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Il Papa è davvero infallibile? Cosa è questa Infallibilità?

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2018 23:00
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Sesso: Femminile
28/11/2008 15:17
 
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Amici, togliendo nomi e riferimenti personali, riporto una vecchia discussione che ritengo utile rileggere anche da qui....

Mi rendo conto che l'argomento è trito e ritrito, ma non posso non formularmi un'inevitabile domanda: se è stabilito il principio dell'infallibilità del papa, possiamo veramente pensare che i papi che guidarono l'inquisizione fossero illuminati e quindi infallibili?


Mi si potrà rispondere che l'infallibilità riguarda solo le decisioni che riguardano le cose di Dio e che il resto è un fatto umano. Ma possiamo veramente pensare che un uomo che abbia ricevuto l'illuminazione sulle cose di Dio riesca ciò nonostante a perpretare certe contraddizioni? E' possibile una tale dicotomia?
Può lo Spirito albergare solo in una parte dell'uomo e non nella sua totalità?

Quindi la domanda è: come si concilia il principio dell'infallibilità del papa con quanto sopra e chi l'ha stabilito?

Sono poi d'accordo sull'esigenza dell'obbedienza al successore di Pietro, perchè si creerebbe confusione e anarchia all'interno stesso della Chiesa, ma l'obbedienza cessa di essere una virtù quando si va contro alla stessa Legge di Dio, come in effetti avveniva.

Fraternamente

*******************************************************

Risposta:

Caro Amico...comprendo che a prima lettura, quando si legge la parola INQUISIZIONE, ciò che appare è la crudeltà degli strumenti scelti....e la propaganda continua contro la Chiesa che l'ha segnata per oltre due secoli.. [SM=g27992] ...

Ora a noi NON è dato di giudicare...e già questo ci dovrebbe far entrare nell'argomento tentando di porre un attimo da parte la NOSTRA sensibilità personale....e poter così valutare i fatti vedendone le ragioni, i problemi, le verità storiche occultate da chi aveva l'interesse di far apparire soltanto "mostruosità" di questa parola o peggio associare il concetto di mostruoso allo strumento dell'Inquisizione per il quale apriremo un altro thread nella sezione deidcata alla Storia della Chiesa [SM=g27988] .....
ecco cliccate qui per l'Inquisizione:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8079559&#idm...


Attenzione tuttavia che con ciò NON sto giustificando quel che appare evidente come un errore nella storia della Chiesa NELLA SUA APPLICAZIONE...il famoso "Mea Culpa" del Papa..mette in ginocchio anche quei cattolici fondamentalisti che gridano allo scandalo di una richiesta di perdono...tutt'altro che semplice parlare dell'Inquisizione ed associare il concetto dell'infallibilità se si riduce la storia ai sentimentalismi, offuscando al tempo stesso che cosa è questa infallibilità e che cosa è la storia degli uomini.....

Il "pacifismo" è un illusionismo di questo nostro tempo con il quale si pretende di giudicare il passato, specialmente contro la Chiesa...ergo ometterò di citare qui le responsabilità vere sulla questione dell'Inquisizione lasciandolo al thread apposito....


Veniamo ora alla tua domanda-richiesta di affrontare un evento storico in questa infallibilità attribuita ad una Persona...

...Tanto per cominciare infallibile NON è il Papa in quanto UOMO, persona, ma lo è solo NELL'UFFUCIO DEL SUO RUOLO, ergo ha a che fare con la Professione di Fede e la difesa della stessa, il riconoscimento di questa Infallibilità del Papa nasce da una MATURAZIONE degli eventi storici...nel corso di tutta la storia della Chiesa, non fu certo improvvisata, già dal primo secolo, già con Clemente I nell'80 d.C. nella sua Lettera ai Corinti, si registra questa AUTORITA' nella difesa della Fede....

Se vogliamo approfondire questa realtà, dobbiamo tenere a mente:

a) l'opera dello Spirito Santo che non ha mai abbandonato il Successore di Pietro in materia dottrinale conferendogli in tal senso il concetto dell'infallibilità durante ogni legittima successione;

b) che la definizione dogmatica invece, sull'infallibilità, giunse con il Concilio Vaticano I, quando la Chiesa, appuntò, maturò tutta la complessità della sua missione nel mondo...dal primo secolo fino ad oggi e domani, fino al ritorno del Capo della Chiesa, il Cristo Gesù, il quale giudicherà poi i suoi Vicari e per ciò che avranno o non avranno fatto... [SM=g27988]


Lo Spirito Santo di cui parliamo quando parliamo di Chiesa, NON alberga in un solo uomo....ne pretendiamo che abbia albergato in coloro che hanno commesso degli abusi durante il loro mandato [SM=g27988]... questa infallibilità di cui parliamo è incatenata alla promessa del Cristo: "e le porte degli inferi non prevarranno", assicurando così a Pietro e dunque ai suoi successori, questa che chiamiamo infallibilità nel governo della Chiesa in campo dottrinale..

Perchè dunque appare così in contrasto il concetto dell'infallibilità dottrinale con una certa severità usata dalla Chiesa durante il suo percorso?

Innanzi tutto perchè si tenta di ragionare con i parametri di oggi, con il pacifismo, con il concetto di democrazia....tutte acquisizioni estraneee a quei tempi... secondo perchè la Chiesa, che vive NEL mondo e che è comunque sia lasciata da Dio alla crescita dell'uomo stesso e della sua maturità, non di rado HA SUBITO così tanto che non aveva altra scelta, in determinati contesti, che di usare le maniere "forti" le quali, attenzione, non erano invenzione della Chiesa, ma strumenti già in dotazione dell'epoca, strumenti secolari NON ecclesiali. [SM=g27988]

Quando vogliamo attribuire un atto alla Chiesa, , occorre guardare e valutare se ciò proviene dalla cultura del suo tempo ed alla sua utilità, o se provenendo dalle dispute dottrinale non sia appunto da associare alla sua infallibilità....
In tal modo ci si renderà conto che MAI la Chiesa ha usato la sua infallibilità per fare del male...Volere il Male della persona è una cosa, correggere l'errore e gli erranti con gli strumenti in dotazione del proprio tempo è ben altra cosa...
Gli strumenti di morte, così come i Tribunali, le torture... non provengono infatti da una creatura papale o dalla sua dottrina infallibile...bensì dall'uomo in uso all'uomo che a seconda dei cicli storici, venivano usate più o meno con assidutà, violenza o anche clemenza...Non era dunque nè il Papa nè la sua infallibilità a decretare, ma le istanze della società culturale di un determinato tempo storico...che in quel tempo era chiamato "braccio secolare" il quale appunto non aveva nulla a che fare con l'Ecclesia o il Magistero anche se può essere accaduto che uomini DI Chiesa (non dunque LA Chiesa) ne abbiano approfittato per vendette personali, rigorismi di sorta, troppo zelo... [SM=g27988]

Ora dunque concludiamo con una risposta sull'Infallibilità...

Cos'è l' infallibilità papale? la risposta è in questo articolo che ho tratto da Totustuus.



L'infallibilità della Chiesa

L'infallibilità vuol dire impossibilità di cadere in errore e, nel caso nostro, si distingue in attiva e passiva. La prima (infall. in docendo) è propria dei pastori nell'esercizio del loro ufficio magisteriale, la seconda (infall. in credendo) dì tutti i fedeli nell'adesione al messaggio di fede. Ambedue sono reciprocamente causa ed effetto. Qui si parlerà soprattutto dell'infallibilità attiva.

1. Realtà dell'infallibilità.

La Chiesa nel definire una dottrina di fede e di morale è infallibile. De fide.
Il Concilio Vaticano I presuppose, nella definizione dell'infallibilità papale, quella della Chiesa dichiarando: "Il Papa, quando parla ex cathedra, gode... di quella infallibilità di cui il Divino Redentore volle fosse munita la sua Chiesa nel definire una dottrina di fede o di morale" (D. 1839 [DS- 3074]).
Avversari di questo dogma sono i riformatori, che respinsero insieme alla gerarchia, il magistero e la sua autorità, ed i modernisti, che contestarono l'istituzione divina del magistero ecclesiastico, disconoscendogli perciò anche l'infallibilità.
Cristo ha promesso agli Apostoli l'assistenza dello Spirito Santo e la sua propria nel compimento del loro ministero di maestri. Gv. 14, 16: "Io pregherò il Padre e vi darà un altro Confortatore, affinché rimanga sempre con voi, lo Spirito di verità". Mt. 28, 20: "Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo". Cfr. Gv. 14, 26; 16, 13; Atti 1, 8.

L'assistenza costante di Cristo e dello Spirito Santo è garanzia della purezza e dell'incorruttibilità della predicazione degli Apostoli e dei loro successori.
Cristo richiede un'incondizionata "ubbidienza di fede" (Rom. 1, 5) alla predicazione dei suoi Apostoli e dei loro successori e ne fa dipendere la salute eterna: "Chi crede e si fa battezzare si salverà; chi non crede, sarà condannato" (Mc. 16, 16).
Egli si identifica addirittura con loro: "Chi ascolta voi, ascolta me; e chi rigetta voi, rigetta me" (Lc. 10, 16; cfr. Mt. 10, 40; Gv. 13, 20).
Ciò presuppone che gli Apostoli ed i loro successori siano, nel loro insegnamento, esenti dal pericolo di errare.
Paolo chiama la Chiesa "colonna e sostegno della verità" (1 Tim. 3, 15).


L'infallibilità della predicazione è un presupposto dell'unità e dell'indistruttibilità della Chiesa.
I Padri nella lotta contro le eresie, affermano che la Chiesa ha sempre conservata immune da errori la verità trasmessa dagli Apostoli e che la conserverà tale per ogni tempo. In opposizione alla falsa gnosi, IRENEO pone in risalto che la predicazione della Chiesa è sempre la medesima, poiché la Chiesa possiede lo Spirito Santo, lo spirito di verità: "Dove c'è la Chiesa, c'è anche lo Spirito di Dio, e dove c'è lo Spirito di Dio, c'è la Chiesa ed ogni grazia; ora lo Spirito è verità" (Adv. haer. III, 24, 1).

La Chiesa è la "dimora della verità", da cui gli eretici sono separati (III, 24, 2). La trasmissione della dottrina apostolica immune da errori viene garantita dalla ininterrotta successione dei vescovi a partire dagli Apostoli: "Essi (i vescovi) con la successione episcopale hanno ricevuto il sicuro carisma della verità secondo il beneplacito del Padre" (IV, 26, 2). Cfr. TERTULLIANO, De praescr. 28; CIPRIANO, Ep. 59, 7.
La ragione intima dell'infallibilità della Chiesa sta nell'assistenza dello Spirito Santo, che le fu promesso soprattutto per l'esercizio del suo magistero. Cfr. S. th. II-II, 1, 9; Quodl. 9, 16.

2. Oggetto dell'infallibilità.

a) Oggetto primario dell'infallibilità sono le verità formalmente rivelate concernenti la fede e i costumi. De fide (D. 1839 [DS. 3074]).
La Chiesa può non solo stabilire e proporre, interpretando in modo autentico la Scrittura e le testimonianze della Tradizione, il senso della rivelazione, ma anche individuare e prescrivere gli errori contrari; altrimenti il suo ufficio di "custode e maestra della parola di Dio rivelata" (D. 1793 [DS. 3012]), non potrebbe essere giustificato (D. 1798 [DS. 3018]).
b) Oggetto secondario dell'infallibilità sono quelle verità di fede e di morale che, benché non formalmente rivelate, sono però strettamente connesse con le rivelate. Sentenza certa (D. 1839 [DS- 3074]).
Ciò emerge dal fine dell'infallibilità stessa, che è quello di "santamente custodire e fedelmente esporre il deposito della fede" (D. 1836 [DS. 30701). La Chiesa non raggiungerebbe questo fine se non potesse decidere in modo infallibile, sia positivamente accertando la verità sia negativamente riprovando l'errore opposto, circa dottrine e fatti che sono in stretto rapporto con la rivelazione.
Appartengono all'oggetto secondario dell'infallibilità: 1) le conclusioni teologiche, che derivano da una verità formalmente rivelata e da una verità di ragione naturale; 2) i fatti storici, dal cui riconoscimento dipende la sicurezza di una verità rivelata (facta dogmatica); 3) le verità di ragione naturale, che sono strettamente connesse con le verità rivelate; 4) la canonizzazione dei santi, cioè il giudizio definitivo che un membro della Chiesa è stato accolto nella beatitudine eterna e dev'essere fatto oggetto del culto pubblico. Il culto reso ai santi, è, come insegna S. Tommaso, "una professione di fede, con cui crediamo alla gloria dei santi" (Quodl. 9, 16). Se la Chiesa potesse sbagliare nel suo giudizio, ne deriverebbero conseguenze inconciliabili con la sua santità.

3. Soggetti depositari dell'infallibilità.

Sono il Papa e tutto l'episcopato, cioè l'insieme dei vescovi in unione col Papa, loro capo.
a) Il Papa.
Il Papa è infallibile quando parla ex cathedra. De fide.
b) I vescovi.
L'insieme dei vescovi è infallibile quando, o riunito in Concilio ecumenico o disperso sulla faccia della terra, in unione con il Papa, propone una dottrina di fede o di morale come verità a cui tutti i fedeli devono attenersi. De fide.
Il Concilio di Trento insegna che i vescovi sono i successori degli Apostoli (D. 960 [D S. 1768]); similmente il Concilio Vaticano I (D. 1828 [DS. 3061]). Quali successori degli Apostoli, essi sono, al par di quelli, i pastori ed i maestri dei fedeli (D. 1821 [DS. 3050]). Essendo per ufficio maestri della fede. sono titolari dell'infallibilità attiva assicurata al magistero ecclesiastico.
Si distinguono due forme di attività nel magistero dell'episcopato, l'una straordinaria, l'altra ordinaria:
1) In modo straordinario i vescovi esercitano il loro infallibile potere magisteriale nel concilio generale o ecumenico in unione con il Papa; ed è proprio nelle decisioni dei concilii generali che l'attività dei loro magistero, istituito da Cristo, ha la più chiara manifestazione.
Nella Chiesa fu sempre viva la convinzione che le decisioni dei concilii generali sono infallibili.

S. ATANASIO, parlando della definizione di Nicea, scrive: "La parola del Signore espressa per opera del Concilio ecumenico di Nicea, rimane in eterno " (Ep. ad Afros, 2). GREGORIO MAGNO riconosce ed onora i primi quattro concilii generali come i quattro Vangeli, e pone sullo stesso piano anche il quinto (Ep. 1, 25).
Perché un concilio sia ecumenico è necessario: (a) che vi siano invitati tutti i vescovi residenziali della terra; (b) che in realtà convenga da diverse regioni un numero tale di vescovi che questi possano considerarsi come rappresentanti dell'intero episcopato; (c) che il Papa convochi il concilio, o almeno approvi con la sua autorità l'assemblea dei vescovi, ne abbia la presidenza in persona o mediante un suo rappresentante e ne confermi le decisioni. Mediante la conferma papale, che può essere esplicita o anche implicita, le decisioni acquistano valore giuridico universale (CIC 227).
I primi otto concilii ecumenici furono convocati dall'imperatore. Egli ne aveva anche ordinariamente la presidenza onorifica e la tutela esterna. Il secondo ed il quinto concilio ecumenico furono tenuti senza che il Papa o un suo rappresentante vi prendessero parte: per convocazione, composizione e direzione furono concilii plenari dell'Oriente, ma ottennero valore ecumenico quando il Papa, cioè l'intera Chiesa, in seguito ne riconobbe i decreti.
2) I vescovi esercitano il loro infallibile potere in modo ordinario quando, nelle proprie Diocesi, uniti moralmente con il Papa, annunciano concordemente le medesime dottrine di fede o di morale. Il Concilio Vaticano I dichiarò espressamente che anche le verità rivelate proposte dal magistero ordinario ed universale della Chiesa devono essere credute per fede divina e cattolica (D. 1792 [DS. 3011]).

Ora chi detiene il magistero ordinario e universale è precisamente l'episcopato diffuso su tutta la faccia della terra. La concordanza dei vescovi nella dottrina può essere stabilita dai catechismi che essi redigono, dalle loro pastorali, dai libri di preghiera che essi approvano e dalle decisioni dei sinodi particolari. E' sufficiente una concordanza moralmente universale in cui non deve mancare l'espressa o tacita approvazione del Papa, quale capo supremo di tutto l'episcopato.

Il singolo vescovo nel proclamare le verità di fede non è infallibile. La storia della Chiesa mostra che singoli membri dell'episcopato sono caduti in errore e in eresie, per es. Fotino, Nestorio. Per conservare integra la dottrina tradizionale, è sufficiente l'infallibilità collegiale dell'intero episcopato. Il singolo vescovo è però per la sua diocesi, in forza del suo ufficio, l'autentico, cioè autorevole maestro della fede, purché sia in comunione con la Santa Sede e si attenga alla dottrina generale della Chiesa.


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[Modificato da Caterina63 27/11/2010 11:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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