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FEDE E OBBEDIENZA e perchè no, anche PRUDENZA:obbedire per Fede e Amore-Carità

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2012 19:26
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23/02/2011 18:38
 
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Intervento del segretario della Conferenza episcopale italiana Mariano Crociata

La testimonianza
via di accesso alla verità


MODENA, 23. Perché la verità deve avere un prezzo? E qual è il rapporto fra la testimonianza e la verità? Attorno a queste due domande - che "denotano entrambe l'indisponibilità e l'inaccessibilità immediata della verità" - si è articolato l'intervento tenuto ieri sera a Carpi (Modena) dal vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), a conclusione del ciclo di incontri "I martedì di Sant'Ignazio" organizzati dalla diocesi sul tema
 
"La verità: una, nessuna o centomila?".

Per monsignor Crociata, in diversi ambiti dell'umano (storico, giudiziario, scientifico), è sempre necessaria una qualche mediazione per accedere alla verità; e in più di un caso entra in gioco la testimonianza, e cioè "la parola con cui qualcuno riferisce di conoscere, per aver visto e saputo qualcosa, per cognizione acquisita e documentata che può offrire".
In questi casi si può dire che la verità abbia un prezzo; prezzo e testimonianza la cui richiesta si fa ancor più esigente quando è in gioco "l'orientamento ultimo della coscienza, le domande e le scelte decisive della vita". La verità assume in questo senso - spiega il segretario generale della Cei - "l'aspetto di ciò che conferisce valore definitivo alla persona e alla sua vita, perché si propone con il carattere del fondamento".

Nella relazione, intitolata Il prezzo della verità e la testimonianza, Crociata invita a non perdere di vista il fondamento antropologico della testimonianza e il suo rapporto costitutivo con la verità. Un rapporto che risalta nella comprensione e nell'esperienza cristiana della realtà. Per questo - afferma il vescovo - "la riscoperta del senso cristiano della verità e della testimonianza ha il valore non solo di riportare all'attenzione una dimensione costitutiva della fede e dell'esistenza credente, ma anche di contribuire alla ricomposizione di una cultura segnata dalla dissociazione e minacciata di dissoluzione".

Ciò vale specialmente in un tempo "in cui tutto ciò che ha a che fare con l'ambito dei valori, delle credenze, della scelta ideale, religiosa e morale tende a essere rigorosamente relegato nel ridotto della coscienza intesa come spazio meramente privato, e in cui lo spazio pubblico viene concepito come ambito di regolamentazione esteriore funzionale a una convivenza ordinata priva di riferimenti ulteriori condivisi". Un tempo dove "la verità viene di fatto espunta dal confronto pubblico e l'identità personale rimossa".

Comprendiamo perché - sottolinea monsignor Crociata - "Benedetto XVI insista sulla necessità, per il bene stesso delle persone e della società intera, di ridare cittadinanza alla presenza di Dio e alla stessa verità dell'uomo".

La presenza testimoniante dei cristiani deve però misurarsi, innanzitutto, con "il carattere giudiziale" della parola e della presenza di Gesù; la sua rivelazione pone delle condizioni, esercita "un giudizio secondo verità e giustizia sull'esistenza e sulla storia dell'uomo".

Di fatto questo carattere ha prodotto in ogni epoca moti di persecuzione, fino a produrre il sacrificio supremo, il martirio, ovvero "il coronamento della vita cristiana nella sua fondamentale e radicale esigenza di fedeltà al Signore".

La situazione culturale odierna - afferma il segretario generale della Cei - "conosce vaste regioni in cui il martirio viene perpetrato in forme e misure perfino superiori a tante epoche del passato", ma "presenta nel nostro Occidente una modalità di rimozione che sposta da Cristo alla Chiesa il termine del rifiuto e del contrasto, sottraendosi al giudizio della verità". La responsabilità dei credenti sta allora "nella capacità di ripresentare al vivo la verità di Cristo e la sfida che egli lancia attraverso la nostra testimonianza resa a quanti sono chiamati a incontrarlo".



(©L'Osservatore Romano - 24 febbraio 2011)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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