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La questione con mons. Lefebvre

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2016 18:03
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16/11/2009 09:07
 
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Dal blog Messainlatino:

Mons. Lefebvre: the movie

La Fraternità San Pio X ha deciso di investire su uno strumento di notevole impatto comunicativo per far conoscere il suo fondatore, l'Arcivescovo Marcel Lefebvre: un vero e proprio film (non, quindi, un mero documentario) che ripropone le tappe della vita del famoso Prelato che fu Delegato Apostolico di Papa Pio XII, Arcivescovo di Dakar in Senegal, Padre conciliare al Vaticano II, Superiore dei Padri dello Spirito Santo (e alle prese con le loro derive postconciliari) e infine, nell'ultima e senz'altro più controversa parte della sua vita - quella per la quale passerà alla Storia ecclesiastica - il più famoso disobbediente agli ordini di aggiornamento e cambiamento che la Chiesa dell'epoca imponeva a se stessa e a tutti i suoi membri, anche recalcitranti.

Il film ha un budget di 50.000 euro e ne trovate tutti i particolari a questo sito: www.monseigneurlefebvre.org/. Per l'occasione, la Fraternità ha messo a disposizione tutti i propri archivi inerenti la figura del fondatore.



Ecco la presentazione del film:




E riportiamo di seguito una breve biografia dell'Arcivescovo, tratta da quel sito:

Nato nel 1905 in una famiglia profondamente cristiana del Nord industriale della Francia, animata da grande deferenza verso il clero, Marcel Lefebvre era il terzo di otto figli di cui i cinque maggiori entreranno in religione. Il loro padre, un uomo di fede e di dovere, morì in un campo tenuto dai nazisti nel 1943.

Marcel fu educato a Roma, al Seminario Francese di Padre Le Floch, prima di entrare nella Congregazione dei Padri dello Spirito Santo, dopo la sua ordinazione nel 1929. Per quasi trent'anni, ha svolto molto del suo ministero in terra d'Africa, dove era in contatto con le culture e le religioni e dove è stato, come Arcivescovo di Dakar e Delegato Apostolico per l'Africa francese, uno dei padri del cristianesimo in questo continente giovane.

In questa veste è stato chiamato a svolgere un ruolo importante dal 1960 a Roma al comitato preparatorio al Concilio. Per diversi mesi, ha visto il rovesciamento completo della Curia romana da parte della minoranza guidata dal cardinale Bea e il vero "colpo di stato" che inaugurò il Concilio Vaticano II. Pertanto, si attivò per evitare che l’Aula approvasse disposizioni nocive per il mondo cattolico. Alla testa del Coetus Internationalis, si oppose alle importanti novità conciliari, che furono la libertà religiosa, l'ecumenismo e la collegialità. Infine, nel 1969, ha rifiutato l’applicazione del nuovo Messale, che Paolo VI aveva imposto a tutti i sacerdoti del mondo.

Nel momento in cui si sarebbe guadagnato una meritata pensione, Lefebvre, gradualmente estromesso prima in Africa e poi dalla sua congregazione, ha iniziato una delle sue battaglie più importanti: la conservazione della dottrina e della liturgia cattolici.

Uomo di preghiera, l'arcivescovo Lefebvre non ha deciso per l’inattività. Su richiesta dei seminaristi disorientati dai cambiamenti nella chiesa fu da lui fondata nel 1970 a Friburgo, in Svizzera, la Fraternità Sacerdotale San Pio X e aperse il seminario di Ecône nel Vallese per formare giovani sacerdoti al riparo dalle innovazioni. Ma questa singolarità ben presto attrasse guai. Dopo che il nuovo vescovo di Friburgo ebbe soppresso la Fraternità nel 1975, Mons. Lefebvre fu condannato l'anno seguente a Roma. Continuando a ordinare sacerdoti, fu colpito dalla sospensione a divinis. La notorietà che gli venne suo malgrado dopo la grande messa di Lilla, nella tarda estate del 1976, moltiplicò le sollecitazioni che lo han portato a stabilire la sua Fraternità in tutti i continenti. Ovunque, cappelle di fedeli e comunità religiose si rivolgevano a lui per sfuggire alle riforme. Ma in un momento in cui avrebbe dovuto sostenere il suo sforzo per salvaguardare una dottrina e una liturgia trascurate dalle autorità ecclesiastiche, i fatti del 1988 lo han portato a consacrare vescovi che potessero rispondere alla chiamata delle anime che si erano affidate a lui.

Questa mossa grave, ma resa necessaria ai suoi occhi dalla situazione, nel 1988 ha portato alla sua condanna da parte di Roma, che lo ha scomunicato.

Instancabilmente, ha continuato a costruire e costruire case per il bene delle anime prima di morire, due anni e mezzo più tardi, il 25 marzo 1991. Il suo lavoro e la sua lotta fece di lui il padre del tradizionalismo cattolico alla fine del ventesimo secolo. Grazie a lui, la Messa tradizionale è stata salvata. Per suo merito, focolai di cattolicesimo sono stati tenuti lontani dalle innovazioni. Attraverso di lui, c’è l'intera visione della Chiesa, basata sulla filosofia realistica e la tradizione dei papi, che era stata ostracizzata e addirittura perseguitata. Pertanto, sollevando la condanna del 1988, Papa Benedetto faceva ben di più che esercitare un favore ad alcuni vescovi.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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