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Paolo VI nel suo specifico Magistero

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2017 23:59
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26/03/2010 00:27
 
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pag. 750 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale Paulus VI

IL PROGRAMMA DEL CONCILIO SUL SACRAMENTO DELL'EUCARESTIA

III
Iis qui ex italico clero interfuerunt Coetui XIII per hebdomadam habito
Urbeveti v. « di aggiornamento pastorale ». *

* Die 6 Septembris mensis a. 1963.


Venerati Confratelli,
Voi avete partecipato alla XIII Settimana di Aggiornamento Pastorale,
promossa dal Centro di Orientamento pastorale, a Noi ben noto,
auspice Mons. Grazioso Ceriani, a Noi sempre caro, e accolta e favorita
dallo zelante Vescovo di Orvieto, Mons. Virginio Dondeo, nell'incomparabile
quadro di quella Città e di quella Cattedrale, a ricordo del settimo
centenario del culto eucaristico del « Corpus Domini », che dal miracolo
della vicina Bolsena e dalla Bolla Transiturus del Nostro
lontano Predecessore Urbano IV, ebbe colà la sua universale irradiazione.

Noi ci compiacciamo vivamente di tale manifestazione, di cui abbiamo
seguito con interesse lo svolgimento ed a cui avremmo Noi stessi
partecipato, se la Provvidenza non avesse disposto altrimenti con la
Nostra elezione al Pontificato Romano, ufficio che ha accresciuto immensamente
nel Nostro animo l'apprezzamento di cotesto Convegno,
ma non Ci ha consentito di parteciparvi personalmente. Tanto più
gradito perciò Ci è questo incontro, e tanto più vivi sono i Nostri voti
di frutti copiosi e duraturi, che dalla celebrazione della anzidetta Settimana
possono scaturire. Ne fa fede la lettera che il Nostro Cardinale
Segretario di Stato ha indirizzata a Mons. Ceriani per tale occasione,
e che voi avete accolta con tanta riverenza.

Che cosa rimane a Noi da aggiungere a quanto sul tema centrale
della Settimana : « Eucaristia e comunità cristiana » è stato già detto,
con tanta abbondanza e con tanta competenza di dottrina, e con comprensione
e devozione è stato meditato e tradotto in magnifici e piissimi
atti di culto?


Valori eterni della verità cristiana e loro inserimento nella realtà della vita
Cercando di leggere negli animi vostri, Ci pare di scoprire in voi
l'attesa d'una Nostra approvazione, d'una Nostra conferma a quanto
cotesta vostra visita, quasi facendone significativa offerta, Ci presenta
davanti. Voi venite, innanzi tutto, inalberando un vocabolo introduttivo
come un vessillo che definisce il metodo del vostro lavoro : « aggiornamento », parola questa che ha avuto l'onore di essere accolta dal Nostro
venerato e compianto Predecessore Giovanni XXIII, di felice memoria,
ed è stata da Lui iscritta nel programma del Concilio ecumenico.
Applicata al campo ecclesiastico è parola che indica il rapporto tra
i valori eterni della verità cristiana ed il loro inserimento nella realtà
dinamica, oggi straordinariamente mutevole, della vita umana, quale
nella storia presente, inquieta, torbida e feconda, viene continuamente e
variamente modellandosi.

È la parola che indica l'aspetto relativo e
sperimentale del ministero della salvezza, al quale nulla sta più a cuore
quanto il riuscire efficace, e che avverte quanto la sua efficacia sia condizionata
dallo stato culturale, morale, sociale delle anime a cui si
dirige, e quanto opportuno per la buona cultura, ma specialmente per
l'incremento pratico dell'apostolato, sia conoscere le altrui esperienze e
far proprie quelle buone : omnia probate, quod bonum est tenete.1 È
la parola che mostra il timore delle consuetudini superate, delle stanchezze
ritardatarie, delle forme incomprensibili, delle distanze neutralizzanti,
delle ignoranze presuntuose e inconsapevoli circa i nuovi fenomeni
umani, come pure della scarsa fiducia nella perenne attualità e
fecondità del Vangelo. È la parola che può sembrare ossequio servile
alla moda capricciosa e fuggente, all'esistenzialismo incredulo nei valori
obiettivi trascendenti e avido solo di momentanea e soggettiva pienezza,
ma che invece assegna al succedersi rapido ed inesorabile dei
fenomeni, in cui si svolge la nostra vita, la dovuta importanza, e cerca
di collegarsi con la celebre raccomandazione dell'Apostolo : redimentes
tempus, quoniam dies mali sunt.2

E parola perciò che Noi pure accoglieremo con piacere, quasi espressione
di carità desiderosa di dare testimonianza alla perenne e perciò
alla moderna vitalità del ministero ecclesiastico.
Come svolgere le sollecitudini pastorali di fronte all'errore e per salvare
le anime
E a questo proposito Noi dobbiamo fare buona accoglienza ad un
altro termine, che qualifica l'attività di cui voi siete promotori o seguaci ;
vogliamo dire il termine (( pastorale ». Oggi è termine programmatico e
glorioso. Il Concilio ecumenico, com'è noto, l'ha fatto suo, e vi polarizza
le sue finalità riformatrici e rinnovatrici. Non bisogna vedere in questo aggettivo, che si accompagna alle manifestazioni più alte e caratteristiche
della vita ecclesiastica, un'inavvertita ma nociva flessione verso
il pragmatismo e l'attivismo del nostro tempo, a scapito dell'interiorità
e della contemplazione, che devono avere il primato nella nostra valutazione
religiosa : tale primato rimane, anche se nella pratica le esigenze
apostoliche del regno di Dio, nelle contingenze della vita contemporanea,
reclamano un'assegnazione preferenziale di tempo e di energie all'esercizio
della carità verso il prossimo. Nè si creda che questa sollecitudine
pastorale, di cui oggi la Chiesa si fa programma prevalente, che assorbe
la sua attenzione e impegna la sua cura, significhi cambiamento di giudizio
circa errori diffusi nella nostra società e già dalla Chiesa condannati,
come il marxismo ateo, ad esempio : cercare d'applicare rimedi
salutari e premurosi ad una malattia contagiosa e letale non significa
mutare opinione su di essa, sì bene significa cercare di combatterla non
solo teoricamente, ma praticamente; significa far seguire alla diagnosi
una terapia; e cioè alla condanna dottrinale la carità salvatrice
.

Sarebbe perciò parimente incauto vedere nell'importanza attribuita
alla attività pastorale una dimenticanza, o una rivalità nei confronti
della speculazione teologica : questa conserva la sua dignità e la sua eccellenza,
anche se le impellenti necessità della vita ecclesiastica reclamano
che la dottrina sacra non rimanga puramente speculativa, ma
sia considerata e coltivata nel quadro completo dell'economia cristiana,
dottrina cioè a noi data per praticare una vera religione, per essere
annunciata alle anime e per dimostrare nella realtà storica la sua virtù
salvatrice. Oggi mente e volontà, pensiero e lavoro, verità ed azione, dottrina
ed apostolato, fede e carità, magistero e ministero assumono nella
vita della Chiesa funzioni complementari, sempre più strette ed organiche,
con reciproco splendore ed incremento.

Contenuto evangelico ed apostolico nelle caratteristiche mirabili del Buon
Pastore
Ma, ciò detto, Ci piace rendere onore, anche in questa occasione, a
quanto di evangelico e di apostolico cotesta qualifica di (( pastorale »
ci presenta. Essa ci richiama alla mente uno dei nomi, con cui Gesù
Cristo volle a noi descriversi ; e col nome la figura ineffabile, soave ed
eroica del buon Pastore ; e con la figura la missione di guida, di maestro,
di custode, di salvatore, che Cristo fece sua per amore nostro, e che a
Pietro fra tutti assegnò. Ci richiama alla mente uno dei rami più fiorenti
della teologia pratica, la teologia pastorale, e cioè la scienza e l'arte propria delia Chiesa, arricchita di particolari poteri e carismi, di salvare
le anime, ch'è quanto dire di conoscerle, avvicinarle, istruirle, educarle,
guidarle, servirle, difenderle, amarle, santificarle.

Ci richiama
alla mente Fumile, grande comune espressione del ministero sacerdotale
: la cura d'anime, la carità della Chiesa in atto, nella forma più
consueta, più assidua, spesso più generosa, certo più necessaria.
Noi profittiamo di questa occasione per manifestare la Nostra altissima
stima, la Nostra speciale benevolenza, il Nostro fraterno e vivissimo
incoraggiamento ai Pastori d'anime. È loro dovuto questo particolare
ricordo, che la vostra insegna pastorale subito solleva nell'animo Nostro,
perchè siamo stati fatti Noi stessi Pastori, dapprima in una diocesi che
sembra essere stata nei secoli passati, con S. Ambrogio, con San Carlo,
e ai giorni nostri con i Servi di Dio Cardinali Ferrari e Schuster, ed
essere tuttora campo sperimentale di tipica e positiva importanza pastorale
; ed oggi su questa Cattedra di Pietro chiamati da Cristo a pascere
la sua Chiesa.

È loro dovuta questa espressione della Nostra affettuosa venerazione,
perchè il ministero pastorale obbliga a dedizione completa, come c'insegna,
con la parola e l'esempio, Gesù nostro Maestro : Bonus pastor
animam suam dat pro ovibus suis; 3 ed è perciò dedizione che tocca i vertici
della carità, come ancora Cristo stesso ci ammonisce : Maiorem hac
dilectionem nemo habet, ut animam suam ponat quis pro amicis suis.41
È dovuto il Nostro incoraggiamento ai Pastori d'anime, ai Vescovi e ai
Parroci specialmente, e a quanti altri alle cure pastorali sono dedicati,
perchè sappiamo in quali condizioni essi oggi lavorano : lo stato spirituale
del mondo presenta oggi difficoltà enormi, alcune delle quali fino
a ieri sconosciute.

Il Papa comprende, stima, ama, segue tutti i Sacerdoti di Cristo
Noi sappiamo quali apprensioni pesano spesso sul cuore d'un Vescovo,
quali sofferenze sovente lo affliggono, non tanto per la indigenza
dei mezzi, anch'essa talora così grave e mortificante, ma per la sordità
di chi dovrebbe ascoltare la sua parola, per la diffidenza che lo circonda
e lo isola, per l'indifferenza e la disistima, che squalificano il suo ministero
e lo paralizzano. Noi sappiamo quanti Parroci e Coadiutori esercitano
la cura d'anime in quartieri vasti e popolosi, dove il numero, la
mentalità, le esigenze degli abitanti li obbligano a lavoro indefesso ed
estenuante; e sappiamo anche quanti Sacerdoti invece devono esercitare
il ministero nel nascondimento in piccoli paesi, nella mancanza di
conversazione, di collaborazione e di risultati confortanti : gli uni e gli
altri spesso in condizioni economiche penose, spesso contrastati ed incompresi,
e obbligati a vivere ripiegati su se stessi ; paghi solo di ritrovare
negli umili che li circondano, nel libro sacro delle loro preghiere e
nel tabernacolo il mistero del divino Presente. Noi Ci sentiamo obbligati
ad assicurare questi cari e venerati fratelli, affaticati operai'4 del
Vangelo, ovvero modesti e tenaci ministri della Chiesa di Dio, che il
Papa li pensa, li comprende, li stima, li assiste, li ama, e perciò li segue
con la sua preghiera e con la sua benedizione.

Grandezza sovrumana del Sacerdote ministro del Sacramento Eucaristico
Ed ecco che questo riferimento alla comunione di spirito che Ci unisce
alla grande schiera di Sacerdoti, impegnati nella cura d'anime, Ci
fa concludere queste Nostre parole con un accenno al tema trattato durante
la vostra Settimana di aggiornamento pastorale, e cioè al tema
sull'« Eucaristia e la comunità cristiana », per augurare che la vostra
riflessione su argomento di tanta ricchezza dottrinale e spirituale abbia
a continuare nell'esercizio del vostro ministero, a conferma della convinzione
che nessuna altra azione ne realizza la pienezza di grazia e
l'efficacia pastorale quanto la celebrazione del divin Sacrifìcio, nella
quale, da un lato, la sovrumana potestà dell'Ordine rende realmente
presente, in forma sacramentale, l'Umanità reale di Cristo, Capo di
tutto il Corpo mistico e delle singole comunità locali, e dall'altro la
missione pastorale, che è affidata al Sacerdote in cura d'anime, è obbligata
a rendere realmente presente, in forma comunitaria, il Corpo mistico
di Cristo, che è la Chiesa.

Abbia a continuare, dicevamo, per alimentare nel vostro Sacerdozio
l'inebriante coscienza del suo rapporto antecedente e conseguente con
la Eucaristia, per il quale il Sacerdote è ministro generatore di tanto
Sacramento, e poi primo adoratore e sapiente rivelatore e instancabile
distributore. Abbia a continuare per assegnare al vostro stesso Sacerdozio
come primo dovere, anche sotto l'aspetto della carità e della fecondità
pastorale, quello, comune e sublime, di « dire la Messa ». Sì, dire
la Messa, ma in modo tale che sia puntuale e perfetta nel rito, sia semplice
nella solennità e solenne nella semplicità, sia raccolta nel silenzio
e nella compostezza dell'assemblea
e unanime nella preghiera e nel
canto, sia parlante e misteriosa nel significato, sia da tutti partecipata
nello svolgimento, e sia da tutti cordialmente, devotamente assistita,
dai fanciulli, dai giovani, dagli studenti,. dagli operai, da ogni ceto
sociale ; dagli uomini e dalle donne, dalle famiglie intere, dalle associazioni
cattoliche e dalle istituzioni dimoranti nel territorio parrocchiale,
e con accoglienza più premurosa, dalle care Suore, fiori sacri delle nostre
Parrocchie ; e poi dai sofferenti, dai piangenti, dai vecchi, dai poveri, da
tutto il popolo di Dio, da tutta la comunità invitata, insieme col Sacerdote,
che ivi funge in persona Christi e nello stesso tempo da capo,
interprete e rappresentante della plebe cristiana, ad esprimere il suo
proprio « sacerdozio regale », in modo da rinnovare e perpetuare il
fenomeno, indice e vertice della realtà comunitaria, della prima « moltitudine
dei credenti », che era, com'è scritto negli Atti degli Apostoli :
(( un cuor solo e una anima sola » . 5
Abbia a continuare, ripetiamo, a diffondersi, e a portare questi frutti
auspicati, con la Nostra Benedizione Apostolica.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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