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Carteggio fra Roma e il Patriarca di Mosca

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2010 18:56
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LETTERA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI





AL PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTE LE RUSSIE,
SUA SANTITÀ ALESSIO II



A Sua Santità ALESSIO II
Patriarca di Mosca e di tutte le Russie

La visita a Mosca del Signor Cardinale Roger Etchegaray, per condividere con l'intera Comunità cristiana russa la gioia della duplice ricorrenza del genetliaco e dell'onomastico di Vostra Santità, mi offre la gradita opportunità di farLe pervenire il mio fervido e cordiale augurio.

A questa lieta celebrazione desidero associami spiritualmente, invocando dal Signore abbondanti benedizioni per la Sua Persona e il Suo ministero, generosamente dedito alla grande causa del Vangelo.

I gesti e le parole di rinnovata fraternità fra Pastori del gregge del Signore stanno ad indicare come una sempre più intensa collaborazione nella verità e nella carità contribuiscano ad incrementare lo spirito di comunione, che deve guidare i passi di tutti i battezzati.

Il mondo contemporaneo ha bisogno di sentire voci che indicano la via della pace, del rispetto per tutti, della condanna di ogni violenza, della superiore dignità di ogni persona e degli innati diritti che le competono.

Con tali sentimenti, Le formulo cordiali voti di buona salute; sull'esempio e con l'intercessione di sant'Alessio, possa Ella continuare ad adempiere con frutto la missione che Dio Le ha affidato.

Dal Vaticano, 17 febbraio 2006.

BENEDICTUS XVI

LA RISPOSTA




Alessio II

LETTERA DI SUA SANTITÀ ALESSIO II AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Mosca, 22 febbraio 2006

A SUA SANTITÀ

PAPA BENEDETTO XVI

Santità,

La ringrazio di cuore per i cordiali auguri e le espressioni di ricordo nella preghiera che mi ha inviato in occasione del mio compleanno e onomastico, e che mi sono stati trasmessi da Sua Eminenza il Cardinale Roger Etchegaray.

Nel nostro tempo, in cui il secolarismo sta rapidamente sviluppandosi, il cristianesimo si trova di fronte a gravi sfide che necessitano di una comune testimonianza.

Sono convinto che uno dei compiti prioritari per le nostre Chiese, che possiedono una visione comune su numerosi problemi attuali del mondo contemporaneo, debba essere oggi la difesa e l'affermazione all'interno della società dei valori cristiani, di cui l'umanità vive da più di un millennio. Spero che a ciò contribuirà anche la rapida risoluzione dei problemi che si interpongono tra le due Chiese.

Ricambio nella preghiera a Vostra Santità gli auguri di buona salute, invocando il copioso aiuto divino nell'adempimento dell'alto ufficio di Primate della Chiesa Cattolica Romana.

Con affetto nel Signore

ALEKSIJ II

Patriarca di Mosca e di tutta la Rus'
[Modificato da Caterina63 21/05/2010 18:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Messaggio del Papa al Patriarca Alessio II
Offriamo al mondo una testimonianza comune
nel rispetto e nella pace

Un messaggio autografo in cui Benedetto XVI esprime "profondo affetto per tutti i fratelli ortodossi" è stato consegnato mercoledì 1° ottobre al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio ii dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, in visita in questi giorni a Mosca.





A Sua Santità Alessio II,
Patriarca di Mosca e di tutte le Russie


La visita di Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, mi offre l'occasione per trasmettere a Vostra Santità i miei cordiali e fraterni saluti nel Signore. Nutro profondo affetto per tutti i fratelli ortodossi, e sono loro particolarmente vicino in questi ultimi giorni in cui il conflitto ha causato profonda sofferenza a popoli che mi sono tanto cari. Non smetto mai di pregare ogni giorno per la pace, chiedendo al Signore che gli appelli di Vostra Santità affinché tutte le ostilità siano risolte per il bene delle nazioni vengano ascoltati. La fede in Nostro Signore Gesù Cristo è un vincolo che unisce i cuori in modo profondo e invita tutti noi a rafforzare il nostro impegno a offrire al mondo una testimonianza comune del vivere insieme nel rispetto e nella pace.
Il tempo attuale, tanto spesso caratterizzato dal conflitto e dal dolore, rende ancor più necessario accelerare il cammino verso la piena unità di tutti i discepoli di Cristo, affinché il messaggio gioioso di salvezza possa essere portato a tutti gli uomini.
Invocando su Vostra Santità la protezione materna di Maria, Madre di Dio, affinché La mantenga in piena salute e L'assista nel Suo ministero quotidiano, L'assicuro nuovamente della mia sentita e fraterna stima.

Dal Vaticano, 22 settembre 2008

BENEDETTO XVI




(©L'Osservatore Romano - 4 ottobre 2008)

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LA RISPOSTA

Lettera di Alessio II a Benedetto XVI
Testimonianza comune
per proclamare il Vangelo all'uomo d'oggi


Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, durante la recente visita compiuta a Mosca, è stato ricevuto mercoledì 1 ottobre da Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, e gli ha consegnato - come abbiamo riferito nell'edizione del 4 ottobre - un messaggio autografo di Benedetto XVI. Pubblichiamo ora, nell'originale russo e in una nostra traduzione italiana, la lettera di risposta che Sua Santità Alessio ii ha indirizzato al Papa per il tramite del cardinale Sepe. Nel testo il Patriarca sottolinea lo sviluppo positivo delle relazioni e della cooperazione tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato di Mosca. Questo sviluppo, basato sulle radici comuni, è dovuto alla convergenza su numerose questioni di attualità e soprattutto alla consapevolezza di quanto sia urgente proclamare il messaggio evangelico e testimoniare i valori cristiani nel mondo contemporaneo.
Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione italiana della lettera indirizzata dal Patriarca Alessio II a Papa Benedetto XVI.


Santità,
desidero ringraziarla cordialmente per la lettera che mi ha inviato tramite Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, durante la sua visita a Mosca. In risposta alle affettuose parole del suo messaggio, anche io desidero esprimere i miei sentimenti di profondissima stima e sincera benevolenza.
Sono lieto per le crescenti prospettive di sviluppare buone relazioni e una positiva cooperazione fra le nostre due Chiese. La solida base di ciò sta nelle nostre radici comuni e nelle nostre posizioni convergenti su molte questioni che oggi affliggono il mondo.
Sono convinto del fatto che la più grande rivelazione del Vangelo: "Dio è amore" (1 Gv 4,8) dovrebbe divenire un orientamento vitale per tutti coloro che si considerano seguaci di Cristo, perché soltanto attraverso la nostra testimonianza di questo mistero possiamo superare la discordia e l'alienazione di questo secolo, proclamando i valori eterni del cristianesimo al mondo moderno.
Santità, con tutto il cuore le auguro buona salute e auspico l'aiuto di Dio nel suo ministero.
Con amore fraterno nel Signore,

ALESSIO II
Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie



(©L'Osservatore Romano - 23 ottobre 2008)
[Modificato da Caterina63 21/05/2010 18:55]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Benedetto XVI al concerto offerto dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie

L'Europa a pieni polmoni


La cultura contemporanea corre il rischio dell'amnesia

"Le radici cristiane dell'Europa anche oggi sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo". Lo ha auspicato Benedetto XVI nella serata di giovedì 20 maggio, nell'Aula Paolo VI, al termine del concerto offerto in suo onore dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Cirillo.

Lodate il nome del Signore, lodatelo, servi del Signore. Lodate il Signore:  il Signore è buono; cantate inni al suo nome, perché è amabile. Signore, il tuo nome è per sempre; Signore, il tuo ricordo per ogni generazione. Alleluia

Venerabili Fratelli,
Illustri Signori e Signore,
Cari fratelli e sorelle,
abbiamo ascoltato poc'anzi, in una sublime melodia, le parole del Salmo 135, che ben interpretano i nostri sentimenti di lode e di gratitudine al Signore, come anche la nostra intensa gioia interiore per questo momento di incontro e di amicizia con i cari Fratelli del Patriarcato di Mosca. In occasione del mio compleanno e del V anniversario della mia elezione a Successore di Pietro, Sua Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha voluto offrirmi, insieme alle graditissime parole del Suo Messaggio, questo straordinario momento musicale, presentato dal Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, nonché autore della Sinfonia appena eseguita.

La mia profonda gratitudine, perciò, va innanzitutto a Sua Santità il Patriarca Kirill. A Lui rivolgo il mio più fraterno e cordiale saluto, esprimendo vivamente l'auspicio che la lode al Signore e l'impegno per il progresso della pace e della concordia tra i popoli ci accomunino sempre più e ci facciano crescere nella sintonia degli intenti e nell'armonia delle azioni. Ringrazio, quindi, di vero cuore il Metropolita Hilarion, per il saluto che tanto gentilmente ha voluto rivolgermi e per il suo costante impegno ecumenico, congratulandomi con Lui per la sua creatività artistica, che abbiamo avuto modo di apprezzare.

Con Lui saluto con viva simpatia la Delegazione del Patriarcato di Mosca e gli illustri rappresentanti del Governo della Federazione Russa. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Signori Cardinali e ai Vescovi qui presenti, in particolare al Signor Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e a Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che hanno organizzato, con i loro Dicasteri e in stretta collaborazione con i rappresentanti del Patriarcato, le "Giornate della cultura e della spiritualità russa in Vaticano". Saluto, poi, gli illustri Ambasciatori, le distinte Autorità e tutti voi, cari amici, fratelli e sorelle, in particolar modo le comunità russe presenti a Roma e in Italia, che partecipano a questo momento di gioia e di festa.

A suggellare questa occasione in modo davvero eccezionale e suggestivo è stata chiamata la musica, la musica della Russia di ieri e di oggi, propostaci con grande maestria dall'Orchestra Nazionale Russa, diretta dal maestro Carlo Ponti, dal Coro Sinodale di Mosca, dalla Cappella dei Corni di Pietroburgo. Rivolgo un grazie vivissimo a tutti gli artisti per il talento, l'impegno e la passione con cui propongono all'attenzione di tutto il mondo i capolavori della tradizione musicale russa.

In queste opere, di cui oggi abbiamo ascoltato un significativo saggio, è presente in modo profondo l'anima del popolo russo e con essa la fede cristiana, che trovano una straordinaria espressione proprio nella Divina Liturgia e nel canto liturgico che sempre l'accompagna. Esiste, infatti, un legame stretto, originario, tra la musica russa e il canto liturgico:  è nella liturgia e dalla liturgia che quasi si sprigiona e prende avvio gran parte della creatività artistica dei musicisti russi, per dar vita a capolavori che meriterebbero una maggiore conoscenza nel mondo occidentale. Abbiamo avuto oggi la gioia di ascoltare brani di grandi artisti russi dell''800  e  del '900, come  Musorgskij e Rimski-Korsakov, Cajkovskij e Rachmaninov. Tali compositori, e quest'ultimo in particolare, hanno saputo far tesoro del ricco patrimonio musicale-liturgico della tradizione russa, rielaborandolo e armonizzandolo con motivi ed esperienze musicali dell'Occidente e più vicini alla modernità. In questa scia credo vada collocata anche l'opera del Metropolita Hilarion.

Nella musica, dunque, già si anticipa e in qualche modo si realizza il confronto, il dialogo, la sinergia tra Oriente e Occidente, come pure tra tradizione e modernità. Proprio ad un'analoga visione unitaria e armonica dell'Europa pensava il Venerabile Giovanni Paolo II, quando, riproponendo l'immagine, suggerita da Vjaceslav Ivanovic Ivanov, dei "due polmoni" con cui bisogna ritornare a respirare, auspicava una nuova consapevolezza delle profonde e comuni radici culturali e religiose del continente europeo, senza le quali l'Europa di oggi sarebbe come priva di un'anima e comunque segnata da una visione riduttiva e parziale. Proprio per riflettere ulteriormente su queste problematiche si è svolto ieri il Simposio, organizzato dal Patriarcato di Mosca, dal Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e da quello della Cultura, sul tema:  "Ortodossi e Cattolici in Europa oggi. Le radici cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente".

Come ho più volte affermato, la cultura contemporanea, e particolarmente quella europea, corre il rischio dell'amnesia, della dimenticanza e dunque dell'abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede cristiana, che costituisce l'ossatura essenziale della cultura europea, e non solo di essa. Le radici cristiane dell'Europa sono costituite infatti, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall'inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano. Anche oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo da interessi egoistici.

Torniamo a far respirare l'Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana! In questo momento non può mancare la testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei credenti, perché possiamo guardare insieme al futuro comune come ad un avvenire in cui la libertà e la dignità di ogni uomo e di ogni donna siano riconosciute come valore fondamentale e sia valorizzata l'apertura al Trascendente, l'esperienza di fede come dimensione costitutiva della persona.

Nel brano di Musorgskij, intitolato L'angelo proclamò, abbiamo ascoltato le parole rivolte dall'Angelo a Maria, e quindi anche a noi:  "O Genti, rallegratevi!". Il motivo della gioia è chiaro:  Cristo è risorto dal sepolcro "ed ha risuscitato i morti". Cari fratelli e sorelle, è la gioia di Cristo Risorto che ci anima, ci incoraggia e ci sostiene nel nostro cammino di fede e di testimonianza cristiana per offrire vera gioia e solida speranza al mondo, per donare validi motivi di fiducia all'umanità, ai popoli dell'Europa, che volentieri affido alla materna e potente intercessione della Vergine Maria. Tot hfp oekfujlfhù Gfnhbfhñf Rbhbkkf, vbnhjgjkbnf Bkfhbjyf, hjccbqcrbñ ujcntq, jhrtcnh, ñjhs, jhufybpfnjhjd b dctñ ghbcencndeùobñ. [Rinnovo il mio ringraziamento al Patriarca Kirill, al Metropolita Hilarion, ai rappresentanti russi, all'orchestra, ai cori, agli organizzatori e a tutti i presenti]. Su tutti voi e sui vostri cari scendano abbondanti le benedizioni del Signore.


(©L'Osservatore Romano - 22 maggio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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