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Stare in guardia dai lupi travestiti da agnelli

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2016 23:04
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08/08/2015 21:32
 
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  Un sacerdote risponde

La nostra prof di religione dice che il decalogo non è stato dato da Dio

Quesito

Caro Padre Angelo,
Seguo con interesse il suo blog che risponde alle domande che le vengono poste da tanti giovani.
Ne ho una anch'io.
La prof. di religione, parlando del bel racconto biblico di Mosè che riceve le tavole della legge, ha detto che non va letto come un fatto realmente accaduto. 
Secondo la prof. si tratterebbe di una narrazione che ha lo scopo di insegnare che   tutti gli uomini, fin da prima di Mosè, hanno sempre percepito una legge interiore: onora Dio, i genitori e gli anziani, non rubare, non uccidere, ecc. 
Che cosa dice la Chiesa in proposito?
Grazie. 
Luigi.


Risposta del sacerdote

Caro Luigi,
1. è vero che i comandamenti, prima di essere scritti su tavole di pietra, erano stati scritti da Dio nel cuore dell’uomo.
Ogni uomo li poteva riconoscere.
Ma ai tempi di Mosè (e non solo a quei tempi) il cuore dell’uomo si era molto indurito e proprio per questo non riusciva più a leggere i dettami della coscienza.
Per questo S. Agostino dice: “Affinché gli uomini non potessero lagnarsi che la legge era incompleta, Dio ha scritto sulle tavole della legge ciò che essi non leggevano nei loro cuori. Certamente questi precetti vi erano scritti, ma non volevano leggerli. Dio li mise sotto i loro occhi perché fossero costretti a vederli nella loro coscienza: la voce di Dio, avvicinandosi in qualche modo agli uomini esteriormente, li costrinse a rientrare nel loro intimo” (In Psalm., 57, 1).

2. Fatta questa premessa, non c’è ombra di dubbio che siano stati dati da Dio stesso.
Il testo sacro dice: “Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio” (Es 31,18).
Col dito di Dio, e cioè scritti in modo soprannaturale e dati da Dio stesso. 
Altri precetti sono dati da Mosè, ma questi - come viene sottolineato -vengono da Dio stesso.

3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ripetutamente dice che sono dati da Dio.
Lo afferma quando dice che li conosciamo per divina rivelazione: “I dieci comandamenti appartengono alla Rivelazione di Dio. 
Al tempo stesso... mettono in luce i doveri essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti alla natura della persona umana.
Il decalogo contiene un’espressione privilegiata della legge naturale” (CCC 2070).
E “Quantunque accessibili alla sola ragione, i precetti del Decalogo sono stati rivelati. Per giungere ad una conoscenza completa e certa delle esigenze della legge naturale, l’umanità peccatrice aveva bisogno di questa rivelazione: Una completa esposizione dei comandamenti del Decalogo si rese necessaria nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era ottenebrata e la volontà si era sviata.
Noi conosciamo i comandamenti di Dio attraverso la Rivelazione divina che ci è proposta nella Chiesa, e per mezzo della voce della coscienza morale” (CCC 2071).

4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice ancora in maniera assertiva: “Le « dieci parole » sono pronunciate da Dio durante una teofania (Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco: Dt 5,4)” (CCC 2059).
Questa teofania (manifestazione di Dio) è avvenuta nel modo in cui l’Esodo la descrive: “Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì. 21Il Signore disse a Mosè: «Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine! Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si santifichino, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!». Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertito dicendo: «Delimita il monte e dichiaralo sacro»». Il Signore gli disse: «Va', scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!». Mosè scese verso il popolo e parlò loro” (Es 19,16-25)

5. Il capitolo 20 dell’Esodo comincia così: “Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile….” (Es 20,1-2).
Segue l’esposizione del decalogo

6. Questo dunque è l’insegnamento della Chiesa e questo è quanto ci dice la Sacra Scrittura.
Per converso bisognerebbe chiedere alla tua prof di religione quali sono le prove che porta per dire che non sono stati dati direttamente da Dio.
Come potrai appurare non ne ha neanche una.
Mentre la Sacra Scrittura mette Dio al centro di questa sua auto comunicazione o rivelazione.
La nostra fede, come del resto quella del popolo d’Israele, è basata sulla rivelazione di Dio.
Se la neghi, cessi di essere credente.
“Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Es 33,11).
Non si tratta dunque di un modo di esprimersi di Mosè.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo





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“Rahneriani anonimi”

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Il modernismo, la «sintesi di tutte le eresie» (San Pio X, Pascendi, 1907), non parlava di cambiamenti dottrinali, ma di “evoluzioni” dei dogmi e delle dottrine, per riuscire in qualche modo a “modernizzare” la Chiesa per metterla “al passo con i tempi” del mondo del XX secolo, frutto della rivoluzione illuminista e massonica del 1789. Ebbene, il suo erede è il progressismo, il cui laboratorio ideologico è la nouvelle theologie.
Il progressismo spaccia per progresso teologico della Rivelazione Divina tutte le opinioni personali e filosofiche (soprattutto nella teologia morale) di quegli odierni “dottori della legge” che pensano di aver capito la Sacra Scrittura meglio degli autori sacri, che sono stati veramente ispirati dallo Spirito Santo. Il più importante esponente del progressismo è stato il gesuita tedesco Karl Rahner (1904-1984), un vero e proprio eresiarca, il cui velenoso pensiero pseudo-teologico è disgraziatamente riuscito a penetrare persino nelle teste di alcuni che lo hanno criticato, chiedendone la condanna da parte della Gerarchia.

«San Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi»: queste sono le parole, testuali, di un teologo progressista.

Questa ci mancava proprio e, lo confessiamo, ne avremo fatto volentieri a meno. Non faremo il nome del teologo che ha pronunziato queste parole, perché non vogliamo fargli pubblicità, ma neppure “processarlo”. Chi vuole sapere di chi si tratta, lo troverà facendo una ricerca in un motore di ricerca on-line.

L’articolo in questione è oramai un tam-tam fisso atto a stravolgere la morale cattolica insegnata in duemila anni dalla Chiesa.

Parte bene, confermando la dottrina della Chiesa, affermando che – i divorziati risposati – non sono affatto in regola e che “per mettersi in regola davanti a Dio, alla Chiesa e alla loro coscienza di cattolici, devono prima ottenere la dichiarazione di nullità, e poi potranno contrarre nuove nozze benedette da Dio”.

Leggendo, inizialmente, l’articolo lo troverà ben fatto, corretto, finalmente si parla di dottrina, di legge divina, si ammonisce con saggezza che, chi si separa può farlo, ma quel matrimonio promesso davanti a Dio resta valido: “… resta valido il vincolo davanti a Dio e alla Chiesa, e non possono contrarre nuove nozze. Viceversa, se due si piacciono, non è questo un motivo sufficiente per andare a vivere assieme, soprattutto se sono legati a un matrimonio valido precedente…”.

Rahner, gesuita, confratello di papa Francesco.
Karl Rahner, gesuita, confratello di papa Francesco.

Tutto bene, finalmente qualcuno parla chiaro, ma come è di moda di questi tempi, ciò accade fino ad un certo punto, perché poi ecco che arriva la “svolta antropologica” di Rahner, infilata lì per benino, difficile da intravvedere subito.

Sembra di riudire i moniti di San Pietro nella sua famosa Lettera:

«come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina» (2Pt 3,15-16).

Dunque, secondo questo teologo, San Paolo avrebbe preso “una tranvata”, ecco la chicca:

“San Paolo, con la sua famosa teoria del matrimonio come remedium concupiscentiae [cf. I Cor 7,9] ha evidentemente sott’occhio solo i bollori della gioventù e non la debolezza dell’anzianità. Si ha l’impressione che egli non consideri cosa buona l’atto sessuale, per cui diventa scusabile e tollerabile nel matrimonio: «è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non possono vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere» [vv. 8-9]. Ma tutto ciò sembra sottendere in Paolo una dissociazione per non dire una contrapposizione fra amore ed unione sessuale. Purtroppo non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica, dove l’essere “una sola carne” è visto come qualcosa di buono, sia in se stesso [Gen 2], sia in rapporto alla procreazione [Gen 1]”.

Abbiamo letto bene? “Purtroppo non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica”. Per duemila anni la Chiesa non si sarebbe accorta che San Paolo non riflette neppure il Vangelo! Siamo davvero arrivati alla frutta!

***

Facciamo alcune brevi considerazioni:

1. San Paolo sostiene che il suo insegnamento non viene dagli uomini, ma da Cristo stesso: “Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo…” (Gal.1,11-12), una dichiarazione che è un vero giuramento;

2. Quando si leggono le Letture in Chiesa – la prima nei giorni feriali, e anche la seconda nei festivi – solitamente sono tratte dall’Antico Testamento e dal Nuovo, ossia dalle Lettere paoline, apostoliche e dall’Apocalisse, terminata la Lettura diciamo: “Parola di Dio”. Quindi, per duemila anni, noi – la Chiesa – ha spacciato per “Parola di Dio” una lettura “non autentica”, un errore…. non voluto perché “non ci si era accorti che Paolo aveva sbagliato”.Che strano, è ciò che pensava Lutero quando, non riuscendo più a contenersi, diede colpa alla Chiesa di aver interpretato male San Paolo sulla concupiscenza e sul celibato.

3. In quale passo paolino, San Paolo, affermerebbe che “l’essere una sola carne”, non sarebbe (sempre secondo questo teologo) visto come qualcosa di buono? Quando Paolo dice: “«è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non possono vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere», non sta dicendo che sposarsi non è buono, ma ripete la famosa battuta degli apostoli che avendo compreso bene il SACRIFICIO del matrimonio, dicono a Gesù: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Mt 19,10), Gesù non risponde che avevano capito male e che la stavano drammatizzando troppo, non dice: “venite qui che ci mettiamo d’accordo!” San Paolo non fa altro che riportare ciò che Gesù rispose: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». L’uomo non è fatto per essere solo e si può servire Dio in due modi, i Sacramenti infatti sono due e ben distinti: Matrimonio e Ordine sacro. Senza dubbio che San Paolo avrà preferito, per quel tempo, favorire LE VOCAZIONI, visto che erano all’inizio della nuova evangelizzazione, ma non fa passare assolutamente che, sposarsi, non era cosa buona!

4. San Paolo è piuttosto cosciente di ciò che insegna tanto da lanciare il primo anatema della Chiesa: ” Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo! (Gal.1,6-10). Questa ripetizione dell’anatema è davvero un capolavoro di pastorale senza se, e senza ma! È anche la garanzia della credibilità dell’insegnamento paolino.

5. fa riflettere che secondo queste persone, poi, il Papa sarebbe infallibile a tal punto da poter modificare la ricezione dei Sacramenti, ma l’insegnamento di San Paolo inserito nella Sacra Scrittura e che è perciò “Parola di Dio”, che viene incensata durante la liturgia, viene baciata, gli si mette il Cero pasquale accanto…. questo insegnamento paolino è difettato perché: “non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica…”.

6. e per concludere: “Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie.” (1Cor 7,10-11), notare che San Paolo sottolinea quel “non io, ma il Signore”, c’è altro da dire su chi sta sbagliando?

***

Karl Rahner docet! Perché diciamo ciò? Perché questo teologo, pur scrivendo contro il pensiero rahneriano un bellissimo libro, alla fine sta rischiando di fare lo stesso.

Ecco cosa scriveva in rete, lo stesso teologo, contro la rottura dottrinale di del gesuita tedesco: “Rahner ha concepito il progresso come rottura, come contraddizione col passalo di una tradizione cristiana sacra e perenne, quella che appunto si chiama sacra Tradizione, sorgente della divina rivelazione insieme con la Sacra Scrittura, come da sempre insegna la Chiesa Cattolica. Questa rottura è nata dal fatto che Rahner non si è accorto della perenne validità di tale Tradizione, come condizione di vero progresso. […] Rahner non ha capito qual è la legge dell’evoluzione dogmatica. La vera evoluzione non è rottura, ma esplicitazione nella continuità. Non suppone l’equivocità, ma la continuità analogica [Radici Cristiane n. 47, Agosto-Settembre 2009].

Ora, però, se come afferma lo stesso teologo che “non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica”, c’è contraddizione e questa Tradizione è errata. Per secoli la Chiesa ha predicato, sulla morale degli sposi, in termini sbagliati, usando un Paolo sprovveduto. Di conseguenza è questo teologo che sta facendo proprio il modello di Rahner perché, dire che per secoli non ci si è accorti dell’errore di Paolo, non significa più “esplicitazione, continuità”, ma una rottura con una nuova interpretazione della Scrittura.

Come uscire da questo ginepraio sempre più folto e sempre più avvolto nelle tenebre?Ignorare, ignorare chiunque “predichi un vangelo diverso”, ignorare tutti quei discorsi cavillosi tendenti a modificare ciò che la Chiesa ha insegnato per duemila anni sia sull’etica, sulla morale, sia con i dogmi. Tutto ciò che vi suona come “nuovo” e diverso, gettatelo, e abbiate a cuore di leggere la Scrittura sapendo che quella è Parola di Dio, non altro!

L’insegnamento della Chiesa, come il magistero pontificio bimillenario che troviamo sintetizzato nel Catechismo della Chiesa Cattolica, è la cartina tornasole per sapere se stiamo comprendendo bene la Scrittura che leggiamo. Restando fedeli ed aderenti ai Padri della Chiesa, ai Dottori, al Catechismo, ai Santi, non sbaglieremo!







[Modificato da Caterina63 05/05/2016 23:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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