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S.Caterina da Siena Dottore della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2020 13:36
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15/12/2008 13:33
 
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Patrona d'Italia e Compatrona d'Europa


dopo aver presentato qui i Dialogo di Santa Catina
S.Caterina da Siena: il Dialogo della Divina Provvidenza

vediamo ora una panoramica sulla vita e le opere....


            

Di poco posteriore (a S. Brigida) è l'altra figura di donna, santa Caterina da Siena, il cui ruolo negli sviluppi della storia della Chiesa e nello stesso approfondimento dottrinale del messaggio rivelato ha avuto riconoscimenti significativi, che sono giunti fino all'attribuzione del titolo di dottore della Chiesa. Nata a Siena nel 1347, fu favorita sin dalla prima infanzia di straordinarie grazie che le permisero di compiere, sulla via spirituale tracciata da san Domenico, un rapido cammino di perfezione tra preghiera, austerità e opere di carità. Aveva vent'anni quando Cristo le manifestò la sua predilezione attraverso il mistico simbolo dell'anello sponsale. Era il coronamento di un intimità maturata nel nascondimento e nella contemplazione, grazie alla costante permanenza, pur al di fuori delle mura di un monastero, entro quella spirituale dimora che ella amava chiamare la "cella interiore". Il silenzio di questa cella, rendendola dolcissima alle divine ispirazioni, poté coniugarsi ben presto con un'operosità apostolica che ha dello straordinario. Molti, anche chierici, si raccolsero intorno a lei come discepoli, riconoscendole il dono di una spirituale maternità. Le sue lettere si diramarono per Italia e per l'Europa stessa.

La giovane senese entrò infatti con piglio sicuro e parole ardenti nel vivo delle problematiche ecclesiali e sociali della sua epoca.. Instancabile fu l'impegno che Caterina profuse per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo. La sua opera pacificatrice raggiunse sovrani quali Carlo V di Francia, Carlo di Durazzo, Elisabetta di Ungheria, Ludovico il Grande di Ungheria e di Polonia, Giovanni di Napoli. Significativa fu la sua azione per riconciliare Firenze con il Papa. Additando "Cristo crocifisso e Maria dolce" ai contendenti, ella mostrava che, per una società ispirata ai valori cristiani, mai poteva darsi motivo di contesa tanto grave da far preferire il ricorso alla ragione delle armi piuttosto che alle armi della ragione…

Caterina tuttavia sapeva bene che a tale conclusione non si poteva efficacemente pervenire, se gli animi non erano stati prima plasmati dal vigore stesso del Vangelo. Di qui l'urgenza della riforma dei costumi, che ella proponeva a tutti, senza eccezione. Ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro "proprietà": consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi "la santa e vera giustizia", facendosi "padri dei poveri" (cfr. Lettera n. 235 al Re di Francia). L'esercizio della sovranità non poteva infatti essere disgiunto da quello della carità, che è insieme anima della vita personale e della responsabilità politica (cfr. Lettera n. 357 al Re d'Ungheria).

Con la stessa forza Caterina si rivolgeva agli ecclesiastici di ogni rango, per chiedere la più severa coerenza nella loro vita e nel loro ministero pastorale. Fa una certa impressione il tono libero, vigoroso, tagliente con cui ella ammonisce preti, vescovi, cardinali. Occorreva sradicare - ella diceva - dal giardino della Chiesa le piante fradicie sostituendole con "piante novelle" fresche e olezzanti. E forte della sua intimità con Cristo, la santa senese non temeva di indicare con franchezza allo stesso Pontefice, che amava teneramente come "dolce Cristo in terra", la volontà di Dio che gli imponeva di sciogliere le esitazioni dettate dalla prudenza terrena e dagli interessi mondani, per tornare da Avignone a Roma, presso la tomba di Pietro.

Con altrettanta passione, Caterina si prodigò poi per scongiurare le divisioni che sopraggiunsero nell'elezione papale successiva alla morte di Gregorio XI: anche in quella vicenda fece ancora una volta appello con ardore appassionato alle ragioni irrinunciabili della comunione. Era quello l'ideale supremo a cui aveva ispirato la sua vita spendendosi senza riserva per la Chiesa. Sarà lei stessa a testimoniarlo ai suoi figli spirituali sul letto di morte: "Tenete per fermo, carissimi, che io ho dato la vita per la santa Chiesa" (Beato Raimondo da Capua, Vita di santa Caterina da Siena, Lib. III. c. IV ).



                        



LETTERA APOSTOLICA
AMANTISSIMA PROVIDENTIA
DEL SOMMO PONTEFICE
PAPA GIOVANNI PAOLO II
PER IL VI CENTENARIO
DEL TRANSITO DI S.CATERINA DA SIENA




Venerati fratelli e diletti figli,
salute e apostolica benedizione.

INTRODUZIONE

L'amabile provvidenza divina si manifesta in vari modi protagonista della storia, accendendo sempre nuove luci sul cammino dell'uomo. Spesso sceglie per questo delle persone apparentemente disadatte e ne eleva talmente le facoltà native, da renderle capaci di azioni assolutamente superiori alla loro portata. E questo fa non tanto per confondere la sapienza dei sapienti (1Cor 1,19), quanto per mettere in luce la sua opera, che non ha bisogno di sostegni umani, e per indicare più chiaramente agli uomini a quale dignità li eleva la sua grazia e a quali grandezze ancora maggiori può e vuole condurli la sua guida.

Ciò è particolarmente evidente nella vita e nelle opere di santa Caterina da Siena, di cui quest'anno si celebra il sesto centenario della pia morte. Sono lieto per questo di additarla nuovamente all'esempio dei fedeli, non solo d'Italia, ma del mondo intero. In lei infatti il divino Spirito fece risplendere meravigliosi arricchimenti di grazia e di umanità, per mezzo dei doni di sapienza, d'intelletto e di scienza, coi quali la mente umana diventa estremamente sensibile alle divine ispirazioni, «nella conoscenza delle cose divine e delle umane» (S.Thomae «Summa Theologiae», I-IIae, q. 68, a. 5 ad 1).

A lei si possono perciò applicare le parole del salmista: «Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato» (Sal 17 (1,37). E ancora: «Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore» (Sal 118 (119),32).

Per il testo integrale:Amantissima Providentia, Giovanni Paolo II, 29 aprile 1980 ... 


                                         


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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