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Lo Spirito Santo nella Pentecoste e nella Scrittua

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2009 15:00
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07/01/2009 15:00
 
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SPIRITO SANTO VIENI


Perche' il regno di Dio sia offerto a chi ha il cuore di povero. Perche' trovi la consolazione di Dio chi e' nella tristezza. Perche' la terra promessa sia data a chi non e' violento. Perche' sia ascoltato chi desidera cio' che Dio vuole. Perche' riceva misericordia da Dio chi ha compassione degli altri. Perche' possa vedere Dio chi e' puro di cuore. Perche sia accolto come figlio di Dio chi diffonde la pace. Perche' abbia un posto nel Regno chi e' perseguitato per la volonta' di Dio. Perche' ottenga ricompensa da Dio chi e' osteggiato in quanto suo discepolo. Perche' ognuno faccia esperienza della beatitudine che soltanto DIo puo' dare. ACCRESCI IN NOI LA FEDE.


Santo Spirito, piscina di lavacro spirituale- Santo Spirito, breccia del passaggio di Dio - Santo Spirito,muraglia contro il maligno-  Santo Spirito, tesoro che non si logora - Santo Spirito, motore della storia -  Santo Spirito, colomba di pace -  Santo Spirito, lucerna dell'occhio-  Santo Spirito, fallimento dei progetti malvagi,  Santo Spirito, suggeritore di sante ispirazioni,- rit Santo Spirito, spegnimento della fiamma dei vizi - Santo Spirito, testimone dell'eterno nel tempo - rit Santo Spirito, certezza di esaudimento di Dio -ACCRESCI IN NOI LA FEDE


 SPIRITO E CUORE O Spirito d'infinita dolcezza vieni nel mio cuore! Vieni , o bene infinito! Vieni , o amore immenso! Vieni , o vero e solo DIo con il Padre e con il Figlio! Vieni, o carita' immensa, ad alloggiare in questo cuore pentito! Vieni, o amore mio! Vieni, o mia dolcezza! O mia luce, o mia vita! O mio conforto, o mio tesoro! O mia ricchezza, o mio vero bene! O mia sola speranza,o mio DIO! O mio tutto! Vieni, che languisco d'amore! Vieni che non posso piu' soffrire di non amarti! Vieni a bruciarmi sino alle midolla delle ossa!

AMEN


diceva s.Caterina da Siena: "Io non sono nulla"......facciamo lo spazio dentro di noi, qualsiasi cosa accada, affinchè lo Spirito possa lavovarci come vuole.....anche quando vorremo cambiare le cose, anche quando vorremo cambiarle a fin di bene......non sono i nostri progetti che devono prendere vita, ma quelli di Dio attraverso di noi....ecco allora che lo Spirito Santo ci forgia, ci plasma.....

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E dopo la trepida attesa.....un rombo, un qualcosa
di impensabile che entra come una bomba nella tua vita,
la vita stessa di Dio che entra in te, e tu
non hai più paura. Stupendo. Inimmaginabile!
Questa è la vita del cristiano: Dio, come una bomba,
quando entra in noi, ci trasforma, e da pulcini diventiamo aquile,
capaci di volare più in alto delle preoccupazioni,
capaci di andare oltre il dolore, capaci di portare l'Amore
di Dio nei posti e alle persone più lontane,
capaci di ostentare quella sicurezza di chi sa
che nulla e nessuno lo potrà abbattere, perché
Dio é con noi. Inaspettato arriva l'intervento di Dio:
magari l'abbiamo pregato e invocato per chissà quanto
tempo, e finalmente la prova che Dio ci ama immensamente,
che i suoi tempi non sono i nostri tempi,
ma mai un momento ha tolto lo sguardo da noi.
Allora potremo guardare alla nostra vita passata
e vedere in quali situazioni ci eravamo cacciati,
e come Dio sia stato sempre presente, così presente,
che portava per noi i nostri pesi.
Questa è la Pentecoste: un cuore nuovo, uno spirito nuovo,
non più paura, occhi per vedere il bene, cuore per
amare l'altro, lingua per proclamare che Dio
è il Signore e per annunciarlo a tutti, costi quel che costi.
E' troppo grande la gioia che pervade il nostro cuore oggi
da potercela tenere per noi. E allora, come gli Apostoli,
usciamo nelle strade e gridiamolo a tutti:
"CRISTO E' RISORTO,
LA MORTE E' STATA VINTA PER SEMPRE!"


Ezechiele 37,12-14
"Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio."


Gioele 3,1 "Dopo questo,io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni,i vostri giovani avranno visioni."


Romani 8,15-17  "E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria."

 


Atti 2,1-4 "Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi."


Santa Teresina:
"Se mi accade di pensare o dire una cosa che piaccia alle mie sorelle, trovo del tutto naturale che se ne impadroniscano come di una loro proprietà. Questo pensiero appartiene allo Spirito Santo e non a me, poiché san Paolo dice che non possiamo, senza quello spirito di amore, chiamare "Padre" il Padre nostro che è nei Cieli. E' perciò ben libero di servirsi di me per dare un buon pensiero a un'anima; se stimassi che quel pensiero fosse mio, sarei come "l'asino che portava le reliquie", il quale credeva che gli omaggi resi ai santi fossero rivolti a lui."


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UDIENZA GENERALE 

Mercoledì, 31 Maggio 2000 

 

La gloria della Trinità nella Pentecoste  

1.La Pentecoste cristiana, celebrazione dell’effusione dello Spirito Santo, presenta diversi profili negli scritti neotestamentari. Inizieremo con quello che ora abbiamo sentito delineare nel brano degli Atti degli Apostoli. Esso è il più immediato nella mente di tutti, nella storia dell’arte e nella stessa liturgia.  

Luca, nella sua seconda opera, colloca il dono dello Spirito all’interno di una teofania, ossia di una solenne rivelazione divina, che nei suoi simboli rimanda all’esperienza di Israele al Sinai (cfr Es 19).

 Il fragore, il vento impetuoso, il fuoco che evoca la folgore, esaltano la trascendenza divina. In realtà, è il Padre a donare lo Spirito attraverso l’intervento di Cristo glorificato. Lo dice Pietro nel suo discorso: “Gesù… innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire” (At 2,33). A Pentecoste - come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica - lo Spirito Santo “è manifestato, donato e comunicato come Persona divina… In questo giorno è pienamente rivelata la Trinità Santa” (CCC 731-732).  


2.Tutta la Trinità è in effetti coinvolta nell’irruzione dello Spirito Santo, effuso sulla prima comunità e sulla Chiesa di tutti i tempi quale sigillo della Nuova Alleanza annunziata dai profeti (cfr Ger 31,31-34; Ez 36,24-27), a sostegno della testimonianza e come sorgente di unità nella pluralità. In forza dello Spirito Santo gli Apostoli annunciano il Risorto, e tutti i credenti, nella diversità delle loro lingue, quindi delle loro culture e vicende storiche, professano l’unica fede nel Signore, “annunziando le grandi opere di Dio” (At 2,11).  

È significativo notare che un commento giudaico all’Esodo, rievocando il cap. 10 della Genesi in cui si tratteggia una mappa delle settanta nazioni che si pensava costituissero l’umanità nella sua pienezza, le riconduce al Sinai per ascoltare la Parola di Dio: “Al Sinai la voce del Signore si divise in settanta lingue, perché tutte le nazioni potessero comprendere” (Esodo Rabba’ 5,9). Così pure, nella Pentecoste lucana la Parola di Dio, mediante gli Apostoli, viene rivolta all’umanità per annunziare a tutte le genti, pur nelle loro diversità, “le grandi opere di Dio” (At 2,11). 


3.C’è, però, nel Nuovo Testamento un altro racconto che potremmo chiamare la Pentecoste giovannea.

Nel quarto vangelo, infatti, l’effusione dello Spirito Santo è collocata nella sera stessa di Pasqua ed è connessa intimamente alla risurrezione. Si legge in Giovanni: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!’. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi’. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi’” (Gv 20,19-23).  

Anche in questo racconto giovanneo risplende la gloria della Trinità: del Cristo Risorto che si mostra nel suo corpo glorioso, del Padre che è alla sorgente della missione apostolica e dello Spirito effuso come dono di pace.

 Si adempie, così, la promessa fatta da Cristo, all’interno di quelle stesse mura, nei discorsi d’addio ai discepoli: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). La presenza dello Spirito nella Chiesa è destinata alla remissione dei peccati, al ricordo e alla realizzazione del Vangelo nella vita, all’attuazione sempre più profonda dell’unità nell’amore

L’atto simbolico dell’alitare vuole evocare l’atto del Creatore che, dopo aver plasmato il corpo dell’uomo con polvere del suolo, “alitò nelle sue narici” per dargli “un soffio di vita” (Gen 2,7). Cristo risorto comunica un altro soffio di vita, “lo Spirito Santo”. La redenzione è una nuova creazione, opera divina a cui la Chiesa è chiamata a collaborare attraverso il ministero della riconciliazione.  


4. L’apostolo Paolo non ci offre un racconto diretto dell’effusione dello Spirito, ma parla dei suoi frutti con un’intensità tale che si potrebbe parlare di una Pentecoste paolina, anch’essa presentata all’insegna della Trinità. Secondo due passi paralleli delle lettere ai Galati e ai Romani, infatti, lo Spirito è il dono del Padre, che ci rende figli adottivi, facendoci partecipi della stessa vita della famiglia divina. Afferma, dunque, Paolo: “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: ‘Abbà, Padre!’. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo” (Rm 8,15-17; cfr Gal 4,6-7).  

Con lo Spirito Santo nel cuore noi possiamo rivolgere a Dio l’appellativo familiare abba’, che Gesù stesso usava nei confronti del suo Padre celeste (cfr Mc 14,36). Come lui, dobbiamo camminare secondo lo Spirito nella libertà interiore profonda: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22). 


Concludiamo questa nostra contemplazione della Trinità nella Pentecoste con un’invocazione della liturgia d’Oriente: “Venite, popoli, adoriamo la Divinità in tre persone: il Padre nel Figlio con lo Spirito Santo. Perché il Padre da tutta l’eternità genera un Figlio coeterno e regnante con Lui, e lo Spirito Santo è nel Padre, glorificato col Figlio, potenza unica, unica sostanza, unica divinità… Trinità Santa, gloria a te!”

                                                   [SM=g1740720]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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