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Ma da dove ebbero origine LE STRAGI?

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2013 18:37
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15/12/2008 20:01
 
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Eliminazioni per annegamento -

Poiché "la santa madre ghigliottina è troppo lenta", e "fucilare è troppo lungo e si consumano polvere e pallottole, si è presa la decisione di metterne un certo numero in grandi battelli, condurli in mezzo al fiume… e là si cola a picco il battello. Questa operazione si fa ogni giorno".

I disgraziati eliminati in tal modo venivano dunque soffocati mediante l'acqua: allora infatti non esistevano ancora i gas venefici come il Cyclon B, usato poi dai nazisti. Tuttavia un farmacista di buona volontà di Angers, certo Proust, se ne mostrò precursore, presentando alle autorità una sua invenzione: una boccia contenente secondo lui "un lievito in grado di rendere mortale l'aria di tutta una contrada", che però, in una prova fatta con alcune pecore, non diede risultati.
Comunque non si operava solo mediante l'affondamento di vecchi battelli, si procedeva anche, più sommariamente e celermente, col 'battesimo patriottico', buttando in acqua le vittime a gruppi: "Quelli che scampano sono immediatamente ammazzati a colpi di sciabola" dalle barche circostanti.

Dice il testimone Guillaume-François Lahemec: "All'inizio gli individui venivano annegati con i loro abiti, ma in seguito il Comitato (rivoluzionario di Nantes), spinto dall'avidità e dalla raffinatezza della crudeltà, spogliava dei vestiti quelli che voleva immolare alle diverse passioni che l'animavano. Bisogna anche che vi parli del 'matrimonio repubblicano', che consisteva nel legare insieme, sotto le ascelle, un giovane e una giovane completamente nudi, e precipitarli così nelle acque..." Particolarmente auspicato era il 'matrimonio' di preti legati a monache, o di individui appartenenti alla stessa famiglia.

Le persone annegate di cui venne preso il nome furono 4.800, ma le vittime complessive dovettero essere ben più numerose, se il capo del Comitato Rivoluzionario di Nantes, Carrier, si vantava di averne lui solo fatte annegare 2.800 (tra cui, in una sola notte, da quattro a cinquecento bambini sotto i quattordici anni).

(Questi spietati annegamenti per ragioni politiche richiamano alla mente non solo i soffocamenti nazisti, ma anche la sconsolata tragedia dei trecentomila annegati del 'boat people', o popolo delle barche, in disperata fuga dal comunismo vietnamita sui mari d'Indocina).


Le 'colonne infernali'
- In Vandea molto più produttivo di vittime fu però il sistema delle 'colonne infernali', costituite da sei grandi formazioni armate che durante quattro mesi, a cominciare dal 17 gennaio 1794, rastrellarono in parallelo l'una all'altra tutto il territorio, nel quale la popolazione - dopo le sconfitte subite, ma anche in seguito alle solenni promesse di perdono con relative garanzie, fatte dai giacobini vincitori (9) - aveva ormai cessata ogni resistenza.

La consegna del generale Grignon, capo della prima colonna, ai suoi soldati fu: "Vi dò l'ordine di dare alle fiamme tutto quanto sarà suscettibile di essere bruciato, e di passare a fil di baionetta qualsiasi abitante incontrerete sul vostro passaggio. So che può esserci anche qualche patriota in questo paese: non importa, dobbiamo sacrificare tutto".

L'ufficiale di polizia Gamet, che fa parte di un'altra colonna (comandata dal generale Turreau, capo dell'intera armata dell'Ovest), scrive in un rapporto: "Amey fa accendere i forni, e quando sono ben caldi, vi getta le donne e i bambini. Inizialmente si sono condannate a questo genere di morte le donne briganti" (cioè delle popolazioni insorte) "ma oggi le grida di queste miserabili hanno tanto divertito i soldati e Turreau, che hanno voluto continuare questi piaceri. Mancando le femmine dei monarchici, si rivolgono alle spose dei veri patrioti. A nostra conoscenza già ventitré hanno subito questo orribile supplizio".

Un'altra testimonianza: "Una donna, travagliata dai dolori del parto, era nascosta in una casupola di La Nonette: dei soldati la trovarono, le tagliarono la lingua, le squarciarono il ventre, ne tolsero il bambino con la punta delle baionette. Si sentivano da un quarto di lega le urla di quella disgraziata".

(nulla da "invidiare" a quanto fecero gli slavi titini a qualche donna incinta che ebbe la sfortuna e malagurata sorte di trovarsi in quello stato davanti  a loro, è testimonianza accertata di due casi analoghi a quello appena letto, a due donne italiane che subirono la medesima sorte: nota estranea al testo)


Notizie da un'altra colonna: "Dovunque passiamo, portiamo la morte. L'età, il sesso, niente è rispettato. Non abbiamo visto un solo individuo senza fucilarlo".

Il chirurgo Thomas scrive: "Ho visto centocinquanta soldati maltrattare e violentare donne, ragazzine di quattordici e quindici anni, massacrarle subito dopo, e lanciare di baionetta in baionetta teneri bambini rimasti a fianco delle loro madri giacenti a terra".
Beaudesson, reggente della sussistenza militare, che ha seguito la colonna Bonnaire, riferisce: "La strada da Vihiers a Cholet era ricoperta di cadaveri, alcuni morti da tre o quattro giorni, e altri appena spirati. Dovunque i campi vicini alla strada maestra erano coperti di vittime sgozzate".
Alla fine dei grandi rastrellamenti non manca chi si vanta delle stragi compiute, così Bourbotte e il generale Turreau: "Si farà molto cammino in queste contrade prima di incontrare un uomo o una capanna. Ci siamo lasciati indietro soltanto cadaveri e rovine".

Tuttavia, grazie alla presenza di grandi e intricati boschi, non pochi sono i sopravvissuti: in certe zone costoro, dopo il passaggio dei carnefici, si riunivano nei villaggi devastati a pregare per i morti. A tal fine "tutte le sere hanno luogo adunate popolari per dire il rosario: gli abitanti sono convocati per mezzo di un corno o di una cornamusa".
Disponiamo di altre relazioni di atroci massacri, che risparmiamo al lettore.


Sfruttamento dei cadaveri - Siamo però tenuti, per completare il quadro degli accadimenti in Vandea, a ricordare lo sfruttamento dei cadaveri. Per esempio della loro pelle: "I cadaveri erano scorticati a mezzo corpo, perché si tagliava la pelle al di sotto della cintura, poi lungo ciascuna delle cosce fino alla caviglia, in modo che dopo la sua asportazione i pantaloni si trovavano in parte formati: non restava altro che conciare e cucire".

 Seguono a volte precisazioni minute: "II nominato Pecquel ne ha scorticati trentadue ecc… Queste pelli sono a casa di Prud'homme, pellicciaio".
Si ricavava dai cadaveri anche il grasso: a Clisson il 5 aprile 1794 vennero cotte a tal fine centocinquanta donne: "Facevamo dei buchi per terra per sistemarvi delle caldaie allo scopo di raccogliere quello che colava: avevamo messo al di sopra delle sbarre di ferro, e su queste le donne... poi, ancora al di sopra, vi era il fuoco… Ne mandai 10 barili (del grasso così ricavato) a Nantes".

Ad Angers ci si adopera per fare dei cadaveri un uso ornamentale: le autorità giacobine prescrivono che le teste dei ribelli vandeani siano "tagliate e disseccate per essere poi messe sulle mura". Non però al modo dei selvaggi, bensì utilizzando i sussidi della civiltà: "II laboratorio della scuola di chirurgia di questa città è indicato per fare questo lavoro…" Eccetera.

Qui viene spontaneo ricordare i nazisti che ad Auschwitz usavano la pelle delle vittime per farne dei paralumi (particolarmente ricercata quella tatuata), e che anche negli altri campi di sterminio raccoglievano i capelli femminili, e li imballavano per poi utilizzarli in vario modo. Dobbiamo tuttavia dire che neppure in ambito nazista abbiamo trovato un esempio della cosificazione (= riduzione a cosa) dell'essere umano, così perfetto come quello delle centocinquanta misere donne di Clisson che, dopo essere state verosimilmente sgozzate, sono state cotte per estrarne il grasso.

Riassumiamo: l'inizio della ribellione in Vandea ebbe luogo, come s'è detto, nella primavera 1793: le stragi maggiori si ebbero dalla fine del 1793 all'agosto 1794 (Robespierre cadde il 27.7.94), con strascichi anche negli anni successivi: alla vera pacificazione si arrivò solo il 28 dicembre 1799, col riconoscimento della piena libertà di culto religioso da parte di Napoleone console.

Secondo i recenti, accurati computi di Reynold Secher, su una popolazione di 815.029 persone le vittime furono 117.257, pari al 14,38 per cento, con punte particolarmente elevate in alcuni cantoni (così Cholet ha perso il 37,39% degli abitanti, Vihiers il 30,55%, Chemillé il 30,30%): la percentuale delle donne fatte perire fu di poco inferiore a quella dei maschi. Tenuto conto che il tempo a disposizione per il massacro è stato di un anno e mezzo, siamo alla stessa media delle vittime in Cambogia, dove in tre anni venne fatto morire circa un terzo della popolazione (10).

Prima di chiudere va ricordato che nel periodo della prevalenza giacobina, non ci furono solo le vittime vandeane: nella prefazione al libro di Secher, Pierre Chaunu, dell'Institut de France, dice: "Pensate ai massacri di Lione, Tolone, Bordeaux, Marsiglia, in diverse zone della 'chouannerie' dell'Ovest, aggiungete la ghigliottina a Parigi, e superate il mezzo milione".


Cosa ha preparato le stragi? (prospetto storico)


Viene spontaneo chiedersi se all'origine di questi stermini: il vandeano, il comunista, il nazista - fra loro separati, eppure così simili - non ci sia un rapporto, una nascosta parentela.
La parentela a noi sembra individuabile nel fatto che tutt'e tre: giacobinismo, comunismo, e nazionalsocialismo, procedono, sia pure in modo diverso, da una stessa matrice culturale, quella illuminista.


continua......[SM=g6810] ......


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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