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Caro Malacoda (Le Lettere di Berlicche) di C. S. Lewis

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2016 19:39
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27/01/2009 11:06
 
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Le lettere di Berlicche (titolo originale The Screwtape Letters), pubblicato a Londra nel 1942 dallo scrittore Clive Staples Lewis, ma originariamente apparso sulle pagine del quotidiano The Guardian, è una racconto in forma epistolare in cui un diavolo anziano, “sua potente Abissale Sublimità il Sottosegretario Berlicche”, istruisce suo nipote Malacoda, un giovane diavolo apprendista tentatore. Noi non vediamo le lettere di Malacoda a Berlicche, ma il loro contenuto può essere dedotto dalle risposte di Berlicche, il quale consiglia Malacoda su come assicurare la dannazione dell'anima di un giovane essere umano a lui assegnato, indicato come il “paziente”, di fronte al Nemico (Dio).

Nonostante Le lettere di Berlicche siano una delle opere più popolari di Lewis, l'autore medesimo affermò: “sebbene non avessi scritto niente altro con tanta facilità, non ho mai scritto con meno divertimento. La facilità di scrittura derivava senza dubbio dal fatto che la trovata delle lettere diaboliche, una volta ideata, si sviluppa spontaneamente [...] Potrebbe trascinarvi con sé per mille pagine, se vi lasciaste prendere la mano. Ma per quanto fosse facile immedesimarmi nell'atteggiamento diabolico, non era una cosa divertente, e comunque non per molto. Lo sforzo mi dava una specie di crampo spirituale. [...] Ogni traccia di bellezza, freschezza e genialità doveva esserne esclusa. Ancor prima delle fine del libro mi aveva quasi soffocato.”

Lewis aveva promesso solennemente di non scrivere mai un seguito dell'opera per i motivi sopra accennati, ma nel 1959, su invito del Saturday Evening Post, si decise a scrivere un saggio intitolato Il brindisi di Berlicche (titolo originale Screwtape proposes a toast), in cui il protagonista, Berlicche appunto, pronuncia un discorso alla fine del pranzo annuale alla “Scuola Superiore di Tentazione per Giovani Diavoli”, approfondendo alcuni aspetti che nel libro precedente erano stati solo accennati e aggiungendo nuove riflessioni e considerazioni sulla situazione attuale per quanto riguarda le possibili tentazioni e la loro efficacia nei confronti dell'uomo.

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Nel libro sono dunque raccolte le lettere che Berlicche invia, in tempi diversi, al nipote Malacoda. Lo zio offre al nipote una serie di ricchi consigli per dannare le anime degli uomini, soprattutto nei riguardi dei giovani, data l'età dell'anima affidata a Malacoda. Il Nemico (Dio) e suo figlio (Cristo) intervengono prontamente in ogni azione di Malacoda e dunque lo zio è costretto a dilungarsi più volte in tanti temi tipicamente legati allo spirito giovanile, come l'amicizia, l'amore, l'orgoglio, il legame con i genitori, la sessualità, la gola; in ciò Lewis utilizza uno stile assai vario, ma sempre incisivo, affrontando con una teologia ad un tempo benevola ed esigente tutte le tematiche sopra citate.

Dopo la prima lettera, il “paziente” si converte al Cristianesimo, e Malacoda viene severamente rimproverato e minacciato di essere sottoposto alle “punizioni abituali” presso la Casa di Correzione per Tentatori Incompetenti. L'obiettivo di Malacoda è ora quello di minare e indebolire la fede del paziente come anche di tentarlo a commettere esplicitamente dei peccati che possano portarlo alla sua definitiva dannazione. In ciò è riflessa la visuale Cattolico-Anglicana sul “peccato mortale” e sulla salvezza dell'anima. È tuttavia importante sottolineare, che la natura dei peccati espliciti viene qui discussa in modo da compiere una profonda riflessione e una meditazione sulla natura della distanza che il peccato crea tra Dio e l'uomo, al punto che Berlicche afferma che il dolce scorrevole pendio dei piccoli e quasi insignificanti peccati abituali è assai meglio di qualsiasi peccato grandioso ed evidente (come potrebbero essere omicidi, stupri, violenze, atti fortemente antisociali, guerre, ecc.) per il raggiungimento dello scopo diabolico di dannare il paziente.

Per esempio, nella quinta lettera Berlicche distoglie Malacoda dal lasciarsi prendere dall'entusiasmo circa la guerra (è in corso la Seconda Guerra Mondiale, con i bombardamenti della città di Londra ad opera dei Tedeschi). “Naturalmente, una guerra è divertente. L'immediato terrore e la sofferenza immediata degli esseri umani sono un ristoro legittimo e piacevole per le miriadi dei nostri affaticati lavoratori. Ma quale beneficio permanente ci può dare, a meno che noi non ne facciamo uso per portare anime al Nostro Padre di Laggiù? Quando vedo la sofferenza temporale degli esseri umani che poi, alla fine, ci sfuggono, provo una sensazione come se mi fosse stato permesso di gustare la prima portata di un ricco banchetto, e poi mi fosse stato negato il resto. È peggio che non aver gustato nulla.”. In realtà, Berlicche afferma che il costante e continuo richiamo alla morte offerto dalla guerra ha effetti disastrosi per le anime, spingendole a riflettere e meditare sulla caducità della vita e a ricercare ciò per cui valga la pena vivere e morire, e per ciò stesso viene vanificata e resa inservibile una delle migliori armi diaboliche, la “mondanità soddisfatta”.

Nell'ultima lettera avviene che il paziente muore durante un bombardamento aereo, e la sua anima viene salvata ed accolta in Paradiso. Malacoda viene duramente rampognato per essersi lasciato sfuggire un'anima dalle dita e viene consegnato al destino che sarebbe spettato al suo paziente se avesse avuto successo: la distruzione della sua essenza spirituale da parte degli altri demoni. Berlicche risponde alla disperata lettera finale di suo nipote assicurandolo che egli potrà aspettarsi tanto aiuto e soccorso dal suo “sempre più voracemente affezionato” zio quanto se ne sarebbe dovuto aspettare Berlicche stesso se la situazione fosse stata rovesciata: “Sta' sicuro che il mio amore per te e il tuo amore per me sono simili come due piselli. Io ho sempre sentito un grande desiderio di te, come tu (sciocco, degno di compassione) hai desiderato me. La differenza consiste nel fatto che io sono il più forte. Penso che ora ti daranno a me; o mi daranno un pezzettino di te. Amarti? Ma sì! Non mi sono mai cibato di un bocconcino più squisito. Ti sei lasciato sfuggire dalle dita un'anima. L'urlo della fame resa più acuta per questa perdita riecheggia in questo momento per tutti i gironi nel regno del rumore giù giù fino al trono. Il solo pensiero mi fa impazzire.”.

Lewis non vuole con ciò dare motivo di pensare che, sebbene Malacoda venga distrutto, egli cessi interamente di esistere. In realtà, in un punto delle lettere, Berlicche aveva messo in guardia Malacoda contro l'eccessivo entusiasmo per la sofferenza del paziente, ricordandogli che il dolore dell'uomo sulla terra è temporaneo mentre la sofferenza dell'anima nell'Inferno è eterna.

Il breve saggio successivo alle Lettere di Berlicche, intitolato “Il brindisi di Berlicche”, approfondisce la riflessione di Lewis circa questa “distruzione” dell'anima. La sostanza di ciò consiste nel fatto che ogni essere umano ha, oltre ad un angelo custode, anche un diavolo tentatore particolare. Se la persona assegnata al tentatore finisce la sua vita dannandosi, la sua anima diventa cibo per i demoni. Tuttavia, se invece la persona si salva finendo in Paradiso o in Purgatorio, è lo stesso tentatore ad essere divorato dai demoni. Inoltre, soprattutto le persone particolarmente malvagie (Berlicche cita Farinata degli Uberti, il re Enrico VIII d'Inghilterra, e Adolf Hitler) vengono considerate assai più gustose della maggior parte delle anime che finiscono all'Inferno. Nel suo brindisi infatti, Berlicche approva il recente aumento delle anime che si dannano, ma nello stesso tempo lamenta la loro qualità assai scadente, definendole “scarti che un tempo avremmo gettato a Cerbero ed ai suoi cani perché indegni del pasto diabolico.”.

Il saggio si conclude con la "confortante" considerazione che per fortuna sulla Terra esiste ancora ciò che gli uomini credono sia la “religione”, con le sue infinite possibilità di pervertirsi e condurre perciò alla dannazione innumerevoli anime, ma soprattutto di produrre dei dannati di grosso calibro, estremamente gustosi al palato: “In conclusione, amici miei, sarà un gran brutto giorno per noi quello in cui ciò che gli uomini chiamano “religione” sparirà dalla Terra. È la sola cosa ancora in grado di mandarci bocconcini veramente deliziosi. Il bel fiore del Sacrilegio non può sbocciare che vicino al Sacro. Non c'è luogo dove tentiamo con più successo come sugli scalini degli altari.”.

Le epistole si presentano come una discussione alternativa della dottrina cristiana raccontata per antitesi. Il tono è molto divertente e così permette con una certa facilità la trattazione di temi molto delicati e non sempre facili da comprendere: in aiuto infatti viene la geniale trovata di mettere il lettore nei panni di Malacoda, per poter così capire con maggior intuizione chi è veramente il cristiano. Difatti l'arma più potente del Nemico contro gli insegnamenti di Berlicche è proprio la Ragione.


(tratto da Wikipedia)

Non sveliamo se, alla fine, Malacoda riuscirà a portare all’inferno il suo “paziente”. Ma non è questa la cosa importante.

Conta di più domandarci su quale strada stiamo camminando noi stessi. Sicuramente, si arriva alla fine del libro con una sensazione di rigetto nei confronti degli insegnamenti di Berlicche. E viene da chiedersi dove e quando, allo stesso modo, qualche giovane tentatore potrebbe essere in gara con il nostro Angelo custode. [SM=g1740733]



Se hai davvero capito il pericolo che corri, i rischi ai quali sei esposto, non hai che una cosa da fare...."PRENDERE MARIA CON TE", la Madre che Gesù-Dio ci diede morendo sulla Croce.... [SM=g1740720] e con Lei combattere gli spiriti della menzogna, ingannatori, e credere in Gesù Cristo che nel dono del Battesimo ci ha aperto la strada per la salvezza...

[SM=g1740722] [SM=g1740721] [SM=g1740717] [SM=g1740720]


Se tu sai che un fungo è velenoso, cosa fai? Lo mangi per capire se davvero ti uccide? O piuttosto ti affidi, TI FIDI, di chi esperto, ne sa più di te ti dice "attento, quel fungo è velenoso!!" ??[SM=g1740733] Prova dunque a RAGIONARE, USA LA RAGIONE...non scartare Cristo solo perpartito preso, non ti conviene... [SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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