinchiudere il soggetto in un inciso, ma credo comunque che sia un errore. Provando a leggere la frase senza inciso, questa risulta monca: l’inciso dovrebbe essere solo un di più, qualcosa di virtualmente rimovibile, e il soggetto ovviamente non lo è. Per evidenziare il soggetto avresti forse potuto usare una dislocazione a destra: “Ma è anche questo, coesistere con la propria divinità”; non sono del tutto sicura che sia corretto perché non ci sarebbe il pronome che riprende il soggetto posticipato, ma mi convincerebbe già di più.
“ha ottenuto un erede per il suo Signore” l’erede è femmina, quindi manca l’apostrofo: un’erede -0,5
Stile: 2,7/3
“Il Signore Oscuro è concentrato di virtù: in sé le riassume tutte – l’amore mai.”
La mancanza di articolo è una scelta stilistica, ma rende il testo un po’ ambiguo perché “concentrato” è sia un aggettivo sia un sostantivo. Di primo acchito leggendo senza articolo viene in mente l’aggettivo, poi ovviamente contestualizzando si comprende cosa intendi. È un dettaglio che non disturba più di tanto la lettura, ma mi sembrava giusto riportarti la mia osservazione.
“Il Signore Oscuro è concentrato di virtù: in sé le riassume tutte – ma, fallimento, non lo è mai.”
Anche questa è un’osservazione minore, ma trovo che in questa frase il “ma” possa deviare un po’, sembra suggerire che il fallimento sia una virtù (“in sé riassume tutte le virtù, MA mai il fallimento”, parafrasando). Non so se è questo che intendevi, ma – per quanto le virtù di Voldemort siano ovviamente distorte, come dimostrato anche dal fatto che la sua virtù più grande è l’inganno – mi è difficile includere il fallimento tra le virtù. Userei al posto del ma “invece” o “al contrario”, qualcosa che lasci meno dubbi (“fallimento, invece, non lo è mai”), ma si tratta di un suggerimento come un altro.
Il testo scorre bene, nel complesso, e il registro scelto si mantiene coerente in tutta la storia. È un registro che tende verso l’alto, ciononostante lo stile impiegato è lineare, semplice da seguire.
Hai scelto di dividere il testo in paragrafi molto brevi, insistendo molto sulla ripetizione di alcuni sintagmi, giocando con le variazioni. Ne risulta un testo quasi ermetico, in alcuni passaggi; la comprensione generale di ciò che avviene non è compromessa, ma qualche dubbio mi è rimasto.
“Ma la sua vita è questo: un patto oscuro, un compromesso di arti magiche e, sul finire, una convinzione di oro scrostato.”
Può essere una mia mancanza, ma non sono riuscita a comprendere, nonostante più riletture, che cosa volessi intendere con il sintagma “convinzione di oro scrostato”. L’oro scrostato è l’oro ripulito dalle impurità, immagino, ma anche così non mi è chiarissimo. Forse significa che Voldemort è convinto di essere nobile come l’oro puro, ma è una mia ipotesi che mi lascia comunque con un margine di dubbio; è un’espressione che non viene mai spiegata nella storia e non ha – credo – riferimenti diretti al canon (mentre le frasi precedenti sono più facilmente comprensibili grazie al canon), quindi non mi convince troppo, sembra molto fine a sé stessa, avrei preferito ritrovarne il senso nel corso della storia.
IC: 9,5/10
Hai scelto un momento particolare, potenzialmente molto interessante riguardo a questi due personaggi: il concepimento di Delphini, dall’avviso – Voldemort comunica, non chiede – all’atto al post-parto. In linea di massima i personaggi descritti sono coerenti al canon: Bellatrix desidera molto ma si accontenta di ciò che riceve, estremamente fedele e leale all’uomo da cui, lo comprende sempre meglio nel corso della fic, non potrà mai ricevere amore né essere desiderata; Voldemort che si considera un dio, un concentrato di virtù, superiore agli umani e pertanto non toccato dal desiderio, trova il provare piacere per un atto così “basso” uno spiacevole compromesso.
Voldemort che vuole un erede “che lo renda immortale per una seconda volta” stando solo ai sette libri mi avrebbe stranita, ma dovendo considerare La maledizione dell’erede – e quindi l’esistenza “canon” di Delphi – la tua motivazione va bene, è sicuramente più credibile di Voldemort che ama Bellatrix. A questo proposito, Voldemort è un esempio quasi canon di aromanticismo, mentre il canon suggerisce che comprenda il desiderio fisico. Trovo comunque che abbia senso immaginarlo come anche asessuale, ed è interessante che il rapporto con Bellatrix si ponga allora come sacrificio, un compromesso per ottenere qualcosa che desidera.
C’è però un aspetto che non mi è chiaro nella tua caratterizzazione, non tanto perché sia inaccettabile per il personaggio ma perché mi pare troppo poco spiegato, risultando quasi incoerente.
“S’è piegato, forzato fino allo stremo: ne ha ottenuto una bambina inutile e niente di più.”
Il tuo Voldemort è determinato a ottenere un erede che lo renda più immortale di quanto non sia già, è talmente ossessionato dall’idea che, nel momento in cui l’antico rituale che avrebbe dovuto mettere incinta Bellatrix via incantesimo fallisce (io ho capito così, almeno), accetta di abbassarsi ad avere un rapporto fisico con lei pur di ottenerne uno. Nel momento in cui l’ottiene, tuttavia, la definisce “una bambina inutile e niente di più”.
Questa affermazione non sarebbe problematica di per sé, ma a mio parere risente dell’ermeticità del tuo testo: dopo tutto ciò che ha fatto per ottenerla, Voldemort ritiene Delphi inutile. Perché? Il tuo testo non lo dice. Ci sono varie ipotesi possibili: perché è donna? Non ho mai visto Voldemort particolarmente misogino, non a caso Bellatrix è la sua miglior luogotenente. La sua discriminazione l’ho sempre vista verso i Babbani, non ho motivo di credere che discriminasse le donne (sappiamo anche che “onora” Dorcas andando ad affrontarla di persona!). Perché, semplicemente, dopo tutto ciò che ha fatto si rende conto della vanità del suo desiderio per un erede? Non lo so, può essere, ma ci sono troppo pochi elementi per pensarlo.
Avresti potuto gestirti una simile affermazione come volevi, motivando in un modo o nell’altro (con qualche spiegazione avrei accettato che la giudicasse inutile perché donna, come per qualsiasi altro motivo), ma trovandomi la frase senza motivazioni la vedo incoerente con tutto quel che c’è prima.
Tutto il resto della caratterizzazione, come già detto, lo trovo coerente con il personaggio del canon.
Citazione: 5/5
Un uso interessante della citazione, con Voldemort che “propaga la verità” (la sua verità: i Babbani sono inferiori, lui è un dio e vivrà in eterno) ma si trova a ingannare un po’ Bellatrix – con la proposta di fare un figlio, prima, ma anche un po’ con l’atto in sé che non è nulla più di un inganno, in fondo – e soprattutto sé stesso, mi ha colpita il concetto dell’auto-inganno necessario per salvare la sua divinità.
Gradimento personale: 4/5
Scegliere Voldemort come personaggio asessuale è interessante e la sua resa l’ho apprezzata abbastanza – perfetto il complesso di superiorità dovuto anche al non essere soggetto a “impulsi bassi” come la maggior parte delle persone, ce lo vedo proprio –, però implica anche un rischio.
Voldemort, e qui è proprio lui e non Tom Riddle, ha perso quasi tutta la sua umanità a causa degli Horcrux. Qui è già tornato in vita, quindi il processo di disumanizzazione è completo. Ecco, associare la mancanza di attrazione sessuale a un personaggio così poco umano rischia di passare un messaggio non proprio bellissimo. Tu non passi questo messaggio e anzi specifichi che lui non ha mai desiderato una donna, ma è comunque una scelta che mi lascia combattuta: mi piace e non mi piace allo stesso tempo.
A parte questo, è stata una lettura particolare. Un approccio interessante alla questione del concepimento di Delphini, ma mi sarebbe piaciuto vedere alcuni spunti più approfonditi, soprattutto su ciò che Voldemort prova verso di lei.
Bonus: 0/1
Totale: 32/36
&
matiscrivo, Il (non) coraggio di restare
Titolo: 2/2
Ho apprezzato il titolo, nella sua bivalenza: c’è il non coraggio di restare di Regulus che non è coraggio perché non ha realmente una scelta, e c’è l’assenza del coraggio di restare di Sirius, che invece di rimanere con coraggio per il bene di suo fratello prende e scappa via, abbandonandolo lì perché è sempre stato più bravo di lui a cavarsela.
Grammatica: 9,1/10
“selettivo nel scegliere” nello scegliere -0,5
“nel farsi scegliere” dovrebbe essere “farmi”, vista la prima persona. È probabile che sia una svista ma è fraintendibile. -0,2
“Sei nell’occhio del ciclope,” ciclone; sicuramente svista ma fraintendibile perché dà esito a una parola di senso compiuto, sebbene l’espressione non abbia senso -0,2
Stile: 2/3
Ho apprezzato l’uso della punteggiatura, variata al punto giusto; il testo scorre bene.
Si tratta di tre flash scritte in stili diversi, con persone diverse, quindi per quanto riguarda la coerenza stilistica andranno fatti discorsi diversi.
Trovo ben riuscite seconda e terza persona (e quindi seconda e terza flash), con un narratore onnisciente che esplora ora l’uno ora l’altro personaggio. Per quanto riguarda il lessico, ho solo alcune leggere perplessità che ti riporto di seguito, ma non sono gravi:
“Di te non ha quasi più notizie, se non quelle che percepisce dagli altri.”
Qui non mi convince molto la scelta del verbo percepire, non mi pare proprio la più adatta. Percepire fa riferimento ai sensi, vuol dire intuire, notare qualcosa in modo vago. Qui penso intendessi più che altro che ha solo le notizie che gli vengono riferite dagli altri, o ti riferivi più letteralmente a intuizioni? In ogni caso, è un dettaglio che ti riporto per completezza.
“affidarsi a coloro che l’avrebbero sempre trattenuto”
Qui hai scelto il verbo trattenere in opposizione ad abbandonare, ma non posso dire che mi convinca molto, leggendo mi ha stonato. Che vuol dire che i suoi amici lo trattengono? La prima cosa che viene in mente è che lo tengano fermo, che lo contengano. Ho controllato i vari significati di trattenere e quello che più si avvicina a ciò che intendi tu è “Tenere qualcosa presso di sé, tenere da parte, conservare.”, ma anche qui, l’esempio riportato è “trattenere una ricevuta”. Insomma, avrei optato per altro; non mi viene un verbo adatto, suggerirei “non l’avrebbero mai lasciato” o qualcosa del genere. Forse non volevi per differenziare meglio le due frasi opposte, ma “trattenuto” proprio non mi convince in questo contesto.
Come dicevo, però, nel complesso non ho niente da ridire su seconda e terza flash.
Ho riscontrato più problemi con la prima flash, la decurtazione di punteggio ti viene quasi interamente da lì. Si tratta di problemi di scelte lessicali; alcune sono sbagliate a prescindere dal contesto (le riporto dopo), altre stonano in bocca alla prima persona di Regulus ragazzo. Nel complesso ho trovato la prima persona non gestita al meglio. Ti riporto le frasi che mi hanno messa più in difficoltà:
“Io sono rimasto attaccato a quell’arazzo, appiccicato e incalcinato.”
Qui innanzitutto non mi è molto chiaro a quale elemento vadano associati i due attributi dopo la virgola: a essere “appiccicato e incalcinato” è Regulus o, come mi sembra più intuitivo, l’arazzo? E se è l’arazzo, in che senso un arazzo viene incalcinato? Ho provato a fare una ricerca a riguardo ma non è venuto fuori niente, non mi risulta che gli arazzi vengano incalcinati. Inoltre non mi convince la scelta del termine “appiccicato”: in questa flash mi è sembrato cercassi di mantenere un registro medio-alto, registro a cui “appiccicato” decisamente non appartiene.
“stoccafisso nelle mani del mio destino”
“Stoccafisso” è il merluzzo disseccato all’aria, letteralmente. Esiste l’espressione colloquiale “stare impalato come uno stoccafisso”, ma è appunto molto colloquiale (e a dire la verità non la ricordavo, lì per lì leggendo sono rimasta molto confusa) e di conseguenza incongruente con il registro che hai scelto di adottare per questa flash.
“valicare la mia corazza”
Questa non è una scelta lessicale sbagliata, però ho trovato “valicare” una scelta eccessiva per Regulus; come accennavo sopra, hai tentato di impiegare un registro alto per questa flash, ma questo registro a mio parere stona con la prima persona. D’accordo, Regulus è un Black, ma è comunque un ragazzino di 14 anni. Oltre a questo, ma molto meno rilevante, valicare mi dà l’idea di sorpassare qualcosa in altezza, non l’ho mai visto impiegare associato a una corazza. Ma non è un errore!
“Mi acquatto al muro per non farmi vedere, sorrido a metà, sbilenco. Per permettere a loro di credere che sì, ne sono capace. Molleggio verso il mio dormitorio, mi assento dalla vita. Cerco di lavare via tutto quello che non ho mai bramato.”
Immagino tu intendessi dire che Regulus esibisce un sorriso sbilenco, ma se scrivi “sorrido a metà, sbilenco” letteralmente significa che a essere sbilenco è Regulus, che contestualmente sorride a metà.
Sempre relativo al discorso di prima, trovo “Mi acquatto” e soprattutto “Molleggio” forme decisamente stonate in bocca alla prima persona di Regulus.
In generale la flash ha uno stile abbastanza equilibrato, ma in alcuni punti hai adottato scelte lessicali che stonano con il narratore e con il contesto.
Ho un ultimo appunto da fare, sulla frase conclusiva della terza flash. Sono un po’ in crisi perché inizialmente l’avevo presa per fare un complimento, mi ha colpita perché la trovo molto d’impatto e ottima per concludere la storia. Rileggendola, però, ho notato che qualcosa non torna.
“Ma brucia la carta da parati sopra al nome di Sirius Black.”
Il nome di Sirius è sull’arazzo di famiglia. Ammettendo che bruci anche la carta da parati (mi sembra strano ma non lo ricordo ed è un dettaglio poco importante), brucerebbe sotto, non certo “sopra”.
È un peccato perché la frase, come dicevo, mi piace perché come conclusione è molto d’impatto, ma dovresti riformularla.
IC: 10/10
Regulus è in pratica un OC: ciò che sappiamo di lui per certo è che era Serpeverde, si è unito ai Mangiamorte e quando ha saputo dell’Horcrux di Voldemort l’ha tradito. Sappiamo, inoltre, che teneva a Kreacher e lo trattava bene, e ho apprezzato il ritrovare questo dettaglio in opposizione all’altrettanta canonica antipatia di Sirius per l’Elfo Domestico. Non lo vediamo mai agire in diretta, dato che al tempo del racconto lui è morto da anni, e di conseguenza ipotizzarlo asessuale è perfettamente lecito, nel senso che non contraddice nessun elemento canonico.
Gli unici appunti che potrei fare sulla caratterizzazione di Regulus riguardano il modo in cui si esprime in prima persona nella prima flash, ma sono critiche che ho già mosso e considerato nel parametro “stile” e che non trovo utile riprendere qui.
Anche su Sirius non ho molto da dire: personalmente non lo immagino avere una relazione con Remus, ma riguardo all’adolescenza dei Malandrini sappiamo talmente poco che le mie idee sono valide quanto le tue (e quanto quelle di chiunque altro). In generale il suo comportamento mi sembra in linea con ciò che sappiamo di lui, mi ha anche fatto piacere vederlo interagire in modo amichevole con il fratello finché non decide di voltare le spalle a lui e a tutto il resto della famiglia.
Citazione: 4,9/5
Alla prima lettura ho pensato che la citazione fosse utilizzata benissimo, ripresa in più punti, presente in tutte e tre le flash, un punteggio pieno insomma.
Rilettura dopo rilettura, tuttavia, mi ha convinta leggermente meno. La citazione è inserita molto bene, molto presente, però tu l’hai intesa riferita a due sole persone: Regulus lo dice a Sirius intendendo che loro due sono rami dello stesso albero, l’albero della famiglia Black. “Siamo tutti” è una dichiarazione molto ampia, però, e visto il modo in cui hai deciso di impiegarla avrei preferito che ci fosse una limitazione esplicita nella frase, qualcosa tipo “Siamo tutti e due rami dello stesso albero”, “Siamo rami dello stesso albero, noi due” o comunque su questa linea. Questa è l’impressione che ho avuto leggendo, ma se non a loro due la frase è comunque intesa a includere solo i Black.
È una piccolezza, e infatti ho deciso di decurtare un decimo più simbolico che altro, ma se presa alla lettera la citazione “Siamo tutti rami dello stesso albero” va proprio contro gli ideali elitari dei Black, dichiarando che tutti – maghi e Babbani, uomini e donne, a prescindere dal sangue – sono uguali.
Gradimento personale: 4/5
Sirius non mi piace e non ne ho mai fatto mistero, ma non è lui il motivo per cui ho abbassato il punteggio di questo parametro. Il motivo è che non sono riuscita a comprendere del tutto il tuo Regulus, o più che a comprenderlo ad apprezzare la sua caratterizzazione.
“Non voglio essere toccato, non voglio essere capito, non voglio essere desiderato.”
Capisco perfettamente che Regulus non voglia essere toccato o desiderato, ma perché mai non vuole essere capito? Mi aspetterei al contrario che voglia essere compreso, nella sua diversità. Che voglia sentirsi un po’ meno diverso, o un po’ più sinceramente accettato. Anche perché nella prima flash da come parla del suo non avere amici (“figuriamoci un amore”) non sembra contento di questa situazione, sembra desiderare l’amicizia che in altri punti invece appare rifuggire.
Non so, è un parere del tutto soggettivo (mi permetto di essere tale in questo parametro) ma non ho apprezzato molto che la freddezza del tuo Regulus sembri a tratti una conseguenza del suo non provare attrazione – non so se fosse la tua intenzione, ma la mia percezione è stata questa.
Bonus: 0/1
Totale: 32/36