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La Mariologia di Benedetto XVI per un vero Culto mariano

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2013 15:09
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Omelia del Papa nel Rosario con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i diaconi del Brasile


ROMA, domenica, 13 maggio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo l'omelia pronunciata da Benedetto XVI nell'incontrarsi, sabato sera, presso il Santuario "Nossa Senhora da Conceição Aparecida" con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i diaconi del Brasile qui riuniti con i delegati della V Conferenza dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi.

* * *



Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
Amati religiosi e voi tutti che, stimolati dalla voce di Gesù Cristo, lo avete seguito per amore,
Carissimi seminaristi, che vi state preparando per il ministero sacerdotale,
Cari rappresentanti dei Movimenti ecclesiali e tutti voi laici che portate la forza del Vangelo nel mondo del lavoro e della cultura, in seno alle famiglie,
così come nelle vostre parrocchie!

1. Come gli Apostoli, insieme a Maria, «salirono alla stanza superiore» e lì, «uniti dallo stesso sentimento, si dedicavano assiduamente alla preghiera» (cfr At 1,13-14), così anche noi quest’oggi ci siamo radunati qui nel Santuario di Nostra Signora della Concezione Aparecida, che in questa ora è per noi «la stanza superiore» dove Maria, Madre del Signore, si trova in mezzo a noi. Oggi è Lei che guida la nostra meditazione; è Lei che ci insegna a pregare. È Lei che ci addita il modo di aprire le nostre menti ed i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene per essere trasmesso al mondo intero.

Abbiamo appena recitato il Rosario. Attraverso i suoi cicli meditativi, il divino Consolatore vuole introdurci nella conoscenza del Cristo che sgorga dalla fonte limpida del testo evangelico. Dal canto suo, la Chiesa del terzo millennio si propone di offrire ai cristiani la capacità di «conoscere – secondo le parole di San Paolo – il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,2-3). Maria Santissima, la Vergine pura e senza macchia, è per noi scuola di fede destinata a guidarci e a darci forza sul sentiero che porta incontro al Creatore del Cielo e della Terra. Il Papa è venuto ad Aparecida con viva gioia per dirvi innanzitutto: «Rimanete alla scuola di Maria». Ispiratevi ai suoi insegnamenti, cercate di accogliere e di conservare nel cuore le luci che Lei, per mandato divino, vi invia dall’alto.

Com’è bello stare qui riuniti nel nome di Cristo, nella fede, nella fraternità, nella gioia, nella pace e «nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù» (At 1,14). Come è bello, carissimi Presbiteri, Diaconi, Consacrati e Consacrate, Seminaristi e Famiglie cristiane, essere qui nel Santuario Nazionale di Nostra Signora della Concezione Aparecida, che è Dimora di Dio, Casa di Maria e Casa dei Fratelli, e che in questi giorni si trasforma anche in Sede della V Conferenza Episcopale Latinoamericana e dei Caraibi. Come è bello essere qui in questa Basilica Mariana verso la quale, in questo tempo, convergono gli sguardi e le speranze del mondo cristiano, in modo speciale dell’America Latina e dei Caraibi!

2. Sono felice di essere qui con voi, in mezzo a voi! Il Papa vi ama! Il Papa vi saluta affettuosamente! Prega per voi! E implora dal Signore le più preziose benedizioni sui Movimenti, sulle Associazioni e sulle nuove realtà ecclesiali, espressione viva della perenne giovinezza della Chiesa! Siate veramente benedetti! Da qui rivolgo il mio saluto veramente affettuoso a voi, Famiglie, qui radunate in rappresentanza di tutte le carissime Famiglie cristiane presenti nel mondo intero. Mi rallegro in modo specialissimo con voi e vi do il mio abbraccio di pace.

Ringrazio per l’accoglienza e per l’ospitalità del Popolo brasiliano. Da quanto sono arrivato sono stato ricevuto con molto affetto! Le varie manifestazioni di apprezzamento ed i saluti dimostrano quanto voi vogliate bene, stimiate e rispettiate il Successore dell’apostolo Pietro. Il mio Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha menzionato diverse volte la vostra simpatia e lo spirito di accoglienza fraterna. Egli aveva pienamente ragione!

3. Saluto i cari sacerdoti qui presenti, mentre penso e prego per tutti i sacerdoti sparsi in tutto il mondo, in modo particolare in America Latina e nei Caraibi, tra questi anche i sacerdoti Fidei donum. Quante sfide, quante situazioni difficili affrontate, quanta generosità, quanta abnegazione, sacrifici e rinunce! La fedeltà nell’esercizio del ministero e nella vita di preghiera, la ricerca della santità, la donazione totale a Dio nel servizio ai fratelli e alle sorelle, spendendo le vostre vite ed energie, promuovendo la giustizia, la fraternità, la solidarietà e la condivisione – tutto ciò parla fortemente al mio cuore di Pastore. La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizioni per la Comunità, è la migliore promozione vocazionale, il più autentico invito perché anche altri giovani rispondano positivamente agli appelli del Signore. È la vera collaborazione in vista della costruzione del Regno di Dio!

Vi ringrazio sinceramente e vi esorto a continuare a vivere in maniera degna la vocazione che avete ricevuto. Che il fervore missionario, la passione per un’evangelizzazione sempre più aggiornata, lo spirito apostolico autentico e lo zelo per le anime siano sempre presenti nelle vostre vite! Il mio affetto, le mie preghiere e i miei ringraziamenti vanno anche ai sacerdoti anziani ed infermi. La vostra conformazione al Cristo Sofferente e Risorto costituisce l’apostolato più fecondo! Molte grazie!

4. Carissimi Diaconi e Seminaristi, anche a voi che occupate un luogo speciale nel cuore del Papa, un saluto molto fraterno e cordiale. La giovialità, l’entusiasmo, l’idealismo, l’incoraggiamento per affrontare con audacia le nuove sfide rinnovano la disponibilità del Popolo di Dio, rendono i fedeli più dinamici e portano la Comunità a crescere, a progredire, ad essere più fiduciosa, gioiosa ed ottimista. Ringrazio per la testimonianza che offrite, collaborando con i vostri Vescovi nelle attività pastorali delle diocesi. Abbiate sempre di fronte agli occhi la figura di Gesù, il Buon Pastore, che «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti» (Mt 20,28). Siate come i primi diaconi della Chiesa: uomini di buona reputazione, colmi dello Spirito Santo, di saggezza e di fede (cfr At 6,3-5). E voi, Seminaristi, rendete grazie a Dio per la chiamata che Lui vi rivolge. Ricordatevi che il Seminario è la «culla della vostra vocazione e la palestra della prima esperienza di comunione» (Direttorio per il Ministero e la Vita dei Presbiteri, n. 32). Prego perché siate, con l’aiuto di Dio, sacerdoti santi, fedeli e felici di servire la Chiesa!

5. Rivolgo ora il mio sguardo e la mia attenzione a voi, amatissimi Consacrati e Consacrate, qui riuniti nel Santuario della Madre, Regina e Patrona del Popolo Brasiliano, ed anche sparsi in tutte le parti del mondo. Voi, religiosi e religiose, siete un’offerta, un regalo, un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore. Rendo grazie a Dio per la vostra vita e per la testimonianza che date al mondo di un amore fedele a Dio ed ai fratelli. Questo amore senza riserve, totale, definitivo, incondizionato ed appassionato si manifesta nel silenzio, nella contemplazione, nella preghiera e nelle attività più diversificate che svolgete, nelle vostre famiglie religiose, a favore dell’umanità e principalmente dei più poveri ed abbandonati. Tutto questo suscita nel cuore dei giovani il desiderio di seguire più da vicino e radicalmente Cristo Signore ed offrire la vita per rendere testimonianza agli uomini e donne del nostro tempo del fatto che Dio è Amore e che vale la pena lasciarsi conquistare e affascinare per dedicarsi esclusivamente a Lui (cfr Esort. ap. Vita consecrata, 15).

La vita religiosa in Brasile è stata sempre significativa ed ha avuto un ruolo importante nell’opera dell’evangelizzazione, sin dagli inizi della colonizzazione. Soltanto ieri, ho avuto il grande piacere di presiedere la Concelebrazione Eucaristica nella quale è stato canonizzato Sant’Antonio di Sant’Anna Galvão, presbitero e religioso francescano, primo Santo nato in Brasile. Accanto a lui, un’altra ammirevole testimonianza di persona consacrata è Santa Paulina, fondatrice delle Piccole Suore dell’Immacolata Concezione. Avrei molti altri esempi da citare. Che essi, tutti insieme, vi servano di stimolo per vivere una consacrazione totale. Dio vi benedica!

6.Oggi, alla vigilia dell’apertura della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, che avrò il piacere di presiedere, sento il desiderio di dire a tutti voi com’è importante il senso della nostra appartenenza alla Chiesa, che porta i cristiani a crescere ed a maturare come fratelli, figli dello stesso Dio e Padre. Carissimi uomini e donne dell’America Latina, so che avete una grande sete di Dio. So che seguite quel Gesù, che disse: «Nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Il Papa vuole perciò dire a tutti voi: La Chiesa è la nostra Casa! Questa è la nostra Casa! Nella Chiesa cattolica troviamo tutto ciò che è buono, tutto ciò che è motivo di sicurezza e di sollievo! Colui che accetta Cristo, «Cammino, Verità e Vita» nella sua totalità, si assicura la pace e la felicità, in questa vita e nell’altra! Per questo, il Papa è venuto qui per pregare e confessare con voi tutti: Vale la pena essere fedeli, vale la pena perseverare nella propria fede! La coerenza nella fede richiede, però, anche una solida formazione dottrinale e spirituale, contribuendo così alla costruzione di una società più giusta, più umana e cristiana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, anche nella sua versione più ridotta, pubblicata sotto il titolo di Compendio, sarà di aiuto per avere chiare nozioni circa la nostra fede. Chiediamo fin d’ora che la venuta dello Spirito Santo sia per tutti quanti come una nuova Pentecoste, affinché illumini con la luce che scende dall’Alto i nostri cuori e la nostra fede.

7. È con grande speranza che mi rivolgo a voi tutti che vi trovate all’interno di questa maestosa Basilica, o che hanno partecipato al Santo Rosario stando all’esterno, per invitarvi a diventare profondamente missionari e a portare la Buona Novella del Vangelo a tutti i punti cardinali dell’America Latina e del mondo. Chiediamo alla Madre di Dio, Nostra Signora della Concezione Aparecida, che protegga la vita di tutti i cristiani. Lei, che è la Stella dell’Evangelizzazione, guidi i nostri passi sul cammino verso il Regno celeste:

«Madre nostra, proteggi la famiglia brasiliana e latinoamericana!
Custodisci sotto il tuo mantello protettore i figli di questa amata Patria che ci accoglie,
Tu che sei l’Avvocata presso il tuo Figlio Gesù, da’ al Popolo Brasiliano pace costante e prosperità completa,
Infondi nei nostri fratelli di tutta la geografia latinoamericana un vero ardore missionario, propagatore di fede e di speranza,
Fa’ che il tuo grido risuonato a Fatima per la conversione dei peccatori diventi realtà e trasformi la vita della nostra società,
e Tu che, dal Santuario di Guadalupe, intercedi per il popolo del Continente della Speranza, benedici le sue terre ed i suoi focolari,
Amen».

[Traduzione dall’originale in Portoghese diffusa dalla Sala Stampa vaticana; © Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana]



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Benedetto XVI mentre dice il Rosario con i sacerdoti in Brasile

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Spigolando dall’Enciclica "Deus Caritas est"

"…Come una madre consola un figlio"



La Chiesa esorta vivamente i fedeli a mettersi sotto la protezione di Maria affinché siano più intimamente uniti a Gesù Salvatore.


A conclusione dell’Enciclica Deus Caritas est, il Santo Padre Benedetto XVI invita a guardare i Santi: a coloro, cioè, che "hanno esercitato in modo esemplare la carità. I Santi sono i veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore. […] Tra i Santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità".

Il Pontefice delinea quindi ed offre una duplice icona di Maria. Ella fu donna di amore nella sua biografia terrena. Donna di amore è oggi nel Cielo, dove con materna bontà si prende cura dei fratelli del Figlio suo, ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni.

Ed ecco come il Pontefice esprime i suoi due sguardi contemplativi :

Primo sguardo contemplativo

"Nel Vangelo di Luca noi troviamo Maria impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta "circa tre mesi"... "L’anima mia rende grande il Signore" - ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo".

Sì. Maria è una donna che ama. "Come potrebbe essere diversamente"? - si chiede il Pontefice -. In quanto credente che nella fede pensa con i pensieri di Dio e vuole con la volontà di Dio, ella non può essere che una donna che ama. Noi lo intuiamo nei gesti silenziosi, di cui ci riferiscono i racconti evangelici dell’infanzia. Lo vediamo nella delicatezza con la quale a Cana percepisce la necessità in cui versano gli sposi e la presenta a Gesù.


"O clemens, o pia, o dulcis virgo Maria!" – Quadro orientale dell’Ausiliatrice [di Autore ignoto].

Lo vediamo nell’umiltà con cui accetta di essere trascurata nel periodo della vita pubblica di Gesù, sapendo che il Figlio deve fondare una nuova famiglia e che l’ora della Madre arriverà soltanto nel momento della Croce, che sarà la vera ora di Gesù".

Secondo sguardo contemplativo

Assunta alla gloria del Cielo, Maria non si allontana da noi. "Chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende ad essi realmente vicino". E’ così che "nella Chiesa santa Maria occupa dopo Cristo il posto più alto e il più vicino a noi" [LG 54].

"La parola del Crocifisso al discepolo - a Giovanni, e attraverso di lui a tutti i discepoli di Gesù: "Ecco tua madre" - diventa nel corso delle generazioni sempre nuovamente vera. Maria è diventata, di fatto, Madre di tutti i credenti".

Sono espressioni, queste, che rimandano il pensiero ad una pagina bellissima di Giovanni Paolo II (Ecclesia de Eucharistia, 57): "Nel "memoriale" del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua passione e nella sua morte. Pertanto non manca ciò che Cristo ha compiuto verso la Madre a nostro favore. A lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, consegna ciascuno di noi: "Ecco tuo figlio!". Ugualmente dice anche a ciascuno di noi: "Ecco tua madre!". Vivere nell’Eucaristia il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente questo dono.

Significa prendere con noi - sull’esempio di Giovanni - colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei".

Da secoli, la Chiesa canta su dolcissime melodie gregoriane la sua illimitata fiducia filiale in Maria: "Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve!". Riconoscendo apertamente e continuamente sperimentando essa stessa l’efficacia del ruolo materno di Maria nell’ordine della grazia, la Chiesa esorta vivamente i fedeli a mettersi sotto la protezione della Vergine Madre perché, sostenuti dal suo materno aiuto, siano più facilmente e più intimamente congiunti con Gesù Mediatore e Salvatore.

Alberto Rum
[Modificato da Caterina63 25/09/2009 16:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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