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Litanie Domenicane, Lauretane, al Cuore di Gesù, ecc...

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2016 21:30
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01/10/2009 17:15
 
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Direttiva sulle Litanie della Vergine
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha emanato un «Direttorio su pietà popolare e liturgia.


Principi e orientamenti» nel quale al n. 203 si parla esplicitamente delle Litanie della Vergine.

Ecco il testo:

«Tra le forme di preghiera alla Vergine raccomandate dal Magistero vi sono le Litanie. Esse consistono essenzialmente in una prolungata serie di invocazioni rivolte alla Vergine, le quali, succedendosi l’una all’altra con ritmo uniforme, creano un flusso orante caratterizzato da una insistente lode-supplica. Le invocazioni, infatti, generalmente molto brevi, constano di due parti: la prima di lode («Virgo clemens»), la seconda di supplica («ora pro nobis»).
Due formulari litanici sono inseriti nei libri liturgici del Rito Romano: le Litanie lauretane, verso le quali i Romani Pontefici hanno professato ripetutamente la loro stima; le Litanie per il rito di incoronazione di un’immagine della beata Vergine Maria, che, in alcune occasioni, possono costituire un’efficace alternativa al formulario lauretano.

Una proliferazione di formulari litanici non sarebbe utile al punto di vista pastorale; come d’altra parte, una limitazione rigorosa mostrerebbe di non tenere sufficientemente conto delle ricchezze di alcune Chiese locali o famiglie religiose. Perciò la Congregazione per il Culto Divino ha esortato a “prendere in considerazione alcuni formulari antichi o nuovi in uso presso Chiese locali o Istituti religiosi, notevoli per il rigore strutturale e la bellezza delle invocazioni”. Un’esortazione che, ovviamente, riguarda soprattutto ambiti locali o comunitari ben definiti.

In seguito alla prescrizione di papa Leone XIII di concludere, nel mese di ottobre, la recita del Rosario con il canto delle Litanie Lauretane, si creò presso molti fedeli l’errata persuasione che le Litanie fossero una sorta di appendice del Rosario. In realtà le Litanie sono un atto cultuale a sé stante: esse possono costituire l’elemento portante di un omaggio alla Vergine, essere un canto processionale, far parte di una celebrazione della Parola di Dio o di altre struttura culturali».


Elementi essenziali, comuni e nuovi

Ogni preghiera ha una sua struttura codificata. Essa non è uno sghiribizzo di una persona ma una crescita, una maturazione che è avvenuta nel tempo all'interno della Chiesa. Così è anche per le Litanie della Beata Vergine Maria.

Di seguito vengono suggeriti alcuni elementi per capire la composizione e per gestire nuovi schemi litanici.

Carattere popolare.

Si tratta di «preghiera o supplica popolare», nel senso di una preghiera semplice, agile, adatta alla recitazione e al canto, partecipabile da tutto il popolo.

Carattere tradizionale.

Ogni formulario dovrebbe essere modulato sulle Litanie Lauretane come furono codificate nel secolo XVI.

Dovrebbe avere:
- una supplica di apertura: «Signore, pietà; Cristo, pietà…»;
- una risposta dei fedeli alle invocazioni: «prega per noi»;
- si dovrebbe sempre iniziare da tre invocazioni universali: «Santa Maria; Santa Madre di Dio; Santa Vergine delle vergini»;
- e dovrebbe concludersi con la triplice invocazione: «Agnello di Dio…».


Carattere tematico.

Le Litanie composte per un particolare titolo o per una celebrazione in onore di Maria dovrebbero richiamare il particolare attributo della Beata Vergine di cui si fa memoria (p. es.: Maternità di Maria, Regalità…).


Carattere ternario.

Il ritmo ternario sembra essere richiesto, oltre che dalla formula tradizionale, anche da un'esigenza di facilitazione nella recita e dalla possibilità di un raggruppamento di invocazioni concettualmente omogenee.

Una parola sulle fonti.

Per una correttezza di contenuto teologico e dell'atteggiamento cultuale delle invocazioni, le fonti più genuine sono:
- la Sacra Scrittura,
- i precedenti formulari litanici;
- i documenti conciliari e pontifici;
- i testi liturgici.

Tutto questo per una fedeltà "creatrice" ai tesori della genuina tradizione mariana. Non si esclude la possibilità e la legittimità di formulazioni totalmente nuove, ma è necessaria una particolare ispirazione e un forte ancoraggio alla teologia e alla pietà mariana. Se poi alcune espressioni litaniche di lode potranno apparire ingenue, si tenga presente che sono pur sempre l'eco di quella tenerezza mirabile e commossa con cui da secoli viene cantato il nome di Maria!

Le Litanie intendono indirizzare le suppliche del popolo cristiano congiuntamente a Cristo e a Maria, la tutta Santa. La speciale e privilegiata attenzione riservata alla Madre non è mai fine a se stessa; ma sia per il contesto in cui è inserita, sia per lo spirito che la anima è nello stesso tempo lode alla Madre e al Figlio, lode al Figlio attraverso la Madre e, in ultima analisi, lode a Dio che nella sua misericordia si scelse una Madre così grande!


Il Rosario è, nato dall'amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L'oggetto che serve alla recita di questa preghiera, cioè la corona, è di origine molto antica.

Gli anacoreti orientali usavano pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei « Paternostri », per il cui conteggio S. Beda il Venerabile aveva suggerito l'adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra una leggenda, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un'arma efficace per debellare l'eresia albigese.

Nacque così la devozione alla corona del rosario, che ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna.

Promotori di questa devozione sono stati infatti i domenicani, ai quali va anche la paternità delle confraternita del Rosario. Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di « breviario del popolo», da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare.

Quelle « Ave Maria» recitate in famiglia sono animate da un autentico spirito di preghiera:
« E mentre si propaga la dolce e monotona cadenza delle " Ave Maria", il padre o l'a madre di famiglia pensano alle preoccupazioni familiari, al bambino che attendono, o ai problemi che già pongono i figli più grandi. Questo insieme di aspetti della vita familiare subisce allora l'illuminazione del mistero salvifico del Cristo, e viene spontaneo affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta quanta la redenzione » (Schillebeeckx).

La celebrazione della festività odierna,istituita da S. Pio V per commemorare la vittoria riportata nel 1571 a Lepanto contro la flotta turca (inizialmente si diceva « S. Maria della Vittoria »), il giorno 7 ottobre, che in quell'anno cadeva di domenica, venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913.

La «festa del santissimo Rosario», com'era chiamata prima della riforma del calendario del 1960, compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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