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La storia della bambina Nennolina

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2012 21:01
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Presentazione tratta dalla pubblicazione

Ho voluto realizzare questo piccolo libro su Nennolina con il cuore di chi, pur non avendola conosciuta, ha imparato ad amarla. Guardando la sua foto, regalatami dalla sorella Margherita, non ammiro solo la bellezza di questa bimba, perché non è una semplice bellezza fisica, ma una bellezza che traspira dalla pelle e si riflette nei suoi dolci occhioni neri.

La lampada e il giglio

E' la presenza dello Spirito Santo, dell'Eucaristia che la rende meravigliosamente dolce. Che dono di Dio alla sua Chiesa ! Un angelo, un vero angelo in carne ed ossa. In quei suoi occhi si riflettono come luci un grande sorriso e una pienezza di gioia.

Nella sua piccolezza, nella sua fanciullezza, si è incarnato ciò che dice Gesù: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto" (Lc. 10, 21).

Gesù rende grazie al Padre perché si è deliziato dei piccoli. "Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio". (I Cor 1,27-28)

Tutto torna: Gesù dice di essere venuto per i piccoli, i poveri, i malati. Ed ecco, allora ! Nel Vangelo coloro che si sono rivolti a Gesù si sentivano umili, cioè piccoli, nullità, e Lui li ha resi forti. D'altra parte è quello che è accaduto a Maria: "Ha guardato all'umiltà della sua serva" (Lc 1,48).

Dio sceglie una donna del villaggio di Nazareth per fare grandi cose ! Dio sceglie la piccola Nennolina per fare, per mezzo di lei, grandi cose nella straordinarietà del suo quotidiano, della sua malattia, nella sua santa famiglia.

La famiglia Meo ha preso esempio forte da quella di Nazareth. Lì Nennolina ha imparato ad amare Dio, Gesù, lo Spirito Santo, Maria. E' lì all'interno di questa casa ch'è stata catechizzata; lì ha appreso il grande amore per l'Eucaristia e il desiderio di riceverla nella Notte di Natale.

Gesù nasceva e prendeva dimora nella sua piccola amata: Nennolina. Credo che il mistero dell'Incarnazione lo si recepisca ancora meglio in questo esempio di vita. "Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1, 14 a).
Qualcuno ha definito questa Serva di Dio come "piccola mistica", un "piccolo dottore della Chiesa", ed è vero: lo Spirito Santo l'ha così pervasa da parlare Lui stesso in lei.

E non sarebbe la prima volta ! Nennolina è una icona affascinante, che suscita tenerezza. Come si può non amare una bambina? Chi non rimane stupito di fronte alla delicatezza di un bimbo?

Il suo sguardo suscita in noi il sorriso, segno di gioia e di amore. Ecco, guardando Nennolina è questa la sensazione che si prova.
Personalmente mi sono affidato a lei tantissime volte e spesso mi ha ascoltato. In una sua letterina promette di mandare tanti gigli dal Paradiso ossia tante grazie. Un'altra espressione che va ricordata è il suo desiderio di essere "la lampada che arde davanti al Tabernacolo giorno e notte"; e vi è riuscita.

Dio l' ha subito esaudita, ha approfittato di questo fiore che si è donato e in lei ha trovato il suo compiacimento. Gesù cerca degli adoratori! Adoratori vuol dire uomini e donne che sono disposti a riconoscerla a farsi strumento del suo amore. Nennolina è stata uno strumento, una matita nelle mani di Dio, come ci diceva la Beata Teresa di Calcutta. O bambina di Gesù, aiutaci ad essere piccoli! Tu ci hai mostrato di quali "piccoli"

Gesù parla e in te vediamo ben rappresentato il discorso della montagna: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio" (Mt 5,8).

Penso che anche per Nennolina si possa parlare dell' Amplexus che vediamo in San Francesco d'Assisi, in San Bernardo: Gesù che tende un suo braccio sull'amato dalla croce, in segno di abbraccio, di condivisione del peso della croce. Questo è il momento forte dell'anima, il momento in cui si sale…sulla croce! E' il momento per eccellenza, è il momento della paura ma è anche il momento dell'abbandono: "Fai di me ciò che a te piace" (Cfr. Lc 1, 38);

è il Fiat il Sì come quello di Maria. Nennolina chiede la guarigione, di riavere la sua gambina, ma non lo reputa necessario come invece il diventare buona. Il suo continuo chiedere anime: "Dammi anime" è il segno dell'oblazione. E' uguale a dire "Io ti offro la mia vita in cambio della loro salvezza". Quindi Nennolina è di una generosità estrema di cui forse non era nemmeno consapevole, ma che risponde al comando di Gesù: "Non vi è amore più grande, che dare la vita per i propri amici" (Gv5,13).

Dio per riportare l'uomo a sé ha fatto sì che suo Figlio soffrisse sulla croce. E così per Nennolina, perché le anime si convertissero e tornassero a Gesù fa "dono" a Nennolina della sofferenza. Ecco il punto: la sofferenza è un dono, è grazia, quando questa viene vissuta nella gioia e nella comunione con Lui.
Nennolina non si è mai chiesta il perché, ma come offrire il suo dolore. Ciò che meraviglia è il silenzio, il non lamentarsi mai, ma solo l'invocazione, la preghiera. Chi vive in comunione con Dio non può non assorbire tutto di Lui. La Serva di Dio non pensa solo alla sua salvezza ma anche a quella della sua famiglia e di tutti. Quali meraviglie può compiere Dio nelle anime! Siamo tutti "chiamati alla santità"; forse non saremo chiamati a vivere l'esperienza della piccola Nennolina, ma nella nostra quotidianità ci insegna a non lamentarci troppo.

Dicevo che la sofferenza è un dono; sì lo è perché ci purifica, ci fa pensare all'essenziale e ci fa entrare in una comunione diversa con Dio. Si vive un rapporto diverso, d'intimità, di confidenza, di continui sguardi d'amore. Sembra assurdo dire che la sofferenza è bella; ma non v'è bellezza nel Crocefisso? Non rimaniamo incantati dinanzi alla croce? Spesso i crocifissi sono fatti con gli occhi aperti e credo che vogliano dire questo: una sofferenza viva, cosciente e soprattutto vera.

Gli occhi, poi, sono rivolti verso l'alto ed è l'atteggiamento di chi soffre: guardare in alto, guardare al cielo, guardare il Padre. Chi soffre intercede, chiede anche per gli altri, oltre che per se stesso. Bimba prediletta, insegnaci il soffrire! Giglio di Dio, lampada ardente, bambina di Gesù, insegnaci a baciare Gesù! Nennolina termina quasi sempre le sue letterine mandando un bacio a Gesù, a Maria, alla sua famiglia.

I suoi baci avranno consolato abbondantemente Gesù e lo avranno così intenerito che non ha più potuto essere separato dalla sua bimba; così l' ha portata con sé nella camera d'oro del Paradiso, dove si conservano i gioielli più preziosi. Avrà preso posto accanto all' Amato ed eternamente splende come lampada e profuma come giglio.

Quando Gesù è triste per i nostri peccati guarda Nennolina, Lei lo bacia e tornano il sorriso e la speranza.

"Caro Gesù…" scrive Nennolina, in vista della sua prima comunione il giorno di Natale, desiderando che arrivi presto. Credo che Gesù fosse più ansioso di lei, più desideroso di lei d'incontrarla e sperasse che venisse presto Natale per entrare nel suo piccolo cuore, che gli avrebbe fatto da culla.

Padre Amedeo Maria Riccardi






La bambina

Antonietta era una bambina vivacissima, birichina, irrequieta, con un carattere forte, ma sempre serena e tranquilla. Sapeva imporsi alle compagne nel gioco con tanto garbo e disinvoltura che tutte le obbedivano e l’amavano. Anche dopo l’intervento con cui le venne amputata la gambina, volle sempre fare tutto quello che facevano gli altri bambini, senza invidia e senza far pesare a nessuno la sua invalidità.

Era una bambina che incantava, sia con il suo aspetto fisico e il suo candore infantile, sia con la sua maturità e capacità di riflessione.
Nell’ottobre 1933 fu iscritta all’asilo delle suore di Monte Calvario, quindi passò all’asilo delle suore Zelatrici del Sacro Cuore. Frequentò la prima elementare dal 19 ottobre 1936 al 22 maggio 1937, quando si aggravò il male che la portò alla tomba.Quando era ancora all’asilo fu iscritta alla sezione "Piccolissime" dell’A. C. e ne fu felicissima.

Nel gennaio del 1936 fu iscritta tra le "Beniamine", a Santa Croce in Gerusalemme; frequentava con assiduità le adunanze ed era un modello per tutti. Tratti caratteristici della sua personalità: il senso dell’obbedienza, il senso del dovere, il sorriso, la gioia, il senso dell’umorismo.

Era una bambina come tutte le altre; solo chi le era più vicino intuiva in lei qualcosa di straordinario, ma la straordinarietà si manifestò soprattutto nell’ultima fase della malattia. Se non avesse avuto dei doni particolari di grazia non avrebbe potuto mantenersi serena, senza lamentarsi mai, anzi aumentando spontaneamente le sue sofferenze per essere più vicina alle sofferenze di Gesù.
Alla mamma dice: "Quando soffro, io penso subito a Gesù e allora non soffro più ! Per non soffrire, è tanto semplice: invece di pensare ai tuoi dolori, pensa a quelli di Gesù, che ha tanto sofferto per noi e vedrai che non sentirai più nulla".


La famiglia

E’ una famiglia normale della Roma anni 30, tranquilla, serena, dove la frequenza della vita parrocchiale è intensa e si recita il rosario "insieme". Il padre, Michele Meo, è impiegato presso la

Papà e mamma e la sorella Margherita

presidenza del Consiglio dei Ministri; la madre, Maria, si occupa della casa e dell’educazione di Margherita, la figlia più grande, e Nennolina, ma trova anche il tempo di partecipare attivamente alla vita parrocchiale e alle riunioni di Azione Cattolica. La famiglia vive in una bella casa e gode di un certo benessere, tanto da potersi permettere una ragazza alla pari, prima Ezia e poi Caterina, che diventerà la compagna di giochi di Nennolina e ricorderà di lei tanti piccoli episodi importanti nel processo di beatificazione aperto subito dopo la sua morte.



 

Il valore della sofferenza [SM=g1740720]

Data la sua giovanissima età, Nennolina ha dato prova di una comprensione, di un amore della sofferenza redentrice inspiegabili senza riconoscere l’intervento di grazie straordinarie. Ha intuito che ognuno può e deve compiere in sé ciò che manca alle sofferenze di Cristo per la salvezza della anime.
Vedeva la sofferenza in un modo suo personale, come una "ricompensa" a Gesù per tutte le sue sofferenze. Intuisce che le sue avrebbero potuto attenuare quelle di Lui che continua a soffrire non nel suo corpo fisico, ma nel suo corpo mistico, nei campi di guerra, nelle tante forme in cui gli uomini peccano e soffrono.
"Sai mamma ? ho offerto la mia gambina a Gesù per la conversione dei poveri peccatori e perché siano benedetti i soldati che stanno in Africa".
Al padre: "Il dolore è come la stoffa: più è forte più ha valore".
Alla madre: " Quando si sente male, si sta zitti e si offre a Gesù per un peccatore" Gesù ha sofferto tanto per noi e non aveva peccato: era Dio. E vorremmo lamentarci noi, che siamo peccatori e sempre lo offendiamo?" .
Al suo direttore spirituale: "Per un momentino solo, mi corico sulla ferita perché in quel momento posso offrire più dolore a Gesù".
A chiunque le domandava "Come stai?" rispondeva: "Sto bene!".
Non vuole che si preghi per la sua guarigione ma perché si faccia la volontà di Dio: "Voglio stare con Lui sulla croce perché Gli voglio tanto bene".[SM=g7182]

 

I Sacramenti

Sono la forza di Nennolina; come pochi altri ha cooperato fedelmente con la grazia santificante da essi conferita.

Il Battesimo: Le fu amministrato dal parroco di Santa Croce in Gerusalemme il 28 dicembre, festa dei S.S. Innocenti.

La Confessione: Aveva solo 5 anni e mezzo quando chiese alla mamma di farla confessare. Pregava Gesù di farle trovare un buon confessore, perché voleva farsi santa. Si preparava con molto impegno, con un esame di coscienza accurato, con grande attesa e grande gioia; sapeva che il sacerdote rappresentava Gesù. Unico suo timore era di offendere Dio.

La Comunione: Il desiderio di ricevere Gesù risale a quando aveva poco più di 4 anni. Più tardi nelle letterine dirà a Gesù che il suo cuore è piccolo ma ha tanta capacità di amare; ricevendolo nel suo cuore, potrà amarlo di più. La sua felicità più grande sarebbe di riceverlo dalla mani della Madonna. Va al suo primo incontro con Gesù, la notte di Natale del 1936, con sentimenti di eccezionale intensità spirituale:

- Adorazione, come riconoscimento della sua divinità.
- Ringraziamento, per il dono di se stesso.
- Offerta di doni all'Ospite Divino: le sue sofferenze.
- Richiesta di grazie, per il bene spirituale di tutti.

Le persone presenti alla cerimonia, avvenuta nella cappella delle suore Zelatrici, rimasero profondamente impressionate, perché la bambina era trasfigurata, in adorazione estatica del suo Gesù, assorta e immobile. Così sarà ogni volta. Aveva capito che il tempo dopo la comunione è il più prezioso che abbiamo in vita, perché Gesù è in noi personalmente e, se abbiamo fede in Lui, accoglierà ogni nostra domanda.

La Cresima: Il desiderio ardente di riceverla è espresso in 14 letterine indirizzate alla SS. Trinità, a Gesù, alla Madonna e allo Spirito Santo. Era preparatissima sui doni dello Spirito, tanto da mettere in difficoltà la maestra di catechismo. Il Sacramento le fu conferito il 19 maggio 1937.

Unzione degli infermi: La ricevette verso la metà di giugno. Rispose serenamente a tutte le preghiere, recitando l'atto di dolore e porse le manine aperte al sacerdote perché le ungesse. Le avevano detto che l'Olio santo aumenta la grazia.
Il 3 luglio la morte.

 

[SM=g1740744]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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Virtù eroiche


Fede: Fin dal più tenera età nennolina si forma nella fede prima in ambito familiare, poi in silo, a scuola.
Apprende molto presto che, al di sopra della mamma, del papà e di tutte le persone care, vi è un Essere molto più grande, perfetto, ricco e buono, a cui si rivolge con grande familiarità e sicurezza.
La prima parola che scrive è Gesù.
Altro oggetto abituale della sua fede è la “cara Madonnina”. Lei dice ingenuamente, nelle sue letterine, che vorrebbe ricevere Gesù Eucaristia dalle sue mani e che desidera stare sempre con Lei ai piedi della croce.
Detta letterine affettuose al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Ama la scuola perché impara tante cose su Gesù e vorrebbe essere la prima della classe per far piacere a Lui e alla Madonnina; così pure soffre volentieri perché è profondamente convinta di piacere a Gesù. Tutta la sua vita, in particolare la sua malattia, sono un autentico attestato di fede, semplice e ingenua, ma consapevole e matura.


Speranza:
Nennolina vive, fin da piccolissima, nella convinzione che la nostra vita è un passaggio verso il paradiso, che desidera ardentemente e nel quale vuole portare con sé tutte le anime che le sono care e tutte quelle che avrà salvato con le sue preghiere e con i suoi sacrifici. In Paradiso, vicino a Gesù, avrà l’occasione continuamente di intercedere per i suoi familiari e per tutti quelli che si raccomandano a lei. Arriva a ringraziare Gesù per la malattia, perché “è un mezzo per arrivare in paradiso”, dove “potrà godere…tutte le bellezze e poi cosa più importante è quella di vedere Dio”.


Carità eroica verso Dio:
Nennolina ama Dio al di sopra di tutto e di tutti. A “Gesù Bambino”, a “Gesù Eucaristia”, a “Gesù in croce”, a “Gesù risorto” indirizza le letterine più belle, più intense, più affettuose. E’ sorprendente in bocca ad una bimba di appena 7 ani l’affermazione: “Caro Gesù, dì alla Madonnina che l’amo tanto e voglio stare insieme a Lei sul calvario, perché io voglio essere la tua vittima d’amore”. Ogni letterina è una dichiarazione di amore profondo verso Dio Padre, Gesù, la Madonnina, lo Spirito Santo, un amore fatto non solo di parole, ma di continui fioretti, di tanti piccoli sacrifici, di sofferenze gioiosamente sopportate per “consolare Gesù” dalle tante offese che Egli riceve. Arriva a chiedere a Gesù di farla morire “prima di commettere un peccato mortale”, per non offendere Dio che è tanto buono.

Il suo amore la porta a voler consolare Gesù sofferente partecipando alla sua Passione con tante piccole e grandi sofferenze, senza mai lamentarsi. A Gesù Crocifisso scrive: “oggi che sono stata ammalata Ti go offerto tutti i miei dolori…ti prometto che tutti i dolori che mi manderai li offrirò a Te…”. Offrendosi come vittima di amore per Gesù, capisce molto bene il valore dell’offerta e arriva a concepire tutto un piano di riparazione, di supplica e di perdono per le offese che gli fanno, offrendo con gioia ogni sua sofferenza.


Carità verso il prossimo:
Nennolina ama tutti indistintamente per amore di Gesù, perché sono tutte anime Tue”. La sua carità non ha limiti: dai familiari, alle suore della sua scuola, dal padre spirituale al santo Padre Pio XI, dai sacerdoti missionari ai poveri e, soprattutto, ai peccatori. Tutti le volevano molto bene perché lei voleva veramente bene a tutti e per tutti aveva un pensiero, un’attenzione, una preghiera. Chiede per sé la grazia di diventare buona, ma chiede anche l’aiuto di Dio per tutti, in particolare per i sacerdoti, le suore, le anime bisognose, le nazioni in guerra.

Prega per la Russia atea, perché “Dio c’è anche per quelli che non lo vogliono”. Una delle sue idee fisse è quella di soffrire volentieri per la conversione dei peccatori, per i quali prega con instancabile insistenza. Altra sua grande preoccupazione è quella di liberare tutte le Anime del Purgatorio, per le quali offre sacrifici, sofferenze e preghiere: “Tu liberane molte e io pregherò sempre”. In moltissime letterine ricorre l’invocazione per il riposo eterno delle anime dei defunti.


Prudenza:
Nennolina dimostra continuamente una maturità superiore alla sua età e una grande riflessività. Indicativa, per tutte, la sua preghiera “Caro Gesù, fammi la grazia di morire prima di commettere un peccato mortale”. E’ sempre pronta alla preghiera e sa come deve essere fatta: meglio una sola ma bene, che tante preghiere male. L’obbedienza è la guida sicura ala sua vita spirituale, ed è la prima a dare l’esempio. Ha capito che bisogna farsi santi e aspira alla santità, con tutte le forze, con l’aiuto di Gesù:”…ma tu aiutami, perché senza il tuo aiuto non posso fare niente”. Dice che vuole farsi suora, perché ritiene che sia la via più bella verso la santità.

L’istruzione religiosa che le viene impartita in famiglia e a scuola è per lei il mezzo per conoscere meglio Gesù. Una delle sue preoccupazioni più vive è quella di trovare un buon confessore e prega tanto per confessarsi bene; ha molto chiaro il concetto del sacramento della Penitenza, dove tutti ”i peccati si cancelleranno perché il Sacerdote in quel momento rappresenta Te, caro Gesù”.

Giustizia: Nennolina ha il concetto esatto della gerarchia dei suoi doveri: prima quelli verso Dio, poi quelli verso il prossimo, anche verso le persone che ama di più.

Mai nessuna bugia, nemmeno per scusarsi, mai nessuna disobbedienza. Riconosce con umiltà sorprendente che senza l’aiuto divino niente le è possibile e ringrazia Dio per ogni cosa bella capitata a lei personalmente, ma anche agli altri, a tutto il mondo: “Ti ringrazio caro Gesù che hai fatto smettere la guerra”.
Affronta con grande serietà e impegno i suoi doveri scolastici, perché sente l’obbligo di fare di tutto per far piacere a Gesù, alla Madonnina e anche alle maestre. Ad ogni piccola attenzione, ad ogni gesto di affetto sente il bisogno di sdebitarsi con la preghiera.


Fortezza:
E’ la virtù caratteristica di questa bambina di appena 7 anni. Fin da piccolissima difficilmente piange, non si lamenta mai di nulla, è sempre sorridente e positiva.
A Padre Orlandi che le chiede come si ama Dio risponde: “Con i sacrifici”. L’apostolato della sofferenza, accettata per amore di Gesù e per la conversione dei peccatori.

In questo senso tutta la sua vita ne è splendida testimonianza: affronta ogni sofferenza, senza lamenti, senza nessun rimpianto per la bambina offerta a Gesù, con gioia perché può condividere la passione di Gesù. Durante la malattia parla della propria morte con serenità sorprendente, infonde coraggio agli altri, invita i suoi a non piangere, a non pregare per la sua guarigione perché “non vuole scendere dal calvario” per amore di Gesù e per salvare i peccatori. La sua forza è tutta soprannaturale. Nonostante le sofferenze indicibili, risponde: “Sto bene”; in realtà il suo “star bene” è il fatto di potersi conformare alla volontà di Dio, a cui ha promesso di accettare ogni sofferenza per amor suo.


Temperanza:
Una delle prime cose che Nennolina impara all’asilo è fare i “fioretti” e accettare piccole mortificazioni per amore di Gesù. A Gesù chiede continuamente anime da mandare in paradiso e il prezzo da pagare sono i fioretti, i “soldi” per andare in paradiso.
Si mortifica attraverso questo esercizio quotidiano dei fioretti per imitare la pazienza di Gesù flagellato
Non ci sarà mai un gesto intemperante nemmeno durante le gravi sofferenze della malattia che la porterà alla morte; tutto sopporta per amore di Gesù, per salvare le anime.


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Le letterine di Nennolina

Antonietta Meo - Le letterine di NennolinaCostituiscono l’itinerario mistico della sua brevissima vita. Semplici nella forma, spontanee, espressive, presentano una elevatezza di pensieri ed una profondità spirituale e teologica ben al di sopra della normalità.
Fu nel settembre del 1936 che prese l’abitudine, durante una malattia, di dettare delle "poesie", come le chiamava lei, alla mamma, destinate ai genitori, alla sorella, a Gesù, alla Madonna.
Nascono così i suoi 19 pensierini, scritti nei 19 giorni precedenti la Cresima e 162 letterine, molte delle quali, scritte su fogli di fortuna, sono andate perdute.
Si tratta di colloqui-meditazioni con Dio Padre, Gesù, la Madonna, lo Spirito Santo, la SS. Trinità, ricche di tenerezza, di dolci espressioni d’amore, di profondi pensieri sui misteri della fede, di insistenti aspirazioni a ricevere l’Eucaristia, di offerta delle proprie sofferenze a Gesù per la salvezza delle anime.
Antonietta Meo - Le letterine di NennolinaSono lo specchio fedele dei suoi sentimenti di intima comunione con i destinatari; sono racconto di sé e preghiera, testimonianza di vita e occasione di riflessione.
La madre, segretaria fedele e rispettosa, trascriveva con esattezza quello che Nennolina le dettava, ma non dava poi molta importanza alle letterine, che venivano messe via senza molta cura.


Letterine a Dio Padre

Caro Dio Padre
Dio! Padre! Padre! ...che bel nome!...
Caro Dio Padre! ...Fammi guarire presto perché Domenica
possa ricevere il sacramento della confessione.
Caro Dio Padre mi piace tanto questo nome,
perché vuol dire padre di tutto il mondo.
Tu che sei il creatore... manda lo Spirito Santo su tutti noi.
Caro Dio Padre io Ti voglio molto molto bene.
Caro Dio Padre benedici tutto il mondo
prima di tutto i miei genitori e la mia sorellina
e poi tutti gli altri e mandali tutti in Paradiso
salva molte anime perché vengano in Paradiso a glorificarti.
Caro Dio Padre!... prima di tutto benedici la Chiesa
e il Clero e poi tutta la società della Chiesa.
Caro Dio Padre dì a Gesù che io sono molto contenta
di riceverlo e spero che sarà contento anche Lui.
Caro Dio Padre tanti saluti e baci dalla Tua figlia.

Antonietta

(Lettera 72 del 22 novembre 1936)




Caro Dio Padre Ti voglio molto bene!
Ma molto!…
Caro Dio Padre!… Fa venire presto il Natale ed io verrò a ricevere il tuo Figliolo Gesù nel mio cuore!…
Caro Dio Padre ieri sera non ti ho scritto perché non c'era mamma ma ti scriverò questa sera una bella letterina.
Caro Dio Padre!…dì al tuo Figliolo Gesù che le voglio molto bene e dille anche che lo aspetto molto nel mio cuore.
Caro Dio Padre io vorrei che tu liberasti dal Purgatorio molte anime perché venissero in Paradiso a glorificarti e anche che fai convertire molti peccatori, specialmente gli Abissini.
Caro Dio Padre, dì a Gesù che gli farò un bel posticino nel mio cuore, perché possa dormire bene e riposare nel mio cuore.
Caro Dio Padre ti chiedo questa grazia di aiutare il mio papà.
Caro Dio Padre fammi diventare buona. Caro Dio Padre!…
Tanti saluti molti baci dalla tua figlia:

Antonietta

(Lettera 74 del 25 novembre 1936)


                                                      

Letterine a Gesù Bambino

Caro Gesù bambino tu sei santo.
Tu sei buono aiutami fammi questa grazia ridammi la mia gambina
dammi della anime Gesù amoroso non partir più dal mio cuore
sta sempre con me
Caro Gesù bambino tu sei santo!…Tu sei buono!…
Aiutami fammi questa grazia
ridammi la mia gambina se tu vuoi
Se non vuoi Fiat voluntas tua.
Gesù dammi delle anime…Gesù amoroso…
non partire più dal mio cuore resta sempre con me.

(Lettera 9 del 26 settembre 1936)

Caro Gesù in croce e caro Gesù bambino Oh! Gesù!…
Tu che sei tanto tanto buono e vedi che noi facciamo tanti peccati,
tu perdonaci e fa che un giorno veniamo con te in Paradiso.
Oh Gesù!…Tu che hai sofferto tanto per noi
ma io voglio riparare tutti questi peccati che vengono fatti a te.
Oh Gesù!…tu che sei nato in una grotta a Betlemme
e che hai sofferto tanto in quella paglia io voglio fare tutto il possibile per riparare tanto dolore.
Tu sentivi tanto freddo ma solo un bue e un asinello
facevano il possibile per riscaldarti.
Caro Gesù, tu che scendesti dalle stelle per venire in questa terra per salvarci e per riacquistarci il Paradiso.
Tu che soffristi tanto dolore, io voglio fare il possibile per riparare tanto dolore. Caro Gesù tanti saluti carezze e baci
dalla tua cara Antonietta.


Antonietta e Gesù
(Lettera 123 del 23 gennaio 1937 - Firma di suo pugno)


Letterine a Gesù Crocifisso[SM=g1740720]


Caro Gesù Crocifisso Io Ti amo o Gesù caro. Caro Gesù di a Dio Padre che lo amo molto Caro Gesù sono molto contenta che verrà la S. Pasqua Caro Gesù io so che Tu soffristi tanto sulla Croce ed io questa settimana di Passione voglio soffrire con Te, voglio soffrire per le anime che ne hanno bisogno, perché si convertano Caro Gesù io Ti voglio tanto bene, proprio tanto o Gesù, e io voglio essere la Tua lampada e il Tuo giglio, il giglio che rappresenta la purità dell'anima e la lampada che rappresenta la fiamma d'amore che non Ti lascia mai solo. Caro Gesù benedici la Chiesa, il Clero e specialmente il mio confessore la mia famiglia la mia maestra, e tutto il mondo.
Caro Gesù Ti mando tanti baci e saluti la Tua Antonietta e Gesù
( lettera n.144 - 16 marzo 1937 firma autografa)


C
aro Gesù Crocifisso io Ti voglio tanto bene e Ti amo tanto Io voglio stare sul calvario con te e soffro con gioia perché so di stare sul Calvario. Caro Gesù. Io Ti ringrazio che Tu mi hai mandato questa malattia perché è un mezzo per arrivare in Paradiso. Caro Gesù di a Dio Padre che lo amo tanto anche Lui. Caro Gesù, io voglio essere la Tua lampada e il Tuo giglio caro Gesù, caro Gesù dammi la forza necessaria per sopportare i dolori che Ti offro per i peccatori. Caro Gesù, di allo Spirito Santo che mi illumini d'amore e mi riempia dei suoi sette doni. Caro Gesù di alla Madonnina che l'amo tanto e che voglio stare insieme a Lei sul Calvario perché io voglio essere la Tua vittima d'amore caro Gesù. Caro Gesù Ti raccomando il Mio padre spirituale e falle tutte le grazie necessarie. Caro Gesù Ti raccomando i miei genitori e Margherita. Caro Gesù
Ti mando tanti saluti e baci Antonietta di Gesù
( lettera n.162 - 2 giugno 1937)


Letterine a Gesù Eucaristia


Caro Gesù Eucaristia Ti voglio tanto bene!… ma molto!…
Non solo perché sei il Padre di tutto il mondo, ma anche perché sei il Re di tutto il mondo, io voglio essere sempre la lampada tua che arde notte e giorno davanti e vicino a te nel Sacramento dell'altare. Gesù io vorrei queste tre grazie la prima - fammi santa e questa è la cosa più importante la seconda - dammi delle anime la terza- fammi camminare bene, veramente questa non è molto importante.
Non dico che mi ridai la gamba, quella te l'ho donata!…
Gesù Eucaristia la maestra Suor Noemi mi piace molto e quindi le voglio molto bene, aiutala a fare tutte le cose necessarie, che tu gli vuoi far fare. Caro Gesù Eucaristia!…
ti voglio molto bene perciò non vedo l'ora si avvicini il Natale.
Tu fa che il cuore mio ti faccia tanta luce quando tu verrai nel mio povero cuore. Caro Gesù, farò molti sacrifici per te per offrirteli quando farò la prima Santa Comunione.
Caro Gesù Eucaristia!…Voglio molto soffrire per riparare anche i peccati degli uomini specialmente per quelli che sono molto cattivi.
Gesù Eucaristia ti saluto e ti bacio tua Antonietta.
Buona notte Gesù buona notte Madonnina.

(Lettera 33 del 16 ottobre 1936)


Caro Gesù Eucaristia ti voglio tanto tanto ma tanto bene caro Gesù!…
E sono molto contenta che fra sette giorni sarà il S. Natale e potrò riceverti nella S. Comunione.
Caro Gesù libera tante anime dal purgatorio perché vengano a glorificare in Paradiso la SS. Trinità.
Caro Gesù di a Dio Padre che sono contenta che Lui mi ha ispirato di fare la prima Comunione il giorno di Natale perché è proprio il giorno che nacque Gesù in terra per salvarci e per morire sulla Croce. Caro Gesù di a Dio Padre che le voglio tanto bene e che lo ringrazio che presto sarà il S. Natale.

Caro Gesù benedici la Chiesa il Papa e il Clero.
Caro Gesù da tanta forza a quella ammalata perché possa sopportare i suoi dolori e ti raccomando quel Sacerdote e aiuta specialmente quel peccatore.
Caro Gesù benedici i miei genitori a me la mia sorellina i miei zii e la zia i nonni e nonne e tutto il mondo
e specialmente ti raccomando di convertire molti peccatori.
Caro Gesù, io voglio che la Madonnina mi dia Lei con le sue mani il Suo Gesù.
Saluti carezze e baci dalla tua cara Antonietta
( Lettera n. 98 - 17 dicembre 1936)


Caro Gesù Eucaristia ti voglio tanto bene e io sono molto contenta che domani mattina verrò a riceverti nella S. Comunione.
Caro Gesù, domani quando sarai nel mio cuore
fai conto che la mia anima fosse una mela
e come nella mela ci stanno i semi
dentro alla mia anima fa che ci sia un armadietto,
e come sotto alla buccia dei semi ci sta il seme bianco,
così fa che dentro all'armadietto ci sia la tua grazia
che sarebbe come il seme bianco
e fa che questa grazia la lascerai sempre con me.
Caro Gesù io so che Ti fanno tante offese, io voglio riparare tutte queste offese, caro Gesù se Tu fossi un uomo come noi e ti rinchiudessi dentro a una casa non sentiresti le offese che Ti vengono fatte, così potresti fare Te, venire nel mio cuore e restare chiuso con me e io Ti farò tanti sacrifici e Ti dirò qualche parolina per consolarti. Caro Gesù di alla Madonnina che io so che domani è la sua festa e io vorrò fare tanti sacrifici per consolarla . Caro Gesù di a Dio Padre che gli voglio tanto bene Caro Gesù, io Ti adoro e Ti bacio i piedi e Ti manda tanti saluti la Tua cara
Antonietta e Gesù

Caro Gesù Tu che soffristi tanto sulla Croce imparami prima a fare il mio dovere per potere poi fare i sacrifici

( Lettera n.134 - 10 febbraio 1937 firma autografa)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Letterina a Gesù Flagellato[SM=g1740720]


Caro Gesù Flagellato caro Gesù Tu che soffristi tanto nella flagellazione per noi o Gesù Tu non meritavi di soffrire e io riconosco tutti i miei peccati e te ne chiedo perdono. Caro Gesù è vero che noi siamo stati molto cattivi e io Ti chiedo perdono dei miei peccati e di tutti quelli degli altri e Tu che sei tanto buono perdonali e falli venire in Paradiso. Caro Gesù Tu hai sofferto tanto nella flagellazione con pazienza e io voglio imparare che se mi danno qualche schiaffo o mi fanno qualche dispetto non glielo devo ridare ma invece devo prenderlo con buoni modi per amor Tuo. Caro Gesù, io ti offro tutti i miei sacrifici in riparazione dei peccati che faranno e che stanno facendo i peccatori, però Tu aiutami perché senza il Tuo aiuto non posso fare nulla. Caro Gesù io Ti amo molto e voglio stare sempre vicino a Te.

Caro Gesù io voglio essere la tua lampada che arde vicino a Te di una fiamma d'amore, e il Tuo giglio che resta sempre ad adornare l'altare e Ti adora. Caro Gesù questa settimana Santa voglio sempre pregare e fare fioretti. Caro Gesù oggi mi pare di non aver fatto capricci, e ti offro i fioretti che ho fatto e Tu fa che in questa settimana ne faccia tanti per poter davvero adornare l'altare quando sarà Pasqua o Gesù e sarai risorto, e insieme a Te nei nostri cuori dovrà risorgere l'amore. Caro Gesù per questa settimana tutte le sere voglio scriverti una letterina e il giorno di Pasqua Te ne voglio scrivere una più bella. Caro Gesù Ti saluto e Ti bacio le piaghe Antonietta e Gesù

( lettera n. 146 -27 marzo 1937)


[SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717] [SM=g1740717]

Letterine a Gesù Risorto


Caro Gesù Risorto Io a Pasqua non ho scritto ma oggi ti voglio scrivere e voglio che sia una bella letterina. Caro Gesù io Ti amo molto e Ti voglio tanto bene. Caro Gesù, io voglio fare quello che Tu vuoi, io mi voglio abbandonare nelle Tue mani o Gesù, caro Gesù. Tu fammi guarire perché possa andare a scuola, Caro Gesù salva molte anime e fa convertire molti peccatori, caro Gesù di a Dio Padre che mi raccomando anche a Lui di farmi guarire caro Gesù dille anche che lo amo tanto tanto caro Gesù di allo Spirito Santo che mi illumini e mi riempi della sua grazia e che mi benedica.

Caro Gesù di alla Madonnina che mi benedica e che voglio restare sempre sotto il suo manto e che preghi a Te perché mi fai le grazie necessarie alla mia anima e al mio corpo. [SM=g7182]

Caro Gesù, io mi voglio abbandonare nelle Tue mani e fa di me quello che Tu vuoi io Ti voglio ripetere che Ti amo molto proprio molto. Caro Gesù ti voglio ripetere anche che Ti raccomando ancora le anime. Caro Gesù io voglio stare sotto la Croce con Te. Tu hai sofferto molto ma dopo tre giorni che sei morto sei resuscitato e sei rimasto ancora quaranta giorni con noi, io caro Gesù io voglio essere la Tua lampada e la fiammella significa l'amore del cuore e il Tuo giglio che significa la purezza dell'anima. Caro Gesù io Ti bacio le mani i piedi e la Santa piaga del costato, e raccomando il mio direttore spirituale e Ti mando tanti saluti dalla Tua
Antonietta e Gesù

( lettera n. 151 - 30 marzo 1937 lettera autografa)

Letterine alla Madonna[SM=g1740750]


Cara Madonnina io ti voglio tanto bene e Tu di a Gesù che mi perdoni perché in chiesa non sono stata ferma. Cara Madonnina di a Gesù che gli voglio tanto bene Cara Madonnina io sono contenta che oggi è la festa Tua cara Madonnina io quest’altra volta che verrà la festa Tua e di Gesù farò dei piccoli sacrifici e di a Gesù che mi faccia morire prima di commettere un peccato mortale.
Cara Madonnina non basta che te l’ ho detto una volta che Ti voglio bene ma te lo ripeto te ne voglio proprio tanto di bene e ti prometto che da oggi in poi sarò sempre buona. Cara Madonnina tanti saluti e carezze e baci dalla Tua figlia

Antonietta

( lettera n. 88 del 8 dicembre 1936)


Cara Madonnina Immacolata Cara Madonnina Tu che sei tanto pura, fammi anche me pura come sei Tu.[SM=g7182]  Tu che hai sofferto tanto in questi giorni, anch’io voglio sopportare la mia croce con Te. Cara Madonnina Immacolata di a Gesù che lo amo tanto, cara Madonnina domani aiutami a fare una buona confessione e fa che tutti i peccati mi vengano in mente e aiutami a non farli più e mi voglio correggere di tutti i miei difetti per diventare più buona e piacere a Gesù e a Te Madonnina cara. Cara Madonnina ti amo molto e di allo Spirito Santo che mi illumini e mi benedica. Cara Madonnina di a Dio Padre che mi raccomando a Lui e che lo amo molto Cara Madonnina benedici la Chiesa il Clero e specialmente il mio Padre spirituale e aiutalo in tutto quello che dovrà fare, benedici la mia famiglia e tutto il mondo Cara Madonnina ricevi tanti saluti e baci e di a Gesù che le bacio tutte le sue piaghe.

Antonietta e Gesù
( lettera n.145 del 17 marzo 1937 firma autografa)

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Letterine allo Spirito Santo

Caro Spirito Santo Santifica la nostra anima caro Spirito Santo io Ti ringrazio che mi hai fatto trovare un buono e bravo confessore e spero presto di conoscerlo caro Spirito Santo. Caro Spirito Santo Ti ringrazio che mi hai fatto fare la prima Comunione nella notte di Natale. Caro Spirito Santo e Tu illumina la mia anima e fa che io sia sempre la lampadina che illumina sempre il Santo Tabernacolo caro Spirito Santo. Tu benedici prima di tutto il Papa la Chiesa il Clero, poi il mio Papà la mia mamma la mia sorellina e benedici me i parenti e tutto il mondo. Caro Spirito Ti voglio tanto tanto bene e di a Gesù che gli voglio bene e che lo ringrazio che questa mattina è venuto nel mio cuore Caro Spirito Santo Ti saluto e Ti mando tanti baci Antonietta e Gesù
Gesù dal cielo vieni nel mio cuore o Tu che sei l'amore

( lettera n. 116 - 10 gennaio 1937 Solo Gesù è autografo)

          
           
                       


Caro Spirito Santo Caro Spirito Santo fra pochi giorni Ti riceverò nel sacramento della Cresima e io Ti desidero tanto tanto non vedo l'ora sia quel giorno e Tu dammi tutti i Tuoi sette doni e illuminami e riempimi della Tua grazia e santificami. Caro Spirito Santo
Tu che sei l'amore che unisce il Padre
al Figlio uniscimi anche a me alla SS. Trinità.
Caro Spirito Santo di a Gesù che lo amo tanto tanto di al Padre che lo lodo e lo benedico. Caro Spirito Santo
saluti e baci dalla Tua cara
Antonietta di Gesù

( lettera n. 160 - 26 aprile 1937 firma autografa )

Letterine alla Trinità[SM=g1740717]

Carissima Santa Trinità, Santa Trinità io vi voglio tanto bene, tanto tanto!…
Caro Dio Padre!
Che bel nome Padre!…Padre di divinità infinita,
Padre creatore del mondo!…
Padre, che bel nome! Io lo voglio ripetere!…
Padre che bel nome!…
Caro Gesù!…io ti voglio tanto bene caro Gesù!…
Quanto hai sofferto a portare la croce caro Gesù tu sei morto per salvare tutti e tu vedi come siamo cattivi e
io caro Gesù voglio fare tanti piccoli sacrifici per riparare questi peccati che ti vengono fatti
Caro Gesù libera tante anime dal Purgatorio
Caro Spirito Santo! Io ti voglio tanto bene caro Spirito Santo, illuminami la mia anima e il mio corpo e santificami Cara Madonnina, Ave o Maria!…Vi saluto o Santissima Trinità e tanti baci dalla vostra cara Antonietta.

ANTONIETTA E GESÙ
(Lettera 118 del 15 gennaio 1937 -Scritta di suo pugno)




Carissima Santissima Trinità
Carissimo Dio Padre io so che mi vuoi bene
e anch'io te ne voglio tanto tanto…
caro Dio Padre fa guarire la mia mamma.
Carissimo Dio Padre tu che sei tanto onnipotente
fammi la grazia di guarire presto e di camminare bene.
Caro Dio Padre tu che sei tanto buono perdona e fa che presto possa andare a ricevere il tuo figlio Gesù.
Caro Gesù ti voglio tanto tanto bene caro Gesù
Tu quando sei nato nella grotta a Betlemme
soffrivi pure tanto e avevi tanto freddo.
Caro Gesù io voglio riparare questi tuoi dolori.
Caro Spirito Santo tu che sei l'amore del Padre e del Figlio illumina il mio cuore e la mia anima e benedicimi
Caro Spirito Santo io ti voglio tanto tanto bene
caro Spirito Santo quando io farò la Cresima
Tu dammi tutti i sette doni
Caro Spirito Santo tanti saluti baci carezze
dalla tua Antonietta

Cara Madonnina io ti voglio tanto bene e tu stammi vicina quando riceverò il sacramento della Cresima.

ANTONIETTA E GESÙ
(Lettera 126 del 29 gennaio 1937 -Scritta di suo pugno)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Associazione Nennolina “Antonietta Meo” [SM=g1740717]

L'associazione Nennolina è stata costituita nel 1999. Promuove gli studi e le ricerche sulla breve vita e sul pensiero della Serva di Dio Antonietta Meo. Ne diffonde gli esiti. Sostiene materialmente la causa di beatificazione. Assume iniziative di solidarietà sociale cristiana in favore del prossimo, in ogni parte del mondo. Partecipa concretamente alla diffusione del profondo spirito d'amore che animava Nennolina, nella semplicità ma con la totalità della sua esistenza.

Basilica S. Croce in Gerusalemme
Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 12 00185 Roma
Tel. 06.7029273 – 06.7014769 – Fax 06.7014460
e-mail:
info@nennolina.it; web: www.basilicasantacroce.it


PADRE NOSTRO

COMMENTATO DA NENNOLINA



Padre nostro che sei nei cieli…

"Caro Dio Padre!…Padre!…Padre…che bel nome…Padre! Lo ripeterei sempre questo nome ch'è tanto bello…Caro Dio Padre, mi piace tanto questo nome perché vuol dire Padre di tutto il mondo. Tu che sei il Creatore…Carissimo Dio Padre, io so che mi vuoi bene e anch'io Te ne voglio tanto tanto".

…sia santificato il Tuo nome…

"…Padre, che bel nome !…Lo voglio ripetere…lo vorrò nominare con tanto rispetto che quando lo nomino non lo nomino con tanto rispetto come si dovrebbe nominare…Padre!…Padre dei buoni e dei cattivi…Padre di tutto il mondo. Padre di bontà infinita…Padre Creatore del mondo…Quando Gesù stava in terra non poteva insegnarci un nome più bello di questo…"

…venga il tuo regno…

"Caro Dio Padre, salva molte anime…io vorrei che Tu liberassi dal Purgatorio molte anime perché venissero in Paradiso a glorificarti e anche che fai convertire molti peccatori…Di' a Gesù che gli farò un bel posticino nel mio cuore, perché possa dormire bene e riposare nel mio cuore…e io lo voglio fare pieno di luce e di fioretti, così almeno lo troverà più bello!… Caro dio Padre benedici tutto il mondo…"

…sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra…

"Vorrei che non mi ammalassi mai…e Tu fa' che non mi ammali più…Se vuoi…fammi camminare bene…ma se non vuoi…FIAT VOLUNTAS TUA…mi voglio abbandonare nelle tue braccia…per venire sicura in Paradiso".

Dacci oggi il nostro pane quotidiano…

"…Benedici i miei genitori…e aiuta anche mia sorella e tutti i parenti…e fa' passare il dolore alla gamba a nonna e aiuta anche la mia maestra perché le voglio molto bene…"

…e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…

"…Oggi sono stata molto capricciosa ma domani cercherò di essere più buona e mi sforzerò di essere più buona e spero di fare molti fioretti…Perdonami questi capricciacci e perdonami di tutti i peccati che ho fatto…Ti voglio molto bene, ma oggi ho detto una bugia e io vorrei essere perdonata e Te lo chiedo con tutto il cuore perché io sento un grande dolore…"

…e non ci indurre in tentazione…

"…Caro Dio Padre, fammi diventare buona…fammi morire prima che possa commettere un brutto peccato mortale, almeno potrò venire in Paradiso nella Gloria dei Santi ed degli Angeli…Io non macchierò più la mia anima e cercherò di farla sempre più bella per venire in Paradiso…Signore…allontana da me ogni pericolo, perché il male non guasti il bene…"

…ma liberaci dal male…

"…Proteggimi, salvami da tutti i pericoli del mondo e anche di questa città…Ti prego di conservarmi sempre la grazia dell'anima e la salute del corpo ma la più importante è la grazia dell'anima…Fammi diventare sempre più buona perché possa ricevere più degnamente il tuo figlio Gesù…"

Amen

"Caro Dio Padre, ti voglio tanto bene. Tanti baci e carezze a Te, alla Madonnina e a Gesù!"

 

                                                  [SM=g1740722]

                                           
                                                   [SM=g1740717]

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02/02/2009 23:53
 
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Tu sei Santo, 
Signore Iddio Unico,
che fai cose stupende.
 Dove Tu sei Forte.
Tu sei Grande.
Tu sei l' Altissimo.
Tu sei il Re Onnipotente.

Tu sei il Padre Santo, Re del Cielo e della terra.
Tu sei Trino ed Uno, Signore Iddio degli dei.
Tu sei il Bene, Tutto il Bene, il Sommo Bene,
Signore Iddio Vivo e Vero.
 Love Song Tu sei Amore, Carità.
Tu sei Sapienza, Tu sei Umiltà.
Tu sei pazienza, Tu sei Bellezza.
Tu sei Sicurezza[SM=g1740738] , Tu sei la Pace.

Tu sei Gioia e Letizia.
Tu sei la Nostra Speranza.
Tu sei Giustizia, Tu sei Temperanza.
Tu sei ogni nostra Ricchezza.
 Love Song Tu sei Mitezza,
Tu sei il Protettore.
Tu sei il Custode e Difensore nostro.
Tu sei Fortezza, Tu sei Rifugio.[SM=g1740735]

 
Heart/wings  Hearts Tu sei la Nostra Fede,
Tu sei la nostra Carità,
Tu sei la Nostra Carità
Tu sei la Notra Dolcezza
 Teddy  Heart/home  Morph Tu sei la Nostra Vita Eterna
Tu sei La Nostra Divina Misericordia,
Tu sei il Nostro Padre, Il Nostro Unico bene,
La Nostra Unica eredità.[SM=g1740739]

 
Flowers And Hearts  Carve A Tree  Flowers And Hearts  Circle Of Hearts  Love Song 

Tu sei Grande ed Ammirabile o Signore
Tu ci hai amato per primo
Grazie Gesù,
Per averci amato tanto,
sacrificando il Tuo Unico Figlio Unigenito Gesù Cristo,
per redimerci dal peccato
Grazie, Gesù.
Perdonaci Gesù[SM=g1740734]

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

[SM=g1740733]


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Dall'amico Chisolm[SM=g1740717]


Cari amici,

la foto in cui Nennolina è ritratta nel giorno della sua cresima, è stata scattata nella scuola elementare che io e i miei fratelli abbiamo frequentato. Sì, perché Nennolina abitava a 100 metri da casa mia ed è sepolta nella mia parrocchia... Da piccolo, le suore mi parlavano sempre di lei e, potete capire, noi bambini siamo cresciuti con un modello molto, molto difficile da imitare... Eravamo dei diavoli scatenati, nell'ora della ricreazione e, quando qualcuno cadeva e si sbucciava un ginocchio, l'unico modo di acquietarlo da parte della maestra, era quello di parlargli di Nennolina... Noi che urlavamo come aquile per un graffio, mentre quella bambina (che poi, ci chiedevamo: ma non sarà un'invenzione delle suore per farci stare buoni?...) aveva sopportato dolori indicibili...

Comunque, Nennolina rimaneva il nostro piccolo analgesico senza contro-indicazioni nell'ordinaria esuberanza di bambini. Nella cappella, spesso portavamo un fiore solo per lei, 'che ci aiutasse prima d'essere interrogati sulle tabelline o su Carlo Magno, perché ci facesse vincere al gioco delle figurine o perché nel refettorio ci toccasse una merendina in più dopo la pasta al sugo...
Insomma, piccole richieste fatte dai piccoli come lei...

Ora che sono grande, ripenso a quella sua "assurda" richiesta a Gesù di farla morire prima di commettere un peccato mortale. Confesso che, negli anni della mia tiepidezza, consideravo sciocca e falsamente eroica quella richiesta: la vita è vita, altro che peccati veniali, mortali o d'omissione... E invece, da apprendista teologo-somaro quale ero e sono, non mi rendevo conto che l'essenza della santità di Nennolina era tutta in questa semplice chiave di lettura: solo i santi hanno il senso del peccato, punto!

Solo i santi provano orrore dinanzi ad una realtà che lascia il mondo indifferente, che si maschera in mille modi per distorgliere la creatura dal suo fine, che ci dice che tutto è relativo, che la verità assoluta non esiste, che mettere le corna rafforza un matrimonio, che essere furbi è un dono di natura, che voltarsi dall'altra parte di un povero è perché "...non ne possiamo più di questi extra-comunitari", che il parrucchiere viene prima della messa e i figli dopo l'ufficio se non si è troppo stanchi...

Nennolina, a 5/6 anni aveva capito tutte le sfumature cromatiche del peccato, ne aveva colto le affascinanti seduzioni ma non ne aveva raccolto la provocazione.

Sapete, la teologia insegna che a quell'età la persona è capace del suo primo atto morale: Nennolina le ha dato ragione riconoscendo la forza del peccato ma, allo stesso tempo, ricononoscendo anche e primariamente, la forza del suo antagonista: il mysterium pietatis.
Sapere che riposa a due passi da me e che, dalla mia finestra, posso affacciarmi per salutarla ogni mattina, non lo so, mi fa tornare bambino (e non ci vuole tanto...) e suo ideale compagno di classe. Sapere che abbiamo giocato nello stesso cortile, mangiato nello stesso refettorio, pregato nella stessa cappellina, passeggiato nello stesso orto e, perdonate l'immodestia, coltivato la stessa passione (Gesù Cristo) mi fa sentire come sia meraviglioso il piano di Dio, capace di tracciare esistenziali coincidenze tra due suoi figli lontani nel tempo ma calati nella stessa storia.

Non possiedo, ovviamente, il suo stesso senso del peccato, né il suo eroismo, né il suo amore puro per il cielo: mi sento distante da quella soglia di perfezione che lei ha varcato con la stessa leggerezza con cui saltava giocando alla campana, mi sento  lontano miglia da quel suo amore che ha saputo guardare, senza esitazioni, alla "parte migliore", mi sento facilone e superficiale a giocare sulla tastiera cercando occasioni di santità telematica per chi ne avesse bisogno (ma sapeste quanto ne ho bisogno io...) e mi sento, come tanti anni fa, impreparato di fronte alla vita come lo ero dinanzi alle tabelline e a Carlo Magno. Per questo, le porto un fiore come facevo allora, nel tentativo di rubarle un aiuto.

Ora non gioco più a figurine né mi sbuccio più le ginocchia, ma scivolare sul peccato è sempre possibile e allora, con devoto garbo, le chiedo di sostenermi e di aiutare a sostenere, a contemplare e a trasmettere ad altri le cose confuse che vedo, ad amare perché gli altri si amino, a tornare, mio malgrado, col vecchio grembiulino nero per capire che la mia teologia fatta sui libri non potrà mai argomentare con la sua e quella di chi, come lei, ha costruito e costruisce la sua conoscenza di Dio sulla croce del dolore.
Ma sul rapporto amore/dolore, torneremo un'altra volta...

Un pensiero speciale agli amici in ospedale.

C.

Fraternamente CaterinaLD

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28/01/2010 13:33
 
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Venerdì 29 gennaio per “I Venerdì di Propaganda: Temi e Autori”, alla Libreria Internazionale Paolo VI si presenta il volume della Libreria Editrice Vaticana “Carissimo Dio Padre. Antonietta Meo-Nennolina e le sue letterine”.

Presenterà l’opera l’autrice Maria Rosaria Del Genio coordinata dalla Dott.ssa Neria De Giovanni. Il volume propone la biografia di Antonietta Meo, detta familiarmente Nennolina, attraverso le sue lettere ed altri scritti, tutti riportati nell’Appendice alla fine del volume in versione integrale, oltre ai ricordi della madre, del padre, della sorella e delle persone a lei vicine.


 La figura di questa bambina è stata inserita dall’Autrice negli avvenimenti e nella sensibilità degli anni in cui visse, gli anni Trenta, in cui  fiorì questa breve vita che in Dio ha calato il vissuto di gioia e di dolore. Di lei fin dal 1941 la Gioventù Femminile promosse la causa di beatificazione per espresso volere di Armida Barelli, allora Presidente nazionale,  ed ancora oggi l'Azione Cattolica Italiana ne è promotore.

Papa Benedetto XVI l’ha dichiarata Venerabile il 17 dicembre 2007.

 (Maria Rosaria Del Genio, Carissimo Dio Padre. Antonietta Meo-Nennolina e le sue letterine, LEV, Città del Vaticano, 2009, pp. 216)

Ufficio Stampa LEV
ufficiostampa@lev.va
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
tel.  06 698 81204  06 698 81204

http://www.nennolina.it/bio_index.htm

Caro Gesù Crocifisso Io Ti amo o Gesù caro. Caro Gesù di a Dio Padre che lo amo molto Caro Gesù sono molto contenta che verrà la S. Pasqua Caro Gesù io so che Tu soffristi tanto sulla Croce ed io questa settimana di Passione voglio soffrire con Te, voglio soffrire per le anime che ne hanno bisogno, perché si convertano Caro Gesù io Ti voglio tanto bene, proprio tanto o Gesù, e io voglio essere la Tua lampada e il Tuo giglio, il giglio che rappresenta la purità dell'anima e la lampada che rappresenta la fiamma d'amore che non Ti lascia mai solo. Caro Gesù benedici la Chiesa, il Clero e specialmente il mio confessore la mia famiglia la mia maestra, e tutto il mondo.
Caro Gesù Ti mando tanti baci e saluti la Tua Antonietta e Gesù
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22/03/2012 23:49
 
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[SM=g1740717] NENNOLINA IN VIDEO......
imperdibile!
www.gloria.tv/?media=270471






[SM=g1740717]


[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

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29/07/2012 21:01
 
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Le lettere di “Nennolina”


Era una bambina di Roma morta nel 1937 all’età di sei anni per un tumore. Potrebbe diventare la più giovane santa, non martire, nella storia della Chiesa. Ecco il racconto della sua vita


di Stefania Falasca


Antonietta Meo

Antonietta Meo

«Vi saranno santi fra i bambini!» esclamò san Pio X quando aprì loro i tabernacoli eucaristici, anticipando l’età per ricevere il sacramento della comunione. Ma forse non immaginava che questo si sarebbe avverato così presto. «Caro Gesù eucarestia, sono tanto, proprio tanto contenta che tu sei venuto nel mio cuore. Non partire più dal mio cuore resta sempre, sempre con me. Gesù io ti amo tanto, io mi voglio abbandonare nelle tue braccia e fa di me quello che tu vuoi. [...] O Gesù amoroso dammi anime, dammene tante!». Chi scrive è una bambina. Una bambina di appena sei anni. La grafia e gli errori sono quelli di chi ha da poco imparato a usare la penna. Si chiama Antonietta Meo, per i suoi: Nennolina. Quando scrive questa letterina indirizzata al suo «caro Gesù» ha da poco ricevuto la prima comunione e la malattia che da tempo la divora le è già costata l’amputazione di una gamba. Morirà a Roma tre mesi più tardi stroncata da un cancro alle ossa. È il 3 luglio 1937. Nennolina ha solo sei anni e mezzo. Eppure conversioni e grazie accompagneranno la sua morte. Bigliettini di preghiere e di ringraziamenti ricopriranno la sua tomba al Verano. Nel breve giro di un anno vengono pubblicate due sue biografie. La fama di santità di Nennolina si diffonderà tanto spontaneamente e immediatamente da oltrepassare non solo i confini della sua parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme, ma anche i confini di Roma e d’Italia. Già nel 1940 compaiono sue biografie in lingue straniere, persino in armeno. Il processo di beatificazione verrà aperto nel 1942 e la fase diocesana si concluderà nel 1972. Ma proprio il motivo dell’età, trovandosi al limite di quella che è considerata l’età della ragione, ha creato perplessità in quanti si sono trovati ad esaminare il suo caso e non poche difficoltà nello svolgimento del processo. Anche se nessuna legge canonica determina infatti i limiti d’età di coloro per i quali si vuole istituire il processo di beatificazione, solamente nel 1981, attraverso la Dichiarazione della Sacra Congregazione delle cause dei santi, la Chiesa ha pienamente riconosciuto che anche i bambini possono compiere atti eroici di fede, speranza e carità, e possono pertanto essere elevati all’onore degli altari.
Una fondazione intitolata ad Antonietta Meo è ora in procinto di essere aperta nella parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme. E, proprio qui, nella Basilica che custodisce le reliquie della Passione di Gesù, tra breve saranno traslate anche le sue spoglie mortali. Se il processo si svolgerà speditamente, questa bambina romana sarà presto la più giovane santa, non martire, elevata agli onori degli altari, la più giovane nella storia della cristianità.

Le letterine al «caro Gesù»
Antonietta nasce il 15 dicembre 1930 in una famiglia benestante di Roma. La casa della famiglia Meo è a pochi passi da Santa Croce in Gerusalemme. Margherita, la sua sorella maggiore, ci mostra le foto di Nennolina: capelli tagliati alla paggetto e due ridenti occhioni neri, secchiello e paletta mentre gioca con i bambini al mare... In una foto si diverte in barca sul laghetto di villa Borghese, in un’altra sorride con il costume di carnevale... «Mia sorella», ricorda, «era una bambina allegra, vivacissima e birichina, come lo sono i bambini a quell’età». A tre anni, nell’ottobre del ’33, viene iscritta all’asilo delle suore a due passi da casa. «Ci andava volentieri», racconta la sorella, «e spesso quando giocavamo insieme mi diceva: “Io a scuola mi diverto tanto... ci andrei anche la notte!”. Si affezionò subito alla maestra e le suore dicevano a mia madre: “È il moto perpetuo! Ma è molto sveglia e impara subito. È una bambina matura per la sua età”». Non aveva ancora compiuto cinque anni quando i suoi notano un rigonfiamento al ginocchio sinistro, pensano ad una delle sue solite cadute. Dopo qualche diagnosi e cure sbagliate la sentenza: osteosarcoma. Il 25 aprile del ’36 le viene amputata la gamba. Il colpo fu tremendo. Ma più per i genitori che per Antonietta, che, superato il primo periodo, nonostante l’intervento e le difficoltà provocate dall’apparecchio ortopedico, continua la sua vita di sempre: i giochi, la scuola. I suoi genitori, con grande contentezza della bambina, decisero di anticipare la data per farle fare la prima comunione e così, alla sera, la mamma le iniziò a fare un po’ di catechismo. È da questo momento che Antonietta comincia dapprima a dettare alla mamma e poi a scrivere le sue letterine che ogni sera metterà sotto una statuina di Gesù Bambino ai piedi del suo lettino «perché lui di notte venisse a leggerle». «Iniziò per gioco», così sua madre testimonia al processo, «quando suggerii ad Antonietta di scrivere una letterina alla madre superiora delle suore sue educatrici per domandarle il permesso di fare la prima comunione nella loro cappella la notte di Natale. Così, poi, spesso la sera, dopo aver detto la preghiera all’angelo custode, Antonietta prese l’abitudine di dettarmi delle “poesie” (così le chiamava lei) prima per me, poi per il papà e Margherita, poi a Gesù e alla Madonnina. Prendevo il primo pezzo di carta che mi capitava sotto mano e non facevo che scrivere sotto dettatura, sorridendo, indulgente a quello che mi dettava con tanta semplicità e sicurezza».
La prima letterina è datata 15 settembre 1936: «Caro Gesù, oggi vado a spasso e vado dalle mie suore e gli dico che voglio fare la prima comunione a Natale. Gesù vieni presto nel mio cuore che io ti stringerò forte forte e ti bacerò. O Gesù, voglio che tu resti sempre nel mio cuore». E dopo qualche giorno: «Caro Gesù, io ti voglio tanto bene, te lo voglio ripetere che ti voglio tanto bene. Io ti dono il mio cuore. Cara Madonnina, tu sei tanto buona, prendi il mio cuore e portalo a Gesù». Ma c’era anche qualcosa di davvero non comune per una bambina di cinque anni: «Mio buon Gesù, dammi delle anime, dammene tante, te lo chiedo volentieri, te lo chiedo perché tu le faccia diventare buone e possano venire con te in Paradiso». E questo Antonietta lo ripeterà moltissime volte.
«Vedevo che la bambina sapeva esprimersi molto più di quello che mi aspettavo. Ma credo inutile dire», precisa la madre, «che in casa non si dava la minima importanza a queste letterine che andavano messe via senza riguardo e delle quali molte sono andate perse». Questa noncuranza della madre è confermata dalla sorella di Antonietta. «Mia madre», ricorda, «era una donna riservata, prudente, concreta, una donna coi piedi per terra insomma, non era certo una sentimentale o una credulona. A certi facili entusiasmi tagliava corto: “Guardi, io ai santi non credo se non quando la Chiesa li ha canonizzati”. Tendeva sempre a minimizzare gli elogi che si facevano di Antonietta e non le piaceva quando si parlava di lei idealizzandola. Ricordo che poco dopo la morte di mia sorella, un sacerdote tenne alla radio una conferenza sul senso della sofferenza e parlò anche di Antonietta. La mamma non ne fu affatto contenta, anzi. Commentò che si trattava di travisamenti, di esagerazioni. Dissero che Antonietta declamava il suo amore a Gesù con larghi gesti... “Ma cosa! No, mai!”, ribattè la mamma. Dissero che Gesù fu la prima parola pronunciata da Antonietta. E lei: “No. Mamma, ha detto mamma! Come tutti i bambini!”».

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma negli anni Trenta. Era la parrocchia di Antonietta Meo

La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma negli anni Trenta. Era la parrocchia di Antonietta Meo

«Conservami sempre la tua grazia»
Appena Nennolina impara a usare la penna, andando in prima elementare, volle però mettere da sé la firma: «Antonietta e Gesù». «Mio caro Gesù, oggi ho imparato a fare la “O”, così presto ti scriverò da me». Antonietta si rivolge a Gesù e a Maria con tenerezza confidenziale. Le sue letterine termineranno sempre con abbracci, carezze, baci rivolti a suoi destinatari celesti. E di questa tenera confidenza sono testimoni anche le suore, quando non poche volte hanno visto la bambina prima di uscire dalla chiesa, avvicinarsi al tabernacolo ed esclamare: «Gesù vieni a giocare con me!». Lo scriverà anche nelle letterine desiderando di averlo sempre vicino: «Caro Gesù, domani vieni a scuola con me».
Nei mesi che la separano dalla notte di Natale le sue letterine esprimeranno tutto il suo amore per Gesù e l’ardente desiderio di riceverlo nel suo cuore. Sono un continuo scandire lo stesso pensiero fino a contare i giorni, le ore, i minuti. La forma delle letterine è ripetitiva e i pensieri procedono staccati, come avviene nel modo di esprimersi proprio dei bambini, ma sotto la forma infantile il pensiero non è banale, mai puerile. Alla vigilia della prima comunione, così detta alla madre: «Caro Gesù, domani quando sarai nel mio cuore, fai conto che la mia anima fosse una mela. E, come nella mela ci stanno i semi, dentro all’anima mia fai che ci sia un armadietto. E, come sotto la buccia nera dei semi ci sta dentro il seme bianco, così fa che dentro l’armadietto ci sia la tua grazia, che sarebbe come il seme bianco». A questo punto la mamma l’interrompe: «“Ma Antonietta cosa dici! Cosa significa questo dentro, che sta dentro ? Cosa vuoi dire?”. Tentai invano di dissuaderla. Infine Antonietta mi spiegò: “Senti mamma: fai conto che l’anima mia sia una mela. Dentro alla mela ci sono quei cosini neri che sono i semi. Poi dentro alla buccia dei semi c’è quella cosa bianca? Ebbene fai conto che quella sia la grazia”». «Trovai», continua la madre, «che il paragone, che io non conoscevo, era profondo, ma non volli darmi per vinta e perciò ripresi: “Ma queste cose chi te le ha dette? La maestra a scuola ha preso la mela per farvi capire...”. “No, mamma”, rispose candidamente, “non me l’ha detto la maestra, l’ho pensato io”. Poi completò il suo pensiero: “Gesù fa che questa grazia la lascerai sempre, sempre con me”».
Quella notte di Natale, nonostante l’apparecchio ortopedico le provocasse dolore, i presenti la videro alla fine della messa rimanere per più di un’ora in ginocchio, ferma, le manine giunte.

«Senza la tua grazia nulla posso fare»
A Gesù Antonietta scriverà 105 letterine, altre ne indirizzerà a Maria, a Dio Padre, allo Spirito Santo, una a santa Agnese e una a santa Teresa del Bambin Gesù. A Gesù chiederà sempre l’aiuto della sua grazia: «Oggi ho fatto un po’ di capricci, ma tu Gesù buono, prendi in braccio la tua bambina...»; «ma tu aiutami che senza il tuo aiuto non posso fare niente»; «tu aiutami con la tua grazia, aiutami tu, che senza la tua grazia nulla posso fare»; «ti prego, Gesù buono, conservami sempre la grazia dell’anima». A Lui e alla Sua mamma non cesserà di chiedere grazie, per quelli che le sono vicini, per quanti si raccomandano alle sue preghiere e per i peccatori: «Ti prego per quell’uomo che ha fatto tanto male»; «ti prego per quel peccatore che tu sai, che è tanto vecchio e che sta all’ospedale di San Giovanni».
«Ecco l’opera mirabile di Dio!», scrive a commento delle letterine padre Pierotti, che per primo ne curò l’edizione: «La grazia di Dio sceglie le anime come vuole [...]. Solo così si spiegano le frasi, i giochi, gli atteggiamenti, la vita tutta di Nennolina».
«Davvero il Signore ludit in orbe terrarum», esclamò il futuro Paolo VI, allora segretario di Stato, nel leggere la biografia e le lettere di Antonietta Meo, «e, operando nelle anime per le vie più misteriose, conceda a molti di penetrare, attraverso la lettura della vita di questa bambina non ancora settenne, il mistero di quella sapienza, che si nasconde ai superbi e si rivela ai piccoli».
A maggio Antonietta riceve la cresima. Sono ormai gli ultimi giorni della sua vita. Così racconta la madre: «Dopo la cresima Antonietta cominciò progressivamente a peggiorare. L’affanno e la tosse non le lasciavano tregua. Non riusciva più neanche a tenersi seduta e fu costretta a letto. Si vedeva che soffriva, ma a tutti, compresa me, diceva sempre: “Sto bene!”. Magari a stento, ma volle sempre recitare le sue solite preghierine del mattino e della sera. Chiese poi che il sacerdote le portasse la comunione tutti i giorni, e le ore che seguivano la comunione erano sempre più calme. [...] Appena poteva mi chiedeva anche di scrivere le sue letterine». L’ultima è datata 2 giugno. E sarà questa lettera a finire nelle mani di Pio XI. Così ricorda la madre: «Mi sedetti accanto al suo letto e scrissi quello che Antonietta a fatica mi dettava: “Caro Gesù crocefisso, io ti voglio tanto bene e ti amo tanto! Io voglio stare con te sul Calvario. Caro Gesù, di’ a Dio Padre che amo tanto anche lui. Caro Gesù, dammi tu la forza necessaria per sopportare questi dolori che ti offro per i peccatori”». «A questo punto», dice la mamma, «Antonietta fu presa da un violento attacco di tosse e di vomito ma appena cessato volle ugualmente continuare a dettare: “Caro Gesù, di’ allo Spirito Santo che m’illumini d’amore e mi riempia dei suoi sette doni. Caro Gesù di’ alla Madonnina che l’amo tanto e voglio starle vicina. Caro Gesù ti voglio ripetere che ti amo tanto tanto. Mio buon Gesù ti raccomando il mio padre spirituale e fagli le grazie necessarie. Caro Gesù ti raccomando i miei genitori e Margherita. La tua bambina ti manda tanti baci...”. Mi sentii all’improvviso prendere da un moto di ribellione nel vedere quanto soffriva e con uno scatto di rabbia accartocciai quel foglio e lo gettai in un cassetto. Qualche giorno dopo», racconta, «venne a visitare Antonietta il professor Milani, archiatra pontificio, chiamato dal dottor Vecchi per un consulto. Disse che la bambina era molto grave e che doveva essere riportata in clinica per essere nuovamente operata. Il professore restò a parlare con la bambina e si stupì per i dolori che Antonietta sopportava senza lamentarsi. Mio marito gli parlò delle letterine che scriveva. Chiese di vedere l’ultima e io non ebbi il coraggio di rifiutare. Ripresi la letterina da dove l’avevo messa quel giorno e gliela mostrai. Dopo averla letta disse che voleva dire al Santo Padre di Antonietta e chiese il permesso di portare con sé la lettera. Risposi esitante: “Ma... non so... se...”. “Ma signora”, disse, “si tratta del Papa!”.
Il giorno seguente un’automobile del Vaticano si fermò davanti alla nostra abitazione. Un delegato inviato personalmente dal santo padre Pio XI era venuto a portare alla bambina la benedizione apostolica. Ci disse che Sua Santità era rimasto molto commosso nel leggere la letterina. Ci lasciò anche un biglietto del professor Milani in cui chiedeva ad Antonietta di ricordarlo al Signore e di implorare per lui quei doni che lei aveva chiesto per sé».
Il 12 giugno Antonietta si aggrava. Respira affannosamente. Le viene estratto il liquido dai polmoni. Il 23 le vengono resecate tre costole in anestesia locale, date le sue precarie condizioni generali. Racconta la mamma: «Non posso dire lo strazio di quel corpicino martoriato. Quel giorno trattenendo a forza le lacrime le dissi: “Vedrai piccola mia... appena ti sarai rimessa andremo in vacanza, andremo al mare... ti piace tanto il mare... potrai fare anche i bagni, sai?...”. Mi guardò... con tenerezza mi disse: “Mamma, stai allegra, sii contenta... Io uscirò da qui tra dieci giorni meno qualche cosa”». La madre non poteva sapere che in quel momento Antonietta le aveva detto esattamente il giorno e l’ora in cui sarebbe morta.
Nei giorni che seguirono, con fortezza disarmante continua a sorridere anche alle infermiere che vengono a medicarle la ferita, nonostante che le metastasi avessero ormai invaso e devastato tutto il suo piccolo corpo, nonostante che la massa tumorale le comprimesse il petto al punto da averle provocato lo spostamento del cuore. Tutti al processo testimonieranno lo sconcerto di fronte alla sua straordinaria serenità. La madre arriverà persino a dubitare che la bambina soffrisse: «Andai dal dottore, gli dissi: “Dottore io non credo... mi dica la verità, mi dica veramente... Antonietta soffre molto?”. “Ma signora, cosa chiede! Cosa dice! Stia zitta! I dolori sono atroci”. Ritornai al suo lettino... la voce non mi reggeva, per la prima volta le dissi: “Antonietta, benedici la tua mamma... Antonietta, benedici mamma”. Facendo uno sforzo lei mi segnò sulla fronte una crocetta con la mano».

Una foto di gruppo delle prime comunioni a Santa Croce in Gerusalemme nel 1931

Una foto di gruppo delle prime comunioni a Santa Croce in Gerusalemme nel 1931

«… che sorride scivolando nel sonno»
Il padre così testimonia al processo: «Un giorno, aggravatasi maggiormente, decisi che alla mia piccina fosse amministrata l’estrema unzione. Domandai ad Antonietta: “Sai cos’è l’olio santo?”. “Il sacramento che si dà ai moribondi”; rispose. Non volevo però turbarla perciò soggiunsi: “Talvolta apporta anche la salute del corpo...”. Antonietta si rifiutò. “È troppo presto”, disse, e io non insistetti. Ma quando più tardi il sacerdote le disse che l’olio santo aumenta la grazia, Antonietta che ascoltava attentamente rispose: “Sì, lo voglio”. Rispose con tranquillità a tutte le preghiere, recitò l’atto di dolore, poi dette le sue manine aperte perché il sacerdote le ungesse... Baciò con tenerezza il crocifisso della sua prima comunione. Tutto si svolse in semplicità e pace».
«Ho visto martiri in fiamme come torce prepararsi così le palme sempre verdi», scriveva Charles Péguy nel Mistero dei santi innocenti. «Ho visto stillare lacrime sotto gli uncini di ferro/ Gocce di sangue splendenti come diamanti./ Ho visto stillare lacrime d’amore/ Che dureranno più a lungo delle stelle del cielo./ E ho visto sguardi di preghiera, di tenerezza,/ Estatici di carità./[...] Ho visto i santi più grandi, dice Dio. Ebbene, io vi dico/Non ho visto mai nulla di più bello al mondo/ Ora io vi dico, dice Dio,/ Non c’è nulla di così bello in tutto il mondo/ Di questo bimbo che s’addormenta nel dire la preghiera/ E che sorride scivolando nel sonno./ Nulla è più bello/ Di quest’esserino che s’addormenta fiducioso...».
La mattina del 3 luglio 1937 albeggiava appena quando il papà le si avvicinò per accomodarle ancora una volta il cuscino e, accostatele le labbra per un bacio, Antonietta sussurrò: «Gesù, Maria... mamma, papà...». «Fissò lo sguardo davanti a sé...», ricorda la mamma. «... Sorrise... poi un ultimo lungo respiro».
L’indomani la piccola bara bianca fu trasportata in mezzo a una folla commossa nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. In quella stessa Basilica delle reliquie della Passione di Gesù, appena sei anni prima Nennolina era stata battezzata. Era il 28 dicembre 1930. Il giorno dei Santi Innocenti.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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