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Ultimo Aggiornamento: 03/12/2022 11:14
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03/12/2022 10:52
 
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CCXXXV (235) - Al Re di Francia



Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.


Carissimo Signore e padre in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi osservatore de' santi e dolci comandamenti di Dio: considerando me, che in altro modo non potiamo partecipare il frutto del sangue dell'Agnello immacolato. Il quale Agnello dolce Gesù ci ha insegnata la via; e così disse egli: «Ego sum via, veritas, et vita». Egli è il dolcemaestro che ci ha insegnata la dottrina salendo in su la cattedra della santissima croce. Venerabile padre, che dottrina e che via egli vi dà? La via sua è questa: pene, obbrobri, vituperii, scherni e villanie; sostenere, con vera pazienza, fame e sete; satollato d'obbrobri, confitto e chiavellato in croce per onore del Padre, e salute nostra. Che con la pena e obbrobrio suo ha satisfatto alla colpa nostra e al nostro vituperio, nel quale era caduto l'uomo per lo peccato commesso. Egli ha restituite, e punite le nostre iniquità sopra il corpo suo; e hallo fatto solo per amore, e non per debito.


Questo dolce Agnello, via nostra, ha spregiato il mondo con tutte le delizie e stato suo; e ha odiato il vizio, eamata la virtù. Voi, come figliuolo e servo fedele a Cristocrocifisso, seguitate le vestigie sua e la via la quale egliv'insegna; cioè, che ogni pena, tormento e tribolazione che Dio permette che il mondo vi faccia, portiate con vera pazienza. Perocchè la pazienza non è vinta, ma essa vince il mondo. Siate, siate amatore delle virtù, fondato in vera e santa giustizia, e spregiatore del vizio. Tre cosevi prego singolari, per l'amore di Cristo crocifisso, che facciate nello stato vostro. La prima si è, che spregiate ilmondo, e voi medesimo, con tutti i difetti suoi; possedendo voi il reame vostro come cosa prestata a voi, e non vostra. Perocchè voi sapete bene, che nè vita nè sanità nè ricchezze nè onore nè stato nè signoria non è vostra. Che s'ella fusse vostra, voi la potreste possedere a vostro modo. Ma tal ora vuole essere l'uomo sano, ch'egli è infermo; o vivo, ch'egli è morto; o ricco, ch'egliè povero; o signore, ch'egli è fatto servo e vassallo. E tutto questo è perch'elle non sono sue; e non le può tenere se non quanto piace a Colui che gliel'ha prestate. Adunque bene è semplice colui che possiede l'altrui per suo. Drittamente egli è ladro, e degno della morte. E però prego voi, che, come savio faccia come buono dispensatore, possedendo come cose prestate a voi; fatto per lui suo dispensatore.


L'altra cosa è, che voi manteniate la santa e vera giustizia; e non sia guasta nè per amore proprio di voi medesimo, nè per lusinghe, nè per veruno piacere d'uomo. E non tenete occhio, che i vostri offiziáli facciano ingiustizia per denari, tollendo la ragione a poverelli. Ma siatepadre de' poveri,siccome distributore di quello che Dio v'ha dato. E vogliate che i difetti che si truovano per lo reame vostro, siano puniti, e la virtù esaltata. Però tuttoquesto partiene alla divina Giustizia di fare.


La terza cosa si è, d'osservare la dottrina che vi dà questo maestro in croce; che è quella cosa che più desidera l'anima mia di vedere in voi; ciò è l'amore e dilezione col prossimo vostro, col quale tanto tempo avete avuto guerra. Perocchè voi sapete bene, che senza questa radice dell'amore, l'arbore dell'anima vostra non farebbe frutto, ma seccherebbesi, non potendo trarre a se l'umore della Grazia, stando in odio. Oimè, carissimo padre, che la prima dolce Verità ve lo insegna, e lassa per comandamento, d'amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come sè medesimo. Egli vi diè l'esemplo, pendendo in sul legno della santissima croce. Gridando i Giudei «Crucifige»; ed egli grida con voce umile e mansueta: «Padre, perdona a costoro che mi crocifiggono, che non sanno che si fare». Guardate la sua inestimabile carità; chè non tanto che egli perdoni, ma gli scusa dinanzi al Padre. Che esemplo e dottrina è questa; che il Giusto, che non ha in sè veleno di peccato, sostenga dall'ingiusto, per punire le nostre iniquità!


Oh quanto si debbe vergognare l'uomo che sèguita la dottrina del dimonio e della sensualità, curandosi più d'acquistare ricchezze del mondo e di conservarle (chè tutte sono vane, e passano come vento), che dell'anima sua e del prossimo suo! Chè, stando in odio coi prossimo, ha odio con sè medesimo, perché l'odio il priva della divina Carità. Bene è stolto e cieco, chè egli non vede che col coltello dell'odio del prossimo suo uccide sè medesimo.


E però vi prego, e voglio, che seguitiate Cristo crocifisso, e siate amatore della salute del prossimo vostro; dimostrando di seguitare l'Agnello, che per fame dell'onore del padre e salute dell'anime, elesse la morte del corpo suo. Così fate voi, signor mio. Non curate di perdere della sustanzia del mondo; chè il perdere vi sarà guadagno, purchè potiate pacificare l'anima vostra col fratello vostro. Io mi maraviglio come voi non ci mettete eziandio, se fusse possibile, la vita, non tanto che le cosetemporali; considerando tanta distruzione dell'amme e de' corpi, quanta è stata; e quanti religiosi, donne e fanciulle sono state vituperate e cacciate per questa guerra. Non più, per l'amore di Cristo crocifisso! Non pensate voi, che se voi non fate quello che voi potete, di quanto male voi sete cagione? Male nei Cristiani, e male negl'infedeli. Perocchè la briga vostra ha impacciato e impaccia il misterio del santo passaggio.
Che se non ne uscisse altro male che questo, mi pare che doviamo aspettare il divino giudicio. Io vi prego che siate così più operatore di tanto male, e impacciatore di tanto bene, quanto è la recuperazione della Terra Santa, e di quell'anime tapinelle che non participano il sangue del Figliuolo di Dio. Della qual cosa vi dovereste vergognare, voi, e li altri signori cristiani; chè grande confusione è questa dinanzi agli uomini, e abominazione dinanzi a Dio, che si faccia la guerra sopra il fratello, e lascisi stare il nimico; e vogliasi tôrre l'altrui, e non racquistare il suo. Non più tanta stoltizia e cecità! Io vi dico, da parte di Cristo crocifisso, che non indugiate più a far questa pace.
Fate la pace,e tutta la guerra mandate sopra gl'infedeli. Aiutate a favoreggiare, e a levar su l'insegna della santissima croce; la quale Dio vi richiederà, a voi e agli altri, nell'ultima estremità della morte, di tanta negligenzia e ignoranzia, quanta ci si è commessa, e commette tutto dì. Non dormite più (per l'amore di Cristo crocifisso, e per la vostra utilità!), questo poco del tempo che ci è rimaso; perocchè il tempo è breve, e dovete morire, e non sapete quando. Cresca in voi un fuoco di santo desiderio a seguitare questa santa croce, e pacificarvi col prossimo vostro. E per questo modo seguiterete la via e la dottrina dell'Agnello svenato,derelitto in croce; e osserverete i comandamenti. La via seguiterete, portando con pazienzia le ingiurie che vi sono state fatte; la dottrina, in rinconciliarvi col prossimo; e l'amor di Dio, manifestandolo con seguitare la santissima croce nel santo e dolce passaggio. Nel quale mi pare che il vostro fratello missere lo duca d'Angiò per l'amore di Cristo, vuole prendere a faticarsi in questa santa operazione. Sarebbe da farsi coscienzia se per voi rimanesse tanto dolce e santo misterio. Or in questo modo seguiterete le vestigie di Cristo crocifisso, adempirete la volontà di Dio e mia, e i comandamenti suoi; chè vi dissi ch'io desiderava di vedervi osservatore de' comandamenti santi di Dio. Non dico più. Perdonate alla mia presunzione. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce. Gesù amore.

CCXXXVI - A Bartolo Usimbardi in Firenze

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi ardere nella fornace della divina Carità, acciocchè si consumi ogni amore proprio di voi, e solo attendiate di piacere al vostro Creatore; non curando detto di creatura, nè ingiuria o scherni o rimproverio che da loro riceveste; ma con umiltà chinare il capo a ciò che la divina Bontà vi permette; e acciocchè siate forte contra le varie e diversecogitazioni e battaglie delle dimonia, tenendo ferma la volontà, che non consenta, ma solo voglia amare e servire al suo Creatore. E facendo così, sarete perseverante infino alla morte; e così riceverete all'ultimo 'l frutto delle vostre fadighe: il quale, come dice santo Paolo, senza alcuna comparazione è maggiore che le passioni che in questa vita si sostengono.

Rallegratevi, Figliuolo mio dolce, che ora di nuovo avete ricevuta grande abbondanzia nel sangue di Gesù Cristo: però ch'io ho avuta dal santo Padre la indulgenzia di colpa e di pena al punto della morte, per molti de' miei Figliuoli; tra' quali sete voi, e Francesco e la donna. E di tutti insieme fo fare un privilegio, per meno impaccio e spesa. Ma se mai non avesse il vostro per scrittura, niente vi nuoce: bastivi averla per la bocca del Vicario di Cristo; e al punto della morte di domandare al prete l'assoluzione di colpa e di pena secondo che può: ed egli è tenuto di darvela. Credete, figliuolo, con fede viva e speranza ferma, che, passando di questa vita con questa indulgenzia, confesso e pentito de' vostri peccati, l'anima vostra ne va pura e netta e monda a vita eterna, come il dì che ebbe ricevuto il santo Battesimo. Adunque voglio che mutiate vita, ordinandovi in tutto secondo la volontà di Dio; ponete tutto 'l cuore e l'affetto vostro inlui, e del mondo vi fate beffe, pigliandone solo la vostra necessità. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce. Gesù amore.

CCXXXVII - Al Duca d'Angio

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo signore e fratello in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi il cuore confitto e chiavellato in croce sì e per siffatto modo che v'accresca 'l desiderio vostro, che tosto siate pronto e sollecito a levare il Gonfalone della santissima croce. Son certa che, se voi ragguarderete l'Agnello svenato e consumato in croce per amore, per torvi la morte e rendervi la vita della Grazia, che questo sarà quella santa memoria ch e vi accenderà 'l desiderio a tosto farlo, e raffrenerà del cuore e dell'anima vostra ogni disordinato diletto e vanità del mondo. I quali diletti passano via come 'l vento, e lasciano sempre la morte nell'anima di colui che li possiede; e nel fine della morte, se non si corregge, il conducono alla morte eternale: sicchè per suo difetto si è privato della visione di Dio, e fattosi degno della visione e conversazione delle dimonia.

Ed è cosa giusta e convenevole che sostenga pena infinita colui che offende Dio, che è Bene infinito. Dico di quello che spende tutta la vita sua in delizie e in vivere splendidamente, cercando i grandi onori nelli gran conviti e molti adornamenti; e tutta la sostanzia loro non spendono in altro: e i poverelli si muoiono di fame. Ma essi sempre cercano le grandi e le molte vivande, nettezza di vasi, le care mense, e delicati e ornati vestimenti: ma non si curano dell'anima tapinella, elle si muore di fame; però che gli tollono 'l cibo della virtù e della santaconfessione, e della parola santa di Dio, cioè della Parola incarnata, unigenito suo Figliuolo. Del quale doviamo seguitare le vestigie per affetto ed amore, amando quello che egli ama, cercando quello che egli cercò: ainare le virtù, e spregiare 'l vizio, cercare l'onore di Dio, e cercare la salute di noi e del prossimo nostro. E però disse Cristo, che di solo pane non viveva l'uomo, ma della parola di Dio.

Adunque voglio, caro e dolce signore e fratello in Cristo dolce Gesù, che seguitiate questa dolce Parola, con virtù vera,Cristo crocifisso; e non vi lasciate ingannare almondo, nè alla forte gioventù. Perocchè, seguitando noi pur il inondo, potrebbe esser detto a noi quella parola che disse Cristo benedetto de' Giudei: «Costoro sono simili a' sepolcri, che di fuore sono belli e scialbati, e dentro sono pieni d'ossa e di puzza di morti». Oh quanto dice bene la dolce e prima Verità! E veramente egli è così: che di fuore paiono belli con molti adornamenti, empiendosi 'l cuore e l'affetto di queste cose morte e transitorie, che generano puzza e fastidio di disonestà nell'anima e nel corpo. Ma io spero per la bontà di Dio, che voi v'ingegnerete di correggere sì la vita vostra, che questo non toccherà a voi; ma con grandissimo fuoco d'amore piglierete la croce, nella quale si spense e distrusse la morte del peccato mortale, e avemmo la vita. E così farà a voi. Nella levazione della croce si leverannotutte le offese che avete fatto a Dio e dirà poi Dio a voi:«Vieni, diletto figliuolo mio, che ti sei affaticato per me. Io ti consolerò, e menerotti alle nozze della vita durabile, dove è sazietà senza fastidio, e fame senza pena, diletto senza scandolo»: e non sono fatte come le nozze e i conviti del mondo, che danno spesa senza alcuno guadagno; e quanto più sen'empie l'uomo, più rimane vuoto; da letizia viene a tristizia.

E bene lo vedesti voi nel di d'ieri; che, avendo voi con gran festa fatto il convito, 'l vi tornò a grande amaritudine. E questo permise Dio per grandissimo amore che ha all'anima vostra; e volse manifestare a voi e agli altri ch'erano d'intorno, che cosa è la nostra vana letizia. E mostrò Dio, che quegli atti, le parole e costumi e i modi e consigli fusseno poco piacevoli e accettevoli a lui. Oimè! Io temo bene, che la nostra stoltizia non sia tanta, che non ci lasci considerare il divino giudizio.

Dicovi da parte di Cristo crocifisso, che sempre il dì d'ieri portiate nella memoria, acciò che le cose vostre siano fatte con ordinato modo, e con virtù e timore di Dio, e non senza timore di Dio. Confortatevi, confortatevi; ché io spero. per la sua bontà, che vel farà fare. E non abbiate amaritudine affliggitiva di questo caso che ci è avvenuto; ma sia pena sanativa d'un cognoscimento santo di voi medesimo. Siavi un santo freno, che raffreni in voi ogni disordinata vanità; siccome si fa al cavallo che corre, che si tira la briglia perché non esca fuore dell'ordine del corso suo. Orsù, figliuolo mio dolce in Cristo nostro dolce Gesù, abbracciatevi con la santissima croce; rispondete a Dio, che con essa croce vi chiama: e così adempirete la volontà sua, e il desiderio mio. E però vi dissi che io desiderava di vedervi il cuore e il desiderio vostro confitto e chiavellato in croce. Fate che innanzi che il santo Padre ne vada, voi fermiate il vostro santo desiderio, pigliando la santa croce dinanzi alla Santità sua: e quanto più tosto, meglio è, per lo popolo cristiano, e infedele. E fate tosto senza negligenzia; non prolungate più tempo. Vogliate che piuttosto vi manchi 'l tempo nelle cose temporali, che nelle spirituali; e specialmente in questa santa e dolce operazione, la quale Dio vi ha posta in mano, e favvi degno di quello per la sua bontà, che spesse volte suol fare a' grandi servi suoi.Non dico più. Ricordatevi, monsignore, che dovete morire, e non sapete quando. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Perdonate alla mia presunzione. Gesù dolce. Gesù amore.

CCXXXVIII - A Gregorio XI

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Santissimo Padre in Cristo dolce Salvatore, la vostra indegna miserabile figliuola Catarina vi si raccomanda nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio; con desiderio di vedere adempita la volontà di Dio, e desiderio vostro, di vedere levato in alto il gonfalone e segno della santissima croce Il quale segno pare che la volontà dolce di Dio voglia che 'l levìate; e voi so, santissimo Padre, che n'avete grandissimo desiderio. Poichè Dio vuole, e voi n'avete buona volontà, pregovi e dicovi per l'amore di Cristo crocifisso, che voi non ci siate negligente; ma se 'ldolce e buono Gesù vi manda la via e il modo a potere fare il santo principio, fatelo. Se voi 'l farete, Dio prospererà la sposa sua; e così anderete dalla guerra alla pace con l'aiutorio divino. So che mi parbe che voi diceste, quando fui dinanzi alla vostra Santità, che egli era bisogno d'avere uno principe che fusse buono capo: altri. menti non vedevate il modo. Ecco il capo, Padre santo. Il duca d'Angiò vuole, per l'amore di Cristo e reverenzia della santa croce, con amoroso e santo desiderio pigliare questa fadiga, la quale, per amore ch'egli ha del santo passaggio, gli pare leggiera; dolcissima gli parerà, pure che voi, babbo santissimo mio, vogliate attendere a farlo. Oimè (dolce Dio amore!) non indugiate più a mandare in effetto il vostro desiderio e dolce volontà. Sappiate, sappiate tenere i tesori e doni di Cristo, e' quali vimanda innanzi, ora mentre che avete il tempo.

Pare che la divina bontà tre cose vi richiegga. Dell'una ne ringrazio Dio e la Santità vostra, che egli ha fermato e stabilito il cuore vostro, fattovi forte contra lebattaglie di coloro che vi volevano impedire, cioè dall'andare a tenere e possedere il luogo vostro. Godo ed esulto della buona perseveranzia che avete avuta, mandando in effetto la volontà di Dio e il vostro buono desiderio.

Ora vi prego che voi siate sollicito d'adempire le altre due; perocchè, pregando io il nostro dolce Salvatore per voi, siccome mi mandaste dicendo, manifestando egli, ch'io dicessi a voi che voi doveste andare, e io scusando, reputandomi indegna d'essere annunziatrice di tanto misterio, dicevo: «Signore mio, io ti prego che se egli è la tua volontà che egli vada, che tu gli accresca e accenda più il desiderio suo». Diceva, per la sua bontà, il nostro dolce Salvatore: «Digli sicuramente, che questo ottimo segno gli do, che ella è mia volontà che egli vada: chè quanto più contrari gli verranno, e più gli sarà contradetto che egli non vada, più si sentirà crescere in sè una fortezza, che uomo non parerà che gli la possa tollere; che è questo contra 'l modo suo naturale. Or ti dico, ch'io voglio che egli levi la croce santissima sopra gl'infedeli; e levila sopra de' sudditi suoi, ciò sono quelli chesi pascono e notricansi nel giardino della santa Chiesa, che sono ministratori del sangue mio. Dico che sopra costoro voglio che egli levi la croce; cioè in perseguitaree' vizi e i difetti loro. Divelto il vizio, è piantata la virtù, ponendo questa croce in mano di buoni pastori e rettori nella santa Chiesa. E se non ci è di fatti, vuole che quelliche sono a fare, voi miriate che siano buoni e virtuosi, che non temano la morte del corpo loro. Non vuole Dio che si ragguardi agli stati e alle grandezze e alle pompe del mondo, perocchè Cristo non ha conformità con loro; ma solo alla grandezza e ricchezza della virtù. A questo modo li buoni con l'affetto della croce perseguiteranno li vizii delli cattivi.

Pregovi, santissimo Padre, per amore dell'Agnello svenato, consumato e derelitto in croce, che voi, come vicario suo, adempiate questa dolce volontà, facendo ciò che potete fare; e sarete poi escusato dinanzi a lui, e la coscienza vostra sarà scaricata. Se non faceste quello che potete, sarestene molto ripreso da Dio. Spero, per la sua bontà e santità vostra, che voi 'l farete; siccome avete fatto dell'una, d'averla messa in effetto, cioè dell'andatavostra; così compirete l'altre del santo passaggio, e del perseguitare li vizii che si commettono nel corpo della santa Chiesa.

Non dico più. Perdonate alla mia presunzione. Missere lo Duca so che verrà a voi per ragionarvi con grande desiderio del fatto del santo passaggio, come detto è. Dategli buono effetto, per l'amore di Dio: adempite il dolce desiderio suo. Permanete nella santa dolce dilezione di Dio. Domandovi umilmente la vostra benedizione. Gesù dolce, Gesù amore.

CCXXXIX - A Gregorio XV

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Santissimo e reverendissimo dolce padre in Cristo dolce Gesù, la vostra indegna e miserabile figliuola Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrive alla vostra Santità nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi forte e perseverante nel buono e santo proponimento, sì e per siffatto modo che non sia veruno vento contrario che vi possa impedire; nè dimonia nè creatura. Gli quali pare che voglianovenire, come dice il nostro Salvatore nel suo santo Evangelio, nel vestimento della pecora, parendo agnelli, e essi sono lupi rapaci. Dice il nostro Salvatore, che noi ci dobbiamo guardare da costoro. Parmi, dolce padre, che già comincino a venire a voi con la scrittura; e oltra alla scrittura, v'annunciano l'avvenimento suo, dicendo che giungierà alla porta quando voi nol saprete. Questo suona umile dicendo: «Se mi sarà aperto, io entrerò, e ragioneremo insieme». Ma egli si mette il vestimento dell'umilità, acciocchè gli sia creduto bene. é gloriosa dunque questa virtù, con la quale la superbia s'ammantella.

Costui ha fatto in questa lettera verso la vostra Santità, secondo che io n'ho compreso, come fa il dimonio nell'anima, quando spesse volte sotto colore di virtù e di compassione gli gitta il veleno. E specialmente con servi di Dio usa questa arte; perocchè vede che puramente col vizio egli non gli potrebbe ingannare. Così mi pare che faccia questo dimonio incarnato, il quale ha scritto a voi con colore di compassione e con forma santa; cioè parendo che ella venga da uomo santo e giusto, ed ella viene dagl'iniqui uomini e consiglieri del dimonio, stroppiatori del ben comune della congregazione cristiana e della reformazione della santa Chiesa, amatori d'amore proprio, cercando solamente e' beni loro particolari. Ma tosto, padre, ve ne potrete dischiarare se ella è venuta daquello giusto uomo, o no. E parmi secondo l'onore di Dio, il debbiate cercare.

Questo io non reputo (per quello che io ne possa vedere o comprendere), e' non mi si rappresenta al suono delle parole sue, servo di Dio, ma fittivamente mi pare fatta. Ma a me non pare che sapesse bene l'arte colui che la fece. Dovevasi dunque ponere alla scuola; e parmi ch'egli abbia saputo meno che uno bambolo.

Vedete dunque, santissimo Padre, che egli v'ha posto innanzi quella parte che cognosce più debile nell'uomo, e singolarmente in coloro che sono molto teneri e compassionevoli d'amore carnale, e teneri del corpo loro; perocchè questi cotali tengono più cara la vita che tutti gli altri. E però ve l'ha posto per lo primo vocabolo.' Ma io spero per la bontà di Dio, che voi attenderete più all'onore suo e alla salute delle vostre pecorelle, che a voi medesimo, siccome pastore buono che debbe ponere la vita per le pecorelle sue.

Parmi, dunque, che questo velenoso uomo da una parte commenda l'avvenimento vostro, dicendo che è buono e santo; e dall'altra parte dice che 'l veleno è apparecchiato; e parmi che vi consigli che vi mandiate uomini confidenti che vadano innanzi a voi, e troveranno il veleno per le tavole; cioè, pare che dica per le bottiglie,il quale s'apparecchia per darlo temperatamente, o per dì, o per mese, o per anno. Onde bene gli confesso, che del veleno se ne trova così alle tavole di Vignone e dell'altre città, come a quelle di Roma; e così se ne trovatemperatamente per lo mese e per l'anno, e largamente, secondo piacesse al compratore: e in ogni loco se ne troverà. E però gli parrebbe ben fatto, che voi mandaste, e sostentaste in questo mezzo l'avvenimento vostro; e mostra che aspetti, in questo mezzo venga il divino giudicio sopra questi iniqui uomini, li quali, secondo che chi dice, pare che cerchino la vostra morte. Ma se egli fusse savio, egli s'aspetterebbe per sè medesimo; perocchè egli è seminatore del più pessimo veleno che fusse già gran tempo seminato nella Chiesa santa, in quanto che egli vuole impedire a voi quello che Dio vi richiede e che dovete fare. E sapete in che modo si seminarebbe questo veleno? Che, non andando voi, ma mandando secondo che vi consiglia il buono uomo, susciterebbe uno scandalo e una rebellione temporale e spirituale, trovando in voi menzogna, che tenete luogo di verità. Perocchè avendo voi annunciato e determinato l'avvenimento vostro; e trovando il contrario, cioè che egli non fusse; troppo sarebbe grande scandalo, turbazione e errore nelli cuori loro. Sicchè egli dice bene il vero; egli ha laprofezia di Caifas, quando disse: «Egli è di bisogno che uno uomo moia, acciocchè il popolo non perisca». Egli non sapeva quello che si diceva, ma il sapeva bene lo Spirito Santo, che diceva la verità per la bocca sua: ma ildimonio non gli faceva dire per quella intenzione. Così costui vuol essere un altro Caifas. Egli profeta, che se voi mandate, troveranno il veleno. Veramente egli è così; che se fussero tanti li vostri peccati che voi rimanestee essi andassero, li vostri confidenti troveranno che si porrà il veleno per le bottighe de' cuori e delle bocche loro per lo modo detto. E non basterebbe pure uno dì, perché anderebbe il mese e l'anno innanzi che fusse smaltito. Molto mi maraviglio delle parole di questo uomo, cioè che commendi l'operazione buona e santa e spirituale; e poi vuole che per timore corporale si lassi lasanta operazione. Non è costume de' servi di Dio che per veruno danno corporale o temporale, eziandio se la vita n'andasse, eglino vogliano mai abbandonare l'esercizio e l'operazione spirituale; perocchè, se avessero fatto così, neuno sarebbe giunto al termine suo. Perocchè la perseveranzia del santo e buono desiderio con le buone operazioni, è quella che è coronata e che merita gloria, e non confusione.

E però vi dissi, Padre Reverendo, che desideravo di vedervi fermo e stabile nel vostro buono proponimento (perocchè dopo questo seguiterà la pace de' vostri ribelli figliuoli e la reformazione della santa Chiesa) e anco d'adempire 'l desiderio de' servi di Dio, 'l quale hanno di vedere rizzare il gonfalone della santissima croce sopra gl'infedeli. Allora potrete ministrare il sangue dell'Agnello nelli tapinelli Infedeli; perocchè voi sete ilcelleraio di questo sangue, e che ne tenete le chiavi.

Oimè, padre, io vi prego per l'amore di Cristo crocifisso, che a questo, tosto diate la potenzia vostra; perocchè senza la potenzia vostra non si può fare. Non vi consiglio però, dolce padre, che voi abbandoniate quelli che vi sono figliuoli naturali, e che si pascono alle mammelle della sposa di Cristo, per li figliuoli bastardi, che non sono ancora ligittimati col santo battesimo; ma spero per la bontà di Dio, che andando e' figliuoli legittimi con la vostra autorità e con la virtù divina del coltello della parola santa, e con la virtù e forza umana, essi torneranno alla madre della santa Chiesa, e voi li ligittimerete. Questo pare che sia onore di Dio, utile a voi, onore ed esaltazione della dolce sposa di Cristo Gesù; più che seguitare il semplice consiglio di questo giusto uomo, che vi pone, che meglio vi sarebbe, a voi e ad altri ministri della Chiesa di Dio, abitare fra gl'infedeli Sarraceni, che fra la gente di Roma o d'Italia.

A me piace la buona fame, che egli ha della salute degl'infedeli; ma non mi piace che egli voglia tollere il padre alli figliuoli legittimi, e il pastore alle pecorelle congregate nell'ovile. E mi pare che voglia fare di voi, come fa la madre del fanciullo, quando li vuole tollere il lattedi bocca che si pone l'amaro in sul petto, acciocchè senta prima l'amaritudine che il latte; sicchè per timore dell'amaro abbandoni il dolce: perché 'l fanciullo s'inganna più con l'amaritudine, che con altro. Così vuole fare costui a voi, ponendovi innanzi l'amaritudine del veleno e della molta persecuzione, per ingannare la fanciullezza dell'amore tenero sensitivo, acciocchè per paura lassiate il latte; il quale latte di Grazia séguita dopo ildolce avvenimento vostro. E io vi prego da parte di Cristo crocifisso, che voi non siate fanciullo timoroso, ma virile. Aprite la bocca, e inghiottite l'amaro per lo dolce.Non si converrebbe alla vostra santità d'abbandonare il latte per l'amaritudine. Spero per la infinita e inestimabile bontà di Dio, che, se vorrete, vi farà grazia, a noi, e a voi; e che voi sarete uomo fermo e stabile, e non vi muoverete per verano vento, nè illusione di dimonio, nè per consiglio di dimonio incarnato; ma seguiterete la volontà di Dio, e il vostro buono desiderio, e il consiglio de' servi di Gesù Cristo crocifisso.

Non dico più. Concludo che la lettera mandata a voi non esca da quello servo di Dio nominato a voi, nè che ella fusse scritta molto dalla lunga; ma credo che ella venga ben di presso, e dai servi del Dimonio, che poco temono Dio. Che in quanto io credesse che ella uscisse da lui, none l' reputerei servo di Dio, se altro non ne vedessi. Perdonate a me, padre, il favellar troppo presuntuosamente. Umilemente v'adimando che mi perdoniate e doniate la vostra benedizione. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Prego la infinita sua bontà, che mi dia grazia che tosto, per lo suo onore, vi vegga mettere il piè fuora dell'uscio, con pace, riposo e quiete dell'anima e del corpo. Pregovi, dolce padre, che quando piace alla vostra Santità, che mi diate audienzia; perocchè mi vorrei trovare dinanzi a voi prima che io mi partissi. Il tempo è breve: sicchè dove piacesse a voi, vorrei che fusse tosto. Gesù dolce, Gesù amore.

CCXL  (240) - A monna Lapa sua madre, pria iche tornasse da Vignone

Al nome di Gesù Crisito crocifisso e di Maria dolce.

Carissima madre Cristo dolce Gesù. La vostra indegna miserabile figliuola Caitarina vi conforta nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio. Con desiderio ho desiderato di vedervi madre vera non solamente del corpo, ma dell'anima mia; con. siderando me, che essendo voi amatrice più dell'anima che del corpo, morrà in voi ogni disordinata tenerezza, e non vi sarà tanta fadiga il paitiredella presenzia mia corporale; ma saravvi piu tosto consolazione, e vorrete per onore di Dio portare ogni fadiga di me, considerando che si facci l'onore di Dio. Facendo l'onore di Dio, non è senza accrescimento di grazia e di virtù nell'amima mia. Sicchè bene è vero, che essendo voi, dolcissima madre, amatrice più dell'anima che del corpo, sarete consolata e non sconsolata. Io voglio che impariate da quella dolce madre Maria, che per onore di Dio, e salute nostra ci donò il Figliuolo, morto in sul legno della santissima croce. E, rimanendo Maria sola, poichè Cristo fu salito in cielo, rimase con li discepoli santi: e poniamochè Maria e i discepoli avessero grande consolazione, il partire fusse sconsolazione, nondimeno per la gloria e loda del Figliuolo suo, per bene di tutto l'universo mondo, ella consente e vuole che elli si partano. E più tosto elegge la fadiga del partire loro, che la consolazione dello stare, solo per l'amore che ella aveva all'onore di Dio e alla salute nostra. Or da lei voglio cheimpariate voi, carissima madre.
Voi sapete che a me conviene seguitare la volontà di Dio; e io so che voi volete che io la séguiti. Sua volontà fu che io mi partissi: laquale partita non è stata senza misterio, nè senza frutto di grande utilità. Sua volontà è stata, ch'io sia stata, e non per volontà d'uomo; e chi dicesse il contrario, è il falso e non è la verità. E così mi converrà andare, seguitando le vestigie sue in quel modo e a quel tempo che piacerà alla sua inestimabile bontà. Voi, come buona e dolce madre, dovete essere contenta, e non sconsolata, a portare ogni fadiga per onore di Dio e salute vostra e mia. Ricordovi, che per li beni temporali voi il facevate, quando i vostri figliuoli si partivano da voi per acquistare la ricchezza temporale; ora per acquistare vita eterna,vi pare di tanta fadiga, che dite che v'anderete a dileguare se tosto io non vi rispondo. Tutto questo v'addiviene perché voi amate più quella parte che io ho tratta da voi, che quella ch'io ho tratta da Dio, cioè la carne vostra, della quale mi vestiste. Levate, levate un poco il cuore e l'affetto vostro in quella dolce e santissima croce, dove viene meno ogni fadiga: vogliate portare un poco di pena finita, per fuggire la pena infinita che meritiamo per li nostri peccati. Ora vi confortate per amore di Cristo crocifisso; e non crediate d'essere abbandonata nè da Dio nè da me.
Anco, sarete consolata, e riceverete piena consolazione; e non è tanto stata la pena, quanto sarà maggiore il diletto. Tosto ne verremo, per la grazia di Dio; e non staremmo ora a venirne, se non fusse lo impedimento che abbiamo avuto della infermità grave di Neri. E anco il maestro Giovanni, e Fra Bartolomeo sono stati infermi... Altro non dico. Raccomandateci... Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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