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Benedetto XVI: SILENZIO E CONTEMPLAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2011 11:21
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Sesso: Femminile
05/01/2009 20:38
 
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Diceva Madre Teresa di Calcutta: La vera disabilità, infatti, è la dimenticanza, il non essere amati, e questo sentimento fa soffrire, spesso, più della stessa malattia.......

Disabili in questo contesto significa un pò di tutto, disabile non solo nel fisico, ma prettamente nello SPIRITO........ Madre Teresa di Calcutta sosteneva ancora che “La solitudine è la più grande delle povertà e delle sofferenze. .......

Più volte fra di noi abbiamo parlato del GETSMANI....quando Gesù sperimenta l'abbandono, quando deve superare questa forma DISABILE dello spirito che SI METTE IN LOTTA o si rimette in discussione con il fare LA VOLONTA' DI DIO, DEL PADRE "NON la mia....dice Gesù, ma LA TUA volontà si compia"......aveva forse Gesù UNA VOLONTA' DIVERSA DA QUELLA DEL PADRE??
La disabilità provata da Gesù è nella SUA CARNE, nel suo essere UOMO, non esiste veramente Amore più grande che quello di DONARSI interamente e senza riserve per l'altro....DISABILE COME OGNUNO DI NOI......che ha nella solitudine il cuore della vera deformità che conduce alla disperazione, alla depressione, all'incomprensione, a volte anche all'allontamento da Dio se non si fa come Gesù....LA VOLONTA' DEL PADRE....
La Chiesa Orientale ci offre una meditazione che vi offro di cuore perchè a me ha aiutato tanto......

Avrete certamente sentito il termine: ERISIARCA...[SM=g7831] ....
la Preghiera del cuore, radicata nel Nuovo Testamento, viene assunta da una «corrente» propria della spiritualità orientale antica che è stata chiamata esicasmo. Il nome proviene dal greco hesychìa che significa: calma, pace, tranquillità, assenza di preoccupazione. L'esicasmo può essere definito come un sistema spirituale di orientamento essenzialmente contemplativo che ricerca la perfezione (deificazione) dell'uomo nella unione con Dio tramite la preghiera incessante.......
SIGNORE GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI ME PECCATORE....[SM=g1740720] ...[SM=g1740717]
In un antico Documento del II secolo in un Monastero è stato trovato questo scritto:
L'esicasta è colui che solo parla a Dio solo e lo prega senza posa..... quiete e pace come stato d'animo, e condizione stabile del cuore necessaria per la contemplazione. Significa ancora distacco dal mondo nella doppia accezione di solitudine e silenzio attraverso la preghiera o l'orazione ininterrotta.....

...in questo ci sono Maestri i Padri del Deserto......
Ma NOI?.....Noi che in qualche modo siamo COSTRETTI A VIVERE NEL MONDO......noi che in qualche modo non possiamo andare nel deserto e non possiamo esonerarci da impegni quotidiani che ci LEGANO alla vita frenetica del mondo...in quale modo possiamo lenire e soddisfare questa necessità dello Spirito?
La prima risposta è agire, interagire ed operare nelle CONDIZIONI in cui la Provvidenza ci ha posto....[SM=g7831]

I Santi parlano della "CELLA INTERIORE", il Cuore dentro il quale siamo in grado, con molti esercizi, di concretizzare l'aspetto INTERIORE che ci è necessario per non naufragare in questo mondo che inesorabilmente CI ATTRIRA e ci complica le cose.....

I Padri della Chiesa vedono in Maria proprio L'ESEMPIO più tangibile di questo essere nel mondo, ma al tempo stesso saperne restare fuori...il che comporta, dicono i Padri....LO SPERIMENTARE LA SOLITUDINE  per quanti che frequentiamo e che  "vedendo non comprendono"......da questa realtà partiva quell'identificare il cristiano della prima ora come "un fatto eccezionale".....
Il cristiano NON era un favolista, nè tanto meno uno che campava di sogni.......ma sapeva distinguersi dalla società che lo circondava.....come ci riusciva??
Principalmente sperimentando questa forma DI SOLITUDINE che per noi ha origine e compendio nel Getsemani.....
e... vediamo questa Donna, che porta in grembo il Verbo di Dio, recarsi nel mondo  PER SERVIRE la cugina in difficoltà.....ci si aiuta, ci si sostiene, ma si sperimenta anche  L'ABBANDONO.....


.....L'abbandono e la solitudine a questo punto si trasformano, non sono più amarezza e DEPRESSIONE, ma essa "Insegnerà ogni cosa" è la stessa frase che troviamo in bocca a Gesù quando preannunzia la venuta dello Spirito (Gv 14,26). Rimanere nella solitudine della cella INTERIORE è allora apertura allo Spirito, al suo fuoco e alla sua luce...[SM=g1740744] ...
Dice in fondo Gesù che se il chicco di grano NON MUORE...non può portare frutto.......l'esperienza della solitudine, l'amarezza, l'abbandono, ci permetterà allora di morire a noi stessi per fare spazio a Cristo in noi ed essere così portatori di frutti divini......

Maria in fondo muore a sè stessa nel momento in cui pronuncia quel "FIAT", "Maria contemplava tutte queste cose nel suo cuore", è la prima cristiana che può insegnarci il senso di questa CELLA INTERIORE.....che si mette all'opera, senza troppi fenomeni visibili, anzi, senza nessuna esteriorità......ma dall'interno, fa uscire allo scoperto il Magnificat.....e ci porta il "frutto benedetto del suo seno" GESU'......

Quando noi prendiamo l'Eucarestia, ci ritroviamo nella stessa situazione della Visitazione di Maria ad Elisabetta....portiamo in noi il Verbo fatto carne che è in noi Cibo di Salvezza e di vita eterna......e lo portiamo agli altri, a quanti incontriamo sulla nostra strada......ma se NON moriamo a noi stessi i frutti di tanta grazia rischiano di rimanere NASCOSTI ed improduttivi......pagandone noi stessi i danni....vivendo così la solitudine non come fonte di Grazia, ma come un peso che ci dilanierà......che ci condurrà al rischio della depressione.....facendo marcire frutti  E TALENTI.......che sono dati a noi invece, perchè portino frutti.....

Sono le famose occasioni che tante volte inconsapevolmente sprechiamo.....
Il silenzio che esprimono i Padri del deserto, come giustamente è stato detto, «è un silenzio dai mille nomi e dai mille volti dove ogni cosa è al suo posto, è un silenzio prezioso per l'anima, un silenzio che sta dalla parte della trascendenza. Dai vari apoftegmi emerge che il silenzio dei Padri del deserto è il silenzio dell'umiltà, del tacere di se stessi, è il silenzio che toglie le parole all'egoismo, alla superbia, all'amor proprio, è il silenzio di chi si fa pellegrino e straniero, ma è anche il silenzio dell'amore, il silenzio di chi non giudica il prossimo, di chi non parla o sparla degli altri, infine è il silenzio della fede, di chi si fida del Totalmente Altro, di chi si è messo completamente nelle sue mani»....

Afferma il grande Poemen «Se tu sarai nel silenzio  tu otterrai il riposo in qualsiasi luogo abiterai»  ....il riposo che intendiamo NON E' OZIO......ma è un riposo evangelico che ci condurrà a fare posto allo Spirito il quale solo in questo modo potrà operare....se pensiamo di essere NOI a lavorare ed operare, allora NON abbiamo capito nulla.....Maria ci aiuta enormemente a questa comprensione......nel canto del Magnificat emerge l'opera di Dio in Lei, emerge tutta la sua disposizione a farsi strumento di Dio, emerge da questo che tutte le genrazioni la chiameranno beata.....

Questa beatitudine non è relegata al fatto che in Lei il Verbo prese dimora e divenne UOMO, bensì LA DISPOSIZIONE E LA DISPONIBILITA'....totale ed incondizionata.....da quel momento Maria vive una eterna SOLITUDINE, vive uno stretto rapporto con Dio in questa cella interiore.....fino a FONDERSI CON LA CHIESA nella Pentecoste....
Questa è la sorte dei Beati e dei Santi e dei Martiri.....essa INIZIA nel vivere in concretezza l'essere nel mondo ma sperimentando solitudine ed abbandono.....attraverso i quali poter morire a noi stessi per poter portare molto frutto......

......Filone diceva che Dio non parla alle anime se non nella solitudine.[SM=g7831] 

Dio stesso dichiarò per bocca di Osea: "La condurrò nella solitudine e parlerò al suo cuore" (Os 2,16 Vulg.). [SM=g7831]

E san Girolamo esclamava: "O solitudine, in cui Dio parla e conversa familiarmente con i suoi!". Sì, dice san Bernardo, perché "la solitudine e il silenzio che nella solitudine si gode, costringono l'anima ad uscire con il pensiero dalla terra e a meditare i beni del cielo"
...

....."Venite a me, o voi tutti che mi desiderate, saziatevi dei miei frutti" (Sir 24,26 Vulg.). I frutti di Maria sono le sue virtù. Diceva s.Bernardo di Maria: "Non hai chi ti precede o chi ti segue. Tu sola, donna senza pari, piacesti a Cristo".

.........

Beati gli afflitti perchè saranno consolati"......che cosa è questa AFFLIZIONE?
Erroneamente noi andiamo cercando di appianare problemi  esteriori oppure che ci risolvano problemi materiali....usiamo ad esempio l'estetica, nulla di male, un vestito nuovo spesso cambia l'umore.....anche andare dalla parrucchiera ci aiuta a sorridere.....spesso notiamo che il nostro umore dipende anche dall'esteriorità...ed è verissimo..[SM=g7574] ...se ci vediamo brutti, sembra che il mondo ci crolli addosso......
Tutto giusto, occorre anche amarsi esteriormente, entro certi limiti, per poter risultare gradevoli agli altri...nulla di male in tutto questo, nessuno andrebbe a lavorare senza essersi lavato ad esempio......Pensiamo  con il caldo estivo a quante ascelle sudate incontriamo sugli autobus....sulle metrò.......ridiamoci pure su, ma è la verità...[SM=g1740725] ..sono istinti che scattano in noi e sono giusti, naturali....
Ma in tutto questo occorre ricordare a noi stessi che abbiamo delle PRIORITA' CHE SONO INTERIORI...[SM=g1740717] ...
Lo sbaglio che commettiamo è quello di ISOLARE spesse volte il Vangelo e le sue esigenze, dalla nostra quotidianità......sembra che  il Vangelo e la nostra vita debbano camminare su strade diverse..[SM=g1740729] ..ma chi l'ha detta sta baggianata?

La solitudine di cui parliamo non ha a che vedere con L'ISOLAMENTO O L'ISOLARSI rigettando il mondo nel quale la Provvidenza ci ha posto....
Facciamo un esempio:
se io vado in vacanza so che quell'ambiente NON è il mio, ma che è un posto provvisorio...ma ne usufruisco i benefici fino a quando ripartirò....perciò non mi porto in vacanza TUTTA LA CASA....ma solo lo stretto indispensabile.......Quante volte ritornando da quella vacanza ne ricordiamo i benefici raccolti?
Al tempo stesso, lo stare in vacanza ci ha consentito di ESTROMETTERCI  per un pò dalle attività quotidiane....
Allora chiediamoci perchè per una vacanza siamo disposti a rinunciare alla quotidianità mentre per le cose di Dio...facciamo una grande fatica?[SM=g7574]  Eppure per un cristiano questo dovrebbe diventare LA NORMALITA'.....dovrebbe essere naturale.....
Solitudine e senso di abbandono sono frutti di Grazia che ci rammentano chi siamo e dove siamo diretti, le priorità che siamo chiamati a COLTIVARE PER IL NOSTRO BENE.....
Certo suona come una stonatura....bè se è per questo stona pure che per Amore un Padre manda un Figlio a morire sulla Croce....[SM=g7831]
Non è così Onnipotente Dio che ci avrebbe potuto salvare, se lo avesse voluto, in un altro modo?

Amici....sono proprio questi paradossi che fanno scattare la Solitudine e l'abbandono come strumenti di Grazia e NON di disperazione.....

Per questo i Santi ASSAPORANO IL PARADISO già qui, sulla terra....perchè essi hanno usato ed usano questi strumenti.....non li rigettano......non li maledicono, ma al contrario li benedicono...LI CERCANO......vivono nel mondo, ma come una vacanza.......un esilio....sapendo che la meta è il Cielo....
si fanno venire LA NOSTALGIA DEL CIELO...[SM=g1740717] ...e chi ha vera nostalgia del cielo (che non vuol dire suicidio attenzione), vive e sperimenta la solitudine, sperimenta l'abbandono da quanti vedono ma non comprendono.......e allora qui scattano le grazie....il chicco di grano si lascia morire per portare frutti......
Preghiamo perchè il Signore ci conceda di sperimentare questi frutti, di desiderarli, di accoglierli quando giunge il momento che Lui ritiene opportuno....


Per quanti vogliono meditare......
«ECCE HOMO...Ecco l’uomo[SM=g1740720] , sentenziava Pilato nella sua saggezza romana (Giovanni 19,5): egli esprimeva così l'essenza tragica di ogni vita, spogliata dalle contraffazioni, e mostrava a tutti quella verità di cui domandava conto a nome di ogni essere umano (Giovanni 18,38). E ancora diceva Gesù a Pilato: " Coloro che mi hanno messo nelle tue mani, loro, sono più responsabili di te...."

Chi vuole essere come me, dice Gesù, prenda OGNI GIORNO LA SUA CROCE E MI SEGUA.....in questa croce c'è l'abbandono dei discepoli, il rinnegamento di Pietro.....solo la Madre e Giovanni gli si avvicinavano appena potevano....ma che cos'era di quelle folle che  solo qualche giorno prima lo avevano acclamato FIGLIO DI DAVIDE? Dove stavano?[SM=g7574]
La croce la si porta DA SOLI.....da soli con Cristo, in Cristo e per Cristo......se NON sperimentiamo dentro di noi questo abbandono, questa solitudine, questo PESO....non potremmo dire come san Paolo "Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo!"......

Forse Gesù non soffrì in pienezza tutto quanto c'era da patire? Certo che no, ma Egli vuole che noi ci conformiamo a LUI in TUTTO..se si vuole risorgere con Cristo occorre patire e passare ciò che Lui passò...ognuno nel suo piccolo.....perchè Gesù stesso ci garantisce che a nessuno viene data una croce più pesante di quel che potrà portare....[SM=g7831] ....ecco la speranza e la gioia del cristiano che sa perfettamente che questa croce allora è uno strumento veramente di salvezza.....e non di depressione.....Coraggio amici, non scoraggiamoci mai!



Pregate per me......
Vi ricordo anch'io nelle preghiere....[SM=g1740717]



[Modificato da Caterina63 05/01/2009 20:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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