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La Chiesa Cattolica NON fu MAI antisemita!

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2016 00:20
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28/03/2009 11:14
 
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...vediamo se riesco a spiegare un pensiero che mi frulla nella testa da tempo.....e condividerlo con voi che in molte cose ne sapete più di me, abbiate solo pazienza di leggere fino in fondo... [SM=g1740733]

è da un pò di tempo che cerco di spiegarmi l'atteggimento della Chiesa nei confronti di Israele, dell'Israele POLITICA attenzione...e cerco di capire non solo il Nostra Aetate (che riguarda per altro tutte le religioni), ma la nuova politica della Chiesa, perchè di questo si tratta: l'aver assunto una NUOVA POLITICA..
Poi naturalmente mi sono organizzata nella ricerca storica del magistero del passato sulle questioni politiche, culurali e di convivenza con gli Ebrei da sempre all'interno di decisioni storiche prese dalla Chiesa....e, come ebbi modo di spiegare in un altro interento qui sulla differenza fra antisemitismo e giudaismo, inutile nascondere (non qui, intendo i Media che ne parlano) che l'atteggiamento della Chiesa nei confronti del popolo ebraico in quanto tale (non dunque a riguardo di una politica sionista) è sempre stata TOLLERANTE...mai vendicativa come invece le si attribuisce sulla questione del deicidio...e a darcene prova è proprio il famoso libro Pasque di Sangue (ve lo ricordate?) nel quale è l'autore stesso (figlio di Toaff Rabbino di Roma) che scagiona la Chiesa e i Pontefici dalle accuse di antisemitismo...anzi, dal libro emerge chiaramente una costante presa di posizione dei Pontefici IN DIFESA spesso di piccoli gruppi ebrei accusati, appunto, di praticare gli infanticidi....

(riepilogo il materiale riportato qui sopra nel thread)

Nel 1247, a Valreas, nuova accusa di omicidio rituale: gli ebrei si appellano al Papa Innocenzo IV che condanna la falsa accusa in termini precisi. Alle soglie del trecento nuove accuse di omicidio rituale nei confronti del quartiere ebraico di Barcellona: anche qui viene riconosciuta l'innocenza degli ebrei.
Le bolle papali continuano a condannare la falsa credenza nell'omicidio rituale attribuito agli ebrei ma questo non impedisce, purtroppo, il diffondersi di questo - mito - e non impedisce le conseguenti sollevazioni popolari le quali portano spesso alla espulsione degli ebrei per motivi di ordine pubblico. Papi come Innocenzo IV, Gregorio IX, Gregorio X, Martino V e Niccolò V si opposero espressamente alla falsa credenza nell'omicidio rituale.

tutto questo è riportato nel libro....

La vera ragione per cui il libro venne ritirato è, a mio parere e dopo averlo letto ben due volte...non tanto perchè accusa un gruppo di ebrei di infanticidi o svela le bestemmie pronunciate nel Talmud...quanto perchè svela che la Chiesa non fu mai antisemita e che i Pontefici difendevano gli ebrei coinvolti proprio per evitare LA GENERALIZZAZIONE dei fatti e per evitare un accanimento dei cattolici contro di loro...

Se leggiamo la storia di san Pio V vi è narrato un episodio davvero significativo...
Antonio-Michele( Michele nome assunto da frate) Ghilsieri, quando era un frate (domenicano) aveva stretto amicizia con il rabbino di Roma, frate Michele, con la sua passione di predicatore aveva quasi convertito il rabbino il quale gli fece questa battuta che si rivelò poi una profezia: "Semmai ti facessero Papa, mi farò battezzare da te"....in verità il Rabbino lo disse prchè mai avrebbe pensato che l'amico frate sarebbe potuto diventare Papa, ma la Provvidenza che sa sempre meravigliare e stupire, chiama al soglio di Pietro proprio Michele Ghilsieri....
Il rabbino di Roma si sentiva in debito...e Papa Pio V, un vero santo, gli spiega che NON DOVEVA sentirsi obbligato a convertirsi per una promessa fatta, ma che mediante quella promessa fatta doveva impegnarsi A CERCARE LA VERITA'....
E così finì che il Rabbino di Roma si fece battezzare da san Pio V in san Pietro, davanti all'Urbe e il Papa gli fece come dono IL SUO COGNOME...cioè, poichè il Rabbino non aveva un cognome, il Papa gli donò il suo...


Se poi andiamo a studiare come nasce il ghetto di Roma.... anche qui la verità dei fatti fa comprendere che esso non fu una imposizione dei Pontefici per PUNIRE O MALTRATTARE gli ebrei, al contrario....furono gli Ebrei A CHIEDERE AL PAPA di poter avere una sorta di privacy, si direbbe oggi, nel cuore di Roma perchè gli ebrei NON potessero contaminarsi con i cristiani...

Precetti del Talmud circa i cristiani
art II: I cristiani sono da evitare perché immondi

l'unico modo dnque, per gli ebrei, per NON contaminarsi con noi nell'Urbe era inevitabilmene quello di crearsi un ghetto....

Le continue tensioni fra le popolazioni e gli ebrei portano alle espulsioni: in molti casi, a partire dal 1400, in Spagna e poi in Germania e a Venezia nel 1516, le espulsioni vengono così sostituite con il ghetto. Il ghetto è un quartiere riservato agli ebrei dove sono obbligati ad abitare e dove i cancelli vengono chiusi dopo il tramonto. I cancelli o le mura del ghetto rappresentano, per gli ebrei, anche una protezione della loro identità:
chiudono il quartiere alle pressioni, agli influssi e alle suggestioni del mondo esterno.

L'istituzione del ghetto fu vista dagli ebrei anche come una
difesa della loro autonomia e della loro identità. A Mantova e a Verona, per esempio, l'anniversario della creazione del ghetto era celebrato dagli ebrei con feste e preghiere di ringraziamento
.

Nel 1215, per evitare illeciti contatti sessuali tra ebrei e cristiani, viene introdotto in accordo con i Rabbini, il segno distintivo per gli ebrei: provvedimento di origine mussulmana. Tale provvedimento fu largamente disatteso in Europa e applicato soprattutto in Francia e in Inghilterra.

E potremo continuare....e solo per dimostrare l'atteggiamento BENEVOLO e costante della Chiesa verso il popolo ebreo in quanto tale....

Ma...da dopo il Concilio, ancor peggio che nell'800 e ancor prima nel '700... si amplificano nei cattolici i famosi SENSI DI COLPA.... verso il popolo ebreo giudicando la Chiesa di antisemitismo, di nefandezze contro di loro, di persecuzioni....

Sensi di colpa generati non soltanto dall'ignoranza storica e dei fatti...ma anche dal famoso "Mea Culpa" di Giovanni Paolo II per il quale lo stesso Ratzinger, sentitosi a disagio, dovette fare un documento di accompagnamento che ne spiegasse le ragioni e specificando che tale Mea culpa NON riguardava IL MAGISTERO della Chiesa, ma bensì "alcuni atteggiamenti persecutori di cristiani che agirono nella Chiesa in discordanza con il magistero..."


Inoltre, tale Mea culpa, non riguardava solamente i cattolici, ma TUTTI i cristiani anche non cattolici) in varie epoche storiche che nel Nome di Cristo ne approfittarono per seminare paure ed imporre eventuali conversioni....

Un autentico ebreo errante, Salomon ibn Varga, che scrisse la prima opera di storia ebraica dai tempi di Giuseppe Flavio, stampata per la prima volta in Turchia nel 1554, dice che nessun uomo di buon senso odia gli ebrei ad eccezione del volgo: «per questo c'è una ragione: l'ebreo è arrogante e cerca sempre di dominare [...]» (Cfr. Rino Cammilleri, Storia dell'Inquisizione, Newton, Roma 1997, p.51.).

Lo storico Paul Johnson dice che gli ebrei agirono da - lievito - nei movimenti che cercavano di distruggere il monopolio della Chiesa: il movimento albigese e quello hussita, il Rinascimento e la Riforma. Egli dice che essi furono intellettualmente sovversivi (p.37). Non dimentichiamo che anche per i Protestanti di Lutero e di Calvino, l'accanimento contro gli ebrei era decisamente più violento e marcato..

Il prestito a interesse (l'usura), esercitato dagli ebrei e vietato in quel tempo ai cristiani, era un motivo di continua tensione con le popolazioni. Successive bolle papali stabilirono che l'interesse non doveva superare il 20 %: il che non era poco. In una economia essenzialmente agricola bastavano due annate cattive per mettere interi villaggi alla mercé dei prestatori di denaro.

Il prestito resta un'attività tipica degli ebrei. Secondo alcuni storici il
divieto di possedere terreni avrebbe indotto gli ebrei a questo rapporto
privilegiato con il denaro. La storica Anna Foa fa notare che l'allontanamento dalla terra fu imposto agli ebrei solo alla fine del medioevo e riguardava soltanto la proprietà del latifondo, non il possesso
di piccoli appezzamenti di terreno.
Il divieto del latifondo era volto ad
impedire agli ebrei di possedere schiavi cristiani perché la coltivazione del latifondo prevedeva l'utilizzazione del lavoro servile
.

Ma i cattolici, dopo il Concilio....si sentono in colpa, di che cosa e per cosa non è ben chiaro neppure a loro che parlano senza conoscere la storia o parlano per sentito dire, esprimendo continui giudizi di sorta contro una Chiesa DEL PASSATO (ecco la rottura vera, altro che Liturgia e Messe, queste furono solo l'apice) da dimenticare, da cancllare appunto con un "Mea Culpa"....

Nel 1236 l'ebreo convertito Nicholas Donin indirizza a Papa Gregorio IX un memoriale contro il Talmud per quelle parti in cui esso contiene insulti e bestemmie contro Cristo, e dove la Vergine Maria è descritta come una prostituta che attraverso un incontro occasionale con un soldato romano avrebbe concepito il tal Gesù detto poi il Cristo.
(particolare descritto in Pasque di Sangue)

Il Papa, allora, impartiva l'ordine di confiscare i libri e di sottoporli ad esame: la confisca fu eseguita solo in Francia.
L'intervento
non era orientato alla soppressione del libro ma alla censura,
cioè alla eliminazione delle parti considerate blasfeme
. Papa Innocenzo IV, invocato dagli ebrei, interveniva successivamente e scriveva a Luigi IX:
«poiché i maestri ebrei del tuo regno ci hanno esposto [...] che senza quel libro che in ebraico chiamano Talmud, non possono comprendere la Bibbia e le altre ordinanze della loro legge secondo la loro fede, noi che secondo il mandato divino siamo tenuti a tollerare che essi osservino questa loro legge, abbiamo ritenuto giusto rispondere loro che [...] non vogliamo privarli ingiustamente dei loro libri» (Cfr. Anna Foa, Ebrei in Europa dalla peste nera all'emancipazione, Laterza, Bari 1999, p.31.).

Gli ebrei concorrono direttamente alla costruzione delle strutture amministrative e finanziarie dello stato Spagnolo ricoprendo un ruolo che non ha paralleli negli altri stati moderni. Fino al XII secolo sono proprietari di terre e produttori di vino ma il prestito è l'attività fondamentale ed è anche quella che crea maggiore attrito con il mondo circostante.

Le comunità ebraiche aragonesi e castigliane godono di piena autonomia giudiziaria: hanno il diritto di esercitare pieni poteri giudiziari sia in materia civile che in materia criminale.

Nel 1391, con la morte improvvisa di Giovanni I di Castiglia, a Siviglia scoppiano tumulti popolari contro gli ebrei che si estendono a tutta la Castiglia e alla Catalogna. Le alte gerarchie ecclesiastiche e le autorità civili hanno una posizione di dura condanna e tentano di fermare le violenze popolari ma non riescono a mantenere l'ordine pubblico.

L'inquisizione viene affidata ad ebrei convertiti come Tomàs de Torquemada e il suo successore Diego Deza

Molti responsabili delle violenze agli ebrei vengono arrestati e condannati
all'impiccagione ma il popolo insorge liberando i prigionieri e attaccando le case dei patrizi. Scrive Anna Foa che gli eventi del 1391 sono stati interpretati come l'espressione di «[...] una crisi essenzialmente sociale ed economica, una lotta delle classi popolari contro quelle privilegiate [...]. In sostanza, quella del 1391 sarebbe stata una delle numerose crisi rivoluzionarie - dal tumulto fiorentino dei Ciompi ai moti dei lollardi in Inghilterra - che nella seconda metà del trecento agitarono l'intera Europa»
(Anna Foa, op. cit., p. 94).

Questa situazione di guerra civile metteva in crisi un regno giovane come quello della Spagna dove su un totale di appena 6 milioni di abitanti c'erano almeno centomila ebrei e oltre trecentomila mussulmani: nessun altro paese aveva minoranze così consistenti.

Abbahu è un rabbino vissuto a Cesarea nel III secolo. Il testo riporta in chiave polemica affermazioni sulla identità di Gesù.

Un terzo brano ci fa intravedere una discussione sulla interpretazione della Torah:
Rabbi Eliezer disse: una volta camminavo al mercato superiore di Sefforis e incontrai uno dei discepoli di Gesù il Nazareno (Ješu han-nôsrî), chiamato Giacobbe del villaggio di Sekhanja. Egli mi disse: “Nella vostra Torah è scritto: “Non porterai il denaro di una prostituta nella casa del Signore” (Dt 23,19). Com'è? Non si può con esso costruire un cesso per il sommo sacerdote?”. Io non gli risposi. Ed egli mi disse: “Così mi ha insegnato Gesù il Nazareno: “Fu raccolto a prezzo di prostitute e in prezzo di prostitute tornerà” (Mi 1,7); da un luogo di sozzura è venuto e in un luogo di sozzura andrà”. La parola mi piacque; perciò io fui arrestato a motivo di eresia (minut) (Talmud B abilonese Ab. Zarâ 16b).

R. Eliezer ben Hyrkanos, maestro del famoso R. Aqiba, è scomunicato per un certo tempo dalla sinagoga, perché apprezza una interpretazione troppo libera della Torah data da un cristiano a Sefforis, vicino Nazareth.

L'apologeta cristiano Giustino, alla metà del II secolo, nel "Dialogo con il giudeo Trifone" ci conferma quanto segue:
"Voi nelle vostre sinagoghe maledite coloro che si son fatti cristiani" (Dial. 96 e 107).


Furono gli Ebrei, in verità, a "scomunicare" i Cristiani..e pochi guardano la storia sotto questa prospettiva...


ma i cattolici si sentono in colpa e vivono SENSI DI COLPA....

Un accenno piccolo per la questione del deicidio....

Scrive il Catechismo di Trento(1546): " In Gesù Cristo Nostro Signore si verificò questo di speciale: che morì quando volle morire e sostenne una morte non già provocata dalla violenza altrui, ma una morte volontaria, di cui aveva egli stesso fissato il luogo e il tempo. Aveva scritto infatti Isaia: è stato sacrificato perché lo ha voluto ( Isa LIII,7 ). E il Signore stesso disse di sé prima della passione: Io do la mia vita per riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie; ma io la do da me stesso e sono padrone di darla, e padrone di riprenderla ( Giov., X, 17,18 ).(...)

Chi indaghi la ragione per la quale il Figlio di Dio affrontò la più acerba delle passioni, troverà che, oltre la colpa ereditaria dei progenitori,
essa deve riscontrarsi principalmente nei peccati commessi dagli uomini dall'origine del mondo sino ad oggi, e negli altri che saranno
commessi fino alla fine del mondo
. Soffrendo e morendo, il Figlio di Dio
nostro salvatore mirò appunto a redimere ed annullare le colpe di tutte le età, dando al Padre soddisfazione cumulativa e copiosa. Per meglio valutarne l'importanza, si rifletta che non solamente Gesù Cristo soffrì per i peccatori, ma che in realtà i peccatori furono cagione e ministri di tutte le pene subìte. Scrivendo agli Ebrei, l'Apostolo ci ammonisce precisamente:
pensate a Colui che tollerò tanta ostilità dai peccatori, e l'animo vostro
non si abbatterà nello scoraggiamento. ( Ebr.XII,3 ).

In tal senso, come spiegato dal Concilio di Trento, va inteso il passo dell'accusa di deicidio che riscontriamo in Atti 2....inoltre la frase STRUMENTALIZZATA, con la quale Pietro nell'accusare di DEICIDIO coloro che furono coinvolti MATERIALMENTE con la passione e crocifissione, passa AL PERDONO, ossia, rammenta ad essi che ciò che hanno fatto è diventato UN DONO, IL DONO DELL'AMORE DI DIO ed ha aperto gli occhi all'Uomo che si riconosce peccatore....di conseguenza chiunque NON si riconosce peccatore è doppiamente responsabile moralmente del deicidio....

e per concludere, un accenno brevissimo sul termine PERFIDI....

Pochi sanno che Pio XII è stato il primo Papa, dopo più di dieci secoli, ad inserire nella liturgia dei miglioramenti in favore degli Ebrei. E che lo hafatto anche su esplicita richiesta di Eugenio Zolli: che fu Rabbino di Roma che poi si convertì al Cristo (storia riportata in un libro dallo stesso Zolli e vietato nell'ambiente ebraico).

Fin dal pontificato di Gregorio Magno, nella celebrazione del Venerdì Santo si faceva riferimento ai perfidi Judaei [in corsivo nel testo] e alla perfidia Judaica [idem]. Come tutti i filologi sanno, il termine perfidi in latino ha soltanto il significato di miscredenti, riferito a coloro che non vogliono accettare la fede cristiana. Nessuno ha mai detto "perfido" ad un giudeo, nel termine che si traduce oggi.

Gli dicevano "perfidus", cioè "che non crede" nella seconda Persona della Santissima Trinità. Infatti i giudei non credono nella seconda Persona della Santissima Trinità. Ma con l'introduzione dei messalini in lingua volgare e le traduzioni, quel perfidi [idem] latinosi era trasformato nell'inglese perfidious [idem], nel francese perfide[idem], nel tedesco
treulos [idem], nell'olandese trouweloos [idem],nell'italiano perfidi [idem].


Da una constatazione si era cioè passati a una condanna morale. Zolli chiese a Pio XII di cancellare l'espressione. Il Papa rispose che il significato della parola latina non conteneva un giudizio morale, ma soltanto la constatazione che i giudei rifiutano la fede cristiana ed erano dunque infedeli [idem]. Ma fece fare una precisazione sull'argomento dalla Sacra Congregazione dei Riti, pubblicata il 10 giugno 1948. Dunque i perfidi Judaei [idem] erano soltanto i giudei infedeli e non perfidi [idem].

L'espressione sarà definitivamente abolita da GiovanniXXIII. Oggi nella
liturgia del Venerdì Santo i cristiani pregano soltanto"per gli Ebrei", senza l'aggiunta di aggettivi".

Il resto lo spiega chiaramente san Paolo ai Romani....

Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5,17).

Romani 11,25-33

25 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.
26 Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
27 Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
28 Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,
29 perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!

30 Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,
31 così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.
32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
33 O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Dunque gli Ebrei sono amati da Dio quanto alla elezione a causa dei padri, ma essi SONO NEMICI DEL VANGELO per notro vantaggio...

Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Ora veniamo ai giorni nostri.....[SM=g1740733]

Dico subito che ci sono rimasta malissimo quando il Papa Benedetto XVI ha scritto nella Lettera ai Vescovi che gli Ebrei l'avrebbero DIFESO dopo l'implosione (notare, implosione e non esplosione) del caso Williamson...
Il Papa stesso appare contraddirsi poichè da una parte riconosce come "suo errore" l'aver sottovalutato internet quale strumento immediato per le notizie, dall'altra parte però ignora che proprio in internet abbiamo avuto subito le notizie di una alzata di scudi contro il Papa proprio dagli Ebrei i quali dovendo incontrarsi con lui a fine gennaio, DISERTARONO perfino l'incontro spostandolo a "momento migliore"....

Studiando approfonditamente l'atteggiamento (attraverso i suoi scritti specialmente "La Chiesa, Israele e le religioni del mondo" un libro che non si capisce perchè la san Paolo non pubblica più...sic!) di Benedetto XVI fin da quando era vescovo, si percepisce in lui una persona davvero straordinaria ed equilibrata...ciò che in apparenza può sembrare a primo impatto una sorta di compromesso, in verità si sta rivelando un gioco di EQUILIBRIO causato e generato DALL'APOSTASIA DELL'EUROPA nei confronti del cristianesimo e di Dio stesso e dall'apostasia di non pochi cattolici...

Cosa voglio dire con questo?

A me sembra sempre più verosimile che la Chiesa sia stata costretta in qualche modo a modificare la propria POLITICA (parliamo di politica della Chiesa poichè come abbimo dimostrato il Magistero in sè e l'atteggiamento di tutti i Pontefici, non è mai cambiato a favore di un rapporto di rispetto verso gli Ebrei) nei confronti del giudaismo POLITICO per diversi motivi e aspetti che "prima" non c'erano...e dunque anche a causa della grave apostasia verificatasi nel mondo e all'interno stesso della Chiesa...

Nel Natale 2000 Ratzinger in una omelia ne spiega un piccolo aspetto che è quello legato alla Shoah....non spetta a me fare lo storico per sentenziare sui numeri, su quanti forni c'erano o non c'erano... a me basta conoscere la storia di san Massimiliano Kolbe, della Edith Stein...per comprendere molto più semplicemente che cosa sia accaduto, il dramma che molti hanno vissuto e fermarmi per questo davanti al Crocefisso...

Disse così Ratzinger in questa predica:

Forse proprio a causa della drammaticità di quest'ultima tragedia, è nata una nuova visione della relazione fra Chiesa ed Israele, una sincera volontà di superare ogni tipo di antigiudaismo e di iniziare un dialogo costruttivo di conoscenza reciproca e di riconciliazione. Un tale dialogo, per essere fruttuoso, deve cominciare con una preghiera al nostro Dio perché doni prima di tutto a noi cristiani una maggiore stima ed amore verso questo popolo, gli israeliti, che "possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen." (Rom 9, 4-5), e ciò non solo nel passato, ma anche presentemente "perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili" (Rom 11, 29).


....dunque: "Forse proprio a causa ", c'è una causa che ha costetto la Chiesa ad un giro di boa...tale giro di boa, intesa appunto per quel che riferisce, ossia che gli atleti tornano "indietro"...potrebbe essere a mio parere una scelta indispensabile per la Chiesa, anche se al momento non tutto riusciamo a compendere di quanto sta avvenendo, sta di fatto comunque la si pensi, che tale giro di boa sta riportando il Pontefice stesso ad un atteggiamento UGUALE ASSUNTO DAI SUOI PREDECESSORI durante i periodi di forte crisi storiche dove al centro delle discussioni c'erano gli Ebrei...ma con una differenza... ossia, la falsa opinione PASTORALE secondo la quale non sarebbe più necessario predicare Cristo agli Ebrei... qui sta a mio parere il nodo del problema....
Non può esistere un dialogo costruttivo con nessuno se al centro del dialogo non si pone IL CRISTO.....

Papa Giovanni XXIII, ben disse inaugurando il Concilio: «ut iterum magisterium ecclesiasticum . . . affirmaretur»; «fu nostro proposito, così si esprimeva, nell’indire questa grandissima assemblea, di riaffermare il magistero ecclesiastico» (A.A.S. 1962, p. 786). «Ciò che più importa al Concilio ecumenico, Egli continuava, è questo: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia più efficacemente custodito ed esposto» (ibid. p. 790).

Appare evidente che i conti non tornano!

Nello spiegare il "Mea Culpa" del suo Predecessore, così spiegava Ratzinger, da poco eletto Pontefice, ai sacerdoti nel suo viaggio in Polonia:
«Crediamo che la Chiesa è santa ma in essa vi sono uomini peccatori. Bisogna respingere il desiderio di identificarsi soltanto con coloro che sono senza peccato. Come avrebbe potuto la Chiesa escludere dalle sue file i peccatori? È per la loro salvezza che Gesù si è incarnato, è morto ed è risorto». (..)
«Occorre perciò imparare a vivere con sincerità la penitenza cristiana. Praticandola, confessiamo i peccati individuali in unione con gli altri, davanti a loro e a Dio. Conviene tuttavia guardarsi – ha aggiunto – dalla pretesa di impancarsi con arroganza a giudici delle generazioni precedenti, vissute in altri tempi e in altre circostanze. Occorre umile sincerità per non negare i peccati del passato, e tuttavia non indulgere a facili accuse in assenza di prove reali o ignorando le differenti pre-comprensioni di allora». Non ci si può ergere a giudici severi del passato adottando le categorie del presente per condannare senza appello chi ci ha preceduto. «Inoltre – ha concluso – chiedendo perdono del male commesso nel passato dobbiamo anche ricordare il bene compiuto con l’aiuto della grazia divina che, pur depositata in vasi di creta, ha portato frutti spesso eccellenti».

L'insegnamento di Ratzinger non è cambiato...
dal libro del card. J. Ratzinger
“La Chiesa, Israele e le religioni del mondo” edito dalla san Paolo ed. del 2000 E NON PIU' IN COMMERCIO (chissà perchè)

(cap. IV Il dialogo delle religioni e il rapporto tra Ebrei e Cristiani, paragrafo 7 “Tesi conclusive” )
(…)leggiamo:

"Ebbene, diciamolo subito francamente: chi volesse puntare all’unificazione delle religioni come risultato del dialogo interreligioso, può restarne deluso. Nelle nostre circostanze storiche una cosa simile è difficilmente possibile e forse non è nemmeno auspicabile.
E allora? Desidero fare tre osservazioni.

Nessuna rinuncia della verità[SM=g1740730]

La prima:
l’incontro tra le religioni non può avvenire nella rinuncia alla verità, ma è possibile solo mediante il suo approfondimento. Lo scetticismo non unisce. E nemmeno il puro pragmatismo unisce. Ambedue le posizioni non fanno che aprire la porta alle ideologie che, poi, si presentano in maniera ancora più sicura di sé.
La rinuncia alla verità e alla convinzione non innalza l’uomo, ma lo consegna al calcolo utile, privandolo della sua grandezza.
Vanno incoraggiati invece il rispetto profondo per la fede dell’altro e la disponibilità a cercare in ciò che incontriamo come estraneo, la verità che ci può concernere e può correggerci e farci progredire.
Va incoraggiata la disponibilità a cercare, dietro alle manifestazioni che ci possono sembrare strane, il significato più profondo che si cela in esse.
Va inoltre incoraggiata la disponibilità ad abbandonare la restrittezza del nostro modo di intendere la verità, così da comprendere meglio ciò che ci appartiene, imparando a capire l’altro e lasciandoci così guidare sulla strada del Dio più grande – nella convinzione di non possedere pienamente la verità su Dio e di essere sempre dinanzi a essa persone che imparano, pellegrini alla sua ricerca, su una strada che mai avrà fine.

Seconda osservazione:
se le cose stanno così, se bisogna cioè cercare sempre il positivo anche nell’altro e se, quindi, anche l’altro deve diventare per me un aiuto sulla strada verso la verità, non può e non deve mancare però l’elemento critico.
La religione custodisce la preziosa perla della verità, ma al tempo stesso la occulta ed è sempre esposta al rischio di perdere la propria natura.
La religione può ammalarsi e divenire un fenomeno distruttivo.
Essa può e deve portare alla verità, ma può anche allontanare l’uomo da essa.
La critica della religione presente nell’Antico Testamento oggi non ha affatto perso la sua fondatezza. Può risultare relativamente facile porsi in un atteggiamento critico nei confronti di un'altra religione, ma dobbiamo anche essere pronti ad accogliere critiche rivolte a noi stessi, alla nostra stessa religione.
La fede senza la religione è irreale, essa implica la religione. Ma anche fra i cristiani la religione può corrompersi e trasformarsi in superstizione, cioè, che la religione concreta, in cui la fede viene vissuta, deve essere continuamente purificata a partire dalla verità che si manifesta nella fede e che, d’altra parte, nel dialogo fa nuovamente riconoscere il proprio mistero e la propria infinitezza.

...e infine
Terza osservazione:
significa questo che la missione deve venir meno ed essere sostituita dal dialogo, in cui ciò che conta non è la verità ma l’aiutarsi reciprocamente a diventare migliori cristiani, ebrei, musulmani, induisti o buddhisti?
Rispondo di no![SM=g1740722]
Questa sarebbe infatti la completa assenza di convinzioni, in cui – con il pretesto di convalidare ciò che ciascuno ha di meglio – non prenderemmo sul serio né noi né gli altri e rinunceremmo definitivamente alla verità.
La risposta mi sembra piuttosto che missione e dialogo non devono più essere forme contrapposte, ma compenetrarsi reciprocamente.
Il dialogo non è un intrattenimento senza scopo, ma ha di mira la persuasione, la scoperta della verità, altrimenti è senza valore. Dall’altro canto la missione in futuro non può più essere compiuta come se si comunicasse con un soggetto fino a quel momento privo di qualunque conoscenza di Dio, a cui deve credere.
All’altro non si dice qualcosa di completamente ignoto (lo tesso nostro Dio non è un Dio "ignoto"), ma si dischiude la profondità nascosta di ciò che egli ha già sperimentato in qualche modo nella sua fede.
Questa è certamente un’eventualità reale e lo sarà forse sempre di più in un mondo che in molte parti sta diventando ateo".


*******************************

ecco...come spiegavo parlando di CAUSA trovo in questa espressione di Ratzinger una conferma:
"un’eventualità reale e lo sarà forse sempre di più in un mondo che in molte parti sta diventando ateo"

è l'ateismo, e nella Chiesa l'apostasia, la causa principale per cui Essa ha adottato dei "modi diversi" per rapportarsi con l'altro....ebreo o musulmano che sia, il problema di oggi, legato a questo mometo storico è l'apostasia per molti cattolici e l'ateismo dell'Occidente...è una urgenza storica...E' UN MOMENTO STORICO...
Il tutto infatti, è comprensibile alla luce della Riforma nella Riforma che Benedetto XVI sta compiendo nella Chiesa a sottolineare appunto una urgenza per frenare questa emorragia causata dalla mancanza di SANGUE=EUCARESTIA=SACRO=SACRAMENTI....

Vorrei concludere questa esposizione con alcuni pensieri di Cheserton spiegati dal cardinale G. Biffi...[SM=g1740733]

dice Chesterton, anzi profetizzava: < La Chiesa aveva ragione nel rifiutare anche le eccezioni, e le eccezioni sono diventate una regola…..>
Per Chesterton vi è una certezza…che la conseguenza più deleteria della scristianizzazione dell’Europa non è stato a causa dello smarrimento etico seppur esso gravissimo, ma è stato LO SMARRIMENTO DELLA RAGIONE: < Il mondo moderno – dice - ha subito un tracollo mentale, molto più consistente di quello morale….>
Bè possiamo dire effettivamente che subendo un tracollo mentale e venendo meno la ragione, il tracollo etico e morale ne sono una conseguenza….


In tal senso, spiega Chesterton, il cristiano spesso ha sostituito la speranza evangelica con un ansioso ottimismo mondano: < Non vuol più accettare la dottrina cattolica che la vita umana è una battaglia; VUOLE SOLO SENTIRSI DIRE….CHE E’ UNA VITTORIA! >.
O almeno, spiega il card. Biffi, vuole persuadersi, il cristiano e cattolico, che tra la verità e l’errore, tra il bene e il male, tra Cristo e Belial è come se si fosse firmato un armistizio!!! Nulla di più è, naturalmente, falso!


Un altro aspetto che il card. Biffi analizza attraverso i pensieri di Chesterton è l’Ortodossia ed eterodossia… In nome dell’irenismo, specifica il card. Biffi, E’ DIFFICILE DIVENTARE ERETICI ed è straordinariamente paradossale che anzi, oggi, praticamente non ci siano più eretici e questo perché va sbiadendosi il confine tra l’ortodossia e l’eterodossia e, incomprensibile è che oggi nessuna asserzione è più condannabile, di conseguenza viviamo nel paradosso che pur vivendo in una epoca culturalmente eretica, l’eretico non esiste più….

Ma per Chesterton l’ortodossia è l’unica garanzia per la nostra salvezza! Essa è inconfondibile, è l’unico magistero affidabile dando, invece, all’eresia, una visione positiva, per lui le eresie “sembrano persino corrispondere alla verità e talvolta sono vere, ma nel senso limitato in cui una verità non è la Verità !” L’eresia, afferma a ragione Chesterton, è quella verità che trascura tutte le altre verità che conducono in sostanza alla vera ed unica Verità!

E’ per questo che Chesterton arriva a concepire la bellezza insita nella Chiesa Cattolica da lui ritenuta l’unico baluardo rimasto a difesa dell’uomo autentico, dell’uomo “normale” e dice: “ La Chiesa… è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento” esse vengono spurgate, ragionate, discusse, corrette, esse diventano una verità nell’ortodossia che è poi quella espressione felice di san Paolo della “Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno DELLA VERITA’” (1Tm.3,15)



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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