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I Giovani dell'Azione Cattolica (AC) e le colombe con il Papa

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2012 19:08
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31/01/2010 15:08
 
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Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Presenti oggi, tra gli altri, i Ragazzi dell’Azione Cattolica della diocesi di Roma che concludono con la "Carovana della Pace" il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace. Al termine della preghiera dell’Angelus due bambini, invitati nell’appartamento pontificio, liberano dalla finestra due colombe, simbolo di pace.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

                        Benedict XVI colombe





Cari fratelli e sorelle!

Nella liturgia di questa domenica si legge una delle pagine più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia: il cosiddetto "inno alla carità" dell’apostolo Paolo (1 Cor 12,31-13,13). Nella sua Prima Lettera ai Corinzi, dopo aver spiegato, con l’immagine del corpo, che i diversi doni dello Spirito Santo concorrono al bene dell’unica Chiesa, Paolo mostra la "via" della perfezione. Questa – dice – non consiste nel possedere qualità eccezionali: parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere gesti eroici. Consiste invece nella carità – agape – cioè nell’amore autentico, quello che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo.

La carità è il dono "più grande", che dà valore a tutti gli altri, eppure "non si vanta, non si gonfia d’orgoglio", anzi, "si rallegra della verità" e del bene altrui. Chi ama veramente "non cerca il proprio interesse", "non tiene conto del male ricevuto", "tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (cfr 1 Cor 13,4-7). Alla fine, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui, in comunione perfetta con Lui.

Per ora, mentre siamo in questo mondo, la carità è il distintivo del cristiano. E’ la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa. Per questo, all’inizio del mio pontificato, ho voluto dedicare la mia prima Enciclica proprio al tema dell’amore: Deus caritas est. Come ricorderete, questa Enciclica si compone di due parti, che corrispondono ai due aspetti della carità: il suo significato, e quindi la sua attuazione pratica.

L’amore è l’essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che dà bontà e bellezza all’esistenza di ogni uomo. Al tempo stesso, l’amore è, per così dire, lo "stile" di Dio e dell’uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo all’amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo. In Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l’Amore incarnato. Questo Amore ci è rivelato pienamente nel Cristo crocifisso. Fissando lo sguardo su di Lui, possiamo confessare con l’apostolo Giovanni: "Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto" (cfr 1 Gv 4,16; Enc. Deus caritas est, 1).

Cari amici, se pensiamo ai Santi, riconosciamo la varietà dei loro doni spirituali, e anche dei loro caratteri umani. Ma la vita di ognuno di essi è un inno alla carità, un cantico vivente all’amore di Dio! Oggi, 31 gennaio, ricordiamo in particolare san Giovanni Bosco, fondatore della Famiglia Salesiana e patrono dei giovani. In questo Anno Sacerdotale vorrei invocare la sua intercessione affinché i sacerdoti siano sempre educatori e padri dei giovani; e perché, sperimentando questa carità pastorale, tanti giovani accolgano la chiamata a dare la vita per Cristo e per il Vangelo. Maria Ausiliatrice, modello di carità, ci ottenga queste grazie.

*********


Dopo l'Angelus:

L’ultima domenica di gennaio è la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Il pensiero va spontaneamente a Padre Damiano de Veuster, che diede la vita per questi fratelli e sorelle, e che nello scorso ottobre ho proclamato santo. Alla sua celeste protezione affido tutte le persone che purtroppo ancora oggi soffrono per questa malattia, come pure gli operatori sanitari e i volontari che si prodigano perché possa esistere un mondo senza lebbra. Saluto in particolare l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.

Oggi si celebra anche la seconda Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa. In comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terrasanta, mi unisco spiritualmente alla preghiera di tanti cristiani di ogni parte del mondo, mentre saluto di cuore quanti sono qui convenuti per tale circostanza.

La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie.

Un messaggio di pace ci portano anche i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica di Roma. Qui accanto a me ci sono due di loro, che saluto insieme a tutti gli altri che si trovano nella Piazza, accompagnati dal Cardinale Vicario, dai familiari e dagli educatori. Cari ragazzi, vi ringrazio perché, con la vostra "Carovana della pace" e col simbolo delle colombe che tra poco faremo volare, voi date a tutti un segno di speranza. Ora ascoltiamo il messaggio che avete preparato.

[un ragazzo legge il messaggio]


Pope Benedict XVI kisses a child at the end of his Angelus prayer at the Vatican January 31, 2010.


VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 31:  Pope Benedict XVI flanked by  two children of the Italian Association 'Azione Cattolica' delivers his Sunday angelus blessing  from the window of his studio overlooking St. Peter's Square during the world Peace Day on January 31, 2010 in Vatican City, Vatican.

In this picture made available by the Vatican newspaper Osservatore Romano, Pope Benedict XVI looks at a white dove that was freed at the end of the Angelus prayer in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, Jan. 31, 2010.

In this picture made available by the Vatican newspaper Osservatore Romano, Pope Benedict XVI looks at a white dove that was freed at the end of the Angelus prayer in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, Jan. 31, 2010.

VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 31:  Pope Benedict XVI and two children of the Italian Association 'Azione Cattolica' free two doves as a symbol of peace at the end of his Sunday angelus blessing  from the window of his studio overlooking St. Peter's Square on January 31, 2010 in Vatican City, Vatican.

VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 31:  Pope Benedict XVI flanked by  two children of the Italian Association 'Azione Cattolica' delivers his Sunday angelus blessing  from the window of his studio overlooking St. Peter's Square during the world Peace Day on January 31, 2010 in Vatican City, Vatican.

Pope Benedict XVI looks at white doves that were freed at the end of the Angelus prayer in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, Jan. 31, 2010. VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 31:  Pope Benedict XVI flanked by  two children of the Italian Association 'Azione Cattolica' delivers his Sunday angelus blessing  from the window of his studio overlooking St. Peter's Square during the world Peace Day on January 31, 2010 in Vatican City, Vatican.

VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 31:  Pope Benedict XVI and two children of the Italian Association 'Azione Cattolica' free two doves as a symbol of peace at the end of his Sunday angelus blessing  from the window of his studio overlooking St. Peter's Square on January 31, 2010 in Vatican City, Vatican.Pope Benedict XVI, flanked by two children, releases one of two doves at the end of his Angelus prayer at the Vatican January 31, 2010.

Pope Benedict XVI (R) and a child look on as one of two doves released by him, returns to his apartments, at the end of his Angelus prayer at the Vatican January 31, 2010.




 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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