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Humani Generis: contro le false opinioni

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2012 23:35
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03/12/2008 12:33
 
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CHI ERA EUGENIO PACELLI, PIO XII?



Pastore Angelico, questo è il titolo che si è meritato in vita e che nessuno potrà mai contestargli. Eugenio Pacelli nacque a Roma il 2 maggio 1876 da una nobile famiglia i cui appartenenti da due generazioni erano al servizio della Chiesa, il padre decano degli avvocati concistoriali, il nonno co-fondatore dell’Osservatore Romano. E dalla nobiltà della famiglia prese i tratti sia fisici che interiori, negli atteggiamenti, nella scrupolosa esattezza dei suoi atti; primeggiò negli studi, apprezzato dai compagni di studio e professori per la sua mitezza e bontà, fu esonerato dall’esame finale della licenza liceale per l’alta media riportata in tutte le materie, il titolo gli fu concesso ‘ad honorem’ con una medaglia d’oro.
Frequentò il Collegio Capranica, la Pontificia Università Gregoriana, l’Ateneo Pontificio di S. Apollinare, l’Università Statale; si laureò in teologia, in diritto “utroque iure”, si specializzò in Diritto Canonico, Sacra Scrittura, Patrologia, Vita della Chiesa e Storia Ecclesiastica, si può ben dire che da giovane seminarista e poi novello sacerdote nel 1899, era già un pozzo di scienza.

Il cardinale vicario di Roma conoscendo le sue doti, ritenne opportuno introdurlo nella Curia Romana nella Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, iniziò così nel 1901 quella carriera nella Curia pontificia che lo vedrà salire da minutante della Segreteria fino alla carica di Segretario di Stato per divenire poi papa, caso quasi unico di un ecclesiastico della Chiesa cattolica che trascorre tutta la sua vita nell’amministrazione e nella diplomazia vaticana per diventare papa senza aver avuto un’esperienza di tipo pastorale in qualche parrocchia o diocesi.

Lavorò in varie Congregazioni, commissioni ecclesiastiche, direttore spirituale di varie Associazioni, rappresentante della Santa Sede in varie missioni all’estero, lavorò per i papi Leone XIII, Pio X, Benedetto XV che nel 1917 lo consacrerà vescovo, Pio XI.
E nel 1917 fu inviato per la prima volta come Nunzio apostolico in Baviera, qui fu l’artefice fino al dicembre 1929 di un intensa attività diplomatica passando dalla Baviera alla Prussia, a Berlino presso il kaiser Guglielmo II e poi con la nuova Repubblica Tedesca; fu l’artefice dei Concordati stipulati fra la Santa Sede e la Baviera e poi con la Prussia, Land più protestante e potente della Germania.
Questo periodo di Nunzio coincise con il dopoguerra della 1ª Guerra Mondiale, che lo vide protagonista di aiuti alla popolazione più povera delle città tedesche, dovette affrontare le turbolenze violente di bande che si scagliavano anche contro la Chiesa, una di queste bande di fanatici assalì anche la Nunziatura puntandogli addosso le pistole.

I risultati raggiunti in quest’opera diplomatica dovuti ad una sua immensa rettitudine, accompagnata da signorilità, intelligenza e cultura, gli procurarono da parte di papa Ratti, Pio XI, il cappello cardinalizio e la carica di Segretario di Stato succedendo al cardinale Gasparri suo precedente maestro e superiore nella Curia romana.

Lasciò quindi la Germania nel dicembre 1929 dopo dodici anni di Nunziatura e iniziò a Roma il 7 febbraio 1930 il suo compito di massimo responsabile della Segreteria di Stato; la situazione mondiale non era per niente tranquillizzante; il Messico era al centro di un anticlericalismo di tipo massonico, in Italia sorgeva il fascismo, a Berlino sorgeva un totalitarismo che avrebbe portato al nazismo, vi era una dittatura materialistica in Unione Sovietica.
La sua opera si esplicò in una politica tendente ad evitare fratture e persecuzioni e nel contempo difendendo i valori spirituali e morali cristiani, salvaguardando i diritti della Chiesa e dell’umanità. Il 29 luglio 1933 firmò il Concordato con il Reich, estendendo le clausole dei precedenti Concordati con le singole Nazioni germaniche a tutto il territorio tedesco. Inviò, come Segretario di Stato ben sessanta note diplomatiche a Berlino a difesa dei diritti della Chiesa e dei diritti umani contro la politica dittatoriale del nazismo.

Visse insieme al papa Pio XI i tormenti di quell’epoca inquieta, mentre si usciva dalla persecuzione anticattolica del Messico, in Spagna dilagava una guerra civile con larga persecuzione religiosa, le vittime cattoliche erano migliaia; il comunismo cercava di estendersi in tante parti del mondo con le sue teorie ateistiche; collaborò alle encicliche allarmate sui movimenti ideologici in corso, che nel 1937, papa Pio XI promulgò, le “Mit brennender Sorge” e “Divini Redemptoris”.

Defunto quasi improvvisamente il papa, il cardinale Eugenio Pacelli venne eletto suo successore con il nome di Pio XII in un conclave brevissimo il 2 marzo 1939, quando sul mondo si addensavano le nubi della follia umana che porterà alla Seconda guerra mondiale. Impossibilitato a bloccarla, si adoperò per alleviare in qualche modo i disastrosi effetti sui popoli, istituì la P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza) che proseguirà la sua attività per molti anni anche nel dopoguerra; l’Ufficio Informazioni Vaticane, che cercò di ritrovare o sapere della sorte di 11 milioni di persone coinvolte nel disastro mondiale, lanciò celebri messaggi natalizi radiofonici alle Nazioni in guerra esortandole alla pace.

La necessità di evitare ulteriori rappresaglie lo trattenne da una azione antinazista aperta, ma nel segreto egli operò tramite le sue Organizzazioni ad un capillare aiuto ai perseguitati delle leggi antirazziali, in particolare di circa 860.000 ebrei, come si può riscontrare dalle note degli Archivi Vaticani. Certamente tutto questo gli procurò angoscia, con la sola consolazione di aver risparmiato con il suo agire un numero grande di vittime.
Purtroppo negli anni a venire questo suo apparente silenzio gli verrà contestato da varie parti, in una campagna denigratoria sul suo operato, in quel tragico momento storico. Tentò invano di far dichiarare Roma ‘città aperta’ per risparmiarle quei bombardamenti che gli Alleati comunque le inflissero.

Nel dopoguerra lo vediamo artefice di un’opposizione e condanna del comunismo ateo dilagante ed oppressivo, in particolare nell’Europa dell’Est ed Estremo Oriente che aveva determinato la cosiddetta ‘Chiesa del Silenzio’, con persecuzioni, deportazioni e carcere per fedeli e clero cattolico.

La sua alta cultura, la conoscenza di più lingue, gli permisero di indirizzare più di 300 discorsi a Congressisti riuniti a convegni sulle più disparate scienze; scrisse 40 encicliche; promulgò nel 1954 l’Anno Mariano, proclamò nel 1950 durante l’Anno Santo, il Dogma dell’Assunzione di Maria.

I suoi discorsi e radiomessaggi sono raccolti in venti volumi a testimonianza di un immane opera di sensibilità al mondo moderno; fece eseguire gli arditi lavori archeologici sotto l’altare maggiore della Basilica di S. Pietro per portare alla luce le reliquie dell’Apostolo.

Resse la Chiesa con polso fermo prendendo decisioni anche impopolari come la non approvazione del movimento dei preti operai in Francia; dopo la morte del Segretario di Stato dell’epoca non lo sostituì, prendendo su di sé anche quest’incombenza che tenne fino alla morte.
Pio XII concluse la sua vita terrena il 9 ottobre 1958 nella residenza pontificia di Castelgandolfo, dopo quasi 20 anni di sofferto pontificato; è tumulato nelle Grotte Vaticane sotto la basilica, di fronte alla ritrovata tomba di s. Pietro.


Autore: Antonio Borrelli

www.santiebeati.it/dettaglio/90029

www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis...
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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