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S.Caterina da Siena: il Dialogo della Divina Provvidenza

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2012 21:11
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06/12/2008 07:49
 
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Desidero condividere con voi una pagina del "Dialogo della Divina Provvidenza", che Caterina da Siena dettava il più delle volte sotto estasi e che apre il Capitolo dedicato al Corpo Mistico della Chiesa. Il cap. comincia con una "descrizione" del sacerdote...non mi dilungo in commenti poichè sciuperei l'opera...

"Eccellenza del ministero sacerdotale" (Dialogo...pag 271)

110. (qui è la Provvidenza che risponde a delle domande che Caterina faceva) "Ora rispondo a quel che mi hai chiesto sui ministri della santa Chiesa. E affinchè tu possa conoscere meglio la verità, apri l'occhio del tuo intelletto e considera la loro eccellenza, ed in quanta dignità Io li ho posti. Inoltre, poichè una cosa si conosce meglio per mezzo del suo contrario, ti voglio mostrare la dignità di coloro ai quali è dato di amministrare virtuosamente il Tesoro che Io ho messo nelle loro mani: grazie a ciò vedrai meglio la miseria di quelli che oggi si nutrono al seno di questa Sposa".

(Caterina usava parlare in terza persona, non dice mai "io" quando detta il Dialogo mentre, nelle Lettere usava "io Caterina, serva dei servi di Cristo, voglio!"
Ora segue una sua riflessione)

Allora quell'anima, per obbedire, si specchiava nella Verità dove vedeva risplendere la virtù di coloro che in verità gustano l'Amore di Dio. E l'Eterno Dio le diceva:
"Carissima figlia, ti voglio illustrare innanzi tutto la dignità nella quale io li ho posti grazie alla mia bontà: dignità che oltrepassa l'Amore che Io ho avuto per tutte le altre mie creature facendole a mia immagine e somiglianza e tutte ricreandole alla Grazia nel Sangue del Figlio mio Unigenito, onde perveniste a grande elevazione per l'unione da me fatta della mia divinità con la natura umana. Questa elevazione è tanta che per essa voi avete maggiore eccellenza e dignità degli Angeli, poichè Io assunsi la natura vostra e non quella angelica! Perciò, come dissi, Io, Dio, son fatto uomo e l'uomo Dio, per l'unione della mia natura divina nella vostra natura umana!

Il sole eucaristico


Questa è la grandezza data atutte le creature dotate di ragione; ma fra queste ho eletto i miei ministri per la vostra salvezza, affinchè per mezzo loro vi fosse somministrato il Sangue dell'umile e Immacolato Agnello, l'Unigenito mio Figlio. A costoro ho dato di amministrare il Sole, donando loro il lume della scienza, il calore della divina Carità e il colore unito al calore ed alla luce,cioè il Sangue e il Corpo del Figlio mio! Questo Corpo è un Sole, perchè è una cosa sola con me, che sono il Sole vero. Tanto è unito a me, che l'Uno non si può separare nè dividere dall'Altro, come avviene del sole il cui calore è indivisibile dalla luce, e la luce dal calore, grazie alla loro perfetta unione! (...) Io sono quel Sole, Dio Eterno dal quale procede il Figlio e lo Spirito Santo.

Dello Spirito Santo è proprio il fuoco; del Figlio è propria la Sapienza; in questa Sapienza i miei ministri ricevono un lume di grazia perchè somministrano questo stesso Lume con la Luce che ne proviene e con gratitudine per il beneficio ricevuto da me, Padre Eterno, seguendo la dottrina di questa Sapienza, l'Unigenito Figlio mio! Questo Lume ha in sè il colore della vostra umanità...(...) A chi l'ho dato da amministrare? Ai miei ministri nel corpo mistico della santa Chiesa, affinchè aveste vita attraverso il dono del Suo Corpo in Cibo e del Suo Sangue in bevanda. (...)

Nell'Eucarestia è tutto Dio e tutto Uomo.

E come il sole non può dividersi, così nella bianchezza dell'Ostia Io sono tutto unito: Dio e uomo! Se l'Ostia si spezzasse e fosse possibile farne migliaia di frammenti, in ciascuno è tutto Dio e tutto uomo, come ho detto! Come lo specchio può andare in frantumi, e tuttavia non si divide l'immagine che si vede in ogni suo pezzo, così anche dividendo questa Ostia non vengo diviso Io, tutto Dio e tutto uomo, ma sono tutto in ciascuna parte! (...)

113. (...) Essi sono i consacrati da Me, ed Io li chiamo i miei "cristi" perchè ho dato loro me stesso da amministrare per voi, ponendoli come fiori profumati nel corpo mistico della santa Chiesa...."

Dialogo, pag.276:

Come si vede e si contempla il mistero eucaristico:

111. O figlia carissima, apri bene l'occhio dell'intelletto per contemplare l'abisso della mia Carità: non v'è creatura dotata di ragione che non si senta sciogliere il cuore per slancio d'amore vedendo, tra gli altri benefici ricevuti da me, quello che ricevete in questo Sacramento!
Con quale occhio, carissima figlia, tu e gli altri dovrete vedere e contemplare e toccare questo mistero? Non certo con il tatto e la vista corporea, perchè tutti i sensi del corpo sono inadeguati. Come puoi osservare l'occhio non vede altro che la bianchezza del Pane, così che le grossolane sensazioni del corpo vengono ingannate; ma non può essere ingannato il sentimento dell'anima purchè essa voglia; cioè, purchè essa non voglia privarsi da sè il lume della santissima fede a causa della sua infedeltà!

(Già Tommaso D'Aquino scriveva: "Visus, gustus tactus in Te fallitur", cioè: "La vista, il gusto e il tatto in Te vengono meno", parole inserite per l'Inno Eucaristico, dove questa dottrina è esposta in forma poetica....è bello l'accostamento che non si distoglie da tutti e tre i punti: il Vangelo, s.Tommaso e quindi la dottrina della Chiesa e poi anche il Dialogo di Caterina ne risente....) Wink
Riprendiamo la lettura:

E' il sentimento dell'anima, dunque, quello che gusta, vede e tocca questo Sacramento! Con che occhio lo vede? Con l'occhio dell'intelletto, se in esso vi è la pupilla della santissima Fede! Quest'occhio vede in quella bianchezza "tutto Dio e tutto Uomo", la natura divina unita con la natura umana: il Corpo e l'anima e il Sangue di Cristo, Figlio mio Unigenito, l'anima unita al corpo e il corpo con l'anima uniti con la mia natura divina, senza distaccarsi da me.....Ma non lo vede soltanto con l'occhio dell'intelletto, bensì anche con l'occhio del corpo, sebbene a causa del lume intensissimo l'occhio corporeo subito perda la capacità di vederlo, onde rimane solo l'occhio dell'intelletto!

Te lo mostrai perchè tu ne fossi più illuminata, in occasione della guerra che il demonio t'aveva fatto proprio a proposito di questo Sacramento; e anche per farti crescere nell'amore e nel lume della santissima Fede. Perciò sai che, recandoti in chiesa una mattina all'alba per assistere alla messa, essendo stata poco prima tormentata dal demonio, ti mettesti diritta davanti all'Altare del Crocifisso; intanto il sacerdote era venuto all'altare di Maria. E tu te ne stavi là a considerare il tuo difetto perchè temevi d'avermi offeso per la molestia a te arrecata dal demonio, e a contemplare l'ardore della mia Carità che ti aveva resa degna di partecipare alla Messa - sebbene ti reputassi indegna persino di entrare nel mio Tempio santo - allorchè il sacerdote giunse all'atto della consacrazione, tu alzasti gli occhi su di lui.

E mentre egli pronunciava le parole sante della consacrazione, Io mi manifestai a te; e tu vedesti uscire dal mio petto un lume, come il raggio esce dal disco del sole senza tuttavia staccarsene. Entro quel raggio di luce, strettamente ad esso unita, scendeva una colomba, e veniva a colpire l'Ostia in virtù delle parole della Consacrazione pronunciate dal mio ministro. Di fronte a ciò il tuo occhio corporeo non bastò a sopportare la luce, ma ti rimase solo l'occhio dell'intelletto, con il quale vedesti e gustasti l'abisso della Trinità, tutto Me, Duio e Uomo, nascosto sotto il velo della bianchezza. Tuttavia la luce e la presenza del Verbo che tu vedesti mentalmente sotto quella specie, non cancellavano la bianchezza del Pane, nè quel Pane era cancellato da Me, perchè non hgli veniva tolta la bianchezza, nè il poterlo toccare e gustare!

Tutto questo ti fu mostrato dalla mia divina bontà, come ti ho detto. A chi rimase la capacità di vedere? All'occhio dell'intelletto con la pupilla della santissima Fede; così che il vedere spetta principalmente all'occhio dell'intelletto, in quanto questo non può essere ingannato. Con l'occhio dell'intelletto dovete contemplare questo santissimo Sacramento!
E chi lo può toccare? La mano dell'Amore....l'Ostia si tocca per fede con la mano dell'Amore, perchè è con l'Amore che Io sono li presente tutto Dio e tutto Uomo, gratuitamente!

E chi lo può gustare? il gusto del santo desiderio. Il gusto del corpo sente il sapore del pane, e il gusto dell'anima sente Me, per mia somma bontà, tutto Dio e tutto uomo!

Vedi, dunque, come i sensi corporei vengono ingannati, ma non è ingannato il sentimento dell'anima: questa viene assicurata e illuminata in sè stessa, perchè l'occhio dell'intelletto ha visto e gustato con la pupilla della santissima fede. E poichè vide, conobbe, e perciò lo tocca con la mano dell'Amore, poichè ciò che ha visto ora tocca, vive per amore e per fede! E con il gusto dell'anima, unito all'ardente desiderio, assapora la mia infuocata Verità.

Vedi, dunque, come dovete ricevere e contemplare questo Sacramento, non soltanto col sentimento corporeo, ma col sentimento spirituale, disponendo il sentimento dell'anima a riceverlo e a gustarlo, come ti ho detto.
_________________

"La colpa gravissima di chi perseguita la Chiesa"

116. Se tu mi chiedessi (è la Provvidenza Divina che dialoga con Caterina da Siena) per quale ragione Io giudico la colpa di coloro che perseguitano la Santa Chiesa più grave di tutte le colpe che si possano commettere, e perchè non voglio che nemmeno a causa di loro eventuali difetti diminuisca la riverenza verso i miei Ministri, ti risponderò dicendoti: perchè ogni atto di rispetto verso di loro non è fatto a loro ma a Me, in virtù del Sangue che Io ho dato loro da somministrare. Se così non fosse, li rispettereste non più di quanto rispettate ogni altro uomo di questo mondo. Invece dovete riverirli grazie al loro ministero, e dovete ricorrere alle loro mani; dovete ricorrere a loro non per loro stessi, ma in forza del potere che Io ho dalo loro, se volete ricevere i santi Sacramenti della Chiesa; se, infatti, pur potendoli ricevere, voi non li voleste, vivreste e morreste in stato di dannazione.

Perciò è chiaro che la riverenza non è per loro, ma è per Me e per il glorioso Sangue di cristo; siamo infatti una medesima cosa grazie all'unione divina con la natura umana, come ho già detto. Allo stesso modo anche l'irriverenza colpisce Me; infatti ti ho già detto che non dovete riverire loro per loro stessi, ma per l'autorità che Io ho loro data. Perciò essi non devono essere offesi, poichè offendendoli, offendete Me e non loro, e questo io lo proibisco, e dico che non voglio che i miei consacrati siano toccati da mano secolare!

Ecco perchè nessuno può dire a mò di scusa: "io non offendo la santa Chiesa nè mi ribello, ma colpisco i difetti dei cattivi pastori..." Costui mente sul suo capo e, come accecato dall'amor proprio, non riesce più a vedere chiaramente. Ma in realtà costui vede benissimo, anche se finge di non vedere per far tacere il pungolo della propria coscienza. Se ascoltasse la propria coscienza vedrebbe, come in realtà vede, di star perseguitando il Sangue offerto e non i suoi ministri difettosi. A Me è rivolta l'offesa, così come per Me è la riverenza e mio è ogni danno - scherni, villanie, obbrobri e persecuzioni - che sia fatto a loro! Io reputo fatto a Me quel che gli uomini fanno a loro, poichè questo Io dissi, che non voglio che i miei consacrati siano toccati da altri. Io solo ho il potere di punirli, non altri!

Ma questi iniqui dimostrano la mancanza di rispetto che hanno per il Sangue, e quanto poco hanno caro il Tesoror da me dato per la loro salvezza e per la vita delle loro anime. Niente infatti potevate ricevere di più grande che il Mio darmi in Cibo per voi: tutto Dio e tutto Uomo, come ti ho detto!


S.Caterina da Siena "Dialogo della Divina Provvidenza", pag.284 -Ed. ESD-

(...continua pag.285 - La colpa di chi perseguita la Chiesa-)

Ma per il fatto che nei miei ministri non riverivano Me, gli uomini han tolto loro ogni riverenza perseguitandoli e motivando la persecuzione col pretesto che vedevano in loro molti peccati e difetti: dei quali più avanti ti parlerò. Se in verità avessero coltivato in sè questo rispetto verso i miei ministri per amor mio, per nessuna colpa mai avrebbero mancato loro di rispetto, perchè la virtù del Sacramento non diminuisce a causa di alcun difetto, come ti ho già detto. Dunque non deve diminuire neppure la riverenza loro dovuta; se il rispetto vien meno, l'offesa è fatta a Me!
Perciò reputo questa colpa fra le più gravi, molte sono le ragioni. Te ne dirò le tre principali.

La prima consiste in ciò: "che quel che fanno ai miei ministri vien fatto a me" (Lc.10,16)

La seconda è questa: chi perseguita i sacerdoti trasgredisce il comandamento; perchè Io ho intimato che essi non vengano toccati e chi contravviene al Mio divieto disprezza la virtù del Sangue tratta dal Sacramento del Battesimo, in quanto disobbedisce facendo quel che Io ho vietato! Costoro si ribellano a questo Sangue perchè hanno perso il rispetto e si sono eretti a giudici e persecutori, riducendosi a membri putridi, che volontariamente si son staccati dal corpo Mistico della Chiesa; perciò se la morte li coglie mentre consapevoli si ostinano in questa ribellione, dura sarà la mia condanna....(Lc.10,12) Ma è anche vero che giunti al momento estremo, se umiliandosi riconoscono la propria colpa, e desiderano riconciliarsi con il loro Capo, pur non potendolo fare effettivamente (qui si evidenzia la conversione in mancanza di un sacerdote), possono ricevere la Mia Miseriocordia. Ma è meglio che essi non aspettino l'ultimo momento, poichè non possono essere sicuri d'averne il tempo, così come è già scritto nel santo Vangelo!

La terza ragione sta nel fatto che questa colpa è fra le più gravi in quanto è commessa con la malizia e spesso con deliberazione: essi, infatti, se chiedessero il Lume della Sapienza, capirebbero, ma essi sanno che questo peccato non può essere fatto in "buona coscienza", e dunque, commettendolo, Mi recano offesa, sì! Offesa accompagnata da superbia, senza alcun piacere temporale, onde si consumano l'anima e il corpo: si consuma l'anima, perchè viene privata della grazia ed è corrosa dal verme della coscienza; e si consuma ogni sostanza temporale, perchè essa viene messa a servizio del demonio che gode nel vedere trattare male i miei Ministri!

Queste azioni sono commesse con determinazione contro di Me e nessuna utilità viene da queste azioni, ma vanno ad alimentare malizia e profumo di superbia con la scusa di voler correggere i difetti dei miei Ministri. Essi non sono da meno di Pilato, dalla cui paura di perdere il potere e il proprio posto, uccise Cristo, l'Unigenito mio Figlio: allo stesso modo si comportano costoro! (Gv.19,12 - Caterina, le Lettere, n.123-)

L'offesa ai Miei ministri è fatta direttamente a Me, gli altri peccati sono commessi con qualche motivazione, e in modo indiretto, per mezzo di altro. Il peccato si commette sempre per mancanza dell'Amore di Dio e del prossimo: perciò quando si offende il prossimo, sono Io che vengo offeso per mezzo suo, a maggior ragione se si offende un ministro! Sono Io che ho eletto questi miei ministri, Io li ho consacrati con il Mio Spirito, Io li ho posti a somministrare il Corpo e il Sangue del Mio Unigenito: all'atto della consacrazione, queste persone rivestono la persona di Cristo mio Figlio, Sacerdote per sempre; ecco perchè questa offesa è fatta al Verbo e rivolgendola a Lui è rivolta a Me poichè siamo una medesima cosa!
(...)

Questo ti ho mostrato, affinchè tu avessi più materia per dolerti dell'offesa fattami; e affinchè con il dolore e l'amarezza tua e degli altri miei servi, in virtù della Mia bontà e Misericordia, si possa dissolvere tutta la tenbra che si è venuta addensando in questi membri che imputridiscono e che si tagliano fuori dal corpo mistico della Chiesa! Purtroppo trovo tanti che mi feriscono continuamente con le frecce di un amore falso e disordinato e con timor servile dicono di servirMi, ma mentono; con l'amor proprio e come accecati stimano quale onore ciò che per loro è vergogna, mentre considerano vergogna ciò che è a loro onore cioè, si vergognano di umiliarsi di fronte al Capo di cui dovrebbero esserne membra, ma che non vogliono!
_________________

Preghiamo con S. Caterina:

" O Spirito Santo,vieni nel mio cuore:
Per la Tua potenza tiralo a Te Dio Vero.
Concedimi carità con timore;
custodiscimi da ogni mal pensiero,
Riscaldami e infiammami del tuo amore,
Sì che ogni peso mi paia leggero.
Santo mio Padre e Dolce mio Signore,
Ora aiutami in ogni mio ministero,
Cristo Amore.Cristo Amore! Amen "


Proseguiamo la lettura del Dialogo, pag.288:

Miseria e cecità di chi perseguita i sacerdoti

117. A causa di questi difetti costoro (cioè dei nemici dei sacerdoti) si sono eretti e si erigono a persecutori del Sangue; perciò ti dissi che mi percuotevono, e così è in verità: è infatti loro intenzione di ferirmi in tutti i modi possibili.

(apro una parentesi poichè quanto è duramente detto in questo capitolo è ovvio che si riferisce a chi non credendo nei sacerdoti e nella loro funzione e consacrazione speciale, accusandoli con cognizione di causa offende Dio....infatti in un altro capitolo che poi metterò, c'è anche la punizione dei cattivi sacerdoti....così potremo comprendere come esistono ben due "campane del discorso"...) Wink riprendiamo:

Certamente Io non posso riceverne alcuna ferita, nè posso essere percosso da loro; piuttosto Io sono come la pietra che, percossa, non accusa colpo, anzi, rimbalza verso colui che lo ha inferto (rif.Prov.26,27). Così è delle percosse che provengono dalle loro offese; esse emanano fetore ma non possono nuocermi; ed anzi la freccia avvelenata della colpa ricade su di loro. Questa colpa li priva della grazia in questa vita, facendo loro perdere il frutto del Sangue, e, in punto di morte se non si confessano e con la contrizione del cuore, cadono nell'eterna dannazione, tagliati via da me e incatenati con il demonio...

(Parole dure....pesanti, ma non meno pesanti quelle del vangelo: "non date perle ai porci, non date ai cani le cose sacre, perchè non le calpestino con le loro zampe e si rivoltino a sbranarvi" (Mt.7,6) In un altro passo del vangelo si arriva a "togliere" la pace: (Mt.10, 11-15) leggere tutto il brano...
Wink
Come vedete anche nel Dialogo Dio ritorna su l'argomento evangelico: punizione tremenda a chi, volontariamente e con coscienza, non ascolta, non riceve o accusa ingiustamente i suoi sacerdoti....E ancora si parla di ricompensa a chi accoglie il messo evangelico, il consacrato di Dio: Chi accoglie voi accoglie me e chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato (...) Chi avrà dissetato anche con un solo bicchiere d'acqua fresca uno di questi piccoli, in quanto discepolo, in verità vi dico: non perderà la sua ricompensa. (Mt,10, 40-42) Gesù parla specificatamente del suo discepolo...cioè...in quanto consacrato e prescelto...)

Riprendiamo il Dialogo:

Del resto, con il Demonio han fatto lega, perchè l'anima, non appena è privata della Grazia, si trova legata ai lacci del peccato.....Essi hanno contratto questo vincolo usando il loro libero arbitrio, e l'hanno posto nelle mani del demonio, che dunque così li aggira, li confonde, li aggioga, l'inganna....

Con questo vincolo i persecutori del Sangue, si sono legati l'uno all'altro e ne hanno assunto l'ufficio! I demoni si adoperano a pervertire le mie creature, a strapparle alla Grazia e a indurle alla colpa e al peccato mortale....Ebbene essi si comportano allo stesso modo, poichè come membri del demonio vanno sovvertendo i figli della Sposa di Cristo, mio Figlio Unigenito, sciogliendoli dal legame della carità e legandoli con quello miserabile dell'odio, dell'invidia, dell'insofferenza, della vendetta; e insieme si privano del frutto del Sangue (cioè dell'Eucarestia quale Cibo di vita eterna) per cui, restando spogli anche della sua dignità, precipitano nella più grande confusione, seminando l'errore.

Questo laccio dell'odio è annodato anche con la superbia, con l'amor proprio e con il timor servile: infatti pur di non perdere i beni temporali, essi non sanno di perdere così la Grazia! E' un legame sigillato col sigillo delle tenebre, poichè essi non sanno in quanti e quali danni e miserie sono caduti e fanno cadere gli altri; e dunque non si correggono perchè non si conoscono e non vogliono conoscersi...O figlia carissima, ti sia d'infinito dolore il vedere tanta cecità e miseria in creature che, come te, sono state purificate nel Sangue, e da medesimo nutrite e allevate al seno della santa Chiesa; ed ora come ribelli, per timore servile, con il pretesto di correggere i difetti dei miei ministri - i quali Io ho proibito che siano toccati da costoro - in tal modo si sono distaccati da questo seno.

Un sacro terrore colga te e gli altri servi miei nel ricordare questo miserabile vincolo con il Male: la tua lingua non basta a dirne l'abominio. Più grave, poi, perchè col mantello dei difetti dei miei ministri, vogliono coprire e nascondere se stessi e le proprie colpe; nè pensano che non c'è mantello sotto cui possano nascondersi al mio sguardo così che Io non li veda! (...) Non si possono perseguitare i ministri del Sangue, quali che sembrino essere le loro mancanze....
_________________
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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