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E' morto il Patriarca Alessio II, cordoglio di tutta la Santa Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2008 18:01
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Russia, morto il patriarca ortodosso Alessio II. Il cordoglio della Santa Sede, Messa di suffraggio nella Cattedrale cattolica



CITTA’ DEL VATICANO - E' morto il patriarca della Chiesa ortodossa russa, Alessio II. Lo ha riferito da Mosca il suo portavoce Vladimir Vigilyansky. Alessio Ridiger aveva 79 anni ed era nato a Tallinn, in Estonia. Succeduto nel 1990 al patriarca Pimen I, aveva contribuito a ripristinare il prestigio della Chiesa in Russia dopo decenni di repressioni sovietiche, anche grazie all'alleanza con Boris Eltsin e Vladimir Putin. Pur assicurando di non voler ingerire nella politica russa, era piu' volte andato in tv per dire la sua su questioni di attualita', spesso allineandosi al Cremlino.

Era intervenuto, tra l'altro, per condannare i raid della Nato nella ex Jugoslavia, l'invasione dell'Iraq e lanciando appelli a favore delle popolazioni russofone nei Paesi dell'ex Urss. Alessio II si e' trovato a gestire una fase delicata nei rapporti con la Chiesa cattolica, che ha accusato di proselitismo rifiutandosi di incontrare il Papa Giovanni Paolo II e il suo successore Benedetto XVI. Sullo sfondo c'e' la disputa sulla restituzione dei beni alla Chiesa dei cattolici di rito greco dell'Ucraina occidentale (quelli che gli ortodossi chiamano gli uniati) e la diffidenza verso la Santa Sede, alimentata dalla creazione di quattro diocesi cattoliche in Russia. E' stato pero' una figura aggregante per la Chiesa ortodossa, come dimostra la riunificazione dello scorso anno con la Chiesa ortodossa russa all'estero dopo 80 anni di scisma. "Sono sconvolto", ha commentato l'ex presidente sovietico, Mikheil Gorbaciov, "e' difficile trovare le parole, avevo un immenso rispetto per lui". "E' una perdita incolmabile per tutti gli ortodossi russi, ovunque vivano", ha dichiarato dal canto suo il presidente del Senato, Serghei Mironov. Grandissimo dolore e' stato espresso anche dal premier Vladimir Putin e dal Capo dello Stato, Medvedev. Quest'ultimo ha annullato la visita in programma nei prossimi giorni a Bari. Lo stesso ha fatto, in forma di rispetto, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Al patriarca Alessio II e' toccato guidare la Chiesa in un periodo di grandi trasformazioni e ha saputo svolgere questo compito con grande senso di responsabilita' e di amore alla tradizione russa". E' questo il primo commento della Santa Sede alla notizia della morte del Patriarca di Mosca. "Abbiamo appreso con profondo dolore - scrive in una nota il Cardinale Walter Kasper, presidente del dicastero vaticano per l'Unita' dei Cristiani - della morte di Sua Santita' Alessio II. Il Patriarca era stato chiamato a guidare la Chiesa ortodossa russa in un periodo di grande cambiamento, e la sua leadership ha reso capace la Chiesa di affrontare i cambiamenti di transizione dall'era sovietica al presente con rinnovata vitalita'.

E' stato strumento per promuovere le enormi crescite delle diocesi, parrocchie, monasteri e le istituzioni educative che hanno dato una nuova vita alla Chiesa". Nella sua dichiarazione, il Cardinale Kasper ricorda inoltre "i molti incontri con Sua Santita', che ha sempre espresso la propria buona volonta' verso il Santo Padre e il suo desiderio di rafforzare la collaborazione con la Chiesa cattolica. Il suo personale impegno di rafforzare le relazioni con la Chiesa cattolica, nonostante le difficolta' e le tensioni che sono emerse nel tempo - conclude il capo dicastero - non e' stato mai in dubbio". "Sentimenti di tristezza di fronte alla morte non solo di un capo di una grande Chiesa ma di una persona che ha sempre mostrato attenzione, amabilita' e comprensione verso la mia missione". Ad esprimerli e' il nunzio apostolico a Mosca, Monsignor Antonio Mennini. "L'esempio di Alessio II - spiega il prelato - va visto sullo sfondo del travagliato periodo in cui il Patriarca ha guidato la Chiesa russa, e cioe' dopo la caduta del comunismo. Il Patriarca - aggiunge il nunzio - ha saputo tenere unita la Chiesa salvaguardandola dalla fughe centrifughe e dalla pressioni esterne. Ha lavorato per la ricomposizione della Chiesa ortodossa russa all'estero. Si puo' dire che come un pastore, ha curato l'unita' del gregge di Cristo". L'Arcivescovo cita, in una nota diffusa dal Servizio Informazione Religiosa, le recenti visite a Mosca dei Cardinali Dionigi Tettamanzi di Milano, Crescenzio Sepe di Napoli e Andre' Vingt-Trois di Parigi, e lo scambio di messaggi tra il Patriarca e Benedetto XVI. "Sono state - rileva il nunzio - importanti tappe per l'avvicinamento tra le due Chiese". "Con l'Arcivescovo Pezzi - rivela inoltre Monsignor Mennini - abbiamo deciso di celebrare in Cattedrale una Messa in suffragio del Patriarca alla quale abbiamo chiamato a partecipare tutti i fedeli e i sacerdoti cattolici come segno della nostra solidarieta’ al mondo ortodosso".

"Alessio II e' stato negli ultimi cinquant'anni un protagonista del cammino ecumenico" e nutriva "sincero e profondo apprezzamento per il Santo Padre, Benedetto XVI e per il suo insegnamento, che reputava essere un contributo fondamentale alla difesa dei valori cristiani nel mondo contemporaneo". Lo afferma il vescovo Vincenzo Paglia, responsabile Cei per il dialogo ecumenico e interreligioso, che con il Patriarca ha avuto "in questi anni un intenso rapporto personale" e ha potuto cosi' "osservare il commovente processo di rinascita della fede in Russia, del 'secondo battesimo della Russia', come amava dire Aleksij II, dal quale non poche volte ho ascoltato parole di ringraziamento al Signore per i frutti di tale itinerario". "Alessio - sottolinea Monsignor Paglia - auspicava uno sviluppo e un ulteriore avvicinamento tra Chiesa russa e Chiesa cattolica. Nel suo orizzonte spirituale e religioso un posto significativo era occupato dall'Italia e dalla sua Chiesa, di cui amava ricordare il radicamento profondo nella societa' e la viva fede del suo popolo". "Con la sua morte - rileva il vescovo - scompare una personalita' di primissimo piano del mondo cristiano. E' stato un protagonista della vita travagliata della Chiesa russa nella seconda meta' del Novecento, nei difficili anni sovietici dapprima, e poi in quelli della rinascita dopo la fine dell'oppressione comunista. Il suo patriarcato infatti ha guidato la Chiesa negli anni della riacquisita liberta', della ripresa della vita religiosa, del ristabilimento di una piena vita ecclesiale in Russia e negli altri paesi ex-sovietici". "Agli inizi del mese di ottobre - ricorda Paglia - ho avuto con il Patriarca l'ultimo mio incontro ed e' tuttora molto viva la memoria di un colloquio svoltosi in un clima di autentico amore fraterno. Citava sempre con grande simpatia gli incontri che aveva avuto con vescovi e delegazioni della Chiesa italiana, con la quale si erano stabilite relazioni che riteneva essere un esempio per i rapporti fraterni tra la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica".

La successione al Patriarcato di Mosca avviene con una prima scelta di tre candidati da parte del consiglio degli arcivescovi. Poi si riunisce il concilio plenario della Chiesa ortodossa russa - in genere nel monastero di Serghei Posad (ex Zagorsk), una novantina di chilometri a nord di Mosca, considerato il 'Vaticano' russo. Per l'elezione di Alessio II, nel 1990, c'erano 317 delegati di cui 90 arcivescovi, 92 chierici, 88 civili, 39 rappresentanti dei monasteri e dei seminari. Fra questi delegati, c'erano 40 esponenti delle diocesi all'estero. Recentemente, proprio grazie agli sforzi diplomatici di Alessio, si e' sanata la rottura fra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa in esilio, per cui e' probabile che intervengano anche rappresentanti di quel ramo. Il concilio delibera sui tre candidati proposti dagli arcivescovi, e ha anche il diritto di presentare ulteriori candidature, purche' appoggiate da almeno 12 suoi membri e che ottengano la maggioranza dei voti a scrutinio segreto. Si passa poi alla scelta del nuovo patriarca, che deve ottenere almeno il 50% dei voti. Se nessuno arriva a quel quorum, si procede al ballottaggio fra i due candidati piu' forti. Il Santo sinodo e' stato convocato intanto a Mosca in seduta straordinaria per nominare un responsabile ad interim in attesa dell'elezione del nuovo capo della Chiesa ortodossa russa. Eleggibile alla piu' alta carica della Chiesa russa e' un arcivescovo della Chiesa ortodossa russa, con alto livello di istruzione in seminario, che goda di buona reputazione presso i sacerdoti e il popolo, e abbia compiuto almeno 40 anni. Fra i nomi piu' di spicco per la successione figurano al momento l'arcivescovo Kirill, responsabile per i patriarcato delle relazioni ecumeniche, e il metropolita Clemente, tesoriere del patriarcato. Il concilio plenario deve venire convocato entro e non oltre sei mesi dalla morte o dal ritiro del patriarca precedente.

da Petrus
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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05/12/2008 16:09
 
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Messaggio del S. Padre

Al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa

Ho appreso con viva commozione la triste notizia della morte di Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, e con fraterno affetto desidero far giungere al Santo Sinodo e a tutti i Membri della Chiesa Ortodossa Russa le mie più sincere condoglianze, assicurando la mia spirituale vicinanza in questo momento di grande tristezza. Elevo suppliche al Signore affinché accolga nel suo Regno di pace e di gioia eterna questo suo instancabile ministro e doni consolazioni e conforto a quanti ne piangono la dolorosa dipartita. Memore del comune impegno sul cammino della reciproca comprensione e collaborazione fra ortodossi e cattolici, mi è gradito ricordare gli sforzi che il defunto Patriarca ha profuso per la rinascita della Chiesa, dopo la dura oppressione ideologica, che ha causato il martirio di tanti testimoni della fede cristiana. Ricordo anche la buona battaglia per la difesa dei valori umani ed evangelici che egli ha condotto in particolare nel Continente europeo, auspicando che il suo impegno produca frutti di pace e di autentico progresso umano, sociale e spirituale. Nell'ora sofferta del commiato, mentre il suo corpo mortale viene affidato alla terra in attesa della risurrezione, possa la memoria di questo servitore del Vangelo di Cristo essere sostegno per quanti ora sono nel dolore e di incoraggiamento a quanti ne raccoglieranno l'eredità nel guidare codesta veneranda Chiesa Ortodossa Russa.

Con affetto fraterno nel Signore Risorto

BENEDICTUS PP. XVI
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Analogamente un messaggio al Santo Sinodo è stato inviato dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.

Informato dolorosa scomparsa Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, desidero far giungere sentimenti di fraterna partecipazione al dolore di codesta Chiesa Ortodossa Russa, nel momento in cui affida il suo Pastore alle braccia paterne e misericordiose di Dio. Mi unisco con affetto nel pregare Iddio affinché il Patriarca Alessio II possa incontrare nella luce dell'amore eterno il Cristo Risorto, che ha servito in vita, e invoco dalla bontà divina il sostegno della speranza cristiana insieme alla forza per proseguire il cammino di testimonianza evangelica nel mondo.

Cardinale Tarcisio Bertone
Segretario di Stato di Sua Santità


Mosca, 5. L'ultima apparizione in pubblico di Alessio II, morto questa mattina nella sua residenza fuori Mosca, nel villaggio di Peredelkino, risale solo a ieri, quando il Patriarca ha celebrato messa al Cremlino. Si terrà invece molto probabilmente nella cattedrale del Cristo Salvatore, sempre a Mosca, la veglia funebre. La cattedrale fu fortemente voluta dal defunto Patriarca, ricostruita identica a quella fatta abbattere da Stalin negli anni Trenta. Secondo quanto si apprende, i funerali dovrebbero invece svolgersi il 7 dicembre, nella capitale russa. La decisione verrà ufficializzata dal Santo Sinodo, riunitosi non appena appresa la notizia della morte del Patriarca.



Alexei Mikahilovich Rediger, questo il nome al secolo di Alessio II, era nato il 23 febbraio 1929 a Tallin, nell'attuale Estonia, dove il padre, sacerdote, era emigrato da San Pietroburgo. Nel 1949 Alexei Rediger era tornato nell'allora Leningrado per entrare in seminario, dove aveva proseguito gli studi a livello universitario in teologia. Ordinato sacerdote nel 1950, nel 1961, in Estonia, si era fatto monaco, una tappa obbligata per percorrere la carriera ecclesiastica nell'ortodossia russa. In quello stesso anno era diventato vescovo di Tallin e dell'Estonia. Nel 1964, l'ingresso nel Santo Sinodo, quindi, nel 1968, era diventato metropolita. Dal 1986 al 1990 era stato vescovo di Leningrado (l'attuale San Pietroburgo) e Novgorod, e il 7 giugno 1990 venne acclamato Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie. La cerimonia di insediamento si tenne il 10 giugno, facendo di Alessio II il quindicesimo Patriarca della Chiesa ortodossa russa.

Di recente si erano intensificate le occasioni di dialogo fra il Patriarca e il Papa. Già nel marzo del 2006 Benedetto XVI aveva inviato un messaggio ad Alessio II per il suo compleanno e onomastico. In quell'occasione il Patriarca aveva inviato in risposta al Papa, attraverso il cardinale Roger Etchegaray, una lettera accompagnata dall'omaggio di una croce pettorale. Nel gennaio del 2008, Alessio II aveva poi lanciato la proposta di piani pastorali comuni con la Chiesa cattolica. Nel maggio successivo, Benedetto XVI aveva affidato al presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, cardinale Walter Kasper, in visita a Mosca, una lettera indirizzata al Patriarca dedicata al cammino verso la piena comunione. Nell'ottobre scorso Benedetto XVI aveva affidato al Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Crescenzio Sepe, in visita nella capitale russa, un messaggio autografo indirizzato al Patriarca, nel quale il Papa esportava a offrire al mondo una testimonianza comune nel rispetto della pace. Il Patriarca aveva risposto con un'altra missiva nella quale si sottolineava lo sviluppo positivo delle relazioni e della cooperazione fra Chiesa cattolica e Patriarcato. Successivamente, il 26 ottobre, si era recato a Mosca, su invito del Patriarca, anche il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, il quale aveva reso omaggio al martirio degli ortodossi durante il periodo sovietico.



(©L'Osservatore Romano - 6 dicembre 2008)
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