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L'Inferno, Purgatorio e Paradiso esistono: non ci scherzare troppo! I NOVISSIMI

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2016 21:16
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15/03/2011 11:55
 
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Un coraggioso Benedetto XVI parla al mondo di temi scomodi: Satana, i peccati e... il latino


Con un significativo saluto finale il Santo Padre al termine dell'Angelus della Prima domenica di Quaresima 2011 ha voluto rammentare a chi osteggia, anche in curia, il latino, l'amore del Papa per questa lingua. Infatti, agli studenti e alle studentesse del Liceo Cristiano di Veenendaal (Prov. di Utrecht, Paesi Bassi) insieme con i loro docenti, il Papa, in rigoroso latino, ha detto "Valde laetamur eos Romam advenisse, ut in proposito linguae Latinae colendae confirmarentur. His namque sermo multum conferre potest tum ad antiquiora altius vestiganda, tum ad recentiora acrius ponderanda" ("Mi rallegro che siano venuti a Roma, per confermarsi nel proposito di coltivare la lingua latina. Infatti questa lingua può contribuire molto, sia allo studio più profondo dell’antichità, sia anche all’approfondimento della storia più recente).

Ritornando all'Angelus di questa prima domenica di Quaresima Benedetto XVI ha parlato del "Tempo liturgico di quaranta giorni che costituisce nella Chiesa un itinerario spirituale di preparazione alla Pasqua" ricordando che "si tratta in sostanza di seguire Gesù che si dirige decisamente verso la Croce, culmine della sua missione di salvezza". Il Papa si chiede e ci chiede: "perché la Quaresima? perché la Croce?". E da questa lapidaria e radicale quanto veritiera risposta: "perché esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male".

Da grandissimo teologo e filosofo, oltre che conoscitore dell'uomo post-moderno,aggiunge: "Ma questa affermazione non è affatto scontata, e la stessa parola "peccato" da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo. In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato. Perciò il senso del peccato – che è cosa diversa dal "senso di colpa" come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dio. ... Di fronte al male morale, l’atteggiamento di Dio è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore.

Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave e più profonda è proprio quella del peccato".

Parole chiare e precise, biblicamente fondate del Santo Padre per tutta l'umanità. Ma il culmine della sapienza il Papa lo raggiunge con il passaggio successivo. Davanti ad una incultura, a volte ecclesiastica, che nega l'esistenza di Satana, afferma chiaramente: "Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, "origine e causa di ogni peccato". Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che viene proclamato ogni anno nella Prima Domenica di Quaresima. Infatti, entrare in questo Tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del male". Dopo l’Angelus in italiano il Papa ha detto che "le immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati.

Desidero rinnovare la mia spirituale vicinanza alle care popolazioni di quel Paese, che con dignità e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamità. Prego per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!". Ai francofoni ha ricodato che "la fede cristiana comporta la lotta contro il Tentatore ancora al lavoro".

Impariamo "a resistere, con la preghiera, il digiuno, e la condivisione". Agli anglofoni ha ricordato di unirsi spiritualmente in preghiera per le vittime della devastazione giapponese. Ai tedeschi ha ricordato che "la Quaresima ci invita ad un cambiamento di prospettiva", per superare tutto ciò che porta disaccordo: "la nostra ambizione e volontà propria, ma anche la preoccupazione e il dubbio". Hai tedeschi e agli austriaci poi, il Papa ricorda a Cristo dobbiamo confessare i peccati (si sa che il sacramento della confessione è in crisi in questi due paesi, purtroppo), chiedere perdono e nutrirsi della sua Parola di Dio vivente. Agli ispano-parlanti ha ricordato che l'immagine del deserto "invita a riconoscerci interiormente, con spirito di penitenza, per crescere nel cammino spirituale". Ha ringraziato i pellegrini croati perchè "all’inizio della Quaresima siete venuti a rafforzare la vostra fede sulle tombe degli Apostoli ed a manifestare la devozione verso il Successore di Pietro". Infine ai polacchi ha insegnato che "la liturgia dell’odierna domenica ci rende consapevoli che ogni uomo è esposto alla tentazione. Tuttavia, la tentazione di Gesù nel deserto dimostra che non sempre essa deve condurre alla caduta e al peccato, ma può essere l’inizio della vittoria e della rivelazione della gloria di Dio.

E’ così quando, sull’esempio di Gesù, stiamo davanti alla tentazione con l’atteggiamento di obbedienza alla volontà del Padre. La Quaresima sia per tutti tempo di vittoria!.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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