A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Benvenuti nello spazio da condividere per conoscere Gesù

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2009 22:46
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Per i più piccoli.... CHI E' GESU' ?



 

Giochiamo, Gesù!...









Giochiamo, Gesù!
Quanti giochi ci sono, tanti ne voglio fare con Te, perché se Tu giochi e mi fai giocare, metti l'ordine nel mio disordine.

Ci sono giochi che cominciano col disordine e portano la vittoria nell'ordine, e giochi che co­minciano con l'ordine e portano la vittoria nel disordine.

Le carte vengono mescolate apposta e si disor­dinano, gli scacchi vengono allineati nell'ordine, come in una battaglia...

O Gesù, io ti do il mio disordine e tu donami l'ordine del tuo amore; io ti do la mia nullità e Tu la tua ricchezza.






Giochiamo: la mia posta è l'anima mia. Vinci­mi, prendimi, raccoglimi come conquista del tuo gioco d'amore!

Ecco, sono come un aquilone: tirami, e fa che io m'innalzi nel Cielo.







Sono come acqua saponata: soffiami dentro perché mi dilati come un palloncino iridescente. Sono come pesante saetta: scoccami dal tuo arco perché raggiunga il segno.






Sono come cerchio che gira senza meta: ac­compagnami con la tua verga di comando, per­ché io trovi la mia via.

Sono come pallone smarrito nelle vicende del­la vita, e sbattuto di qua e di là dalle mani degli uomini: lanciami Tu e mettimi nella tua rete.

Sono un disco che non sa muoversi: lanciami con la tua grazia.




Giochiamo, Gesù, alla fune: io tiro Te e Tu tiri me... chi ha più forza? Vincimi!







Giochiamo al salto: Tu mi chiami, ed io vengo superando le barriere della mia nullità. Giochiamo a nascondersi: Tu mi chiami e non ti fai vedere ed io ti cerco.

Giochiamo, Gesù, portami fuori del mondo: là vedrò nei cieli stellati il gioco di Dio, e nella mia nullità il gioco del tuo amore!




 

O pane del Cielo, o dolcezze della solitudine eterna, dove si è bambini e si gioca per sempre! Si gioca con la luce eterna, coi riflessi delle eterne magnificenze, con le delicatezze del tuo amore, con la Mamma del Cielo, coi Santi, con gli Angeli, senza gli assillamenti di una vita angosciata dalla complicazione e turbata dalla serietà!


O Gesù, donami la semplicità dell'amore!


È questo il gioco più bello del nostro amore!



Padre Dolindo Ruotolo scriveva questo prezioso e originalissimo scritto alle sue figlie spirituali, sullo stile dell'Imitazione di Cristo, nell'ormai lontano 6 giugno 1938







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Il Papa Benedetto XVI
incontra i Bambini della Prima Comunione
15-10-2005
(nella foto è con Emanuele, il bambino che in questo abbraccio ha rappresentato tutti i bambini del mondo)
«Caro Papa, spiegaci...»



Pubblichiamo la trascrizione integrale delle domande sull'Eucaristia raccolte sabato 15 ottobre in piazza San Pietro dai bambini della Prima Comunione al Papa e le sue risposte.


Andrea: Caro Papa, ricordi il giorno della tua prima comunione?

'Naturalmente, mi ricordo bene quel giorno: era una bella domenica del marzo del 1936, quindi 69 anni fa. Era un giorno di sole la chiesa era molto bella, c’era la musica. Ma al centro dei miei ricordi è che da quel momento ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, mi ha visitato. È un dono di amore che vale più di tutta la vita. Ho capito che da allora è cominciata una nuova tappa della mia vita, ora è importante rimanere fedele a questa comunione. Il Signore mi ha guidato sempre, anche in situazioni difficili. Spero che anche per voi, la prima comunione sia l’inizio di una amicizia per tutta la vita con Gesù, perché andando con Gesù la vita diventa buona'.


Livia: Prima del giorno della Prima Comunione mi sono confessata, poi mi sono confessata altre volte. Volevo chiederti: devo confessarmi tutte le volte che faccio la Comunione, anche se ho fatto gli stessi peccati? Perché mi accorgo che sono sempre quelli.

'Non devi confessarti ogni volta, perché non fai sempre peccati così gravi quindi non è necessario confessarsi ogni volta che si fa la comunione. Necessario è solo nel caso che hai commesso un peccato realmente grave, offeso profondamente Gesù, così che l’amicizia è distrutta e devi ricominciare di nuovo. Solo in questo caso che il peccato si dice mortale, grave, è necessario confessarsi prima della Comunione. Questo è il primo punto. Il secondo: anche se, come ho detto, non è necessario confessarsi per ogni comunione è molto utile confessarsi con una certa regolarità. È vero: di solito i nostri peccati sono sempre gli stessi, ma facciamo pulizia delle nostre abitazioni, delle nostre camere almeno ogni settimana anche se la sporcizia è sempre la stessa per aver pulito, per ricominciare. Altrimenti forse la sporcizia non si vede ma si accumula. Una cosa simile vale anche per l’anima, per me stesso: se non mi confesso mai l’anima viene trascurata, alla fine sono sempre contento di me e non capisco più che devo anche lavorare per essere migliore, che devo andare avanti. E questa pulizia dell’anima che Gesù ci dà nel sacramento della Confessione ci aiuta ad avere una coscienza più svelta, più aperta e così anche a maturare spiritualmente e come persona umana. Quindi due cose: necessario è soltanto in caso di un peccato grave, ma molto utile è confessarsi regolarmente per coltivare la pulizia e la bellezza dell’anima e maturare man mano nella vita'.




Andrea: La mia catechista preparandomi al giorno della Prima Comunione, mi ha detto che Gesù è presente nell'Eucaristia, ma come? Io non lo vedo.

'Sì, non lo vediamo ma ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio: non vediamo la nostra ragione e tuttavia abbiamo una ragione; non vediamo la nostra intelligenza e l’abbiamo, non vediamo con una parola la nostra anima e tuttavia esiste e ne vediamo gli effetti perché possiamo parlare, pensare, decidere... Anche non vediamo per esempio la corrente elettrica e tuttavia vediamo che esiste, vediamo questo microfono come funziona, vediamo le luci. Quindi, con una parola, proprio le cose più profonde, quelle che portano realmente la vita e il mondo, non le vediamo ma possiamo vederne e sentirne gli effetti: per l’elettricità, la corrente non la vediamo ma la luce vsì. E così via. Così anche il Signore Risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove c’è Gesù gli uomini cambiano, diventano migliori. Diventa un po’ una maggiore capacità di pace, di riconciliazione. Quindi non vediamo il Signore stesso ma vediamo gli effetti così possiamo capire che Gesù è presente e proprio le cose come detto invisibili sono le più profonde, importanti, così andiamo incontro a questo Signore invisibile ma forte. che ci aiuta a vivere bene'.




Giulia: Santità, tutti ci dicono che è importante andare a Messa alla domenica. Noi ci andremmo volentieri ma spesso i nostri genitori non ci accompagnano perché alla domenica dormono. Il papà e la mamma di un mio amico lavorano in un negozio e noi spesso andiamo fuori città per trovare i nonni. Puoi dire una parola anche a loro perché capiscano che è importante andare a Messa insieme la domenica?

'Gli direi di sì, naturalmente con grande amore con grande rispetto per i genitori, certamente hanno tante cose da fare. Ma tuttavia con il rispetto e l’amore di una figlia si può dire: cara mamma, caro papà, sai che cosa è importante per noi tutti, anche per te? Incontrarci con Gesù. Questo ci arricchisce. È un elemento importante nella nostra vita. Insieme troviamo un po’ di tempo, forse anche dove abita la nonna si troverà la possibilità. Con una parola direi, con grande amore e rispetto per i genitori, dire: capite che questo non solo per me è importante. Non lo dicono solo i catechisti. È importante per tutti noi. E sarà una luce per la domenica per tutta la nostra famiglia'.




Alessandro: A che cosa serve andare alla Santa Messa e ricevere la Comunione per la vita di tutti i giorni?

'Serve per trovare il centro della vita. Noi la viviamo con tante cose e le persone che non vanno in Chiesa non sanno che manca proprio Gesù, ma sanno che manca qualcosa nella loro vita. Se Dio diventa assente nella mia vita, se Gesù è assente dalla mia vita, manca una guida, manca un’amicizia essenziale, manca anche una gioia che è importante per la vita, la forza anche di crescere come uomo, di superare i miei vizi e di maturare umanamente. Quindi non vediamo subito l’effetto di essere con Gesù, di andare alla Comunione. Ma nel corso delle settimane, degli anni, si sente sempre più l’assenza di Dio, l’assenza di Gesù. È una lacuna fondamentale e distruttiva. Potrei adesso facilmente parlare dei Paesi dove l’ateismo governava come sono distrutte le anime ma anche la terra. E così possiamo vedere che è importante, anche direi fondamentale, nutrirsi alla Comunione con Gesù che ci dà proprio la luce e la guida per la nostra vita della quale abbiamo bisogno'.




Anna: Caro Papa ci puoi spiegare che cosa voleva dire Gesù quando ha detto alla gente che lo seguiva: 'Io sono il Pane della Vita'?

'Allora dobbiamo forse innanzi tutto chiarire che cosa è pane. Noi abbiamo oggi una cucina raffinata e ricca di diversissimi cibi, ma nelle situazioni più semplici il pane è il fondamento del nutrimento. E se Gesù si chiama il pane della vita, pane è diciamo la sigla, l’abbreviazione per tutto il nutrimento. E come abbiamo bisogno di nutrirci corporalmente per vivere, così anche lo spirito, l’anima in noi, la volontà ha bisogno di nutrirsi. Noi come persone umane che non abbiamo solo un corpo ma anche un’anima, siamo persone pensanti con una volontà, un’intelligenza, dobbiamo nutrire anche lo spirito, l’anima, perché possa maturare, perché possa realmente arrivare alla sua pienezza. E quindi se Gesù dice io sono il pane della vita vuol dire che Gesù stesso è questo nutrimento della nostra anima, dell’uomo interiore della quale abbiamo bisogno. Perché anche l’anima deve nutrirsi. E non bastano le cose tecniche che sono così importanti. Abbiamo bisogno proprio di questa amicizia di Dio che ci aiuta a prendere le decisioni giuste, a maturare umanamente. In altre parole: ci nutre così che diventiamo realmente persone mature e la nostra vita diventa buona'.





Adriano: Santo Padre, ci hanno detto che oggi faremo l'adorazione eucaristica. Che cos'è? Come si fa? Ce lo puoi spiegare? Grazie.

'Che cosè l’adorazione, come si fa, vedremo subito perché tutto è ben preparato, faremo delle preghiere, dei canti, la genuflessione e siamo così davanti a Gesù. Ma naturalmente la tua domanda esige una risposta più profonda, non solo il come fare, ma che cos’è l’adorazione. Io direi: l’adorazione è riconoscere che Gesù è il mio Signore, che Gesù mi mostra la vita da prendere e che vivo bene soltanto se conosco la strada indicata da Gesù e se seguo la via mostrata da Gesù. Quindi adorare è dire: Gesù io sono tuo.
Ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te. Potrei anche dire che l’adorazione, nella sua essenza, è un abbraccio con Gesù nel quale dico a Gesù: io sono tuo e, ti prego, stai anche tu sempre con me'.
http://www.megghy.com/gif_animate/categorie_varie/bibbia/2.gif
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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13/12/2008 22:42
 
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Domenica 8 gennaio 2006 -
Festa del Battesimo del Signore,
Benedetto XVI spiega i simboli del Battesimo....e così potremo cominciare a capire cosa significa il nostro rapporto con Gesù...[SM=g6811]
Cari genitori, padrini e madrine,
Cari fratelli e sorelle!

Che cosa succede nel Battesimo? Che cosa ci si aspetta dal Battesimo?
Voi avete dato una risposta sulla soglia di questa Cappella: aspettiamo per i nostri bambini la vita eterna. Questo è lo scopo del Battesimo.
Ma, come può essere realizzato? Come il Battesimo può dare la vita eterna? Che cosa è la vita eterna?

Si potrebbe dire con parole più semplici: aspettiamo per questi nostri bambini una vita buona; la vera vita; la felicità anche in un futuro ancora sconosciuto.
Noi non siamo in grado di assicurare questo dono per tutto l'arco del futuro sconosciuto e, perciò, ci rivolgiamo al Signore per ottenere da Lui questo dono.

Alla domanda: «Come accadrà questo?» possiamo dare due risposte.
La prima: nel Battesimo ciascun bambino viene inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte, perché questa compagnia di amici è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell'eternità. Questa compagnia di amici, questa famiglia di Dio, nella quale adesso il bambino viene inserito, lo accompagnerà sempre anche nei giorni della sofferenza, nelle notti oscure della vita; gli darà consolazione, conforto, luce. Questa compagnia, questa famiglia gli darà parole di vita eterna. Parole di luce che rispondono alle grandi sfide della vita e danno l'indicazione giusta circa la strada da prendere. Questa compagnia offre al bambino consolazione e conforto, l'amore di Dio anche sulla soglia della morte, nella valle oscura della morte. Gli darà amicizia, gli darà vita. E questa compagnia, assolutamente affidabile, non scomparirà mai. Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni. Ma, su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l'amicizia sicura di Colui che è la vita.

E così siamo arrivati alla seconda risposta. Questa famiglia di Dio, questa compagnia di amici è eterna, perché è comunione con Colui che ha vinto la morte, che ha in mano le chiavi della vita. Essere nella compagnia, nella famiglia di Dio, significa essere in comunione con Cristo, che è vita e dà amore eterno oltre la morte. E se possiamo dire che amore e verità sono fonte di vita, sono la vita - e una vita senza amore non è vita - possiamo dire che questa compagnia con Colui che è vita realmente, con Colui che è il Sacramento della vita, risponderà alla vostra aspettativa, alla vostra speranza.

Sì, il Battesimo inserisce nella comunione con Cristo e così dà vita, la vita. Abbiamo così interpretato il primo dialogo che abbiamo avuto qui, sulla soglia della Cappella Sistina. Adesso, dopo la benedizione dell'acqua, seguirà un secondo dialogo di grande importanza.
Il contenuto è questo: il Battesimo — come abbiamo visto — è un dono; il dono della vita. Ma un dono deve essere accolto, deve essere vissuto. Un dono di amicizia implica un «sì» all'amico e implica un «no» a quanto non è compatibile con questa amicizia, a quanto è incompatibile con la vita della famiglia di Dio, con la vita vera in Cristo. E così, in questo secondo dialogo, vengono pronunciati tre «no» e tre «sì». Si dice «no» e si rinuncia alle tentazioni, al peccato, al diavolo.
Queste cose le conosciamo bene, ma forse proprio perché le abbiamo sentite troppe volte, queste parole non ci dicono tanto. Allora dobbiamo un po' approfondire i contenuti di questi «no». A che cosa diciamo «no»?. Solo così possiamo capire a che cosa vogliamo dire «sì».

Nella Chiesa antica questi «no» erano riassunti in una parola che per gli uomini di quel tempo era ben comprensibile: si rinuncia — così si diceva — alla «pompa diabuli», cioè alla promessa di vita in abbondanza, di quell'apparenza di vita che sembrava venire dal mondo pagano, dalle sue libertà, dal suo modo di vivere solo secondo ciò che piaceva. Era quindi un «no» ad una cultura apparentemente di abbondanza di vita, ma che in realtà era una «anticultura» della morte. Era il «no» a quegli spettacoli dove la morte, la crudeltà, la violenza erano diventati divertimento. Pensiamo a quanto si realizzava nel Colosseo o qui, nei giardini di Nerone, dove gli uomini erano accesi come torce viventi. La crudeltà e la violenza erano divenuti un motivo di divertimento, una vera perversione della gioia, del vero senso della vita. Questa «pompa diabuli», questa «anticultura» della morte era una perversione della gioia, era amore della menzogna, della truffa, era abuso del corpo come merce e come commercio.

E se adesso riflettiamo, possiamo dire che anche nel nostro tempo è necessario dire un «no» alla cultura ampiamente dominante della morte. Un’«anticultura» che si manifesta, per esempio, nella droga, nella fuga dal reale verso l’illusorio, verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro, della solidarietà, della responsabilità per i poveri e per i sofferenti; che si esprime in una sessualità che diventa puro divertimento senza responsabilità, che diventa una «cosificazione» - per così dire - dell’uomo, che non è più considerato persona, degno di un amore personale che esige fedeltà, ma diventa merce, un mero oggetto.
A questa promessa di apparente felicità, a questa «pompa» di una vita apparente che in realtà è solo strumento di morte, a questa «anticultura» diciamo «no», per coltivare la cultura della vita. Per questo il «sì» cristiano, dai tempi antichi fino ad oggi, è un grande «sì» alla vita. Questo è il nostro «sì» a Cristo, il «sì» al vincitore della morte e il «sì» alla vita nel tempo e nell’eternità.

Come in questo dialogo battesimale il «no» è articolato in tre rinunce, così anche il «sì» è articolato in tre adesioni: «sì» al Dio vivente, cioè a un Dio creatore, ad una ragione creatrice che dà senso al cosmo e alla nostra vita; «sì» a Cristo, cioè a un Dio che non è rimasto nascosto ma che ha un nome, che ha parole, che ha corpo e sangue; a un Dio concreto che ci dà la vita e ci mostra la strada della vita; «sì» alla comunione della Chiesa, nella quale Cristo è il Dio vivente, che entra nel nostro tempo, entra nella nostra professione, entra nella vita di ogni giorno.

Potremmo anche dire che il volto di Dio, il contenuto di questa cultura della vita, il contenuto del nostro grande «sì», si esprime nei dieci Comandamenti, che non sono un pacco di proibizioni, di «no», ma presentano in realtà una grande visione di vita. Sono un «sì» a un Dio che dà senso al vivere (i tre primi comandamenti); «sì» alla famiglia (quarto comandamento); «sì» alla vita (quinto comandamento); «sì» all'amore responsabile (sesto comandamento); «sì» alla solidarietà, alla responsabilità sociale, alla giustizia (settimo comandamento); «sì» alla verità (ottavo comandamento), «sì» al rispetto dell’altro e di ciò che gli è proprio (nono e decimo comandamento).
Questa è la filosofia della vita, è la cultura della vita, che diviene concreta e praticabile e bella nella comunione con Cristo, il Dio vivente, che cammina con noi nella compagnia dei suoi amici, nella grande famiglia della Chiesa. Il Battesimo è dono di vita. È un «sì» alla sfida di vivere veramente la vita, dicendo il «no» all'attacco della morte che si presenta con la maschera della vita; ed è «sì» al grande dono della vera vita, che si è fatta presente nel volto di Cristo, il quale si dona a noi nel Battesimo e poi nell'Eucaristia.

Questo ho detto come breve commento alle parole che nel dialogo battesimale interpretano quanto si realizza in questo Sacramento.
Oltre alle parole, abbiamo i gesti ed i simboli, ma sarò molto breve nell'indicarli.
Il primo gesto lo abbiamo già compiuto: è il segno della croce, che ci viene dato come scudo che deve proteggere questo bambino nella sua vita; è come un «indicatore» per la strada della vita, perché la croce è il riassunto della vita di Gesù.
Poi vi sono gli elementi:
-l'acqua,
-l'unzione con l'olio,
-il vestito bianco e
-la fiamma della candela.
L'acqua è simbolo della vita: il Battesimo è vita nuova in Cristo. L'olio è simbolo della forza, della salute, della bellezza, perché realmente è bello vivere in comunione con Cristo.
l'acqua....
La fiamma della candela....
Poi il vestito bianco, come espressione della cultura della bellezza, della cultura della vita.
Ed infine la fiamma della candela, come espressione della verità che risplende nelle oscurità della storia e ci indica chi siamo, da dove veniamo e dove dobbiamo andare.

Cari padrini e madrine, cari genitori, cari fratelli, ringraziamo in questo giorno il Signore, perché Dio non si nasconde dietro le nuvole del mistero impenetrabile, ma, come ha detto il Vangelo di oggi, ha aperto i cieli, si è mostrato, parla con noi ed è con noi; vive con noi e ci guida nella nostra vita. Ringraziamo il Signore per questo dono e preghiamo per i nostri bambini, perché abbiano realmente la vita, quella vera, la vita eterna.
 Amen.


 
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(Il bambino tedesco, Victor che dopo questo incontro a Colonia con il Papa, è guarito dal cancro)


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[Modificato da Caterina63 13/12/2008 22:45]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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14/12/2008 00:10
 
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Chi è Gesù?


 



Che cosa dice la gente di lui?


Questa domanda ha assillato molte persone nel corso della storia, che proprio da Gesù è stata divisa in due. Ecco alcune risposte dei personaggi della Bibbia. Qualcuno ha espresso i suoi pensieri molti secoli prima di Cristo, altri l’hanno visto o conosciuto personalmente durante il suo soggiorno sulla terra. Qualcuno l’ha conosciuto soltanto dopo la sua partenza.
 

Isaia, il profeta del 7° secolo avanti Cristo:

"Un bambino ci è nato: sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace."

(Isaia 9,6)

Gli angeli che annunciano la sua nascita ai pastori:

"Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore."

(Luca 2,11)

Maria, madre di Gesù:

"Fate tutto quello che vi dirà!"

(Giovanni 2,5)

Una donna samaritana:

"Signore, vedo che tu sei un profeta."

"Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Non potrebbe essere lui il Messia?"

(Giovanni 4-19,29)

Giovanni il battista:

"Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!"

(Giovanni 1,29)

Il Padre nei cieli:

Una voce dai cieli disse: "Questo è il mio diletto Figlio nel quale mi sono compiaciuto."

(Matteo 3,17)

Marta, sorella di Lazzaro e Maria:

"Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo."

(Giovanni 11,27)

Pietro:

"Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente."

(Matteo 16,16)

I responsabili religiosi al tempo di Gesù:

Discutevano tra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

(Luca 6,11)

Tennero consiglio per farlo morire.

(Matteo 12,14)

Il sommo sacerdote Caiafa:

"Voi non capite nulla e non riflettete come torni a vostro vantaggio che un uomo solo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione."

(Giovanni 11,49-50)

Ponzio Pilato:

"Non trovo nessuna colpa in quest’uomo."

(Luca 23,4 )

Giuda Iscariota:

"Ho peccato, consegnandovi sangue innocente."

(Matteo 27,4)

Ancora il profeta Isaia:

"Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti."

(Isaia 53,5)

Il re Davide, 1000 anni prima di Cristo:

"Cani mi hanno circondato, una folla di malfattori m’ha attorniato, m’hanno forato le mani e i piedi."

(Salmo 22,16)

Un centurione romano e i suoi soldati:

"Veramente, costui era Figlio di Dio."

(Matteo 27,54)

L’apostolo Giovanni:

"Noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto."

(1 Giovanni 2,1)

Tommaso, l’ "incredulo":

"Signor mio e Dio mio."

(Giovanni 20,28)

Paolo l’apostolo:

"A dire il vero ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto. Io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo."

(Filippesi 3,8)

Un ministro in pellegrinaggio dall’Etiopia:


L'Apostolo Pietro:

"Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio."

(Atti 8,37)



"TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE"
Mt 16,13. "Giunto poi Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, si mise ad interrogare i suoi discepoli: "Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?". 14 Essi risposero: "Chi dice che sia Giovanni il Battista, chi Elia, chi Geremia o uno dei profeti". 
15 Dice loro: "Ma voi chi dite che io sia?". 16 Prese la parola Simon Pietro e disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". 17 Rispose Gesù: "Beato sei tu, Simone figlio di Giona, poiché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 lo ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 Ti darò le chiavi dei regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli". 20 Poi comandò ai discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo".




E tu, chi pensi che sia Gesù?                   











Il Successore dell'Apostolo Pietro che chiamiamo "Papa-Padre"
(si, Papa senza accento sulla "a"[SM=g6811] )
Domenica, 2 Gennaio 2000
Per il Giubileo dei Bambini

ha spiegato questo:

Carissimi bambini, carissimi ragazzi e ragazze!Velas

1. Sono molto contento di trovarmi tra voi, che oggi celebrate il  vostro  Giubileo. Grazie per l'entusiasmo con cui riempite di festa questa Piazza, e grazie anche per il messaggio che avete voluto indirizzarmi. Vi saluto tutti con grande affetto. Saluto l'Assistente Generale dell'Azione Cattolica, Mons. Agostino Superbo, che con le sue parole mi ha manifestato i vostri sentimenti. Saluto pure il Cardinale Camillo Ruini, i Vescovi ed i sacerdoti, come anche i vostri genitori ed educatori, che hanno voluto essere oggi con voi. Siamo molti. E da qui non si vede fin dove arrivate: probabilmente fino al Tevere e forse oltre il Tevere...


La vostra presenza ricorda che il Giubileo è tempo di gioia. Dio è Padre buono, sempre pronto a perdonare e ad offrire ai suoi figli  occasioni  per  ricominciare a vivere ed a sperare. Egli ci apre ancora una volta il suo cuore perché ciascuno, pentendosi dei propri peccati, impegnandosi in propositi di bene e compiendo gesti di fede e di amore, possa riprendere il cammino che lo conduce a Lui.


Cari bambini e ragazzi! Siete venuti a Roma dall'Italia e dal mondo per stringere con Gesù un patto di amicizia, sull'esempio di giovani santi quali Pancrazio e Tarcisio, che qui hanno dato la loro vita per rimanere fedeli a Cristo! La fatica e i disagi che avete dovuto affrontare vi hanno fatto capire che seguire il Vangelo richiede sacrificio, ma riempie di gioia. Buon Giubileo! 



2. Cari bambini, cari giovani, questa mattina molti di voi, con i genitori e gli accompagnatori, hanno partecipato alla Messa giubilare nella Basilica di San Pietro. Donandosi a voi nell'Eucaristia, Gesù vi ha rivelato che la vita assume tutto il suo valore quando diviene un dono per gli altri. La testimonianza dei santi e dei martiri, che l'hanno venerato nella Città eterna, vi ha fatto comprendere che solo con Cristo è possibile compiere grandi cose e che solo con Lui è possibile essere felici e rendere gli altri felici.


Voi volete gridare a tutti la vostra gioia per il dono che il Padre ci ha fatto inviandoci suo Figlio Gesù affinché divenisse nostro fratello. Testimoniate al mondo che, accogliendo Gesù in mezzo a noi, è possibile fare dell'umanità una grande famiglia.


Molti di voi parlano francese, probabilmente tutti parlano francese senza eccezioni.
 

3. All'inizio di un nuovo anno, cari bambini e giovani, non possiamo dimenticare tutti coloro che alla vostra età soffrono a causa della fame e della violenza e quanti sono vittime di forme orribili di sfruttamento. Come potremmo dimenticare i numerosi bambini ai quali è negato perfino il diritto di nascere?

Quando le persone vogliono edificare un mondo ignorando Dio e la sua Legge, creano, di fatto, una situazione di ingiustizia e sofferenza sempre maggiori.


 

 



Con il Giubileo, il Signore ci invita a correggere questi errori, cooperando al grande piano che ha elaborato per ogni persona e per tutta la razza umana. Gesù ha bisogno di voi per svolgere questo compito. Affida i suoi piani a voi e vi chiede:  desiderate essere miei amici? Desiderate aiutarmi a rendere il mondo più bello e accogliente? Desiderate essere testimoni del mio amore per la Chiesa e per il mondo?


Ditegli "sì" con entusiasmo e portate la gioia del Vangelo nel nuovo millennio.

Apparteniamo di più al nuovo millennio, il terzo millennio, che al secondo.

4. Miei cari bambini, voi sicuramente ricorderete cosa accadde quando Gesù, all'età di dodici anni, durante il pellegrinaggio a Gerusalemme, rimase nel Tempio. Maria e Giuseppe lo trovarono a parlare con i dottori, sorpresi dalla sua intelligenza e dalle sue risposte (cfr Lc 2, 47-48).


Ricorderete anche come Egli stesso, essendo un instancabile predicatore dell'amore di Dio per gli uomini, propose di fronte ai discepoli i bambini come modello di quanti accolgono il Regno di Dio (cfr Mc 10, 14-15).

Cominciando con voi, bambini e adolescenti, la serie delle solenni celebrazioni giubilari, la Chiesa vi pone al centro dell'attenzione dei credenti. Ricevete il dono del Giubileo e tornate a casa trasformati dall'amore di Gesù, che vi ha dato la sua amicizia. Seguitelo con entusiasmo e aiutate tutti ad avvicinarsi a Lui con totale fiducia. Gesù è la Porta Santa che ci permette di entrare nel Regno di Dio.

Si vede, si sente, gli spagnoli sono presenti; si vede che sono molti.


IERI

OGGI....



5. Saluto i bambini venuti dalla Polonia per l'odierno incontro in occasione del Grande Giubileo dell'Anno 2000. Sono molto lieto dalla Vostra presenza qui sulla Piazza di San Pietro, perché in questo modo rendete la testimonianza che amate Gesù Cristo e desiderate camminare insieme con Lui durante la vita.



Anche Egli vi ama e vuole aiutarvi.

Egli intende i vostri desideri ed aspetta la vostra risposta.


Cari ragazzi e ragazze, voi siete la speranza dell'umanità; che l'amore di Cristo, grazie a voi, si estenda al vostro ambiente, alle vostre famiglie e a tutto il vostro mondo. Vi affido alla protezione della Madonna. Trasmettete questo mio saluto anche ai vostri coetanei, ai vostri genitori, fratelli e alle vostre sorelle, a tutti i bambini in Polonia.



 

6. Buon Giubileo a tutti voi, cari bambini e cari ragazzi! Vi benedico con affetto, insieme con le vostre famiglie e i vostri educatori, e prego perché il vostro grande e fedele amico, Gesù, faccia di voi la speranza e la gioia del mondo! Buon Anno! 

Adesso vedremo se sapete parlare anche in latino, o almeno pregare...!


*******

Sia lodato Gesù Cristo!

http://www.teodorobuontempo.it/immagini/papa.jpg
(il Papa Giovanni Paolo II che ha regnato fino all'anno 2005 ed oggi il suo Successore è Benedetto XVI)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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14/12/2008 00:29
 
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SPIEGARE AI GIOVANISSIMI CHI SONO GLI EVANGELISTI.......e che cosa è il Vangelo...
(San Matteo, dipinto del Caravaggio)

MATTEO: di Cafarnao; è uno dei quattro evangelisti. Il suo nome significa "il dono del Signore"; è un pubblicano (=gruppo di ebrei incaricati dai Romani di riscuotere le tasse; erano disprezzati da tutti). E' uno degli apostoli. Scrive in aramaico, ma il suo testo del Vangelo è andato perduto e subito ne venne trascritto un altro in greco intorno al 70/80 d.C.

Cosa scrive: Presenta Gesù come il Figlio di Dio, il Messia atteso dal popolo ebraico. Inizia il suo Vangelo con la geneologia di Giuseppe, padre putativo di Gesù e quindi la discendenza davidica di Gesù, nato dalla Vergine di nome Maria. 

A chi si rivolge: scrive per gli Ebrei diventati cristiani e spesso fa riferimento all'Antico Testamento che essi conoscevano già bene, per far capire che il Messia era veramente venuto per completare l'opera di Dio.

Simbolo: il suo Vangelo è rappresentato da un angelo, perché vuole portare l'annuncio di Gesù Salvatore a tutti gli uomini. Egli è anche il santo Protettore della Guardia di Finanza che ha il compito di vigilare sulle tasse che i cittadini devono pagare per aiutare lo Stato a vivere.

****************

(san Marco, Evangelista)

MARCO: è di Gerusalemme; è uno dei quattro evangelisti. Non è discepolo diretto di Gesù, ma seguì l'apostolo Pietro di cui divenne il segretario, infatti è il santo Patrono dei segretari. Scrive a Roma verso il 65 d.C. in lingua greca. Probabilmente è il primo ad aver messo per scritto il Vangelo. Infatti la cronologia dei Vangeli non è storica, ma è stata definita così dalla Chiesa per comodità nella lettura e negli approfondimenti. 

Cosa scrive: vuole mettere in evidenza che Gesù ha manifestato a poco a poco la sua divinità. Nel suo Vangelo non racconta la vita di Gesù per tappe, ma ne presenta la personalità che pian piano fa trasparire anche la sua divinità.

A chi si rivolge: si rivolge ai pagani di Roma che non avevano mai sentito parlare di Gesù e tanto meno conoscevano la religione degli Ebrei. Egli trascrive quello che sente predicare dagli Apostoli e si rifà spesso a quanto poi è riportato nei Vangeli di Matteo e di Luca.

Simbolo: il suo Vangelo è rappresentato da un leone, simbolo di forza e coraggio.

*******************
(San Luca Evangelista)

LUCA: è di Antiochia in Siria; è uno dei quattro evangelisti. E' un medico, compagno di predicazione di Paolo. Scrive verso l'80 d.C. in greco. E' anche l'autore degli Atti degli apostoli.

Cosa scrive: rappresenta Gesù come amico dei poveri e Salvatore degli uomini. Il Vangelo che scrive può considerarsi la biografia più vicina a Gesù. San Luca è definito colui che ha raccolto la testimonianza dell'Incarnazione di Gesù direttamente dalla Madre, Maria, dalla quale riceve i particolari dell'Annunciazione che sono riportati all'inizio del suo Vangelo, anche per questo è raffigurato spesso accanto ad un dipinto della Vergine con il Bambino. Il suo Vangelo, insieme a quello di Giovanni, nascondono le informazioni presziose della divinità di Gesù, del suo essere Dio ed Uomo nella Persona che abbiamo imparato ad amare. 

A chi si rivolge: scrive per i pagani di cultura greca, ai quali offre tante informazioni per far capire che non esitono altri dèi, ma esiste Gesù, Incarnato nel seno della Vergine Maria.

Simbolo: il suo Vangelo è rappresentato da un toro, che indica il sacrificio di Cristo, il suo amore per gli uomini. Egli è anche il santo Patrono dei Medici perchè lui stesso professava questo mestiere che lasciò per seguire gli Apostoli in questa grande avventura.


*******************
(san Giovanni ai piedi della Croce con Maria)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f3/Jacopo_vignali,_san_giovanni_evangelista_a_patmos.jpg/320px-Jacopo_vignali,_san_giovanni_evangelista_a_patmos.jpg

GIOVANNI: è di Betsaida, è un pescatore. Egli è l'apostolo prediletto, perchè era anche il più giovane, da Gesù. Scrive per ultimo verso il 100 d.C. A lui è attribuito dalla Chiesa anche il Libro che chiude la Bibbia: L'Apocalisse, o Rivelazione.

Perché scrive: scrive in modo diverso rispetto a Matteo, Marco e Luca perché vuole presentare Gesù soprattutto come il Figlio di Dio e lo presenta "uguale a Dio". E' Lui che inizia il suo Vangelo parlando del "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". 

A chi si rivolge: si rivolge ai cristiani dell'Asia Minore che hanno raggiunto una fede salda e vogliono mettere in pratica il comandamento di Gesù: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". Secondo la tradizione Maria, la mamma di Gesù, visse con lui nella comunità di Efeso da quando Gesù, prima di morire affidò la Mamma a lui e a Giovanni affida la Mamma (capitolo 19,vv.27) in uno scambio che conserva anche un significato più grande: Gesù ci dona la sua Mamma, insieme dobbiamo avere cura della nostra fede che non deve mancare soprattutto quando dobbiamo vivere il momento del dolore, della sofferenza e della tristezza, qui dobbiamo stare insieme a Maria, farci compagnia e superare le ore terribili della sofferenza perchè dopo i giorni del dolore, vengono sempre i giorni della gioia e della risurrezione. 

Simbolo: questo Vangelo è rappresentato da un'aquila (nella foto si vede piccola in basso), perché lo sguardo acuto di questo animale è paragonato alla capacità di Giovanni di vedere e leggere dentro l'animo di Gesù. Egli è anche santo Patrono di: Scrittori, Editori e Teologi.


******************



I bambini, i ragazzi, i giovani.... hanno bisogno di sapere che avere fede nel Salvatore Gesù e seguirLo li aiuterà a ricevere pace in questo mondo travagliato
.......


«Mamma e papà insegnatemi insieme a conoscere Gesù...». Ricordate questa canzone che diceva:

Mamma e papà, insegnatemi insiem
a camminar nella luce di Dio,
ad invocare il mio Padre nel ciel
sì che degno io sia del Suo amor.


Stiamo insegnando ai nostri figli a conoscere, sentire e gioire della bellezza, del potere e dei miracoli insiti nel vangelo di Gesù Cristo? Gli stiamo insegnando a non confondere Gesù con gli eroi dei cartoni animati che hanno invaso le nostre case?
Noi, come genitori, cosa stiamo facendo per questi figli?
I bambini hanno bisogno di sperimentare la Luce di Cristo per poter scegliere la luce e resistere alle tenebre. Mosè ebbe un’esperienza miracolosa quando fu trasfigurato e vide Dio con gli occhi spirituali..... Dopo che Mosè fu istruito da Dio e vide la Sua gloria e la Sua opera, Satana venne da Mosè portando tenebre e confusione..... Poiché Mosè aveva sperimentato la luce e la gloria di Dio, sapeva la differenza. Egli resistette con coraggio a Satana, dicendo: «Chi sei tu? Poiché ecco, io sono un figlio di Dio».....

 
Tutta la Bibbia è piena di racconti che possiamo offrire ai nostri figli, racconti che possiamo usare per trattenerli dal dilagare delle cose inutili che seguono  a causa di questa fredda società....Questi racconti servono anche per dialogare con loro, quanto tempo dedichiamo al dialogo con i nostri figli?
Il Vangelo vuol dire: BUONA NOVELLA...
ed è iniziativa di Dio che lascia il Cielo per diventare come noi mandando il suo Figlio che nasce e viene incontro a noi, Egli ci tende la mano

http://www.diocesidicagliari.it/public/attach/401/ben_invest3.jpg
 

Guarisce i lebbrosi, ridona la vista ai ciechi:

Tanti sono coloro che lo hanno seguito dopo averlo accolto, a cominciare da Maria, la sua Mamma che con i Discepoli aspetta la Pentecoste dove lo Spirito si rivela...
http://www.sehaisetediluce.it/madonna_con_bambino1.jpg
Questo ed altro Gesù ci offre dai Vangeli:
NON VERGOGNARTI DI LEGGERE IL VANGELO.....



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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04/03/2009 11:25
 
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Il 3 marzo 1936 il piccolo Joseph Ratzinger riceveva la Prima Comunione. Il racconto del Papa ai bambini


"Mi ricordo bene del giorno della mia Prima Comunione. Era una bella domenica di marzo del 1936, quindi 69 anni fa. Era un giorno di sole, la chiesa molto bella, la musica, erano tante le belle cose delle quali mi ricordo. Eravamo una trentina di ragazzi e di ragazze del nostro piccolo paese, di non più di 500 abitanti.

Ma nel centro dei miei ricordi gioiosi e belli sta questo pensiero - la stessa cosa è già stata detta dal vostro portavoce - che ho capito che Gesù è entrato nel mio cuore, ha fatto visita proprio a me. E con Gesù Dio stesso è con me. E che questo è un dono di amore che realmente vale più di tutto il resto che può essere dato dalla vita; e così sono stato realmente pieno di una grande gioia perché Gesù era venuto da me.

E ho capito che adesso cominciava una nuova tappa della mia vita, avevo 9 anni, e che adesso era importante rimanere fedele a questo incontro, a questa Comunione. Ho promesso al Signore, per quanto potevo: "Io vorrei essere sempre con te" e l'ho pregato: "Ma sii soprattutto tu con me". E così sono andato avanti nella mia vita. Grazie a Dio, il Signore mi ha sempre preso per la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili. E così questa gioia della Prima Comunione era un inizio di un cammino fatto insieme.

Spero che, anche per tutti voi, la Prima Comunione che avete ricevuto in quest'Anno dell'Eucaristia sia l’inizio di un'amicizia per tutta la vita con Gesù. Inizio di un cammino insieme, perché andando con Gesù andiamo bene e la vita diventa buona".


Fraternamente CaterinaLD

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28/08/2009 13:31
 
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Dall'amico Teofilo:


CATECHISMO PER I PICCOLI STILE ANNI 50 CON IMMAGINI D'EPOCA


http://cid-c46433769936f3b2.skydrive.live.com/browse.aspx/CATECHISMO%20illustrato%20per%20i%20piccoli


                                             ___________________________________________




CATACOMBE: I LUOGHI DELLA FEDE DELLE ORIGINI RACCONTATE DALLE IMMAGINI DEI PRIMI CRISTIANI:


http://cid-c46433769936f3b2.skydrive.live.com/browse.aspx/catacombe




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13/12/2009 22:46
 
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Benedizione dei Bambinelli in san Pietro

Dopo la visita alla Fondazione Hospice per i pmalati terminali e di Alzheimer
Fondazione Roma, (clicca nel link) alle ore 12 il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
In questa III Domenica di Avvento sono presenti tra gli altri i bambini del Centro Oratori Romani, per la benedizione dei "Bambinelli", le statuine di Gesù Bambino che i ragazzi metteranno nei presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Siamo ormai alla terza domenica di Avvento. Oggi nella liturgia riecheggia l’invito dell’apostolo Paolo: "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti … il Signore è vicino!" (Fil 4,4-5). La madre Chiesa, mentre ci accompagna verso il santo Natale, ci aiuta a riscoprire il senso e il gusto della gioia cristiana, così diversa da quella del mondo. In questa domenica, secondo una bella tradizione, i bambini di Roma vengono a far benedire dal Papa le statuine di Gesù Bambino, che porranno nei loro presepi.
E, infatti, vedo qui in Piazza San Pietro tanti bambini e ragazzi, insieme con i genitori, gli insegnanti e i catechisti. Carissimi, vi saluto tutti con grande affetto e vi ringrazio di essere venuti. È per me motivo di gioia sapere che nelle vostre famiglie si conserva l’usanza di fare il presepe. Però non basta ripetere un gesto tradizionale, per quanto importante. Bisogna cercare di vivere nella realtà di tutti i giorni quello che il presepe rappresenta, cioè l’amore di Cristo, la sua umiltà, la sua povertà. È ciò che fece san Francesco a Greccio: rappresentò dal vivo la scena della Natività, per poterla contemplare e adorare, ma soprattutto per saper meglio mettere in pratica il messaggio del Figlio di Dio, che per amore nostro si è spogliato di tutto e si è fatto piccolo bambino.

La benedizione dei "Bambinelli" – come si dice a Roma – ci ricorda che il presepio è una scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia. Questa non consiste nell’avere tante cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel volersi bene. Guardiamo il presepe: la Madonna e san Giuseppe non sembrano una famiglia molto fortunata; hanno avuto il loro primo figlio in mezzo a grandi disagi; eppure sono pieni di intima gioia, perché si amano, si aiutano, e soprattutto sono certi che nella loro storia è all’opera Dio, il Quale si è fatto presente nel piccolo Gesù. E i pastori? Che motivo avrebbero di rallegrarsi? Quel Neonato non cambierà certo la loro condizione di povertà e di emarginazione. Ma la fede li aiuta a riconoscere nel "bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia", il "segno" del compiersi delle promesse di Dio per tutti gli uomini "che egli ama" (Lc 2,12.14), anche per loro!

Ecco, cari amici, in che cosa consiste la vera gioia: è il sentire che la nostra esistenza personale e comunitaria viene visitata e riempita da un mistero grande, il mistero dell’amore di Dio. Per gioire abbiamo bisogno non solo di cose, ma di amore e di verità: abbiamo bisogno di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore, e risponde alle nostre attese profonde. Questo Dio si è manifestato in Gesù, nato dalla Vergine Maria. Perciò quel Bambinello, che mettiamo nella capanna o nella grotta, è il centro di tutto, è il cuore del mondo. Preghiamo perché ogni uomo, come la Vergine Maria, possa accogliere quale centro della propria vita il Dio che si è fatto Bambino, fonte della vera gioia.



DOPO L’ANGELUS

Mentre ringrazio il Centro Oratori Romani, che ha organizzato la manifestazione dei "Bambinelli", desidero anche ricordare che oggi nella Diocesi di Roma ricorre la "Giornata per le nuove chiese". Infatti, nella nostra città, vi sono comunità che non dispongono di un adeguato luogo di culto, dove abita il Signore con noi, e di strutture per le attività formative. Rinnovo pertanto a tutti l’invito a contribuire, affinché possano essere presto realizzati i centri pastorali necessari. Grazie della vostra generosità!

Questa settimana mi sono giunte tristi notizie da alcuni Paesi dell’Africa circa l’uccisione di quattro missionari. Si tratta dei Sacerdoti Padre Daniel Cizimya, Padre Louis Blondel e Padre Gerry Roche e di Suor Denise Kahambu. Sono stati fedeli testimoni del Vangelo, che hanno saputo annunciare con coraggio, anche a rischio della propria vita. Mentre esprimo vicinanza ai familiari e alle comunità che sono nel dolore, invito tutti ad unirsi alla mia preghiera perché il Signore li accolga nella Sua Casa, consoli quanti ne piangono la scomparsa e porti, con la Sua venuta, riconciliazione e pace.

 Sorriso
Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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