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Ultimo Aggiornamento: 16/02/2016 17:50
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15/11/2009 23:04
 
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Il primate Ieronymos pronto a riunire un sinodo straordinario

La sentenza che vieta il crocifisso nelle scuole
mobilita la Chiesa ortodossa greca


[SM=g1740722]

Atene, 14. "Non sono solo le minoranze ad avere diritti; i diritti sono anche delle maggioranze". In una dichiarazione ripresa da numerose agenzie di stampa, l'arcivescovo di Atene, Ieronymos ii, primate della Chiesa ortodossa autocefala di Grecia, è intervenuto sulla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che, chiamata a pronunciarsi su un caso in Italia, ha decretato che l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche viola il diritto dei genitori all'educazione dei loro figli e restringe la libertà di pensiero e di religione degli alunni.

Ieronymos si è detto pronto a riunire un sinodo straordinario, la prossima settimana, per individuare un piano d'azione nel timore che questa sentenza possa rappresentare un precedente anche per la Grecia. E ha fatto appello ai cattolici per arginare questa "minaccia ai simboli cristiani", contro quei giudici "che ignorano il ruolo del cristianesimo nella formazione dell'identità dell'Europa".

La presa di posizione del primate ortodosso segue un tentativo da parte dell'Osservatorio per l'applicazione degli accordi di Helsinki in Grecia (Espe) di far ordinare da un tribunale, sulla scia della decisione europea sull'Italia, la rimozione di tutti i simboli religiosi dalle scuole, dagli edifici pubblici e dalle aule di giustizia.

 Riguardo queste ultime, l'Espe ha inoltre chiesto di eliminare la presenza del Vangelo dalla formula di giuramento per i testimoni. Il tribunale di Atene - riferisce l'Ansa - ha respinto la richiesta per mancanza di giurisprudenza ma non ha escluso di poterla riesaminare se la sentenza europea diventasse definitiva. Dal canto suo, la coalizione di sinistra (Syriza) ha chiesto al Governo socialista come intenda comportarsi al riguardo, sottolineando che se la sentenza della Corte di Strasburgo fosse definitiva dovrebbe essere applicata non solo dall'Italia ma da tutti i Paesi europei. Il ministro dell'Educazione, della Formazione permanente e degli Affari religiosi, Anna Diamantopoulou, ha risposto che "il problema non è all'ordine del giorno", poiché "i problemi della scuola in Grecia sono altri".

Il vescovo ortodosso di Thessaloniki, Anthimos, ha detto di sperare che il Governo faccia ricorso contro qualsiasi sentenza di tribunale greco o europeo che obblighi a rimuovere i simboli religiosi dalle scuole del Paese (generalmente rappresentati da un'icona con il volto di Cristo). E il vescovo di Phthiotis, Nikolaos, ha avvertito che "presto i giovani non avranno più nessun simbolo che li protegga" e che "gli idoli del calcio e del pop sono dei poveri sostituti".

La Chiesa ortodossa greca, alla quale aderisce il 92 per cento della popolazione, è intervenuta recentemente anche per denunciare come "ingiusta" la decisione di triplicare l'imposta sulle sue proprietà presa dal Governo socialista nel quadro di un piano per risanare i conti pubblici. Il Sinodo dei vescovi, in una dichiarazione, ha affermato che, pur essendo la Chiesa pronta a fare il suo dovere, la scelta di tassare le proprietà al 3 x 1000, invece del precedente 1 x 1000, la pone in una situazione di "ineguaglianza con altre entità legali".



(©L'Osservatore Romano - 15 novembre 2009)


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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