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Ratisbonne: l'Ebreo convertito da Maria Santissima e la storia della Medaglia Miracolosa

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2015 08:58
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18/11/2015 00:02
 
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Apparizione della B.V. Maria ad Alphonse M. Ratisbonne – 20 gennaio 1842

Conversione di Alfonso Ratisbonne, Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, Roma

Alfonso Ratisbonne

Alfonso Ratisbonne, laureato in giurisprudenza, ebreo, fidanzato, gaudente ventisettenne, cui tutti assicuravano l’amore, le promesse e le risorse di ricchi banchieri suoi parenti, l’irrisore dei dogmi e delle pratiche cattoliche, il beffeggiatore della Medaglia Miracolosa, decise un giorno, per distrarsi di mettersi in viaggio e visitare alcune città dell’Occidente e dell’Oriente, escludendo Roma, che odiava, essendo la sede del Papa e l’aria malsana. A Napoli avvenne qualcosa di misterioso. Una forza irresistibile lo portò a prenotare il posto per il nuovo viaggio, anziché per Palermo, prenotò per Roma. Arrivato nella città eterna, fece visita a tanti suoi amici tra cui a Teodoro De Bussière, fervente cattolico. Questi, sapendolo miscredente, riuscì, nelle varie conversazioni a fargli prendere la medaglia e a promettere di dire la preghiera alla Madonna di S. Bernardo, a cui, però, con sorriso beffardo e sdegno disse: «vuol dire che sarà per me un’occasione, nelle mie conversazioni con gli amici, di mettere in ridicolo le vostre credenze». «Fai come vuoi», gli rispose il De Bussière e si mise a pregare con tutta la sua famiglia per la sua conversione.



Il 20 gennaio uscirono tutti e due. Si fermarono davanti alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte. Il cattolico andò in sacrestia per segnare la Messa di un funerale, mentre l’ebreo preferì visitare il tempio, curioso di trovarvi dell’arte, ma nulla lo attrasse, nonostante i lavori del Bernini, del Borromini, del Vanvitelli, del Maini ed di altri illustri artisti ivi raccolti. Si era intorno a mezzogiorno. La Chiesa deserta dava l’immagine di un luogo abbandonato; un cane nero passò saltellante accanto a lui e disparve. «D’un tratto – lascio la parola al veggente, secondo come ebbe a deporre con giuramento, durante il processo che ne seguì – mentre camminavo per la chiesa ed ero giunto incontro ai preparativi del funerale, all’improvviso mi sentii preso da un certo turbamento, e vidi come un velo innanzi a me, mi sembrava la chiesa tutta oscura, eccetto una cappella, quasi tutta la luce della medesima Chiesa si fosse concentrata in quella. Levai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’Altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa la SS.ma Vergine Maria simile all’atto e nella struttura all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata.

A tal vista io caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; procurai, quindi, varie volte di levar gli occhi verso la SS.ma Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li feci abbassare, ciò che però non impediva l’evidenza di quell’apparizione. Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Quantunque ella non mi dicesse nulla compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica, in una parola capii tutto. Sono caduto ebreo e mi sono alzato cristiano». In seguito, il convertito fece un bellissimo cammino che lo portò al sacerdozio e a partire missionario nella sua terra di Palestina, dove morì da santo.

Un lembo della tovaglia che era sull'altare dell'apparizione della Beata Vergine Maria a S. Alfonso Ratisbonne. Crediti S. Andrea delle Fratte pagina Facebook

Quest’ultimo fatto ha inciso profondamente nella storia di questa centrale chiesa romana, che fu insignita del titolo di “Santuario mariano”. Nel 1848, il 18 gennaio, l’altare sul quale apparve la Vergine, già dedicato a S. Michele, venne consacrato alla Beata Vergine Maria con il titolo della Medaglia, a ricordo della Medaglia Miracolosa che aveva il Ratisbonne al momento della sua conversione.

Il popolo però chiamava la Vergine apparsa in S. Andrea la “MADONNA Del MIRACOLO”, poiché la conversione ebbe risonanza in tutto il mondo. Nello spazio di pochi anni è divenuto uno dei più celebri e rinomati Santuari mariani internazionali. Tutti di ogni nazione si sono creduti troppo fortunati di aver visitato questo luogo. La devota gara di sacerdoti accorsi e la edificante devozione di non pochi tra prelati e vescovi nel voler offrire il S. Sacrificio della Messa a quell’Altare sono state uno spettacolo così commovente ed insieme grato per il cuore dei devoti romani.

Le parole di un testimone, quale P. D’Aversa trovano conferma nel lungo elenco di santi e beati che hanno pregato dinanzi alla Vergine del Miracolo. Così S. Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità (1850), S. Giovani Bosco il sabato santo del 1880 per impetrare l’approvazione della costituzione della sua famiglia, S. Teresa del Bambino Gesù (1887), S. Vincenzo Pallotti, S. Luigi Guanella, S. Luigi Orione, Maria Teresa Lodocowska, il Ven. Bernardo Clausi, il Papa S. Giovanni Paolo II, ecc. Ma un nome che non può essere dimenticato è quello di S. Massimiliano Kolbe, che ancora chierico al collegio di S. Teodoro (20 gennaio 1917), sentendo il suo maestro P. Stefano Ignudi descrivere l’apparizione al Ratisbonne, ebbe la sua prima ispirazione della Milizia dell’Immacolata. Non solo, venne a S. Andrea il 29 aprile 1918 a celebrare la prima Messa all’Altare della “sua Madonna”. Per tale devozione e per le molte conversioni che si registravano, il Papa Benedetto XV additò questo Santuario come la “LOURDES ROMANA “. Il Papa Pio XII, nel 1942, elevò la Chiesa a BASILICA. Giovanni XIII, nel 1959, la insignì del titolo cardinalizio, consegnato a S.Em.za card. Ennio Antonelli, Arcivescovo emerito di Firenze.

Fonte S. Andrea della Fratte

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Un prodigio sulla tomba di Alfonso Maria Ratisbonne (1966)

Ain Karem, un pittoresco paesino di Israele, che oggi fa parte della peri­feria della grande Gerusalemme ebraica, secondo la tradizione, fu la patria di S. Giovanni Battista, il Precursore di Gesù, e perciò il luogo dove Maria Santissima cantò il suo Magnificat.
Ad Ain Karem, nella proprietà del convento di Nostra Signora di Sion, riposa Alfonso Maria Ratisbonne, la cui pietra tombale è sormontata dalla statua dell’Immacolata della Medaglia Miracolosa.
Nel mese di aprile 1966, Suor Bernès, Superiora delle Figlie della Carità del vicino istituto per bambini handicappati ebrei, scriveva alla casa-Madre di Parigi quanto segue:
“Questa casa di Ain Karem, dove assistiamo piccoli anormali, non appartie­ne alla Comunità. Era la casa di campagna degli alunni dei Padri Bianchi, che l hanno affidata alla nostra custodia.
Un giorno, parecchi anni fa, un operaio, tagliando un ramo dell’albero che si trova davanti alla statua dell’Immacolata della piazzetta, si fermò interdetto: la sezione del ramo riproduceva esattamente la parte posteriore della Medaglia Miracolosa, con le tinte brune naturali del legno.
Egli si recò all’Ospizio e, senza dir parola, fece vedere il ramo. – Ma è la nostra Medaglia! – esclamarono le Suore.

Qualche giorno dopo io andai da Padri Bianchi e mostrai loro la sezione del ramo: stessa esclamazione!
E tanto grazioso e commovente questo ricamo naturale del legno!
I Padri Bianchi mi pregarono di lasciar loro il ramo e io non potei rifiutare, perché l’albero, come tutto il resto, appartiene a loro.
Qualche settimana fa, le autorità israeliane ci hanno fatto richiesta della mappa della proprietà. Ci rivolgiamo ai Padri Bianchi e veniamo a sapere che il terreno, su cui è costruita la casa, era stato comprato dal P. Ratisbonne, il quale certamente aveva fatto erigere la statua dell’Immacolata. Ho ricordato allora il fatto del ramo e sono rimasta pensosa…
Non è sorprendente questo accostamento: Ratisbonne, il “veggente “di Roma, la cui conversione è attribuita alla Madonna della Medaglia Miracolosa, e que­sto ramo, nel quale il gioco della linfa ha impresso il monogramma di Maria?”.

(da L Eco della Casa-Madre, Ed.C., Napoli, giugno 1966)

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La preghiera che S. Alfonso Maria Ratisbonne recitava in onore della Santa Vergine

Orazione di S. Bernardo

Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria, che non si è in­teso mai al mondo, che alcuno ricorrendo alla vostra protezio­ne, implorando il vostro aiuto e chiedendo il vostro patrocinio sia restato abbandonato. Animato io da una tale confi­denza a voi ricorro, o Madre Vergine delle Vergini, a voi vengo, e con le lagrime agli occhi, reo di mille peccati, mi prostro ai vostri piedi a doman­dar pietà. Non vogliate, o Ma­dre del Verbo, disprezzare le mie voci, ma benigna ascolta­temi ed esauditemi. Così sia.


 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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