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Il Rosario robetta inutile? Nient'affatto! è per i virtuosi!

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2012 10:13
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25/09/2009 17:23
 
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Il Rosario secondo i Papi

di SALVATORE M. PERRELLA, osm

Per ottenere l’aiuto materno della Vergine



Anche i Pontefici dopo Leone XIII, il "Papa del rosario", non hanno mancato in diverse occasioni di dire la loro parola sul «salterio della Vergine», mettendone in evidenza i diversi benefici.


L'attenzione al rosario attraversa tutto il magistero pontificio del XX secolo: dopo Leone XIII, il "Papa del rosario", saranno Pio X, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII a parlarne, rilevandone di volta in volta aspetti e sfumature differenti in contesti diversi.



Per dare concretezza al suo motto pontificale «Instaurare omnia in Christo», Pio X (che fu Papa dal 1903 al 1914) si impegnò fortemente nell’alfabetizzazione catechistica del popolo cristiano; nell’affrontare con vigore il fenomeno modernista; nell’incentivare lo zelo missionario. Lanciò, inutilmente purtroppo, il 2 agosto 1914, un accorato appello per la pace ed espresse dolore e orrore dinanzi alla guerra mondiale che stava cominciando.

Dal punto di vista mariano il suo magistero fu parco ma – almeno per il tempo – significativo: basti pensare all’enciclica Ad diem illum, del 2 febbraio 1904, per il cinquantesimo anniversario del dogma dell’Immacolata sancito da Pio IX, in cui approfondisce il dogma e la dottrina della mediazione.

Sul rosario, a quanto ci risulta, forse tenendo presente il cospicuo magistero del suo predecessore, egli si è soffermato in documenti "minori", come nella lettera apostolica Summa Deus, del 27 novembre 1907, scritta in occasione del cinquantesimo anniversario delle apparizioni di Lourdes, sottolineando come tale «fatto meraviglioso» ha accresciuto il culto verso l’Immacolata e verso il «suo santissimo rosario».


Pio X.

«Far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù»

Benedetto XV (1914-1922) è ricordato come "Papa della pace" per i suoi sforzi e i suoi appelli contro «l’inutile strage», rimasti purtroppo inascoltati. Promulgò il Codice di Diritto Canonico; agì per la risoluzione della "questione romana"; si adoperò per far cessare un clima di sospetto e di intimidazioni a motivo della crisi modernista; mostrò interesse intorno all’esegesi biblica, curando nel contempo il perfezionamento degli studi nei seminari; diede grande attenzione alla causa ecumenica, specie con l’Oriente cristiano; promosse l’opera missionaria; scrisse accorate preghiere per impetrare da Dio pace, prosperità, unità tra i popoli.

A tale scopo ordinò l’inserimento nelle litanie lauretane dell’invocazione «Regina pacis, ora pro nobis». Il rosario, nel documento dedicato al VII centenario della morte di san Domenico (Fausto appetente), è presentato quale rimedio e conforto nei duri momenti della prova, essendo una preghiera «meravigliosamente idonea a nutrire e a far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù». La Vergine, che «ha così grande potere presso il suo divin Figlio, che, di tutte le grazie accordate agli uomini [...] è sempre l’intermediaria e l’arbitra», si è sempre rivelata tale soprattutto quando si è ricorsi al santo rosario e perciò «i Papi non tralasciarono nessuna occasione di esaltare con grandissimi elogi il rosario [...] e di arricchirlo con i tesori dell’indulgenza apostolica». Per cui esso è un pio esercizio da rendere abituale ovunque e che da Benedetto XV viene raccomandato caldamente, specialmente «in quest’epoca così perturbata».




Un «breviario dell’Evangelo e della vita cristiana»

Pio XI (1922-1939) fu un Pontefice dal grande carattere, che nella temperie del secolo XX affermò la congruità e verità del regno di Cristo, per cui spese totalmente se stesso e la sua azione pastorale. Dal punto di vista mariano ricordiamo l’enciclica Lux veritatis, del 25 dicembre 1931, per il quindicesimo centenario del dogma sancito al concilio di Efeso del 431 sulla Theotokos (Madre di Dio).

Nel 1937, riavutosi da una grave infermità, papa Ratti nella Ingravescentibus malis ricorda come dinanzi agli errori e gravi mali del tempo presente, la Chiesa e lo stesso Pontefice trovano conforto e sprone nella filiale fiducia nella Madre del Redentore e nella recita quotidiana del rosario. Esso, vero «salterio della Vergine, breviario dell’Evangelo e della vita cristiana», è un «mistico serto», una «mistica corona» amata dai cattolici a qualunque condizione appartengano; pio esercizio che, mediante la contemplazione dei misteri di Cristo e della Madre, è uno sprone alla pratica delle virtù evangeliche e ravviva la speranza dei beni eterni. Il rosario è una preghiera che, mentre inculca l’amore a Dio, insinua anche la carità verso il prossimo, che negli ultimi tempi appare illanguidita e raffreddata nel cuore di molti uomini; per cui i sacerdoti devono incentivarla tra i giovani e nelle famiglie, tra gli adulti e nell’Azione cattolica.



«Non dimenticate coloro che languiscono miseramente»

Vescovo di Roma acclamato come Pastor Angelicus e vituperato come "Papa di Hitler"; pontefice dalla soda dottrina e dal cospicuo magistero posti fra tradizione e profezia, Pio XII (1939-1958) sarà sempre ricordato come il "Papa dell’Assunta", della consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore immacolato di Maria e dell’istituzione della memoria liturgica di Maria Regina. Sono da ricordare, inoltre, le lettere mariane inviate durante il periodo bellico (1939-1944) al cardinale Luigi Maglione, segretario di Stato, perché si indìca una crociata di preghiere alla Vergine per impetrare il dono della pace e della giustizia fra i popoli.

Al rosario papa Pacelli dedica i discorsi del 16 ottobre 1940 e dell’8 ottobre 1941, con i quali invita le famiglie cristiane a conservargli un posto di rilievo e di onore tra le preghiere. Nell’enciclica Ingruentium malorum, del 15 settembre 1951, il Papa rivolge l’invito a confidare nel patrocinio di Maria, da Dio costituita causa di salvezza per tutto il genere umano, affinché dissipi i gravi dissidi fra le nazioni, le persecuzioni della Chiesa in vari Stati, allontani dalle insidie la gioventù. Per perseguire questi nobili scopi, Pio XII invita alla preghiera del rosario, consapevole della «sua potente efficacia per ottenere l’aiuto materno della Vergine».



I misteri della redenzione, contemplati e pregati dal credente, specie dalle famiglie, mostrando i fulgidi esempi di Gesù e di Maria, aumentano lo zelo cristiano dei buoni, riaccendono la speranza della Chiesa contro i nemici della religione perché rammentano agli smarriti che il Signore non salva con la spada, ma col suo solo nome. La preghiera cara alla Vergine ispira la compassione verso il dolore del mondo: «Non dimenticate [...], mentre fate scorrere la corona del rosario fra le vostre mani, non dimenticate, ripetiamo, coloro che languiscono miseramente in prigionia, nelle carceri, nei campi di concentramento. Tra di essi si trovano [...] anche vescovi [...]; si trovano figli, padri e madri di famiglia [...]. Come noi prediligiamo e circondiamo di un affetto paterno tutti costoro, così anche voi, animati da quella carità fraterna che la religione cristiana alimenta e accresce, insieme con le Nostre unite le vostre preghiere [...], e raccomandateli al suo cuore materno».

Salvatore M. Perrella


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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