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La giurisdizione di Pietro nella Chiesa durante i secoli

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2012 22:45
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23/12/2008 14:55
 
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Giurisdizioni:


Gli Apostoli avevano la prerogativa personale della  giurisdizione universale; i loro successori, i vescovi, goderono solamente di una giurisdizione limitata a un territorio. È impossibile però stabilire quali regole furono seguite all'origine nella Chiesa nel limitare tale territorio .

Dal quarto secolo generalmente fu ammesso che ogni città dovesse avere il suo vescovo come già avveniva automaticamente dall'inizio della Chiesa (cfr san Paolo a Tito e a Timoteo, mandati da lui ad esercitare il ministero apostolico), e il territorio della diocesi fu limitato alla regione circostante. Nelle regioni di missione i vescovi (episcopus o archiepiscopus in gentibus) ebbero autorità su vasti distretti. Secondo il Sinodo di Sardica per la divisione di una diocesi era necessario il solo beneplacito del Sinodo provinciale di pertinenza della Diocesi da dividere, il Sinodo  di Cartagine nel 407 richiese il beneplacito anche del primate e del vescovo della diocesi da dividere . Il beneplacito del papa o dell'imperatore non era necessario.

Nel 446, comunque, Papa Leone decise che  non potevano essere stabilite diocesi se non nelle grandi città. Nello stesso periodo il Papa fu attivo nella creazione di nuove diocesi in Italia e Gallia a motivo di un grande espanzionismo della Chiesa. Dal periodo con i Carolingi ,in Occidente,viene ricercata effettivamente l’autorità papale che comunque và riconosciuto non venne mai meno sin dalle origini della Chiesa;tale atteggiamento divenne gradualmente la regola  e attualmente la creazione come la divisione o lo smembramento di una Diocesi è riservata ,nella chiesa romana ,al Papa e altrove solitamente al  Primate o al Sinodo di quella Chiesa


Giurisdizioni Patriarcali
(Patriarcati e Catolicosati)


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Roma :

Il Santo Padre , Sua Santità (Santità, nella chiesa cattolica è appellativo riservato al Papa ,gli altri Patriarchi vengono chiamati Beatitudine)  il Papa, Vescovo di  Roma, Arcivescovo e Metropolita della provincia romana, Primate d'Italia, Patriarca d'Occidente , Vicario di Gesù Cristo (tutti i vescovi sono nelle loro Diocesi "vicari di Cristo", come sottolineato dal Conc.Vat.II, se in comunione con Pietro), successore di Pietro, Pontefice Massimo, Capo dello Stato della Città del Vaticano (il tutto in quanto Vescovo di Roma) attualmente  è Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) dal 2005  264° Papa.

Nell'ambito della Chiesa Cattolica il Papa  gode della supremazia sugli altri vescovi in quanto
successore di Pietro,capo degli Apostoli e 1° vescovo di Roma. Tale supremazia è di diritto divino e riposa su  Matteo 16:17-19, e Giovanni 21:15-17.Ormai praticamente nessuno nega  che San Pietro visitò Roma e venne lì martirizzato.

Dai Padri della Chiesa:

Già  a metà del terzo secolo San Cipriano espressamente usa  il termine "Trono di San Pietro" per la Sede romana,  intorno al 220 Tertulliano afferma che il potere di Pietro era disceso su di lui  in una maniera speciale e che  la Chiesa romana era stata affidata a Pietro dal Cristo nell'ultimo dialogo riportato da Giovanni a chiusura del suo Vangelo.

Nello stesso periodo, sant'Ippolito vescovo e martire enumera Pietro nell'elenco di vescovi romani; sant'Ireneo(che visita Roma nel 177) parla di Igino come nono Vescovo di Roma assumendo così un'enumerazione che comporta l'inclusione di Pietro come primo vescovo . Le prime prove del primato, effettivamente storiche , rispetto agli altri vescovi risalgono a Clemente (88-101)  nella sua epistola ai Corinzi scritta nel 95 o 96,  quando cioè l'insegnamento Apostolico era ancora fresco, alla quale nessun vescovo ivi vivo e presente, opporrà riscontri .

  Sant' Ignazio di Antiochia (verso il 107) parla della  Chiesa romana come presiedenda su tutte le altre. Ireneo ritiene che ogni Chiesa deve essere d'accordo con questa Chiesa, a causa della sua autorità superiore.

Papa  San Vittore  (189-98) intervenne nella diatriba sulla data della Pasqua e venne accusato dai vescovi asiatici di  abusare del suo potere nell'intervenire su un costume per il quale loro avevano autorità,  riconoscendo con ciò stesso il potere primaziale del Vescovo di Roma.

San Cipriano (morto nel 258) attribuì un primato effettivo al papa e Novaziano  ritiene che il papa ha autorità per deporre un vescovo eretico.
 
Nell'antichità  anche i pagani erano a conoscenza  del primato della Sede  romana  :quando nel 270 Paolo di Samosata, Patriarca di Alessandria deposto ,si appella  all' Imperatore Aureliano questi praticamente risponde di rivolgersi al Papa.

Dopo il 330 il trasferimento della capitale a Costantinopoli accresce il potere dei papi in Occidente mentre in Oriente viene visto sempre più come un ruolo onorifico ma pur sempre un primato
.

Nel 381 il Concilio di Costantinopoli riconosce esplicitamente che la Sede romana è la prima della Cristianità.

In seguito ai tentativi di porre fine allo scisma d'Occidente vi sarà una lunga diatriba sul primato del papa sul concilio e viceversa soprattutto a causa della giurisdizione.


Il concilio Vaticano I proclama l'infallibilità del Papa quando parla "ex cathedra" indipendentemente dal parere di qualsiasi vescovo e di qualsiasi concilio.

Le Chiese   Ortodosse (ma anche quelle  anglicane) non accettano la dottrina dell' autorità Papale come decretata dal Concilio  Vaticano del 1870 ma  l'Ortodossia ( e la chiesa anglicana) non negano a Roma un primato di onore derivante dall'essere  la città in cui San Pietro e San Paolo furono martirizzati e dove Pietro fu vescovo , dalla posizione occupata dalla città  nell'Impero,dalla purezza della sua fede .

Ma non ritengono tale primato una emanazione "divina".

Ritengono che tale autorità divina è mantenuta nella Collegialità dei Vescovi quando si riuniscono nei Sinodi ufficiali e attraverso i Concilii Ecumenici, non negando l'importanza di un Papa quale portavoce dei Vescovi e che richiami l'attenzione a quel senso di unità che prevale dalle Lettere Apostoliche inserite ufficialmente nel Canone del N.T.

Il riconoscimento  di un tale primato invece non è presente  nelle Chiese non calcedonesi. Sebbene esse riconoscano i primi tre concili ecumenici ,nella loro tradizione  non è partcolarmente marcato  il concetto di primato se non all'interno della singola Chiesa. 


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Costantinopoli:

  • Secondo la tradizione orientale Costantinopoli è una sede apostolica,fondata da S.Andrea da sempre riconosciuta anche dalla Chiesa Cattolica Romana. Il primo vescovo storicamente noto sarebbe però Mitrofane ,vescovo all'epoca del trasferimento della capitale imperiale. Il  primo concilio ecumenico (Nicea,325)aveva riconosciuto una primazia,nei fatti già esistente, nell'ordine alle tre diocesi di Roma, Alessandria, e Antiochia,(Canone VI), cui seguiva una  precedenza onoraria a Gerusalemme a causa della sua importanza centrale nella storia del Cristianesimo(Canone VII) pur rimanendo soggetta al Metropolita di Caesarea. Con il trasferimento della capitale imperiale a  Costantinopoli  nel 330 il vescovo di questa città acquisì sempre maggiore importanza.Così, al concilio ecumenico del 381, a Costantinopoli, "Nuova Roma " (il titolo completo del Patriarca ecumenico è Arcivescovo di Costantinopoli, "Nuova Roma " e  Patriarca ecumenico)  venne  dato il secondo posto onorario (Canone III) dopo la vecchia Roma , pur restando nell'ambito del Metropolitano di Eraclea. Questa legislazione ricevè conferma più tardi al quarto concilio  di Calcedonia (451)(Canone XXIII) che diede pure una base territoriale a quelli che di fatti erano già due patriarcati (Costantinopoli e Gerusalemme) a scapito del territorio di Antiochia(Pentarchia) .La preminenza del patriarca costantinopolitano è tale che  dal VII secolo  egli ha goduto del titolo di "Ecumenico". Roma non riconobbe tale status proveniente dal concilio fino al  869 ( IV Concilio di Costantinopoli ,VIII Concilio Ecumenico per la Chiesa Occidentale) .Dopo lo scisma del 1054 la Chiesa indivisa del primo millennio si scisse nella Chiesa Occidentale (il patriarcato di Roma) e nella Chiesa Orientale (i restanti patriarcati dell'Oriente). In seno a quest'ultimi il patriarcato di Costantinopoli assunse il primo posto quale giudice plenipotenziario nell'eventualità di dispute di qualsiasi genere tra gli altri patriarchi.  Dopo il 1453 Costantinopoli finì di fatti per esercitare la sua giurisdizione su tutto il mondo Ortodosso e dando origine al Patriarcato di Mosca.Con le guerre di liberazione  dall'Impero Ottomano  il Patriarcato Ecumenico perse sempre più territori ma venne riconosciuto come "Istituzione Panortodossa". Durante la Conferenza Panortodossa del 1961 tenuta nell'isola di Rodi, il Patriarcato Ecumenico venne riconosciuto all'unanimità come rappresentante spirituale dell'Ortodossia. Al Patriarca di Costantinopoli si dà il titolo di Santità;nel mondo ortodosso si preferisce Tuttasantità al fine di sottolinearne la preminenza sugli altri patriarchi ortodossi che hanno  il titolo di Santità(quelli di  città imperiali-Mosca,Bulgaria,Serbia-,gli altri hanno il titolo di Beatitudine). 
  • Nel 1461 il sultano Ottomano Mehmed II creò il Patriarcato Armeno che sussiste tuttora.Titolo:Sua Beatitudine il Patriarca armeno di Costantinopoli.  
  • Patriarcato Latino  :Venne creato dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Crociati, nel 1261 il Patriarca dovette però abbandonare la città e gradualmente divenne solo un titolo onorario finchè non venne definitivamente soppresso nel 1964 .                 

-Alessandria

  • Secondo la  tradizione la Chiesa di Alessandria è di origine apostolica e venne fondata da S. Marco. Essa acquisì immediatamente la preminenza su tutte le altre diocesi dell'Egitto.Il  primo concilio ecumenico (Nicea,325)riconobbe  una primazia,nei fatti già esistente ,nell'ordine alle tre diocesi di Roma, Alessandria, e Antiochia,(Canone VI). Il concilio ecumenico del 381 tolse il secondo posto ad Alessandria a favore di  Costantinopoli. Questa legislazione ricevè conferma più tardi al quarto concilio  di Calcedonia (451).Tale  situazione venne di fatti presto riconosciuto da Antiochia ma non da Alessandria per la quale fu anzi concausa dello scisma copto.  Titolo :Sua Santità il Papa di Alessandría e Patriarca della Sede di San Marco. 
  • Il concilio di Calcedonia depose il Patriarca Dioscoro di Alessandria  e i Bizantini installarono un Patriarca Bizantino che ovviamente riconosceva il secondo posto di Costantinopoli. Tale secondo patriarcato si diede il nome di "cattolico" o "melchita".Il Patriarcato melchita  nel tredicesimo secolo abbandonò la tradizione liturgica originaria e introdusse quella bizantina.  Il Patriarca greco-ortodosso si intitola Sua Divina Beatitudine Papa e Patriarca di Alessandria e di tutta l'Africa. 
  • Nel 1824 la Santa Sede istituì l'attuale  Patriarcato copto-cattolico (  Patriarcato di Alessandria per i Copti). 
  • Nel 1215  venne creato un patriarcato latino di Alessandria ma durò solo qualche anno anche se formalmente fino  al 1547 finchè nel 1964 venne abolito anche come dignità titolare.

-Antiochia

  • La chiesa di Antiochia risale all'epoca apostolica e qui i Cristiani furono chiamati così per la prima volta.Alcuni considerano S.Pietro , che certo vi soggiornò, il primo vescovo.Il  primo concilio ecumenico (Nicea,325)riconobbe  una primazia,nei fatti già esistente ,nell'ordine alle tre diocesi di Roma, Alessandria, e Antiochia,(Canone VI). Ma dal 331 al 360 i Patriarchi furono ariani .Al concilio ecumenico del 381, a Costantinopoli, "Nuova Roma " venne  dato il secondo posto onorario (Canone III) . Questa legislazione ricevè conferma più tardi al quarto concilio  di Calcedonia (451)(Canone XXIII) che diede pure una base territoriale a quelli che di fatti erano già due patriarcati (Costantinopoli e Gerusalemme) a scapito del territorio di Antiochia(Pentarchia) .Tale  secondo posto venne di fatti presto riconosciuto da Antiochia.Il Patriarcato fu trasferito permanentemente a Damasco nel 14° secolo. Nel 1724 il neo-eletto Patriarca  Cirillo VI Tanas con parte dei fedeli  votò fedeltà a Roma  ("Melkiti" )e allora un monaco greco, Silvestro, venne eletto Patriarca dal partito pro-ortodosso  costringendo Cirillo VI a fuggire da Damasco e prendere rifugio in Libano.L'ultimo Patriarca greco fu deposto nel 1898, ed un successore arabo fu eletto nel 1899. Titolo:Sua  Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tuttol'Est.  
  • Le dispute circa la natura di Cristo causarono la  separazione dei "Giacobiti",oggi  noti come la "Chiesa Ortodossa Sira". Nel 455 il Patriarca Massimo passò al monofisismo ma fu costretto ad abdicare. Dopo Basilio e Acacio però  i patriarchi dal 459 furono di nuovo monofisiti fino al 518 quando i Calcedoniani ripresero il  controllo e esiliarono  Severo che morì nel 538. L'imperatrice Theodora che  era Monofisita fece in modo che due monaci monofisiti, Teodoro e Giacomo Zanzalos chiamato Baradaï ,fossero ordinati vescovi; Giacomo con due vescovi copti  ordinò una gerarchia intera, incluso ,6 anni dopo la morte di Severo,Sergio di Tella come Patriarca di Antiochia(544-546). I patriarchi giacobiti discendono da questo Sergio.I Giacobiti in passato ebbero due patriarcati (Antiochia e Gerusalemme,quest'ultimo oggi non più esistente) .Il Patriarca risiede a Damasco dal  1959. I Giacobiti  sono in comunione coi copti , nella loro Liturgia ricordano il patriarca copto, riconoscendo di fatti una sorta di precedenza ad Alessandria su Antiochia.Il Patriarcato si intitola Patriarcato di Antiochia e di tutto il Dominio del Trono Apostolico ,la Chiesa spesso Chiesa Ortodossa Sira Universale e il Patriarca Mar Moran (=Sua Santità?) Principe Patriarca di Antiochia e di tutto l'Est. 
  • Tornando al 1724 quando il neo-eletto Patriarca Ortodosso Cirillo VI Tanas con parte dei fedeli  votò fedeltà a Roma ("Melkiti" ).Il risultato era che alla morte di Patriarca Atanasio nel 1724,si ebbe anche un  patriarca greco-cattolico .Dal 1938 egli si intitola  Patriarca Melkita  di  Antiochia e di tutto l'Oriente,di Alessandria e di  Gerusalemme.
  • I Maroniti derivano il loro nome da  un monaco,S.Maron (morto nel  410). Nel  451 ,al Consiglio di Calcedonia,i suoi discepoli si opposero fermamente al monofisismo e anche al fine di sfuggire agli oppositori cominciarono  a trasferirsi in Libano in ondate successive. Liturgicamente  si distìnsero d'altra parte  dalla Chiesa  Melkita  che gradualmente optava per la tradizione bizantina. Dal 7 secolo, i Maroniti  furono riconosciuti come una comunità religiosa ed indipendente coi loro propri vescovi. A questo punto, gli arabi avevano conquistato Antiochia e il  patriarca Calcedoniano fu costretto ad abbandonare  Antiochia e dal 702 al 742 la sede rimase anche titolarmente vacante.I  Maroniti ritennero opportuno in tale periodo confuso eleggere(687) un  proprio patriarca nella persona di S.Giovanni Maron che si stabilì a Kfarhay.  Questi non venne riconosciuto dai Bizantini  mentre sarebbe stato consacrato dal delegato Papale.Secondo questa tradizione i Maroniti quindi sono sempre stati cattolici.Non tutti sono d'accordo con tale punto di vista e costoro ritengono che inizialmente i Maroniti furono monoteliti in disaccordo quindi sia con Roma che con Costantinopoli. All'epoca delle  Crociate,comunque, nel 1182 i Maroniti confermarono anche formalmente la loro unione con Roma.Il Patriarca si intitola Patriarca di Antiochia e di tuttol'Oriente.  
  • Nel 1662, quando il Patriarcato siro  rimase vacante, molti Siri furono ricevuti in comunione con Roma e Andrew Akhidjan fu eletto come Patriarca. Lo stesso anno i siri non cattolici elessero Abdul Masih I. Dopo  la morte di Akhidjan nel 1677 due patriarchi contrari furono eletti, un zio e nipote, rappresentanti le due comunità siro-ortodossa e siro-cattolica. Ma quando il Patriarca cattolico morì nel 1702, questa breve linea di Patriarchi cattolici venne pure meno con lui. Nel 1782 il  Sinodo Siro  elesse Michael Jarweh come Patriarca. Subito dopo la sua intronizzazione,egli  si dichiarò cattolico e prese rifugio in Libano . Dopo Jarweh è stata una successione non rotta di Patriarchi cattolici Siri..Nel 1829 il governo turco accordò il riconoscimento legale alla Chiesa cattolica Sira, e la residenza del Patriarca fu stabilita ad Aleppo nel 1831. Il  Patriarcato si  trasferì a Mardin (ora nella Turchia meridionale) nel 1850.Nel 1920 la residenza Patriarcale fu trasferita a Beirut.Il Patriarca si intitola Patriarca Siro d'Antiochia.
  •  Nel 1098 i Crociati presero Antiochia ,il Patriarca Ortodosso fu costretto all'esilio e venne stabilito un  Patriarcato Latino di Antiochia,che presto divenne titolare e venne definitivamente abolito nel 1964 

-Gerusalemme

  • La chiesa gerosolomitana è temporalmente ,praticamente, la prima chiesa cristiana (e spesso è chiamata Madre di tutte le Chiese) e "Giacomo,il fratello (nella fede) di Gesù" fu il suo primo vescovo  martire.Le continue persecuzioni romane determinarono parecchie interruzioni nella vita di questa chiesa e i vescovi,quando poterono esercitare il loro ufficio, furono perciò sottoposti al Metropolita di  Cesarea.Ma con l'Imperatore Costantino la città tornò a fiorire.Il  primo concilio ecumenico (Nicea,325) riconobbe  la  primazia,nei fatti già esistente, nell'ordine alle tre diocesi di Roma, Alessandria, e Antiochia,(Canone VI), cui seguiva una  precedenza onoraria a Gerusalemme a causa della sua importanza centrale nella storia del Cristianesimo(Canone VII) pur rimanendo soggetta al Metropolita di Caesarea. Il quarto concilio  di Calcedonia (451)(Canone XXIII) diede  una base territoriale a quelli che di fatti erano già due patriarcati (Costantinopoli e Gerusalemme) a scapito del territorio di Antiochia(Pentarchia) .Dal 1534 tutti i Patriarchi sono stati greci etnici.Il titolo è Sua Divina Beatitudine il Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina.
  •  Nel 1099 i Crociati presero Gerusalemme e crearono un Patriarcato Latino di Gerusalemme. Nel 1187,tornato il Patriarca Ortodosso,quello Latino si trasferì ad Akko fino al 1230 quando i Crociati dovettero lasciare la Palestina e divenne titolare nel 1291.Nel 1847 il seggio residenziale venne restaurato.A parte Roma è l'unico patriarcato latino che sia pur larvatamente è qualcosa di più che un semplice titolo onorifico(ha un proprio sinodo ,i cui componenti peraltro non sono tutti vescovi del Patriarcato).
  • Pare che già nel  3° sec. la Chiesa armena era rappresentata con  vescovo in Terra Santa che venne elevato a Patriarca nel 5° sec.. Tuttavia il primo Patriarca formalmente riconosciuto(dal Califfato arabo)  fu  Abraham (638-669 ).Un  riconoscimento  importante messo per  iscritto fu fatto dal Sultano turco nel 1852.Titolo:Sua Beatitudine il Patriarca armeno di Gerusalemme e Amministratore dei Luoghi Santi.

  •  
    Patriarcati assiri:
    Già in epoca apostolica la Chiesa si espanse nell'area mesopotamica.Nel 310 Gaggai, vescovo di Seleucia Ctesiphon, prese il titolo di Catholicos dell'Est  e in un sinodo tenutosi nel 410 il Catholicos Isaac prese il titolo  di Patriarca della Sede di S.Tommaso e di S.Addai  in contrapposizione al Mafriano di Assur,monofisita.Tuttavia questo non venne dato dal Concilio di Calcedonia .In questo  sinodo intervenne Marutha, un rappresentante dall'Imperatore Romano che portò  i canoni e il credo del Concilio di Nicea per conto dell'allora Vescovo di Roma, i quali vennero  approvati ufficialmente dalla Chiesa dell'Est.
    Già nel quarto secolo comunque il Patriarca di Antiochia aveva  rinunciato al  diritto di ordinare il catholicos di Seleucia-Ctesiphon.Nel 5° sec. il Patriarcato era diventato,probabilmente più per motivi politici che teologici, nestoriano. Il Patriarcato si trasferì a Bagdad  nel 766.Nel 13° sec. si ebbero i primi contatti con Roma i cui esiti sono poco noti. Dal 1551 la Chiesa non fu più unita anche a causa del fatto che  nel 1410 il Patriarcato era diventato ereditario.  
    • Dalla metà del  quindicesimo secolo, il centro della Chiesa si era rifugiato nelle montagne del Kurdistan ed Azerbaijan.   Nel 1617 Eliyya VIII fu accettato come cattolico sicchè fino al 1662 quando la linea di Sulaqa ridivenne nestoriana,si ebbero due patriarcati ambedue cattolici.Si trattò comunque più di un unione formale che sostanziale e dal 1692 essi non furono più cattolici sicchè adesso si ebbero due patriarcati ambedue nestoriani. Nel 1804  Eliyya XIII morì senza un nipote che gli potesse succedere.Gli successe il fratello, Hanna Hurmizd ,che passò al cattolicesimo .La  Chiesa cattolica però lo riconobbe come Patriarca dei Caldei solo nel 1838 dopo la sua promessa di non ammettere i suoi parenti alla successione . Nel 1844 egli  ottene  un firmano imperiale che lo riconosceva come Patriarca dei "Caldei" invece che dei "Nestoriani".            
    • Nel 1672, Giuseppe,Arcivescovo di Diarbakir (Amed), della linea di Sulaqa ridiventata nestoriana, si convertì al cattolicesimo. Egli venne creato nel 1681 Patriarca (senza specificare di dove o di chi)da Roma ,avendosi così adesso tre linee patriarcali ,di cui due(questa e la precedente) ,fino al 1692,cattoliche.Il suo successore, Yusuf II, ricevè il titolo di Patriarca di Babilonia (dopo che nel 1692 l'altra linea cattolica era tornata al nestorianesimo)e la linea si estinse nel  1828 quando Yusuf V morì. Infatti  nel 1838 Roma riconobbe come Patriarca Hanna Hurmizd (linea precedente ridiventata cattolica).
  •  Nel 1551 al Catholicos Simeon I successe  suo nipote, Simeon Denha..Tale successione ereditaria fu causa di malumori e a Simon Denha venne opposto da un anti-sinodo tenutosi a Mosul  il  monaco  Daniele, noto come Sulaga . Sulaga andò a Roma, dove  ricevè la consacrazione episcopale da Giulio III, col titolo di  "Patriarca di Assur" e i suoi successori ebbero più tardi  il titolo di "Patriarca dei Caldei di Babilonia".Più tardi i suoi successori ebbero sempre più scarsi rapporti con Roma e praticamente dal 1662 con il Patriarca Eliyya X essi non possono più essere considerati cattolici .Sicchè l'attuale linea patriarcale non cattolica deriva proprio dal Patriarca cattolico Sulaqa.Il titolo attuale  è Sua Santità il Metropolita di Seleucia-Ctesiphon,Catolicos e Patriarca della Chiesa dell'Est. Nel 1968 uno scisma ha diviso questa chiesa in neo-calendarista (Patriarca residente a Chicago dal )e
  • vecchio-calendarista   con Patriarca residente a Baghdad. 
  • Patriarcati e Catolicosati Armeni:

    Catholicos è un titolo che originariamente veniva un gradino dopo a quello di Patriarca ma successivamente non sempre è stato così.   Dei patriarcati  armeni di Costantinopoli e di Gerusalemme abbiamo già parlato.

    • Il Cristianesimo in Armenia sarebbe stato portato dagli Apostoli Taddeo e Bartolomeo,ma la Chiesa Armena difatti nasce quando S.Gregorio l'Illuminatore converte,nel 301,il re Tiridate.Nel  303  venne  costruita in Vagharshapat, la capitale dell'Armenia, la prima  cattedrale , chiamata Santa Etchmiadzin. La Chiesa dell'Armenia partecipò al primo Concilio Ecumenico a Nicea (325 A.D.), con San Aristakes,  figlio di San Gregorio .Il vescovo di questa città (già S.Gregorio?) fu il primo ad usare il titolo Catholicos,  pratica poi  adottata da molte giurisdizioni  nel Vicino Oriente.  La Chiesa Armena era inizialmente soggetta  al Metropolita di Caesarea.Nel 485 la sede del Catholicos Armeno viene  trasferita nella nuova capitale  Dvin, dove un Sinodo accettò il terzo Concilio Ecumenico di Efeso (431 A.D.) mentre  non accettò gli atti del Concilio  di Calcedonia (451 A.D.). Tuttavia un formale rifiuto di Calcedonia sarebbe avvenuto più tardi nel Sinodo di Dvin del 527.  Lo scisma infine si appalesava chiaramente nel 552, quando il primate, Abraham I, scomunicò la Chiesa di Georgia(fino ad allora parte di quella armena) che continuava ad accettare le delibere di Calcedonia.Dal settimo secolo la conquista musulmana si alterna a periodi di semi-indipendenza dell'Armenia  fino alla definitiva conquista  Selgiuchide.In conseguenza il Catholicosato si  trasferisce nel 10 secolo  a Dzoravank e Aghtamar (927),poi a Arghina (947) e Ani (992).Nel 1045 masse di Armeni fuggono in Cilicia. Il Catholicosato, si sposta al loro seguito prima a Thavblour (1062), poi a Dzamendav (1072) e  Dzovk (1116), poi a Hromkla (1149)  e finalmente in Sis (1293) (ora Kozan, Turchia), la capitale del Regno Armeno di Cilicia.Il Regno armeno di Cilicia fu distrutto nel 1375 mentre  nel frattempo si andava risvegliando l'Armenia e ciò portava l'idea di riportare il catholicosato a Echmiadzin ,anche al fine di sottrarlo all'influenza cattolica(un unione con Roma si era avuta dal 1198 al 1375 e poi dal 1439).Quando il Catholicos Krikor  IX Moussapegiants (1439-1446) respinse tale ipotesi un sinodo di 17 vescovi lo depose ed elesse Kirakos Virapetsi nel 1441  catholicos di Ejmiadzin  iniziando una nuova linea che portò il titolo "Catholicos di Tutti gli Armeni." (o anche "Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni.").Ci sono da allora due Catholicosati nella Chiesa armena. Il primato di onore del Catholicosato di Etchmiadzin  è stato sempre riconosciuto dal Catholicosato di Cilicia.
    • Il Catholicosato della Grande Casa  di Cilicia è stato costretto  a trasferirsi ad Antelias, Libano,in seguito al pogrom attuato dai Turchi dopo la prima guerra mondiale e  ha giurisdizione in Libano, Siria, Cipro, Iran, Siria e Grecia. Tra i due catholicosati non sono certo mancate situazioni di  tensione tuttavia nell'ambito delll'unità della Chiesa armena.
    • Un unione con Roma degli armeni di Cilicia si era avuta dal 1198 al 1375 e poi dal 1439 .Nel 1475  il Catholicosato si staccò di nuovo da Roma e gli armeni rimasti cattolici non avevano  una propria gerarchia ;perciò venne fondato a Roma il Collegio Armeno e nel 1650 venne ufficialmente fondata la Chiesa cattolica armena con propri vescovi che nel 1740  elessero un proprio Patriarca  riconosciuto da Roma 2 anni dopo.  Il sistema Ottomano  aveva collocato gli  armeni cattolici sotto la giurisdizione civile del Patriarca armeno di Costantinopoli(non cattolico).Nel 1830 ,sotto pressione francese,i cattolici vennero posti sotto l'autorità civile di un Arcivescovo armeno cattolico a Costantinopoli .Nel 1867 il Papa spostò la sede del Patriarca a Costantinopoli e unificò  la sede Patriarcale della Cilicia a quella arcivescovile di Costantinopoli.La sua residenza era stata fino ad allora inzialmente a Kreim,presso Harissa,e poi a Bzoummar .Le due sedi furono di nuovo divise nel 1928 quando il Patriarca si vide costretto ad abbandonare Istanbul per Beirut.
    • Il Patriarcato di Aght'amar fu stabilito nell'Albania caucasica semi-indipendente come esito di un scisma nel 1113 .Esso non durò a lungo (ma non so in che anno venne meno).Già prima nel 590 c'era stato un tentativo tentativo Bizantino di indebolire l'influenza del Catholicos creando un catholicosato  a Avan  ma  senza conseguenze durevoli.

    -Catolicosati  del Kerala


              La Chiesa in Kerala sarebbe stata creata da S.Tommaso.Si sa che  un missionario da Alessandria, Pantaneus, visitò il  Kerala nel 189 e che un Tommaso di Cana ravvivò la Chiesa quando si trasferì dalla Persia in Kerala nel 345 .Tale Mar John, Metropolita di Persia e Vescovo della Grande India fu presente al  Concilio di Nicea, nel 325. Per molto tempo  i Cristiani in India non ebbero  un vescovo e loro capo spirituale era un  un "Arcidiacono". La Chiesa indiana fece parte del Metropolitanato di Fars della Chiesa dell'Est  ma un Metropolita dell' India è menzionato nel settimo secolo. Il leader effettivo tuttavia  restava  l'Arcidiacono Giorgio , un prete indiano il cui ufficio venne  ‘ereditato '  con lo stesso nome Giorgio. La Chiesa dell'Est si separò dal corpo principale della Chiesa teoricamente a causa dell'eresia nestoriana, praticamente per motivazioni politiche come d'altra parte gran parte (tutti?) gli scismi.I Cristiani di S.Tommaso ,trovandosi sotto la giurisdizione di tale Chiesa ,la seguirono nello scisma ma c'è da chiedersi se mai ebbero sentore di nestorianesimo.Comunque all'arrivo dei Portoghesi,nel 16° secolo,essi passarono senza difficoltà sotto la giurisdizione di Roma.Comunque ,considerato che nel 1551 era stato creato il Patriarcato Caldeo di Babilonia,un vescovo caldeo fu inviato in India .Tuttavia i pressanti tentativi di latinizzazione dei portoghesi culminati nel sinodo di Diampier del 1599 portarono presto a uno scisma.Coloro che si staccarono da Roma (a parte una minoranza che ritornarono alla Chiesa dell'Est) furono contattati dal Patriarcato Siro di Antiochia che inviò nel 1603 un vescovo .Nel 1653 lo scisma era formalizzato (Giuramento di Coonan )e una fetta consistente di fedeli(Puthankootukar o Chiesa Ortodossa  Sira dell' India) passava sotto la Giurisdizione del Patriarcato Siro sotto il comando dell' Arcidiacono Tommaso (elevato alla dignità vescovile nel 1665).Questa Chiesa  all'inizio del 20° sec.  si divise in due gruppi in quanto buona parte di essi reclamò l'autocefalia.

    • All'inizio del secolo veniva  richiesto al Patriarca un proprio Catholicos per la Chiesa in India. Questo venne  accordato nel 1912 ma dal Patriarca non  più in carica .Venne così annunciato il ristabilimento dell'ntico cattolicosato dell'Est in India (Il Patriarcato siro aveva avuto un catholicosato dell'Est -il Mafrianato di Assur-ma in Persia).La Chiesa così formatasi fu nota come Methran Kakshi  (Chiesa Ortodossa  Sira dell' India o  Chiesa Malankarese-o indiana-  Ortodossa) . Titolo:Catholicos dell' Est; Catholicos del trono Apostolico di S. Tommaso e Metropolita Malankarese). Risiede a  Kottayam.
    •  Non tutti peraltro volevano l'autocefalia.Costoro costituirono nel 1934 il Bava Party ( Chiesa con lo stesso nome della precedente ma Chiesa autonoma collegata al Patriarca Siro di Antiochia ).Dal 1958 essa si riunificò con la precedente. Si trattava di una unione solo formale venuta meno nel 1972 ;nel 1975  il Catholicos della Methran Kakshi venne scomunicato dal Patriarca che gli oppose un nuovo Catholicos leader del Bava Party .Residenza anche in questo caso a Kottayam.

    -Altri Patriarcati di origine alessandrina:Oltre al patriarcato copto di Alessandria ,vi sono altri due patriarcati non calcedonesi che da esso hanno avuto origine e che ne  riconoscono la primazia:dal 1959 "Sua Santità l' Abuna,Arcivescovo di Axum, Patriarca e Primo tra i Vescovi d'Etiopia, Echege della Santa Sede di  S. Tekle Haimanot di Debre Libanos" e dal 1998 "Sua Santità l'Abouna  Patriarca di Eritrea "

    Questa sezione è in effetti la più ingarbugliata a motivo delle grandi scissioni d'Oriente. Tuttavia essa ci dimostra come in fondo la Chiesa Cattolica con sede a Roma sia invece la Chiesa che abbia mantenuto una continua unità e dalla quale siamo coscienti di provenire e con la quale intendiamo trovare unità d'intenti con la grazia di Dio.

    Altri Patriarcati Ortodossi:
    • i patriarcati ortodossi creati in epoca successiva allo scisma d'Oriente sono quelli di Mosca,Serbia,Bulgaria,Romania,Georgia(Catholicos-Patriarca).Quello di Bulgaria divenne Patriarcato già in epoca anteriore allo scisma ,nel 911 ma riconosciuto da Costantinopoli nel 927 e poi abolito nel 1018,per essere restaurato e abolito più volte dopo lo scisma.Dal 1992 al '98 vi è stato uno scisma patriarcale nella chiesa bulgara.
    • Dopo la debacle del comunismo ,la Chiesa Ortodossa in Ucraina è stata preda di scismi.Nel 1990 viene creato un Patriarca di Kiev .Nel 1993 un ulteriore scisma fece sì che i patriarchi di Kiev fossero due.Nel 2000 uno dei due Patriarchi è morto:è stato eletto un successore ma senza il titolo patriarcale.Recentemente queste due chiese sono entrate in attivo dialogo.Questi Patriarchi non sono riconosciuti da Costantinopoli(che però sta tentando di ricucire lo scisma ucraino) e dalle altre chiese ortodose autocefale locali.
    • In epoca medioevale la chiesa antiochena si espanse in Asia Centrale dove vennero creati (dal sec.VIII) i catolicosati di Nischapur e di Taschent ,che vennero meno dopo le invasioni di Tamerlano.

    -Altri Patriarcati Latini ( i cosidetti " patriarcati minori " dell'Ovest):In tempi diversi certe sedi Occidentali furono chiamati patriarcati ma si tratta di meri titoli.  

    Il più antico fu Aquileia
    in Illyricum: durante l’occupazione degli ostrogoti in Italia (V-VI sec.) l',Illyricum sebbene fosse sempre appartenuto al Patriarcato romano, divenne una fonte importante di disputa con l'Est. Aquileia cominciò allora a pensare a qualche genere d'indipendenza sia da Roma che da Costantinopoli. In seguito alla disputa dei Tre Capitoli, contro Papa Vigilio ,dopo il secondo Concilio di Costantinopoli (553), alcuni vescovi dell'Italia del nord diedero luogo a uno scisma con a capo Macedonius di Aquileia (539-56). Da allora i Vescovi di Aquileia chiamarono se stessi patriarchi. Paulino di Aquileia (557-71) spostò la sua sede a Grado,mantenendo, comunque il vecchio titolo.

    Questa linea di vescovi in Grado ritornò a essere nel 606 cattolica;gli scismatici ripristinarono la vecchia sede ad Aquileia
    . Lo scisma venne meno nel 700,ma le  due linee di cosidetti patriarchi, quelli di Aquileia e di Grado continuarono ad esistere.La diocesi di Grado nel quindicesimo secolo venne assorbita da Venezia. Il titolo di Aquileia (dopo che la  città fu distrutta da un terremoto nel 1348)  continuò ad Udine finchè  Benedetto XIV, nel 1751 cambiò il titolo in quello di Patriarca di Venezia.


    Nel 1520 Leone X creò un " Patriarcato delle Indie Occidentali " fra il clero spagnolo,dal 1572 congiunto all'ufficio di cappellano principale dell'esercito spagnolo.Questo titolo è stato recentemente abolito.

    Nel 1716 Clemente XI eresse un Patriarcato titolare di Lisbona. La città fu divisa tra la giurisdizione dell'Arcivescovo di Lisbona ed il nuovo patriarca finchè nel 1740 Benedetto XIV congiunse l’arcidiocesi con il patriarcato.                                      Leone XIII nel 1886, eresse un Patriarcato titolare delle Indie Orientali legato alla sede di Goa.

    Nel Medioevo Becancon, Lyons, Bourges, Canterbury, Toledo, Pisa sono stati occasionalmente chiamati patriarcati ma si tratta di titoli meramente complimentosi. Canterbury rivendicherà poi la propria autonomia e che sarà appoggiata appunto dallo scisma della Chiesa Anglicana.


    -
    Altri Patriarcati

    Diverse chiese e gruppi minori di recente istituzione hanno istituito il titolo patriarcale per il loro primate.


    Giurisdizioni arcivescovili

    -Primate è il titolo generalmente del capo di una Chiesa .Ovviamente tutti i Patriarchi e i Catholicos (a parte quelli Latini -salvo il Papa-) sono Primati.Nelle Chiese Orientali ha il titolo di Beatitudine.  Nella Chiesa armena il titolo di Primate viene dato praticamente a tutti i  vescovi con diocesi.Nella Chiesa Latina il titolo di  Primate può essere dato a  un vescovo che possiede autorità  su molte province e metropolitanati ma di fatti ha un significato solo onorifico. Esso corrisponde come dignità all'Esarca e non al Primate della Chiese Orientali.Nella Chiesa Cattolica è stato istituito il titolo di Arcivescovo Maggiore per il Primate della Chiesa Cattolica ucraina e di quella Siro-Malabarese:essi sono veri Primati e il titolo è praticamente sovrapponibile a quello di Patriarca.


    -Arcivescovi Metropoliti
    :Come regola generale, le giurisdizioni ecclesiali sono organizzate in Metropoli o province ecclesiali, costituite da una Arcidiocesi Metropolitana e un certo numero di Diocesi  suffraganee  ma talora anche altri tipi di Giurisdizioni.In qualche raro caso nella chiesa romana, e frequentemente in quelle orientali sono prive di suffraganee.Nella Chiesa cattolica hanno il titolo di eccellenza, mentre nelle Orientali solitamente quello di Eminenza.


    -Arcivescovi:
    In alcune Chiese orientali  gli Arcivescovi  possono avere diocesi dipendenti e vengono prima dei Metropoliti.Nella Chiesa cattolica possono essere sia suffraganee che immediatamente dipendenti dalla S.Sede.Archieparchia è il termine usato nelle Chiese Orientali al posto di Arcidiocesi.Nella Chiesa cattolica hanno il titolo di eccellenza ,mentre nelle Orientali solitamente quello di Eminenza.


    Giurisdizioni Vescovili

     La Diocesi (Eparchia nelle Chiese Orientali ) è la giurisdizione più comune.In realtà si potrebbe dire che è la sola giurisdizione in quanto arcivescovo ,metropolita ecc.è in fin dei conti un  titolo o poco più e comunque il potere religioso deriva dalla consacrazione a vescovo che è la stessa per tutti compresi i Patriarchi che hanno d'altronde ,oltre alla giurisdizione patriarcale,solitamente anche una propria diocesi.

    Sei diocesi situate nei dintorni di Roma sono dette diocesi suburbicarie e di ognuna di esse ne ha il titolo  uno dei sei cardinali-vescovi.I vescovi hanno di solito l'appellativo di eccellenza o anche, in alcune Chiese Orientali, Grazia.


    Giurisdizioni minori
    :sono soprattutto in uso nella Chiesa cattolica in aree in cui il numero di cattolici è piccolo, o in cui per ragioni politiche di " diplomazia " ecclesiale non è stato ritenuto opportuno stabilire " strutture normali ". A capo di queste giurisdizioni minori vi è di solito (ma non sempre ) un vescovo o un arcivescovo titolare.


    Simbolo se con vescovo ,se senza vescovo.


    Abazzia Nullius
    :è un abbazia, con un suo territorio sul quale l'Abate ha autorità episcopale.Vengono qui considerate analoghe i Monasteri Stauropegiali delle Chiese Orientali (i cui Abati non credo abbiano però autorità episcopale salvo che non vengano fatti vescovi)


    Esarcato Apostolico
    :
    è una piccola giurisdizione di rito orientale immediatamente dipendente dalla S.Sede e lontana dall'area in cui quel rito è comune.Nella Chiesa Cattolica Ucraina si ha un Arciesarcato a Kiev .


    Vicariato Apostolico
    :è una delle giurisdizioni più frequenti,nella Chiesa Cattolica,nelle regioni di missione.E' riportata qui con il simbolo della diocesi.

    Il Vicariato Patriarcale è creato invece da un Patriarca e non si trova in zona di missione.


    Prefettura Apostolica:
    giurisdizione frequente,nella Chiesa Cattolica,nelle regioni di missione.


    Prelatura

    Amministrazione Apostolica,Ordinariato di rito orientale e altri piccole giurisdizioni

    Missione sui juris 


    Giurisdizioni personali
     

    Gli Ordinariati Militari sono giurisdizioni per il personale militare e per le loro famiglie. Essi coesistono con le Diocesi . Il loro territorio tipicamente corrisponde all'intera nazione, e la giurisdizione personale sui membri segue le truppe nelle loro basi o nelle missioni all'estero.


    Il Cardinalato ,sempre nella Chiesa Cattolica (nella Chiesa Anglicana tale titolo resta "Arcivescovo"),è solo un titolo e non una giurisdizione, sebbene i Cardinali sono dal punto di vista onorifico sopra i primati e gli arcivescovi e i " cardinali vescovi" anche al di sopra dei patriarchi.(Tutti i cardinali però sono vescovi, prima non lo erano essendo appunto una carica onorifica).


    In ordine onorifico ai Cardinali Vescovi di rito Latino-sei vescovi titolari delle sedi suburbicarie con a capo il Decano,che oltre alla titolarità della sede suburbicaria che già aveva assume quella di Ostia ,e il Subdecano-,seguono i Patriarchi di rito Orientale elevati alla dignità cardinalizia,quindi gli altri patriarchi,poi i Cardinali preti (vescovi con diocesi elevati alla dignità cardinalizia) e i Cardinali Diaconi (gli altri,che comunque sono sempre vescovi).

    Prelature personali: è una rara giurisdizione senza confini geografici ma relativa ad alcune persone indipendentemente dalla loro residenza .E' il caso dell'Opus Dei il cui Prelato risiede a Roma.


    Arcivescovi e vescovi titolari:I vescovi titolari hanno solamente un titolo episcopale; chiamati in passato vescovi o arcivescovi in infidelium partibus ,dal 1882 sono detti vescovi o arcivescovi titolari.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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27/11/2009 21:25
 
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Il medioevo e i simboli del potere

Quando i Papi presero le chiavi di Pietro



L'Istituto Italiano di Scienze Umane a Firenze ha ospitato, il 27 novembre, la presentazione del volume Il potere del Papa. Corporeità, autorappresentazione e potere (Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo, 2009, pagine XII+412). Dei temi in esso trattati ha scritto per il nostro giornale l'autore.



di Agostino Paravicini Bagliani

Nel medioevo, non soltanto i trattati teologici e canonistici servono ad affermare la centralità della Chiesa romana. Altrettanto importanti sono le metafore (i cardinali come pars corporis pape, l'assioma giuridico secondo cui Ubi papa ibi Roma), i simboli (la tiara, l'anello del Pescatore, i colori bianco e rosso delle vesti del Papa) e le immagini (rappresentazioni pittoriche e raffigurazioni scultoree). Nella loro stragrande maggioranza, i ventidue articoli riuniti in questa raccolta (Il potere del Papa. Corporeità, autorappresentazione e potere, Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo, 2009, pagine XIII-412) sono il frutto di ricerche e di riflessioni che si soffermano appunto su temi legati alla più complessa opera di autorappresentazione del papato avvenuta nel corso del medioevo, riguardante il periodo che si estende dal Pontificato di Innocenzo III (1198-1216) a quello di Bonifacio VIII (1294-1303).

È ben noto che nella plurisecolare storia del Papato il Duecento occupa uno spazio di notevolissimo rilievo. A tutti i livelli - ecclesiologici, istituzionali e politici, ma anche culturali, giurisdizionali e di autorappresentazione - i Papi di quel secolo hanno conferito al Papato un ruolo di assoluta centralità in seno alla cristianità. I problemi della società cristiana - teologici, disciplinari e politici - furono discussi da tre concili, celebrati a Roma e a Lione, che contribuirono a consolidare il ruolo legislativo promosso da Pontefici che erano sovente maestri di diritto e la cui produzione di decretali irrigò le varie diocesi della cristianità e l'insegnamento del diritto presso le maggiori università europee, anzitutto quelle di Bologna e di Parigi, la cui storia è nel Duecento indissociabile da quella del papato.
Persino sul piano residenziale, quel secolo segnala grandi novità: Innocenzo III fece edificare un nuovo palazzo a nord della basilica vaticana inaugurando così un secondo polo residenziale papale nell'Urbe che venne ad aggiungersi al Laterano, per secoli l'unica residenza ufficiale dei Papi.

Il nascendo Stato pontificio ma anche nuove esigenze di carattere sanitario (la paura della malaria, la cura del corpo), culturale (il piacere della natura) e politico (conflitti con Federico ii e con la città di Roma) spinsero i Papi del Duecento a vivere per più della metà del secolo fuori di Roma. E nel corso del secolo, cardinali e prelati di curia affidarono ai più grandi artisti italiani, da Cimabue a Giotto, da Jacopo Torriti ad Arnolfo di Cambio, il compito di fare di Roma la capitale artistica della cristianità occidentale. Mai come prima di allora, Papi e cardinali ricorsero al simbolismo del potere, alle immagini, e, verso la fine del secolo, persino alla statuaria, per sostenere la plenitudo potestatis del Papa.

All'inizio del Duecento, Innocenzo III, nel magnifico restauro del mosaico dell'abside di San Pietro in Vaticano, di cui sono rimasti purtroppo soltanto alcuni frammenti (oggi conservati a Roma nel Museo Baracco e nel Museo di Roma; cfr. Le Chiavi e la Tiara, 2a ed., Roma, Viella, 2005) viene raffigurato a sinistra del Trono con l'Agnello Pasquale, alla cui destra (per chi guarda il mosaico) si vedeva la rappresentazione di una donna incoronata come imperatrix, impersonificazione della Chiesa romana con in mano il vessillo.

Alla fine del secolo, Bonifacio VIII ricorrerà alla statuaria per confidare ai contemporanei e ai posteri la visione di papato che risale alla riforma gregoriana. Il busto di Bonifacio VIII, opera di Arnolfo di Cambio, e le altre statue di Papa Caetani, che vengono studiate da un punto di vista ecclesiologico in una serie di contributi ripubblicati in questo volume, contengono elementi di grande novità ecclesiologica (la tiara intesa come sommità dell'Arca di Noè, il fatto che per la prima volta un Papa sia raffigurato con le Chiavi di san Pietro e così via), in coerenza perfetta con la più celebre bolla del suo pontificato, la Unam Sanctam.

La potenza creatrice di Bonifacio VIII sul piano della simbolica del potere pontificio risiede proprio in questa sua capacità di dare una corporeità all'autorità che incarna. Ma che Arnolfo di Cambio abbia saputo trasferire in perfette forme iconiche e scultoree un così complesso intreccio di simboli, di metafore e di elaborati ecclesiologici, molti dei quali assolutamente nuovi, costituisce una chiara dimostrazione della cultura del massimo scultore italiano di quel tempo oltre che della sua capacità di dialogo con il Papa.
L'interesse di Bonifacio VIII per la simbologia del potere viene inoltre reso manifesto anche dalla sua decisione di far costruire una loggia di giustizia al Laterano per celebrare da un thalamus monumentale e non più da una tribuna mobile e di legno i processi generali di scomunica contro i ribelli della Chiesa che venivano allora celebrati ogni anno il Giovedì santo, il giorno dell'ascensione e il 18 novembre (la Unam Sanctam fu promulgata a quella data, nel 1302), festa della dedica delle basiliche romane di San Pietro e di San Paolo, così cara a Gregorio vii (1073-1085).

Nell'ultima sezione sono raccolti saggi che riguardano riti e simboli pontifici (la rosa d'oro, i riti dell'avvento nel Quattrocento, o ancora la ritualità legata ai viaggi dei Papi), problemi di storia della cultura (le biblioteche dei cardinali attraverso i loro testamenti), della spiritualità (la religiosità delle élites ecclesiastiche curiali duecentesche) oltre che della rappresentazione dello spazio.

A proposito di quest'ultimo aspetto va osservato che in quei secoli centrali del medioevo il Papato rivolge uno sguardo di ampio respiro ad una cristianità pensata in termini di universalità.
Se Gregorio Magno (590-604; si veda ora l'Enciclopedia Gregoriana, Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo 2009, pagine XXXV-380) si era servito del concetto di Europa per prendere le distanze da Bisanzio, per il papato gregoriano e duecentesco, così proiettato verso l'affermazione della plenitudo potestatis, il riferimento geografico alla cristianità non è mai limitativo.

Gregorio vii e Innocenzo III non parlano mai di Europa nelle loro lettere ma sviluppano un concetto di cristianità vista in una chiara prospettiva di universalità. Persino le parole di Innocenzo III sull'Italia rivelano, più di "una chiara coscienza dell'unità della nazione" (Michele Maccarrone), una visione del mondo che presuppone sempre una centralità e una prospettiva di universalità: il Papa trasferisce all'Italia quanto Leone Magno e la tradizione medievale avevano attribuito a Roma, quale motivo di gloria tra tutte le città del mondo, ossia il privilegio di essere la sede del "principato" della Chiesa e dell'Impero.

È la scelta divina dell'Italia, come "fondamento della religione cristiana" e sede del "principato del Sacerdozio e del regno", a imporre al Papa una particolare sollecitudine pastorale. Per Innocenzo III, la fusione tra Ecclesia e Christianitas è assai più chiara che nel periodo precedente. La cristianità di Innocenzo III si identifica sia con l'Ecclesia, sia con l'orbis christianus, un termine che designa l'insieme dei "popoli cristiani e dei regni". Più tardi, Pio II (1458-1464), in un clima rinascimentale, ma anche in un momento di rinnovata coscienza storica del Papato romano, sarà in grado di ripensare l'Europa, partendo da un concetto unitario, geografico e culturale oltre che politico e religioso. Il vero interlocutore di Pio II non era però più, come ai tempi di Gregorio Magno, l'impero bizantino, ma l'impero ottomano.



(©L'Osservatore Romano - 28 novembre 2009 )


Fraternamente CaterinaLD

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15/02/2012 22:45
 
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Finalmente insieme. Dopo 477 anni.
 
Prima Omelia del nuovo Ordinario della 'Chair of St. Peter', Ordinariato che accoglie gli Anglicani che desiderano tornare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica
 

di  mons. Jeffrey Steenson
 
Si è insediato il primo Ordinario dell'Ordinariato Personale negli Stati Uniti della Cattedra di San Pietro , Padre Jeffrey Steenson. L'Ordinariato è stato istituito il 1° gennaio 2012 per accogliere gli anglicani degli Stati Uniti che desiderano entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica, mantenendo le tradizioni del patrimonio anglicano. Padre Steenson parteciperà alla Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti, ma non sarà ordinato vescovo in quanto sposato. Pubblichiamo il testo integrale della sua omelia tenuta durante la celebrazione eucaristica per il suo insediamento:
 
"Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!" (Ps. 133,1). Ringraziamo con tutto il cuore Papa Benedetto XVI per questo bellissimo dono, l'Ordinariato Personale della Cattedra di San Pietro , e preghiamo affinché ciò possa promuovere la causa dell'unità cattolica. Quando il Cardinale Wuerl mi disse che il Santo Padre intendeva istituire l'Ordinariato sotto questo nome, io ho davvero gioito, perché ciò va al cuore di quello che deve essere la nostra missione, e ci aiuta innanzitutto a capire perché Nostro Signore ha affidato la Sua Chiesa a San Pietro.
 
 Fiumi d' inchiostro sono stati versati sulla interpretazione di quelle parole del vangelo che Gesù rivolse a Pietro a Cesarea di Filippo: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt. 16,18). Certamente, per i cattolici l'interpretazione autorevole di quelle parole venne dal Concilio Vaticano I. Ma dobbiamo onestamente riconoscere che i cristiani hanno letto quel testo in modi differenti. Perfino tra i Padri della Chiesa non vi era unanimità su ciò che significasse precisamente "su questa pietra". Lo stesso grande Sant'Agostino disse: "il lettore deve scegliere: questa pietra significa Cristo o Pietro?" (Ritratt. 1,20). Ma Sant'Agostino, saggiamente, non poneva la questione sulla base di un aut aut, poiché Pietro porta tutto a Cristo. La traiettoria è chiara, noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio (1 Cor. 3,23).
 
Sono grato che, nel corso del mio ministero, gl'insegnamenti del Beato Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI sono sempre stati chiarissimi su questo punto: la Chiesa esiste per portare le anime a Cristo. Ma come afferma semplicemente il testo, Gesù ha investito Pietro di un ministero di fondamentale importanza, e lo fa usando tre verbi al tempo futuro: edificherò la mia Chiesa... le potenze degli inferi non prevarranno su di essa... a te darò le chiavi del regno dei cieli. Quando Gesù parla al tempo futuro, Egli attira ogni cosa a sé, perciò sappiamo che tale affidamento non cessa con il Pietro storico. Nel momento in cui il Signore ha pronunciato quelle parole, viene anticipata l'intera esistenza della Chiesa sulla terra fino alla fine dei tempi.
 
 A questo riguardo, ascoltate che cosa scrisse Sant'Anselmo, il 37° Arcivescovo di Canterbury, il più grande teologo in assoluto forse, che diede lustro all'amena e verde Inghilterra: "Questo potere fu affidato in modo particolare a Pietro, affinché noi fossimo invitati all'unità. Cristo perciò lo nominò capo degli apostoli, affinché la Chiesa avesse un principale Vicario di Cristo al quale potessero ricorrere i diversi membri della Chiesa, nel caso di dissensi tra loro. Ma se ci fossero più capi nella Chiesa, il vincolo dell'unità si spezzerebbe" (Cat. Aur. Mt. 16,19).
 
 La prima volta che troviamo il versetto di Mt. 16,18 applicato specificamente ai successori di Pietro, fu in occasione di una controversia tra Papa Stefano e San Cipriano di Cartagine alla metà del III secolo. A rischio di apparire pedante, spero che mi consentiate di parlarvene brevemente, poiché ciò è molto rilevante per l'Ordinariato. Nella tradizione anglicana, i Padri della Chiesa sono tenuti in grande stima e ci hanno insegnato che è proprio da essi che dobbiamo trarre orientamento per affrontare le questioni teologiche.
 
 Io considero i Papi del III secolo degli eroi, perché erano pastori coraggiosi che cercavano di recuperare quei fratelli che, uscendo dalla Chiesa cattolica, avevano infranto la piena comunione con essa. In un tempo in cui molti vescovi erano severi ed intransigenti sulla purezza della Chiesa, Dio ci ha donato dei Papi che compresero quanto riaccogliere i fuggitivi e i caduti faccia parte dell'essenza stessa del ministero conferito da Gesù agli apostoli. Nelle lettere di San Cipriano,  si trova una notevole corrispondenza rivelatrice con San Firmiliano di Cesarea a proposito di Papa Stefano (Ep. 75, ca. 255): "Ma ci pensi, Cipriano? Realmente Stefano pensa di sedere sulla cattedra di Pietro, poiché ci comanda di accettare il battesimo di questi gruppi separati! Realmente vuole che noi li consideriamo cristiani!".
 
 Io credo che è proprio questo il contesto per comprendere ciò che Papa Benedetto ci dice nell'Anglicanorum coetibus. Qualcuno obietta che la Chiesa cattolica rende troppo difficile il percorso per giungere all'unità dei cristiani. Ma guardate che cosa viene chiesto a coloro che prendono in considerazione di entrare nell'Ordinariato! Gli anglicani non solo devono essere accolti ma confermati nel loro stato, e il loro clero ordinato nella forma assoluta. Si chiede per caso di ricominciare tutto da capo? Certamente no! Da Zefirino a Callisto a Cornelio e a Stefano - i Papi del III secolo che quasi tutti offrirono la loro vita da martiri e che governarono la Chiesa in tempi in cui sembrava che davvero le porte degli inferi potessero prevalere, minacciando di distruggere la sua unità essenziale - la Chiesa cattolica semplicemente richiedeva che i vincoli di carità venissero riallacciati sacramentalmente invocando la presenza dello Spirito Santo. Questi sono fratelli e sorelle che ritornano a casa.
 
 Il primo principio quindi dell'Ordinariato è l'unità dei cristiani. San Basilio Magno, il più grande ecumenista della Chiesa, spese letteralmente la vita per costruire ponti tra fratelli ortodossi che partecipavano della medesima fede, ma che si erano divisi tra loro in una Chiesa tristemente frammentata dall'eresia e dalla controversia. Egli insegnava che si richiede un deciso e incessante sforzo per raggiungere l'unità dei cristiani. Come un vecchio cappotto viene sempre lacerato e difficile da rammendare ogni volta, l'unità della Chiesa non si deve mai dare per scontata ma esige grande diligenza e coraggio da parte dei suoi pastori (Bas. Ep. 113). San Basilio spesso parlava con nostalgia della archaia agape, dell'amore antico della comunità apostolica, così raramente visibile nella Chiesa dei suoi tempi. Questo amore, insegnava, è un segno visibile che lo Spirito Santo è realmente presente e attivo, assolutamente essenziale per la salute della Chiesa. Non c'è illustrazione migliore di ciò che nella grande scultura della Cattedra di San Pietro nell'abside della Basilica di San Pietro: la cattedra di Pietro è sostenuta dai grandi Padri della Chiesa, mentre sospesa in alto sovrastante il tutto, la luminosa colomba di alabastro, lo Spirito Santo, che tutto  immerge nella irradiazione dell'amore divino.
 
 C'è tanto da celebrare nel patrimonio dell'anglicanesimo, le sue tradizioni liturgiche, spirituali e pastorali, che la Chiesa cattolica accoglie come un tesoro da condividere. Ma dobbiamo essere chiari sui nostri principi. Durante i 477 anni nei quali gli anglicani sono stati separati da Roma, tanti fedeli hanno pregato con fervore e facendo grandi sacrifici per l'avvento di questo giorno. In obbedienza e fiducia hanno abbracciato generosamente quanto Gesù richiede nella preghiera per l'unità dei suoi discepoli (Gv. 17,21). Non è affatto per coincidenza che tale riconciliazione avvenga proprio nel tempo in cui Papa Benedetto ha posto la nuova evangelizzazione in cima all'agenda della Chiesa. Convertirsi e conformarsi ad immagine di Cristo significa che la Sua Chiesa sarà trasformata e rinnovata completamente. Mi pace molto il concetto che ha espresso il nostro cancelliere, la Dr. Margaret Chalmers: "Il nostro patrimonio sono i fedeli". Apriamo pertanto i nostri cuori, in umiltà e amore, a tutti i cristiani divisi dalla cultura, dalle circostanze e dalle incomprensioni. Tendiamo la mano con amicizia a tutti coloro che cercano la Verità. Sono loro i nostri compagni di viaggio. Iniziamo forti nella fede che Dio ci ha donato Pietro, con mano ferma sul timone, che ci restituisce a Gesù, 'il Pastore e il Custode delle nostre anime' (1 Pt. 2,25).
 
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 Our Lady of Walsingham, 7809 Shadyvilla Lane, Houston, Texas 77055
 (713) 609-9292
 office@usordinariate.org
 
fonte:http://usordinariate.org/installationhomily.html
 trad. it. di d. Giorgio Rizzieri


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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