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Racconti Mariani autentici...

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2012 17:32
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Sesso: Femminile
01/12/2008 12:36
 
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[7] A voi bambini, offro un bel bocciolo di rosa. E', uno dei piccoli grani della vostra corona che a voi sembra una cosa da poco. E invece quant'è prezioso questo grano! quanto è ammirabile questo bocciolo! e come si aprirà interamente se recitate con devozione l'Ave Maria! Consigliarvi di recitare un rosario tutti i giorni sarebbe domandarvi l'impossibile; ma almeno dite con molta attenzione e ogni giorno la corona di cinque decine che e come una ghirlanda di rose che ponete in capo a Gesù e a Maria. Datemi retta. Ed ora ascoltate questa bella storia e non dimenticatela.

[8] Due sorelline stavano sull'uscio di casa a recitare devotamente il rosario, quando apparve una bella Signora che avvicinatasi alla più piccola, di circa sette anni, la prese per mano e la condusse con sé. La sorella maggiore, meravigliata, ne va alla ricerca, non la trova e rientra piangente in casa per avvertire che hanno rapito la sorella. Il papà e la mamma la cercano inutilmente per tre giorni, fin che alla sera del terzo giorno la trovano sulla soglia di casa. Era lieta in volto e festosa. Le chiedono da dove venga ed ella risponde che la Signora, alla quale diceva il suo Rosario, l'aveva condotta in un bel luogo, le aveva dato cose buone da mangiare e le aveva deposto sulle braccia un grazioso bambino, al quale lei aveva dato tanti baci. I genitori, da poco convertiti alla fede, chiamano il padre gesuita che li aveva istruiti nella fede e nella devozione al Rosario e gli raccontano l'accaduto. Da lui stesso abbiamo appreso questo fatto avvenuto nel Paraguay (ANTOINE BOISSIEU, S.J., Le chrétien prédestiné par la dévotion à la Ste Vierge, p. 752; QN, pp. 189-190).

Bambini, imitate le due sorelline; come loro recitate ogni giorno il Rosario e meriterete di andare in paradiso, di vedere Gesù e Maria, se non proprio in questa vita, certo dopo la morte per tutta l'eternità. Così sia.

Che i sapienti e gli ignoranti, i giusti e i peccatori, i grandi e i piccoli lodino, dunque, e salutino giorno e notte Gesù e Maria col santo Rosario. “Salutate Maria che ha faticato molto per voi”(Cf Rm 16,6).


DAL "SEGRETO AMMIRABILE DEL SANTO ROSARIO" DI L.M.G.MONFORT

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Dio è ancora il più forte

Nell'anno 1849, per due volte S. Piergiuliano Eymard visitava il Collegio di Valbenoite, nei dintorni di Saint-Etienne. In una prima visita, aveva eretto, in quel Collegio, una Congregazione della Vergine, sul tipo di quella diretta da lui stesso nel Collegio-Seminario di Belley. Gli Aggregati, grazie a questue fortunate, erano riusciti ad erigere un monumento alla Madonna nel mezzo del loro cortile. Il piedestallo era costruito con massi che si tenevano insieme senza cemento e senza calcina. La solidità della costruzione era quindi molto discutibile. Il Servo di Dio, invitato a benedire la nuova statua, parlò da un palco improvvisato, meravigliando tutti per la maniera eccezionale con cui, terminando il suo dire, si rivolse alla Madonna.

«O Madre, vegliate su questi fanciulli, qualunque tempo faccia. Ho benedetta la vostra immagine e Vi ho messo in mezzo a loro: tocca a Voi restarci. Non lasciatevi portar via da questo luogo dove siete stata posta per vegliare su tutta la Casa. Tocca a Voi tenervi lì. Fanciulli, amate molto Maria, è vostra Madre. E là, dall'alto del suo Trono, Ella vi dice, come Gesù ai suoi Apostoli: Sono qui, qualunque cosa possa capitare, non abbiate paura.» Più di uno dei presenti credette che il Visitatore Generale facesse allusione ai penosi avvenimenti del 1848, nel timore che potessero ripetersi. Dopo cena i Professori passeggiavano nel cortile insieme con lui.

A un tratto, egli si volse verso la Madonna e, a voce alta, ripete: Vergine Santa, Vi abbiamo messa su quel trono: mantenetevi bene, perché se vi lasciate buttar giù, non verrò a mettervici un'altra volta! Padre! Osservò il Direttore, mi pare che parliate un po' troppo arditamente alla Madonna! Lasciatemi fare, bisogna prenderla dalla parte del sentimento rispose il P. Eymard bisogna comprometterla, perché faccia qualche cosa! Era il 25 maggio 1849, antivigilia di Pentecoste. Quindici giorni dopo, forti piogge scuotevano il piedestallo, che dovette essere rinforzato con altre grosse pietre. Ma il 10 luglio capitò una faccenda molto più grave. Nel pomeriggio, un terribile scoppio di tuono sembrò smuovere la cima delle montagne che circondano la città.

Dopo il tuono, si scatenò l'uragano della pioggia. Il «Furente» grosso corso d'acqua che, di solito, scorre calmo e maestoso attraverso la città, passando a ridosso del Collegio, improvvisamente ingrossato, straripò seminando rovine nella sua corsa impetuosa. Numerose officine vennero ingoiate dai gorghi. La corrente devastatrice, trascinò via alberi, blocchi di pietra, rottami di ogni genere, ammassandoli contro il muro di cinta del Collegio. Il muro resistette per un poco, poi crollò. La massa delle acque attraversò il cortile, invase la casa, rovesciando e tra volgendo con sè ogni cosa. Al pianterreno l'acqua raggiunse l'altezza di un metro.

I religiosi, gli alunni e il personale, presi dallo spavento, ebbero appena il tempo di rifugiarsi nei piani superiori. Uno dei Padri esclamò in quel momento tragico: Poveri ragazzi! Perché non sono lontani? Siamo perduti e la casa crolla se la Madonna non viene in nostro aiuto. Solo verso mezzanotte le acque cominciarono a decrescere; e al mattino si potè vedere da quale disastro fosse scampata Valbenoite.

Il torrente aveva dappertutto scavato fosse profonde, estirpato alberi, rovesciando muri e riempiendo ogni cosa di fango; a qualche passo dalla cinta del Collegio, si trovò il corpo di una giovanetta, portato fino là dalle acque. Nel cortile del Collegio, il «Furente» aveva trascinato blocchi del peso di una tonnellata e schiantato otto tigli, piantati a destra e a sinistra del monumento della Madonna. E la Madonna, a meno di trenta metri dalla breccia, in mezzo a quel diluvio, era rimasta immobile sul fragile piedestallo. Le prime luci dell'aurora ne accarezzavano dolcemente la statua e ne accrescevano il candore.

(Da "San Pietro Giuliano Eymard" - Q. Moraschini, M. Pedrinazzi - Editrice M. Pisani)

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Dissetata per miracolo

La Madonna era davvero generosa con il suo Servo fedele S. Piergiuliano Eymard. Al ritorno da un pellegrinaggio, fatto in compagnia delle sorelle una di queste, Marianna, si sentì venir meno per una sete bruciante. Acqua nei dintorni, non se ne trovava. Il fratello, impietosito, fece fermare la vettura, si inoltrò, solo, in un campo, poi ritornò portando un vaso, pieno di acqua freschissima. Prendete disse alla sorella ve la manda il Signore. Ma è un miracolo della Madonna! esclamò, sorpresa, Marianna. Una fortuna di questo genere, mi capita qualche volta. Mi affido alla Provvidenza e trovo quello che cerco.

(Da "San Pietro Giuliano Eymard" - Q. Moraschini, M. Pedrinazzi - Editrice M. Pisani)

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Frutta guasta

Una giovanetta usciva da una casa di educazione. Aveva imparato ad onorare la Vergine Santa e si era proposta di onorarla anche nel mondo. I pericoli morali sono molti; alla gioventù femminile specialmente vengono tese tante insidie. L'incauta giovanetta s'imbattè in una cattiva compagnia; il discorso immorale la turbò. Poco per volta s'indebolì nella virtù e cominciò a cadere. Il rimorso non le dava tregua. Tuttavia, pur frequentando persone pericolose e pur pascendosi volontariamente di cattivi pensieri, non tralasciava le sue pratiche devote in onore della Madonna.

Il Rosario era quotidiano; l'Angelus era recitato tre volte al giorno; la medaglietta della Vergine era appesa al suo collo; al sabato continuava la pratica di un fioretto particolare. Era convinta la giovane di piacere alla Madonna e credeva di essere devota. Buon per lei che la Vergine le venne in aiuto per farle aprire gli occhi e farle vedere l'abisso in cui era caduta. La povera anima ebbe una visione. Le sembrò di essere in aperta campagna. Vide venirsi incontro una donna, in abito di contadina, con un canestro di frutta in mano. La osservò attentamente e poi le disse: Vorresti darmi qualche frutto? È proprio bella questa frutta e credo sia molto gustosa! Al cenno affermativo essa stese la mano. Con sorpresa vide che il canestro nell'interno era sporco e che il frutto, che sembrava bello, era bacato. Ne scelse un altro; ed era come il primo; così il terzo.

Buona donna, ma val la pena portare questo canestro, quando la frutta è guasta? All'esterno pare buona, ma realmente è cattiva! Questo canestro, disse la contadina, sei tu! I frutti che vedi, sono gli atti di ossequio che tu vorresti darmi! Io sono la Madonna! Tu credi di piacermi perché reciti il Rosario ogni giorno e perché compi qualche altra pratica in mio onore! Sei in un grande errore, perché hai l'impurità nell'anima! Il tuo cuore è pieno di fango ed i tuoi atti di ossequio per me sono bacati! Non accetto quello che tu fai in mio onore, se non ti rimetti in grazia di Dio, evitando il brutto peccato.

Gesù è molto dispiaciuto e soffre per te, per questo sono qui, perchè la fedeltà della tua preghiera non poteva lasciarmi inerme: se vuoi veramente essere felice devi piacere a Gesù. Sparì la visione. La giovane comprese la lezione, cambiò tenore di vita e così potè dire di onorare la Madonna come si deve.

(Da "Vera devozione a Maria" - G. Tomaselli - Scuola grafica salesiana, Palermo)

[Modificato da Caterina63 10/01/2011 21:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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