A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Lettera del Papa Benedetto XVI a TUTTI i Bambini del Mondo

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2013 21:06
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LETTERA DEL PAPA, BENEDETTO XVI AI BAMBINI DI TUTTO IL MONDO


Cari bambini!

in occasione della mia visita apostolica in Austria, sono felice di potermi rivolgere in particolare a voi, che partecipate attivamente alle iniziative della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria. Vi ringrazio di cuore per le letterine e per i disegni che avete voluto donarmi come segni del vostro affetto e della vostra vicinanza alla mia missione. In essi si esprimono quei sentimenti di fede e di amore per i quali Gesù amava tanto i più piccoli e li accoglieva a braccia aperte, additandoli ad esempio per i suoi discepoli: “A chi è come loro - diceva - appartiene il Regno di Dio” (Mc 10,14).

Desidero dirvi che apprezzo molto il vostro impegno nell’Infanzia Missionaria. Vedo in voi dei piccoli collaboratori al servizio che il Papa rende alla Chiesa e al mondo: voi mi sostenete con la vostra preghiera e anche con il vostro impegno di diffondere il Vangelo. Ci sono infatti tanti bambini che ancora non conoscono Gesù. E purtroppo ce ne sono altrettanti privi del necessario per vivere: di cibo, di cure sanitarie, di istruzione; molti mancano di pace e di serenità. La Chiesa riserva loro una speciale attenzione, specialmente mediante i missionari; e anche voi vi sentite chiamati ad offrire il vostro contributo, sia personalmente che in gruppo.

L’amicizia con Gesù è un dono così bello che non si può tenere per sé! Chi riceve questo dono sente il bisogno di trasmetterlo agli altri; e in questo modo il dono, condiviso, non diminuisce ma si moltiplica! Continuate così! Voi state crescendo e presto diventerete adolescenti e giovani: non perdete il vostro spirito missionario! Mantenete una fede sempre limpida e genuina, come quella di san Pietro.

Cari piccoli amici, vi affido tutti alla protezione della Madonna. Prego per voi, per i vostri genitori e fratelli. Prego per i vostri gruppi missionari e i vostri educatori, e a tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

www.vatican.va




**************************************


Ma chi è Benedetto XVI che vi ha scritto questa Lettera?[SM=g6811]


Presentazione del segretario del Papa, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/gatto-papa/reuters113331780510143630_big.jpg


Joseph e Chico, questo è il titolo del libro che state per leggere; un libro con tante illustrazioni per raccontare la vita di una persona unica al mondo:il Santo Padre.
Quante cose vengono scritte e dette tutti i giorni sul Papa! Ma qui voi, cari ragazzi, trovate una biografia diversa dalle altre perchè a raccontarla è un gatto, e non capita tutti i giorni che un gatto consideri il Santo Padre suo amico e si metta a scrivere la sua storia.
Si conoscono da tanto tempo e sono veramente interessanti le cose che Chico racconta, ovviamente sempre considerandole dal suo punto di vista; in fondo è un gatto anche se un gatto amico!

Io vivo ormai da diversi anni accanto al Papa Benedetto XVI, e il mio nome è don Georg - in italiano Don Giorgio - proprio come il fratello maggiore del Santo Padre.
Vi posso assicurare che quanto troverete in questo libro composto per voi da Jeanne Perego, illustrato da Donata Dal Molin Casagrande e pubblicato dai Padri Francescani Conventuali, è tutto vero e interessante.

Grazie quindi a questi amici che hanno messo insieme il racconto e i disegni per offrirvi una lettura facile e simpatica.

Leggendo queste pagine mi sono appassionato e sinceramente quante altre cos potrei e vorrei aggiungere!

Intanto vi condivido il fatto che il Santo Padre è una persona speciale, ma è così soprattutto perchè è un amico sincero di Gesù: questo è importante!
Sta qui il segreto della sua vita: solo chi diventa amico vero di Gesù impara ad aprire il cuore alle persone che incontra, e a tutti gli uomini che vivono sulla terra.
Non è forse vero, come vedete in televisione, che lui, Papa Benedetto, non smette mai di ripetere che l'amore è il segreto della gioia e della pace nel mondo, che solo l'Amore, cioè Dio, può colmare le attese del nostro cuore e dare senso alla nostra vita di uomini?

Proprio perchè  è pieno di fiducia in Gesù, il Papa non si scoraggia davanti alle difficoltà e non si stanca di voler bene a tutti.

Vuole bene in modo speciale a voi, ragazzi, e sa che, se vi mettete di impegno, sapete essere generosi; anzi prega ogni giorno perchè possiate crescere sani nel fisico e buoni nell'animo.

Sarete così felici e potrete costruire un mondo migliore.
Certo, il Papa vuol bene anche ai gatti e a tutti gli animali perchè sono creature di Dio e spesso, come Chico, ci danno degli insegnamenti che è bene ascoltare.

Ad esempio, concludendo il suo racconto, il nostro Chico dice di aver compreso che ora il Santo Padre non è più solo il suo amico, ma il grande amico e la guida di tutti i cattolici.

Ha capito anche lui, che è un gatto, quale è la vera missione del Papa: essere amico di tutti alla maniera di Gesù, che ci ha amati fino a dare la sua vita sulla Croce.
Questa non è la missione solo del Papa, ma di tutti i cristiani, di tutti coloro cioè che scelgono di avere come il loro più grande amico Gesù.
Una missione che è per i grandi, ma anche per i piccoli come voi, perchè l'amore non ha età e non conosce limiti.

L'Amore è Dio!
Città del Vaticano, 4 luglio 2007
Don Georg Ganswein
(Segretario particolare di Sua Santità, qui proprio accanto al Papa Benedetto XVI)
http://www.papanews.it/Public/papppao1g.jpg


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA DEL SANTO VOLTO DI GESÙ ALLA MAGLIANA, 29.03.2009

SALUTO AI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE


Cari bambini,

innanzitutto una buona domenica. Sono felice di essere oggi con voi, anche se il tempo è brutto e ci siamo alzati un'ora prima perché è cambiata l'ora, ma tuttavia siamo tutti riuniti e so che vi state preparando alla prima comunione, all'incontro con Gesù. Oggi abbiamo sentito nel Vangelo che persone della Grecia hanno detto: vogliamo vedere Gesù. Noi tutti vogliamo vedere e conoscere Gesù, che è presente tra noi.

Adesso fate questo cammino di preparazione e poi nel momento della prima comunione Lui sarà vicinissimo a voi, e voi potrete sentire come Egli sarà con voi. A Pasqua, con la bellezza della festa, potremo meglio sentire quale festa rechi al cuore la presenza di Gesù risorto. E allora vi auguro una buona domenica, una buona preparazione alla Pasqua e alla comunione e molta gioia nelle vacanze e poi naturalmente buone feste per la prima comunione: il centro non è il pranzo, ma il centro sarà Gesù stesso, poi anche il pranzo può essere buono. Auguri a tutti voi. Pregate per me, io prego per voi.

 Libreria Editrice Vaticana



[SM=g1740734] [SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Max, il passero protagonista di un libro per bambini dedicato a Benedetto XVI

Ma che lavoro fa il Papa?


di Marcello Filotei

"Sto proprio come un Papa", è un antico detto romano. Viene usato per indicare una vita agiata, fatta di lusso e ozio. Niente di più sbagliato[SM=g1740727] , la giornata del Pontefice è un rincorrersi di impegni, dall'alba alla notte.

Ma che lavoro fa il Papa?

Ce lo spiega un piccolo passero, solitario per scelta, in Max e Benedetto, un libro per bambini scritto da Jeanne Perego e illustrato da Donata Dal Molin Casagrande (Padova, Edizioni Messaggero, 2009, pagine 52, euro 12) presentato domenica 17 alla Fiera del libro di Torino. La scelta - spiega Fulvio Fraticelli nella postfazione - è caduta "su un vero uccello romano. Una specie che dall'alto dei tetti ha visto i fasti della Roma imperiale, le invasioni dei barbari, le carestie e le pestilenze, la pace e le guerre e che ha visto costruire dagli uomini l'immensa cupola di San Pietro".

Sì perché un romano, per definizione ha già visto tutto. Per questo non si stupisce di nulla, per questo può passare davanti al Colosseo senza guardarlo, per questo può addirittura arrivare a pensare che il primo inquilino del Vaticano passi la giornata a oziare. È utile e divertente quindi seguire le evoluzioni del pennuto Max, che ha scelto di fare il nido in una nicchia della basilica di San Pietro, da dove parte ogni giorno.
 

Anche il nome l'ha scelto svolazzando da quelle parti. "Un giorno mi è caduto l'occhio sulle scritte che si trovano qua e là dove ho deciso di vivere:  la cupola della Basilica di San Pietro, un'enorme costruzione a forma di budino che lascio solo per andare a caccia di qualcosa di buono da mettere nel becco, o per vedere cosa succede in giro.

Mi sono accorto che in quasi tutte le scritte c'erano le stesse due parole:  pont. max. Dovevano essere due parole importanti, visto che erano messe dappertutto. "Pont. Max, Pont. Max" ho ripetuto più volte. Pont non faceva per me, ma Max sì".E Max sia, dunque. "un nome forte, veloce.

Come un colpo d'ali ben assestato", come quello che serve per planare sul davanzale della finestra dell'ufficio del Papa, per avere una prospettiva privilegiata su una scrivania sulla quale passa "la vita della Chiesa cattolica in ogni angolo del mondo".

Un ufficio che comincia a vivere presto, con la luce accesa sulle carte da firmare con la penna stilografica, i discorsi da riguardare, la lista degli appuntamenti che sembra non finire mai. Ma ogni cosa è fatta con calma, perché lui "detesta la fretta" e soprattutto si muove sempre con accanto "i suoi amici più cari:  tantissimi libri che consulta quando ha un dubbio".
 
Poi arrivano le udienze private, concesse a ospiti spesso nervosi "c'è chi si aggiusta la cravatta, chi si tocca i capelli, chi si sistema per bene la croce che porta sul petto, chi si dondola sui piedi, chi si guarda le scarpe per vedere se sono ben lucide, chi prova sottovoce le parole che pensa di pronunciare". E poi un pranzo leggero, due passi per rilassarsi e di nuovo al lavoro. La prima pausa vera è verso la metà del pomeriggio, con una passeggiata nei giardini vaticani, ma dura poco e poi di nuovo alla scrivania, spesso per scrivere.

Ma ci sono anche altre occupazioni e una è la musica, "la sua grande passione. Ogni volta che può si gode un bel concerto, ma non ha molto tempo libero per farlo". Un'attività intensa, insomma, affrontata anche con ironia perché "non è il tipo di persona che racconta una barzelletta dopo l'altra, ma sa vedere gli aspetti divertenti della vita".

Insomma niente a che vedere con l'idea di un uomo che si gode le giornate oziando. Ma del resto ci sarà un motivo per cui subito dopo l'elezione il Papa viene condotto dalla Cappella Sistina alla Stanza delle lacrime e lasciato solo a meditare.



(©L'Osservatore Romano - 17 Maggio 2009)


[SM=g1740733] [SM=g1740722] [SM=g1740721]
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26/09/2009 14:36
 
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                               The "Infant Jesus of Prague" waits to be returned to a showcase after receiving a change of robes in preparation of Pope Benedict XVI's visit at the Church of Our Lady Victorious in Prague September 25, 2009. The Pope will visit the church on Saturday, the first of his three-day visit to the Czech Republic.


PREGHIERA AL SANTO BAMBINO DI PRAGA
SUPPLICATA DA BENEDETTO XVI
IN VISITA A PRAGA

Signore Gesù
,

noi ti vediamo bambino
e crediamo che tu sei il Figlio di Dio,
fatto uomo per opera dello Spirito Santo
nel grembo della Vergine Maria.
Come a Betlemme
anche noi con Maria, Giuseppe,
gli Angeli e i pastori
ti adoriamo e ti riconosciamo
nostro unico Salvatore.
Ti sei fatto povero
per farci ricchi con la tua povertà:
concedi a noi di non dimenticarci mai
dei poveri e di tutti coloro che soffrono.
Proteggi le nostre famiglie,
benedici tutti i bambini del mondo
e fa’ che regni sempre tra noi
l’amore che tu ci hai portato
e che rende piu` felice la vita.
Dona a tutti, o Gesù,
di riconoscere la verità del tuo Natale
perche´ tutti sappiano
che tu sei venuto a portare
all’intera famiglia umana
la luce, la gioia e la pace.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell’unita` dello Spirito Santo,
pertutti i secoli dei secoli.

C. Amen.



VISITA DEL PAPA A PRAGA E NEL SUO DISCORSO DI SALUTI E BENEDIZIONE, ECCO UN MESSAGGIO A TUTTI I BAMBINI E ALLE FAMIGLIE...

L’effigie del Bambino Gesù, con la tenerezza della sua infanzia, ci fa inoltre percepire la vicinanza di Dio e il suo amore. Comprendiamo quanto siamo preziosi ai suoi occhi perché, proprio grazie a Lui, siamo divenuti a nostra volta figli di Dio. Ogni essere umano è figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare. Possa la nostra società comprendere questa realtà! Ogni persona umana sarebbe allora valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è, poiché nel volto di ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura, brilla l’immagine di Dio.

Questo vale soprattutto per i bambini. Nel Santo Bambino di Praga contempliamo la bellezza dell’infanzia e la predilezione che Gesù Cristo ha sempre manifestato verso i piccoli, come leggiamo nel Vangelo (cfr Mc 10,13-16). Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati! Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell’attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell’umanità.

Vorrei ora rivolgere una parola particolare a voi, cari bambini, e alle vostre famiglie. Siete venuti numerosi ad incontrarmi e per questo vi ringrazio di cuore. Voi, che siete i prediletti del cuore del Bambino Gesù, sappiate ricambiare il suo amore, e, seguendone l’esempio, siate ubbidienti, gentili e caritatevoli. Imparate ad essere, come Lui, il conforto dei vostri genitori. Siate veri amici di Gesù e ricorrete a Lui con fiducia sempre. Pregatelo per voi stessi, per i vostri genitori, parenti, maestri ed amici, e pregatelo anche per me. Grazie ancora per la vostra accoglienza e di cuore vi benedico, mentre su tutti invoco la protezione del Santo Bambino Gesù, della sua Madre Immacolata e di san Giuseppe.




Benedict XVI Praga

[Modificato da Caterina63 26/09/2009 14:47]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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15/10/2009 15:38
 
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[SM=g1740717] Con le immagini del film Marcellino pane e vino....una simpatica canzoncina da cantare ai bambini....





e qui....il finale del film Marcellino pane e vino....una Lettera scritta nel cuore di ogni bambini se gli adulti....sapranno aiutare i bambini a leggerla....





la canzone





[SM=g1740738]

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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Un merlo bianco
nei giardini del Papa


di Francesco M. Valiante


Avesse dato retta al Merlo bianco, oggi Pinocchio sarebbe un altro. Magari un attempato signore in pensione dopo un'onesta vita trascorsa tra famiglia e lavoro. Poco o niente da raccontare ai nipotini:  una fanciullezza tranquilla, spensierata, mai un giorno di scuola marinato, sempre alla larga dai pasticci e dai guai. Solo quello strano ricordo di un lungo naso di legno, retaggio di vecchi incubi infantili presto svaniti.

E dire che l'avvertimento del volatile non difettava di buon senso:  "Non dar retta - gli aveva gridato - ai consigli dei cattivi compagni se no, te ne pentirai". La penna accorta di Carlo Collodi glielo aveva fatto incontrare proprio sul cammino che dal teatro dei burattini portava alla casa di Geppetto. Un'ancora di salvezza a metà strada tra la rovina e la redenzione. Ma non c'era stato niente da fare. Anche perché a tacitare la già esitante coscienza  di Pinocchio ci aveva pensato il  Gatto, che con un balzo si era avventato sull'uccello divorandolo in un sol boccone prima che potesse proferire altro.
 
Diciamo la verità:  a nessun bambino verrebbe in mente di rimpiangere il povero animaletto. Chi può immaginare un libro di fiabe orfano delle peripezie del burattino più famoso del mondo? Destino ingrato, quello del giudizioso volatile. E di tutti quei consiglieri saggi e assennati che diventano sempre più rari compagni di strada lungo i sentieri della vita. Proprio come i merli bianchi.

Che poi, a dispetto della simbologia popolare, tanto rari non sono, stando alle acquisizioni della scienza ornitologica. "Aberrazioni cromatiche" le chiamano gli studiosi, con un'espressione che, in verità, sembra evocare terrificanti alchimie genetiche piuttosto che innocenti scherzi della natura. Pare sia tutta una questione di pigmenti:  nel caso dei merli le melanine, agenti responsabili della colorazione scura del piumaggio.


Quando sono del tutto assenti si parla di albinismo, quando sono prodotte in quantità minime si è in presenza di leucismo.

Merli albini e merli leucistici - discendenti dell'illustre ma sfortunato progenitore finito tra le grinfie del gatto di Pinocchio - non sono così insoliti da osservare, assicurano gli esperti. Anche in un angolo verde del tutto particolare come i Giardini Vaticani. Ce n'è un esemplare nella zona del giardino alla francese, alle spalle della Grotta di Lourdes, che non di rado si concede all'osservazione dei bird-watcher più fortunati nella cerchia delle Mura leonine. Tra i quali lo stesso Benedetto XVI e uno dei suoi segretari, monsignor Alfred Xuereb, che lo hanno notato durante la quotidiana preghiera del rosario recitato passeggiando lungo i viali.

Fortuna che nessuno dei due ha propensioni venatorie, verrebbe da dire. Fatto sta che il prelato, incoraggiato anche dal Papa, si è messo di impegno con l'intenzione di "catturarlo". Ma per farlo è bastata una macchina fotografica dotata di un potente obiettivo. Che unita a una buona dose di pazienza e a uno spirito di osservazione non comune gli ha consentito il giorno seguente, al termine di un appostamento neanche tanto lungo, di immortalare in una serie di splendidi scatti (pubblicati in questa pagina) il volatile. Del tutto ignaro - soprattutto dopo la cattiva sorte capitata al suo più celebre avo - di essere divenuto oggetto nientedimeno che dell'attenzione del Romano Pontefice.
 
I suoi "colleghi" neri - una delle colonie più numerose tra le specie di uccelli che affollano i Giardini Vaticani - non se ne avranno certo a male. Anche perché, a dare ascolto a un'altra leggenda, quell'esemplare dal piumaggio candido custodirebbe in realtà le sembianze della loro originaria bellezza. Altro che pigmenti e melanine. Pare infatti che un tempo tutti i merli fossero bianchi. La loro attuale colorazione corvina sarebbe legata al freddo rigido delle ultime tre giornate di gennaio - da qui l'espressione "i giorni della merla" - che avrebbe costretto appunto una merla intirizzita a rifugiarsi con i piccoli all'interno di un comignolo. Dal quale sarebbero poi usciti ricoperti di fuliggine. E perciò, da allora, completamente neri. Dev'essere per questo che un altro acuto osservatore naturalista come il romanziere francese Jules Renard ha scritto:  "Il merlo bianco esiste; il merlo nero non ne è che l'ombra". C'è da scommettere che cominci a pensarlo anche il Papa.



(©L'Osservatore Romano - 11 dicembre 2009)
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19/12/2009 18:50
 
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Benedetto XVI ai ragazzi dell'Azione cattolica italiana

La preghiera per essere
sempre in onda con Gesù


Un invito ad accogliere Cristo nella vita quotidiana "tra i giochi e tra gli impegni, nelle preghiere, quando chiede amicizia e generosità" è stato rivolto dal Papa ai ragazzi dell'Azione cattolica italiana, incontrati nella mattina di sabato 19 dicembre, nella Sala del Concistoro, per la tradizionale udienza natalizia.

Cari Ragazzi dell'Acr (Acierre),
vi saluto con grande affetto. È sempre bello per me incontrarvi in questo appuntamento pre-Natalizio, tanto atteso e desiderato da tutti voi e anche da me. Saluto cordialmente il Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana, Dott. Franco Miano e l'Assistente Generale, Mons. Domenico Sigalini. Per loro tramite, ringrazio quanti si adoperano generosamente per la vostra educazione religiosa e umana, dedicando  tempo  e  risorse personali alla vostra benemerita Associazione.

So che quest'anno vi state particolarmente impegnando sul tema "Siamo in onda" per mettervi in comunicazione con Gesù e con gli altri, avendo come riferimento l'immagine biblica di Zaccheo, colui che incontra il Signore e lo accoglie con gioia. Anche voi siete piccoli come Zaccheo, che è salito su un albero perché voleva vedere Gesù, ma il Signore, alzando lo sguardo, si è accorto subito di lui, in mezzo alla folla. Gesù vi vede e vi sente anche se siete piccoli, anche se a volte gli adulti non vi considerano come vorreste. Gesù non solo vi vede, ma si sintonizza sulla vostra onda, vuole fermarsi da voi, stare con voi, stabilire con ciascuno di voi una forte amicizia. Questo lo ha fatto  nascendo  a Betlemme e facendosi vicino ai ragazzi e agli uomini di ogni tempo, anche a ciascuno di noi.

Cari amici, di fronte a Gesù imitate sempre l'esempio di Zaccheo che è sceso subito dall'albero, lo ha accolto pieno di gioia nella sua casa e non ha più smesso dì fargli festa! Accoglietelo nella vostra vita tutti i giorni, tra i giochi e tra gli impegni, nelle preghiere, quando chiede la vostra amicizia e la vostra generosità, quando siete felici e quando avete paura. A Natale, ancora una volta, l'amico Gesù vi viene incontro e vi chiama! È il Figlio di Dio, è il Signore che vedete ogni giorno nelle immagini presenti nelle chiese, nelle strade, nelle case. Egli vi parla sempre dell'amore "più grande", capace di donarsi senza limiti, di portare pace e perdono.

Solo la presenza di Gesù nelle vostre vite dà la gioia piena, perché lui è capace di rendere sempre nuova e bella ogni cosa. Lui non vi dimentica mai. Se gli dite ogni giorno che "siete in onda", aspettatevi sicuramente che egli vi chiami per inviarvi un messaggio di amicizia e di affetto. Lo fa quando partecipate alla Santa Messa, quando vi dedicate allo studio, ai vostri impegni quotidiani e quando sapete compiere gesti di condivisione, di solidarietà, di generosità e di amore verso gli altri. Così potrete dire ai vostri amici, ai vostri genitori, ai vostri animatori, ai vostri educatori che siete riusciti a prendere la linea con Gesù nella vostra preghiera, nel compiere i vostri doveri e quando sarete capaci di stare accanto a tanti ragazzi e ragazze che soffrono, specialmente a coloro che vengono da Paesi lontani e spesso sono abbandonati, senza genitori e senza amici.

Cari ragazzi, con questi sentimenti vi auguro un felice e Santo Natale. Estendo i miei voti augurali alle vostre famiglie e all'intera Azione Cattolica e, affidandovi alla protezione della Madre di Gesù, di cuore tutti vi benedico.


(©L'Osservatore Romano - 20 dicembre 2009)

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Forse non tutti sanno che fu il grande Papa PIO XII a fare in modo che nell'Epifania del Signore, il 6 gennaio, Festa comunemente confusa oggi con la...."befana".... istituì anche la FESTA DEI BAMBINI....


Cosi lo spiega oggi Benedetto XVI all'Angelus:

Nella solennità dell’Epifania ricorre la Giornata Missionaria dei Bambini, con il motto “I bambini aiutano i bambini”. Promossa dal Venerabile Papa Pio XII nel 1950, questa iniziativa educa i bambini a formarsi una mentalità aperta al mondo e ad essere solidali con i loro coetanei più disagiati. Saluto con affetto tutti i piccoli missionari presenti nei cinque continenti e li incoraggio ad essere sempre testimoni di Gesù e annunciatori del suo Vangelo.


                           VATICAN CITY, VATICAN - JANUARY 06:  Pope Benedict XVI holds his sunday angelus blessing in St. Peter's  Square during the solemnity of the Epiphany  on January 6, 2010 in Vatican City, Vatican.




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02/03/2010 10:11
 
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Perchè il Papa ha uno stemma?
Perchè c'è un Orso?
Che cosa significano i simboli che ci sono?

Queste ed altre sono le domande che spesso ci rivolgono i bambini specialmente al Catechismo, almeno a me è capitato, a voi non so ^__^
E allora, ecco qui in poche parole come spiegare ai Bambini ma anche agli adulti direi... il significato dello stemma di Benedetto XVI...

CLICCA QUI: it.gloria.tv/?media=55733




[SM=g1740733] [SM=g1740721]


[SM=g1740717]




[Modificato da Caterina63 02/03/2010 10:11]
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"GLI AMICI DI GESU'": nuovo libro del papa per bambini


                                                  Libro del Papa 

CITTA' DEL VATICANO, 22 LUG. 2010 (VIS). "Gli amici di Gesù" è intitolato il nuovo libro di Benedetto XVI, destinato ad un pubblico di bambini e ragazzi, nel quale il Papa racconta la storia dei dodici Apostoli e di San Paolo.
 
  Il volume di 48 pagine, illustrato dall'artista italiano Franco Vignazia e pubblicato dalla Casa Editrice San Giuliano Milanese, raccoglie brani tratti dalle catechesi delle Udienze Generali, come si legge nel quotidiano della Santa Sede "L'Osservatore Romano".
 
  L'introduzione è firmata dal sacerdote spagnolo Julián Carrón, Presidente della Fraternità Comunione e Liberazione.
 
  "C'è un piccolo gruppo di uomini che un giorno, duemila anni fa" - scrive Padre Carrón - "incontrò un giovane che camminava per le strade della Galilea, in Medio Oriente. Ognuno aveva il proprio lavoro e la propria famiglia, ma ci fu un istante in cui tutta la loro vita cambiò. Si chiamavano Andrea e Giovanni, Pietro, Matteo, Tommaso... Erano dodici e noi oggi li conosciamo come gli 'apostoli'. (...) A essi va aggiunto Paolo" che "da persecutore dei cristiani divenne il più grande testimone di Gesù".
 
  "Il Papa ci prende per mano" - spiega Padre Carrón - "e ci accompagna a scoprire chi erano i primi compagni di Cristo, come lo incontrarono e come furono conquistati da Lui fino a decidere di non abbandonarlo mai più".




[Modificato da Caterina63 23/07/2010 23:51]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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01/09/2010 09:46
 
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[SM=g1740733] Video su Benedetto XVI che spiega Maria ai bambini:

it.gloria.tv/?media=70608

E' triste dover constatare quanto, oggi, sia difficile per dei genitori parlare di Maria in modo semplice ai propri figli. Senza dubbio la dottrina della nostra fede ha bisogno di preparazione, di conoscenza, di studio e preghiera, ebbene il Papa Benedetto XVI ci insegna quanto ciò sia possibile e meno complicato di quel che appare, ci vuole solo pazienza e impegno e tanta PASSIONE, AMORE....

Grazie per l'attenzione [SM=g1740750] [SM=g1740752]
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[SM=g1740738] [SM=g1740757]

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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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27/09/2010 22:38
 
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Il Papa, Benedetto XVI, ricevendo i Bambini a Castel Gandolfo, ha raccontato loro i suoi primi giorni di scuola....
                                      Pope Benedict XVI waves to pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence of Castelgandolfo, 40 kms south east of Rome, during his weekly general audience on September 26, 2010.
 
CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza la Scuola elementare Pontificia "Paolo VI" delle Maestre Pie Filippini di Castel Gandolfo.
 
  "Cari bambini, voi andate a scuola, imparate naturalmente, ed ho pensato che sono 77 anni da quando io ho cominciato ad andare a scuola" - ha detto il Papa - "Era in un piccolo paese di 300 anime, un po' 'dietro la luna', si direbbe; tuttavia, abbiamo imparato l'essenziale. Abbiamo imparato soprattutto a leggere e a scrivere, e penso che sia una cosa grande poter scrivere e leggere, perché così possiamo conoscere il pensiero di altri, leggere i giornali, i libri; possiamo conoscere quanto è stato scritto duemila anni fa o ancora più tempo fa; possiamo conoscere i continenti spirituali del mondo e comunicare insieme; e soprattutto c'è una cosa straordinaria: Dio ha scritto un libro, cioè ha parlato a noi uomini e ha trovato delle persone che hanno scritto il libro con la Parola di Dio, così che, leggendolo, possiamo anche leggere cosa dice Dio a noi. E questo è molto importante".
 
  "Nella scuola" - ha concluso il Pontefice - "imparare tutte le cose necessarie per la vita e imparare anche a conoscere Dio, conoscere Gesù e così conoscere come si vive bene. Voi trovate nella scuola tanti amici ed è bello; così si forma una grande famiglia. Ma tra i grandi amici, il primo che troviamo, che conosciamo, dovrebbe essere Gesù, che è amico di tutti e che ci dà realmente la strada della vita".


   Benedetto XVI e i bambini


DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AGLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI
DELLE MAESTRE PIE FILIPPINI DI CASTEL GANDOLFO

Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Giovedì, 23 settembre 2010

 

Cari bambini,
Cari insegnanti, cari genitori,
Cari amici,

benvenuti qui, nel Palazzo, nella casa del Papa. Sono molto felice di accogliervi finalmente, e di vedere questa Scuola Pontificia Paolo VI delle Suore Maestre Pie Filippini, per essere con voi almeno un attimo. Spiritualmente siamo sempre insieme, qui, in questo bel Castel Gandolfo, ma adesso vi posso anche vedere, e sono molto felice.

Cari bambini, voi andate a scuola, imparate naturalmente, ed ho pensato che sono 77 anni da quando io ho cominciato ad andare a scuola. Era in un piccolo paese di 300 anime, un po’ “dietro la luna”, si direbbe; tuttavia, abbiamo imparato l’essenziale. Abbiamo imparato soprattutto a leggere e a scrivere, e penso che sia una cosa grande poter scrivere e leggere, perché così possiamo conoscere il pensiero di altri, leggere i giornali, i libri; possiamo conoscere quanto è stato scritto duemila anni fa o ancora più tempo fa; possiamo conoscere i continenti spirituali del mondo e comunicare insieme; e soprattutto c’è una cosa straordinaria: Dio ha scritto un libro, cioè ha parlato a noi uomini e ha trovato delle persone che hanno scritto il libro con la Parola di Dio, così che, leggendolo, possiamo anche leggere cosa dice Dio a noi.

E questo è molto importante: nella scuola imparare tutte le cose necessarie per la vita e imparare anche a conoscere Dio, conoscere Gesù e così conoscere come si vive bene. Voi trovate nella scuola tanti amici ed è bello; così si forma una grande famiglia. Ma tra i grandi amici, il primo che troviamo, che conosciamo, dovrebbe essere Gesù, che è amico di tutti e che ci dà realmente la strada della vita.

Grazie per la vostra presenza, per la vostra gioia e auguri a voi tutti.






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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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20/11/2011 14:10
 
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IL PAPA AI BAMBINI nel suo viaggio in Africa nel Benin : DITE IL ROSARIO! e regala loro il Rosario

Il Papa ai bambini: Guardate! Tiro fuori un rosario dalla mia tasca. Il rosario è come uno strumento che si può utilizzare per pregare. È semplice pregare il rosario. Forse lo conoscete già, altrimenti chiedete ai vostri genitori di insegnarvi



VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011)

INCONTRO CON I BAMBINI NELLA PARROCCHIA SAINTE-RITA A COTONOU

DISCORSO, a braccio, DEL SANTO PADRE

Cari bambini!

Ringrazio Monsignor René-Marie Ehuzu, Vescovo di Porto Novo e responsabile della Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale del Benin, per le sue parole di accoglienza.
Dico grazie anche al Signor Parroco e ad Aïcha per ciò che essi mi hanno detto a nome di tutti voi.
Dopo questo bel momento di adorazione, è con grande gioia che io vi saluto. Grazie di essere venuti così numerosi!
Dio nostro Padre ci ha riunito attorno al suo Figlio e nostro Fratello, Gesù Cristo, presente nell’Ostia consacrata durante la Messa. È un grande mistero davanti al quale si adora e si crede.

Gesù, che ci ama tanto, è veramente presente nei tabernacoli di tutte le chiese del mondo, nei tabernacoli delle chiese dei vostri quartieri e delle vostre parrocchie. Io vi invito a farGli visita spesso per dirGli il vostro amore.

Alcuni tra voi hanno già fatto la prima Comunione, altri vi si preparano.

Il giorno della mia prima Comunione è stato uno dei più bei giorni della mia vita. Non lo è stato forse anche per voi? Perché? Non è solo a causa dei bei vestiti o dei regali o anche del pranzo della festa!


È soprattutto perché, quel giorno, riceviamo per la prima volta Gesù-Eucaristia.
Quando io faccio la comunione, Gesù viene ad abitare in me. Devo accoglierlo con amore e ascoltarlo attentamente. Nel profondo del mio cuore, posso dirgli per esempio: «Gesù, io so che tu mi ami. Dammi il tuo amore così che io ti ami e ami gli altri con il tuo amore. Ti affido le mie gioie, le mie pene e il mio futuro».
Non esitate, cari bambini, a parlare di Gesù agli altri. Egli è un tesoro che bisogna saper condividere con generosità. Nella storia della Chiesa, l’amore di Gesù ha riempito di coraggio e di forza tanti cristiani e anche dei bambini come voi!
Così, san Kizito, un ragazzo ugandese, è stato messo a morte perché voleva vivere secondo il Battesimo che aveva ricevuto. Kizito pregava. Aveva capito che Dio è non solo importante, ma che è tutto.

Che cos’è la preghiera? È un grido d’amore lanciato verso Dio nostro Padre con la volontà di imitare Gesù nostro fratello. Gesù si ritirava in disparte per pregare. Come Gesù, anch’io posso trovare ogni giorno un luogo calmo in cui mi raccolgo davanti a una croce o ad una immagine sacra per parlare a Gesù e ascoltarlo. Posso anche usare il Vangelo. Poi conservo nel mio cuore un passo che mi colpisce e mi può guidare durante la giornata.

Restare così un po’ di tempo con Gesù, Gli permette di riempirmi del suo amore, della sua luce e della sua vita!

Questo amore che ricevo nella preghiera, sono chiamato a donarlo a mia volta ai miei genitori, ai miei amici, a tutti quelli con cui vivo, anche a coloro che non mi amano, e anche a coloro che non apprezzo molto. Cari bambini, Gesù vi ama! Chiedete anche ai vostri genitori di pregare con voi!

A volte, bisogna spingerli un po’. Non esitate a farlo. Dio è così importante!
La Vergine Maria, sua Madre, vi insegni ad amarLo sempre più attraverso la preghiera, il perdono e la carità. Vi affido tutti a Lei, come pure i vostri familiari e i vostri educatori.

Guardate! Tiro fuori un rosario dalla mia tasca. Il rosario è come uno strumento che si può utilizzare per pregare. È semplice pregare il rosario. Forse lo conoscete già, altrimenti chiedete ai vostri genitori di insegnarvi.

Del resto, alla fine del nostro incontro ciascuno di voi riceverà un rosario.
Quando lo avrete in mano, potrete pregare per il Papa, per la Chiesa e per tutte le intenzioni importanti. E ora, prima che io vi benedica tutti con grande affetto, preghiamo insieme un’Ave Maria per i bambini del mondo intero, specialmente per quelli che soffrono la malattia, la fame e la guerra.

Ora preghiamo: Ave Maria,…




















Benedetto XVI e il Rosario
[Modificato da Caterina63 21/11/2011 22:57]
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24/11/2011 11:52
 
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[SM=g1740738] Immagine stupenda quella del Papa che, all'incontro con i bambini del Benin, ha tirato fuori la sua Corona del Rosario invitando tutti non solo a portarlo con se, ma soprattutto a non vergognarsi di dirlo, recitarlo, anche insieme ai genitori....
Vi offriamo in video le parole espresse da Benedetto XVI, facciamole nostre e facciamole conoscere.
it.gloria.tv/?media=219157

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26/08/2012 17:20
 
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[SM=g1740733] Anzitutto, pregare


Dialogo del santo padre Benedetto XVI con i bambini della Pontificia Opera dell’Infanzia missionaria, Aula Paolo VI - sabato, 30 maggio 2009


L’incontro di papa Benedetto XVI con i bambinI nell’Aula Paolo VI


L’udienza di Benedetto XVI  ai settemila bambini dell’Opera per l’Infanzia missionaria, Aula Paolo VI, 30 maggio 2009 [© Osservatore Romano]

L’udienza di Benedetto XVI ai settemila bambini dell’Opera per l’Infanzia missionaria, Aula Paolo VI, 30 maggio 2009 [© Osservatore Romano]

Mi chiamo Anna Filippone, ho dodici anni, sono ministrante, vengo dalla Calabria, diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Papa Benedetto, il mio amico Giovanni ha il babbo italiano e la madre ecuadoriana ed è molto felice. Pensi che le diverse culture un giorno potranno vivere senza litigare nel nome di Gesù?

Benedetto XVI: Ho capito che volete sapere come noi, da bambini, abbiamo fatto ad aiutarci reciprocamente. Devo dire che ho vissuto gli anni della scuola elementare in un piccolo paese di quattrocento abitanti, molto lontano dai grandi centri. Eravamo quindi un po’ ingenui e in questo paese c’erano, da una parte, agricoltori molto ricchi e anche altri meno ricchi ma benestanti, e, dall’altra, poveri impiegati, artigiani. La nostra famiglia poco prima dell’inizio della scuola elementare era arrivata in questo paese da un altro paese, quindi eravamo un po’ stranieri per loro, anche il dialetto era diverso. In questa scuola, quindi, si riflettevano situazioni sociali molto diverse. Vi era tuttavia una bella comunione tra di noi. Mi hanno insegnato il loro dialetto, che io non conoscevo ancora. Abbiamo collaborato bene e, devo dire, qualche volta naturalmente anche litigato, ma dopo ci siamo riconciliati e abbiamo dimenticato quanto era avvenuto.

Questo mi sembra importante. Qualche volta nella vita umana sembra inevitabile litigare; ma importante resta, comunque, l’arte di riconciliarsi, il perdono, il ricominciare di nuovo e non lasciare amarezza nell’anima. Con gratitudine mi ricordo di come tutti abbiamo collaborato: uno aiutava l’altro e andavamo insieme sulla nostra strada. Tutti eravamo cattolici, e questo era naturalmente un grande aiuto. Così abbiamo imparato insieme a conoscere la Bibbia, cominciando dalla creazione fino al sacrificio di Gesù sulla croce, e poi anche gli inizi della Chiesa. Abbiamo imparato insieme il catechismo, abbiamo imparato insieme a pregare, ci siamo insieme preparati per la prima confessione, per la prima comunione: quello fu un giorno splendido. Abbiamo capito che Gesù stesso viene da noi e che Lui non è un Dio lontano: entra nella mia propria vita, nella mia propria anima. E se lo stesso Gesù entra in ognuno di noi, noi siamo fratelli, sorelle, amici e dobbiamo quindi comportarci come tali.

Per noi, questa preparazione sia alla prima confessione come purificazione della nostra coscienza, della nostra vita, e poi anche alla prima comunione come incontro concreto con Gesù che viene da me, che viene da noi tutti, sono stati fattori che hanno contribuito a formare la nostra comunità. Ci hanno aiutato ad andare insieme, a imparare insieme a riconciliarci quando era necessario. Abbiamo fatto anche piccoli spettacoli: è importante anche collaborare, avere attenzione l’uno per l’altro. Poi a otto o nove anni mi sono fatto chierichetto. In quel tempo non c’erano ancora le chierichette, ma le ragazze leggevano meglio di noi. Esse quindi leggevano le letture della liturgia, noi facevamo i chierichetti. In quel tempo erano ancora molti i testi latini da imparare, così ognuno ha avuto la sua parte di fatica da fare. Come ho detto, non eravamo santi: abbiamo avuto i nostri litigi, ma tuttavia c’era una bella comunione, dove le distinzioni tra ricchi e poveri, tra intelligenti e meno intelligenti non contavano. Era la comunione con Gesù nel cammino della fede comune e nella responsabilità comune, nei giochi, nel lavoro comune. Abbiamo trovato la capacità di vivere insieme, di essere amici, e benché dal 1937, cioè da più di settanta anni, non sia più stato in quel paese, siamo restati ancora amici. Quindi abbiamo imparato ad accettarci l’un l’altro, a portare il peso l’uno dell’altro.
Questo mi sembra importante: nonostante le nostre debolezze ci accettiamo e con Gesù Cristo, con la Chiesa troviamo insieme la strada della pace e impariamo a vivere bene.

[SM=g1740771]


Mi chiamo Letizia e ti volevo fare una domanda. Caro papa Benedetto XVI, cosa voleva dire per te quando eri ragazzo il motto: «I bambini aiutano i bambini»? Avresti mai pensato di diventare Papa?

Benedetto XVI: A dire la verità, non avrei mai pensato di diventare Papa, perché, come ho già detto, sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo in un piccolo paese molto lontano dai centri, nella provincia dimenticata. Eravamo felici di essere in questa provincia e non pensavamo ad altre cose. Naturalmente abbiamo conosciuto, venerato e amato il Papa – era Pio XI – ma per noi era a un’altezza irraggiungibile, un altro mondo quasi: un nostro padre, ma tuttavia una realtà molto superiore a tutti noi. E devo dire che ancora oggi ho difficoltà a capire come il Signore abbia potuto pensare a me, destinare me a questo ministero. Ma lo accetto dalle sue mani, anche se è una cosa sorprendente e mi sembra molto oltre le mie forze. Ma il Signore mi aiuta.


L’udienza di Benedetto XVI  ai settemila bambini dell’Opera per l’Infanzia missionaria, Aula Paolo VI, 30 maggio 2009 [© Osservatore Romano]

L’udienza di Benedetto XVI ai settemila bambini dell’Opera per l’Infanzia missionaria, Aula Paolo VI, 30 maggio 2009 [© Osservatore Romano]

Caro papa Benedetto, io sono Alessandro. Volevo chiederti: tu sei il primo missionario, noi ragazzi come possiamo aiutarti ad annunciare il Vangelo?

Benedetto XVI: Direi che un primo modo è questo: collaborare con la Pontificia Opera dell’Infanzia missionaria. Così siete parte di una grande famiglia, che porta avanti il Vangelo nel mondo. Così appartenete a una grande rete. Vediamo qui come si rispecchia la famiglia dei popoli diversi. Voi state in questa grande famiglia: ognuno fa la sua parte e insieme siete missionari, portatori dell’opera missionaria della Chiesa. Avete un bel programma, indicato dalla vostra portavoce: ascoltare, pregare, conoscere, condividere, solidarizzare. Questi sono gli elementi essenziali che realmente sono un modo di essere missionario, di portare avanti la crescita della Chiesa e la presenza del Vangelo nel mondo. Vorrei sottolineare alcuni di questi punti.
Anzitutto, pregare. La preghiera è una realtà: Dio ci ascolta e, quando preghiamo, Dio entra nella nostra vita, diventa presente tra di noi, operante. Pregare è una cosa molto importante, che può cambiare il mondo, perché rende presente la forza di Dio. Ed è importante aiutarsi nel pregare: preghiamo insieme nella liturgia, preghiamo insieme nella famiglia. E qui direi che è importante cominciare la giornata con una piccola preghiera e poi anche finire il giorno con una piccola preghiera: ricordare i genitori nella preghiera. Pregare prima del pranzo, prima della cena, e in occasione della comune celebrazione della domenica. Una domenica senza la messa, la grande preghiera comune della Chiesa, non è una vera domenica: manca proprio il cuore della domenica e così anche la luce per la settimana. E potete aiutare anche gli altri – specialmente quando forse a casa non si prega, non si conosce la preghiera –, insegnare agli altri a pregare: pregare con loro e così introdurre gli altri nella comunione con Dio.
Poi, ascoltare, cioè imparare realmente che cosa ci dice Gesù. Inoltre, conoscere la Sacra Scrittura, la Bibbia. Nella storia di Gesù impariamo – come ha detto il cardinale – il volto di Dio, impariamo come è Dio. È importante conoscere Gesù profondamente, personalmente. Così egli entra nella nostra vita e, tramite la nostra vita, entra nel mondo.

E anche condividere, non volere le cose solo per sé stessi, ma per tutti; dividere con gli altri. E se vediamo un altro che forse ha bisogno, che è meno dotato, dobbiamo aiutarlo e così rendere presente l’amore di Dio senza grandi parole, nel nostro personale piccolo mondo, che fa parte del grande mondo. E così diventiamo insieme una famiglia, dove uno ha rispetto per l’altro: sopportare l’altro nella sua alterità, accettare proprio anche gli antipatici, non lasciare che uno sia marginalizzato, ma aiutarlo a inserirsi nella comunità. Tutto questo vuol dire semplicemente vivere in questa grande famiglia della Chiesa, in questa grande famiglia missionaria. Vivere i punti essenziali come la condivisione, la conoscenza di Gesù, la preghiera, l’ascolto reciproco e la solidarietà è un’opera missionaria, perché aiuta a far sì che il Vangelo diventi realtà nel nostro mondo.

[SM=g1740738]
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Caro Gesù Bambino, la letterina di Joseph Ratzinger

Scritto da Angela Ambrogetti

“Caro Bambino Gesù, presto scenderai sulla terra. Porterai gioia ai bambini. Anche a me porterai gioia.”
E’ il tipico testo di una letterina di Natale. Joseph Ratzinger Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, futuro Papa a 7 anni)

I bambini di tutti i tempi la lasciano davanti al presepe e attendono la notte della Vigilia.
Ma quello che la rende speciale è che è firmata Joseph Ratzinger ed è datata 1934.
Cosa desiderava il piccolo Joseph ad appena sette anni ? “Vorrei il Volks-Schott, un vestito per la messa verde e un Cuore di Gesù. Sarò sempre bravo. Cari saluti da Joseph Ratzinger.”
 La letterina è stata ritrovata durante i lavori di ristrutturazione della casa di Joseph Ratzinger a Pentling in Baviera, oggi trasformata in un piccolo museo dedicato al Pontefice. La sorella Maria aveva custodito la letterina davvero insolita per un bimbo di 7 anni. Il piccolo Joseph non chiedeva giocattoli o dolci, che pure erano sempre davanti al presepe della famiglia Ratzinger per i tre fratelli. Joseph chiede tre cose molto particolari.

Basta scorrere il volume della sua autobiografia La mia vita. Ricordi (1927-1977) – Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, pagine 122, euro 16,53 – per cogliere come già nel fanciullo Joseph si delineasse ben presto quel paesaggio interiore che lo avrebbe condotto molti anni dopo, una volta eletto Papa, a preferire a tutti gli altri il nome di Benedetto, il santo fondatore di Montecassino e patriarca dei monaci d’Occidente.  Lo spazio della liturgia attrasse infatti in modo avvincente l’interesse del fanciullo Ratzinger:  “Questo misterioso intreccio di testi e di azioni (…) cresciuto nel corso dei secoli dalla fede della Chiesa. Portava in sé il peso di tutta la storia ed era, insieme, molto di più che un prodotto della storia umana”, scrive in quei suoi Ricordi. E questo mondo gli divenne familiare proprio grazie alla mediazione di un benedettino, Anselm Schott abate di Beuron, che aveva pubblicato il messale in lingua tedesca corredandolo di commenti, sì da avvicinare alla comprensione della messa anche un pubblico semplice e intuitivo come quello dei ragazzi.
E il cardinale ricordava come egli ricevette appunto “uno Schott per bambini, in cui erano già riportati i testi più importanti della liturgia; poi lo Schott della domenica, in cui la liturgia della domenica e dei giorni festivi era riportata integralmente, e, infine, il messale quotidiano completo”.
E continuava:  “Ogni nuovo passo che mi faceva entrare più profondamente nella liturgia era per me un grande avvenimento. I volumetti che di volta in volta io ricevevo erano qualcosa di prezioso, come non potevo sognarne di più belli. Era un’avventura avvincente entrare a poco a poco nel misterioso mondo della liturgia”.


Lo Schott è uno dei primi libri di preghiere con il messale in lingua tedesca con testo a fronte in latino. All’ epoca in Germania ne esistevano due edizioni, una per adulti e una per bambini. E il piccolo Joseph proprio attraverso quel libretto inizia ad amare la liturgia sul cui ritmo era modellata la vita della famiglia.
“ I volumetti che di volta in volta ricevevo - scrive Benedetto XVI nella sua biografia - erano qualcosa di prezioso, come non potevo sognarli di più belli”.
Nella letterina c’erano tre richieste. Una in particolare ci lascia stupiti: il piccolo Joseph chiede un paramento per celebrare la messa.
In effetti i fratelli Ratzinger facevano spesso un gioco, il “gioco del parroco” per il quale la mamma preparava dei paramenti.
Lo ha raccontato il fratello Georg in una intervista un paio di anni fa per Inside the Vatican. “Si celebrava la messa e avevamo delle casule fatte dalla sarta della mamma proprio per noi. E uno volta a turno eravamo il ministrante o il chierichetto.” Poi un “ Cuore di Gesù”, una immagine del Sacro Cuore cui era molto devota tutta la famiglia. E tutto davanti al presepe che ogni anno “ aumentava di qualche figura ed era sempre motivo di grande gioia. Andare con papà nel bosco a raccogliere muschio ginepro e ramoscelli d’abete.

Ora la commovente letterina- come riferisce Bild- è esposta per la prima volta nella casa natale del papa a Marktl am Inn in Baviera. Nella caratteristica calligrafia corsiva dell’epoca chiamata Sütterlinschrift lo scolaro, che frequentava la seconda, espone i desideri del suo cuore al Bambin Gesù. Ci sono anche le altre letterine dei bambini. Georg, che aveva dieci anni, voleva la partitura di una canzone e una pianeta bianca, mentre Maria, che aveva tredici anni sognava un libro pieno di disegni. Le letterine erano tutte su un unico foglio, perchè la famiglia Ratizinger non era certo ricca La famiglia Ratzinger all’epoca, nel 1934, viveva nell’idillica Aschau am Inn.

“Il Papa si è molto rallegrato di scoprire la lettera e il suo contenuto lo ha fatto sorridere”, ha raccontato il suo segretario particolare Georg Gaenswein quando ha inaugurato il piccolo museo alla fine dell’ estate : “Per lui, l’odore di muschio appartiene ancora oggi al Natale”. Le lettere sono esposte per il periodo natalizio a Monaco di Baviera.


[Modificato da Caterina63 18/12/2012 23:06]
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[SM=g1740717] Offriamo alla vostra attenzione, in questo Anno della Fede, una serie di interventi che l'allora Pontefice Benedetto XVI ha fatto proprio per i giovani, anche per i bambini, su Maria e il Rosario attraverso una breve catechesi che riepiloga un pò tutti i Misteri principali della vita di Gesù.
Buona meditazione.

upload.gloria.tv/?media=445410

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