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Il Rosario robetta inutile? Nient'affatto! è per i virtuosi!

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 10:13
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08/01/2011 22:47
 
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Il Rosario: Tesoro da riscoprire 

   

1. Durante il recente viaggio in Polonia, mi sono così rivolto alla Madonna: «Madre santissima, (…) ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito, affinché possa compiere fino alla fine la missione affidatami dal Risorto. A te rimetto tutti i frutti della mia vita e del mio ministero; a te affido le sorti della Chiesa; (…) in te confido e a te ancora una volta dichiaro: Totus tuus, Maria! Totus tuus! Amen!» (19.8.2002).

Queste parole ripeto oggi, rendendo grazie a Dio per i ventiquattro anni del mio servizio alla Chiesa nella sede di Pietro.

In questo particolare giorno, affido nuovamente alle mani della Madre di Dio la vita della Chiesa e quella tanto travagliata dell’umanità. A lei affido anche il mio futuro. Depongo tutto nelle sue mani, affinché con amore di madre lo presenti al suo Figlio, «a lode della sua gloria» (Ef 1,12).

2. Il centro della nostra fede è Cristo, redentore dell’uomo. Maria non l’offusca, né offusca la sua opera salvifica. Assunta in cielo in corpo e anima, la Vergine, la prima a gustare i frutti della passione e della risurrezione del proprio Figlio, è colei che nel modo più sicuro ci conduce a Cristo, il fine ultimo del nostro agire e di tutta la nostra esistenza.

Per questo, rivolgendo alla Chiesa intera, nella lettera apostolica Novo millennio ineunte, l’esortazione di Cristo a «prendere il largo», ho aggiunto che «ci accompagna in questo cammino la Vergine santissima, alla quale (…), insieme a tanti vescovi (…), ho affidato il terzo millennio». E invitando i credenti a contemplare incessantemente il volto di Cristo, ho desiderato tanto che di tale contemplazione fosse per tutti maestra Maria, sua madre.

3. Oggi intendo esprimere questo desiderio con maggiore chiarezza mediante due gesti simbolici.

Firmerò tra poco la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae. Inoltre, insieme a questo documento, dedicato alla preghiera del rosario, proclamo l’anno che va dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 Anno del rosario. Lo faccio non soltanto perché quest’anno è il venticinquesimo del mio pontificato, ma anche perché ricorre il centoventesimo anniversario dell’enciclica Supremi apostolatus officio, con la quale, il 1° settembre 1883, il mio venerato predecessore, Leone XIII, dette inizio alla pubblicazione di una serie di documenti dedicati proprio al rosario.

C’è poi un’altra ragione: nella storia dei grandi Giubilei vigeva la buona usanza che, dopo l’Anno giubilare dedicato a Cristo e all’opera della redenzione, ne venisse indetto uno in onore di Maria, quasi implorando da lei l’aiuto per far fruttificare le grazie ricevute.

4. Per l’esigente, ma straordinariamente ricco compito di contemplare il volto di Cristo insieme con Maria, vi è forse strumento migliore della preghiera del rosario?

Dobbiamo però riscoprire la profondità mistica racchiusa nella semplicità di questa preghiera, cara alla tradizione popolare.

Questa preghiera mariana nella sua struttura è in effetti soprattutto meditazione dei misteri della vita e dell’opera di Cristo. Ripetendo l’invocazione dell’Ave Maria, possiamo approfondire gli eventi essenziali della missione del Figlio di Dio sulla terra, che ci sono stati trasmessi dal Vangelo e dalla Tradizione. Perché tale sintesi del Vangelo sia più completa e offra una maggiore ispirazione, nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ho proposto di aggiungere altri cinque misteri a quelli attualmente contemplati nel rosario, e li ho chiamati Misteri della luce.

Essi comprendono la vita pubblica del Salvatore, dal Battesimo nel Giordano fino all’inizio della passione. Questo suggerimento ha lo scopo di ampliare l’orizzonte del rosario, affinché sia possibile a chi lo recita con devozione e non meccanicamente penetrare ancor più a fondo nel contenuto della Buona Novella e conformare sempre più la propria esistenza a quella di Cristo (Giovanni Paolo II, udienza generale del 16.10.2002).

Un'immagine di Giovanni Paolo II in preghiera.
Un’immagine di Giovanni Paolo II in preghiera (foto Mari).

Dalla lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae.
1.
Il rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi santi e incoraggiata dal Magistero.

Il rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore.

3. Recitare il rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.

6. A dare maggiore attualità al rilancio del rosario si aggiungono alcune circostanze storiche.

Prima fra esse, l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società.

12. Il rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Per sua natura la recita del rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso.

19. Affinché il rosario possa dirsi in modo più pieno "Compendio del Vangelo", è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (Misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (Misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (Misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (Misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana.

21. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – Misteri luminosi – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: nel suo Battesimo al Giordano, nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione, nella sua Trasfigurazione e, infine, nell’istituzione dell’Eucaristia.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù.

30. Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente.

33. Le dieci Ave Maria. È questo l’elemento più corposo del rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza.

Ma proprio alla luce dell’Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma lo sottolinea e lo esalta.
   

«Potrei convertire il mondo, se avessi un esercito che recitasse il rosario».

Pio XI



http://www.stpauls.it/madre/1005md/1005md00.htm
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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