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Bioetica: LA VITA E' SACRA: Dignitas Personae

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2016 13:46
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27/04/2009 20:39
 
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La religiosa docente e ricercatrice di ostetricia e ginecologia

Anna Cappella
al servizio della vita


di Cesarina Broggi

"Si ricordi che questa è casa sua" disse Giovanni Paolo II ad Anna Cappella, la mattina del 4 gennaio 1980, dopo la Messa alla quale aveva partecipato con la dottoressa Wanda Poltawska, da lei conosciuta per espresso desiderio del Santo Padre e con la quale lavorò poi assiduamente. Queste parole furono per Anna la conferma che quanto stava facendo per l'insegnamento dei metodi naturali, con particolare riferimento al metodo dell'ovulazione Billings, era volontà di Dio. Da quel momento il Papa la sostenne e le fu sempre vicino nel suo cammino di apostola dei valori evangelici sulla vita e la famiglia.

La chiamava "la mia Anna", la stimava per la sua preparazione scientifica, per il suo amore alla vita e per quella sua anima candida e buona, piena di Dio e capace di misericordia e di fiducia. La mite, discreta creatura, di salute cagionevole e di una eccezionale sensibilità, sapeva imporsi con forza e determinazione quando c'era da difendere la verità e da sostenere il magistero della Chiesa.
 
Quando Anna Cappella fu conosciuta da Giovanni Paolo II aveva già percorso una lunga strada. Uscita dalla guerra che l'aveva privata tragicamente degli affetti più cari, era approdata come pensionante al centro universitario Regina Mundi di Roma, il più vicino alla sua facoltà, e vi aveva trovato nelle Missionarie sue compagne di università un'umanità accogliente e attenta alla sua sofferenza. Dio, sempre presente nella sua vita, le fece sentire la chiamata:  la risposta di Anna nel 1947 fu immediata e totale. Fu Missionaria della Scuola:  la "sua" scuola sarà la formazione alla vita.

Diceva:  "Educare significa anche far conoscere ciò che c'è nella natura", riferendosi al suo studio sulle leggi che regolano la fertilità della coppia. Alla formazione religiosa seguì la laurea nel 1952 e la specializzazione in ostetricia e ginecologia a Roma; successivamente approfondì le sue conoscenze in importanti centri clinici e di ricerca degli Stati Uniti. Presso il St. Francis Hospital ad Hartford nel Connecticut visse un periodo di particolare impegno di lavoro, studio, preghiera, molta solitudine e silenzio.

I primi tempi furono duri per la difficoltà della lingua che stava imparando - si dedicava con particolare comprensione alle pazienti di lingua italiana e spagnola che non conoscevano una parola di inglese - per l'orario di lavoro che la impegnava anche la notte. In una pausa di ritiro spirituale scriveva:  "Leggo, medito, prego e... dormo. Sono tutte le notti passate ad assistere le mamme che davano alla luce i loro piccini che vogliono nascere tutti di notte! Sono sola, eppure non mi sento affatto sola". Tutto ciò contribuiva a rendere sempre più viva in Anna la fede nell'amore di Dio, sua virtù caratteristica.

Lavorò in seguito a Boston, presso il St. Elizabeth Hospital. Tornò in Italia per discutere alla Sapienza la tesi di specializzazione.
 
Dopo un periodo di pratica in ospedali di Roma, ripartì per l'America dove il 1º gennaio 1960 incominciò l'anno di internato al Mary Inmaculate Hospital-Jamaica 32 a New York. Fece il post graduate course al New York Poly-Clinic. Sostenne gli esami di Stato richiesti e nel gennaio 1962 incominciò un corso di sei mesi di Ginecologia al Bellevue Hospital di New York. In seguito lavorò al Carney Hospital di Boston fino al 1969.

Nel maggio 1972, aderendo all'invito del vescovo di Multan, andò come missionaria in Pakistan, nel St. Dominic's Hospital di Bahawalpur e in Pakistan conobbe i coniugi Billings di passaggio a Karachi. Il 28 giugno 1974 partecipò in Australia, a Sydney, a un corso sulla regolazione delle nascite appunto secondo il metodo naturale dei coniugi Billings di cui divenne subito diretta collaboratrice. Nell'udienza concessa da Paolo VI a Madre Tincani e a tutte le sue Missionarie nel cinquantesimo di fondazione, il 28 agosto 1974, Anna Cappella fu presentata al Pontefice che, sentendola parlare con entusiasmo della sua scoperta, affermò:  "Questo è un lavoro molto importante:  diffondetelo!".

Anna fece conoscere il metodo in Pakistan e poi in Italia, dove rientrò nel dicembre 1975. La dottoressa Lyn Billings, nell'intervista rilasciata al giornalista Angelo Montonati nel 1998, chiamava Anna Cappella una collaboratrice davvero meravigliosa e diceva fra l'altro:  "Fin dal nostro primo incontro - in Pakistan - la vedemmo particolarmente interessata alla filosofia della pianificazione naturale delle nascite:  in effetti, si era subito resa conto che si trattava soprattutto di un messaggio di attenzione e di amore per le famiglie. Anna ha svolto in questi anni uno straordinario lavoro, insegnando il metodo ai missionari e alle missionarie che passavano da Roma - perché a loro volta lo divulgassero - e organizzando conferenze e convegni per l'Africa, l'Europa, e insegnando in varie parti del mondo. Inoltre ha dato vita a concreti programmi d'insegnamento in tutta Italia, riunendo intorno a sé un gruppo validissimo di donne motivate e altamente qualificate per quanto riguarda la filosofia del metodo e fedeli all'insegnamento della Chiesa".

Incoraggiata da Giovanni Paolo II, sostenuta dai coniugi Billings, fu prima direttore del consultorio familiare presso la facoltà di medicina del Policlinico Gemelli, poi, dal luglio 1980, direttore del Centro studi e ricerche sulla regolazione naturale della fertilità all'università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel 1980 fu invitata a partecipare ai lavori del Sinodo dei vescovi che si svolgeva a Roma su "La famiglia. Educazione all'amore e alla vita".
 
Preparò congressi internazionali e fece molti viaggi in tutto il mondo:  America, Asia, Africa, Australia, per diffondere il metodo Billings.
All'udienza durante il congresso del 1981, Giovanni Paolo II salutò paternamente Anna per prima:  "Come stai, Anna?". E il rettore magnifico della Cattolica rispose:  "È il genio di questa organizzazione". In quello stesso anno avrà la grazia di visitare, come medico del Gemelli, il Papa dopo l'attentato del 13 maggio.

Il 31 agosto 1981 il Papa chiamava Anna a Castel Gandolfo per una importante riunione relativa alla fondazione dell'Istituto per la famiglia Giovanni Paolo II. Qualche giorno dopo tornava da lui con il programma da svolgere nell'Istituto dove avrebbe tenuto anche lei un corso regolare.
Nel marzo 1991 il Santo Padre nominò Anna Cappella membro del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. Il 25 novembre 2005, nell'aula Francesco Vito del policlinico Agostino Gemelli, fu consegnata ad Anna Cappella da monsignor Elio Sgreccia, già ordinario di bioetica all'università Cattolica e presidente della Pontificia Accademia per la Vita, una targa, premio alla carriera, con la seguente motivazione:  "Per l'incalcolabile contributo alla diffusione del metodo Billings in Italia e nel mondo, promuovendo sempre, instancabilmente, i valori comuni a cui si ispirano le diverse metodiche naturali".

Spesso lontana dalla sua comunità, affaticata da un lavoro sfibrante, anche se appassionato, Anna viveva momenti intensi di raccoglimento:  "Sto meditando sulle verità con le quali si va all'essenza delle cose che ci devono portare a Dio, a cercare Lui solo e attraverso Lui le creature".



(©L'Osservatore Romano - 27-28 aprile 2009)


La scomparsa di Anna Cappella è avvenuta durante la notte del 20 aprile 2009, a Firenze, all’età di 84 anni (era nata a Rieti il 12 agosto 1924) nella residenza delle Missionarie della scuola, istituto religioso femminile fondato da Luigia Tincani, di cui Anna Cappella faceva parte. La sua è stata la storia di un’intera esistenza dedicata alla promozione della vita umana. Il Santo Padre Benedetto XVI, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo la indicò «come esempio eloquente di quella sintesi tra verità e amore che costituisce il centro vitale della cultura cattolica».


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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