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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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"Dicono ma NON fanno" (Mt 23, 1-12) e Gv.15 LA VITE E I TRALCI

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2012 14:17
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20/12/2008 15:39
 
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La Liturgia della Parola è oggi rivolta in modo particolare a quanti nel Popolo di Dio hanno compiti di responsabilità, o attraverso il ministero sacerdotale o altre mansioni apostoliche; essa è ad un tempo grave richiamo e caldo incoraggiamento, monito e invito.

La prima lettura tratta dal profeta Malachia (1, 14b-2,2b. 8-10) è una severa apostrofe indirizzata ai sacerdoti del tempo che strapazzavano il culto divino compiendolo in modo indegno e invece di guidare il popolo a onorare Dio e ad osservare la sua legge, lo sbandavano con falsi insegnamenti. " Quest'avviso è per voi, sacerdoti. Se non ascoltate e se non vi preoccupate di rendere gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, io invierò contro di voi una maledizione... Ma voi avete deviato dal retto sentiero e avete causato la caduta di molti col vostro insegnamento " (ivi 2, 1-2.8).

Il sacerdote, il catechista, l'educatore hanno lo stretto, dovere di insegnare a onorare Dio sia con la preghiera sia con la vita regolata secondo la legge divina. Chi si scosta da questo impegno e si serve del proprio ufficio per trasmettere non la parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa, ma parola e idee personali diviene pietra d'inciampo, occasione di perdita di molti, i quali restano tratti in inganno quanto più è grande l'autorità dei loro maestri.

Anche Gesù come si legge nel Vangelo del giorno (Mt 23, 1-12) ha dovuto deplorare la condotta degli scribi e dei farisei che occupavano "la cattedra di Mosè" facendola da maestri, mentre il loro insegnamento e la loro condotta era in aperto contrasto con la legge di Dio. Gesù li accusa soprattutto di ipocrisia e di orgoglio. Essi "dicono e non fanno " (ivi 3), pretendono dal popolo un cumulo di osservanze non comandate da Dio, ma da parte loro non le sfiorano "neppure con un dito" (ivi 4). Ostentano le opere buone che compiono "per essere ammirati dagli uomini " (ivi 5), "pieni di boria cercano i primi posti, amano di essere onorati e chiamati  "rabbi dalla gente"" (ivi 7). A tale condotta Gesù contrappone la semplicità e l'umiltà che egli vuol vedere nei suoi discepoli e quindi in ogni apostolo. Invece di posare da maestri, devono far scomparire la loro autorità in un comportamento modesto, fraterno, cordiale che la rende più accetta e più valida. Del resto bisogna sempre ricordare che uno solo è il maestro, "UNA SOLA E' LA GUIDA, CRISTO" (ivi 10)..

A queste qualità vanno aggiunti l'amore sincero, la dedizione generosa e il disinteresse personale di cui parla la seconda lettura (1 Ts 2,7-9 .13). "Ci siamo resi affabili in mezzo a voi - scrive S. Paolo ai Tessalonicesi - come una nutrice che circonda d'affetto i propri figli. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma anche la nostra vita, perché siete divenuti l'oggetto del nostro amore " (ivi 7-8). L'apostolo dinamico e combattivo diventa tenero come una madre verso coloro che con le sue fatiche apostoliche genera a Cristo. Li sente suoi figli al punto di desiderare di dare per essi anche la vita.

Non sono semplici parole, perché egli non ha indietreggiato neppure di fronte ai rischi più pericolosi pur di guadagnare uomini a Cristo e inoltre li ha evangelizzati con "fatica e travaglio... lavorando giorno e notte per non essere di peso ad alcuno" (ivi 9). Ha spinto la sua generosità fino a rinunciare anche a quello che gli spettava di diritto. Si è preoccupato unicamente di dare e niente affatto di ricevere, convinto che il disinteresse personale avrebbe conferito maggiore efficacia alla sua predicazione; essa infatti, fu accolta "non quale parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio " (ivi 13).

L'annuncio disinteressato del Vangelo è una testimonianza assai eloquente della verità della propria fede.


Pace a tutti, sia lodato Gesù Cristo e Maria nostra Madre, Gino[SM=g1740717]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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