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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Non ho capito un passo del Vangelo (chiarimenti e approfondimenti sulla Scrittura)

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2018 19:20
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22/03/2014 10:59
 
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  Un sacerdote risponde

Mi parli della grazia e della potenza di Dio che opera in noi

Quesito

caro padre Angelo,
sono Teo ..come va? non so se si ricorda di me.. prima scrivevo spesso a lei...
Volevo chiedere...che differenza c'è tra questi due termini presenti nella scrittura: charis (grazia) e dunamis (potenza), quali sono le funzioni che hanno questi due elementi nella vita del credente e che relazione c'è tra i due termini.
grazie di cuore
Dio la benedica
La ricordo sempre nelle mie preghiere


Risposta del sacerdote

Caro Teo,
1. la parola grazia nella Sacra Scrittura significa dono ed è usata secondo varie accezioni a seconda dei vari generi del dono elargito.
Il dono più alto che viene comunicato agli uomini è Dio stesso, Dio che si fa uomo, Gesù Cristo.
Per questo nella lettura che si legge nella Messa di mezzanotte di Natale san Paolo dice. “È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (Tit 2,11).

2. Ma il termine grazia indica anche un dono soprannaturale comunicato agli uomini e che si distingue da Dio stesso.
In questo senso Maria viene detta “piena di grazia”, piena della benevolenza e dei doni di Dio. 
Qui “grazia” indica un suo stato particolare di favore di cui gode nei confronti di Dio”.
È proprio questo stato o questa benevolenza di Dio che le permette di possedere nel proprio cuore la presenza personale di Dio nella massima maniera possibile a una creatura.

3. I teologi danno un nome preciso a questa benevolenza o grazia divina: è la “grazia santificante”. 
Questo termine nel Vangelo e nel Nuovo Testamento corrisponde alla “vita” che Gesù viene a comunicare, quella di cui parla quando dice: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5,24). 
Questa grazia viene chiamata anche “vita eterna”. Essa s’identifica con il possesso di Dio e della SS. Trinità nel proprio cuore, che avviene già di qua, secondo le parole di Gesù: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). 
Qui il verbo conoscere non significa solo conoscere, ma anche amare e possedere.
La Grazia, chiamata anche vita e vita eterna, talvolta viene espressa con il termine spirito: “le parole che vi ho dette sono spirito e vita” (Gv 6,63). Le parole di Gesù comunicano la grazia, la vita spirituale.

4. La potenza (dünamis) è un attributo di Dio ed è un sinonimo dell’onnipotenza divina. Per questo nell’Antico Testamento Dio viene presentato come il ”Dio degli eserciti”, Deus sabaoth.
Quest’espressione risuonava nell’antica Messa celebrata in latino, che aveva conservato la dizione ebraica.
La traduzione italiana mette “Dio dell’universo” e sparisce da quest’espressione l’onnipotenza divina.
La Bibbia di Gerusalemme dice che “la potenza è un equivalente di Jahwè” (nota a Mt 26,64).

5. Gesù manda i suoi discepoli perché attestino la sua sovrana onnipotenza: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt 28,18).
Essi perciò hanno il compito di sottomettere al suo regno spirituale tutte le nazioni: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,10-20).

6. Come la grazia viene partecipata ai credenti, così anche la sua potenza.
La grazia stessa è quella potenza che li rende incrollabili sotto gli attacchi del loro avversario.
Scrive San Pietro: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo. E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la potenza nei secoli. Amen!” (1 Pt 5,5-11).
Per questo il discepolo del Signore, sottomesso alla potenza di Dio, non deve aver alcuna paura del demonio. 
Anzi, quando è rivestito di grazia è il demonio stesso che comincia ad aver paura e fugge. San Diacono dice: “Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi” (Gc 4,7).

7. Per mezzo della grazia risplende nel cristiano quella potenza di Gesù che faceva tremare i demoni e li metteva in fuga.
È questa la potenza del Signore degli eserciti che gli viene comunicata.
In forza di essa “mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire” (Sal 91,7).
In ordine ai mali che derivano direttamente dal demonio il cristiano che vive in grazia ha questa garanzia: “mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire” (Sal 91,7).
E ancora “non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.
Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra” (Sal 91,10-12).

8. Ecco dunque qualcosa dello stretto legame tra grazia e potenza.
Ma vi sarebbe da parlare anche della straordinaria potenza di cui godono coloro che vivono in grazia, dei doni dello Spirito Santo che in qualche modo fanno già rapire il cielo fin che siamo di qua e della virtù dei loro meriti e delle loro preghiere.

Ti ringrazio per le preghiere che sempre fai per me.
Ti auguro di crescere sempre più nella grazia e nella potenza dello Spirito Santo.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico. 
Padre Angelo




Un sacerdote risponde

Faccio confusione nel sentire parlare di anima e di spirito

Quesito

Caro padre Angelo,
vorrei porle una domanda sulla differenza tra anima e spirito. Spesso vengono usati come sinonimi (erroneamente dice qualcuno..), altri invece sostengono che anima significhi "mente" e che quindi non sia eterna e che lo spirito sia il soffio divino ed eterno.... ma se le cose stanno così Cristo come avrebbe potuto dire: "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, perchè non possono uccidere la vostra anima"? E perchè nel momento della morte è scritto che "Consegnò lo spirito"? L'individualità dell'uomo risiede nell'anima o nello spirito? Io credo che l'anima sia una realtà spirituale, è quella a cui facciamo riferimento quando cerchiamo di dare un senso alla nostra vita, dove il bene e il male diventano oggetto di scelta. Quindi mi sembra assurdo sentire che l'anima non sia eterna. Non a caso San Francesco parlava di "morte secunda" o "morte dell'anima", cioè l'anima priva di qualsiasi luce interiore, incapace di distinguere il bene dal male, ma non MORTA in senso letterale. Mi perdoni se non sono stata abbastanza chiara. La ringrazio per l'attenzione e spero che mi risponderà presto :)

Camilla


Risposta del sacerdote

Cara Camilla,
1. di per sé l’anima umana è spirituale, e come tale è incorruttibile e immortale. Può morire solo ciò che è composito, costituito di parti. La disgregazione delle parti in un vivente ne segna la morte. 
L’anima umana invece, essendo spirituale, non è costituita di materia e pertanto non ha parti e conseguentemente è incorruttibile e immortale.

2. Che l’anima umana sia spirituale si può provare con le sole risorse della ragione.
Sant’Agostino, all’età di 18 anni, pur non essendo ancora cristiano, dopo aver letto le opere di Platone e l’Ortensio di Cicerone, due grandi pensatori pagani, si convinse della spiritualità dell’anima umana.
A suo tempo, nel nostro sito, ne ho portato le argomentazioni.

3. Per noi dire anima spirituale e spirito umano è la stessa cosa.
I due termini sono sinonimi.
Per questo comunemente si dice che l’uomo è composto di anima e di corpo.
Oppure si dice che è composto di materia e di spirito, intendendo per materia il corpo, e per spirito l’anima.
L’individualità dell’uomo non consiste nel suo spirito, ma nell’unità di anima e corpo.

4. In San Paolo però anima e spirito non sono la stessa cosa.
In 1 Ts 5,23 egli scrive: “e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo” (1 Ts 5,23).
Per San Paolo lo “spirito” distinto dall’anima corrisponde a ciò che noi chiamiamo grazia.
La grazia è quello splendore soprannaturale che Dio infonde in noi quando ci genera come suoi figli e ci rende capaci di possedere dentro il nostro cuore la sua presenza personale, la presenza della SS. Trinità.
In questo senso lo spirito è così distinto dall’anima che ne può essere anche separato, come avviene in chi si trova in peccato mortale e pertanto perde la grazia.

5. Ancora: l’anima spirituale è una realtà di ordine naturale. Appartiene alla natura umana.
La grazia invece o, per usare il linguaggio di san Paolo, lo spirito è una realtà di ordine soprannaturale, è una partecipazione della vita divina fatta all’uomo.

6. L’anima spirituale e il corpo fanno l’uomo.
L’anima spirituale, il corpo e la grazia fanno il cristiano, il figlio di Dio.

7. Quando si legge che Gesù emise lo spirito, s’intende come primo significato che consegnò la sua anima al Padre, mentre lasciava il suo corpo alla terra.
Ma s’intende anche che morendo consegnò il suo spirito, la sua vita a noi.

Nella speranza di aver portato chiarezza, ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo




Un sacerdote risponde

L'anima umana non viene trasmessa dai genitori (traducianesimo), ma viene creata immediatamente da Dio (creazionismo)

Quesito

Caro padre Angelo, 
grazie per il contributo che offre con le sue risposte. Leggendo sant'Agostino mi sono imbattuto sul traducianismo, opposto al creazionismo, secondo il quale l'anima viene trasmessa di padre in figlio attraverso la generazione del corpo, spiegandone così l'ereditarietà del peccato originale. Non si può d'altronde ammettere che Dio crei un'anima dannata (stato in cui si trova tutta l'umanità da cui nessun membro può essere sottratto se non dalla misericordia e dalla grazia di Dio. Devo dire che ciò spiegherebbe molte mie perplessità. La mia domanda è dunque: bisogna credere alla visione che ci offre la dottrina del traducianismo, o quella offertaci dal creazionismo? Riflettendo, la prima offre importanti risposte, credo, anche nel campo della bioetica. 
La ringrazio per la pazienza e l'ascolto. 
Mi ricordi nelle sue preghiere. 
Eugenio


Risposta del sacerdote

Caro Eugenio,
1. a vantaggio dei nostri visitatori ricordo il significato di traducianesimo e creazionismo.
Il problema riguarda l’origine dell’anima.
Per la prima teoria l’anima trae origine dai genitori e viene trasmessa dai genitori al figlio.
Per la seconda ogni singola l’anima viene creata direttamente da Dio.

2. A Sant’Agostino il traducianesimo pareva più consono con la dottrina del peccato originale, anche se il creazionismo salvava meglio la spiritualità dell’anima.
Per San Tommaso e per il pensiero a lui successivo l’anima viene creata direttamente da Dio. Essendo l’anima di natura spirituale non può trarre origine dalla materia, ma solo da Dio mediante un suo atto creativo..

3. Ecco che cosa insegna San Tommaso: “(L’anima umana)  non può derivare da una materia preesistente né corporea, perché sarebbe allora di natura corporea, né spirituale, perché in tal caso le sostanze spirituali si trasmuterebbero le une nelle altre” (Somma teologica, I, 90, 2).
Pertanto “è necessario concludere che l’anima umana viene prodotta solo per creazione” (Ib.).

4. Anzi, è creata da Dio: “Alcuni pensarono che gli angeli, operando per delegazione divina, producono le anime umane. Ma questo è assolutamente impossibile e contrario alla fede. Infatti abbiamo visto che l'anima umana non può essere prodotta che per creazione.
Ora, Dio solo può creare.
Infatti è prerogativa del solo primo agente operare senza presupposto alcuno: invece la causa seconda presuppone sempre qualche cosa dovuta al primo agente…
Ma chi produce un effetto presupponendo qualche cosa compie una trasmutazione; mentre soltanto Dio può compiere una creazione. E poiché l'anima intellettiva non può derivare per trasmutazione da una qualsiasi materia, non potrà essere prodotta che immediatamente da Dio” (Somma teologica, I, 90, 3).

5. Aderire al creazionismo non significa affermare che l’anima sia stata creata in stato di dannazione.
Questo la Chiesa non l’ha mai insegnato e neanche ipotizzato.
Anzi, per le anime morte senza peccati gravi personali e senza la grazia conferita dal Battessimo la Chiesa ipotizzava il limbo, e cioè uno stato di felicità naturale.

6. Per la trasmissione di tare o handicap particolari non è necessario ricorrere al traducianismo. È sufficiente ricordare che alcune tare si trasmettono a livello genetico.

7. Desidero precisare infine che oggi al termine “creazionismo” si dà per estensione un significato più ampio e lo si oppone alla teoria dell’evoluzione.
Su questo punto il Magistero della Chiesa lascia libertà di pensiero purché si affermi che il mondo è stato creato da Dio e che, al momento della comparsa dell’uomo, la sua anima sia stata creata immediatamente da Dio.

Ti ricordo volentieri nelle mie preghiere come hai chiesto, e ti benedico.
Padre Angelo






Un sacerdote risponde

In che modo l’anima umana viene infettata dal peccato originale se esce dalle mani purissime di Dio

Quesito

Padre provo ad esprimere sinteticamente un quesito su cui da tempo mi interrogo.
Sappiamo di essere creature costituite di anima e corpo che sono secondo il CCC parte di un'unica natura, se ben ricordo! Tuttavia il corpo Dio lo dona indirettamente per mezzo dei nostri genitori mentre l'anima è creata direttamente da Dio. Ora penso che provenendo direttamente da Dio l'anima viene creata perfetta perchè scaturisce direttamente dal Perfettissimo. Allora il peccato originale riguarda esclusivamente il corpo per questo mortale e non l'anima che è immortale? Non mi convince ciò perchè anima e corpo sono parte di un'unica natura che è la persona umana! Si può ipotizzare un primo istante di immacolatezza di ogni persona e di un secondo istante di azione del peccato originale? Praticamente quello che ereticamente si sosteneva di Maria Santissima? 
La ringrazio, pace e bene


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. ho lasciato la tua mail come l’hai scritta, sebbene vi sia qualche imprecisione nella terminologia.
L’ho lasciata così perché il senso della tua domanda si capisce bene. 
In poche parole tu chiedi: in che modo l’anima umana viene infettata dal peccato originale se esce dalle mani purissime di Dio?

2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica risponde: “la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno” (CCC 404).

3. Continua il Catechismo: “Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l’umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato « peccato » in modo analogico: è un peccato « contratto » e non « commesso », uno stato e non un atto” (CCC 404).

4. I teologi si domandano in quale maniera l’anima rimanga contagiata.
Di certo Dio non la può creare “maculata” (macchiata).
Senti che cosa dice S. Agostino: “A questo proposito preferisco stare in ascolto che parlare per non avere la presunzione di insegnare ciò che non conosco” (Libentius disco quam dico, ne audeam docere quod nescio; Contra Julian., 4,17).

5. Come vedi, Sant’Agostino si poneva il tuo stesso problema e si domandava come potesse Dio creare un’anima macchiata dal peccato originale. Preferiva dunque rimanere in silenzio.
I teologi posteriori, seguaci del pensiero di San Tommaso, hanno pensato che l’anima venisse inquinata nel momento stesso della sua creazione, che è lo stesso momento in cui viene infusa nel corpo.
E poiché il corpo eredita la natura corrotta dei genitori, così l’anima, che di quel corpo è il principio vitale, si presenta come l’anima di un corpo umano ereditato da una natura corrotta.
Portavano quest’esempio: come un liquido si inquina quando viene messo in  un vaso inquinato, così avverrebbe anche per l’anima.
Con questa differenza però: che il liquido incontaminato preesiste al vaso, mentre l’anima viene creata nello stesso momento in cui viene infusa e diventa principio vitale di quel corpo.

6. Questa tesi non trova il parere concorde dei teologi contemporanei.
Alcuni di essi sono d’accordo nel ritenere che i difetti psicologici possano essere ereditati da una natura imperfetta dei genitori, ma non riescono a comprendere come questa natura contaminata dal peccato originale possa intaccare l’anima che è spirituale.
E dicono che l’anima, benché creata da Dio, si trova in stato di peccato perché viene comunicata a un figlio di Adamo che col suo peccato si è reso indegno dell’amicizia di Dio. 
Questa è la tesi di Domenico Grasso, gesuita. La si trova nel suo libro intitolato “Il messaggio di Cristo”, p. 135.
D. Grasso di fatto fa sua la tesi di due suoi confratelli Flick e Alszeghy.
Tuttavia questa spiegazione, a mio parere, illumina meno di quella dei teologi precedenti.

7. Ci tengo però a dire che queste sono spiegazioni dei teologi. E in quanto tali non sono dogma di fede.
È invece di fede ritenere quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l’umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali” (CCC 404).

8. La tua spiegazione invece non convince perché presuppone che l’anima possa pre-esistere all’infusione del corpo.
Inoltre non è corretto equiparare la tua tesi con quella di chi diceva che la Madonna avrebbe ereditato il peccato originale, ma subito dopo per singolare privilegio  ne sia stata liberata.
Va detto anche, sempre per la precisione, che questa tesi non era ereticale perché il dogma dell’immacolata concezione non era stato ancora sancito.
Sarebbe ereticale se la si sostenesse oggi.

Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo





Un sacerdote risponde

Il fatto che Adamo ed Eva abbiano peccato comporta che tutti noi abbiamo peccato e se siamo inclinati al male dov'è la nostra libertà?

Quesito

Salve padre Angelo,
Le ho già scritto un email circa una settimana fa.. Avrei un'altra domanda da porle:
Il fatto che Adamo ed Eva abbiano peccato questo comporta che tutti noi abbiamo peccato. Quindi noi nasciamo già peccatori. Però il fatto che nasciamo già peccatori e quindi che tendiamo al male questo non è direttamente colpa nostra, giusto? 
Se Dio ci ha creati liberi perché noi nasciamo già tendenti al male, come conseguenza del peccato di Adamo ed Eva?


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. l’affermazione centrale della tua email è la seguente: “Il fatto che Adamo ed Eva abbiano peccato comporta che tutti noi abbiamo peccato. Quindi noi nasciamo già peccatori”.
Chi legge queste parole potrebbe obiettare: perché comporta che tutti abbiamo peccato?
Eppure le parole che hai usato sono praticamente simili a quelle della Sacra Scrittura.
San Paolo infatti scrive: “Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori” (Rm 5,19) e “Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Rm 5,12).

2. L’obiezione di riduce a questoe: come posso aver peccato se ancora non esistevo?
A questo risponde in maniera molto precisa il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale parte da un’affermazione di San Tommaso d’Aquino: tutti  siamo “come un unico corpo di un unico uomo” (Quaestiones disputatae de malo, 4, 1).
E conclude: “il peccato originale è chiamato «peccato» in modo analogico: è un peccato «contratto» e non «commesso»uno stato e non un atto” (CCC 404).

3. Pertanto è stato commesso da tutti non perché l’abbiano commesso tutti, ma perché ha intaccato tutti.
Ha intaccato tutti perché “Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana” (CCC 404).
Per questo, Adamo ed Eva peccando non hanno privato della santità e della giustizia originale non solo se stessi, ma anche i loro discendenti.
Il peccato originale ha intaccato la loro natura.
E di conseguenza ha intaccato la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta (Concilio di Trento, DS 1511-1512).

4. Il peccato originale è una macchia dell’anima e nello stesso tempo è privazione della santità originaria. Ed è anche come una ferita che comporta anche un’inclinazione al male.
Tuttavia col peccato originale non scompare l’inclinazione al bene.
Anzi, questa inclinazione rimane e possiamo dire che rimane più forte dell’inclinazione al male, perché è la tendenza della natura, è una tendenza insopprimibile.

5. San Tommaso a proposito della libertà dice che “non è portata al bene e al male alla stessa maniera: perché la tendenza al bene è assoluta e naturale; quella invece al male è un difetto, e contro l’ordine della natura” (Somma teologica, III, 34, 3, ad 1).
Questo è mostrato dal fatto che in genere le azioni compiute dagli uomini sono azioni buone: lavorano, mangiano, studiano, parlano col prossimo, organizzano…
Talvolta sono anche azioni cattive e cioè peccati.

6. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda questo quando afferma: “Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale.
Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all’ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata «concupiscenza»).
Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l’uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell’uomo e lo provocano al combattimento spirituale” (CCC 405).

7. Venendo alla tua ultima domanda: l’inclinazione al male non è una colpa nostra, perché l’abbiamo ereditata.
Sì, è vero, ma non di rado questa inclinazione viene rafforzata dai peccati personali.
Dopo il peccato originale la libertà umana è indebolita. Ma a rimedio di questa debolezza Gesù Cristo ci dona la grazia, di cui il minimo grado è sufficiente per superare ogni tentazione al male.
In Cristo la libertà è restituita all’uomo nella sua integrità.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo





[Modificato da Caterina63 19/03/2015 17:18]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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