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Che cosa è la Comunione dei Santi?

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2012 15:15
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10/11/2010 19:25
 
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Cento anni fa nasceva Julia Verhaeghe

Tante opere ma una sola è quella che conta


di Hermann Geissler

"Resterò in cielo ciò che ero in terra:  una madre per voi tutti". Queste parole riassumono bene il carattere della vita di Julia Verhaeghe, donna umile e semplice, che pure è stata un'importante figura femminile nella Chiesa del ventesimo secolo. Nata l'11 novembre 1910 a Geluwe, nelle Fiandre, in una famiglia numerosa, durante e dopo la prima guerra mondiale non ebbe la possibilità di ricevere un'istruzione completa e, a quattordici anni, dovette cominciare a lavorare come domestica per contribuire al sostentamento della sua famiglia.

Dotata di una particolare sensibilità, da giovane fu scandalizzata dal comportamento scorretto di alcuni ecclesiastici e attraversò "una specie di crisi di fede". Ma grazie a un testo di san Paolo, ascoltato durante la Messa, Dio l'aiutò a ritrovare la serenità e la fede:  "Il santo apostolo Paolo divenne per me uno strumento di Dio, una guida spirituale e un fratello diletto, di cui potevo sentire la vicinanza. In quel periodo mi pareva di vivere una seconda conversione verso il Cuore di Gesù e il suo Corpo, la Chiesa".

Più tardi Dio le mostrò fino in fondo la grandezza dell'amore di Gesù e la bellezza della Chiesa. Nello stesso tempo comprese in quale misura la fede di tanti uomini fosse fortemente indebolita e quali tribolazioni, per questo, avrebbe dovuto attraversare la Chiesa. Dopo un periodo di sofferenza, ella seguì l'invito del Signore, offrendosi a lui in una "santa alleanza", allo scopo di condividere la sua sete per le anime e partecipare alla sua opera di salvezza.

Julia, pur avendo contribuito in prima persona alla fondazione della famiglia spirituale "L'Opera" nel 1938, non volle mai essere chiamata "fondatrice", ma solo "madre". "Mi sento spinta interiormente a chiarire che non ho mai avuto l'idea di fondare io stessa un'opera. Ma Dio mi ha guarito dallo spirito del tempo, come anche altri della mia generazione; mi ha così tratto in salvo ed ha acceso in me un grande amore per la Chiesa, Corpo mistico di Cristo. Io non ho fondato nulla. Da quando Gesù Cristo ha fondato la santa Chiesa, tutto è stato fondato. Egli ha bisogno solo di persone che vivano a fondo questa fondazione".

Dopo la seconda guerra mondiale intorno a Madre Julia si riunì un gruppo di persone che iniziarono a vivere in comunità, impegnandosi a sostenere gli uomini provati del tempo postbellico e a formare le loro coscienze. Nel corso degli anni si è poi sviluppata una nuova famiglia spirituale, costituita da una comunità di consacrate, una comunità sacerdotale e da altri fedeli associati in diversi modi.

Negli anni sessanta Madre Julia rimase colpita da un libro di John Henry Newman e sperimentò una profonda vicinanza spirituale con il convertito inglese, tanto da chiamarlo "fratello" per la sua anima.
La vita di Newman fu per lei come una conferma del suo amore per la Chiesa chiamata a vivere in una società in radicale trasformazione, della sua rocciosa fiducia nella provvidenza di Dio e del suo impegno nella formazione delle coscienze. È questo il motivo per cui "L'Opera" da molti anni si impegna per far conoscere la vita e le opere di Newman.

Durante tutta la sua vita, Julia fu debole di salute e spesso costretta a letto dalle malattie, ma il suo spirito fu sempre alacre oltre misura. Con vivo interesse e acuto discernimento seguì le correnti di pensiero nella società e nella Chiesa, invitando i fedeli a impegnarsi per un'autentica attuazione del Concilio Vaticano ii. Fu suo desiderio vivere una vita ritirata in comunione con Cristo, Re coronato di spine, e di sacrificarsi per il rinnovamento della Chiesa. Il Signore la chiamò a sé il 29 agosto 1997, durante la celebrazione della messa. Il suo corpo riposa nella chiesa de "L'Opera" a Bregenz, luogo in cui ha vissuto gli ultimi anni di vita.

"L'Opera" è oggi presente in dieci Paesi europei, negli Stati Uniti, a Gerusalemme e lavora in vari campi pastorali e sociali. Il 29 agosto 2001 ha ottenuto da Giovanni Paolo ii il riconoscimento pontificio come "Famiglia di Vita Consacrata". Il fine di questa nuova comunità "consiste nell'essere un riflesso del mistero della Chiesa, a lode della Santa Trinità e per la salvezza degli uomini, e nel dar testimonianza della sua bellezza soprannaturale come Corpo di Cristo e Famiglia di Dio. Ancorati nella santa Eucaristia, fonte dell'unità con Dio e tra di loro, e in fedeltà al Successore di Pietro e alla sana dottrina della fede, i membri vogliono contribuire a far sì che gli uomini comprendano più profondamente il mistero della Chiesa e siano fortificati nell'amore per essa in vista dei segni dei tempi" (Decreto del riconoscimento pontificio). I due pilastri su cui poggia il carisma de "L'Opera" sono l'adorazione e l'unità. Di particolare rilievo è la sua proposta di collaborazione tra donne e uomini, tra sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, per offrire alla Chiesa e al mondo un modello di unità e complementarità nel rispetto della vocazione di ciascuno.

Nella messa di ringraziamento per il riconoscimento pontificio de "L'Opera", celebrata nella Basilica Vaticana il 10 novembre 2001, l'allora cardinale Joseph Ratzinger disse:  "Madre Julia non ha fondato un'opera diversa dall'opera di Gesù Cristo, ma si è posta interamente al servizio della Sua opera. In tal modo ci invita a non porre altre opere accanto all'opera di Cristo, ma a dedicarci alla Sua opera, a essere e a vivere con la Sua opera e così, attraverso di Lui, con Lui e in Lui, porsi al servizio della salvezza del mondo. Tutto ciò che ella ha fatto è riferito a Cristo, Figlio del Dio vivente. Ed ella sapeva che Cristo non è una figura del passato, ma continua a vivere nella sua Chiesa. L'essere con Cristo è perciò essere con Lui là dove Egli vive attraverso i tempi - nella comunità della santa Chiesa". Alla fine della sua lunga vita, Madre Julia poteva scrivere:  "Credo di poter asserire che tutta la mia vita è divenuta una comunione con il Corpo mistico di Cristo".


(©L'Osservatore Romano - 11 novembre 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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